XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere

Resoconto stenografico



Seduta pomeridiana n. 37 di Lunedì 8 aprile 2024
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Semenzato Martina , Presidente ... 2 

Audizioni di Francesca Orlando, capo dell'Ufficio legislativo del Ministro per lo sport e i giovani:
Semenzato Martina , Presidente ... 2 
Orlando Francesca , capo dell'Ufficio legislativo del Ministro per lo sport e giovani ... 3 
Semenzato Martina , Presidente ... 7 

Francesco Radicetti, capo dell'Ufficio legislativo del Ministro per la pubblica amministrazione:
Semenzato Martina , Presidente ... 8 
Radicetti Francesco , Capo dell'Ufficio legislativo del Ministro per la pubblica amministrazione ... 10 
Semenzato Martina , Presidente ... 13 
Sensi Filippo  ... 14 
Semenzato Martina , Presidente ... 14 
Radicetti Francesco , Capo dell'Ufficio legislativo del Ministro per la pubblica amministrazione ... 14 
Semenzato Martina , Presidente ... 17 
Radicetti Francesco , Capo dell'Ufficio legislativo del Ministro per la pubblica amministrazione ... 17 
Semenzato Martina , Presidente ... 17

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
MARTINA SEMENZATO

  La seduta comincia alle 13.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Ricordo che la seduta si svolge nelle forme dell'audizione libera ed è aperta alla partecipazione da remoto dei componenti della Commissione.
  Ricordo, inoltre, che i lavori potranno proseguire in forma segreta sia a richiesta degli auditi che dei colleghi, sospendendosi, in tal caso, la partecipazione da remoto e la trasmissione sulla web-tv.

Audizioni di Francesca Orlando, capo dell'Ufficio legislativo del Ministro per lo sport e i giovani.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento dell'audizione dell'avvocata Francesca Orlando, Capo dell'ufficio legislativo del Ministro per lo sport e i giovani.
  A nome di tutti i commissari e le commissarie, do il benvenuto all'avvocata Orlando, che ringrazio per la disponibilità a contribuire ai lavori della Commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni altra forma di violenza di genere.
  L'audizione odierna si inquadra nel ciclo di audizioni dedicato al filone d'inchiesta incentrato sulla stesura di un testo unico sulla materia, in linea con l'articolo 2, comma 1, lettera Pag. 3n), della legge 9 febbraio 2023, n. 12, istitutiva della Commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni altra forma di violenza di genere.
  Il nostro obiettivo è incidere sul legislatore, attraverso gli strumenti propri della Commissione, affinché pervenga alla stesura di un corpus normativo coerente, utile a orientare tutti gli operatori coinvolti e a rafforzare la certezza del diritto in una materia in continua evoluzione quale è la prevenzione e la repressione della violenza di genere.
  In questo percorso, il Dicastero per lo sport e i giovani riveste un ruolo rilevante ed è, pertanto, a pieno diritto interlocutore della nostra Commissione, la quale in futuro si impegnerà, in modo anche più approfondito, sul rapporto tra sport e violenza di genere.
  In questa sede mi piace ricordare che, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, il Ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi, e la Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, hanno voluto lanciare uno spot assai efficace con protagonisti atlete e atleti, con l'obiettivo di diffondere il numero antiviolenza 1522. Lo sport ha un potere comunicativo enorme, soprattutto rispetto al mondo giovanile, e la sua forza è nel rispetto delle regole. È, dunque, uno strumento imprescindibile nell'impegno delle istituzioni contro il fenomeno della violenza sulle donne.
  Nel rinnovare i ringraziamenti all'avvocata Orlando, le do la parola. Grazie, avvocata.

