Sulla pubblicità dei lavori:
Rotelli Mauro , Presidente ... 3
INDAGINE CONOSCITIVA SULL'IMPATTO AMBIENTALE DEGLI INCENTIVI IN MATERIA EDILIZIA
Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di FINCO.
Rotelli Mauro , Presidente ... 3
Gimelli Pietro , Direttore Generale Unicmi ... 3
Danzi Anna , vice direttore di FINCO ... 3
Rotelli Mauro , Presidente ... 4
Gimelli Pietro , Direttore Generale Unicmi ... 4
Rotelli Mauro , Presidente ... 5
Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Rete Professioni Tecniche:
Rotelli Mauro , Presidente ... 5
Zambrano Armando , coordinatore Rete Professioni Tecniche ... 5
Rotelli Mauro , Presidente ... 7
Zambrano Armando , coordinatore di Rete Professioni Tecniche ... 7
Rotelli Mauro , Presidente ... 7
Savoncelli Maurizio , consigliere Rete Professioni Tecniche e presidente del Consiglio nazionale dei geometri e dei geometri laureati ... 7
Rotelli Mauro , Presidente ... 7
Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Confedilizia:
Rotelli Mauro , Presidente ... 8
Gagliani Caputo Giovanni , responsabile relazioni istituzionali di Confedilizia ... 8
Rotelli Mauro , Presidente ... 9
Gagliani Caputo Giovanni , responsabile relazioni istituzionali di Confedilizia ... 9
Rotelli Mauro , Presidente ... 10
(La seduta, sospesa alle 12.35 è ripresa alle 12.55) ... 10
Audizione di rappresentanti di OICE:
Rotelli Mauro , Presidente ... 10
Lupoi Giorgio , presidente di OICE ... 10
Rotelli Mauro , Presidente ... 12
Allegato 1: Documentazione depositata dai rappresentanti di FINCO ... 13
Allegato 2: Documentazione depositata dai rappresentanti di Rete Professioni Tecniche ... 16
Allegato 3: Documentazione depositata dai rappresentanti di OICE ... 31
Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
MAURO ROTELLI
La seduta comincia alle 12.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.
Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di FINCO.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti di FINCO. Ringrazio Pietro Gimelli, direttore generale Unicmi, e Anna Danzi, vice direttore di Finco e cedo loro la parola per lo svolgimento della relazione. Prego dottor Gimelli.
PIETRO GIMELLI, Direttore Generale Unicmi. Lascio la parola un attimo ad Anna Danzi.
ANNA DANZI, vice direttore di FINCO. Faccio una brevissima introduzione.
Innanzitutto buongiorno a tutti e grazie per questa possibilità che ci viene data.
FINCO è una Federazione industriale del settore delle costruzioni che rappresenta 40 associazioni nazionali di categoria, 17 mila imprese, 140 mila addetti, per un fatturato di 30 miliardi.
Avendo un'organizzazione complessa, lavora in filiere: due delle filiere sono particolarmente interessate alla questione degli incentivi in materia edilizia. Sono quella delle energie rinnovabili, in cui abbiamo tra l'altro l'idroelettrico, il teleriscaldamento a biomasse, ma anche la geozootermia a bassa entalpia, che fornisce calore rinnovabile alle abitazioni, è una tecnologia molto poco utilizzata e invece andrebbe fortemente sostenuta. Poi abbiamo una filiera che riguarda i prodotti, i sistemi e gli impianti per l'efficienza energetica (parlo di schermature solari, di coperture, di pannelli isolanti, di serramenti, di facciate ventilate e facciate continue, di sistemi di contabilizzazione di acqua e calore, quindi tutti settori estremamente interessati).
Ovviamente la Federazione ha molti interessi, però quello della manutenzione, inteso anche come uso responsabile delle risorse, quello della messa in sicurezza di edifici e territorio, e quello dell'efficientamento del patrimonio edilizio, sono sicuramente tra le priorità non solo della Federazione, ma ovviamente anche del Paese.
Sappiamo che mettere in sicurezza e fare efficienza ha delle ricadute enormi, non sto qui a elencarle, non parlo solo di emersione del nero, parlo di risparmio di energie, riduzione di CO2, maestranze qualificate, effetto moltiplicatore degli investimenti, elementi anticongiunturali, insomma ce ne sono tantissime e lo sapete bene.
Probabilmente la sensibilità collettiva è pronta a questi cambiamenti, serve però un supporto pubblico che deve essere chiaro e duraturo. Va bene rivedere gli incentivi, però vanno soprattutto stabilizzati, vanno semplificati e soprattutto va fatto costantemente un confronto con gli stakeholder. L'analisi di impatto non è un'opinione, è una cosa importante. Mi riferisco soprattutto all'attività del Governo, perché in questo momento voi ci state ascoltando e vi ringraziamo, però spesso il Governo non ascolta tutti quelli che dovrebbe e quindi Pag. 4poi le risultanze degli interventi diventano pericolose.
