XIX Legislatura

V Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 2 di Giovedì 23 marzo 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Cannata Giovanni Luca , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUGLI EFFETTI MACROECONOMICI E DI FINANZA PUBBLICA DERIVANTI DAGLI INCENTIVI FISCALI IN MATERIA EDILIZIA.

Audizione di rappresentanti del CNEL.
Cannata Giovanni Luca , Presidente ... 3 
Treu Tiziano , Presidente del CNEL ... 3 
Cannata Giovanni Luca , Presidente ... 4 
Lucifora Claudio , Consigliere di CNEL (intervento da remoto) ... 4 
Cannata Giovanni Luca , Presidente ... 6 
Lucifora Claudio , Consigliere CNEL (intervento da remoto) ... 6 
Cannata Giovanni Luca , Presidente ... 6 
Lucifora Claudio , Consigliere CNEL (intervento da remoto) ... 6 
Cannata Giovanni Luca , Presidente ... 7 
Pagano Ubaldo (PD-IDP)  ... 7 
Dell'Olio Gianmauro (M5S)  ... 8 
Guerra Maria Cecilia (PD-IDP)  ... 9 
Cannata Giovanni Luca , Presidente ... 9 
Lucifora Claudio , Consigliere del CNEL (intervento da remoto) ... 9 
Treu Tiziano , Presidente di CNEL ... 10 
Cannata Giovanni Luca , Presidente ... 10

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIOVANNI LUCA CANNATA

  La seduta comincia alle 9.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti del CNEL.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti del CNEL, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sugli effetti macroeconomici e di finanza pubblica derivanti dagli incentivi fiscali in materia edilizia.
  Saluto i rappresentanti del CNEL. Sono presenti il professor Tiziano Treu, Presidente del CNEL, e il professor Claudio Lucifora, Consigliere del CNEL, collegato in videoconferenza.
  Nel ringraziarli per la partecipazione all'odierna audizione, do la parola al professor Treu per lo svolgimento della sua relazione.

