XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari

Resoconto stenografico



Seduta n. 30 di Mercoledì 13 marzo 2024
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Morrone Jacopo , Presidente ... 2 

Audizione del Capo della Polizia e Direttore generale della pubblica sicurezza, Vittorio Pisani:
Morrone Jacopo , Presidente ... 2 
Pisani Vittorio , Capo della Polizia e Direttore generale della pubblica sicurezza ... 4 
Morrone Jacopo , Presidente ... 11 
Petrucci Simona  ... 11 
Pisani Vittorio , Capo della Polizia e Direttore generale della pubblica sicurezza ... 12 
Lorefice Pietro  ... 15 
Borrelli Francesco Emilio (AVS)  ... 17 
Morrone Jacopo , Presidente ... 17 
Borrelli Francesco Emilio (AVS)  ... 17 
Iaia Dario (FDI)  ... 18 
Pisani Vittorio , Capo della Polizia e Direttore generale della pubblica sicurezza ... 19 
Morrone Jacopo , Presidente ... 25 
Pisani Vittorio , Capo della Polizia e Direttore generale della pubblica sicurezza ... 25 
Morrone Jacopo , Presidente ... 26 
Rubano Francesco Maria (FI-PPE)  ... 26 
Morrone Jacopo , Presidente ... 26 

(La seduta, sospesa alle 15.10, è ripresa alle 15.40) ... 26 

Comunicazioni del presidente:
Morrone Jacopo , Presidente ... 26 
Lorefice Pietro  ... 29 
Morrone Jacopo , Presidente ... 29  ... 29

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
JACOPO MORRONE

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Capo della Polizia e Direttore generale della pubblica sicurezza, Vittorio Pisani.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di Vittorio Pisani, capo della Polizia e direttore generale della pubblica sicurezza, che ringrazio della presenza. L'audito è accompagnato dalla dottoressa Elisabetta Mancini, capo della segreteria.
  Alcuni colleghi stanno arrivando, altri sono in collegamento poiché sono in Commissione e stanno votando.
  Avverto, inoltre, il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno, consentendo la Commissione, i lavori potranno proseguire in seduta segreta. Segnalo che in tal caso, per la parte di seduta sottoposta a regime di segretezza, saranno sospesi tutti i collegamenti da remoto e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati, che saranno tempestivamente riattivati alla ripresa della seduta libera.
  Al fine di assicurare il miglior svolgimento dei lavori, invito il nostro ospite a destinare, se è possibile, l'illustrazione di eventuali contenuti riservati alla parte finale della seduta.Pag. 3
  L'audizione odierna rientra nell'ambito del programma di audizioni, deliberato dall'Ufficio di presidenza nella riunione del 25 ottobre 2023, che mira ad approfondire questioni di carattere generale sulle materie oggetto d'inchiesta, ai sensi della legge istitutiva della Commissione. In particolare, la Commissione è chiamata a svolgere indagini atte a far luce sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari, con particolare riguardo alla verifica di comportamenti illeciti nell'ambito della pubblica amministrazione centrale e periferica, ovvero alla parte di soggetti pubblici o privati operanti nella gestione del ciclo dei rifiuti. La Commissione intende, inoltre, acquisire elementi di conoscenza utili a individuare eventuali connessioni tra tali comportamenti illeciti e altre attività economiche.
  In tal contesto, nell'ambito dell'attività di inchiesta avviata, la Commissione verifica, altresì, l'eventuale sussistenza di attività illecite relative alla gestione dei servizi di trattamento, smaltimento e recupero dei rifiuti da parte di soggetti pubblici o privati, con particolare riguardo anche ai sistemi di affidamento dei citati servizi nonché allo stato delle attività di bonifica dei siti risultati inquinati a seguito di mancato rispetto delle normative vigenti in materia ambientale.
