XIX Legislatura

Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall'insularità

Resoconto stenografico



Seduta n. 18 di Mercoledì 3 aprile 2024

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'INDIVIDUAZIONE DEGLI SVANTAGGI DERIVANTI DALLA CONDIZIONE D'INSULARITÀ E SULLE RELATIVE MISURE DI CONTRASTO

Audizione di Marinella Fossetti, professoressa ordinaria di tecnica delle costruzioni della facoltà di ingegneria e architettura dell'Università degli Studi di Enna «Kore», nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'individuazione degli svantaggi derivanti dalla condizione d'insularità e sulle relative misure di contrasto.
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 2 
Fossetti Marinella , professoressa ordinaria di tecnica delle costruzioni della facoltà di ingegneria e architettura dell'Università degli Studi di Enna «Kore» ... 2 
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 6 
Fossetti Marinella , professoressa ordinaria di tecnica delle costruzioni della facoltà di ingegneria e architettura dell'Università degli Studi di Enna «Kore» ... 7 
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 7 

ALLEGATO: Documentazione depositata dalla professoressa Marinella Fossetti ... 8

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
TOMMASO ANTONINO CALDERONE

  La seduta comincia alle 9.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Buongiorno a tutti. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione di Marinella Fossetti, professoressa ordinaria di tecnica delle costruzioni della facoltà di ingegneria e architettura dell'Università degli Studi di Enna «Kore», nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'individuazione degli svantaggi derivanti dalla condizione d'insularità e sulle relative misure di contrasto.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di Marinella Fossetti, professoressa ordinaria di tecnica delle costruzioni della facoltà di ingegneria e architettura dell'Università degli Studi di Enna «Kore», nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'individuazione degli svantaggi derivanti dalla condizione d'insularità e sulle relative misure di contrasto.
  Prego la professoressa di contenere il suo intervento in tempi ragionevoli, poiché alle 10 abbiamo i lavori parlamentari.
  Do la parola, per la relazione, alla professoressa Fossetti.

