XIX Legislatura

Commissioni Riunite (III-XIV Camera e 4a Senato)

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Mercoledì 8 febbraio 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 3 

Comunicazioni del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, in vista del Consiglio europeo straordinario del 9 e 10 febbraio 2023:
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 3 
Terzi di Sant'Agata Giulio , presidente della 4ª Commissione del Senato ... 5 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 5 
Fitto Raffaele (FDI) , Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR ... 5 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 9 
Murelli Elena  ... 9 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 10 
De Luca Piero (PD-IDP)  ... 10 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 11 
Scutellà Elisa (M5S)  ... 11 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 11 
Rojc Tatjana  ... 12 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 12 
Giordano Antonio (FDI)  ... 12 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 12 
Lombardo Marco  ... 12 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 13 
Bevilacqua Dolores  ... 13 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 13 
Candiani Stefano (LEGA)  ... 13 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 14 
De Monte Isabella (A-IV-RE)  ... 14 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 15 
Scurria Marco  ... 15 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 16 
Lomuti Arnaldo (M5S)  ... 16 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 16 
Calovini Giangiacomo (FDI)  ... 16 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 17 
Fitto Raffaele (FDI) , Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR ... 17 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 21

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA XIV COMMISSIONE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI ALESSANDRO GIGLIO VIGNA

  La seduta comincia alle 9.05.

Sulla pubblicità dei lavori

  PRESIDENTE. Se prendiamo tutti posto iniziamo, anche perché il Ministro ha – giustamente – impegni da Ministro.
  Buongiorno ai colleghi collegati online, vedo che siete parecchi. Grazie della vostra presenza, e grazie anche ai colleghi in presenza.
  Avverto, in via preliminare, che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Comunicazioni del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, in vista del Consiglio europeo straordinario del 9 e 10 febbraio 2023.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le comunicazioni del Governo in vista del Consiglio europeo straordinario del 9 e 10 febbraio prossimi.
  Ricordo che la partecipazione da remoto è consentita alle colleghe e ai colleghi secondo le modalità stabilite dalla Giunta del Regolamento.

  A nome delle Commissioni affari esteri e politiche dell'Unione europea della Camera e della Commissione politiche dell'Unione europea del Senato, sono lieto di porgere il benvenuto al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, che ringrazio per la Sua disponibilità, alla vigilia di un importante vertice per gli equilibri e le prospettive dell'Unione.
  Il mio non è un ringraziamento formale, poiché la presenza del Ministro testimonia la piena convergenza del Parlamento e dell'Esecutivo nello sviluppare pienamente tutte le potenzialità della legge n. 234 del 2012, nella prospettiva di una condivisione delle scelte operate dal nostro Paese nella fase di definizione delle politiche europee.
  Il Consiglio europeo, riunito in formato straordinario, sarà chiamato ad assumere decisioni di rilievo strategico per l'avvenire dell'Unione: dalle iniziative di sostegno dell'Unione europea a favore del popolo ucraino al quadro economico, con particolare riferimento alle azioni con le quali, di fronte alla nuova realtà geopolitica, l'Unione europea garantirà la sua competitività, la sua prosperità e il suo ruolo a lungo termine nelle scelte globali.
  È un primo punto nodale, sul quale si sta sviluppando un acceso dibattito a livello continentale, nel quale allignano antiche e mai sopite fratture fra gli Stati membri. Di fronte alla riproposizione di paradigmi obsoleti e dannosi ritengo sia apprezzabile la posizione di equilibrio assunta dal Ministro dell'economia in merito alla politica industriale europea, un vero volano per la ripresa continentale.
  La pandemia, l'aggressione russa all'Ucraina, l'aumento dell'inflazione – in particolare del costo dell'energia – hanno messo in luce le potenziali debolezze del sistema industriale europeo, per cui è divenuta necessaria una risposta immediata di politica industriale. Tale risposta non può risiedere, però, nell'allentamento del quadro per gli aiuti di Stato, poiché ciò comporterebbe un Pag. 4rischio di frammentazione del mercato interno e quindi una differente concorrenza fra i vari Stati.
  Sulla base dei dati diffusi dalla Commissione europea, oltre il 77 per cento degli aiuti di Stato approvati nell'ambito dell'attuale regime, infatti, risulta concentrato, alla data del 13 gennaio 2023, in due Stati membri: Germania 53 per cento e Francia 24 per cento, con l'Italia che ha notificato il 7 per cento degli aiuti approvati. È uno squilibrio che rischia di aumentare ulteriormente, concedendo ulteriori spazi di intervento ai Governi nazionali, poiché non tutti gli Stati membri hanno lo stesso spazio fiscale per erogare aiuti di Stato.
  Per questo è necessario operare su più fronti, attenuando l'impatto del pacchetto normativo USA, considerando l'adozione di misure difensive come ultima risorsa, da adottare nel rispetto delle regole dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), affrontando la perdita di competitività del sistema industriale europeo, accompagnando la transizione digitale, promuovendo la ricerca, l'innovazione, il potenziamento del capitale umano e sviluppando settori strategici, in particolare quello dei semiconduttori, delle materie prime, dell'energia, della difesa, dell'aerospazio, delle biotecnologie e degli strumenti di alta tecnologia.
  Il potenziamento di questo settore dovrebbe evitare ulteriori processi di delocalizzazione e aumentare la competitività delle industrie europee, preservando l'efficienza delle catene globali del valore.
  Lo sviluppo dei settori strategici dovrebbe avvenire nell'ambito di una strategia paneuropea in modo compatibile con l'OMC e coerente con il processo di transizione verde.
  Per quanto attiene agli aiuti di Stato, come abbiamo ribadito in occasione dell'incontro con la Segreteria di Stato per gli affari europei del Governo francese, occorre evitare che la riforma si traduca in un vantaggio competitivo per gli Stati membri con maggiori risorse fiscali disponibili per sostenere la propria economia. Per il nostro Paese è fondamentale ribadire che le riforme delle norme sugli aiuti di Stato e della governance economica debbano essere parte di un unico dibattito, che contempli la creazione di una maggiore capacità di spesa da parte delle Istituzioni europee sulla base dell'esperienza positiva di Next Generation EU, che ha ampiamente evidenziato come l'indebitamento comune sul mercato per finanziare i programmi europei non è solo fattibile, ma anche efficiente.
  In quest'ottica sosteniamo la creazione di un fondo sovrano europeo riorientato e funzionalizzando i fondi europei esistenti, al fine di promuovere la competitività e l'autonomia strategica dell'Unione europea attraverso catene del valore resilienti e accordi commerciali, in grado di garantire la sicurezza degli approvvigionamenti, la capacità di esportazione e la creazione di posti di lavoro.
  Infine, la questione migratoria, che non a caso lo stesso presidente Charles Michel, in visita a Roma nei giorni scorsi, ha definito il tema centrale di questa riunione straordinaria del Consiglio europeo. Dopo lunghi anni di omissioni e di procrastinazioni, l'obiettivo di un sistema efficace di immigrazione e asilo figura oggi uscire dalla defatigante stagione dei rinvii e figura tra le priorità della presidenza semestrale svedese del Consiglio dell'Unione europea, sia sotto il profilo di azione interna sia per quanto riguarda la politica estera di immigrazione e di cooperazione con i Paesi terzi. L'abbiamo potuto constatare assieme al presidente Terzi di Sant'Agata nei lavori della riunione dei Presidenti della COSAC, svoltasi a Stoccolma il 30 gennaio: il rischio da scongiurare è evitare un approccio too little, too late da parte delle Istituzioni europee.
  In vista del vertice di Bruxelles di domani il Governo italiano ha fatto circolare un non-paper, che auspico possa essere trasmesso ufficialmente dal Governo alle Camere, che si sofferma molto opportunamente sulla dimensione esterna della migrazione e su come prevenire la migrazione irregolare dagli Stati terzi. Pone, inoltre, l'accento sulla dimensione interna del fenomeno migratorio, affermando che al centro di qualsiasi meccanismo di solidarietà debba esserci un sistema di ricollocamento Pag. 5obbligatorio dei migranti per sollevare i Paesi che sono in prima linea. E affinché questa solidarietà sia efficace sono necessari miglioramenti significativi al meccanismo volontario istituito nel 2022, sotto la presidenza francese del Consiglio dell'Unione europea.
  In questa prospettiva l'Esecutivo tematizza efficacemente, sulla scorta delle soluzioni normative delineate dal decreto-legge n. 1 del 2023, il nodo delle operazioni di soccorso in mare da parte delle ONG, in quanto, per una definizione delle responsabilità dei Paesi in prima linea, occorre prendere in considerazione la specificità degli arrivi via mare, che rappresentano una sfida diversa rispetto agli arrivi alle frontiere terrestri e aeree.
  Emblematica delle tematiche politico-diplomatiche al centro del vertice di Bruxelles del 9 e 10 è la recentissima lettera che i Governi di Danimarca, Lituania, Lettonia, Estonia, Slovacchia, Grecia, Malta ed Austria avrebbero inviato ieri ai Presidenti di Commissione e Consiglio, formulando alcune proposte in materia di gestione dei flussi migratori. Le proposte avanzate dai partner europei ci suonano profondamente familiari, perché richiamano da vicino le posizioni assunte in questi mesi dal nostro Paese, sollecitando, tra l'altro, la presentazione di proposte legislative volte ad affrontare le situazioni di migrazione strumentalizzata ed un rafforzamento della protezione delle frontiere esterne, compreso lo spiegamento di infrastrutture, la sorveglianza aerea pre-frontaliera per le frontiere marittime, nonché il pieno utilizzo di Frontex.
  La lettera riprende, infine, l'esigenza – più volte sottolineata da parte italiana – di un aumento significativo dei rimpatri rapidi di cittadini di Paesi terzi senza titolo di soggiorno legale nell'Unione europea, in quanto il tasso di rimpatrio è estremamente basso.
  Quindi, caro Ministro, i temi sono molti: tornare ad una sovranità produttiva europea, il fondo comune per gli aiuti, l'immigrazione. Un vertice, per quanto straordinario, a nostro parere importantissimo e assolutamente vitale. Io La ringrazio per questo passaggio che – ricordo ai colleghi – non è necessariamente dovuto, essendo un vertice straordinario. Quindi una cortesia istituzionale che l'Esecutivo si è sentita di fare a noi Parlamento.
  Quindi chiedo ai colleghi – Tremonti non è ancora arrivato – chiedo al collega presidente della 4ª Commissione del Senato, Terzi di Sant'Agata, se intende intervenire adesso o se intende intervenire dopo.