  Da ultimo ricordo che, in forza della legge istitutiva della Commissione, che ne ha ampliato la fattispecie oggetto d'indagine, rientrano nell'inchiesta avviata anche quelle attività illecite perpetrate nel settore agricolo e agroalimentare, comprese quelle connesse a forme di criminalità organizzata, connesse anche attraverso sofisticazioni e contraffazioni di prodotti enogastronomici, di etichettature e di marchi di tutela, compreso il traffico illecito, anche transfrontaliero, dei prodotti con marchio made in Italy contraffatti o alterati.Pag. 4
  Cedo, dunque, la parola al dottor Pisani per lo svolgimento della sua relazione introduttiva, al termine della quale i colleghi parlamentari potranno rivolgere eventuali domande o richieste di chiarimento.

  VITTORIO PISANI, Capo della Polizia e Direttore generale della pubblica sicurezza. Grazie, presidente. Buongiorno a tutti. Vorrei iniziare questa relazione evidenziando anzitutto un aspetto, che è il filo conduttore della materia. Il rischio di ingerenza criminale in questo settore è determinato soprattutto da una incapacità infrastrutturale complessiva del sistema nazionale di procedere allo smaltimento in autonomia dei rifiuti: di tutti i rifiuti (rifiuti solidi urbani, rifiuti speciali, rifiuti pericolosi di diversa tipologia).
  L'Italia è il quarto Paese in Europa in termini di tonnellate per smaltimento dei rifiuti mediante combustione. A fronte di questa collocazione dell'Italia in termini di produzione e smaltimento per combustione, abbiamo un forte gap infrastrutturale: siamo il quarto Paese in Europa, dopo Gran Bretagna, Francia e Germania. Però, mentre in Germania vi sono 96 termovalorizzatori e in Francia 126 termovalorizzatori, in Italia abbiamo soltanto 37 termovalorizzatori. Chiaramente, questa impossibilità di chiudere il cosiddetto «ciclo dei rifiuti» nell'ambito del territorio nazionale determina una serie di criticità, criticità che costituiscono l'area in cui si va ad infiltrare la criminalità.
  Il primo strumento di prevenzione dell'infiltrazione criminale nel settore dei rifiuti, considerato, chiaramente, il grande margine di guadagno che questo settore consente all'operatore economico di realizzare, consiste nella capacità di chiudere il ciclo dei rifiuti in ambito nazionale, anche se l'ideale sarebbe cercare di chiudere il ciclo dei rifiuti in ambito regionale. Questo perché la mancanza di capacità di chiusura del ciclo dei Pag. 5rifiuti in ambito regionale – e ancor di più in ambito nazionale – determina il fenomeno maggiormente a rischio, ovvero della movimentazione e del trasporto dei rifiuti. Si registra, quindi, in questo settore, un forte rischio di infiltrazione criminale, soprattutto in alcune regioni come quelle del Sud Italia, dove già vi è il rischio di infiltrazione della criminalità organizzata nelle procedure di gara per l'affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani o anche per le attività di smaltimento dei rifiuti. Dobbiamo tener presente che tra le motivazioni a supporto dei provvedimenti, adottati su proposta delle prefetture, di scioglimento di enti locali, spesso vi è l'irregolarità nelle procedure di gara nel settore della gestione dei rifiuti solidi urbani, appunto perché si sono verificate infiltrazioni della criminalità organizzata in quel settore. Già il settore, quindi, di per sé, è molto delicato perché è sempre oggetto di mira della criminalità organizzata, a maggior ragione laddove, nell'impossibilità di realizzare la chiusura del ciclo dei rifiuti, si verifica una serie di fenomeni consequenziali a questo gap infrastrutturale italiano, che favorisce l'infiltrazione della criminalità. La prima questione è la movimentazione dei rifiuti. Dobbiamo immaginare che solo la Polizia stradale, nell'anno 2023, ha rilevato, per infrazione di illeciti amministrativi sul controllo di merci pericolose, 3.210 violazioni amministrative; parliamo soltanto di violazioni amministrative connesse al controllo del trasporto di merci pericolose e di rifiuti pericolosi. Che cosa determina la movimentazione dei rifiuti? Innanzitutto è molto difficile seguire il ciclo dei rifiuti dall'origine fino alla destinazione finale e, in questo, forse, prevedere l'implementazione del registro nazionale elettronico per la tracciabilità dei rifiuti sarebbe molto importante. Il trasferimento dei rifiuti determina un elevato costo e, qui, si inserisce una serie di possibili commissioni di reati: anzitutto, la falsa certificazione Pag. 6dell'origine del rifiuto e, quindi, una possibile attività illegale, che significa l'alterazione della classificazione originaria del rifiuto, che potrebbe consentire all'azienda di smaltire come ordinario un rifiuto che, invece, in origine è un rifiuto pericoloso o un rifiuto speciale; vi è poi la falsificazione della documentazione di trasporto, che si trasduce in un aumento esponenziale del costo dello smaltimento del rifiuto, che poi, chiaramente, si riverbera sul costo che paga il cittadino in termini di tassa comunale. Ci troviamo di fronte, quindi, al fenomeno della movimentazione dei rifiuti, che peraltro incide anche, paradossalmente, sulla produzione di CO2, soprattutto quando questo rifiuto viene trasferito con mezzi di trasporto che determinano un aumento della produzione di CO2, con un trasferimento di rifiuti all'estero che determina un aumento del costo dello smaltimento, con questo costo che va a incidere, chiaramente, sui bilanci comunali e che, di conseguenza, si riversa sulle tasse che vengono pagate dai cittadini.