  MARINELLA FOSSETTI, professoressa ordinaria di tecnica delle costruzioni della facoltà di ingegneria e architettura dell'Università degli Studi di Enna «Kore». Signor Presidente Calderone, la ringrazio per questa opportunità.
  Questa mattina ho il piacere di presentare le caratteristiche essenziali di un progetto che è stato presentato in occasione del bando n. 204/2021 dell'Agenzia per la coesione territoriale. Noi oggi siamo qui perché, di fatto, l'insularità si riferisce a delle condizioni in cui un territorio è circondato da acqua, separato dalla terraferma e proprio per questo motivo ci sono una serie di problemi di natura strutturale che rendono questi territori particolarmente vulnerabili allo sviluppo economico e sociale.
  Oggi ci occuperemo di un progetto che è stato redatto e pensato per poter rilanciare, dal punto di vista economico e sociale, un'area del territorio della Regione Siciliana, la Sicilia nordorientale, che – come vediamo – è completamente scoperta da azioni correttive che possono ridurre gli svantaggi legati proprio all'insularità.
  Risulta necessaria questa presentazione perché il progetto che andiamo a mostrare è estremamente complesso e articolato e difficilmente può essere raccontato da semplici parole.
  Noi agiamo, così come mostra un'immagine antichissima, forse una delle prime della Trinacria, della regione Sicilia, in un'area che oggi – come dicevo già prima – è completamente scoperta da azioni correttive, per poter colmare il divario tra nord e sud, cioè tutta l'area della Sicilia nordorientale.
  Mi sembrava opportuno riportare velocemente alcuni dati rilevati dal rapporto Pag. 3SVIMEZ 2023, che mettono in risalto il divario tra Nord e Sud. I dati che ancora oggi emergono, purtroppo, mostrano che questo divario è veramente drammatico. Il rapporto SVIMEZ è stato redatto su quattro macro-aree. Intanto, prende in considerazione i dati che riguardano le differenze in relazione alla struttura dei servizi pubblici e in relazione alla distribuzione dei redditi. Se ci soffermiamo anche solo un attimo ad analizzare questi dati, già vediamo che le differenze risultano veramente rilevanti.
  La terza macro-area presa in considerazione riguarda la locazione delle risorse di produzione. Si prevede, in questi anni, un andamento favorevole grazie agli investimenti del PNRR, ma già nella proiezione 2024-2025 questo beneficio risulta assolutamente annullato. Anzi, ci sarà un decremento. Il dato, secondo me, ancora più preoccupante è la distribuzione territoriale dello sviluppo. Le attuali tendenze ancora mostrano e continuano a comportare migrazioni interne al Paese, dal Sud al Nord. Dal 2002 al 2021 hanno lasciato il Mezzogiorno ben 2,5 milioni di persone. Di queste, purtroppo molte sono giovani e molte sono laureate.
  Anche il contributo all'industria risulta fortemente limitato.
  Le conseguenze quali sono? Le conseguenze sono che il divario tra Nord e Sud è drammatico, si ha uno spopolamento del Meridione, con un elevato costo sociale, la perdita di valori culturali, l'abbandono delle aree. La vulnerabilità del mercato del lavoro meridionale diventa veramente preoccupante. Rimane su livelli patologici. Non parliamo dei giovani NEET: praticamente buona parte di questa generazione di ragazzi è concentrata al Sud, ben il 39 per cento; il 23 per cento nel Centro Italia.
  Ho voluto riportare in questa slide, in basso a sinistra, l'andamento delle migrazioni degli under 25 dal Sud Italia al Nord Italia. Come vediamo, dal 2010 al 2020 è cresciuto con un andamento quasi di tipo esponenziale. Questi sono i dati che emergono e sono dati drammatici.
  Ancora oggi esiste un profondo divario tra Nord e Sud, soprattutto quando parliamo delle isole. Questo divario non può essere assolutamente colmato con azioni localizzate, puntuali. Quando parlo di azioni localizzate o puntuali mi riferisco, per esempio, alla riqualificazione di una strada piuttosto che di un edificio scolastico, che sono azioni assolutamente fondamentali. Quello, però, che dobbiamo mettere in atto assolutamente sono le indicazioni, le raccomandazioni contenute negli strumenti programmatici che sono stati messi a punto dallo Stato italiano e dall'Unione europea. Prime tra tutte le indicazioni contenute nella legge istitutiva della Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall'insularità, che riconosce nell'insularità uno svantaggio strutturale permanente; le indicazioni contenute nelle norme sull'Agenzia per la coesione territoriale, che ha, appunto, l'obiettivo di sostenere, promuovere e accompagnare programmi e progetti per lo sviluppo territoriale; le indicazioni del Piano nazionale per la ricerca, perché sulla base dell'analisi delle criticità delle aree è possibile trovare forza nella ricerca italiana.