Chiudo, nel passare la parola al direttore Gimelli, con un piccolo inciso.
Adesso c'è un grande fermento per l'efficientamento energetico degli edifici perché l'Europa ci impone degli obiettivi sempre più stringenti, è anche nostra convenienza, però l'input europeo è molto forte, ed è sempre tanto citata in questi mesi la direttiva «case verdi», che altro non è che l'ennesima rifusione di una direttiva del 2010 sull'efficienza energetica degli edifici che diventa via via più stringente e complicata con l'andar del tempo.
Un dato dal quale è nata questa direttiva e che vorrei sottolineare è sconfortante: cioè il 40 per cento dei consumi di energia viene fatto negli edifici e il 36 per cento delle emissioni dipendono dagli edifici. Il dato è un dato sconfortante in sé, però vorrei far notare che questo dato l'abbiamo riportato vent'anni fa in un libro che FINCO scrisse con ENEA. I dati erano gli stessi, quindi il problema non è sostanzialmente stato risolto, occorre prenderne atto e lavorarci.
Io chiuderei e darei la parola al direttore Gimelli.
PRESIDENTE. Dottoressa Danzi, grazie. Prego dottor Gimelli.
PIETRO GIMELLI, Direttore Generale Unicmi. Cerco di dirvi alcune cose un po' banali. Vi manderemo un documento che spero avrete la bontà di leggere, è molto breve, in cui riassumo queste cose.
Non siamo venuti qui con delle proposte perché ci sembrava non maturo per i tempi, crediamo sia giusto riflettere insieme, e vi ringraziamo per l'ascolto, su alcune precondizioni, alcune questioni di carattere generale, nell'immaginare di reimpostare il sistema delle detrazioni e degli incentivi fiscali. Ci sono alcuni criteri e ci sono alcune cose che ci preoccupano, provo a dirvele in modo flash.
La prima cosa che ci preoccupa è che per l'immediato futuro non ci sono detrazioni fiscali, quindi abbiamo l'idea che si debba presto arrivare a un sistema di incentivi, a dichiararlo, a renderlo operativo e a dargli un respiro lungo perché gli impegni e le sfide sono molte.
Questa può essere un'ansia banale, ma le nostre aziende hanno bisogno di pianificare il futuro e il sistema Paese ha sicuramente bisogno che tutti aiutino a conseguire il risultato di edifici che consumino meno.
Io nella fattispecie rappresento tutti i produttori del sistema involucro (quindi serramenti, grandi grattacieli, facciate, sistemi che riescono a isolare l'edificio garantendo trasparenza, finestre). Noi abbiamo molta paura di un ennesimo approccio ideologico. Lo dico con molta sincerità, quando ai convegni mi chiedono: «ma come faremo ad arrivare a conseguire gli obiettivi della direttiva europea?», io tendenzialmente rispondo: «io mi sono preparato sul Manzoni e quindi rispondo solo su Manzoni», perché è una domanda troppo inverosimile perché qualcuno abbia davvero una risposta.
Quello che noi dobbiamo fare è costruire un sistema che marci verso quell'obiettivo. E da questo punto di vista vi chiedo di inserire d'ora in avanti, sempre, se lo riterrete opportuno, nei vostri ragionamenti un termine, che è praticabilità.
La questione delle detrazioni è che debbono essere praticabili e praticabili per tutto il Paese. Per «praticabili» intendo dire che, come probabilmente sapete bene, il 90 per cento della popolazione italiana è proprietaria di una casa; la micro proprietà è uno degli elementi più diffusi in Italia, quindi non pensare alle detrazioni anche in chiave di singoli interventi (parlo dell'ecobonus), sarebbe sbagliato secondo noi, non aiuterebbe lo sforzo collettivo e metterebbe il sistema in una situazione molto complicata.
Molti di voi immagino abitino in condomini, io preferisco un turno in lavanderia che non andare alla riunione del mio condominio, perché può diventare sgradevolissima.
Il singolo intervento aiuta, l'ecobonus negli anni ha garantito al cittadino di avere una contrattazione corretta perché è un bonus fatto da una parte di contrattazione Pag. 5di mercato e da una parte di incentivo, ha garantito al cittadino di riuscire a intervenire sulle proprie abitazioni. E comunque – mi sono appuntato un dato perché non riesco mai a dirlo bene – solo nel 2021 ha prodotto un risparmio di 2.652 gigawatt, in un anno. Tutte cose che, se ci si focalizza solo e unicamente sull'intero edificio, saranno molto difficili da realizzare.
Certamente c'è un altro problema, che è quello di rendere questi incentivi fruibili anche per le persone meno fortunate e con meno disponibilità economica. Bisogna stare attenti a non diventare anche lì ideologici e pensarli solo per quel tipo di persone, perché questo confliggerebbe con l'obiettivo del risanamento energetico.
