XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari

Resoconto stenografico



Seduta n. 35 di Martedì 9 aprile 2024
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Morrone Jacopo , Presidente ... 2 

Audizione del Comandante Generale del Corpo delle capitanerie di porto – Guardia costiera, Amm. Isp. Capo (CP) Nicola Carlone:
Morrone Jacopo , Presidente ... 2 
Carlone Nicola , Comandante Generale del Corpo delle capitanerie di porto – Guardia costiera ... 4 
Morrone Jacopo , Presidente ... 14 
Cangiano Gerolamo (FDI)  ... 14 
Longi Eliana (FDI)  ... 15 
Lorefice Pietro  ... 15 
Borrelli Francesco Emilio (AVS)  ... 17 
Morrone Jacopo , Presidente ... 18 
Carlone Nicola , Comandante Generale del Corpo delle capitanerie di porto – Guardia costiera ... 18 
Morrone Jacopo , Presidente ... 22

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
JACOPO MORRONE

  La seduta inizia alle 13,20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Comandante Generale del Corpo delle capitanerie di porto – Guardia costiera, Amm. Isp. Capo (CP) Nicola Carlone.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dell'ammiraglio, ispettore capo, Nicola Carlone, comandante generale del Corpo delle capitanerie di porto – Guardia costiera, che saluto e ringrazio della presenza. L'ammiraglio Carlone è accompagnato dal capitano di vascello Andrea Vaiardi, capo ufficio atti normativi e parlamentari, dal capitano di fregata Fabrizio Strusi, capo sezione atti parlamentari, nonché dal capitano di corvetta Giorgio Domenico Coppola, aiutante di bandiera, e dal capo di seconda classe Massimiliano Cincimino, addetto all'ufficio dell'aiutante di bandiera.
  Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera ed è aperta alla partecipazione da remoto dei componenti della Commissione. Avverto i nostri ospiti che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterranno opportuno, consentendo la Commissione, i lavori potranno proseguire in seduta segreta. Ricordo che, in tal caso, per la parte di seduta sottoposta a regime di segretezza Pag. 3saranno sospesi tutti i collegamenti da remoto, che saranno tempestivamente attivati alla ripresa della seduta libera.
  L'audizione odierna rientra nell'ambito delle materie oggetto di inchiesta da parte della Commissione, ai sensi della legge istitutiva n. 53 del 10 maggio 2023, con particolare riguardo ai filoni di approfondimento su cui la Commissione ha inteso avviare una specifica attività di indagine, secondo quanto da ultimo convenuto nella riunione dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, del 28 febbraio scorso. Più specificatamente, la Commissione rivolge particolare attenzione alla verifica di comportamenti illeciti nell'ambito della pubblica amministrazione centrale e periferica, ovvero dei soggetti pubblici o privati operanti nella gestione dei servizi di trattamento, smaltimento e recupero dei rifiuti, nonché ai sistemi di affidamento dei suddetti servizi, mediante lo svolgimento della suddetta attività di inchiesta.
  La Commissione mira, inoltre, a individuare eventuali connessioni tra le attività illecite legate al ciclo dei rifiuti e altre attività economiche, anche con riferimento a destinazione e utilizzo dei fondi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza in campo ambientale.
  Ricordo, infine, che in forza della sopracitata legge istitutiva, che ha ampliato il novero della fattispecie oggetto di indagine rispetto alle precedenti legislature, rientrano nell'ambito dell'indagine condotta dalla Commissione anche quelle attività illecite perpetrate nel settore agricolo e agroalimentare, anche in connessione a forme di criminalità organizzata, connesse anche attraverso sofisticazioni o contraffazioni di prodotti enogastronomici, di etichettatura e di marchi di tutela, ivi compreso il traffico illecito, anche transfrontaliero, dei prodotti con marchio «made in Italy» contraffatti o alterati.Pag. 4
  Cedo, dunque, la parola all'ammiraglio Carlone per lo svolgimento della relazione introduttiva, al termine della quale i colleghi parlamentari potranno rivolgere eventuali domande o richieste di chiarimento.

  NICOLA CARLONE, Comandante Generale del Corpo delle capitanerie di porto – Guardia costiera. Buon pomeriggio. Rivolgo a lei, presidente, e agli onorevoli parlamentari componenti della Commissione d'inchiesta un deferente saluto, anche da parte di tutte le donne e gli uomini del Corpo delle capitanerie di porto – Guardia costiera, che qui ho l'onore di rappresentare.
  Sono particolarmente grato di questa opportunità che mi offrite di illustrarvi le numerose e articolate attività che caratterizzano l'impegno del personale della Guardia costiera sui temi oggetto della loro attenzione.
  La tutela dell'ambiente marino e costiero è uno degli obiettivi prioritari che il Corpo è chiamato a garantire, sia per la ricchezza del patrimonio naturalistico nazionale, sia per i rilevanti interessi sociali ed economici coinvolti nella valorizzazione e nella fruizione delle relative risorse.