  FRANCESCA ORLANDO, capo dell'Ufficio legislativo del Ministro per lo sport e giovani. Signor presidente, ringrazio lei, le commissarie e i commissari tutti, collegati e presenti, per questo invito in un consesso, come questo, che mi onora e rende Pag. 4ancora più consapevole il ruolo che quotidianamente svolgo a servizio delle istituzioni.
  Come lei ha ampiamente detto nell'introduzione, questo intervento si inserisce nel quadro dell'articolo 2, comma 1, lettera n), della norma istitutiva della Commissione parlamentare, volto, tra l'altro, a raccogliere gli assetti normativi nei vari settori di interesse.
  Per quanto riguarda le deleghe del Ministro Abodi, lo sport e i giovani, seppur non direttamente attinenti a questo tema, concorrono sicuramente a creare un punto di riferimento quantomeno in relazione alle due delle famose quattro «P». Ci riferiamo senz'altro al tema della prevenzione e al tema delle politiche coordinate. Infatti, come perfettamente inquadrato e rappresentato dalla presidente Quadri, il nostro capo DAGL e il nostro punto di riferimento, nella sua audizione di marzo, in questa materia confluiscono sicuramente competenze di più amministrazioni, prima tra tutti Giustizia, Pari opportunità e famiglia, Interno, ma anche Riforme e semplificazione normativa.
  Tuttavia, sicuramente lo sport e i giovani possono dare un grande contributo al triste tema del femminicidio. Per quanto riguarda il tema della violenza di genere, che non è una competenza specifica del Ministro, l'inclusione sociale e culturale delle giovani generazioni nella vita economica e sociale del Paese, realizzabile attraverso lo sport, volta a garantire la piena partecipazione, soprattutto di coloro che hanno minori opportunità e che vivono in condizioni svantaggiate, ivi comprese le giovani donne che hanno subìto violenza, di cui il femminicidio, purtroppo, esprime la forma più estrema, costituisce un irrinunciabile obiettivo per creare solidarietà, rispetto, accettazione e condivisione, secondo i dettami della Carta costituzionale. È una recente conquista l'aver inserito espressamente, Pag. 5all'ultimo capoverso dell'articolo 33 della Costituzione, il riconoscimento del valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva, in tutte le sue forme.
  Il perseguimento di questi obiettivi, che sono comuni sia allo sport sia alle politiche giovanili, incidendo nelle diverse fasce della popolazione, offre un canale indispensabile, da una parte, a formare sane e imperturbabili coscienze in chi pratica attività sportiva, che possono essere avviate sin dalla più tenera età, ai valori sani rappresentati dallo sport; dall'altra, a incidere con tali valori nelle coscienze già mature, che possono essere recuperate e/o incentivate a trasmettere e a trasferire a se stesse i medesimi valori.
  Come detto da lei, presidente, nell'introduzione, a dimostrazione della trasversalità delle deleghe e della grande sensibilità del Ministro Abodi, lo scorso 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, unitamente alla Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, è stato lanciato lo spot «Non sei sola». L'obiettivo è stato quello di diffondere il numero antiviolenza 1522 non soltanto nelle scuole, ma anche in altri luoghi di aggregazione, quali palestre, locali, discoteche, che indubbiamente sottolineano un impegno condiviso che unisce il potere comunicativo dello sport con la sensibilità delle istituzioni, per promuovere un messaggio di sostegno e consapevolezza a tutte le donne bisognose.
  Comunque, le competenze del Ministro, che si esplicano dal punto di vista amministrativo attraverso i suoi due Dipartimenti, quello per lo sport e quello per le politiche giovanili e il servizio civile universale, hanno entrambi svolto un'attività, secondo noi, molto importante e molto incisiva su questo tema. Da una parte, il Dipartimento dello sport ha creato una policy per la tutela dei minorenni nel mondo dello sport, con particolarePag. 6 riferimento alle pratiche contro il maltrattamento e gli abusi. La policy in questione è stata presentata ufficialmente nel 2022. Le sue finalità sono quelle di innalzare il livello delle misure di protezione del minorenne, fornendo formazione e procedure di reclutamento, e anche segnalazione di adeguate misure volte al miglioramento degli interventi di rilevazione, protezione, tutela e cura, nella prospettiva di garantire l'interesse superiore dell'atleta minorenne.