  GIULIO TERZI DI SANT'AGATA, presidente della 4ª Commissione del Senato. La ringrazio molto, presidente. Una parola anche da parte mia per associarmi interamente a quanto ha detto il presidente Giglio Vigna ed esprimere forte apprezzamento al Ministro Fitto; per constatare che venerdì abbiamo incontrato la Ministra per gli affari europei francese e in quell'occasione si è registrata una notevole convergenza, sia pure con alcune messe a punto, ma non direi assolutamente di differenze pronunciate, hanno prevalso sicuramente le forti convergenze. Grazie soprattutto a quell'immediato stabilimento e frequenza di contatti – la visita a Parigi del Ministro Fitto è stata la prima effettuata da un Ministro italiano per gli affari europei – e questo ha dato evidente modo alla Ministra Beaune di esprimerlo anche nell'audizione che abbiamo avuto a Commissioni congiunte, co-presieduta anche da me con la presidente Madia.
  Quindi i temi che in quel momento sono emersi sono temi che autorevolmente ci presenterà il Ministro Fitto questa mattina, vertono sull'energia, economia, migrazione, l'Ucraina soprattutto, e tutte le questioni correlate alla governance economica dell'Unione.
  Grazie infinite, signor Ministro, per essere con noi questa mattina.

  PRESIDENTE. Prima di dare la parola al Ministro chiedo ai colleghi online che vogliono prendere la parola di alzare la mano virtualmente.
  Ministro, a Lei la parola.