  TIZIANO TREU, Presidente del CNEL. Ringrazio la Commissione bilancio per questa audizione. Come di consueto, la presentazione orale sarà introdotta da un mio breve intervento, poi il professor Lucifora, che è il vero esperto in materia, sarà più specifico. Il testo scritto della relazione sarà inviato a breve agli uffici della Commissione – credo domani o dopodomani –, in modo da essere più precisi anche per rispondere a qualche domanda che venga posta in questa sede.
  Mi limito a qualche considerazione sia di carattere generale sia di metodo. Queste nostre riflessioni sono state elaborate, come di solito nel CNEL, sulla base di una discussione con le parti interessate, che, come si può immaginare, sono molto coinvolte nella questione oggetto dell'indagine conoscitiva, infatti noi rappresentiamo la parte imprenditoriale e i settori più direttamente colpiti e interessati. Inoltre, la nostra discussione ha coinvolto, le fonti ufficiali, in particolare ISTAT e Ufficio parlamentare di bilancio, ma anche i centri di ricerca che normalmente utilizziamo, in questo caso REF e Prometeia.
  Abbiamo ritenuto opportuno – lo vedrete più specificamente nella relazione scritta – fare una breve ricostruzione, anche storica, dell'evoluzione degli incentivi oggetto dell'indagine conoscitiva, che è molto significativa perché vi è stata una crescita negli oltre dieci anni che abbiamo ricostruito, procedendo dai livelli moderati del 30 per cento circa fino all'attuale 110 per cento, con diverse variazioni. La notazione che facciamo è che questa tendenza pluridecennale ha avuto degli sbalzi notevoli, il che ha provocato dei veri e propri swing – come si usa dire – nell'andamento dell'intera filiera e questo è il punto fondamentale. Questa è la prima osservazione che credo sia utile anche per trarre delle conclusioni più specifiche che saranno relazionate appunto dal professor Lucifora.
  Abbiamo analizzato, anzitutto, l'impatto della spesa alquanto consistente e superiore alle aspettative e alle previsioni, sia sull'espansione del settore e della filiera, che in parte, ma non in toto, è riferito agli incentivi – in questo caso le valutazioni ci indicano un'incidenza parziale e si può Pag. 4discutere sulle percentuali – sia sull'occupazione, che pure è certo, seppure un po' oscillante nelle quantità, ma soprattutto va verificato nella tenuta oltre che nella qualità. Abbiamo svolto un'analoga valutazione sull'impatto di questi interventi in rapporto all'efficientamento energetico, che è uno degli obiettivi non collaterali ma centrali, e che secondo i dati ufficiali dell'ENEA, in particolare, che è un soggetto con cui il CNEL si relaziona spesso, viene determinato solo da una quota minoritaria delle risorse impiegate.
  Poi abbiamo concentrato l'attenzione su alcune criticità che emergeranno anche nel testo della nostra relazione. Anzitutto, abbiamo sottolineato la sostenibilità nel tempo di queste spese, che è poi centrale per il bilancio pubblico e per il disavanzo, tenuto conto anche dei provvedimenti laterali, ma decisivi degli sconti in fattura e della cedibilità dei bonus, che hanno creato, come è noto, alquanta preoccupazione, e tenuto conto anche del livello degli incentivi che è cresciuto fino a quote ritenute eccessive e suscettibili di dar luogo a distorsioni di mercato.
  Una seconda criticità, che è stata meno discussa, ma che noi riteniamo andrebbe analizzata meglio perché riguarda l'equilibrio sociale e anche distributivo della misura, è relativa all'ambito effettivo dei beneficiari dei bonus sia nel rapporto tra edilizia pubblica e edilizia privata sia nella distribuzione tra le diverse classi di reddito della popolazione e anche nelle aree del Paese, anche se ci sono dati, seppure generali, che indicano che il Sud non è stato penalizzato.
  La terza criticità riguarda ovviamente la capacità delle banche di assorbire i bonus in compensazione. Queste sono le criticità emerse. Le parti sociali, in particolare, hanno espresso preoccupazione non solo per il fatto che ci siano stati questi provvedimenti di emergenza più volte adattati e variati, ma anche per la brusca inversione di tendenza che si è verificata.
  Quindi, occorre porre attenzione sulla fase di phasing out della misura. Richiamo, infatti, a una necessaria gradualità e, soprattutto, a una più precisa definizione degli ambiti di intervento, dei costi e dei diversi strumenti. Su questi aspetti auspichiamo una revisione del decreto-legge in sede parlamentare. In ogni caso è necessario che una revisione così importante sia per l'impatto economico sia per la stessa vita delle famiglie, dalle villette ai condomini, venga svolta sulla base di un esteso e preventivo coinvolgimento delle categorie interessate, che poi è il metodo che noi abbiamo sempre auspicato e che può servire anche a stemperare le criticità attuative e sociali della misura.
  Infine, un ultimo auspicio comune è che ci sia un monitoraggio effettivo degli interventi per evitare dimenticanze e sfasature di reazione.

  PRESIDENTE. Do quindi la parola al professor Lucifora per lo svolgimento della sua relazione.

