ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/00279

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 42 del 24/01/2023
Firmatari
Primo firmatario: TENERINI CHIARA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE
Data firma: 24/01/2023


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 24/01/2023
Stato iter:
25/01/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 25/01/2023
Resoconto TENERINI CHIARA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE
 
RISPOSTA GOVERNO 25/01/2023
Resoconto DURIGON CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 25/01/2023
Resoconto TENERINI CHIARA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 25/01/2023

SVOLTO IL 25/01/2023

CONCLUSO IL 25/01/2023

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-00279
presentato da
TENERINI Chiara
testo di
Martedì 24 gennaio 2023, seduta n. 42

   TENERINI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il Governo Draghi e la recente manovra finanziaria del nuovo Esecutivo hanno stabilito una serie di aumenti pensionistici a partire dal 2023;

   tali incrementi sono stati dettati dalla necessità di garantire un adeguamento pensionistico rispetto all'andamento dell'inflazione oltre che dalla volontà di prevedere un innalzamento delle pensioni minime;

   per i trattenenti pensionistici complessivamente pari o inferiori a quattro volte il trattamento minimo Inps (2.101,52 euro), gli importi sono stati rivalutati nella misura del 100 per cento cioè del 7,3 per cento, considerato che questo è l'incremento inflazionistico calcolato;

   ai sensi della circolare n. 135 del 22 dicembre 2022 (Inps) tale aumento è scattato dal 1° gennaio 2023;

   fino al 2022 la soglia di tetto massimo di reddito pensionistico per poter percepire, in aggiunta alla pensione da lavoro, la pensione di invalidità (per invalidi totali, ciechi civili, sordi), era di euro 17.050,49 lordi annui;

   dal 2023 tale soglia è stata innalzata ad euro 17.920,00 lordi annui, per un incremento di importo pari al 5 per cento e non del 7,3 per cento al pari dell'incremento dei redditi pensionistici;

   tale discrepanza ha determinato per molti pensionati, invalidi anche al 100 per cento, la totale perdita del diritto alla pensione di invalidità dal momento che il loro reddito da pensione lavorativa è stato aumentato del 7,3 per cento senza uguale innalzamento del limite reddituale per ricevere il sussidio –:

   se e quali urgenti iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per fare in modo che una classe di cittadini fragili e svantaggiati non perda il diritto ad un sussidio nella maggior parte dei casi fondamentale anche per l'accesso alle cure ed ai farmaci di cui ha bisogno.
(5-00279)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 25 gennaio 2023
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-00279

  Passo ad illustrare l'atto di sindacato ispettivo con il quale viene evidenziata una criticità in ordine alle pensioni d'invalidità a seguito di interventi di rivalutazione pensionistica. In particolare, l'Onorevole Interrogante lamenta che le pensioni di invalidità civile sono state rivalutate al 7,3 per cento, mentre i limiti di reddito per poter percepire, in aggiunta alla pensione da lavoro, la pensione di invalidità (per invalidi totali, ciechi civili, sordi), al 5,1 per cento.
  La questione evidenziata dall'Onorevole interrogante merita certamente un approfondimento.
  In merito, va detto che la criticità individuata dipende dalla diversità delle normative cui fanno riferimento i due sistemi di rivalutazione. Mentre la rivalutazione della pensione di inabilità civile è regolata dal decreto del Ministro dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali concernente la perequazione automatica delle pensioni, di cui alla legge n. 41 del 1986, quella dei redditi personali deriva dall'applicazione dell'articolo 19 della legge n. 153 del 1969.
  La discrepanza è sorta a seguito dei recenti incrementi pensionistici previsti dalla legge di bilancio, in base ai quali i trattamenti pensionistici pari o inferiori a quattro volte il trattamento minimo INPS sono stati rivalutati nella misura del 100 per cento dell'aumento dell'inflazione, cioè del 7,3 per cento, considerato che questo è l'incremento inflazionistico calcolato.
  Al contempo la soglia massima di reddito pensionistico per poter percepire la pensione di invalidità in cumulo con quella da lavoro ha avuto un incremento pari al 5 per cento e non del 7,3 per cento.
  Pertanto, in casi eccezionali può verificarsi, come accaduto in riferimento alle prestazioni di competenza dell'anno 2023, che si producano differenze significative tra i risultati dei due sistemi di rivalutazione, a causa del brusco innalzamento del processo inflattivo avvenuto nell'anno precedente.
  Secondo la normativa richiamata il periodo di riferimento per il calcolo della variazione degli indici è anticipato di sei mesi. La ratio di tale disallineamento di sei mesi del numero indice per il calcolo della rivalutazione consegue alla necessità di effettuare il rinnovo delle pensioni con indici definitivi. In fase di inflazione crescente, come quella attualmente in corso, si può determinare un disallineamento tra entità della rivalutazione e aggiornamento dei limiti di reddito. Come però ha calcolato l'Inps, può accadere anche il contrario, in periodi di inflazione decrescente, come avvenuto fino a pochi mesi fa.
  Alla luce di quanto esposto, considerata l'importanza del tema, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali manifesta sin d'ora la propria disponibilità a intervenire approfondendo la questione anche al fine di realizzare un percorso normativo che affronti compiutamente il problema. Segnalo poi che la questione potrà essere utilmente affrontata nell'ambito del tavolo tecnico per la riforma delle pensioni avviato il 19 gennaio scorso, al fine di rendere più adeguati gli assegni pensionistici.
  Il tema sollevato si inserisce nel quadro delle riforme che il Governo intende portare avanti nel settore: certamente si pensi alla legge delega sulla non autosufficienza delle persone anziane, che si integra con la legge delega per la disabilità, riforme importanti, (previste anche dal PNRR), che insieme possono dare risposte concrete alle persone più fragili e alle loro famiglie.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritto alla salute

pensionato

inflazione