  RAFFAELE FITTO, Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione Pag. 6e il PNRR. Grazie presidente. Grazie anche al presidente Terzi, e a tutti quanti i membri della Commissione che sono presenti e collegati.
  Io cercherò di fare una premessa di sintesi, perché penso che sia anche più utile dedicare il tempo a un confronto, in cui dare lo spazio eventualmente alle domande e ai chiarimenti.
  Parto da una considerazione che ci porta qui oggi: come è stato ricordato dal presidente poco fa, il Governo, a partire dal Presidente del Consiglio, ha ritenuto di dare una disponibilità in questo senso perché, nonostante nei Consigli straordinari non sia previsto il solito percorso parlamentare, riteniamo che sia utile mantenere questo metodo di confronto con il Parlamento e quindi avere anche l'occasione di poter spiegare ed illustrare preventivamente la posizione del Governo e raccogliere anche gli eventuali suggerimenti che dovessero emergere da questo momento di incontro. Sia per una questione di approccio ad un appuntamento importante come il Consiglio europeo, ma anche e soprattutto perché questo Consiglio straordinario, come è stato ricordato dall'ordine del giorno, rappresenta un Consiglio nel quale certamente le questioni all'ordine del giorno sono molto importanti e determinano una straordinarietà dello stesso, perché c'è un'urgenza rispetto ai temi che vengono trattati e perché nella proiezione dell'agenda dei Consigli – cioè il prossimo di marzo – questo Consiglio io mi auguro possa essere auspicabilmente risolutivo su delle risposte da dare, ma comunque un passaggio molto importante per poter dare risposte precise sulle questioni all'ordine del giorno.
  Come sapete, ci sono stati una serie di incontri molto importanti, preparatori: io ritengo che su questo il Governo, il Presidente del Consiglio e – per quanto compete – anche il Ministero degli affari europei abbiano svolto un lavoro preliminare teso ad avviare un momento di confronto per comprendere quali sono i punti di contatto, anche per capire quali sono le differenze, perché non c'è nulla di strano nell'indicare le posizioni differenti, ma è molto importante confrontarsi per cercare eventualmente di superarle e trovare momenti di sintesi, che devono rappresentare poi appunto le conclusioni del Consiglio. Non ultimo, cito questa ultima visita, che ritengo molto importante, la visita che abbiamo tenuto con il Presidente del Consiglio a Stoccolma, un incontro con la presidenza svedese: questo è il primo Consiglio europeo della presidenza svedese, è una presenza importante per le urgenze e le questioni che dobbiamo affrontare. In secondo luogo, di ritorno da Stoccolma, a Berlino per un primo confronto col Governo tedesco, col Cancelliere Scholz, sia rispetto ai temi del Consiglio europeo sia rispetto all'avvio di un rapporto bilaterale che per tante ragioni è molto importante per il nostro Paese, non ultima – anzi, molto importante – la interconnessione delle economie tedesca ed italiana, che rappresenta uno dei punti di riferimento dal punto di vista economico per il nostro Paese e quindi le decisioni inevitabilmente sono decisioni collegate che hanno impatti ed effetti sulle diverse economie, in modo particolare su queste due economie.
  Il Consiglio affronterà, come è stato ricordato dal presidente, tre questioni sostanzialmente.
  La prima è quella relativa alla posizione sull'Ucraina, dove c'è una chiara convergenza. Mi sembra anche nella proposta non ci siano grandi punti di differenza, c'è una volontà precisa ad esprimere e a ribadire il sostegno all'azione dell'Ucraina. Siamo a pochi giorni dal primo anno di guerra – perché di questo si tratta –, il tempo passa e le situazioni sono molto complesse, lo scenario è uno scenario complesso, non solamente per la drammatica problematica della guerra, che rappresenta certamente la priorità, ma anche per tutte le conseguenze delle quali ci si occupa. Perché anche i due punti del Consiglio – economia e immigrazione – sono molto interconnessi sulle questioni collegate alla guerra e alle questioni geopolitiche che poi danno una stabilità o meno al quadro generale internazionale, quindi anche europeo.
  È evidente che sul tema dell'Ucraina c'è una posizione molto netta e chiara da parte del nostro Governo. Non ho bisogno di Pag. 7ripeterla e ribadirla, perché è una posizione che ha visto sin da subito, senza alcuna esitazione, un pieno sostegno all'Ucraina, una forte e netta condanna dell'invasione russa e un sostegno che stiamo portando avanti anche rispetto alle proposte che le Istituzioni europee mettono in campo, a partire dal documento, dalla proposta e dall'incontro che venerdì scorso c'è stato tra il Presidente del Consiglio Michel, la Presidente della Commissione von der Leyen e il Presidente Zelensky. Probabilmente in questo Consiglio ci saranno anche occasioni di confronto molto importanti in questa direzione, lo verificheremo nelle prossime ore, ma certamente la linea tracciata è chiara ed eventualmente su questo poi – se ci sono esigenze di chiarimenti, ma non credo – potremo confrontarci nella fase delle domande.
  Gli altri due temi sono economia e immigrazione. Economia nasce non solamente da una valutazione generale del contesto economico a livello europeo, ma anche da una proposta della Commissione, sostenuta da alcuni Stati membri, che è quella di mettere in campo una modifica delle regole del sistema degli aiuti di Stato. Questa proposta nasce da una risposta da dare all'Inflation Reduction Act americano, per poter essere in grado di dare una risposta a livello europeo.
  La posizione del nostro Governo su questo è stata abbastanza chiara sin dall'inizio, nel senso che riteniamo che senza una valutazione più generale questa proposta rischia di essere pericolosa, perché altera complessivamente la tenuta del mercato interno europeo, da una parte, e, dall'altra, rischia di non dare una risposta unitaria né alla dimensione della risposta americana – ai provvedimenti americani – né tantomeno in modo paritario a livello europeo, visto che il rischio è che poi si creino le condizioni per le quali quei Paesi che hanno una maggiore capacità fiscale siano in grado di poter intervenire con maggiore forza nelle loro economie e quindi creando ulteriori elementi di disparità.
  Peraltro, è stata istituita una Commissione – perché riteniamo che il dialogo transatlantico su questi temi sia fondamentale – tra l'Unione europea e gli Stati Uniti, una Commissione che ci auguriamo possa essere un punto di contatto e di confronto visto che, peraltro, le questioni collegate alla modifica del sistema del regime di aiuti devono, per quanto ci riguarda, essere valutate con la massima prudenza. Ecco perché la nostra posizione è stata ed è una posizione molto cauta e certamente non favorevole a questo percorso, a questa procedura così accelerata e così generale rispetto al tema del sistema degli aiuti. Anche perché ci sono già state alcune scelte in questo periodo che mettono in discussione un po' la tenuta delle regole del sistema degli aiuti di Stato, e quindi abbiamo bisogno di avere un quadro chiaro, da una parte, e, dall'altra, ci sono delle proposte che nel documento della Commissione emergono: la prima è strettamente collegata alla proposta italiana, laddove si chiede in modo specifico che, nel caso in cui si inizi a ragionare sulla dimensione della modifica delle regole del regime di aiuti, ci sia una disponibilità forte ad una flessibilità nell'uso delle risorse esistenti. Questo tema, per quanto ci riguarda, non è un tema marginale perché potrebbe riguardare un possibile utilizzo in questa direzione di risorse molto importanti quali quelle della coesione, del Piano nazionale di ripresa resilienza – non avendo una nostra capacità fiscale autonoma – e che rientrerebbero in un utilizzo flessibile che può essere coerente anche con lo scenario di fronte al quale noi ci troviamo.
  Questa richiesta è stata oggetto di molti incontri bilaterali che ho tenuto con diversi colleghi e Ministri degli affari europei, è stata oggetto certamente della posizione del Governo e del Presidente del Consiglio Meloni, è stata oggetto del confronto sia in Svezia sia in Germania – ma non solo – ed è stata inserita all'interno della proposta che il Presidente Michel ha inviato e che sarà oggetto del confronto di domani.
  Il secondo punto è quello collegato ad un tema che fa capolino all'interno del documento, che è quello di un'ipotesi di iniziativa simile al programma SURE, che comunque noi sosterremo, ma certamente non è un tema in questo momento che Pag. 8raccoglie grandi consensi. E poi c'è il dibattito più ampio che è quello relativo alla proposta iniziale della Presidente della Commissione europea, cioè il fondo sovrano, che ha come obiettivo la possibilità di mettere in campo una strategia generale. Su questo c'è una sollecitazione forte a che la Commissione europea presenti una proposta entro l'estate.
  È evidente che il fattore tempo è decisivo ed è interconnesso al tema della flessibilità, nel senso che la flessibilità concessa consentirebbe a noi di avere una capacità, nel caso in cui dovessero essere modificate appunto le regole del regime aiuti, di poter utilizzare risorse immediate e il tempo e la valutazione sulla realizzazione del fondo sovrano saranno un po' più complessi.
  Nella proposta iniziale della Commissione europea si faceva riferimento all'utilizzo della Banca europea degli investimenti, quindi non al bilancio europeo e non a un modello – per capirci – simile al Next Generation, ma un qualcosa di differente che certamente va analizzato nel dettaglio perché, come è noto, ci sono Paesi che hanno delle posizioni differenti rispetto a questo approccio, con i quali ci stiamo confrontando ma certamente, per quello che riguarda la nostra posizione, il tema del fondo sovrano è un tema che noi sosteniamo in questa direzione e che comunque rappresenta una opportunità di carattere ampio e di carattere generale.
  In questo contesto, in questa direzione come dicevo – lo voglio richiamare, perché è molto importante – non dobbiamo perdere il livello di confronto e di verifica dello stato di attuazione dei rapporti transatlantici, quindi ritengo molto utile la dimensione del confronto che esiste a livello internazionale nella Commissione istituita tra Unione europea e Stati Uniti, perché rappresenta un punto centrale dell'azione.
  Terzo punto – in modo da avviarmi alla conclusione e consentire ai commissari di poter intervenire – il tema relativo all'immigrazione. Come sapete, qui non si tratta di rivendicare posizioni, si tratta di dire con chiarezza alcuni dati oggettivi. È un tema che non era oggetto del dibattito dei Consigli europei: io ritengo – non per rivendicare strumentalmente posizioni, ma per riportare le cose come sono andate – che nel primo Consiglio europeo al quale ha partecipato il Presidente del Consiglio Meloni c'è stata un'azione abbastanza insistente, forte e chiara - anche coadiuvata con altri Primi Ministri - che ha portato all'inserimento di questo tema all'ordine del giorno del Consiglio europeo. Mi piace ricordare – perché penso che sia doveroso farlo – che non era assolutamente scontato e non è stato assolutamente scontato e semplice portare questo punto all'ordine del giorno del Consiglio europeo. Quindi già questo io ritengo essere un primo importante risultato. In secondo luogo, si è aperto un confronto. Il presidente prima citava la lettera di otto Stati membri, con diverse sensibilità politiche, il che sta a dimostrare che il tema non ha una appartenenza politica, ma è strettamente collegato a quelle che sono le difficoltà della gestione del flusso migratorio, con tutto ciò che comporta dal punto di vista delle tensioni, dell'utilizzo strumentale del flusso migratorio, collegato anche alle dinamiche della guerra in Ucraina e non solo, ma anche rispetto al fatto che l'Unione europea si pone per la prima volta – penso che sia un fatto assolutamente positivo – il tema, con una visione unica.
  La Presidente della Commissione nella sua lettera ha inserito diversi punti della nostra proposta. Nella proposta di base, che è stata inviata appunto in queste ore – ultima bozza che abbiamo discusso l'altro ieri tra di noi a Bruxelles, tra i Ministri degli affari europei –, che è l'ultimo documento prima della riunione del Consiglio europeo, questi punti sono stati indicati in modo molto chiaro.
  Ne cito alcuni fondamentali: la dimensione esterna dell'Unione europea, che non è un fatto generico, scontato, ma è un fatto molto importante; superare la contrapposizione nella valutazione tra gli arrivi primari e secondari, ma cercare di avere una visione unica; cogliere e comprendere che ci sono diversi tipi di immigrazione (perché esistono diverse tipologie di immigrazione); comprendere bene la differenza che c'è tra Pag. 9profughi e migranti economici; capire che ci sono diversi approcci – e questo il documento degli otto lo indica in modo molto chiaro – tra chi gestisce il fenomeno migratorio da terra e chi lo deve gestire via mare, sono due approcci completamente differenti; immaginare un'azione finalizzata all'utilizzo adeguato delle risorse europee per le cooperazioni, gli interventi collegati alla sicurezza nei Paesi del Nord Africa e quindi una dimensione esterna che possa, su questo, dare una risposta adeguata in questo senso.
  Su questi punti è emersa e sta emergendo una valutazione complessiva; checché se ne dica, anche negli incontri bilaterali che abbiamo avuto – anche con le opposizioni che, talvolta, vengono lanciate come contrapposizioni, con dei Paesi che avrebbero delle posizioni diverse – è emersa invece in modo molto chiaro l'idea di condividere questo percorso. Sostanzialmente, io penso che il tema dell'immigrazione non vada più immaginato come un tema di contrapposizione politica, ma come una delle grandi questioni per le quali l'Italia e l'Europa devono essere in grado di dare una risposta globale, perché è un fenomeno con il quale saremo chiamati a confrontarci e quindi, il fatto che si immagini una soluzione complessiva, così come emerge in modo molto chiaro dall'azione di questi primi momenti di confronto a livello internazionale, è un fatto assolutamente positivo.
  Le questioni indicate e sostenute nelle nostre posizioni sono situazioni molto importanti, che ritengo troveranno e stiano trovando anche negli atti formali, nelle proposte, una concreta attuazione e una grande attenzione da parte delle Istituzioni europee e degli altri Paesi membri.
  In questo contesto, il Consiglio – e chiudo perché non voglio smentirmi e non lasciare spazio ai commissari – affronterà la risposta europea alla drammatica situazione in Turchia e in Siria per il terremoto. È un tema che, purtroppo, si è aggiunto nelle scorse ore e questa è l'occasione per ribadire – ove ce ne fosse bisogno –, ancora una volta, il pieno sostegno da parte del nostro Governo e delle Istituzioni europee al dramma che sta riguardando queste due nazioni. Grazie.

  PRESIDENTE. Bene. Intanto invito il presidente Tremonti a prendere posto. Ci sono un po' di interventi, fra web e dal vivo. Li abbiamo un po' alternati fra maggioranza e opposizione, fra Camera e Senato, quindi se non vi vedete esattamente nella posizione in cui vi siete prenotati non vi allarmate, ci siete tutti.
  Iniziamo dalla senatrice Murelli, della Lega. Prego senatrice, tre minuti.