Chiudo dicendovi che noi abbiamo programmato una serie di incontri con le nostre principali imprese di in Italia per ragionare insieme di proposte praticabili da fare al Governo e da fare al legislatore, quindi ci permetteremo di tornare anche da voi con una definizione più puntuale verificata con le aziende, verificata con la loro esperienza con il cliente e – torno a ripeterlo allo sfinimento – improntata alla praticabilità degli obiettivi.
Grazie per il tempo dedicato.
PRESIDENTE. Grazie a voi, e meno male che abbiamo recuperato il suo intervento. Ha citato il Manzoni, mi veniva voglia di chiederle chi era Carneade, però lo faremo magari in un altro passaggio.
Grazie allora a questo punto a Pietro Gimelli, direttore generale di Unicmi, e ad Anna Danzi, vice direttore di FINCO, per il contributo reso ai nostri lavori e per il documento depositato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato alla seduta odierna (vedi allegato 1). Dichiaro conclusa l'audizione.
Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Rete Professioni Tecniche.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti di Rete Professioni Tecniche. Ringrazio Armando Zambrano, coordinatore, e Maurizio Savoncelli, consigliere Rete Professioni Tecniche e presidente del Consiglio Nazionale dei Geometri e dei Geometri Laureati, per la partecipazione ai nostri lavori. Cedo loro la parola per lo svolgimento della relazione.
Dottore, le devo chiedere però una cortesia. Noi alle 12.30 abbiamo un voto in Aula, quindi le chiedo proprio di essere puntuale nei dieci minuti di relazione.
ARMANDO ZAMBRANO, coordinatore Rete Professioni Tecniche. Assolutamente. Grazie ancora per l'invito. Entro subito nel merito del tema dell'audizione, che riguarda due aspetti essenziali. Noi vi abbiamo già mandato un documento, che tratta soprattutto il problema degli incentivi, della sostenibilità economica dei bonus edilizi, ma qualche cosa preliminarmente vorremmo dire anche sugli aspetti tecnici e scientifici, sui quali la Rete Professioni Tecniche ha elaborato una serie di proposte e di documenti, perché anche su questo tema a nostro avviso c'è da modificare un po' il quadro normativo, perché nel frattempo – partiamo dal decreto requisiti dell'ex Ministero dello sviluppo economico – in questi anni ci sono stati ovviamente grandi passi in avanti dal punto di vista tecnologico, ai fini soprattutto del risparmio energetico.
Quindi sarebbe necessario e opportuno – ecco, questa è la nostra proposta molto sintetica – un tavolo tecnico al quale anche le professioni, ma anche le università, anche i soggetti che si occupano appunto della produzione di materiali e tecnologie per il risparmio energetico, possono dare un contributo in progress, perché ogni giorno esce un nuovo prodotto, una nuova tecnica di riscaldamento e di condizionamento, sempre più attenti agli aspetti della sostenibilità, e quindi sarebbe il caso di aggiornare anche quelle che sono le normative da adottare nel momento in cui si interviene nelle ristrutturazioni degli edifici.
Questo vale anche per gli aspetti sismici, che per noi sono un punto fondamentale. Abbiamo elaborato un piano di prevenzione sismica, trasmesso al Ministero per la protezione civile, che si articola in alcuni punti, tra cui quello della necessità di introdurre finalmente il fascicolo del fabbricato, che non vuol dire una serie di documentiPag. 6 del tutto burocratici, ma una serie di elaborazioni che servono soprattutto a determinare la sicurezza delle costruzioni, sia dal punto di vista sismico che energetico.
Questo consentirebbe di fare una classificazione sismica degli edifici e proporzionare gli interventi allo «stato di salute», tra virgolette, dei fabbricati. È un passo importante dove gli incentivi fiscali hanno un ruolo fondamentale. E, anche qui, bisogna cominciare a pensare di fare degli interventi che garantiscano i passaggi di livelli di classificazione sismica, che nel superbonus si erano persi, nel senso che si è consentito di intervenire anche con interventi locali o di riparazione, pur utili e pur importanti. Però a questo punto, pensando a incentivi di lungo periodo, così come auspichiamo, sarebbe opportuno su questo tema cominciare a pensare ad un miglioramento della classificazione sismica, che deve essere un punto fondamentale del documento del fascicolo del fabbricato.
Ciò detto, passiamo all'altro tema – visto il tempo che ci è concesso – che è stato ampiamente trattato nel documento che vi abbiamo inviato, che ricalca documenti che abbiamo già elaborato nel passato e che tendono a definire quale sia il reale costo per lo Stato degli interventi e degli incentivi fiscali.