  Il gap infrastrutturale del sistema nazionale, che non consente lo smaltimento dei rifiuti in ambito nazionale, soprattutto con riguardo ai rifiuti speciali e ai rifiuti pericolosi, incide enormemente sui costi aziendali perché, nel momento in cui le aziende private produttrici di rifiuti devono affrontare un costo elevato per lo smaltimento dei rifiuti, questo costo elevato, che incide potenzialmente in maniera consistente sul bilancio delle aziende, crea inevitabilmente un'induzione alla ricerca di procedure di smaltimento illecito dei rifiuti che possano abbassare i costi aziendali. Di qui abbiamo le classiche ipotesi di sversamento dei rifiuti, oppure interramento dei rifiuti, oppure combustione illecita dei rifiuti e, di qui, poi si arriva all'inevitabile ingerenza della criminalità organizzata perché, nel momento in cui vengono realizzate queste pratiche illecite di smaltimento dei rifiuti mediante interramento, sversamento o combustione Pag. 7dei rifiuti, essendo attività illecite che vengono realizzate sul territorio, per la criminalità organizzata – che ha il controllo del territorio – diventa anche facile acquisire il controllo di queste attività illecite, che necessariamente presuppongono un controllo del territorio laddove vengono realizzate.
  Da questo punto di vista, andando forse al di fuori della mia competenza, lancio una proposta: andrebbe forse fatta una riflessione su misure di incentivazione fiscale allo smaltimento legale dei rifiuti, soprattutto per il settore privato, non per il settore pubblico, che oggi sopporta un costo enorme per lo smaltimento dei rifiuti, costo che ha una forte incidenza sul bilancio aziendale. Addirittura lo smaltimento illegale potrebbe, di fatto, per la società che realizza lo smaltimento illegale dei rifiuti, porre in una condizione di concorrenza sleale rispetto ad un'altra azienda che opera nello stesso settore e che, invece, realizza lo smaltimento legale dei rifiuti. Quindi, un'iniziativa di incentivazione volta a favorire gli imprenditori che praticano lo smaltimento legale dei rifiuti, potrebbe abbassare l'induzione a realizzare lo smaltimento illegale e, quindi, diminuire in termini preventivi l'area di operatività della criminalità organizzata.
  Queste criticità favoriscono l'infiltrazione della criminalità organizzata perché, al di là dell'infiltrazione ab origine, che si può verificare in tutti i territori nazionali, soprattutto nel Sud, molti dei provvedimenti di scioglimento di enti locali sono anche determinati da infiltrazioni della criminalità nelle procedure di gara per l'affidamento della raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Le indagini che si sono svolte, ormai da tempo, sul territorio nazionale hanno rilevato che anche da parte delle procure di Milano, Firenze e Roma vi sono state indagini che hanno portato anche all'emissione di misure restrittivePag. 8 nei confronti di imprenditori e di società per infiltrazione della criminalità organizzata nel settore dei rifiuti.