  CLAUDIO LUCIFORA, Consigliere di CNEL (intervento da remoto). La mia relazione entrerà un po' più nel dettaglio rispetto a quanto illustrato dal Presidente Treu e toccherà i seguenti punti.
  In primo luogo, svolgerò un'introduzione di inquadramento dei bonus fiscali in materia edilizia e poi evidenzierò gli effetti dei bonus sull'attività economica, quindi su grandezze come PIL e occupazione, e gli effetti settoriali e specifici sul settore delle costruzioni. Svolgerò un richiamo agli effetti sulle importazioni e anche agli effetti distributivi, già sottolineati nell'introduzione dal Presidente Treu, per area e per classi di intervento. Tutti i dati che ho utilizzato per preparare questa relazione sono quelli ufficiali dell'ENEA, dell'ISTAT, della Ragioneria generale dello Stato e della Banca d'Italia. In seguito cercherò di evidenziare alcuni punti relativi agli effetti sul bilancio pubblico in termini di gettito e spese e riprenderò alcune conclusioni anticipate dal professor Treu in chiusura.
  Per quanto riguarda l'inquadramento generale dei bonus fiscali bisogna riconoscere che essi si inseriscono, come è già stato anticipato, in una strategia di medio-lungo periodo che è maturata a livello europeo e che ha come obiettivo principale Pag. 5quello dell'efficientamento energetico. Quindi è una strategia generale che viene da lungo tempo, ma che nel caso dei bonus attuali, come è già stato anticipato, ha tre particolarità che ne hanno determinato alcune criticità. La prima è la possibilità dello sconto in fattura e della cessione del credito, che ha l'effetto di rendere immediatamente liquide queste detrazioni. Nella denominazione di Eurostat, che proprio per questo ha operato una revisione dei propri criteri, questi bonus sono payable, cioè sono liquidi. La seconda caratteristica è quella della elevata quota di detrazione, cioè il 110 per cento, che risulta superiore al costo totale della spesa. Il terzo aspetto che rende questi bonus degni di interesse è che è stato tutto concentrato in un arco di tempo molto ristretto e questo ha determinato un impatto significativo sulle filiere con effetti seppure attesi, sicuramente maggiori di quelli che ci si aspettava, di lievitazione dei prezzi e, quindi, dei costi.
  Riprendendo dei dati dell'ENEA, che sono di pubblico dominio, faccio presente che dall'introduzione, nel luglio del 2020, agli ultimi dati disponibili, che sono del febbraio di quest'anno, gli investimenti conclusi sono di oltre 53 miliardi di euro. Quelli ammessi in detrazione sono pari a 68,5 miliardi di euro, in virtù del 110 per cento questo porta le detrazioni maturate su lavori già conclusi a 58 miliardi di euro e le detrazioni attese a fine lavori a 75,4 miliardi di euro. La concentrazione di questi investimenti ha determinato, rispetto alle previsioni iniziali, un incremento di circa 38 miliardi di euro, che equivale a un 50 per cento di aumento di prezzi e costi: quindi, una parte consistente di queste detrazioni è andata a coprire le criticità che sono emerse sia nell'approvvigionamento delle materie prime sia nell'aumento dei prezzi.
  La stima degli effetti delle misure oggetto dell'indagine conoscitiva sull'attività economica è un esercizio particolarmente complesso e, soprattutto, non vanno confusi questi investimenti con l'effetto complessivo delle misure, perché non bisogna dimenticare che gli anni che prendiamo in considerazione, soprattutto il 2022, sono stati anni di fortissima crescita e di rimbalzo dopo le misure di lockdown, dopo le quali il settore delle costruzioni, che è uno dei settori più sensibili al ciclo economico, avrebbe in ogni caso, anche in assenza di incentivi, sperimentato un aumento consistente dell'attività. Le analisi più accurate hanno stimato anche un controfattuale, cioè che cosa sarebbe successo al settore delle costruzioni se gli incentivi non fossero stati introdotti o se fossero stati mantenuti come erano prima dell'inizio del nuovo regime dei bonus. Tra le stime più attendibili c'è quella della Banca d'Italia, che indica che metà degli investimenti stimati da ENEA sono imputabili all'effetto del superbonus. Considerando questo come base di incremento netto degli investimenti e utilizzando il modello macroeconomico della Banca d'Italia, si ha un incremento del tasso di crescita dello 0,5 per cento per il periodo 2020-2021 e dell'1,4 per cento per il 2022. Quindi, non essendovi stime relative agli ultimi mesi e parametrando l'andamento di tale ultimo periodo ai dati che vi ho fornito, l'effetto complessivo sul PIL dall'introduzione della misura fino alla fine del 2022 è di circa 2 punti percentuali. Non bisogna dimenticare che, come stock, gli investimenti in abitazioni coprono circa il 5 per cento del PIL, quindi, anche se il settore ha conosciuto un fortissimo incremento, si tratta, in ogni caso, di una parte importante ma contenuta del nostro sistema produttivo.
  Qual è l'impatto che ci attendiamo per il futuro? Usando un moltiplicatore keynesiano tradizionale, un aumento degli investimenti, nell'anno in cui gli investimenti vengono sostenuti, ha un moltiplicatore pari a uno: quindi, se investite mille miliardi di euro questo ha un impatto esattamente uguale sul PIL. Dopodiché, per l'effetto del moltiplicatore – questo ovviamente dipende dalla propensione marginale al consumo e dalla propensione agli investimenti – l'impatto sul PIL aumenta negli anni successivi, ad esempio, il secondo anno il moltiplicatore tradizionale è dell'1,2 per cento grazie all'effetto di traino dei consumi. Ma questo effetto poi decresce fino a estinguersi nel giro di otto, dieci anni.Pag. 6
  Bisogna tener presente che, a differenza di altri interventi del PNRR, l'intervento di efficientamento che migliora lo stock ha un effetto che è transitorio, in quanto non aumenta il potenziale di crescita del Paese. Forse possiamo attenderci qualche effetto sui risparmi in termini energetici, ma non è paragonabile ad un investimento diretto nel potenziale di crescita del Paese. Allora, per quanto riguarda gli effetti settoriali, non c'è dubbio che il settore delle costruzioni ha conosciuto un fortissimo impatto: infatti, rispetto al periodo pre-incentivi, dal 2019 al 2022 è cresciuto quasi del 40 per cento. Un fortissimo impatto vi è stato anche sull'occupazione: rispetto al periodo pre-crisi le unità lavorative annue (ULA) sono cresciute del 16 per cento. La crescita occupazionale nel settore delle costruzioni, con quasi 230.000 posti di lavoro creati, è quella che complessivamente ha trainato tutta la crescita occupazionale che abbiamo sperimentato in questi anni.
  Una nota di cautela su cui vale la pena riflettere è che la concentrazione degli approvvigionamenti ha messo in crisi anche la reperibilità dei materiali. Quindi, una particolare attenzione in futuro dovrà essere prestata alle importazioni, perché molte materie prime e materie intermedie erano di difficile reperibilità e ciò ha fatto lievitare molto i prezzi.
  Come è già stato anticipato dal Presidente...