  ELENA MURELLI (intervento da remoto). Grazie presidente. Ringrazio il Ministro Fitto per questa audizione anche – come si sottolineava – straordinaria, perché non è da tutti affrontare queste tematiche e volerci informare di quelle che sono appunto le questioni che sono aperte in vista del Consiglio europeo che avverrà il 10 di febbraio.
  Per quanto riguarda le nostre posizioni, sono già state illustrate dal presidente Giglio Vigna, al quale si è anche aggiunto il presidente Terzi. Per quanto riguarda l'Ucraina vediamo assolutamente la necessità di un'azione pacificatrice, proprio perché – come diceva il Ministro – è un anno ormai che il conflitto è in corso ed ha anche ripercussioni sulla nostra economia.
  Ecco, la mia domanda era collegata proprio a questo: visti i continui aumenti dei tassi della Banca centrale europea (BCE) e, oltre a questo, l'aumento dei tassi di inflazione, tutto ciò si ripercuote direttamente nelle tasche dei cittadini italiani, da una parte con l'aumento dei prezzi delle materie prime e naturalmente del paniere della spesa, ma anche e soprattutto con l'aumento dei tassi dei mutui.
  Quindi, se continua ad aumentare il prezzo delle bollette per l'energia – adesso sono state fatte azioni da parte del Governo e quindi queste almeno diminuiranno – ma se continuano ad aumentare i prezzi delle materie prime e della spesa, se continua ad aumentare anche la rata del mutuo, sicuramente è un problema per i cittadini italiani.
  L'altra questione riguarda, come diceva il Ministro Fitto, i fondi del PNRR, perché Pag. 10oltre ad avere il problema dell'aggiudicazione di questi fondi, la realizzazione dei progetti, ci sono Amministrazioni comunali che sono in situazioni importanti perché si trovano con concessione di aggiudicazioni magari del 17 di ottobre e l'obbligo di aggiudicazione entro il 31 di dicembre. E quindi è impossibile, per loro, dare poi avvio alla procedura per poter realizzare le opere.
  Ci sono altri sindaci che hanno invece vinto, per esempio, il bando per gli asili nido, però devono avviare i progetti entro il 30 gennaio.
  Quindi la mia domanda è come appunto si vuole andare a rivedere queste milestones del PNRR, in vista anche del cambiamento del Codice degli appalti, per dare una risposta concreta e urgente ai nostri amministratori, che si trovano purtroppo con scadenze che sono imminenti, o addirittura passate come quella del 31 dicembre. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie senatrice. Diamo la parola all'onorevole De Luca, Partito Democratico. Prego.

  PIERO DE LUCA (intervento da remoto). Grazie presidente, spero mi sentiate. Saluto e ringrazio anch'io il Ministro Fitto, Lo ringrazio per la presenza.
  Alcune domande molto dirette ci permettiamo di porle, anche approfittando del tempo che ha immaginato di dedicare alla risposta ai quesiti che arrivavano dai commissari.
  Partirei dall'aspetto economico: il tema di un fondo sovrano è un tema estremamente interessante, da seguire e da portare avanti, con la dovuta attenzione, invece, alla prospettiva di aumentare le possibilità, lo spazio di aiuti di Stato, che obiettivamente, per Paesi con poco spazio fiscale come il nostro, rischierebbero soltanto di aumentare gli squilibri competitivi all'interno del mercato unico. Quindi, da questo punto di vista sicuramente un appello a fare il massimo dell'attenzione possibile anche in sede di Consiglio.
  Però è evidente che il nostro Paese ha anche degli altri obiettivi su cui lavorare e concentrarsi, legati a risorse che sono già oggi a disposizione dell'Italia. La prima è quella che ricordava anche la collega Murelli e il Ministro, del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
  Noi abbiamo chiesto da settimane una specifica sessione parlamentare, un'informativa da parte Sua, sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e sulla volontà del Governo rispetto ai prossimi target legati alla implementazione corretta, tempestiva ed efficace del Piano.
  Noi continuiamo a ribadire la necessità di fare tutti gli sforzi necessari perché questo Piano venga attuato nei tempi previsti, non si rischi di perdere le risorse già distribuite al nostro Paese e per questo vorremmo avere innanzitutto chiarimenti sulla nuova governance che avete approntato. Perché nel primo decreto c'era tanta confusione, come rilevato anche dagli uffici tecnici della stessa Camera. Ancora oggi non abbiamo chiaro il quadro sulla nuova organizzazione della governance rispetto all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
  Poi Lei avrà sicuramente ascoltato le dichiarazioni del Commissario Gentiloni ieri, che chiedeva agli Stati di proporre eventuali proposte di modifica che però noi immaginiamo come proposte tecniche legate semmai agli adeguamenti dei prezzi, in un unico emendamento. Evitare un approccio frammentario: noi condividiamo pienamente questa idea, chiediamo però al Governo di confrontarsi col Parlamento. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è stato elaborato tramite un confronto costruttivo, costante con il Parlamento, che ha portato ad un rapporto fondato addirittura su tre risoluzioni.
  Ad oggi non abbiamo avuto questo piacere, la possibilità di aprire un dialogo costruttivo con il Governo. La invitiamo nuovamente a dedicare un'apposita sessione di confronto parlamentare sulla vostra idea di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Noi riteniamo pericolosissimo cambiare l'impostazione dell'architettura complessiva del Piano, quindi Pag. 11vorremmo da questo punto di vista essere molto chiari.
  Secondo aspetto economico, e mi avvio poi alle conclusioni sulle migrazioni, davvero per spot: noi abbiamo depositato un disegno di legge di autorizzazione alla ratifica della riforma del Trattato sul Meccanismo europeo di stabilità (MES); anche lì, è un altro strumento che all'interno del quadro europeo esiste. Quali sono le tempistiche che il Governo immagina di darsi? Noi chiediamo la calendarizzazione immediata di questa proposta e chiediamo che il Governo proceda in tal senso e anche la maggioranza, e ovviamente il Parlamento dia seguito a questa nostra richiesta. Perché noi siamo l'unico Stato che blocca l'entrata in vigore delle riforme migliorative di uno strumento già esistente dal 2012, lo ricordo a me stesso ancora una volta.
  Da ultimo, sull'immigrazione: il tema, guardi, non è che sia stato fissato nell'ordine del giorno il tema dell'immigrazione e della proiezione esterna dell'Europa, il problema è quali risposte riusciamo ovviamente poi a condividere in sede europea. Io credo che il «decreto ONG» che noi abbiamo iniziato ad analizzare nelle Commissioni competenti alla Camera non sia una premessa particolarmente virtuosa. Avrà letto la condanna che è arrivata dal Consiglio d'Europa, dalla Commissaria per i diritti umani, dalla lettera al Ministro Piantedosi rispetto al rischio di violazione delle norme delle Convenzioni internazionali che le previsioni contenute nel «decreto ONG» mette in atto. Forse sarebbe il caso, Ministro, di fermarsi, sarebbe il caso di rivedere radicalmente questo decreto, che crea solo confusione sui porti di sbarco, aumenta il rischio di morti nel Mediterraneo e non migliora la sicurezza del nostro Paese, per il nostro territorio.
  Noi vorremmo essere molto chiari: questo decreto è, dal nostro punto di vista, totalmente sbagliato e lo ha confermato il Consiglio d'Europa. Io credo che sia utile fermarsi perché altrimenti rischiamo di violare e continuare a violare – il Governo e il nostro Paese – le Convenzioni internazionali. Quindi chiediamo un impegno [problemi di audio] un incontro col Presidente del Consiglio Meloni, forse un po' di maggiore attenzione [problemi di audio] all'interno di questo di questo Paese. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie onorevole. Chiedo ai colleghi che interverranno tempi europei. Onorevole Scutellà, ha tre minuti.

  ELISA SCUTELLÀ (intervento da remoto). Eccomi. Grazie. Buongiorno a tutti. Ringrazio il Ministro. Io volevo incentrare l'attenzione sul tema dell'immigrazione. Il collega De Luca che mi ha preceduto diceva «il tema non è tanto le risposte»; io direi che il tema non è tanto la domanda, come noi ci stiamo ponendo – anzi, non noi – come questo Governo si sta ponendo su un tema così delicato.
  È ovvio che due forze politiche che fanno parte della maggioranza come Fratelli d'Italia e Lega hanno fatto campagna elettorale su un tema così delicato e quello che mi preoccupa è aver presentato un decreto che la stessa Unione europea dice «attenzione perché voi state andando ad [problemi di audio] quello che è il diritto internazionale». Noi qua stiamo parlando di vite umane, non stiamo parlando di oggetti, cose, ed è brutto, per non utilizzare altri termini, speculare su un tema così delicato per campagna elettorale. Quindi non è solo il momento di fermarsi, ma è il momento di parlare e di lavorare con delle politiche di ampio respiro su un tema così delicato. Non si può assolutamente risolvere la questione con un decreto che, tra l'altro – non lo dico io, ma lo dicono i fatti – è stato anche bocciato dall'Europa.
  Per cui io chiedo al Ministro, che gentilmente è venuto in audizione stamattina, di riformulare, di dare una mano per poter adottare una politica differente.
  Scusate il bambino in sottofondo, ma sono a casa. Vi ringrazio.

  PRESIDENTE. Grazie onorevole. La parola alla senatrice Rojc. Ha tre minuti senatrice.
  Senatrice Rojc non la sentiamo. Abbiamo visto che ha abbassato la mano, ma Pag. 12non la sentiamo. Dovrebbe accendere il video e il microfono. Prego, senatrice.