  Dopodiché, sempre nel 2022, è stato lanciato il progetto «Battiamo il silenzio», che ha previsto una campagna importante di sensibilizzazione e attivazione di una piattaforma, dove il personale, i volontari di associazioni e società sportive dilettantistiche, docenti di tutte le istituzioni, di ogni ordine e grado, ma anche i genitori possono usufruire di un percorso formativo gratuito sugli indirizzi dettati dalla policy. In collaborazione con l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza e la Scuola dello sport è stato creato un vademecum per la tutela dei minorenni nello sport e il ruolo dei tecnici e dei dirigenti sportivi.
  Analogamente, il servizio civile universale, per il tramite del Dipartimento delle politiche giovanili, che interviene con progetti finalizzati, a volte specificamente, nella materia di contrasto alle diverse forme di disagio, è stato protagonista negli anni – e lo è ancora – nella promozione di progetti che coinvolgono spesso territori vasti, anche intere province, offrendo a donne con bambini in situazioni economiche disagiate o provenienti da situazioni di violenza familiare, bisognose di un contesto abitativo che possa facilitare la conciliazione dei tempi lavoro-famiglia con la formazione professionale, dinamiche di autostima e reinserimento.
  Per quanto riguarda le dinamiche di autostima, si sta cercando di battere molto su questi progetti. Sono organizzati anche seminari sulla violenza contro le donne, seminari tematiciPag. 7 sulla sessualità e sul corretto approccio alla sessualità e sull'educazione alla salute e alla qualità della vita.
  La cosa che, in questa sede, come ultimo aspetto, ci preme rappresentare riguarda anche quanto sottolineato dalla recente riforma dello sport, in riferimento alla tutela di soggetti minori che praticano attività sportiva. Dal 1° luglio 2023 le associazioni e le società sportive dilettantistiche hanno l'obbligo di designare un responsabile della tutela dei minori preposto alla prevenzione e al contrasto di ogni tipo di abuso e di violenza, nonché alla protezione dell'integrità fisica e morale dei giovani sportivi.
  In questo periodo storico che stiamo vivendo, caratterizzato, purtroppo, da sempre più numerosi casi di cronaca che vedono protagonisti atlete e atleti vittime di abusi sessuali, cyberbullismo e altre forme di molestia e violenza, anche verbale, appare opportuno rafforzare sia la preparazione degli operatori che il controllo sugli impianti sportivi. A tal proposito, il Dipartimento per lo sport dovrà supportare le società sportive nella formazione di questa nuova figura, anche partendo dalla diffusione e dal consolidamento della policy, che si è già dato e che ha già avuto un suo percorso di condivisione con tutte le amministrazioni, quale strumento già messo a disposizione per la salvaguardia e la protezione dei minorenni.
  Nel ringraziare ancora la Commissione per l'opportunità che abbiamo ricevuto nell'essere auditi, nel metterci a disposizione per supportarvi in questa attività o rispondere a eventuali richieste di approfondimenti che si renderanno necessarie, vi ringraziamo e vi mettiamo a disposizione tutti gli approfondimenti, che sarà mia cura inviare, rispetto alle notizie che ho sommariamente affrontato in questo intervento.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Ringrazio l'avvocata Orlando.Pag. 8
  Chiedo ai colleghi e alle colleghe se ci sono domande. Io ne avevo una, se ci sono norme specifiche, quindi attinenti proprio al mondo dello sport, che potrebbero trovare sede nella redazione del testo unico, almeno nella prima fase, quella compilativa, e se il Ministero competente ci può dare un indirizzo, una riflessione, eventualmente, con una specificità tematica, ma mi pare che nel corso della narrazione siano emersi i punti che potrebbero trovare attinenza.
  Non essendoci domande da parte dei colleghi, ringrazio la dottoressa Orlando. Chiedo l'invio dei documenti rispetto ai quali ci appena riferito. Ringrazio nuovamente per l'intervento.
  Dichiaro chiusa l'audizione.