  PRESIDENTE. Professore, mi scusi. Dobbiamo stringere i tempi perché i lavori dell'Aula inizieranno già alle 9.30 e lascerei il tempo ai colleghi per fare qualche domanda.

  CLAUDIO LUCIFORA, Consigliere CNEL (intervento da remoto). Mi dica, presidente, quanto tempo ho a disposizione.

  PRESIDENTE. Direi un paio di minuti, così nel quarto d'ora rimanente lasceremo lo spazio per le domande.

  CLAUDIO LUCIFORA, Consigliere CNEL (intervento da remoto). Benissimo. Sugli altri aspetti possiamo tornare se ci sono delle domande.
  Per quanto riguarda gli effetti sul bilancio pubblico, la revisione dei criteri di Eurostat ha fatto aumentare l'indebitamento netto dell'1,8 per cento nel 2021 e del 2,6 per cento nel 2022 rispetto alle previsioni della NADEF. L'impatto sul bilancio pubblico è stimabile nel modo seguente. Riprendendo le stime, perché ovviamente parliamo di impatto sul valore aggiunto, quindi sul PIL, nel 2021 e nel 2022, come ricordavo, l'impatto complessivo è di circa 1,4 punti percentuali: questo corrisponde ad un incremento di PIL di circa 30 miliardi di euro e un incremento di gettito grazie agli effetti imputabili direttamente al superbonus di circa 14 miliardi di euro, a fronte di una spesa di circa 68,7 miliardi di euro. Quindi, il disavanzo complessivo è di circa 55,1 miliardi di euro e questo è il dato che, secondo me, deve essere tenuto presente.
  Nell'ultimo minuto a disposizione vorrei riportare alcune delle criticità e alcune delle prospettive che il CNEL ha rilevato. La prima è che nel rivedere la misura bisognerà tenere presente la platea dei destinatari perché, in questo caso, l'ampiezza della platea dei destinatari, ma soprattutto la scarsa focalizzazione dei destinatari, ha determinato costi molto rilevanti a carico della fiscalità generale. Quindi la prima indicazione è volta a prevedere una maggiore condizionalità di indirizzo sull'edilizia residenziale.
  L'altra criticità, già sollevata dal Presidente Treu, è che la cessazione improvvisa del sistema dei crediti mette in difficoltà le imprese e i cittadini. Non va dimenticato, in termini di prospettiva, che la direttiva europea denominata Energy Performance of Building Directive indica la strada e, quindi, questo tipo di incentivi dovrà essere la strada da seguire per ottenere l'obiettivo di portare, tra il 2030 e il 2033, gli edifici in classe F e in classe E. L'ANCE stima che il 75 per cento degli edifici saranno da efficientare e questo pone grandi criticità.
  L'ultimo punto e poi chiudo veramente. Dopo le questioni di metodo e di merito, il CNEL ritiene importante richiamare l'importanzaPag. 7 del coinvolgimento delle parti sociali. Le questioni trattate coinvolgono alcuni settori molto importanti, ma hanno anche ricadute sociali e, quindi, il metodo di confronto con le parti sociali viene ritenuto molto importante.