  TATJANA ROJC. Grazie Ministro. Anch'io ringrazio molto il Ministro per la Sua presenza e concordo con quanto è già è stato sottolineato e considerato dal collega De Luca sul PNRR e gli aiuti di Stato.
  Mi preme però soffermarmi sul tema dei migranti. Il Consiglio d'Europa ha recentemente valutato la non conformità delle norme adottate dal Governo in materia con i diritti fondamentali garantiti dalle norme europee. Quindi, si chiede al Ministro quale sarà la posizione che il Governo italiano intende sostenere nel Consiglio europeo straordinario. Quali azioni si intendono intraprendere per superare lo stallo politico-negoziale relativo al processo di revisione del Patto su immigrazione e asilo ed elaborare finalmente una politica migratoria comune dell'Unione europea, per rendere concreta la partecipazione alla gestione dei flussi migratori da parte di tutti i Paesi dell'Unione. Dare quindi effettiva attuazione ai princìpi di solidarietà e di equa ripartizione delle responsabilità tra i singoli Stati, ma sempre riaffermando il dovere di accoglienza e protezione degli esseri umani, quale cardine dell'appartenenza all'Unione europea.
  Poi una ulteriore domanda sulla rotta balcanica: i numeri sono molto importanti, continuano a salire nonostante la stagione, che normalmente vedeva invece i numeri dei profughi abbassarsi.
  Dopo l'entrata nei Paesi Schengen anche della Repubblica di Croazia, se sia prevista una collaborazione per affrontare questo tema con le Repubbliche di Slovenia e Croazia e come si intende, appunto, raffrontarsi con la rotta balcanica, anche alla luce della tragedia turco-siriana che in questi giorni si sta consumando e che evidentemente avrà un suo peso in questo contesto.
  Vi ringrazio molto. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie senatrice. Adesso diamo la parola l'onorevole Giordano, Fratelli d'Italia.
  Prego.

  ANTONIO GIORDANO. Eccoci. Grazie Ministro per l'informativa esauriente. Vorrei chiederLe qualche cosa che magari non possiamo leggere dall'informativa: in numerosi momenti la stampa ha riportato una difficoltà dell'Italia ad essere inclusa nell'Europa o un rischio di esclusione dall'Europa. In realtà, per essere inclusi ci sono due atteggiamenti possibili: uno è quello di fare i gregari e di aggregarsi al gruppo e un altro è quello di cercare di far parte del gruppo di testa. Ovviamente, a me piacerebbe che la nostra Italia tendesse a far parte del gruppo di testa. Vedo un'intensa attività, da parte Sua e da parte del Presidente del Consiglio, di contatti e relazioni, in Europa ed anche oltre. Può darci una panoramica un po' più dettagliata del tipo di relazioni che ci sono – nei limiti di quello che può dirci – e dei punti di contatto piuttosto che dei punti di differenza di cui ci ha parlato prima? Solo per avere una panoramica più completa del vostro lavoro. Grazie Ministro.

  PRESIDENTE. Grazie onorevole. Diamo la parola al senatore Lombardo, di Azione.

  MARCO LOMBARDO(intervento da remoto). Grazie al Ministro Fitto per l'informativa in vista della riunione straordinaria del Consiglio europeo del 9 e 10 febbraio. Lo ringrazio anche perché sta dando una certa continuità al dialogo tra Governo e Parlamento, e questo ci consente di interloquire e quindi anche di porre delle domande.
  Sul tema del sostegno all'Ucraina giudico positivamente la continuità che il Governo italiano sta assumendo; mi chiedevo se oltre al tema del sostegno economico-militare ci sarà spazio nel Consiglio straordinario anche per affrontare il tema del coordinamento delle Agenzie nazionali sulla cyber-security, perché credo che questo possa essere uno scenario sul quale rafforzare la cooperazione e il coordinamento tra i Governi nazionali.
  Per quanto riguarda l'aspetto economico, visto che proprio il Ministro Fitto nell'audizione al Senato ci aveva parlato di una normativa, di un decreto entro marzo Pag. 13sulla governance del PNRR, volevo chiedere a che punto siamo della novità che ci era stata annunciata.
  E infine un'ultima domanda: se pensa che all'interno del Consiglio, sulla parte economica, ci sarà anche lo spazio per confrontare le diverse posizioni dei Governi su un tema sensibile in questo momento che è la proposta di direttiva sulle case green. Ho registrato diverse posizioni anche di suoi colleghi del Governo e mi chiedevo se il Governo ha una posizione unitaria da portare nella discussione che attualmente avviene nelle Istituzioni europee, per capire come realizzare quel margine di flessibilità richiesto da diversi esponenti del Governo per la transizione ecologica, viste anche le peculiarità del patrimonio edilizio italiano. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie senatore. La parola alla senatrice Bevilacqua, Movimento 5 Stelle.
  Senatrice Bevilacqua, dovrebbe accendere il microfono.

  DOLORES BEVILACQUA(intervento da remoto). Buongiorno e grazie al Ministro Fitto, perché è già la seconda volta che lo incontriamo e questo è un ottimo segnale per collaborare in maniera fattiva a livello di Commissione delle politiche europee.
  Sarò velocissima, su tre punti. Per quanto riguarda l'Ucraina, volevo sapere in che modo il Governo pensa di mantenere fede all'impegno preso con l'ordine del giorno che è stato votato all'unanimità alla Camera, per farsi protagonista di una richiesta fattiva di un tavolo per la pace, perché al di là degli aiuti – su cui la nostra posizione come Movimento 5 Stelle è molto chiara – ci aspettiamo che in questa occasione ci sia una presa di posizione netta, che ad oggi non abbiamo ancora visto da parte del Governo italiano, quanto all'instaurazione di serie trattative per arrivare il più presto possibile ad un cessate-il-fuoco.
  Per quanto riguarda i migranti, effettivamente il tema è diventato centrale in questi giorni. Lasciatemi dire, non solo perché l'ha proposto il Governo Meloni, ma perché in merito al «decreto ONG» sono arrivate diverse sollecitazioni in senso di una revisione: l'ultima ieri, l'interrogazione dei due eurodeputati dei Socialisti e Democratici (S&D), che naturalmente richiamano sui contenuti di questo decreto, come è già stato ricordato dai colleghi, che oltretutto si occupa di persone. Il fatto di cercare in qualche modo di regolamentare i flussi ostacolando, di fatto, l'attività delle ONG, portandole lontano dai luoghi di soccorso – sappiamo benissimo che la tratta è quella del Mediterraneo – e poi comunque vedere dei pullman della speranza partire dal porto più lontano – Genova, per esempio – per portare i migranti a Foggia, è un po' la cartina tornasole dell'intento che c'è dietro questo «decreto ONG» e dei motivi per cui in Europa se ne sta parlando.
  Per quanto riguarda invece il PNRR, naturalmente le richieste di flessibilità all'Europa dovrebbero vedere anche da parte del Governo una maggiore flessibilità per gli obiettivi interni che sono stati posti. Al sud, in Sicilia in particolare, ci sono dei progetti che sono quasi arrivati ad avere l'esecutività, ma che rischiano di essere de-finanziati, perché sicuramente in linea con quelli che sono i milestones dettati dal PNRR, però ci sono delle scadenze interne nazionali che invece rischiano di togliere i finanziamenti a questi progetti che sono in dirittura d'arrivo e spostarli a progetti che invece devono essere costruiti di sana pianta.
  Un'ultima cosa per quanto riguarda le case green: non so se nell'agenda del Governo c'è l'idea di rivedere il meccanismo del Superbonus 110 per cento, che da studi recenti – l'ultimo lo potete trovare su una edizione recente de Il Sole 24 Ore – avrebbe accelerato sicuramente il rinnovo in quest'ottica del patrimonio immobiliare italiano, mentre l'avere affossato questa misura sta causando un ritardo che addirittura – si legge nell'articolo – costerebbe un ritardo di 634 anni per l'Italia. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie senatrice. Lascio la parola all'onorevole Candiani, della Lega.

  STEFANO CANDIANI. La ringrazio, presidente. Ministro, mi permetta innanzitutto Pag. 14di complimentarmi con Lei per l'intervento che ha tenuto ieri al think tank sull'efficientamento energetico: è stato molto, molto apprezzabile nel contenuto e anche molto preciso nella direzione che il nostro Paese intende perseguire a livello europeo, al netto che questo possa entrare direttamente in questo Consiglio nei temi – a margine, o comunque principali di questo Consiglio – è uno dei temi su cui non dobbiamo perdere la bussola. Sia perché da lì poi ne derivano altre ricadute economiche, sia perché, ovviamente, è una questione che ha particolarmente interessato il nostro Paese.
  Ministro, è vero, questo è un Consiglio straordinario, infatti le Sue comunicazioni sono particolarmente apprezzate perché – chiamiamole così – non dovute, ma sono un atto importante di relazione col Parlamento. È importante anche, in questa circostanza, magari avere una visione. Noi chiediamo, e Le chiediamo ovviamente a livello europeo, che questa visione sia trasmessa agli altri Paesi.
  Quando – come i colleghi che sono intervenuti prima – si parla di azioni molto minute e precise non si perda però di vista che occorre avere un quadro complessivo ben chiaro. Perché ci troviamo in un paradosso, peraltro: abbiamo un piano che guarda alla metà degli anni 2000, quindi al 2050-2055, il Fit for 55, per quanto riguarda l'efficientamento energetico, ma su molti altri aspetti la politica europea pare invece puntare alla lunghezza della punta del naso; non ha un orizzonte, se parliamo di politica estera; se parliamo di politica energetica, si fa fatica a guardare in maniera molto mirata e lontana. Manca un serio dibattito sul nucleare, quindi sulle energie; manca un serio dibattito anche in termini di commercio. Noi stiamo subendo in questo caso delle scelte degli Stati Uniti. Manca una visione rispetto al continente asiatico e alla Cina, una visione a lungo termine. C'è oggi un WTO (World Trade Organization) che è sostanzialmente impallato, non funziona più, non si muove neanche più.
  All'interno di tutto questo occorre, però, che l'Unione europea abbia una visione, abbia una visione a medio e lungo periodo capendo bene quali sono le milestones, quali sono le pietre miliari da seguire; altrimenti appare evidente che alcune scelte-guida paiono più impostate dall'interesse dei singoli Paesi che non dal necessario raggiungimento di un equilibrio continentale.
  Ecco, a fronte di questo, quindi, ben vengano questo Consiglio europeo e queste Sue comunicazioni. Credo che sia importantissimo che noi si imponga a livello europeo una riflessione su tutto lo scenario a medio-lungo periodo; altrimenti abbiamo – e chiudo – una proposta per l'efficientamento energetico, e, tra l'altro, purtroppo a confronto del Suo intervento ieri mi ha molto deluso quello del relatore europeo del provvedimento, che ha banalizzato molto il provvedimento e ha banalizzato molto anche i contenuti; una visione tipicamente irlandese, senza mancare di rispetto agli irlandesi.
  Ma con questo diciamo che quando altri hanno in mano il pallino, dobbiamo essere consapevoli che l'Italia è un Paese fondatore dell'Unione europea, e abbiamo anche il nostro dovere di obbligare a un dibattito che esca da visioni ideologiche, puntuali, intendendo non il puntuale come una cosa non buona, ma intendendolo come una mancanza di visione complessiva. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie Candiani. Onorevole De Monte, Azione.