Ci sono stati più studi, anche uno studio del Consiglio nazionale ingegneri redatto due anni fa, ce n'è uno della stessa Camera dei deputati, ce ne sono altri di Ance, di Cresme e di altri organismi, che portano dati a volte abbastanza discordanti per quanto riguarda il recupero soprattutto fiscale che lo Stato ha nel momento in cui ci sono interventi di credito di imposta e di successiva cessione.
La questione riguarda essenzialmente la definizione del valore della produzione, che è quel valore che viene dalla somma del recupero fiscale, del valore economico messo in campo dall'incentivo per via degli interventi che si fanno, a cui va aggiunto l'indotto che qualunque intervento procura.
La percentuale di questo indotto, che va ad aggiungersi all'importo delle opere che viene eseguita secondo l'incentivo fiscale, che viene regolarmente fatturato, è abbastanza discutibile e quindi ci sono varie proposte. Però una cosa è abbastanza certa, per noi che abbiamo fatto questo studio, l'abbiamo fatto nostro come rete dei professionisti, cioè che c'è almeno un 35/37 per cento che è l'aliquota di tasse che normalmente vengono pagate dai contribuenti, imprese, soprattutto professionisti, sulle fatture che vengono fatte per la realizzazione di queste opere. Ecco, questo è un dato abbastanza certo, di recupero immediato da parte dello Stato delle somme che investe. C'è quindi una differenza che può essere del 65 per cento, ma può essere anche meno in funzione di quelle che sono le valutazioni che possono essere fatte del valore della produzione, che se è maggiore (come lo è per certo, ma non sappiamo esattamente in che misura interviene) consente allo Stato di recuperare una somma maggiore rispetto a questo famoso 35 per cento. Come fare in modo che chi interviene riesca ad avere questo incentivo, realizzando i lavori e soprattutto realizzando quel minimo costo per lo Stato?
La proposta che abbiamo fatto al punto 5 del nostro documento, che è forse la parte più innovativa, è di prevedere un mix tra incentivo fiscale tout-court (che può essere ancora mantenuto al 75 per cento per ora, poi scenderà al 65 per cento, 75 nel 2024, 65 nel 2025) e la differenza potrebbe essere finanziata con mutui a carico di chi interviene, considerando appunto che lo Stato dovrebbe intervenire solo nel caso degli incapienti e nel contribuire a sostenere il costo degli interessi. Mutui di 20/30 anni, in modo che una ristrutturazione di un'abitazione possa rientrare nei costi di 1.000/2.000 euro annuali, che è una cifra sostenibile per la gran parte dei proprietari o inquilini di abitazione.
Questo consentirebbe di avere una maggiore attenzione, così come auspichiamo tutti, sui meccanismi di spesa di questi interventi, responsabilizzerebbe i committenti – i professionisti già lo sono per definizione – consentirebbe di fare interventi di qualità, ma anche a costi contenuti.
Questo è un progetto in cui c'è questo mix tra un mutuo in cui lo Stato contribuisce con gli interessi e che potrebbe, a Pag. 7fronte di 2 o 3 miliardi all'anno, garantire investimenti di 40/50 miliardi complessivi, credo da parte appunto dei committenti, considerando il recupero fiscale e considerando che i committenti interverrebbero con un mutuo a proprio carico per la differenza.
Ecco, questa è una proposta che potrebbe durare io direi anche a tempo indeterminato, perché non credo che una cifra di qualche miliardo possa essere un costo non sostenibile dal nostro Paese, ma guarderebbe al futuro, guarderebbe alla necessità di mettere in sicurezza il patrimonio sismico e anche di intervenire in maniera organica e molto più completa rispetto a quello che si è fatto oggi sul risparmio energetico.
PRESIDENTE. Dottor Zambrano, la prego di concludere.
ARMANDO ZAMBRANO, coordinatore di Rete Professioni Tecniche. Se mi consente, due minuti all'amico presidente Savoncelli.
PRESIDENTE. Infatti la richiamavo perché pensavo che naturalmente Savoncelli sarebbe voluto intervenire. Però veramente due minuti, dottor Savoncelli. Prego.
MAURIZIO SAVONCELLI, consigliere Rete Professioni Tecniche e presidente del Consiglio nazionale dei geometri e dei geometri laureati. Grazie presidente, sarò telegrafico. Mi concentro sugli aspetti ambientali, tema dell'audizione odierna.