  PRESIDENTE. Do la parola ai deputati che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  UBALDO PAGANO. Ringrazio il CNEL, il Presidente Treu e anche il professor Lucifora, che ci hanno presentato dei dati. Mi pare più un'analisi commentata di ricerche sostenute da altri enti, che, peraltro, abbiamo anche audito in altre occasioni in questa Commissione. Peraltro, sconta anche una prima relazione svolta dall'Ufficio parlamentare di bilancio nell'ambito di un'indagine conoscitiva presso la Commissione bilancio del Senato della Repubblica, non l'ultima audizione che abbiamo tenuto la settimana scorsa con la presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, in cui, a fronte di domande puntuali che abbiamo posto, lei ha riconosciuto che, allo stato attuale, l'Ufficio parlamentare di bilancio non è ancora nella condizione di poter determinare quale sia stato il volume di affari generato complessivamente e l'impatto del superbonus sul prodotto interno lordo.
  Facendo semplicemente un rilievo spannometrico, secondo gli algoritmi su cui viene calcolata l'efficienza della spesa pubblica, la presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio parlava di circa 28 miliardi di euro di effetti diretti nel biennio 2021-2022, senza considerare gli effetti indiretti, su cui si è riservata di intervenire con più precisione nelle prossime settimane. Rispetto a questo formulo una considerazione perché vorrei comprendere il vostro punto di vista. L'ultima legge di bilancio, al netto della spesa per calmierare gli effetti del caro energia, fa un investimento di circa 1,2 punti percentuali di spesa per investimenti e declina questa spesa in un effetto moltiplicatore per la crescita dello 0,3 per cento. Quindi, si tratta di circa un quarto del valore dell'investimento. Nel caso di specie del superbonus – non parlo del totale della platea dei bonus edilizi, che peraltro hanno un'origine molto più datata nel tempo –, invece, nella peggiore delle ipotesi, parliamo di un effetto moltiplicatore dello 0,56 per cento: quindi, per ogni euro investito ci sarebbero, tra effetti diretti e indiretti, circa 56 centesimi di ritorno per lo Stato. Facendo questo tipo di rilevazione, non mi sembra che si sia di fronte ad effetti tanto negativi per il prodotto interno lordo.
  Sull'effetto di lievitazione dei costi che avete riportato, sinceramente ritengo che questo smentisce tutte le analisi comparative che sono state fatte, a livello europeo e a livello extra europeo, proprio sul settore dei materiali per l'edilizia. Infatti, a parte alcune voci specifiche, come, ad esempio quelle relative a ponteggi e cappotti, che hanno visto un aumento considerevole, mi pare di comprendere che tutte le altre voci siano state completamente in linea con altri Paesi, eppure in quei Paesi non esistevano misure come quella del superbonus.
  In occasione della sua audizione, la presidente dell'UPB, facendo una ricostruzione di tutti i bonus edilizi – vorrei chiarire, infatti, che questa indagine conoscitiva non riguarda solo il superbonus, ma tutti i bonus edilizi, che hanno origine in una data molto più antica – ha evidenziato che gli effetti regressivi che erano stati determinati dalle scorse edizioni dei bonus edilizi erano evidenti in tutte le statistiche, cosa che, invece, non è rilevabile per quanto riguarda il superbonus, che, invece, ha una distribuzione territoriale abbastanza equilibrata tra le varie aree geografiche. Questo anche perché con il superbonus abbiamo potenziato la possibilità della cedibilità del credito e dello sconto in fattura, democratizzando, di fatto, la struttura della misura e rendendola utilizzabile anche da una fascia di incapienti, che diversamente non avrebbero potuto utilizzarla, concentrati soprattutto nelle regioni centro-meridionali e nelle aree interne. È chiaro che il bisogno anche nelle regioni locomotiva d'Italia in termini di produzione purtroppo non è distribuito in maniera equa. Da questoPag. 8 punto di vista confermate la riflessione che ho svolto, oppure ritenete che comunque la misura abbia avuto degli effetti regressivi?
  Rivolgo un'ultima domanda rispetto alla direttiva che potrebbe essere approvata a breve, visto anche quanto deliberato dal Parlamento europeo: voi ritenete che per permettere al nostro Paese di raggiungere con più facilità gli obiettivi sfidanti che potrebbero essere posti dalla citata direttiva sia utile indirizzare la misura semplicemente sugli immobili di classe energetica più bassa, rendendola applicabile solo agli immobili dalla classe energetica G alla D, considerato che secondo la stessa ENEA gli interventi su questi immobili producono un efficientamento che è triplo rispetto a quello che avverrebbe, invece, sugli immobili di categoria energetica dalla C alla A, per cui l'impatto dell'investimento non trae un beneficio molto sensibile in termini di risparmi energetici?