  La Guardia costiera ha una naturale vocazione ambientale, in quanto è anche articolazione funzionale del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, oltre che del Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, e, di fatto, costituisce un braccio operativo di quei ministeri nell'attuazione delle politiche di controllo e tutela ambientale e delle risorse ittiche.
  Presso il MASE è incardinato il Reparto ambientale marino (RAM), posto dal nuovo regolamento di organizzazione del MASE – il DPCM 30 ottobre 2023, n. 180 – alle dipendenze funzionali del Ministro per le attività di tutela e difesa dell'ambiente marino e costiero. Il RAM svolge il compito di raccordo Pag. 5tra il comando generale e il MASE stesso, anche ai fini del perseguimento degli obiettivi indicati dal Ministro.
  Il legame tra Corpo delle capitanerie di porto – Guardia costiera e MASE è cresciuto nel tempo, in particolare a seguito dei sempre maggiori compiti che il legislatore ha affidato al Corpo, funzioni che si esplicano in attività di vigilanza e controllo del settore, con particolare riferimento al coordinamento degli interventi di risposta all'inquinamento marino, alla protezione della biodiversità e degli ecosistemi e alla vigilanza specialistica nelle aree marine protette.
  Mi piace evidenziare come siano particolarmente significative le norme che affidano al Corpo funzioni di tutela dell'ambiente marino e costiero, che sono oramai consolidate nel tempo. La prima che ritengo opportuno menzionare è la legge 31 dicembre 1982, n. 979, sulla difesa del mare, che ha individuato l'autorità marittima quale responsabile nell'esercizio di funzioni di vigilanza e controllo in mare ai fini antinquinamento, del coordinamento degli interventi di lotta all'inquinamento marino, nell'emanazione del provvedimento di diffida a coloro che, a qualunque titolo, si sono resi responsabili di condotte inquinanti, nella dichiarazione dell'emergenza locale per l'impiego diretto delle risorse strumentali, pubbliche e private, disponibili e di concorso, quale soggetto tecnico per la direzione operativa delle attività in mare nel quadro del piano nazionale di pronto intervento per la difesa del mare e delle coste dall'inquinamento del dipartimento della Protezione civile. Cito anche la legge 6 dicembre 1991, n. 394, legge quadro sulle aree marine protette, che affida l'attività di sorveglianza alla Guardia costiera.
  Tali compiti sono arricchiti dalle funzioni di polizia giudiziaria per la tutela delle acque dall'inquinamento e di sorveglianza e accertamento in materia di rifiuti, ai sensi del decreto Pag. 6legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Codice ambientale). In ambito portuale, il Corpo delle capitanerie di porto e la Guardia costiera svolgono anche attività ispettive, di vigilanza e controllo a bordo delle navi nonché sugli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti prodotti dalle navi e dai residui del carico. Ai predetti compiti si aggiungono le funzioni di polizia marittima nei porti, sul pubblico demanio marittimo e negli spazi marittimi di giurisdizione e di interesse nazionale.
  Con una punta di orgoglio consentitemi di dire che negli anni abbiamo ripagato la fiducia del legislatore con numeri importanti, che tra poco fornirò. Prima di entrare nel dettaglio dei risultati, voglio illustrare le nostre componenti specialistiche in materia ambientale. Mi riferisco al capitale umano, ma anche alle dotazioni di mezzi che ci consentono di occuparci sia della parte operativa, sia delle procedure amministrative o di polizia giudiziaria che scaturiscono dalle predette attività operative.
  Vorrei iniziare proprio dal Comando generale delle capitanerie di porto – Guardia costiera, dove è stato istituito il nucleo speciale di intervento, composto di investigatori appositamente addestrati e altamente specializzati in indagini complesse relative a tutte le materie di competenza negli ambiti marittimi e ambientali. Il predetto nucleo coadiuva i comandi territoriali per le operazioni più articolate e collabora con le direzioni distrettuali antimafia e antiterrorismo, ovvero procede, sotto la delega dell'autorità giudiziaria, a operazioni più a larga scala. Il nucleo viene impiegato anche per il contrasto agli illeciti in materia di rifiuti dei cosiddetti «traffici illeciti organizzati», anche transnazionali, con il coinvolgimento dell'agenzia europea Eurojust (European union agency for criminal justice cooperation), consentendo di coniugare l'operatività tipica delle attività di polizia giudiziaria con le sempre più necessarie Pag. 7competenze tecnico-giuridiche e analitiche. Preciso che, anche in questo momento, il nucleo sta svolgendo importantissime attività investigative a carattere ambientale e in materia di contrasto ai traffici illeciti organizzati di rifiuti a proiezione transnazionale, con il coordinamento delle competenti procure della Repubblica e della DDA.
  Il coordinamento delle attività operative del Corpo è affidato al centro di controllo nazionale ambientale, incardinato presso la nostra centrale operativa, chiamato a tradurre in linee di indirizzo operative le priorità strategiche e ambientali, garantendo lo svolgimento di concrete attività di salvaguardia del patrimonio naturale. Molte attività di investigazione vengono svolte in house, anche grazie al laboratorio di analisi ambientale della Guardia costiera, intitolata al Comandante Natale De Grazia, che noi tutti ricordiamo per il suo sacrificio nel ricercare la verità nel settore dei traffici illeciti operanti da navi mercantili. Il laboratorio, nelle sue due configurazioni, una fissa e una mobile per il pronto intervento, ha individuato, per quanto concerne i dati dello scorso anno, 22 illeciti a seguito della ricezione di 94 campioni e dell'esecuzione di 1.150 analisi chimiche, chimico-fisiche e microbiologiche.