  Indubbiamente, questo stato di deficit infrastrutturale, che determina di fatto una situazione emergenziale continua per molti enti locali sul territorio nazionale, favorisce l'infiltrazione della criminalità organizzata, ma impedisce anche una serie di iniziative, come la trasformazione verso un'economia sempre più green perché, laddove il nostro sistema vive in un continuo stato emergenziale, vi è anche la difficoltà, da parte degli organi competenti e delle amministrazioni competenti, di avviare quei processi di rivoluzione green che consentirebbero una gestione migliore del rifiuto e una tutela dell'ambiente.
  Sarebbe fondamentale, pertanto, cercare di recuperare questo gap infrastrutturale, affinché venga consentito sia alle amministrazioni pubbliche, sia alle ditte private lo smaltimento dei rifiuti mediante pratiche legali, evitando, così, il trasferimento dei rifiuti all'estero, perché la movimentazione dei rifiuti, come ho precisato, è l'area di maggiore rischio e criticità. Il trasporto dei rifiuti all'estero significa una spesa per lo smaltimento sia per l'ente pubblico che per l'azienda privata, con enorme aumento dei costi, il che potrebbe indurre un'azienda a una serie di commissione di reati, primo tra i quali la cosiddetta «declassificazione» del rifiuto, magari da rifiuto speciale o pericoloso a rifiuto ordinario.
  Avere la capacità di chiudere il ciclo dei rifiuti in ambito regionale o addirittura in ambito nazionale, è un obiettivo che sicuramente consentirebbe la prevenzione non solo della commissione di una serie di illeciti ambientali ma, soprattutto, la prevenzione del rischio dell'infiltrazione della criminalità. Il gap infrastrutturale determina, di fatto, un aumento dei costi, l'aumento dei costi aziendali determina un'induzione a una serie di pratiche illecite per favorire uno smaltimento dei rifiuti Pag. 9che abbia un costo minore e questa induzione va a creare un'area grigia dove trova spazio l'infiltrazione della criminalità. Parliamo di una criminalità organizzata nel momento dello smaltimento finale, mediante interramento, sversamento o combustione che si realizza sul territorio, o altre forme di criminalità, che possono essere la falsa certificazione del rifiuto o la falsa documentazione di trasporto.
  Per quanto riguarda l'impianto normativo, le modifiche che sono state apportate al codice penale con il titolo dedicato ai reati contro l'ambiente (articolo 452-bis e seguenti) allo stato sono sicuramente sufficienti in termini di politica criminale e di repressione delle condotte. Vorrei precisare che, rispetto alle attività delle forze dell'ordine, in questo settore la competenza primaria è dell'Arma dei carabinieri, che opera con strutture specializzate per la repressione dei reati in materia ambientale. Il numero complessivo dei denunciati nell'anno 2022 (dati 2023 non consolidati) per tutta una serie di reati previsti dal codice penale è superiore a mille (parlo di persone che sono state denunciate per questa tipologia di reati).
  A chiusura del sistema del ciclo dei rifiuti svolge una funzione fondamentale il cosiddetto «sistema consortile», un sistema creato in Italia principalmente con l'obiettivo di ottimizzare la raccolta differenziata, affinché il rifiuto differenziato possa essere trasformato in materia prima seconda e, quindi, evitare il consumo della materia prima originaria.