Questo strumento ha sicuramente apportato degli importanti contributi in termini di riduzione in atmosfera, e quindi contrasta quel surriscaldamento che sta provocando anche in questi giorni i drammatici avvenimenti in Emilia-Romagna e nelle Marche; riduzione del consumo, perché si parla di 1,3 miliardi di metri cubi di gas in meno dei consumi rispetto a quelli precedenti, e con il caro-prezzi e con la crisi delle famiglie questo è un elemento importantissimo. Ma, oltre ovviamente a evidenziare la proposta fatta poc'anzi dal presidente Zambrano, direi che la provocazione che mi sento di fare oggi è che lo strumento dell'incentivo fiscale ecobonus e sismabonus, che porta gli elementi positivi detti già prima – quindi occupazione, aggiungo di qualità, indotto, ricerca e innovazione – è uno strumento che si autoalimenta da solo. Cioè il cittadino, che per il tramite dei propri professionisti o gli strumenti che evochiamo, può dare avvio a questo percorso di decentramento e messa in sicurezza, che dal punto di vista ambientale, presidente, si traduce anche in decoro dei nostri paesaggi, delle città e delle periferie, perché intervenire vuol dire anche migliorare questo.
In questo modo si libererebbero risorse dello Stato con le proprie articolazioni, che potrebbe dedicarsi di più e meglio a quello che è il contrasto al dissesto idrogeologico e idraulico, che in questi giorni ci fa veramente tremare.
E aggiungo anche una provocazione. Forse è il momento anche di approcciare questi temi in modo diverso, forse è il momento di pensare a consorzi dei frontisti dei corsi d'acqua, perché il momento è drammatico. Quindi per affrontare la pulizia degli alvei dai detriti, la pulizia dei fondali, forse dobbiamo mettere in campo strumenti nuovi e innovativi. E sicuramente portare avanti gli incentivi fiscali su ecobonus e sismabonus potrebbe creare due corsie, una demandata all'attività dei cittadini per il tramite dei propri professionisti, con costi anche relativamente ridotti rispetto agli attuali costi per lo Stato, liberando risorse e liberando possibilità di attivarsi in quegli altri campi che sono veramente preoccupanti. Grazie presidente.
PRESIDENTE. Grazie a lei, dottor Savoncelli. Ringraziamo quindi il coordinatore di Rete Professioni Tecniche, Armando Zambrano e Maurizio Savoncelli, consigliere Rete Professioni Tecniche e presidente del Consiglio nazionale dei geometri e dei geometri laureati, per il contributo reso ai nostri lavori e per il documento depositato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato alla seduta odierna (vedi allegato 2). Dichiaro conclusa l'audizione. Grazie veramente, soprattutto per avere Pag. 8rispettato i tempi importanti questa mattina.
Audizione di rappresentanti di Confedilizia.
PRESIDENTE. Buongiorno dottor Caputo, io le devo però chiedere una cortesia: noi abbiamo pendente un voto in Aula in questo momento, quindi potremmo avere necessità di interrompere l'audizione. Intanto iniziamo, perché non abbiamo ancora certezza di questo voto.
Io intanto ringrazio quindi Giovanni Gagliani Caputo, responsabile relazioni istituzionali di Confedilizia, per la partecipazione ai nostri lavori e le cedo subito la parola con questo asterisco, vediamo se abbiamo bisogno di interrompere oppure no.
GIOVANNI GAGLIANI CAPUTO, responsabile relazioni istituzionali di Confedilizia. Va bene, attendo allora poi istruzioni nel corso dell'audizione. Intanto grazie a lei presidente e ai commissari della Commissione Ambiente che hanno chiesto il parere di Confedilizia su questa indagine conoscitiva, che riteniamo sia importante anche al fine di definire quale sarà il futuro degli incentivi legati agli interventi edilizi nell'edilizia.
Il settore immobiliare gode proprio di un sistema di incentivi fiscali legati a interventi edilizi specifici, che è stato introdotto a partire dal 1997. Inizialmente c'è stato il bonus ristrutturazioni, che è stato periodicamente rinnovato e reso stabile all'articolo 16-bis del Testo unico delle imposte sui redditi.
Successivamente sono stati introdotti anche incentivi per l'efficienza energetica, estesi anche ai soggetti IRES. Questi incentivi sono stati potenziati insieme ai bonus ristrutturazione e successivamente prorogati.
Nel corso del tempo si sono avvicendate altre misure, come il bonus facciate e misure di diversa natura.
Nel 2016 c'è stata la possibilità per i contribuenti meno abbienti di optare per un credito di imposta da cedere al fornitore che ha effettuato i lavori di efficientamento energetico sulle parti comuni degli edifici, questo al posto delle detrazioni fiscali.
Inizialmente questa possibilità era soggetta a molteplici limitazioni, come il divieto di cessione a istituti di credito. Tuttavia in seguito è stata estesa ad altre tipologie di lavoro e ad altri soggetti.
Infine si è arrivati al superbonus, le cui varie vicende sono conosciute da tutti gli operatori del settore.
Con il decreto-legge n. 11 del 2023, che successivamente è stato convertito in legge, è stata bloccata la cessione dei crediti delle agevolazioni fiscali attualmente in corso. Questa decisione è stata assunta per affrontare l'allarme deficit causato dal disavanzo tra entrate e uscite, che rischiava di trasformarsi in debito pubblico.