  Nel merito delle attività specialistiche, va evidenziata anche l'attività di telerilevamento effettuata dai nostri velivoli ad ala fissa e rotante. Nel 2023 sono state effettuate ventidue missioni con mezzi aerei ad ala fissa che hanno coperto, attraverso lo scanner multispettrale presente a bordo, i tratti costieri di diverse regioni italiane. Missioni ad hoc sono state effettuate anche con mezzi ad ala rotante, con elicottero AW139, muniti di FLIR, un sistema di telerilevamento termico a raggi infrarossi, lungo sia tratti costieri che aste fluviali, ma anche sul Lago di Garda, dove tra l'altro abbiamo due nuclei operativi; ovviamente, la componente aerea è supportata dalla nostra Pag. 8componente navale laddove è necessario effettuare controlli in mare.
  Di seguito riporto i dati sintetici delle attività svolte nel corso del 2023. Controlli totali effettuati: 40.526 controlli su rifiuti, 37.119 controlli su scarichi idrici, 34.302 controlli per inquinamento marino. Da questi controlli sono scaturite 2.000 violazioni, di cui 1.141 hanno avuto un rilievo esclusivamente amministrativo, per un importo superiore a 4 milioni di euro, mentre nei rimanenti 859 casi (circa il 43 per cento del totale) si è provveduto a notiziare la competente procura della Repubblica.
  Per quanto concerne gli illeciti, circa la metà ha riguardato le tre macroaree principali – inquinamento, scarico e rifiuti – mentre la restante parte è riferita a fenomeni di abusivismo demaniale, edilizio e paesaggistico, alle emissioni in atmosfera non autorizzate e alle violazioni commesse all'interno delle aree marine protette. Le violazioni in tema di rifiuti, quindi, sono circa un quarto (515 su 2.000) di tutte le violazioni ambientali contestate dagli ispettori della Guardia costiera nel 2023.
  Da gennaio ad aprile dello scorso anno l'attenzione è stata focalizzata anche sul settore degli scarichi, con una campagna di controllo ad hoc denominata «Clean Waters». Dal punto di vista dei sequestri eseguiti, il totale ammonta a 404 provvedimenti, di cui 27 amministrativi e 377 penali. In questo numero ci sono 27 discariche abusive sequestrate, per un totale di 133.610 metri quadrati di area: parliamo di una superficie pari a circa 18 campi di calcio. Alle 27 discariche abusive si devono aggiungere ulteriori 91 aree sequestrate per abbandono o deposito incontrollato di rifiuti, per altri 226.426 metri quadri. Si tratta di una cifra quasi doppia rispetto alla precedente, il cui totale rappresenta una superficie d'area maggiore delle stazioni Termini e Tiburtina messe insieme.Pag. 9
  Consentitemi ora un focus particolare sugli ecodelitti, fattispecie introdotta dalla legge 22 maggio 2015, n. 68, definiti come fatti illeciti che ledono l'ambiente e i beni ambientali, arrecando danni, diretti o indiretti, alla salute umana, agli ecosistemi, all'aria, all'acqua, al suolo, ai paesaggi e al patrimonio culturale. Relativamente al 2023 riporto i seguenti dati, con 113 i reati contestati, così suddivisi: 66 reati di inquinamento ambientale ex articolo 452-bis del codice penale; 20 reati di disastro ambientale ex articolo 452-quater; cinque delitti colposi contro l'ambiente ex articolo 452-quinquies; 2 reati di impedimento del controllo ex articolo 452-septies; 9 reati di omessa bonifica ex articolo 452-terdecies; 10 reati di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti ex articolo 452-quaterdecies. A questo aggiungerei che, spesso, le procure e i tribunali hanno condannato gli illeciti legati alla pesca come disastro ambientale; mi riferisco ai datteri o ai residui di produzione derivanti da allevamenti di molluschi bivalvi.
  Per ovvi motivi di segreto istruttorio non posso riferire le attività ad oggi in essere, ma ritengo opportuno ricordarne alcune compiute e terminate nel precedente passato. Catania: nel corso di una missione aerea di telerilevamento venivano notati, in prossimità di un parco acquatico, due scavi nel nudo terreno, che, all'atto dell'ispezione, è emerso contenessero sacchi di rifiuti solidi urbani e altri rifiuti di vario genere. Le attività investigative condotte da personale della Guardia costiera hanno consentito di accertare in tali luoghi molteplici condotte illecite poste in essere da taluni soggetti dediti all'incendio e all'interramento in arco notturno di rifiuti derivanti da attività produttive, individuando il responsabile in alcuni dipendenti del parco acquatico. Al termine dell'attività sono stati sottoposti a sequestro mille metri cubi di rifiuti assimilabili a Pag. 10rifiuti solidi urbani, nonché le attrezzature e i mezzi utilizzati per le attività illecite.