  In Italia abbiamo una serie di consorzi – il Corepla per la plastica, il Polieco per il polietilene, il Comieco per la carta e il cartone, il Coreve per il vetro, il Rilegno per il legno, il Ricrea per l'acciaio e il Cial per l'alluminio; penso di averli menzionati tutti – nati con l'obiettivo di favorire il riciclo dei rifiuti e, quindi, ottimizzare la raccolta differenziata. La percentuale di raccolta differenziata che viene praticata nel nostro Paese in Pag. 10alcuni settori è al livello dello standard richiesto dalla Commissione europea, in altri addirittura è superiore, in altri ancora non è stato raggiunto. Anche qui ci sono elementi di criticità su cui occorre focalizzare l'attenzione. Relativamente al rifiuto differenziato che va nelle cosiddette «piattaforme di selezione» viene individuata, durante questo processo di selezione, la percentuale di tale rifiuto differenziato effettivamente idonea a essere trattata e trasformata in una materia prima seconda, per la successiva produzione di plastica riciclata, vetro riciclato e via elencando. Ebbene, il calcolo della percentuale del rifiuto effettivamente utile ad essere trattato come materia prima seconda è un momento molto critico, su cui va posta l'attenzione, perché una percentuale inferiore a quella effettivamente utile del rifiuto differenziato raccolto determina una produzione inferiore di materia prima seconda, il che si traduce in una minore vendita del rifiuto differenziato nelle aste telematiche che vengono effettuate dal consorzio. Questo significa due rischi: un danno economico per i comuni, dal momento che essi ricevono i contributi in base alla percentuale di rifiuto differenziato raccolto e soprattutto in base al rifiuto ritenuto utile ai fini della produzione di materia prima seconda; un danno per l'industria nazionale perché, nel momento in cui sul mercato viene immessa poca materia prima seconda, significa che l'industria nazionale del riciclo non riesce a trovare un adeguato sviluppo, ma soprattutto che le industrie produttrici di determinati beni sono costrette a rifornirsi di materie prime originarie, che possono avere sul mercato un costo superiore alla materia prima seconda.
  Anche sul sistema consortile, quindi, bisogna dare la giusta attenzione, perché se tale sistema non funziona adeguatamente, così come era stato previsto dal legislatore, può determinare sia un danno economico che un danno ambientale, perché nel Pag. 11momento in cui la percentuale di immissione sul mercato di materia prima seconda è inferiore alla reale possibilità del sistema di raccolta differenziata si determina inevitabilmente un consumo della materia prima (penso, ad esempio, alla materia fossile per la produzione della plastica o alla cellulosa per la produzione della carta e del cartone). Io ho concluso e resto a disposizione per eventuali domande e chiarimenti.

  PRESIDENTE. La ringrazio, dottor Pisani. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre questi o formulare osservazioni.

  SIMONA PETRUCCI(in videocollegamento). Ho seguito l'illustrazione del dottor Pisani, che ringrazio per la relazione. Lei ha detto che sono state elevate circa 3.200 sanzioni per quanto riguarda il trasporto. Ebbene, vorrei avere informazioni più dettagliate, ossia dove si sono concentrate, in quale regione, località o area italiana e dove sono state elevate in misura maggiore e la loro tipologia. Lei ha parlato di trasporto, ma intendeva prevalentemente trasporto di rifiuti provenienti da impianti, quindi da autorizzazioni dichiarate, oppure di rifiuti che non appartenevano a nessun tipo di impianto e, quindi, rientranti completamente in un ciclo illegale?
  Vorrei conoscere, inoltre, qual è la tipologia di rifiuti che viene maggiormente sanzionata, ovvero qual è il codice EER (elenco europeo dei rifiuti) e quale tipologia, se pericolosi o non pericolosi. Per quanto riguarda l'impiantistica, lei ha parlato dell'esistenza di un grande gap tra noi e il resto d'Europa e della mancanza completa di impianti per chiudere il ciclo del trattamento dei rifiuti. Ebbene, dove emerge questo maggiore gap? Quali sono le regioni che risentono maggiormente della mancanza di infrastrutture e, quindi, di impianti per chiudere il ciclo? Si tratta solo di termovalorizzatori, come lei diceva Pag. 12all'inizio, oppure anche di impianti che trattano altri tipi di materie? Parlo di materie nobili, di rifiuti nobili, quelli che i consorzi poi acquisiscono per dare origine alla materia prima seconda. Quindi, vorrei sapere se sono state comminate sanzioni e che tipologia di sanzioni agli impianti esistenti sui territori e, se sì, a quali impianti.