  ISABELLA DE MONTE(intervento da remoto). Buongiorno presidente e un grazie al Ministro, ho molto apprezzato la Sua presenza, soprattutto in vista di questo importante appuntamento europeo.
  Io mi atterrò proprio a questi temi, due in particolare: uno che riguarda gli aiuti di Stato e l'altro le relazioni tra Serbia e Kosovo, con due considerazioni molto brevi, chiedendo al Ministro se ritiene che questo sia percorribile in ambito europeo.
  Per quanto riguarda gli aiuti di Stato io vorrei fare memoria di due aspetti: uno che è legato alla crisi finanziaria ed economica del 2008, in cui gli Stati Uniti riuscirono a dare una risposta economica, mentre l'Unione europea solo monetaria; e l'altro – si ricorderà – il tema del de minimis: anche Pag. 15allora ci fu un'opposizione dell'Italia fondamentalmente, perché lo spazio di altri Stati poteva essere maggiore rispetto a quello, appunto, dell'Italia. Quindi anche in questo senso ritengo che un'eventuale flessibilità di questi aiuti che darebbe maggior vantaggio ad altri Stati – mi riferisco in modo particolare alla Germania e all'Italia – potrebbe avere come soluzione il fatto di dare magari puntuali risposte a quelle produzioni che sono strategiche, cosiddetti campioni europei, e dall'altro mettere magari in campo dei fondi anche sotto forma di blending, quindi non come capacità di liquidità interna ma appunto l'approvvigionamento di fondi specifici e per l'appunto mirati.
  Il secondo aspetto riguarda il tema dei Balcani, in quanto, anche sulla base di recenti audizioni che abbiamo avuto, sappiamo che il processo di Berlino ha avuto un suo percorso positivo; anche la comunità dei trasporti sta andando bene e sta producendo dei risultati, quindi questo interloquisce chiaramente con i rapporti in modo costruttivo.
  Quindi la mia proposta sarebbe quella di trasformare il processo di Berlino da un processo intergovernativo ad un processo che mano a mano si inserisca sempre di più nell'ambito delle Istituzioni. Perché – faccio un esempio pratico – il tema dei trasporti oggi vede al centro la riforma del regolamento sulle reti TEN-T, che coinvolgono anche i Paesi dei Balcani occidentali; quindi una partecipazione per l'appunto integrata e più dialettica, anche rispetto al Parlamento europeo, potrebbe produrre dei risultati anche in termini di relazioni tra questi Stati, che gioverebbe anche alla causa di cui stiamo parlando e quindi ai rapporti tra Serbia e Kosovo.
  Concludo ringraziandoLa ancora per la Sua disponibilità, perché è molto importante per noi come commissari interloquire col Governo e dare anche dei suggerimenti per l'appuntamento importante di questi giorni. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie De Monte. Senatore Scurria, Fratelli d'Italia.

  MARCO SCURRIA. Grazie presidente e grazie signor Ministro per – come l'ha definito Lei – questo approccio, per il suo continuo confronto con il Parlamento e con le nostre Commissioni, anche in un momento non dovuto per Regolamento e in un momento in cui i lavori delle Camere, delle Aule, sono anche sospesi. Quindi grazie per questa correttezza e delicatezza istituzionale.
  Per brevità di tempo mi concentrerò fondamentalmente sulla questione migratoria, anche perché sul tema dell'Ucraina la posizione è abbastanza chiara, almeno come Governo e anche larga parte dell'opposizione, quindi penso che non c'è bisogno di approfondire, perché sul tema degli aiuti di Stato condivido la cautela che la posizione italiana ha posto su questo argomento.
  Il tema dell'immigrazione è invece un tema da cui ci si aspetta molto in questo appuntamento, è un tema molto delicato, è un tema molto sentito, e penso che quanto da Lei riferito sui contenuti del documento di base – diciamo così – su cui il Consiglio affronterà la discussione penso che avremo già molti temi che fanno vedere qualche passo in avanti. Perché io ritengo opportuna un'altra cosa che Lei ha sottolineato, cioè il superamento della fase ideologica su questo tema. Al di là di qualche commento anche oggi in Commissione, di qualche giusta e doverosa diversità di punti di vista, c'è comunque da considerare un aspetto: che il centrodestra si è presentato alle elezioni con un programma condiviso e in questo programma non era misterioso il tema di come avremmo affrontato il fattore dei flussi migratori. Quindi è anche doveroso immaginare che su questo si stiano facendo delle politiche anche un po' differenti rispetto a quanto è stato fatto in questi ultimi anni.
  Gradirei anche che la posizione espressa singolarmente dal Commissario del Consiglio d'Europa non sia strumentalizzata in questa sede: lo dice chi fa parte di quel Consiglio d'Europa, e nell'ultima sessione non si è assolutamente parlato di nulla di tutto questo; è una rispettabilissima opinione di un Commissario del Consiglio d'Europa, a cui ci saranno anche delle altre Pag. 16rispettabilissime opinioni, del Ministro del Governo italiano, del Parlamento italiano, senza che questo diventi elemento per gravare ideologicamente su un aspetto che per di più – lo sappiamo bene, insomma lo ricordo a me stesso – il Consiglio d'Europa è una cosa, l'Unione europea è un'altra, per cui anche su questi aspetti occorre evitare di fare confusione, almeno qui dentro.
  Quindi penso che su questo sia importante quanto Lei ci ha detto e quanto si sta facendo come Governo, proprio per superare una fase ideologica e per andare a toccare tutti gli elementi che ci possano permettere di affrontare un tema molto difficile e molto delicato – ripeto – sperando di superare una fase ideologica. Anche perché in questi giorni non è che stiamo vedendo cose clamorose e particolari: continuano gli sbarchi sulle nostre coste senza che questo comporti gravi diversità rispetto a quanto è accaduto fino ad ora, si stanno ovviamente trattando le persone come è giusto che sia, e stiamo cercando di dare una risposta, però, anche a livello europeo, cosa che fino ad ora non era avvenuto. Di questo ringrazio ancora l'azione del Governo.
  Visto che sono state sollecitate anche da altri colleghi, una sottolineatura su questo aspetto delle case green: Ministro, Lei sa che questo è un tema molto delicato, in Italia c'è già grande allarme su questo tema. So che la Commissione europea e anche il Parlamento europeo stanno procedendo in direzione di quanto è già stato annunciato, penso che questo sarà uno di quei temi su cui occorrerà farci sentire perché c'è grande allarme nelle associazioni, nei proprietari di casa, insomma in tanti settori della nostra società. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Onorevole Lomuti, Movimento 5 Stelle, prego. Onorevole, mi sente?

  ARNALDO LOMUTI(intervento da remoto). Sì, grazie presidente, grazie Ministro. Ho due domande, una sul tema della guerra in Ucraina e l'altra sui flussi migratori.
  In questo Consiglio europeo straordinario si discuterà solo del sostegno europeo a Kiev; in agenda non c'è traccia di iniziative europee per una soluzione negoziale del conflitto.
  Le chiedo, signor Ministro, se l'Italia intenda sollevare questo tema a Bruxelles, chiedendo che finalmente l'Unione europea si attivi politicamente e diplomaticamente per porre fine a questa guerra che ogni giorno rischia di far sprofondare l'Europa, e tutto il mondo, in un nuovo conflitto mondiale.
  Sul tema immigrazione: l'Unione europea sembra intenzionata a puntare tutto sull'incremento dei rimpatri, obiettivo doveroso, ma non certo sufficiente. E poi punta anche su un altro fronte, quello del rafforzamento delle frontiere esterne. Vorremmo capire come, perché altrimenti possiamo immaginare anche nuovi muri e nuove recinzioni, che a nostro parere non sono una soluzione e che di certo non riguardano le nostre frontiere marittime.
  Non si parla del coinvolgimento dell'Unione europea nel pattugliamento del Mediterraneo, che così resta solo a carico dell'Italia, o peggio dei libici in affari – ormai è accertata questa cosa – con i trafficanti. Non si parla del ricollocamento interno all'Unione europea dei migranti che sbarcano in Italia, che così restano sempre e solo a carico del nostro Paese, come da accordi di Dublino.
  Ecco, Ministro, ci può dire quali proposte il Governo intende portare a questo Consiglio europeo straordinario su questi due temi di primario interesse nazionale? Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie onorevole. Finiamo con l'onorevole Calovini, Fratelli d'Italia.