  Ischia: il personale della Guardia costiera di Ischia e gli agenti del commissariato della Polizia di Stato hanno portato a compimento l'operazione denominata «Clean Island», coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia dell'autorità giudiziaria partenopea, per contrastare le attività illecite di due ditte isolane operanti nel settore della pulizia delle fosse settiche. A queste ultime sono stati contestati i reati di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti. Il personale della Guardia costiera e della Polizia di Stato ha eseguito la perquisizione delle sedi delle ditte e ha posto sotto sequestro i depositi e dieci automezzi impiegati nelle attività illecite. Si è trattato di un lungo lavoro di indagine partito nel 2020, fatto di appostamenti, pedinamenti e documentazione fotografica delle attività illecite poste in essere dalle ditte, che ha messo in luce un diffuso malaffare nel settore degli autospurgo. I fanghi aspirati nelle operazioni di pulizia delle fosse settiche, sia di civili abitazioni che di attività commerciali, individuati dalla normativa come rifiuti liquidi da smaltire nei centri di conferimento autorizzati, erano invece riversati illecitamente negli alvi pluviali o in pozzi assorbenti, appositamente realizzati, causando un inquinamento ambientale. Le ditte coinvolte provvedevano a smaltire legalmente in terraferma presso i centri autorizzati solo una parte dei rifiuti. Le indagini hanno ricostruito l'illecita gestione di rifiuti liquidi per un quantitativo pari a circa 2 mila tonnellate, illecitamente smaltite attraverso lo sversamento diretto nel suolo o nella rete fognaria dell'isola d'Ischia.
  Anche nel settore agroalimentare è intensa l'attività del Corpo, che collabora in virtù della dipendenza funzionale dal MASAF, quale autorità competente al coordinamento delle attività di controllo sulla filiera ittica e che, per tale scopo, si Pag. 11avvale del Corpo delle capitanerie di porto quale centro di controllo nazionale pesca.
  Il predetto centro, ubicato presso la sede del Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto-Guardia costiera, opera in stretta sinergia con il reparto pesca marittima del Comando generale, che ha sede presso il MASAF. Si tratta di un centro dotato dei più avanzati sistemi di monitoraggio delle unità navali, che consentono al centro di controllo nazionale pesca di coordinare le attività di controllo, comprese quelle che si svolgono nell'ambito dei programmi specifici di vigilanza pianificati in ambito europeo e internazionale, in particolare, per l'area dell'Unione, dalla European Fisheries Control Agency.
  In concreto, il Corpo svolge la propria attività di vigilanza e controllo sull'intera filiera commerciale, grazie anche a un nucleo qualificato di ispettori ICCAT (International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas) e di ispettori pesca dell'Ue, che sovente svolgono le proprie attività in stretto contatto con gli ispettori degli altri Stati dell'Unione europea.
  La Guardia costiera italiana è l'unica struttura in Europa che svolge controlli sull'intera filiera ittica, dal peschereccio fino alle tavole dei consumatori, inquadrata nel più ampio contesto della cabina di regia sui controlli agroalimentari. In tale ambito, riporto a titolo esemplificativo i risultati relativi alle principali attività di controllo condotte dal Corpo nel 2023: sono stati eseguiti 92.089 controlli su tutta la filiera della pesca, dalla cattura alla distribuzione, alla vendita, alla ristorazione; sono state riscontrate 4.770 violazioni di carattere amministrativo, per le quali sono state comminate sanzioni di importo complessivo pari a 8 milioni; sono state inoltrate 182 notizie di reato alle competenti procure della Repubblica.
  A seguito delle riscontrate violazioni e non conformità, sono state sequestrate 541 tonnellate di prodotto ittico. Le principali Pag. 12criticità hanno, in particolare, riguardato l'assenza di tracciabilità dei prodotti ittici (1.549 illeciti), una errata o assente etichettatura (370 illeciti), la mancanza o il mancato rispetto delle prescrizioni previste dal sistema di autocontrollo. Inoltre, ulteriori violazioni di carattere prettamente commerciale (71 contestazioni, tra frodi e pubblicità ingannevoli).
  Tra le violazioni più ricorrenti accertate, emerge quella relativa alla tracciabilità e all'etichettatura dei prodotti ittici nelle diverse fasi della catena commerciale. Una carenza, quella della documentazione attestante la regolarità della cattura e delle informazioni obbligatorie previste, che compromette gli sforzi sia per garantire il made in Italy e una pesca sostenibile in Italia e all'estero, ma anche per consentire al consumatore di autodeterminarsi correttamente nelle scelte al momento dell'acquisto.