Tuttavia è importante considerare l'impatto che questa misura ha avuto su numerosi cittadini, famiglie e professionisti. Sono oltre 115 mila i cantieri per le ristrutturazioni che sono aperti in tutta Italia, con un coinvolgimento di 170 mila lavoratori e oltre 30 mila aziende. Se si dovesse tener conto anche dell'indotto, i numeri raddoppiano.
Il sistema di cessione dei crediti e dello sconto in fattura legato agli interventi edilizi è stato un efficiente sostegno alle famiglie, in particolare in ambito condominiale, poiché ha incentivato lavori che altrimenti sarebbero stati di difficile realizzazione a causa della presenza di soggetti economicamente deboli.
È innegabile che tale sistema ha contribuito significativamente anche alla crescita degli investimenti nel settore immobiliare e del PIL nazionale. Tuttavia nel tempo questo sistema si è trasformato in un problema per la maggior parte delle famiglie e delle imprese, a causa delle numerose restrizioni normative che hanno limitato notevolmente la possibilità di cessione dei crediti e degli sconti in fattura. Queste limitazioni hanno portato al blocco completo dei crediti presso gli intermediari, che hanno avuto difficoltà a liberarsene e non sono stati in grado di acquisirne di nuovi. Molte attività edili sono state interrotte e molte altre non sono nemmeno iniziate, causando conseguenzePag. 9 negative sull'intero settore immobiliare e prevedendo possibili contenziosi futuri – già dobbiamo registrare che ce ne sono vari – tra imprese, professionisti, famiglie e anche con l'Agenzia delle entrate.
Passando brevissimamente in rassegna alcuni dati relativi agli immobili e al loro impatto ambientale, in Italia le case contribuiscono oggi meno all'inquinamento e alle emissioni di anidride carbonica rispetto al passato, anche grazie all'introduzione degli incentivi fiscali che hanno stimolato gli interventi.
Visto anche il tempo che mi è stato dato, salterei adesso l'approfondimento di alcuni dati che saranno sono contenuti all'interno del documento che depositeremo, e passo immediatamente a evidenziare quali sono gli aspetti che noi riteniamo prioritari.
Il primo è la leva fiscale che può alleggerire il peso del cambiamento che grava sui proprietari di casa. Difatti sono state le famiglie, in particolare quelle che possiedono una casa, a sostenere la maggior parte degli sforzi che hanno portato a questi miglioramenti ambientali. Sono state le famiglie a sostituire le caldaie a gasolio con quelle a condensazione, che sono meno inquinanti, e in alcuni casi anche a passare dalle caldaie alle pompe di calore e a installare i pannelli solari. Questo anche sempre grazie, ovviamente, agli incentivi fiscali che sono stati di volta in volta previsti.
I dati forniti da Assotermica mostrano un aumento significativo delle vendite delle caldaie a condensazione nel corso degli anni. Nel 2014 ne sono state vendute oltre 277 mila, mentre nel 2021 c'è stato un notevole balzo con oltre 1.022.000 acquisti, e dobbiamo ricordare che questo balzo in avanti è stato dovuto anche principalmente all'introduzione del superbonus 110 per cento.
La maggior parte degli investimenti è stata quindi sostenuta direttamente dalle famiglie, anche quando è stata applicata una detrazione fiscale parziale come l'ecobonus, che si applica alle imposte dell'anno successivo. È pertanto evidente che la leva fiscale può alleggerire sensibilmente il peso del cambiamento che grava sui proprietari.
I benefici derivanti dai vari incentivi fiscali, tra cui il superbonus, l'ecobonus e il sismabonus, sono essenziali per promuovere gli investimenti nel settore edilizio.
Questi incentivi mirano ad aumentare il valore, la sicurezza e la sostenibilità del patrimonio edilizio, contribuendo contemporaneamente al benessere economico del Paese e alla sua competitività.
I dati statistici confermano l'efficacia di tali incentivi. Difatti l'Istat nel 2022 ha evidenziato che il settore delle costruzioni è cresciuto del 10,2 per cento e ha registrato un aumento significativo del valore aggiunto pari al 27 per cento. Ciò ha avuto un impatto positivo sull'occupazione, che è aumentata nel settore del 18 per cento.
Inoltre, da un recente report dell'Enea, emerge che nel 2022 sono stati effettuati investimenti ammissibili per la detrazione del superbonus 110 per cento per un totale di 62,5 miliardi di euro.
Passo veramente in rapida valutazione della proposta di rifusione della direttiva sull'efficienza energetica...
PRESIDENTE. Dottor Caputo, ha due minuti.
GIOVANNI GAGLIANI CAPUTO, responsabile relazioni istituzionali di Confedilizia. Allora in due minuti direi semplicemente questo, per quanto riguarda le conclusioni, giungo direttamente alle conclusioni.