  GIANGIACOMO CALOVINI. Grazie presidente. Grazie chiaramente al Ministro. Sarò estremamente veloce perché altrimenti il Ministro non riesce ad andare a Bruxelles nei prossimi giorni e lo teniamo qua a rispondere alle nostre sollecitazioni, che però fanno capire l'importanza chiaramente del tema.
  Non mi soffermo quindi sulla questione Ucraina, dove è doverosa la nostra posizionePag. 17 e ovviamente La ringraziamo nel merito. Così come non mi soffermo sulla questione economica, che è stata citata anche da alcuni colleghi, dove anche in questo caso riteniamo sia doveroso comunque un approccio diverso da parte del nostro Governo su questi aiuti, che chiaramente devono essere in un qualche modo riformulati, visti i cambiamenti storici che stiamo vivendo.
  Sulla questione immigrazione mi è molto piaciuto quanto Lei ha detto, che non è più un tema di contrapposizione politica. Non lo deve essere, purtroppo giustamente qualche collega invece ha un approccio diverso, ma mi pare chiaro che il Governo stia cercando di portare questa tematica in modo completamente diverso rispetto agli anni precedenti, quindi fare in modo che ci sia un confronto leale nei confronti delle Istituzioni e degli altri Paesi.
  Ricollegandomi invece al tema che ha citato il collega Candiani prima, sulla questione energetica, mi permetto una rapidissima domanda: volevo comprendere, visto che molto sta facendo il Governo sulla questione dell'Italia come hub energetico, a che punto sono le interlocuzioni con gli altri Paesi europei e soprattutto come l'Europa sta prendendo questo ruolo fondamentale e primario che potrebbe avere l'Italia in un momento così difficile per la questione energetica. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie mille. Siamo stati praticamente tutti nei tempi.
  Prima di passare la parola al Ministro, volevo dire ai colleghi che sul tema delle case green la XIV Commissione alla Camera dei Deputati ha fatto partire un caso di studio – che di fatto è un sub-ciclo di audizioni all'interno di un ciclo di audizioni più ampio che avevamo già fatto partire – dove stiamo audendo, Ministro, tutti gli stakeholders del mondo immobiliare. Quando avremo audito tutti invieremo al Ministro, e ovviamente a tutti i colleghi che sono interessati, le memorie e anche le nostre valutazioni.
  Io ringrazio ancora il Ministro e ringrazio anche in particolare tutti i parlamentari, soprattutto – permettetemi – laziali e lombardi, che oggi sono venuti fisicamente o hanno trovato uno spazio all'interno delle loro importantissime campagne elettorali. Quindi grazie ai lombardi e laziali per averci dedicato attenzione.