  Nei grafici che vi mostro si riportano i dati relativi al numero di ispezioni, suddivise per tipologia di attività e oggetto del controllo e una mappa di concentrazione delle ispezioni per area geografica. Permettetemi, infine, un cenno particolare all'attenzione che viene riservata ogni anno dalla Guardia costiera nel periodo delle festività natalizie, in cui la domanda di prodotti ittici aumenta in modo considerevole. Nell'anno 2023, per esempio, è stato attivato un focus specifico sulla ristorazione etnica, quella che definiamo «all you can eat», con l'operazione «Senza traccia», che si è concentrata sulla tracciabilità del pescato, alla ricerca di prodotti ittici non genuini o non etichettati, spesso provenienti dall'estero. Nel 2024, invece, si è svolta l'operazione «Spinnaker», che si è sviluppata attraverso controlli intensivi a terra e in mare, al fine di assicurare che i prodotti ittici sul mercato rispettassero gli standard di qualità richiesti, proteggendo, così, la salute e non solo il gusto del consumatore, oltre che la reputazione del Pag. 13prodotto ittico made in Italy. Al momento abbiamo un'importazione di circa il 60 per cento del prodotto che viene commercializzato in Italia (quindi, sei pesci su dieci sono importati). Questi brevi ma significativi richiami evidenziano l'importanza della specializzazione del personale nel campo delle indagini ambientali della filiera dei rifiuti e nel settore agroalimentare, specialmente quando tali indagini abbiano risvolti marittimi o transnazionali. In quest'ultimo ambito, il personale del Corpo ha partecipato attivamente a tavoli tecnici propedeutici alla stesura di testi normativi di recepimento dei regolamenti unionali e, in virtù di tale approfondita conoscenza normativa, è stato possibile effettuare delle attività di controllo ad hoc su alcuni settori come il riciclaggio delle navi presso porti extra Ue.
  Consapevoli degli aspetti di internazionalità dei nostri settori d'azione, il Corpo profonde quotidianamente il massimo sforzo per mettere a sistema tutto il bagaglio di conoscenze e le specifiche professionalità del nostro personale, al fine di offrire alle istituzioni dello Stato un supporto qualificato e, in qualche caso, permettetemi di dirlo, unico, proprio in virtù della nostra peculiarità.
  Il trasporto intermodale di merci e di rifiuti, sempre più caratterizzato dall'uso del vettore navale su rotta di lunga percorrenza, è caratterizzato da aspetti multifattoriali, nei quali la conoscenza specialistica degli ambienti marini, del ciclo logistico e produttivo delle navi e delle informazioni relative al carico delle merci trasportate rappresenta un valore aggiunto.
  Le capitanerie di Porto-Guardia costiera, come delineato in questa sintesi, svolgono moltissime funzioni in ambito marittimo e con limitate risorse umane – siamo poco più di 10 mila, tra uomini e donne – se consideriamo la vastità degli ambiti territoriali marittimi da amministrare e controllare.Pag. 14
  Auspico che il Governo e il Parlamento possano riconoscere lo sforzo quotidiano del mio personale, permettendo un aumento di organico nei prossimi provvedimenti che verranno posti all'attenzione delle Aule parlamentari, al fine di poter essere più capillarmente presenti in tutti i porti nazionali e lungo i litorali. Sappiamo, infatti, di essere un tassello fondamentale nella lotta alle ecomafie, rappresentando un presidio di legalità nei porti, conoscendo in modo puntuale e articolato i meccanismi di funzionamento, requisito indispensabile per poter contribuire alla lotta alle attività criminali che utilizzano i sorgitori nazionali.
  In questo macro quadro, in cui operano in sinergia più articolazioni dello Stato, le capitanerie di Porto-Guardia costiera forniscono il loro contributo al fine di tutelare la risorsa mare, una delle risorse fondamentali dell'economia del nostro Paese, nonché bene di valore assoluto, da preservare e tutelare per le future generazioni. Grazie a tutti per l'attenzione.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  GEROLAMO CANGIANO. Signor presidente, voglio innanzitutto ringraziare l'ammiraglio. Io e la collega Longi siamo anche componenti della Commissione Trasporti e abbiamo avuto più volte modo di incontrare l'ammiraglio. In primo luogo, chiedo se è possibile avere una mappatura degli impianti sequestrati. Lei parlava di diversi impianti di discarica abusivi sequestrati: se riuscissimo a sapere anche dove, ciò potrebbe essere utile alle nostre attività parlamentari, per fare il match con altre inchieste che stiamo svolgendo.
  Ho una domanda che riguarda Castalia. Castalia è un consorzio che ha il compito di pulire il mare, tra imbarcazioni e flotte, in accordo con il Ministero dell'Ambiente. Vorrei Pag. 15capire, rispetto al vostro monitoraggio e al vostro punto di osservazione, se ritenete che sia ancora un servizio utile al Paese o se possiamo immaginare alternative di intervento per questo problema.

  ELIANA LONGI. Ringrazio l'ammiraglio Carlone. La mia è più una curiosità, anche per capire il vostro punto di vista rispetto a un tema che mi appassiona molto, in quanto sub, riguardo all'inquinamento sottomarino. In particolar modo, mi riferisco alla problematica delle reti fantasma. Da eoliana, ho cominciato un po' per gioco, tantissimi anni fa, con il mio gruppo a raccogliere queste reti. Confrontandomi con i vostri uomini delle isole Eolie, sussiste il problema del loro smaltimento: noi come potremmo intervenire, come legislatori? Quali suggerimenti può darci per la risoluzione di questa problematica, in modo che, da un lato, possa essere incentivante per i pescatori che si occupano della raccolta, ma, dall'altro lato, possa anche facilitarne lo smaltimento, quindi incentivare la raccolta costante? Grazie.