  (La seduta sospesa alle ore 13.30 è ripresa alle ore 13.45).

Audizione di Francesco Radicetti, capo dell'Ufficio legislativo del Ministro per la pubblica amministrazione.

  PRESIDENTE. Ben ritrovati a tutte e a tutti.
  Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Ricordo che la seduta si svolge nelle forme dell'audizione libera ed è aperta alla partecipazione da remoto dei componenti della Commissione.
  Ricordo, inoltre, che i lavori potranno proseguire in forma segreta sia a richiesta degli auditi che dei colleghi, sospendendosi, in tal caso, la partecipazione da remoto e la trasmissione sulla web-tv.
  L'ordine del giorno reca lo svolgimento dell'audizione del dottor Francesco Radicetti, Capo dell'Ufficio legislativo del Ministro per la Pubblica amministrazione.Pag. 9
  A nome di tutte le commissarie e di tutti i commissari, do il benvenuto al dottor Radicetti, accompagnato dalla dottoressa Anna Frascino, che saluto, che ringrazio per la disponibilità a contribuire ai lavori della Commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni altra forma di violenza di genere.
  L'audizione odierna si inquadra nel ciclo delle audizioni dedicato al filone d'inchiesta incentrato sulla stesura di un testo unico sulla materia, in linea con l'articolo 2, comma 1, lettera n), della legge 9 febbraio 2023, n. 12, istitutiva della Commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni altra forma di violenza di genere.
  Il nostro obiettivo, come Commissione, è incidere sul legislatore affinché pervenga alla stesura di un corpus normativo coerente, utile a orientare tutti gli operatori coinvolti e a rafforzare la certezza del diritto in una materia in continua evoluzione, quale è la prevenzione e la repressione della violenza di genere.
  In questo percorso, il Dicastero per la pubblica amministrazione riveste un ruolo centrale.
  Mi piace qui ricordare che il Ministro per la pubblica amministrazione, il senatore Paolo Zangrillo, ha firmato nel novembre del 2023 la direttiva in materia di riconoscimento, prevenzione e superamento della violenza contro le donne in tutte le sue forme, uno strumento per porre in essere azioni strategiche che possano incidere positivamente sul contesto organizzativo del lavoro pubblico ampiamente inteso. La direttiva è stata indirizzata a tutta la Pubblica amministrazione, per garantire un ambiente di lavoro caratterizzato dal rispetto dei princìpi di pari opportunità e per affermare una cultura organizzativa orientata al superamento degli stereotipi sessisti sul luogo di lavoro, soprattutto a livelli apicali e dirigenziali, Pag. 10invocando l'attuazione della legge n. 168/2023 (Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica).
  Nel rinnovare il ringraziamento al dottor Radicetti, gli do la parola.