  Ovviamente, tutte queste indicazioni contengono sia le sei missioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza che le indicazioni messe a punto dai Paesi delle Nazioni Unite attraverso l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
  Dobbiamo agire, quindi, tenendo in considerazione tutte queste raccomandazioni, se effettivamente la volontà è quella di contrastare gli svantaggi dell'insularità.
  Ritorniamo alla slide iniziale. Stiamo agendo in un'area che è completamente scoperta da azioni correttive, un'area che, nonostante sia sulla fascia costiera, è una delle più depresse, più marginalizzate della regione Sicilia, così come, di fatto, è testimoniato dal report della Regione Siciliana per la programmazione regionale 2021-2027. Perché un'area costiera, che si trova al centro di uno degli ecosistemi più importanti che esistono nel Mediterraneo si trova in questa condizione? Perché esistono svariati rischi: rischi di tipo strutturale, rischi di tipo naturale e rischi di Pag. 4tipo sociale. Il progetto che è stato messo a punto ha raccolto tutti questi rischi e li vuole trasformare in opportunità di sviluppo, mettendo in atto delle azioni correttive. Come? Si è pensato di progettare un ecosistema dell'innovazione con sei centri di ricerca: un centro di ricerca nel settore dei rischi naturali, un centro di ricerca nel settore del patrimonio culturale, marino e terrestre, un centro di ricerca nel settore della biodiversità e della biologia marina; questi centri di ricerca verticali sono poi coordinati da ulteriori due centri di ricerca, uno per il trasferimento tecnologico e l'alta formazione – questo progetto prevede la realizzazione di almeno tre o quattro corsi universitari, in realtà all'inizio tre, nel settore relativo ai rispettivi centri di ricerca – e un centro di ricerca importantissimo, che poi gestirà tutti i dati che provengono dagli altri centri di ricerca, che è quello del data center.
  Si prevede di realizzare uno dei più grossi data center del Meridione che consentirà lo sviluppo sinergico multidisciplinare di tutte le attività con i concetti moderni dell'intelligenza artificiale. Quando parlo di centri di ricerca multidisciplinari, per esempio, mi riferisco a una nave oceanografica, che oltre ad affrontare e a sviluppare temi, studi e ricerche nel settore della biologia marina, sarà utilizzata anche per le prospezioni sismiche, per poter monitorare il patrimonio culturale sommerso e così via. Quindi, si tratta di centri di ricerca multidisciplinari.
  Dove è ubicato potenzialmente questo hub, questo nuovissimo ecosistema dell'innovazione? Il primo problema è stato quello di andare a reperire un'area industriale dismessa, perché il punto di partenza di questo progetto era tenere in considerazione le indicazioni contenute dal bando dell'Agenzia della coesione, che prevedeva il recupero di aree industriali dismesse.
  Quest'area industriale dismessa doveva avere la caratteristica di trovarsi prospiciente al mare e in una posizione baricentrica rispetto all'arco eoliano.
  Ricordiamoci che buona parte delle attività previste in questo ecosistema dell'innovazione si svilupperanno proprio nello specchio marino dell'arco eoliano.
  Si è trovata quest'area industriale dismessa, che consentirebbe, con una destinazione urbanistica già idonea, la realizzazione di un hub tecnologico sfruttando ben 60.000 metri cubi di edificato, conforme agli strumenti urbanistici vigenti.
  Ovviamente, con il progetto si potrebbe bonificare uno dei siti catalogati tra i più pericolosi nella Regione Siciliana. Ricordiamoci che da queste azioni correttive dobbiamo partire. Dobbiamo partire da queste azioni correttive se veramente si vuole incidere sullo sviluppo socioeconomico di un territorio marginalizzato e depresso. Così è stato fatto.
  Intanto, ovviamente, i primi dati che sono stati tenuti in considerazione sono le indicazioni dell'Agenzia per la coesione, perché il progetto nasce ed è stato cucito attorno alle indicazioni dell'Agenzia per la coesione, che prevede il recupero di un contesto urbano marginalizzato ed economicamente depresso e la realizzazione, attraverso la riqualificazione di un centro e di un ecosistema che vede l'attività sinergica tra i vari soggetti che sono le pubbliche amministrazioni, il terzo settore, le università, gli enti di ricerca e le imprese, in modo da poter creare ricerca e sviluppo e quindi garantire lo sviluppo socioeconomico di un territorio.