  PIETRO LOREFICE. Signor presidente, ringrazio l'ammiraglio Carlone. Chiaramente, il vostro ruolo è importante e fondamentale. Già negli anni passati, anche con questa Commissione, ci sono state collaborazioni anche stabili e auspico si possa continuare sulla scia delle precedenti legislature.
  Come Commissione «ecomafie» o «ecoreati», abbiamo seguito negli anni anche i filoni legati alle cosiddette «navi dei veleni», pertanto le chiedo se c'è qualche aggiornamento su quei dossier. Lei ha fatto riferimento ad alcuni procedimenti che sono secretati, o meglio, che sono ancora sotto l'egida della procura di riferimento. Se lei lo ritiene opportuno e se ritiene che ciò possa essere utile a questa Commissione, chiedendo alla Presidenza, possiamo continuare in audizione segreta o, eventualmente,Pag. 16 proseguire successivamente, non in questa fase di illustrazione preliminare. Altro tema che penso sia di interesse, che voi seguite direttamente anche per le autorizzazioni, è quello legato ai dragaggi e ai cosiddetti «galleggianti», intese come unità in disarmo. Abbiamo trovato, durante una serie di visite negli anni passati, unità navali della Marina e non solo, sia di comparto privato che pubblico, spesso lasciate all'interno di porti o di rade, che, se non ben governate, nel giro di pochi anni sono diventate o diventeranno problemi, per i contenuti di sentina (oli, carburanti, lubrificanti). Le chiedo se è possibile avere un aggiornamento anche di quel quadro, mentre, per la fattispecie dei dragaggi, magari facendo una differenza sostanziale tra i porti all'interno dei siti di interesse nazionale per le bonifiche, che lei – sa meglio di me e mi insegna – hanno una normativa più restrittiva (le tabelle di riferimento al decreto n. 152, e non solo, hanno differenze sostanziali anche nell'utilizzo delle sabbie o dei sedimenti per i ripascimenti). Se è possibile, quindi, avere degli aggiornamenti al riguardo (non so se il RAM viene coinvolto o meno in questa attività o se, invece, sono solo le ARPA delle singole regioni a seguire l'attività legata ai dragaggi).
  Ultima, ma non ultima domanda, mi aggancio a quella della collega Longi. Le pongo un quesito che abbiamo già posto al Ministro dell'Ambiente. C'è già una norma – la legge «Salva mare» – che aspetta dei decreti attuativi per dare riscontro a quello che dice la collega Longi. È uscito solo uno dei tanti decreti attuativi che dà una premialità ai pescatori, ma se non riusciamo a trovare una via dal punto di vista normativo – in questo caso è un decreto ministeriale, non di natura parlamentare – non possiamo neanche pensare di continuare a far pesare sui pescatori l'onere legato allo smaltimento del rifiuto Pag. 17raccolto. Mi permetto di aggiungere solo questa informazione. Grazie.

  FRANCESCO EMILIO BORRELLI(In videocollegamento). Signor presidente, innanzitutto ringrazio l'ammiraglio per il suo intervento e per la presenza in Commissione. Mi congratulo anche per il lavoro che il Corpo cerca sempre di fare al meglio.
  Arrivo subito a due domande molto rapide e dirette. La prima: noi ci occupiamo di ecoreati e abbiamo sempre in testa la Terra dei fuochi o altre realtà che stanno in terra. In realtà, purtroppo, nel mare viene sversato di tutto e il problema è che, molto spesso, ciò è molto più difficile da verificare. Questo è un elemento sul quale chiedo di sapere quali possono essere eventuali strumenti normativi o ulteriori dotazioni di uomini e mezzi che possano aiutare il Corpo a intervenire in modo sempre più fattivo. Purtroppo tale Corpo ha notevoli competenze e, a differenza degli altri Corpi, sostanzialmente sono solo loro che si occupano del mare; in alcuni casi c'è la Guardia di finanza, però, sostanzialmente, la responsabilità in mare è demandata soltanto a loro. A Napoli abbiamo fatto anche delle esperienze estremamente positive. Voglio ricordare che l'allora ufficiale della Capitaneria, Paolo Fedele, che stava a Napoli, è stato colui che ha aiutato a smantellare – pensate un po' – spiagge che erano state utilizzate e trasformate in discariche abusive o, addirittura, erano state occupate abusivamente da persone che fittavano ombrelloni e sedie (addirittura era stata realizzata una piscina). Non parliamo della questione dei balneari, sulla quale, ovviamente, c'è una discussione ma che sono comunque possessori di titolo: parliamo di persone che non avevano nessun titolo e che si erano prese le spiagge pubbliche. Su questo c'è stato un grande lavoro e, da ciò che mi risulta, non soltanto a Napoli ma in tutto il territorio. So che loro realizzano ogni anno il progetto «Mare sicuro», ma c'è la Pag. 18grande necessità anche di fermare – e concludo – il tema degli scarichi, non solo di carattere privato ma, in alcuni casi – e ne abbiamo trovati – addirittura di carattere industriale, che, ancora, tramite i fiumi, arrivano direttamente in mare. Grazie.