  Un'ultima domanda, che mi rendo conto essere abbastanza ampia – per cui eventualmente possiamo poi mandarle per iscritto il dettaglio – è relativa alla normativa che riguarda i consorzi. I comuni e gli ambiti territoriali ottimali (ATO) si occupano della raccolta differenziata dei rifiuti, che poi viene mandata ai consorzi in base alla tipologia di rifiuto, dopodiché i consorzi danno una valutazione a quel rifiuto in base alla bontà del rifiuto stesso, quindi al quantitativo di rifiuto buono (ad esempio, se solo plastica e quindi poco materiale sporco, oppure poca plastica e quindi tanto materiale sporco). Ebbene, le chiedo se avete mai fatto accertamenti su questi impianti per valutare se effettivamente il rifiuto che arrivava, dichiarato più o meno sporco, con una percentuale di purezza di plastica, vetro, carta e via elencando, in realtà fosse effettivamente come dichiarato o meno. In altri termini, le chiedo se quanto veniva dichiarato effettivamente poi si ritrovava nell'impianto perché questo è un elemento importante in particolare per i comuni, in quanto se arriva una plastica pulita al comune, per questa viene riconosciuta una certa cifra, mentre invece se la plastica ha una purezza inferiore all'80 per cento, al comune non viene riconosciuto quasi nulla. Le chiedo, quindi, se sono stati fatti questi tipi di accertamento e, se sì, presso quali consorzi.

  VITTORIO PISANI, Capo della Polizia e Direttore generale della pubblica sicurezza. Per quanto riguarda i controlli sui trasporti, innanzitutto voglio fare una premessa di fondo perché penso che saranno auditi il comandante generale dell'Arma dei Pag. 13carabinieri e il comandante generale del Corpo della Guardia di finanza; quindi, anche per una questione di cortesia istituzionale, non vorrei toccare argomenti che rientrano nelle loro competenze e che sono indice delle attività che vengono svolte dalle loro forze di polizia. Noi siamo una forza di polizia a competenza generale e la nostra competenza abbraccia tutte le attività investigative che vengono svolte sul territorio di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore dei rifiuti. Invece, alcune tematiche che sono state toccate nel dettaglio dalla senatrice Petrucci, che riguardano soprattutto i controlli nella fase dei trasporti – e, quindi, gli eventuali accertamenti per verificare la veridicità o meno della documentazione fiscale relativa sia alla classificazione del rifiuto, sia ai documenti di trasporto dei rifiuti – sono competenza specifica della Guardia di finanza, quindi loro sono sicuramente in possesso dei dati richiesti.
  Per quanto riguarda i controlli delle piattaforme di selezione dei consorzi – la senatrice Petrucci ha toccato con precisione l'argomento della purezza del rifiuto differenziato, che poi determina la materia prima seconda, ma soprattutto determina l'entità del contributo che dal consorzio viene restituito al comune – quella è un'attività che viene svolta principalmente dall'Arma dei carabinieri. Mi faccio carico, rispetto a questi due aspetti – se lei, presidente, è d'accordo – di indicare ai comandanti, sia dell'Arma dei carabinieri, sia del Corpo della guardia di finanza, le due richieste della senatrice Petrucci; loro, sicuramente, relativamente all'entità dei controlli svolti sia sul trasporto dei rifiuti che sulle piattaforme di selezione dei consorzi, hanno i dati statistici dei controlli e delle attività svolte, perché queste sono attività che vengono portate avanti dai loro reparti speciali. Io, quando ho citato i controlli della polizia stradale, i 3.200 controlli sui trasporti di merci pericolosePag. 14 – sicuramente posso far pervenire alla Commissione la mappatura dei controlli effettuati sul territorio nazionale, con l'indicazione delle aree – ho segnalato questo indice per rappresentare l'elemento sintomatico di come il trasporto e la movimentazione del rifiuto sia uno dei vulnus del sistema. Più il trasporto del rifiuto è lungo, dalla produzione al momento dello smaltimento, più aumenta il costo, più cresce l'induzione alla commissione di una serie di reati, tra cui figurano la declassificazione del rifiuto, la falsificazione della documentazione del trasporto e via elencando. Anche sotto questo profilo mi faccio carico di far recapitare alla Commissione la mappatura dei controlli che sono stati effettuati dalla polizia stradale sul territorio. Posso anche far recapitare alla Commissione l'indicazione delle operazioni di polizia giudiziaria svolte negli ultimi anni in materia di infiltrazione nel settore dei rifiuti da parte della criminalità organizzata, con le misure cautelari che sono state emesse. Lo ripeto: mi faccio carico di informare preventivamente – se il presidente è d'accordo – i comandanti dell'Arma dei carabinieri e del Corpo della Guardia di finanza sulle due richieste della senatrice Petrucci, perché loro sicuramente, più di me, sono in grado di rispondere nel dettaglio, sia per quanto riguarda i controlli sul trasporto dei rifiuti, sia per quanto riguarda i controlli sulle piattaforme di selezione, perché rientrano nella loro competenza specifica.