Secondo Confedilizia è cruciale che è venga migliorato il sistema delle detrazioni fiscali per gli interventi nell'edilizia, in quanto tali strumenti costituiscono un supporto per le famiglie e le imprese, al contempo trainano l'economia del Paese garantendo sicurezza per il sistema e contribuiscono ad aumentare il valore del patrimonio immobiliare italiano.
Ad avviso di Confedilizia, le detrazioni fiscali dovrebbero essere certe e stabili. A tal fine sarebbe opportuno procedere a una riforma complessiva del sistema degli incentivi, riducendo il catalogo delle misure e mantenendone solamente alcune prioritarie; ciò consentirebbe la possibilità per i contribuenti di programmare gli interventi.
PRESIDENTE. Molto bene. Grazie dottor Caputo, siamo riusciti a fare tutta l'audizione e adesso andiamo di corsa in Aula.
Quindi ringrazio il dottor Caputo, responsabile relazioni istituzionali di Confedilizia, per il contributo reso ai nostri lavori e per il documento depositato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato alla seduta odierna (vedi allegato 3) e dichiaro conclusa l'audizione.
Grazie dottor Caputo di nuovo. Buona giornata. L'audizione dei rappresentanti di OICE si terrà subito dopo il voto in Aula, quindi sospendiamo le audizioni che riprenderemo subito dopo.
La seduta, sospesa alle 12.35 è ripresa alle 12.55.
Audizione di rappresentanti di OICE.
PRESIDENTE. Riprendiamo le audizioni che abbiamo interrotto per qualche minuto per il voto in Aula. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti di OICE. Ringrazio Giorgio Lupoi, presidente di OICE, e Andrea Mascolini, direttore generale di OICE, per la partecipazione ai nostri lavori e cedo loro la parola per lo svolgimento della relazione. Prego Presidente.
GIORGIO LUPOI, presidente di OICE. Presidente, ringraziamo noi per l'invito e per l'impegno che state spendendo, perché questo tema è chiaramente un tema importante e centrale per il nostro Paese e merita un momento di riflessione, quindi veramente ben venga e ringraziamo che vi state dedicando a questo tema.
Merita un momento di riflessione perché è importante mettere a sistema e maturare l'esperienza che abbiamo fatto con il superbonus, capire le richieste, gli obiettivi dell'Unione europea, i nostri obiettivi con l'Unione europea di riuscire a diminuire l'impatto con la nuova direttiva, e calare le esperienze e le nuove richieste sul nostro Paese, che si caratterizza in modo leggermente diverso dal resto dell'Europa.
Ci hanno preceduto altre associazioni, chiaramente il rischio sismico è stato sollevato, vale la pena tenere conto della caratterizzazione del nostro Paese quando vogliamo calare queste direttive e raggiungere questi obiettivi di contenimento energetico. Non possiamo immaginare di raggiungere obiettivi di contenimento energetico senza al contempo ridurre il rischio sismico delle nostre case.
Entro nel dettaglio del nostro lavoro e del documento che vi abbiamo lasciato.
Partendo dall'analisi del bonus, il bonus tra luci e ombre è stato sicuramente comunque una misura importante per il nostro Paese e per il nostro settore. Ha tirato su il comparto dell'edilizia che ne aveva un bisogno immenso ed era in crisi da decenni. Ha migliorato il mercato delle società di ingegneria, quindi chiaramente è stata una misura positiva, ha avuto effetti congiunturali importanti sul PIL. Chiaramente ha avuto anche delle situazioni meno positive. Probabilmente abbiamo speso un po' troppo rispetto al necessario, per i costi dovuti sia all'impostazione del bonus – che prevedeva parcelle piene e prevedeva prezzari pieni – sia al fatto che questa introduzione del bonus ha causato un incremento del costo delle materie prime, perché non l'abbiamo attuata ragionando su quali sarebbero stati gli effetti sui prodotti e sui materiali. Quindi abbiamo avuto un effetto duplice negativo da un punto di vista dei costi. Ma non c'è dubbio che ha messo in moto un intero sistema, che dobbiamo cercare di mantenere in moto e mantenerlo vivo, perché è l'unico sistema che ci permette di raggiungere quegli obiettivi.
Il provvedimento europeo si pone rilevanti obiettivi: incrementare l'efficienza energetica, le energie rinnovabili, ridurre l'inquinamento, migliorare la conservazione e il recupero delle risorse naturali, circolarità di economia e, come dicevo prima, dobbiamo calare questi obiettivi del provvedimento europeo nel nostro Paese e quindi aggiungere al punto 6 «ridurre il rischio sismico». Non si può non negoziare questo con l'Europa o comunque non possiamo non attuarlo senza considerare anche questo punto.Pag. 11
Dalle stime dell'Istat abbiamo circa 12 milioni e mezzo di immobili, di cui 7 sono quelli che ricadono nella prima fascia, che dovrebbero essere riqualificati per il 2030 o per il 2033, dipende dalle scadenze che ci diamo.