  PRESIDENTE. Lascio la parola all'ammiraglio, sapendo che, purtroppo, noi alle ore 14 dovremo concludere; abbiamo però ancora qualche minuto.

  NICOLA CARLONE, Comandante Generale del Corpo delle capitanerie di porto – Guardia costiera. Signor presidente, intanto ringrazio per le domande, che mi stimolano a fornirvi ulteriori elementi.
  Per quanto riguarda la mappatura degli impianti sequestrati, sarà nostra cura provvedere e darvi un quadro e una tabella con tutti i dati registrati. Passo alla domanda su Castalia. Il sistema Castalia credo sia un sistema necessario per le nostre coste. Un elemento necessario da rappresentare è che, soprattutto l'Adriatico, è il mare più frequentato da petroliere: Trieste è il primo porto petrolifero del Mediterraneo; questo per dirvi quanto sia necessario avere la disponibilità di questi mezzi. In giro nel Mediterraneo non ci sono tante amministrazioni che hanno questa disponibilità: i francesi noleggiano tre unità maggiori, gli spagnoli ne hanno una che appartiene al servizio di salvamento SASEMAR. Ritengo, quindi, che Castalia sia necessario per il nostro Paese, soprattutto per tutelare a volte le isole eccetera.
  È un progetto partito diversi anni fa, che ritengo ancora valido. È chiaro che, con il tempo, bisognerà rimodernare i mezzi, nel momento in cui si rinnova il contratto, però noi ne abbiamo avuto beneficio. Anche nell'ultimo incidente serio – la Ro/Ro passeggeri con la portacontainer Ulisse-Virginia davanti all'arcipelago toscano – sono intervenuti sia i mezzi di Castalia, sia alcuni mezzi che ci hanno mandato i francesi. Avendo un accordo di cooperazionePag. 19 per la risposta agli inquinamenti marini nell'area tra la Costa Azzurra e la Riviera ligure, il nord della Corsica e l'arcipelago toscano, questa forte sinergia ha evitato lo spiaggiamento degli idrocarburi sversati dalle navi e questo è molto importante.
  Reti fantasma: è un bellissimo progetto che noi portiamo avanti da diversi anni, insieme anche a tutti i diving center. Soprattutto, noi ci concentriamo sulle aree marine protette e vi do un numero, che può sembrare esorbitante, ma l'anno scorso ne abbiamo portato a terra circa 37 tonnellate: è un numero enorme (chiaramente parlo di tutta Italia). Noi abbiamo cinque nuclei sub che operano proprio per l'operazione «Reti fantasma», insieme anche ad associazioni come Marevivo, WWF, eccetera. Credo che sia una cosa importantissima, che continueremo e continuiamo a svolgere per tutto l'arco dell'anno, anche perché credo che ciò rientri in una parte di fondi PNRR. Siamo concentrati, in particolare, sulle aree marine protette; in Italia, tra l'altro, essendocene 29, c'è abbastanza da fare (è un momento particolare).
  Sul decreto «Salva mare», lei mi ha anticipato – è preparatissimo su questo – e ha già dato le risposte. C'è un solo decreto a vantaggio dei pescatori, ma la soluzione è proprio quella, per cui chi raccoglie questi quantitativi di rifiuti possa riversarli a terra senza avere altri oneri. Questo è il gravame e devo dire che è stato appena modificato il decreto dei rifiuti provenienti dalle navi, dove si è fatta più chiarezza. È stato pubblicato, mi sembra proprio ieri, il decreto legislativo che modificava quello emanato l'anno scorso, in modo tale che anche nei piccoli porti ci sia chiarezza su chi deve fare cosa. Questa responsabilità era stata data la ai piccoli comandi, come quelli delle capitanerie o gli uffici locali marittimi, che però non hanno la capacità di smaltire, mentre con gli enti locali è molto più facile smaltire quello che viene portato a terra. Però, sono d'accordo con lei, posto che ci sono Pag. 20ancora dei provvedimenti che devono essere emanati a livello di decreto ministeriale; su questo qualcosa ancora c'è da fare.
  In merito alle navi dei veleni, da quello che mi risulta, ultimamente non ci sono stati ulteriori elementi sulle investigazioni. Io ho citato il comandante De Grazia, che fu una delle vittime di quel periodo di indagini legate alle navi affondate proprio nell'area della costa calabrese. Al momento non ci sono altri elementi, né sono scaturiti altri elementi, anche perché credo che qualcosa sia cambiato. È cambiata la capacità di monitorare il traffico molto meglio di quanto non lo fosse prima del 2000-2005.
