ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/00154

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 26 del 22/12/2022
Firmatari
Primo firmatario: CARAMIELLO ALESSANDRO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 19/12/2022


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AGRICOLTURA, DELLA SOVRANITÀ ALIMENTARE E DELLE FORESTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AGRICOLTURA, DELLA SOVRANITÀ ALIMENTARE E DELLE FORESTE delegato in data 19/12/2022
Stato iter:
20/12/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 20/12/2022
Resoconto CARAMIELLO ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 20/12/2022
Resoconto D'ERAMO LUIGI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE)
 
REPLICA 20/12/2022
Resoconto CARAMIELLO ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 20/12/2022

SVOLTO IL 20/12/2022

CONCLUSO IL 20/12/2022

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00154
presentato da
CARAMIELLO Alessandro
testo presentato
Giovedì 22 dicembre 2022
modificato
Martedì 20 dicembre 2022 in Commissione XIII (Agricoltura)

   CARAMIELLO, SERGIO COSTA e FRANCESCO SILVESTRI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   la recente riforma della Pac ha introdotto tra le produzioni vitivinicole europee i cosiddetti vini dealcolati – prodotti vitivinicoli ottenuti da processi di dealcolizzazione, parziale o totale – già disciplinati in Europa dal Regolamento 2117/2021;

   circa la metà della popolazione mondiale non consuma bevande alcoliche per motivi religiosi o alimentari, ma in ogni caso, la tendenza ai prodotti low alcohol si sta affermando anche nei Paesi considerati grandi consumatori di vino, come Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Cina;

   le associazioni italiane del mondo vitivinicolo ritengono importante la possibilità di entrare in questo nuovo mercato, specie considerando che altri principali produttori di vino europei, Francia, Spagna e Germania, hanno adeguato la loro normativa e sono sul mercato con diversi brand di vini «no-alcol», mentre i produttori italiani sono bloccati a causa di una legislazione che è necessario allineare;

   i vini dealcolizzati potrebbero, infatti, costituire uno sbocco per diverse importanti quantità di «vini generici», le cui giacenze destano preoccupazione sugli equilibri di mercato;

   aprire alla produzione di vino dealcolato, con giusta regolamentazione, corrette limitazioni e necessaria tutela per DOP e IGP, significherebbe garantire alle aziende una fetta di mercato ormai ampia, senza compromettere una delle eccellenze più importanti del nostro made in Italy;

   è fondamentale soprattutto mantenere questa fetta di mercato nelle mani dei vitivinicoltori scongiurando che altre industrie si impadroniscano di un prodotto che ha un legame innegabile con l'uva e con la produzione vinicola (parte dal vino e segue le regole sui controlli del vino) e potrebbe garantire un futuro al settore;

   per concretizzare tale opportunità, appare necessario, al di là della regolamentazione europea – al momento alle prese con la discussione sulle pratiche enologiche e sulle regole di etichettatura – un intervento sulla normativa italiana, in quanto la legge quadro del settore, il «Testo unico del vino» (legge n. 238 del 2016), non contempla l'elaborazione di questi prodotti all'interno degli stabilimenti vitivinicoli –:

   in base a quanto esposto in premessa, se non ritenga opportuno valutare, anche in accordo con le principali associazioni e rappresentanti del comparto vitivinicolo nazionale, la possibilità di adottare iniziative normative per intervenire sulla disciplina nazionale del settore, al fine di individuare la migliore modalità per introdurre i vini dealcolati all'interno della disciplina vitivinicola italiana, così da garantire ai produttori una opportunità di mercato futuro e non perdere quote di mercato a beneficio degli altri competitor, senza compromettere una delle eccellenze più importanti del nostro made in Italy agroalimentare.
(5-00154)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 20 dicembre 2022
nell'allegato al bollettino in Commissione XIII (Agricoltura)
5-00154

  Signor Presidente, Onorevoli deputati, sulla tematica rappresentata, il Governo ha da subito manifestato la propria posizione ribadendo la volontà di difendere la qualità, la tipicità e la tipologia delle produzioni italiane e il loro nome in Europa.
  Il Ministro Lollobrigida, fin dai primi giorni del suo insediamento, ha messo in chiaro l'intenzione di difendere la sovranità alimentare e il diritto degli italiani a mangiare bene.
  In tale direzione, in occasione della terza giornata di Eima International a Bologna Fiere, il Ministro è intervenuto anche sul tema del vino de-alcolizzato, contestando il suo inserimento nell'ambito di quello che comunemente chiamiamo «vino»; prodotto che, per sua natura, contiene naturalmente alcol.
  Non siamo quindi contrari alla bevanda, ma all'attribuzione ad essa della denominazione di «vino». Per la nostra cultura enogastronomica, parlare di «vino dealcolizzato» è una contraddizione in termini perché si tratta di una formula linguistica non più idonea a qualificare quel prodotto — il vino italiano, appunto – che è frutto di una tradizione millenaria e che è senza dubbio tra quelli più rappresentativi del made in Italy, tanto da essere esportato in tutto il mondo.
  Tale posizione è coerente con il concetto di «sovranità alimentare» presente nel nuovo nome del Ministero che esprime la volontà del Governo di difendere il nostro modo di produrre, vivere, mangiare e bere, nell'ottica di difendere le nostre produzioni caratterizzate da un legame millenario che le unisce alla terra.
  Sul piano normativo, come da Lei rammentato, la produzione di vini dealcolati e parzialmente dealcolati è ora prevista dal Regolamento UE 2117/2021. Le nuove norme comunitarie consentono quindi di produrre vini a basso o nullo contenuto di alcool.
  Alla regolamentazione di derivazione europea dovrà seguire la normativa attuativa interna; a tal fine, il Ministero è da tempo impegnato nella elaborazione di una disciplina chiara ed efficace che abbia ad oggetto la produzione e la commercializzazione dei vini dealcolati e parzialmente dealcolati.
  In tale direzione, d'accordo con i rappresentanti delle diverse organizzazioni professionali e di categoria, sono stati costituiti due gruppi di lavoro per individuare quali modifiche introdurre alla vigente normativa di settore, ed in particolare alla legge n. 238 del 2016, nota come Testo Unico del Vino, che consentano agli operatori interessati di disporre di norme coerenti e comuni.
  Al termine di tale fondamentale fase di confronto, saranno definite le iniziative più opportune da intraprendere, per valorizzare al meglio una filiera produttiva di grande importanza per il made in Italy e non solo del comparto agroalimentare.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

viticoltura

consumo alimentare

denominazione di origine