  RAFFAELE FITTO, Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Grazie a tutti gli intervenuti. Rapidamente, nel ribadire le considerazioni iniziali rispetto ai punti che portiamo avanti, vorrei fare una premessa, anche collegata ad alcune richieste che sono state fatte.
  Penso che sia utile rivederci in Commissione per parlare, io lo faccio con piacere perché da parlamentare conosco bene l'importanza del rapporto del Governo con il Parlamento. Oggi sono qui per una audizione non dovuta dal punto di vista normativo, ma importante, e sui temi sollevati – per i quali farò solamente dei rapidi cenni – non ho difficoltà ad incontrare le Commissioni nel merito.
  È stato fatto un richiamo ad elementi di dettaglio del Piano nazionale di ripresa e resilienza, anche collegato all'utilizzo delle risorse: ora, il richiamo che noi facciamo attinente al tema del Consiglio europeo è un richiamo specifico, nel caso in cui, inserendo l'elemento della flessibilità per l'utilizzo delle risorse, si possa intervenire rispetto alle risorse della coesione e del PNRR. Tema diverso è il merito di queste questioni.
  Il Governo sta lavorando, come ho detto anche nella presentazione delle linee guida: noi nelle prossime settimane ritengo avremo occasione di vederci perché lo schema di lavoro, che è quello che prevede una relazione di monitoraggio sull'utilizzo delle risorse del fondo di sviluppo e coesione, un provvedimento legislativo che affronti il nodo della governance sul PNRR e sulla coesione, e norme di semplificazione e accelerazione per affrontare alcuni dei nodi previsti all'interno della programmazione europea, nello specifico del Piano nazionale di ripresa e resilienza, saranno affrontati sempre nei prossimi giorni, in una visione complessiva che, al termine delle verifiche con la Commissione europea collegate anche al raggiungimento dei 55 obiettivi al 31 dicembre, saranno poi oggetto Pag. 18della relazione semestrale che porteremo sempre in Parlamento.
  Io penso che su queste questioni – lo dico per rasserenare i colleghi – non ci sia un Governo che va avanti non considerando il Parlamento. Anzi, voglio proprio ribaltare il concetto: la complessità dei temi e la necessità di scelte strategiche, anche – se mi posso permettere – in qualche caso di forte discontinuità, merita un confronto costante col Parlamento. Quindi, il pacchetto al quale faccio riferimento sarà oggetto di un confronto positivo e importante a livello parlamentare, perché ritengo che anche sulla semplice comunicazione sulle scelte ci sia bisogno di questo.
  Lo accenno perché non voglio entrare nel merito delle risposte di merito, perché andrei davvero totalmente fuori tema rispetto al Consiglio europeo, però da qui a breve possiamo concordare un momento di confronto per affrontare queste questioni collegate al merito dei programmi europei e delle scelte che devono essere fatte.
  Faccio solo una considerazione: mi pare che l'onorevole De Luca richiamasse le dichiarazioni del Commissario Gentiloni, che sono assolutamente in linea con quanto, proprio nelle ore precedenti alle sue dichiarazioni, il Governo ha messo in campo. Vorrei ricordare che per l'attivazione del piano REPowerEU italiano il Governo ha già avviato la fase di consultazione e confronto con gli stakeholders: proprio l'altro giorno il Presidente Meloni ha convocato – insieme ai Ministri competenti, in un'apposita cabina di regia – gli amministratori delegati delle principali aziende di Stato del settore, per mettere in campo quel percorso che porti alla predisposizione di un programma che sarà, come la Commissione dice, un capitolo aggiuntivo del PNRR, però chiaramente implementerà il PNRR, e inevitabilmente è collegato anche alla questione, se è vero com'è vero che il 7,5 per cento delle risorse della coesione sono strettamente connesse e in linea con le previsioni del REPowerEU.
  Quindi, l'obiettivo è quello di un riallineamento di questi programmi con una strategia e una visione chiara, ed un confronto costante con la Commissione europea, con la quale – devo dire – in questi mesi ci confrontiamo su tutto: io ho incontrato più volte il Commissario Gentiloni, più volte la Commissaria Ferreira, più volte altri Commissari, e a livello tecnico stiamo procedendo con un lavoro proficuo. Che non vuol dire accettare pedissequamente quello che viene indicato, vuol dire confrontarsi e quindi anche avere delle posizioni che possono essere posizioni che poi trovano un momento di sintesi, perché questo è l'obiettivo che noi stiamo cercando di mettere in campo. Ma su questo, appunto, ci confronteremo.
  Tema collegato all'Ucraina: è chiaro che ci sono gli aspetti sui quali vogliamo lavorare anche noi, lo dico ai colleghi dei Cinque Stelle; l'impegno a lavorare sul piano di pace in dieci punti proposto dall'Ucraina, che è un elemento importante; l'idea di un Vertice sulla formula di pace, con una partecipazione quanto più ampia possibile a livello internazionale.
  Sono tutti passaggi che dobbiamo fare, senza mai dimenticare come nasce questa guerra e in che situazione siamo: nel senso che c'è chi ha invaso un Paese e quindi oggi si sviluppa una guerra sul territorio di un Paese sovrano che è stato invaso. Questo penso che sia un punto ineludibile e al quale non si può in alcun modo prescindere da una riflessione che noi mettiamo in campo.
  Stessa considerazione voglio fare sul tema dell'immigrazione: io conosco discretamente le dinamiche europee, il ruolo e la funzione del Consiglio d'Europa; una dichiarazione assolutamente rispettabilissima di un Commissario europeo e una posizione di una Commissione parlamentare, perché – non è stato ricordato, lo faccio io – ieri la Commissione per le Libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE) del Parlamento europeo a maggioranza ha votato un documento anche in questa direzione; tutte questioni legittime, che hanno un chiaro riferimento politico, ma che riguardano il dibattito politico.
  Sinceramente, quando leggo o sento «l'Europa condanna l'Italia, il Governo italiano sul decreto sulle ONG», la condanna non può venire da legittime dichiarazioni, Pag. 19la condanna può venire dagli organismi e dalle Istituzioni europee, e non c'è nessuna condanna in questa direzione. C'è una interlocuzione cartacea, delle lettere, tra la Commissaria europea, alla quale il ministro Piantedosi mi pare abbia risposto in modo assolutamente puntuale, quindi questo è il merito della questione. Ma non c'è l'Europa che condanna l'Italia, questo lo voglio sottolineare. Anche perché il documento proposto, sulla parte dell'immigrazione, e che sarà oggetto del confronto al Consiglio europeo, viene costituito da una serie di contributi dei vari Stati membri che – l'ho citato prima e lo voglio adesso richiamare in modo specifico – nella lettera di ieri di otto Paesi, di otto Primi Ministri, ci sono indicate una serie di questioni che sono esattamente quello che da qualche mese, in sede di Consiglio europeo, cioè da quando abbiamo avuto la responsabilità come Governo di partecipare a questi confronti, ha rappresentato per noi un punto di riferimento.
  Dire che nella lettera degli otto Primi Ministri ci siano sostanzialmente i punti della proposta italiana, con la differenza che la nostra proposta è precedente – e non di poco – a questa lettera, è un dato di fatto oggettivo; sarebbe utile leggere i due contenuti per ritrovare questo. Lo dico perché – anche qui, chi mi conosce sa che io non prediligo nessun tipo di polemica, però alcuni elementi di chiarezza sono indispensabili – questa lettera è fatta da diversi Primi Ministri, di tutti i colori politici.
  Quindi il tema, lo ribadisco, non è un tema di contrapposizione pregressa che abbiamo vissuto, è una questione che sta diventando una questione fondamentale per l'Europa, che vede anche una serie di azioni sul fronte geopolitico, laddove l'immigrazione spesso viene utilizzata come strumento di pressione per affrontare alcune questioni, e che deve trovare una risposta unitaria.
  Io ritengo che la proposta italiana su questo punto, il fatto della lettera della Presidente della Commissione europea in preparazione di questo Consiglio, il fatto che nella proposta che andremo a discutere domani – che abbiamo deliberato lunedì scorso nel Consiglio Affari generali tra i Ministri degli affari europei – ci siano molte delle questioni sollevate dal Governo italiano e dal Presidente del Consiglio Meloni, penso che sia un elemento molto positivo.
  E vengo ad un'altra risposta, anche qui non per sottolineare positivamente il fatto, ma per prendere atto di un meccanismo di approccio, importante, che il Governo ha avuto sin dall'inizio. Se è vero come è vero che la prima missione internazionale di questo Governo, comprendendo la rilevanza di tutti questi dossier, è stata a Bruxelles, dove il Presidente Meloni ha incontrato la Presidente della Commissione europea, il Presidente del Consiglio europeo e la Presidente del Parlamento, e che in tutti questi mesi ci sono stati una serie di numerosi incontri bilaterali; perché oltre ad essere andati a Stoccolma e a Berlino – come ho ricordato – venerdì per incontrare il Primo Ministro svedese che guida il semestre di presidenza europea e il Cancelliere Scholz, nella giornata di lunedì ci sono state una serie di telefonate molto importanti con il Cancelliere austriaco, con il Presidente francese Macron, con il Primo Ministro greco, col Primo Ministro olandese Rutte: quindi anche con interlocutori con i quali politicamente è chiaro che ci sono posizioni differenti, ma il tema dell'approccio è quello di un protagonismo finalizzato a far sì che le questioni che sono di interesse del nostro Governo – e quindi nel nostro Paese – possano trovare una maggiore forza.
  E ritengo che, senza voler enfatizzare nulla perché abbiamo di fronte ore molto complesse nelle quali lavorare – vedo Giulio Tremonti che conosce la dinamica di questi tavoli molto bene – non si raggiunge il risultato in un minuto d'incontro; c'è un lavoro abbastanza articolato da mettere in campo, nel quale l'elemento che emerge è che il nostro Paese, il Primo Ministro Meloni svolge un ruolo centrale, da par suo, ma così come è giusto che sia, perché l'Italia è un Paese fondatore, è un Paese che sicuramente deve svolgere quest'azione molto importante; e i fatti confermano – Pag. 20non le opinioni, ma i fatti – che questo ruolo si sta portando avanti.
  Voglio anche ricordare che aver ricevuto, nei giorni precedenti al Consiglio, nelle scorse settimane, la visita che è stata fatta del Presidente del Consiglio europeo, della Presidente della Commissione a Palazzo Chigi mi sembra che rappresentino un altro segnale – ancor prima che nel merito, che ritroviamo nel lavoro fatto – anche nel metodo e nell'approccio, nella costruzione di un percorso che vede una centralità del Presidente Meloni e del Governo italiano in questo contesto.
  Su altre questioni alle quali si è fatto riferimento, in modo specifico, penso al tema della direttiva green, io ho avuto modo ieri anche di esprimere delle posizioni, lo ricordava l'onorevole Candiani: abbiamo la necessità di seguire questo provvedimento, ci sarà tutta una fase poi conseguente a questo; il Governo farà la sua proposta, l'interlocuzione è del Governo. Non sta a me adesso entrare nel merito, ripeto che l'ho fatto poche ore fa, pubblicamente, però ritengo che anche su questo punto fa bene la Commissione ad attivare questo momento di confronto e di verifica, avremo modo di confrontarci in un lavoro positivo in questa direzione.
  Per quanto riguarda – e chiudo – il tema relativo alla questione dell'approccio europeo come risposta all'Inflation Reduction Act americano, io penso che sia importante ribadire alcune posizioni che sono state indicate. Noi abbiamo una posizione molto, molto prudente rispetto allo schema che viene proposto – lo voglio ribadire – e abbiamo messo in campo una risposta che tenga conto anche della necessità – lo voglio sottolineare – di ribadire l'interlocuzione e il dialogo a livello transatlantico su questo profilo economico, che valuti con molta attenzione il meglio dei singoli interventi che devono essere portati avanti. Capisco che su questo ci sia l'idea che questa questione intervenga, di fatto, sul PNRR e sulla coesione; il tema è che nel momento di riallineamento dei tre programmi la possibile flessibilità ci consente di poter affrontare anche l'utilizzo più efficace di queste risorse. Anche perché sinceramente sarebbe singolare assistere ad un cambio di paradigma complessivo del regime di aiuti in una decisione unica, con una comunicazione, e mantenere invece le rigidità che ci sono nell'utilizzo delle risorse già esistenti. Peraltro, se il tema è, nel confronto con altri Paesi, la capacità o meno di indebitamento, questa è una questione sulla quale noi giochiamo un ruolo anche più efficace, perché la programmazione – dico solo questo – di queste risorse – PNRR e coesione – è avvenuta in anni precedenti. Come è noto, il PNRR è stato deciso prima dello scoppio della guerra e la coesione ha visto, nei mesi scorsi, la definizione dell'accordo di programma quadro, ma ha visto la sua definizione e la parte di scelta nel confronto del partenariato sulla base dei dati economici addirittura del 2019 e del 2020.
  Quindi il tema è: manteniamo una rigidità nell'utilizzo di queste risorse, sulla base di programmazioni in qualche caso precedenti o contemporanei alla pandemia e precedenti alla guerra? Oppure immaginiamo su questo una flessibilità che ci consenta di adeguare questo tipo di interventi?
  Questo è lo schema di fronte al quale ci stiamo muovendo e penso che sia una proposta seria e credibile che abbia già trovato – perché compare già nella proposta della Commissione – il riferimento alla flessibilità sui fondi esistenti. Andrà riallineata, specificata, ci sarà un confronto anche su questo e penso – e chiudo veramente – che questo elemento ci possa consentire, anche rispetto alle riflessioni che sono state fatte più in generale – come quella della dimensione mediterranea per esempio, che citava anche il collega Calovini nell'azione del Governo – di poter ritagliare un ruolo importante per il nostro Paese. Perché anche il tema del REPower, delle scelte energetiche, delle opportunità di interventi sul fronte infrastrutturale per l'approvvigionamento energetico non è solamente un tema nazionale, ma la collocazione naturale del nostro Paese, nel contesto del Mediterraneo, fa sì che ci possa essere nella interlocuzione a livello internazionale, con i Paesi soprattutto del Nord Africa, un protagonismoPag. 21 e un ruolo per l'Italia che vada oltre la dimensione nazionale.
  Ed è il lavoro – anche qui, lo devo dire, in pochi mesi è stato portato avanti – con incontri bilaterali: penso all'incontro dell'altro giorno col Primo Ministro etiope, ma penso alle visite del Presidente Meloni in Algeria anziché in Libia. Quindi c'è un'idea, una dimensione che sta formando una visione di un programma di insieme, all'interno del quale anche un utilizzo intelligente e concentrato di queste risorse rappresenta una grande opportunità.
  Ma su questi temi – come ho detto prima, e ringrazio le Commissioni – nei prossimi giorni, appena vareremo questi primi provvedimenti, in contemporanea avvieremo un ulteriore momento di confronto con le Commissioni. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie Ministro e buon lavoro. Buon lavoro a tutti i deputati e senatori, e buona campagna elettorale ai lombardi e ai laziali.
  Dichiaro concluse le comunicazioni in titolo.

  La seduta termina alle 10.30.