Crediamo che in questo momento di riflessione non ci dobbiamo davvero concentrare sulla data, ma sul metodo e trovare un sistema efficace, perché una delle criticità maggiori che ci portiamo dall'esperienza del bonus è la modifica del quadro normativo di riferimento.
Noi invece dobbiamo magari prenderci qualche mese – sei mesi, il tempo che serve – per riflettere, con il Governo e con voi che dovete rappresentare e fare delle proposte, insieme a tutta la filiera, e trovare una metodologia condivisa, con il tempo che ci vuole e poi cominciare a camminare. Perché non è l'obiettivo 2030/2033 che cambia, è cominciare a camminare su una strada che manteniamo costante.
Uno degli effetti negativi è che tante imprese... sapete il problema dei crediti, ve ne hanno parlato ma non posso non raccontarvelo di nuovo, i crediti incagliati sono un problema. Quindi dare un segnale al mercato e agli operatori economici che un giorno si fa in un modo e un giorno si fa in un altro non soltanto mette a rischio le imprese, ma ha anche un altro effetto, che premia soltanto i più veloci e i più furbi, e non premia le persone più attente e oculate che vogliono investire. E non è un secondo effetto di minore importanza, perché noi dobbiamo mettere a sistema e promuovere le risorse migliori del Paese. Quindi, chiaramente, una persona onesta, quando cambia una norma, prima di intraprendere il passo lo fa con molta attenzione, se la studia e capisce le conseguenze. Qualcuno che invece ha meccanismi diversi o più distorsivi, oppure è più intelligente va bene, chiaramente intraprende subito quella strada, però non è quello l'obiettivo. Noi vogliamo portare avanti tutto il nostro Paese e non semplicemente il più veloce o più furbo o chi azzarda di più.
Quindi serve davvero un quadro, prendiamo calma e facciamolo insieme. OICE in questo vuole davvero essere al vostro fianco. Pensare di fare una legge che abbia riflessi soltanto economici, quando c'è un tema importante di progettazione, è chiaramente sbagliato. È chiaro che la parte più importante per il Governo, e lo posso capire, è l'impatto economico, però come farlo diventa determinante. Perché cercare di costruire una filiera che porti valore aggiunto e innovazione in questo settore è un'occasione importante per l'Italia e per la capacità delle nostre imprese di andare all'estero e proporre anche queste innovazioni. Quindi cerchiamo di farlo per tempo e con modo e cerchiamo di mettere a sistema anche il contributo dei progettisti.
Ci ha anticipato la Rete delle professioni tecniche, noi siamo OICE che rappresentiamo ingegneria e architettura, Enea è certamente un partner interessante con il quale dialogare, però proviamo a dialogare anche su come farlo. Perché vi possiamo a quel punto anche dare suggerimenti su come abbassare i costi, possiamo definire metodologie di costi standard di riferimento come sono stati introdotti dopo, per cercare di calmierare gli abusi.
Quindi ci farebbe piacere che da questa vostra iniziativa possa nascere un dialogo più ferrato, anche promosso da voi, con questa parte del mondo della progettazione o della scienza, prima di intraprendere il percorso economico. Perché se lo fondiamo su basi solide il percorso sarà più duraturo e più efficace.
Il fatto di non misurare correttamente ma soltanto con dati sporadici quant'è l'efficienza energetica che abbiamo risparmiato con questi interventi, o quant'è la riduzione del rischio sismico, per noi che facciamo tecnica è davvero determinante. Perché il numero economico è chiaramente importante, e sarà importante, però dopo dobbiamo misurare anche altro: vuol dire che l'anno prossimo il rischio sismico è diminuito, l'anno successivo è diminuito ancora. Non si può annullare, lo sapete meglio di me, però dobbiamo avere i parametri e cominciare a misurarli, sia per voi che cominciate questo percorso sia per chi seguirà tra cinque anni, perché non si cambiano le cose.Pag. 12
L'ultima cosa positiva del bonus è chiaramente la metodologia attuata. L'incentivo fiscale è uno strumento che è difficilmente abbandonabile, visto che noi abbiamo il 75 per cento dei proprietari di casa non si può fare diversamente. La soglia può essere rimodulata, nessuna discussione, pronti a ragionare su qual è la soglia efficace. Siamo a disposizione e grazie.
PRESIDENTE. Presidente, grazie a lei. Ringrazio il presidente di OICE Lupoi e il direttore Mascolini per il contributo reso ai nostri lavori e per il documento depositato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato alla seduta odierna (vedi allegato 3). Dichiaro quindi conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 13.05.
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