XIX Legislatura

X Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 11 di Martedì 28 marzo 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUL MADE IN ITALY: VALORIZZAZIONE E SVILUPPO DELL'IMPRESA ITALIANA NEI SUOI DIVERSI AMBITI PRODUTTIVI

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Spediporto.
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 3 
Pitto Alessandro , past president di Spediporto ... 3 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 5 

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti del Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale (COMINT):
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 5 
Riggio Luigi , dirigente preposto alle attività di supporto alla segreteria del Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale ... 5 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 7 
Riggio Luigi , dirigente preposto alle attività di supporto alla segreteria del Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale ... 7 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 7 

ALLEGATO: Documentazione depositata dai rappresentanti del Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale (COMINT) ... 8

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALBERTO LUIGI GUSMEROLI

  La seduta comincia alle 13.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione televisiva diretta sulla web tv della Camera dei deputati.

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Spediporto.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Regolamento, l'audizione di rappresentanti di Spediporto nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul made in Italy: valorizzazione e sviluppo dell'impresa italiana nei suoi diversi ambiti produttivi.
  Invito chi interviene a volerlo fare sinteticamente, in modo da lasciare più spazio possibile alle domande dei commissari, riservando gli ulteriori approfondimenti ad un eventuale contributo scritto che verrà volentieri acquisito ai lavori della Commissione.
  Do la parola a Alessandro, past president di Spediporto, ricordando che il tempo complessivo a disposizione per l'intervento è di circa dieci minuti. Grazie.