  GIANMAURO DELL'OLIO. Volevo fare una precisazione e porre tre domande rapidissime. Per quanto riguarda la questione dell'aumento dei costi, come diceva il collega Pagano, in effetti, a mia memoria, l'aumento medio dei costi è stato di circa il 20 per cento in tutta Europa. L'aumento più basso è stato quello della Spagna, tra il 4 e il 4,5 per cento, poi c'è quello dell'Italia, pari al 9 per cento, e poi il resto d'Europa. Mi pare che in Germania fosse addirittura pari al 22 per cento. Quindi, di fatto, rispetto all'indicazione che avete dato, ossia che la parte consistente di detrazione è andata verso l'aumento di costi, quindi a copertura dei costi, sarebbe utile avere dei dati maggiori perché gli altri dati di cui disponiamo ci fanno capire che in realtà non è così. È chiaro che se aumentano i costi, questi aumentano per tutti, però non è che ciò va a impattare sulla misura.
  Quando, poi, ha detto che anche in assenza di bonus il settore dell'edilizia sarebbe cresciuto ha parlato del controfattuale. Di questa stessa cosa aveva parlato anche la presidente dell'UPB e io avevo chiesto chiarimenti rispetto al loro modello, in particolare perché il loro modello in relazione al mondo dell'edilizia considera quella non residenziale. Quindi essendovi stato l'aumento dei costi ci si aspettava anche lo stesso aumento nel mondo dell'edilizia residenziale. Io, pertanto, ho chiesto se il modello econometrico dell'UPB permette di inserire lo shock che c'è stato nel nostro Paese nel periodo 2020-2021 con il lockdown. Il modello non ha una previsione particolare di arresto come quello che c'è stato, che è un tipo di arresto unico dal dopoguerra ad oggi. Quindi un conto è una riduzione in un mercato generico, che poi prevede una ricrescita e un nuovo innalzamento della spesa, un conto è, invece, uno shock come quello del Covid che ha bloccato praticamente tutto. E non mi pare che quel modello econometrico considerasse questo fattore. Quindi rispetto all'affermazione che il settore dell'edilizia, in particolare quello privato, sarebbe cresciuto lo stesso ci sarebbe bisogno di una maggiore chiarezza.
  Lei ha anche sottolineato la scarsa focalizzazione dei destinatari, che ha generato costi elevati. Rispetto a ciò le chiedo cosa intende, perché, come ha detto anche il collega Pagano, il superbonus, in quanto non andava a fare distinzione tra capienti e incapienti o tra chi aveva liquidità o meno, potrebbe aver avuto scarsa focalizzazione, ma volevo capire in che senso secondo voi ha generato costi elevati. Infatti, la misura era praticamente indipendente rispetto ai beneficiari.
  Un'ultima cosa rispetto a cui vorrei dei chiarimenti riguarda l'importanza del coinvolgimento delle banche. È chiaro che la mia domanda forse va un po' oltre, però sono curioso. Il recente provvedimento non ha risolto assolutamente la questione di quello stock di detrazioni fiscali che sono presenti nella «pancia» delle banche e soprattutto delle imprese. Di fatto non c'è ancora una soluzione e l'unica soluzione proposta era quella di far entrare in campo un soggetto che non fosse lo Stato, quindi sostanzialmente Cassa depositi e prestiti, che intervenendo non avrebbe fatto aumentare il debito pubblico. Tra le varie ipotesi che circolavano vi era quella di permettere alle banche di comprare titoli di Stato utilizzando i crediti di imposta. A me questoPag. 9 sembra un po' folle perché a quel punto si andrebbe ad aumentare il debito pubblico, mentre se intervenisse Cassa depositi e prestiti avremmo la possibilità di utilizzare la capacità fiscale e, quindi, di eliminare questo problema. Quindi, volevo capire cosa ne pensate dell'utilizzo di Cassa depositi e prestiti per intervenire in questa fase di impasse che rischia di avere, comunque, un impatto devastante sui conti pubblici, perché se dovessero davvero saltare le famose 30.000 o 40.000 aziende e parte delle 100.000 assunzioni, poi sullo Stato ricadrebbero i costi di NASpI, cassa integrazione, welfare eccetera, il che avrebbe un impatto forse disastroso. Quindi, capire come uscire da questa impasse e trovare una soluzione che non vada a creare debito potrebbe essere interessante e volevo capire la vostra opinione rispetto all'ipotesi di utilizzo di Cassa depositi e prestiti.