  FRANCESCO RADICETTI, Capo dell'Ufficio legislativo del Ministro per la pubblica amministrazione. Signor presidente, grazie mille a lei e a tutti gli onorevoli senatori collegati.
  Questa è l'occasione per fare il punto della situazione sulla strategia della Pubblica amministrazione per contrastare la violenza di genere, i femminicidi, la violenza contro le donne.
  Come ha ricordato lei in apertura, noi abbiamo adottato una direttiva, il Ministro ha adottato una direttiva lo scorso mese di novembre, alla quale ha fatto seguito, su una piattaforma dedicata a tutti i pubblici dipendenti, la piattaforma Syllabus, l'attivazione di un percorso di formazione denominato «RIForma Mentis». Questo è un percorso che abbiamo elaborato con Formez, che è la nostra società in house, che gestisce formazione e selezione. È un corso in cui in soli quattro mesi si sono registrate circa 34.170 attivazioni di pubblici dipendenti che hanno avviato il corso. Ha concluso l'iter formativo il 72 per cento.
  È una direttiva importante, dà segno del fatto che il contrasto alla violenza di genere, oltre agli strumenti di prevenzione penale, di repressione, è un fenomeno culturale. Un fenomeno, purtroppo, anche culturale. Soprattutto, nasce da un determinato sostrato culturale e di ignoranza. Va contrastato nel momento formativo, quindi già nelle scuole, ma non è il nostro settore, e può anche essere contrastato attraverso un'adeguata formazione sul posto di lavoro.
  Noi riteniamo che anche il posto di lavoro debba formare le persone. Chiunque arrivi all'inizio di un percorso lavorativo ha Pag. 11un bagaglio culturale o nozionistico che viene accertato, ma non è sufficiente. Per affrontare la società, per affrontare la vita, quindi essere nel corpo sociale in modo partecipato, costruttivo, noi dobbiamo far sì che anche il pubblico dipendente sia oggetto di una formazione, che anche nel posto di lavoro consenta e metta l'accento sulla lotta agli stereotipi comportamentali, che passano dal linguaggio, che passano dalle battute sessiste, che passano da quei piccoli atteggiamenti dietro ai quali si cela un fenomeno culturale, che è quello che poi, nelle forme più drammatiche, sfocia nella violenza di genere.
  Questo è un percorso, secondo noi, che va costantemente sviluppato, implementato. Oggi l'oggetto è la direttiva. Il testo unico è un testo sostanzialmente compilativo, ma questo non esclude che ci sia, poi, da parte del Parlamento anche l'iniziativa di integrare la raccolta di norme che già esistono, che probabilmente non sono di per sé esaustive di quella che può essere la necessità, quindi di intervenire in modo tale da rendere questi percorsi formativi obbligatori o di istituzionalizzare determinate modalità formative che siano anche il volano di uno sviluppo culturale. La Pubblica amministrazione raggiunge tutti i livelli territoriali. Noi siamo in grado, oggi, anche attraverso le piattaforme digitali, di raggiungere tutte le articolazioni.
  In questo contesto, ricordiamoci che chi diventa vittima, purtroppo, di violenza di genere è una persona che socialmente ha bisogno di una tutela maggiore. È fragile. Ha bisogno, quindi, anche di trovare la forza per superare questa fragilità, in un contesto sociale che consenta uno sviluppo personale attraverso il lavoro (lavoro pubblico e lavoro privato). Quindi, rafforzare gli strumenti che già il decreto legislativo n. 80 del 2015 ipotizza attraverso un rafforzamento della tutela e dell'aspettativa,Pag. 12 ma non è esclusa anche una forma di tutela per la collocazione mirata al lavoro.
  Dobbiamo far sì che una persona che fugge da un contesto familiare domestico violento sia una persona che poi abbia, in un qualche modo, le risorse economiche per affrontare tutto questo. Secondo noi, lo Stato deve farsi garante che ciò possa avvenire in un contesto di dignità e di sviluppo della professionalità.
  Non abbiamo ancora modellato uno sviluppo normativo su questo, ma ci stiamo lavorando, stiamo riflettendo. Il Ministro ha anche attivato una concreta ed efficace relazione con i CUG. Questo parte già da una fase di ascolto e di percezione di quello che può essere oggi il percorso da avviare per sviluppare ulteriormente queste forme di tutela attraverso la Pubblica amministrazione, che, ricordiamocelo, comunque conta, grosso modo, 3,2 milioni di dipendenti.
  Qui si avrà effettivamente un buon bacino di utenza, che può essere anche monitorato per valutare quanto questo fenomeno occupa trasversalmente culturalmente il nostro tessuto sociale.
  Da questo punto di vista, quindi, bisogna rafforzare le tutele esistenti a livello nazionale e dare anche la possibilità, secondo noi, di una mobilità oltre le regole che oggi esistono, cioè consentire ad una lavoratrice dipendente, nel pubblico in questo caso, che ha subìto violenza o che deve ricostruirsi un futuro, una vita o una professionalità, anche di allontanarsi quando questo è necessario e quando questo è richiesto dal contesto, a prescindere che sia un contesto normalmente tra quelli osmotizzati nell'ambito della Pubblica amministrazione. Quindi, è necessario rafforzare questo principio di tutela.
  In molti casi, anche il riferimento al contesto sociale è un contesto condizionante. Alcune forme di violenza possono svilupparsi e ripetersi in determinati contesti, se noi aiutiamo la Pag. 13lavoratrice a fuggire e quindi a ricevere queste tutele. Fuggire è una parola brutta, ad uscirne anche attraverso l'utilizzo della propria professionalità e del proprio lavoro. Questo può essere un metodo per riuscire a dare più capacità di ascolto. Quante volte magari qualcuno è condizionato nel fare una denuncia dal pensiero «E poi che faccio? Dove vado? Come vivo?». Se noi per quella categoria di lavoratori e di lavoratrici siamo in grado di offrire degli spunti nuovi di tutela, questo potrebbe essere già un modo per cercare di alleviare in parte il disagio che poi scaturisce da queste situazioni, questo oltre alla tutela che deve offrire il sistema giudiziario e il sistema penale, su cui noi, chiaramente, non abbiamo una competenza diretta.
  Questa potrebbe essere una linea di sviluppo, il rafforzamento delle tutele attraverso nuovi istituti per le lavoratrici.
  Qualche regione ultimamente si è mossa in questa direzione. Ad esempio, la Regione Sicilia ha introdotto delle misure di collocazione obbligatoria al lavoro. Questo è un caso da esaminare, da non escludere e da valutare, ovviamente con tutti i profili che ne derivano, del rispetto dell'articolo 97 della Costituzione, dei vincoli di finanza pubblica e quant'altro.
  Lo Stato può fare la sua parte sotto molteplici aspetti. Pregiudizialmente noi non escludiamo nessuno.