  ALESSANDRO PITTO, past president di Spediporto. Buongiorno a tutti, grazie per l'invito.
  Per quanto riguarda il tema della riunione odierna mi sono appuntato alcuni punti essenziali su cui vorrei richiamare l'attenzione dei lavori della Commissione (in particolare sul supporto al made in Italy) che riguardano una peculiarità tipica dell'interscambio del nostro Paese che riguarda i termini di resa, che può sembrare un punto abbastanza tecnico, però in effetti è cruciale nel valutare la forza del made in Italy e della competitività delle imprese italiane.
  I termini di resa sostanzialmente sono gli accordi che definiscono dove passano i rischi e gli oneri fra chi vende all'estero e chi acquista, e la ottimizzazione della logistica e la scelta dei giusti termini contrattuali contribuiscono a determinare il posizionamento competitivo del prodotto italiano sui mercati esteri.
  Purtroppo, per quanto riguarda le imprese italiane, la scelta prevalente è la resa «Ex Works» (EXW) o, col termine italiano, franco fabbrica. Questo che cosa significa? Significa che le imprese italiane vendono la propria merce ma poi lasciano ai loro acquirenti esteri la responsabilità, l'onere e io direi anche l'onore, di ritirare la merce. Questa è una resa appunto che è scelta in Italia nel 73 per cento dei casi delle imprese italiane, mentre in Germania, Francia e Spagna è un termine di resa che è scelto da circa il 30 per cento delle aziende.
  Vi sono settori merceologici, ad esempio, in cui il controllo per il trasporto della spedizione, della vendita all'estero è interamente nelle mani degli acquirenti. Basta pensare al settore vinicolo, con particolare riferimento al mercato degli Stati Uniti, che è totalmente controllato dagli acquirenti stranieri. Quindi questa è una condizione di vendita che può sembrare apparentemente vantaggiosa, perché libera le nostre imprese dagli oneri e dai rischi legati alla spedizione, può illudere di essere competitivi dal punto di vista del prezzo, ma in realtà presenta numerosi inconvenienti e molti costi nascosti.
  Per esempio le imprese italiane non sono in grado di sapere se i servizi logistici che Pag. 4utilizzano sono all'altezza della qualità dei loro prodotti, e sappiamo quanto questo sia importante per il made in Italy. Le imprese italiane non hanno alcun controllo sulla loro supply chain in outbound, in altre parole in uscita dai loro stabilimenti, non conoscono e non controllano il prezzo finale dei prodotti nel mercato di sbocco. Potrebbero anche non essere in grado di conoscere esattamente quali siano effettivamente i mercati di sbocco, perché questi potrebbero non essere quelli originariamente intesi per l'esportazione della loro merce.
  A livello micro, ovvero a livello di singola impresa, sicuramente il controllo della supply chain è uno dei fattori che definisce il posizionamento competitivo delle imprese e rinunciare a priori a controllare la propria supply chain in uscita dai propri stabilimenti è sicuramente una posizione svantaggiosa. A livello macro, quindi a livello di Paese, sicuramente questo causa una perdita di valore per il sistema Italia perché delegare interamente l'organizzazione della catena logistica ai compratori esteri è una perdita di opportunità, di business per il nostro Paese e condiziona anche lo sviluppo della nostra industria logistica in quanto i compratori esteri si avvarranno di fornitori e di operatori logistici esteri e tendenzialmente si potranno avvalere anche di infrastrutture, come porti e in particolar modo anche aeroporti, esteri.
  Vi sono invece nazioni come la Germania che sono riuscite a costruire i loro national champions nel settore della logistica proprio basandosi sulla forza del loro export e sul controllo della supply chain outbound, cioè in vendita, e inbound per quanto riguarda gli acquisti.
  Un secondo punto su cui vorrei richiamare l'attenzione della Commissione è il gap infrastrutturale che, molto brevemente, il nostro Paese ancora sconta con riferimento a particolari infrastrutture.
  Non vorrei farvi perdere troppo tempo sul tema dell'adeguamento infrastrutturale, che riguarda ad esempio autostrade, ferrovie o porti, vorrei solamente richiamare la vostra attenzione ad esempio sul fatto che grandissima parte del made in Italy, oltre a viaggiare via mare, viaggia anche e soprattutto via aerea. A fronte di volumi abbastanza limitati, circa il 2 per cento della merce viaggia per via aerea, se consideriamo i valori questi, però, salgono al 25 per cento del totale delle merci, perché chiaramente la merce che viaggia via aerea ha un valore unitario molto più elevato e il made in Italy sfrutta tantissimo questa modalità di trasporto.
  Purtroppo in questo ambito il nostro Paese sconta l'assenza di scelte politiche forti e coraggiose in quanto il principale scalo cargo del nostro Paese – mi verrebbe da dire: quasi l'unico – che è l'aeroporto di Malpensa non ha al momento alcuna possibilità di ulteriore espansione in quanto non dispone proprio degli spazi materiali per avere un'ulteriore espansione delle proprie strutture logistiche. Sono state compiute scelte che hanno privilegiato il traffico dei corrieri aerei che sono andate però a penalizzare il traffico merci vero e proprio. Quindi l'export via aerea italiano molto spesso non vola dagli aeroporti italiani ma viene trasferito via camion agli aeroporti cargo di tutta Europa dai quali, successivamente, si imbarca.
  Un ulteriore punto su cui vorrei richiamare l'attenzione riguarda, come è stato ricordato correttamente nel documento che mi è stato recapitato, il tema degli adempimenti burocratici. Noi abbiamo un punto su cui è importante svolgere una riflessione, che è il momento doganale, il momento degli adempimenti burocratici e amministrativi in sede doganale. Da 18 anni attendiamo la realizzazione dello sportello unico doganale e dei controlli, che è stato istituito con la legge finanziaria 2004, legge 24 dicembre 2003, n. 350, e di cui stiamo attendendo ancora la realizzazione. Quindi questo sportello unico è diventato più che maggiorenne ma ancora non ha visto la luce considerato che siamo arrivati al 2023.
  È prevista la realizzazione dello sportello unico all'interno delle misure del PNRR e sinceramente noi tutti operatori ci auguriamo che sia effettivamente il momento in cui questo trova la sua realizzazione, basandosi su due princìpi normativi fondamentali che regolano questo tipo di controlli in tutta Europa, che sono il principio del once only, ovvero le informazioni possono essere richieste dalla pubblica amministrazione agli operatoriPag. 5 economici solo una volta, e quello della single window ovvero di un'unica interfaccia con cui gli operatori possono comunicare con tutti gli enti e i presìdi di controllo preposti a effettuare controlli sulla merce.
  Da ultimo, e vado a concludere, vorrei richiamare la vostra attenzione sul tema della digitalizzazione, tema quanto mai attuale per sostenere il made in Italy, per promuoverlo e per controllare e governare le supply chain del prodotto made in Italy, appunto, che viaggia nel mondo. La nostra associazione nazionale di categoria ha lavorato strettamente con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT) nel corso della scorsa legislatura per mettere a terra risorse per 175 milioni, previste all'interno del PNRR, per la digitalizzazione delle imprese di logistica. Vorrei solamente ricordare che ad oggi non vi sono solamente investimenti. Quindi la digitalizzazione può essere agevolata non solo tramite investimenti (quindi misure finanziarie ed economiche) ma anche tramite riforme che possano creare un ambiente legislativo che dia certezza agli operatori. Tra queste vorrei citare la necessaria ratifica del protocollo per la eCMR (Convention relative au contrat de transport international de marchandises par route), ovvero per il documento che accompagna le merci nell'export internazionale su gomma in tutta Europa, che è previsto sia digitalizzato interamente (ma perché questo avvenga deve avvenire la ratifica del protocollo internazionale da parte dell'Italia) e, più in generale appunto, è necessaria la creazione di un legal framework, ovvero di un contesto giuridico, che aiuti gli operatori a compiere le corrette decisioni in tema di adozione di documenti sotto forma digitale. Questi ultimi aiuterebbero in maniera straordinaria e vi sono degli studi (che mi premurerò di far avere alla Commissione) che dimostrano come la documentazione in forma digitale possa aiutare il commercio estero a crescere in misura di svariati punti percentuali.