  MARIA CECILIA GUERRA. Siccome i tempi sono stretti, lascio la risposta al mio intervento alla memoria che ci verrà mandata. Vi chiedo, infatti, se avete la possibilità, anche in differita, di fornirci qualche informazione in più sulle caratteristiche della crescita occupazionale, in particolare non solo in termini di unità lavorative annue, ma proprio rispetto alla tipologia di contratto che è stata attivata e se avete anche qualche informazione in più sulla tipologia degli occupati e sulla localizzazione geografica.

  PRESIDENTE. Do la parola al professor Lucifora e al Presidente Treu per la replica.

  CLAUDIO LUCIFORA, Consigliere del CNEL (intervento da remoto). Ringrazio i deputati per queste domande.
  La prima riguarda l'impatto sul PIL. Forse non sono stato sufficientemente chiaro, ma l'impatto sul PIL c'è stato ed è stato significativo. Resta il fatto che, come ho detto, per fare un esercizio di questo tipo c'è bisogno di un modello macroeconometrico: la Banca d'Italia ne ha uno e anche l'UPB e lo avete citato. Sono modelli che sono molto complessi, ma non consentono una modellizzazione estremamente dettagliata a livello settoriale, sono modelli macroeconomici. Quindi gli effetti ci sono stati, ma gli effetti sul bilancio e, quindi sull'incremento di gettito, e sul costo totale rimangono un elemento di criticità.
  Per quanto riguarda tutte le domande sui costi, anche in questo caso forse per il poco tempo non sono stato sufficientemente chiaro. Rispetto alle previsioni, quello che non è stato stimato e che, invece, poteva essere atteso, non solo per gli effetti del superbonus ma proprio per la congiuntura internazionale, era l'aumento dei costi. Sono perfettamente concorde con tutto quello che stato detto e cioè che l'aumento dei costi non è stato determinato in Italia dal superbonus e che è stato un fenomeno generale, perché nel rimbalzo dopo il Covid la ripresa è stata mondiale e perché tutti i Paesi, pur non avendo il superbonus, in una certa misura hanno iniettato nei sistemi economici una grande quantità di denaro attraverso politiche monetarie, ma anche fiscali, quindi l'effetto è stato proprio quello di traino e, come ho detto, il settore delle costruzioni è un settore molto resiliente al ciclo economico. Quindi è giusto quello che è stato detto, ossia che non è un fenomeno relativo semplicemente all'Italia e quello che ho illustrato non è imputabile generalmente solamente all'effetto del superbonus.
  Sono anche d'accordo – e credo che anche il Presidente Treu lo abbia detto – sul fatto che rispetto ai bonus precedenti il superbonus ha avuto effetti regressivi inferiori. Resta il fatto che il 60 per cento degli investimenti hanno riguardato edifici unifamiliari e questo è un dato. La distribuzione territoriale è stata migliore perché, come è stato detto, sembra che il Sud non sia stato penalizzato.
  Riguardo la direttiva europea il CNEL ritiene senza dubbio che per avere il massimo effetto sull'efficientamento energetico bisognerebbe indirizzare gli interventi e la fiscalizzazione agli edifici meno efficienti, quindi al passaggio dalla classe G alla classe D, perché, come è stato ricordato, è proprio questo che ci consente di alzare di molto la media, quasi di tre volte rispetto a interventi di efficientamento nella parte alta della distribuzione dell'efficientamento.Pag. 10
  Non so se ho risposto a tutti i punti evidenziati. Sulla domanda dell'onorevole Guerra riguardo alla crescita occupazionale per caratteristiche senz'altro faremo degli approfondimenti poiché al momento non abbiamo dati precisi su questo aspetto, ma è una questione importante. Se ci sono quesiti a cui non ho risposto, resto a disposizione.