  Il progetto è arrivato al cinquantesimo posto della graduatoria. È in posizione utile e sarebbe il primo finanziabile in Sicilia. I partner del progetto sono organismi di ricerca, tra cui il CNR, che è il soggetto proponente, l'Università degli Studi di Enna, che sarebbe il soggetto attuatore del progetto, l'Università di Messina, l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) e l'Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (OGS). Tra gli enti locali abbiamo la Regione Siciliana, l'Assessorato ai beni culturali, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (ARPA) e il Gruppo di azione locale (GAL).Pag. 5
  Ci sono alcuni soggetti privati e tra questi mi piace menzionare certamente la Fondazione Sebastiano Tusa, per un motivo che vedremo un po' più avanti.
  Questa è una slide estremamente noiosa, ma è importantissima perché si mettono in risalto i quattro centri di ricerca verticali e i due orizzontali che inglobano e fanno lavorare in maniera multidisciplinare in quattro centri di ricerca verticali, chiamiamoli così, che all'interno contengono quasi tutte le azioni correttive previste dal PNRR, previste dalla Commissione insularità, perché parliamo di sicurezza dei sistemi naturali, di cambiamento climatico, di bioindustria.
  La Commissione insularità fornisce delle indicazioni, che sono quelle indicate nei punti 16, 18 e 19 (ne ho riportate solo alcune, in realtà sono molte di più).
  Tutte le azioni correttive previste dalla Commissione insularità si calano perfettamente nelle attività che dovrebbero essere svolte all'interno di questi centri di ricerca. Ovviamente, questi centri di ricerca sposano pienamente le missioni previste dal PNRR. Di queste ne ho riportate solo quattro, che sono la digitalizzazione, l'innovazione, la competitività, la cultura e il turismo, oltre all'istruzione e alla ricerca. Ovviamente si inquadrano perfettamente nei tre pilastri dello sviluppo sostenibile previsti dall'Agenda 2030, che sono i pilastri ambientale economico e socioculturale.
  All'interno di questo sistema dell'innovazione, ribadisco nuovamente che abbiamo l'opportunità di mettere in un laboratorio naturale tutte le azioni correttive che oggi, effettivamente, sono state previste da quasi tutti gli organismi di programmazione per potere colmare il divario tra Nord e Sud in questo caso, ma soprattutto per poter rilanciare dal punto di vista economico e sociale un territorio.
  Alcuni punti di forza del progetto. Il progetto architettonico è concluso. Non solo consentirebbe di riqualificare un'area che è tra i siti più pericolosi della Sicilia, ma il progetto architettonico ha una grandissima valenza. È stato redatto da un mio collega, il professore Oddo. Potrebbe diventare un riferimento mondiale in termini di edifici NZEB (Nearly zero energy building), nonché innescare tutto quello che si chiama «turismo culturale architettonico». Riporto qui alcune immagini del nuovo centro e degli edifici che costituirebbero il nuovo centro.
  Riporto un altro punto di forza del progetto dall'archeologia alla industria 4.0. Noi saremo al centro di un'area dove ci sono ben dodici siti quasi completamente inespressi, proprio perché manca un adeguato centro di ricerca.
  Nella slide precedente si vede in proiezione l'hub Pactis. Le attività di ricerca dell'archeologia marina e terrestre si svolgerebbero direttamente (non so se si vede, c'è un collegamento che è un ponte in colore rosso) nella vicina area archeologica di Patti Marina, della Villa del Casale. Avremmo direttamente un centro di ricerca in questo settore da applicare in un caso studio importantissimo. Anche questo è un altro punto di forza. Abbiamo l'opportunità di mettere in atto le idee visionarie di Sebastiano Tusa, che ha previsto nel settore dell'archeologia marina la più importante risorsa culturale e turistica del prossimo futuro.
  Abbiamo intere città sommerse e questa città oggi sono «inesplorate e non conosciute», perché manca un adeguato sistema di monitoraggio e di sorveglianza.
  Con il progetto avremmo la possibilità di realizzare un sistema di sorveglianza sottomarina attraverso dei droni e quindi poter riportare alla luce questi tesori e queste ricchezze. Ci sarebbe la possibilità di creare il primo centro europeo per poter scrivere le prime normative europee nel settore del paesaggio marino. Manca un centro di ricerca compiuto e completo, che ad oggi potrebbe consentire lo sviluppo di tale attività.
  È il mio campo, quello a me più vicino, il settore della prevenzione dei rischi naturali. Siamo in un'area tra le più pericolose dal punto di vista sismico. Lo sappiamo benissimo. Siamo anche in un'area che è vicinissima a uno dei siti di interesse nazionale (SIN) più pericolosi d'Italia, che è l'area industriale di Milazzo.Pag. 6 Un evento sismico oggi, senza un adeguato sistema di monitoraggio, potrebbe comportare dei danni ambientali alle Isole Eolie che non sono assolutamente quantificabili.