  PRESIDENTE. Non essendoci richieste di intervento, ringrazio il rappresentante di Spediporto per il proficuo contributo reso ai nostri lavori e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti del Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale (COMINT).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Regolamento, l'audizione di rappresentanti del Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale (COMINT) nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul made in Italy: valorizzazione e sviluppo dell'impresa italiana nei suoi diversi ambiti produttivi.
  Invito chi interviene a volerlo fare sinteticamente, in modo da lasciare più spazio possibile alle domande dei commissari, riservando gli ulteriori approfondimenti ad un eventuale contributo scritto che verrà volentieri acquisito ai lavori della Commissione.
  Do la parola al Col. Luigi Riggio, dirigente preposto alle attività di supporto alla segreteria del Comitato interministeriale per le politiche relative allo Spazio e alla ricerca aerospaziale, ricordando che il tempo complessivo a disposizione per l'intervento è di circa dieci minuti. Grazie.

  LUIGI RIGGIO, dirigente preposto alle attività di supporto alla segreteria del Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale. Presidente buongiorno. Signore e signori, onorevoli, buongiorno.
  Mi accingo a questa presentazione, ottempererò ai criteri di sintesi che mi sono stati indicati.
  Un contesto di riferimento al settore peculiare spaziale. Lo Spazio rappresenta oggi una risorsa vitale nell'esercizio delle funzioni istituzionali dei vari Paesi, nella vita quotidiana di ciascuno di noi, ed è una importante leva di sviluppo economico e sociale. Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito a un processo di democratizzazione dello spazio determinato, in particolare, dal minor costo di accesso alle tecnologie spaziali da parte di attori sia statuali che privati. Questo rapporto diverso fra governativo e privato nell'ambito spaziale, ha creato quella che oggi si chiama la space economy, che nel 2021 è stata stimata a un valore di 470 miliardiPag. 6 di dollari, segnalo che rappresentava un incremento del 9 per cento rispetto al 2020 e che, alcune stime accreditate, pongono a 500 miliardi di euro entro il 2030.
  Allo stesso tempo, in ambito spaziale questa capacità di servizi sempre più performanti ed efficaci anche ai fini dei rapporti internazionali e strategici, li configurano quale un potente strumento diplomatico e politico nonché, purtroppo, come vediamo anche recentemente, di confronto strategico fra i vari attori.
  Occorre ricordare che il quadro legislativo internazionale del settore è però fermo agli anni Sessanta. La combinazione di questi due fattori se da un lato apre delle prospettive estremamente interessanti da un punto di vista di crescita economica e tecnologica, dall'altro crea un ambiente che viene definito competitivo, congestionato e conteso che richiede un approccio necessariamente trasversale e interdisciplinare.
  L'Italia, nel settore spaziale, attraverso una tradizione lungimirante ha creato una filiera pressoché completa, una rarità sicuramente in Europa, di capacità nel settore spaziale. Dal lancio, alla produzione di satelliti, alla gestione dei satelliti, alla gestione dei dati spaziali.
  Le ultime stime vedono circa 200 aziende impegnate primariamente nel settore, di cui un 80 per cento di piccole e medie imprese, un giro d'affari annuo di 2 miliardi di euro e di 7 mila addetti. Le caratteristiche di alta tecnologia e l'esposizione a un mercato ristretto e non al pubblico generale, rendono l'applicazione del made in Italy particolare nel settore, tuttavia sicuramente rilevante in relazione alla capacità di mantenere un'alta e competitiva capacità tecnologica.
  Per quanto riguarda la governance nazionale il nostro legislatore, con una lodevole lungimiranza e riconoscendo la trasversalità dei servizi e delle tecnologie spaziali, con la legge n. 7 del 2018 relativa alle misure per il coordinamento della politica spaziale e aerospaziale e le disposizioni concernenti l'organizzazione dell'Agenzia spaziale italiana, ha posto le basi della nuova governance.
  La norma citata attribuisce al Presidente del Consiglio dei ministri l'alta direzione, la responsabilità politica generale e il coordinamento delle politiche dei Ministeri. Contestualmente istituisce il Comitato, di cui noi teniamo la segreteria, Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale, comunemente denominato COMINT. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 21 novembre 2022 il Presidente del Consiglio dei ministri ha delegato la materia delle politiche spaziali al Ministro delle imprese e del made in Italy, onorevole Adolfo Urso.
  Il Comitato ha varie attribuzioni, che ho elencato nel documento che vi ho inviato. Tra quelle che mi sento di individuare, ricordo quelle della definizione degli indirizzi generali, della definizione delle linee guida per la cooperazione internazionale (che nel settore è estremamente rilevante) e quella della definizione delle priorità per la destinazione delle risorse finanziarie assegnate alla tematica.
  Il Comitato si avvale per la consulenza tecnica e il supporto tecnico scientifico dell'ASI, e con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 aprile 2018, quindi immediatamente successivo alla legge, questo ufficio del consigliere militare è stato nominato un ufficio della Presidenza del Consiglio incaricato della segreteria. Appena insediato il COMINT ha cominciato a sviluppare le linee guida, gli indirizzi del Governo in materia spaziale. Anche questi non li vado a dettagliare perché sono nel documento, però per la prima volta in ambito nazionale è stata data tutta una serie di attività discendenti e da sviluppare, e in particolare sono state elencate quelle che erano le aree prioritarie su cui andare a gravitare nell'impegno nazionale, che vado a citare perché sono particolari. La parte di telecomunicazioni, osservazione della Terra e navigazione, lo studio dell'universo, l'accesso allo spazio (e quindi intendiamo le tecnologie dei vettori razzo che ci permettono di mettere i satelliti in orbita), le nuove tecnologie del volo suborbitale e delle piattaforme stratosferiche e le tecnologie di in-orbit servicing, collegate a attività di manutenzione nello spazio e l'esplorazione sia robotica dei pianeti, che umana.
  Nel corso di questi anni il COMINT ha monitorato...