  PRESIDENTE. Grazie, dottore.
  Chiedo ai colleghi e alle colleghe se ci sono delle domande.
  Intanto gliene faccio io due, perché mi pare di capire che nel corso della narrazione che riguardava il tema della mobilità e dei trasferimenti, fatto salvo che poi non dovrebbe essere a carico della donna cambiare vita, e questa è una riflessione personale, ma penso condivisa anche da molte colleghe e dai colleghi, il tema su cui bisogna ancora lavorare nella Pubblica amministrazione è quello di concordare eventualmente questi trasferimenti in altre sedi. Il grande tema è che le donne vittime Pag. 14di violenza oggi possono accedere a dei permessi e a dei congedi; le chiedo se c'è questa dinamica anche nella Pubblica amministrazione e se le donne accedono a questa possibilità.
  Invece, in merito al testo unico, vorrei sapere – faccio questa domanda, ma eventualmente lei può anche, in seconda battuta, inviare la risposta a questa Commissione – se ci sono altre previsioni di natura secondaria che lei poi inserirebbe all'interno di un testo unico compilativo e quali potrebbero essere.
  Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  FILIPPO SENSI. Grazie per questa vostra audizione.
  Volevo chiederle se avete a disposizione dei dati sulle molestie sessuali nell'ambito del settore pubblico o se avete in animo di svolgere delle survey che vadano in questa direzione, per mappare qual è la situazione nell'ambito del settore pubblico.

  PRESIDENTE. Do la parola al nostro ospite per la replica.