  TIZIANO TREU, Presidente di CNEL. Premesso che le domande sono state molto significative, noi prendiamo nota e miglioreremo la nostra memoria scritta. Io ovviamente non sono un tecnico rispetto a qualunque tipo di analisi; il professor Lucifora ha detto alcune cose, io ne aggiungo un paio. Anzitutto, dai dati che noi abbiamo sull'andamento della transizione ecologica e sulla importanza della decarbonizzazione e della riduzione dell'impatto sul clima, alla domanda che ci è stata posta rispetto all'utilità di concentrare gli interventi sugli edifici di classe bassa, in base alle nostre analisi, svolte anche d'intesa con l'ENEA, rispondo di sì, ma anche su questo forniremo qualche informazione maggiore.
  Parlare di regressività, poi, ha vari significati, come è noto. Concordiamo – io l'ho detto anche nella mia breve introduzione – per quanto riguarda la distribuzione sul territorio, però non è l'unico aspetto di regressività che interessa, perché occorrerebbe avere dei dati più precisi e noi li abbiamo anche chiesti, ma al momento attuale non sono del tutto significativi. Per questo sarebbe importante avere un monitoraggio relativo al tipo e al reddito dei beneficiari, perché questo è un aspetto della distribuzione che a noi, come CNEL, interessa particolarmente perché rappresentiamo non solo i costruttori, ma anche le famiglie e le persone in generale.
  Sull'occupazione faccio notare che noi saremo più precisi. Infatti, il CNEL, e in particolare il professor Lucifora, sta seguendo con ISTAT e Unioncamere un modello che riguarda l'impatto in generale del PNRR e, in particolare, di alcuni provvedimenti sulla qualità e sulla stabilità dell'occupazione. Quindi cercheremo di fornirvi maggiori informazioni, però, siccome forse non sarà l'ultima volta che ci vedremo, magari più avanti avremo dati più specifici.
  Il coinvolgimento delle parti mi sembra ovviamente decisivo, perché si tratta di gestire una fase di phasing out che riguarda il rapporto con le banche, che riguarda il contesto finanziario e che riguarda le indicazioni europee. Quindi, è chiaro che questo deve essere un coinvolgimento continuo, soprattutto in merito alle modalità di rimodulazione per quanto riguarda le ricadute sia sulla tenuta della struttura imprenditoriale del settore, come mi pare sia stato accennato, e sulle eventuali crisi aziendali che potrebbero conseguire da stop troppo bruschi, sia sui bilanci delle famiglie.
  Quindi questo è un tipo di coinvolgimento che al momento lamentiamo non esserci e neanche essere previsto e che, al di là poi dei contenuti specifici, andrebbe comunque avviato e il CNEL è disponibile. Però ovviamente deve esserci un'interlocuzione diretta tra le istituzioni competenti e le rappresentanze sociali delle varie parti.
  Vi ringrazio per le vostre domande e nel testo scritto saremo in grado di rispondere meglio.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Presidente Treu e il professor Lucifora. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.50.