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  PRESIDENTE. Colonnello, siccome il tempo è un po' tiranno, le ricordo che noi abbiamo bisogno di capire cosa può essere d'aiuto alla valorizzazione del made in Italy, quindi quello si può fare sotto questo aspetto. Grazie.

  LUIGI RIGGIO, dirigente preposto alle attività di supporto alla segreteria del Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale. Va bene. Presidente mi vado a concentrare direttamente alle conclusioni.
  Abbiamo due aree di possibile intervento: una, che ritengo sia coincidente con tutta una serie di altre filiere produttive caratterizzate da alta tecnologia e da un tessuto, composto da piccole e medie imprese, come è stato rappresentato formalmente in questi mesi dalle aziende, ed è quella di un miglior rapporto col codice degli appalti con procedure un po' più snelle e meno onerose.
  Un secondo punto importante è quello della disponibilità di personale ad elevatissime qualifiche per le aziende. In questi ultimi anni gli investimenti nel settore spaziale sono stati ingenti, c'è qualche difficoltà da parte del tessuto industriale a reperire il personale, soprattutto ingegneristico, necessario. Da una parte forse i numeri che escono dall'università non sono sufficienti, ma il problema che viene segnalato con maggiore forza è quello della ritenzione di questo personale in Italia che spesso, per motivi di competitività economica, va verso l'estero. Per quanto riguarda invece specificatamente il settore, il Ministro Urso ha già annunciato che intende lavorare a una proposta di legge quadro del settore spaziale che dovrà essere presentata entro la fine dell'anno, i cui profili devono essere ancora delineati. Tuttavia ci sono alcuni temi che in ambito di discussione amministrativa e accademica sono già presenti.
  Il primo è quello dell'allineamento della normativa nazionale al diritto internazionale dello spazio e quindi un riordino delle vigenti norme in ambito nazionale. Un regime di autorizzazione e di licenze per l'attività degli operatori spaziali: oggi l'attività spaziale in Italia è stata fatta da operatori governativi, ci dobbiamo preparare tuttavia ad avere attività spaziali gestite da privati, e quindi va regolato questo rapporto.
  Dobbiamo anche regolare le autorità e le procedure per effettuare una vigilanza e il monitoraggio delle attività spaziali sia in termini di produzione sia in termini di operazioni. Infine, andare a definire quelli che sono gli obblighi assicurativi e le garanzie di intervento dello Stato. Questo permetterà di conciliare quelli che sono gli obblighi nazionali in ambito internazionale, con la possibilità di garantire agli operatori privati di accedere a questo mercato e a questa possibile leva di sviluppo economico.
  Io concluderei qui. Sono disponibile per eventuali domande.

  PRESIDENTE. Grazie colonnello.
  Non essendoci richieste di intervento, ringrazio il rappresentante del Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale (COMINT) per l'esauriente audizione. Autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della documentazione consegnata dal rappresentante del Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale (COMINT (vedi allegato) e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.35.

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