  FRANCESCO RADICETTI, Capo dell'Ufficio legislativo del Ministro per la pubblica amministrazione. Comincio dall'ultima, che è la più semplice. Abbiamo in animo di farlo. Non abbiamo ancora i dati ufficiali, ma stiamo partendo così come siamo partiti da quattro mesi con questi moduli con la direttiva e con questi moduli formativi.
  L'obiettivo è cercare di mappare, anche sul posto di lavoro, cosa succede o se il posto di lavoro, soprattutto attraverso l'interlocuzione con i CUG, può essere un hub per cercare di spingere le persone a fare le denunce. Bisogna cercare di trovare anche una modalità di colloquio, di ascolto, per provare a superare le difficoltà che le vittime hanno nella narrazione di quello di cui effettivamente stanno soffrendo.Pag. 15
  Questo chiaramente comporta un approccio culturale nuovo, che l'Amministrazione non ha coltivato per alcuni anni e che quindi deve investire in modo particolare la dirigenza e gli apicali per scendere poi piano piano a tutti i livelli. Questo è l'impegno che ci siamo presi e che stiamo portando avanti.
  Le tutele per le vittime di violenza di genere sono contenute nel decreto legislativo n. 80 del 2015. Oggi hanno sostanzialmente due aspetti principali, la fruizione di permessi e le aspettative, che sono temporalmente limitati, tre mesi e un certo numero di ore nonché il diritto di trasformare il rapporto di lavoro in part-time o ripristinarlo a tempo pieno e quant'altro. È sufficiente?
  Un dato statistico specifico in realtà su questo focus ancora non è disponibile. L'utilizzo non è particolarmente elevato, da quello che sappiamo, ma vogliamo ancora acquisire dei dati specifici. Bisogna vedere se non è elevato perché non accade o se non è elevato perché a volte viene vissuto come un pregiudizio.
  Lei diceva giustamente che non è la vittima che deve scappare. Assolutamente no. A volte, però, dobbiamo fare in modo che ci siano tutte le condizioni affinché la persona riemerga e tiri fuori il malessere.
  Innanzitutto dobbiamo far sì che la lavoratrice non abbia pregiudizi di carriera, che questa aspettativa non sia penalizzante, che questa aspettativa o i permessi retribuiti o la trasformazione del rapporto di lavoro, soprattutto quando si è in presenza di disagi fisici conseguenti alle violenze subìte, non siano da ostacolo. Questo si fa, secondo noi, innanzitutto con un modello culturale. Non è un abdicare, non è un rinunciare a inserire delle norme o dei regolamenti, ma è il fatto che oggi noi tendiamo a normare, non in questo caso, tutto quello che culturalmente non riusciamo a far emergere.Pag. 16
  A volte la norma e la sanzione diventano il modo attraverso cui raggiungere un obiettivo laddove invece un'adeguata formazione e preparazione potrebbero portare allo stesso risultato. Qui no, noi dobbiamo essere rigidi, dobbiamo essere certi e far sapere a chi denuncia, a chi subisce che ha a disposizione una cassetta degli attrezzi che gli consente di superare, almeno lavorativamente, per questo aspetto, questo momento di grande dolore e di grande sofferenza.
  Cercare di far capire quali sono gli strumenti, implementarli e soprattutto farli conoscere, perché molto spesso non sono conosciuti.
  Anche dialogare con i CUG può essere un modo per canalizzare il lavoro. Dopodiché questi strumenti, a livello di fonte secondaria, possono essere implementati attraverso, secondo noi, un ampliamento dei periodi di aspettativa e l'introduzione di forme specifiche di mobilità volontaria, soprattutto attraverso modelli e metodologie di valutazione che consentano di appurare che nessuna vittima venga penalizzata dal ricorso a questi strumenti.
  Questo, secondo noi, è importante perché io devo poter denunciare in modo tranquillo e sereno sapendo che non ho nessun tipo di danno. Sarebbe assurdo pensare che ci sia tra le ipotesi di deterrenza della denuncia il fatto che ci siano ripercussioni sul posto di lavoro. Questo sul posto di lavoro pubblico non deve esistere. Dobbiamo, quindi, se serve, ulteriormente rafforzare questo concetto e soprattutto far conoscere tutti gli strumenti a disposizione del personale. Secondo noi, è importante. Il posto di lavoro potrebbe essere uno di quei posti in cui trovare ascolto. Sarebbe bello se la Pubblica amministrazione nei confronti delle sue lavoratrici desse anche questo tipo di...

Pag. 17

  PRESIDENTE. ...di corner, che non ci sono. Sono spesso lasciati alla libera volontà.

  FRANCESCO RADICETTI, Capo dell'Ufficio legislativo del Ministro per la pubblica amministrazione. Esatto. Sono un po' lasciati alla libera iniziativa. Non c'è regolamentazione.
  La nostra direttiva è importante. Dobbiamo fare in modo che ci siano dei modelli fisici riconoscibili, sistematici e soprattutto ci sia personale formato a fare questo. Stiamo iniziando questo lavoro, attraverso questa collaborazione. La direttiva è un punto di avvio. L'impegno è riuscire a portarli a una consistenza adeguata alle esigenze, perché, purtroppo, questo è un fenomeno che sta dilagando. Anche una attività nel mondo del lavoro pubblico si impone, in modo ancora più stringente rispetto a quello che stiamo già facendo.

  PRESIDENTE. Se non vi sono altri interventi da parte dei colleghi e delle colleghe, ringrazio il dottor Radicetti, che naturalmente ci farà avere la nota.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.05.