  Ricordiamo che dopo Erika e Prestige, i Paesi membri dell'Unione europea si sono dotati di sistemi di monitoraggio del traffico delle navi superiori a 300 tonnellate, non ultimo il monitoraggio delle navi da pesca. Quindi, è un po' più complicato commettere illeciti in maniera fraudolenta e soprattutto non individuati quando si fanno queste operazioni. Io credo che questo sia il maggiore deterrente per evitare che ci siano dei fenomeni come sono avvenuti nel passato.
  Per quanto riguarda l'aspetto delle indagini, non le ho con me in questo momento, però appena si concluderanno sarà mia cura, eventualmente, poter riferire a questa Commissione a indagini concluse. Per quanto riguarda i dragaggi, è un fenomeno particolarmente sentito nell'ambito dei nostri porti, piccoli o grandi. Non dimentichiamo che siamo uno dei Paesi con la più alta densità di attività a mare. In passato, se mi posso permettere, l'Italia era più virtuosa: aveva il servizio escavazioni porti che faceva parte del Ministero della Marina mercantile; ciclicamente si dragavano i porti nazionali, piccoli o grandi che fossero. Oggi c'è un'ottima risposta per quanto riguarda i dragaggi nei porti, sotto l'egida e sotto la responsabilità delle autorità di sistema portuale; le quindici autorità di sistema portuale hanno una capacità di intervenire con dei fondi e con una capacità anche amministrativa molto Pag. 21più elevata. I problemi vengono riscontrati soprattutto nei porti non soggetti alle autorità di sistema portuale, dove qualche criticità c'è.
  Certo, si potrebbe trovare un provvedimento un po' più snello. Su questo non ho contezza di come poter esercitare un'attività di snellimento nelle procedure, ma certo è che siamo soggetti anche poi a tutta l'attività di verifica, alla caratterizzazione dei fanghi, eccetera. Questo è un procedimento che, forse, si potrebbe attenzionare cercando di trovare un sistema più fluido per smaltire i rifiuti o i dragaggi. Per quanto riguarda gli ecoreati e la verifica in mare, abbiamo la dotazione di tre aerei ad ala fissa che hanno le dotazioni per poter fare il telerilevamento ambientale, che noi facciamo spesso non solo in maniera autonoma nelle operazioni sotto l'egida del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, ma spesso in quelle legate alle procure. Molto spesso dobbiamo operare su delega delle procure, soprattutto nei tratti costieri che sono molto sensibili. Diciamo che la mappatura è un'attività che cerchiamo di portare a casa in maniera costante. Quest'anno avevamo richiesto la possibilità di aumentare la dotazione di velivoli ad ala fissa, però, vista la situazione della legge di bilancio, non ce l'abbiamo fatta. Stiamo provando a portare a casa fondi europei; probabilmente entro la fine dell'anno riusciremo ad avere un quarto velivolo. Come sapete molto bene, le manutenzioni fanno sì che, operativamente parlando, ce ne siano sempre uno o due disponibili su tre, anche perché, come sapete, nelle nostre molteplici attività, l'ATR svolge anche attività di pattugliamento marittimo e spesso nell'attività di ricerca e soccorso, nello scenario del Mediterraneo centrale, siamo costretti ad impiegare l'ATR per queste finalità. Ovviamente, non ci limitiamo ad una sola delle funzioni e, nel momento in cui l'aereo è in volo, esso fa attività in relazione alla pesca, all'ambiente, alla ricerca e al soccorso. Su questo io ritengo che un grosso risultato lo abbiamo Pag. 22avuto con il ruolo dell'Agenzia europea per la sicurezza marittima, che ci mette a disposizione sistemi satellitari che ci permettono di intercettare, attraverso dei rilevamenti dall'alto, i probabili inquinamenti, su cui poi mettiamo in atto l'attività di verifica e di risposta in caso di inquinamenti.
  Per quanto riguarda «Mare sicuro», una delle sue componenti è anche quella della tutela degli interessi dello Stato, quindi il poter liberare spazi di demanio marittimo sia dal punto di vista dei rifiuti, ma anche delle occupazioni abusive. È un fenomeno «estivo», che noi curiamo particolarmente perché c'è tanta sensibilità oggi sull'utilizzo dei beni demaniali: non esiste più l'ombrellone lasciato una settimana intera da parte dei frontisti; oggi si cerca di far fruire le nostre spiagge a tutti coloro che ne hanno interesse e voglia.
  In merito agli scarichi industriali o privati, noi riusciamo a monitorarli con difficoltà, però riusciamo a farlo. Abbiamo competenza ovunque ci siano questi scarichi industriali o privati; l'importante è che ci sia una connessione con il mare. Per esempio, abbiamo fatto attività anche sui laghi e siamo presenti oggi sul Lago Maggiore e sul Lago di Garda, e prossimamente anche sul Lago di Como.
  Spero di avervi dato le risposte a tutte le domande ma, chiaramente, sono a disposizione per eventuali ulteriori approfondimenti. Poi, magari, possiamo anche elaborare dei testi che vi possono dare il quadro delle risposte a questo sensibile elemento che è il nostro mare. Grazie.

  PRESIDENTE. Benissimo. Ringrazio l'ammiraglio e i suoi collaboratori. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14,05.