  Noi creeremo il primo embrione completo e sinergico del Mediterraneo di ultima generazione per l'allerta in tempo reale di eventi sismici e di tsunami. Sarebbe di fondamentale supporto alla protezione civile. Tutto ciò è possibile – lo ribadisco – grazie a un potentissimo data center che si creerebbe nel centro.
  La Protezione civile è particolarmente interessata alla regione Sicilia, al sistema di monitoraggio che si creerebbe con una serie di radar mobili per poter analizzare gli eventi moto estremi.
  Tutti i giorni i fatti di cronaca parlano di effetti legati ai cambiamenti climatici sulle nostre coste, sui nostri fondali e soprattutto sul fondale dell'arco eoliano, che è uno dei più preziosi del Mediterraneo.
  Alcuni degli organismi di ricerca che fanno parte del progetto sono fortemente specializzati nello studio degli effetti legati ai cambiamenti climatici. Questo certamente è il dato più importante, ed è il data center, come vi dicevo.
  Attività di monitoraggio ambientale. Oggi si parla di intelligenza artificiale applicata all'ambiente, ma l'intelligenza artificiale raccoglie di fatto una serie di dati a destra delle reti neurali – sto dicendo uno dei tanti strumenti di applicazione dell'intelligenza artificiale – ed elabora questi dati.
  Tuttavia, per potere fare ciò è necessario avere a disposizione dei data center potentissimi, di ultima generazione. Spesso si raccolgono tantissimi dati e tantissime informazioni che poi rimangono conservati nel cassetto perché non ci sono gli strumenti adatti per poterli elaborare. Si realizzerebbe uno dei più importanti data center del Meridione e non solo.
  Il data center che si sta realizzando all'interno dell'hub consentirebbe ad oggi di poter installare una rete di monitoraggio sottomarino e una rete di radar in prossimità del ponte sullo Stretto. Noi sappiamo che questi sono elementi essenziali sia in fase di esecuzione sia in fase di gestione in esercizio del ponte.
  Si potrebbero creare dei sistemi di allerta in tempo reale, grazie a questo potentissimo data center che si realizzerà, per potere realizzare degli allarmi in presenza di eventi sismici e in presenza di eventi climatici estremi.
  Il progetto consentirebbe, di fatto, il rilancio economico e sociale della Sicilia nordorientale che, nonostante sia un'area costiera, di fatto, è tra le più marginalizzate, le più depresse dell'isola. Ad oggi non esistono delle azioni correttive applicate che potrebbero sviluppare, in un contesto assolutamente multidisciplinare, tenendo in considerazione tutte le indicazioni correttive degli strumenti programmatici ad oggi presenti, il rilancio di quest'area.
  Ovviamente, il rilancio di quest'area sarebbe a medio termine, perché a lungo termine potrebbe diventare, di fatto, un caso di studio per tutto il Mediterraneo, perché, ripeto, consente di poter applicare in un laboratorio assolutamente naturale tutte o quasi tutte le azioni correttive previste dagli strumenti programmatici per potere garantire il rilancio socioeconomico di un'area depressa.
  Chiudo con questa slide e parlo della mia università. La riporto come un esempio virtuoso. La «Kore» di Enna è un'università giovanissima, che è nata solo nel 2005. Grazie alle infrastrutture di ricerca, alle infrastrutture di studio che si sono create in questo territorio dell'entroterra siciliano, che era profondamente depresso, oggi, nell'arco di pochissimo tempo, assistiamo a dei dati quasi entusiasmanti, perché l'ultimo censimento che c'è stato ha visto scalare in un balzo di dieci posti la posizione di Enna sulla classifica annuale per la qualità della vita.
  Ribadisco che solo lo studio e la ricerca producono cultura. Solo in questo modo si può incidere sullo sviluppo di un territorio depresso. Grazie.

  PRESIDENTE. Siamo noi a ringraziare lei. Anche con l'ausilio di queste immagini ha reso esaustivo il progetto.

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  MARINELLA FOSSETTI, professoressa ordinaria di tecnica delle costruzioni della facoltà di ingegneria e architettura dell'Università degli Studi di Enna «Kore». Era molto complesso.

  PRESIDENTE. Ha fatto molto bene. Chiedo ai colleghi collegati in videoconferenza se hanno delle osservazioni o delle domande da porre alla professoressa Fossetti.
  Nessuno chiedendo di intervenire, ringrazio la professoressa Fossetti, pregandola di depositare la documentazione agli uffici, in modo da poterla fornire a tutti i colleghi per ulteriori approfondimenti e per la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.25.

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ALLEGATO

Documentazione depositata dalla professoressa Marinella Fossetti

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