  Per quanto riguarda il gap infrastrutturale, così come evidenziato, dei 37 termovalorizzatori dislocati sul territorio nazionale, 26 sono al Nord. Già questo determina una movimentazione dei rifiuti dal Sud verso il Nord, purtroppo da regioni a maggior rischio di infiltrazione della criminalità organizzata rispetto alla regione di destinazione finale del rifiuto, il che, purtroppo, determina inevitabilmente un'area di criticità, laddove la criminalità organizzata, nelle regioni di partenza del Pag. 15rifiuto, riesce a infiltrarsi ab origine per gestire il trasporto verso gli impianti di smaltimento ubicati al nord. Anche qui, chiaramente, la gestione del trasporto in forma legale ha un determinato costo, mentre in forma illegale ha un costo di diverso, per cui questa rappresenta un'area molto sensibile e molto appetibile per la criminalità.

  PIETRO LOREFICE. Signor presidente, ringrazio il capo della Polizia. Io sono arrivato dopo qualche minuto che lei ha iniziato la relazione e non penso di aver sentito alcune informazioni legate a come la Polizia di Stato fa anche la formazione interna al proprio personale. È chiaro che sulle maggiori arterie, autostrade e strade statali, c'è la polizia stradale. Lei ha evidenziato che non avete una competenza specialistica esclusiva su questo, però i controlli in buona parte li fate voi. È emerso in altre audizioni, da parte di alcuni procuratori della Repubblica, la necessità di aumentare il livello di conoscenza, almeno di base, di quei reparti, nei vari apparati dello Stato (Polizia, Arma dei carabinieri e Guardia di finanza), che abbiano maggiori conoscenze – non dico competenze specifiche – e hanno portato all'attenzione della Commissione anche qualche esempio, che vorrei condividere con lei. Ad esempio, ci sono organizzazioni criminali che per smaltire un rifiuto liquido spesso che cosa fanno? Caricano la cisterna, con tanto di formulari, lasciano semiaperta la valvolina e sversano sul manto stradale, per chilometri e chilometri, un rifiuto (speciale, pericoloso, poco importa). I vostri reparti, quando fate i controlli su strada, in alcuni casi – raramente – avete a supporto unità pure per la pesatura. Le chiedo, pertanto, visto quanto ci è stato rappresentato da autorevoli procuratori della Repubblica, siccome è un'esigenza, o meglio una necessità oggettiva, le chiedo se anche a lei, in quanto vertice della Polizia di Stato, è stata rappresentata questa esigenza, questa necessità. State pensando Pag. 16di aumentare il livello di conoscenza tramite formazione continua al vostro personale interno? Se sì, come?
  Le faccio altre due domande. La prima è legata alle white list presso le prefetture. Voi spesso siete i partner privilegiati di tante prefetture in Italia e lei sa benissimo che le white list vengono utilizzate come prassi per fare una sorta di verifica a monte dei requisiti di tutti quei soggetti che vogliono partecipare a gare pubbliche, anche nel mondo dei rifiuti. Pertanto, dovrebbe esserci, tramite la prefettura e gli apparati di polizia ad essa collegati, una verifica a monte di tutte le aziende che vogliono partecipare a bandi pubblici, e non solo, anche per l'iscrizione ai registri regionali. Voi venite coinvolti e in che modo? Quali verifiche fate a supporto? Il sistema della white list lo reputa adeguato, utile, efficace ed efficiente, oppure ha da proporre qualche miglioramento?
  Vengo all'ultima domanda. Lei ha parlato di incentivi alle aziende per far sì che lo smaltimento sia incoraggiato, però lei sa benissimo che ci sono varie tipologie di rifiuti. La classificazione classica è: rifiuto urbano e speciale, con le due categorie dei non pericolosi e pericolosi. Vediamo quindi gli speciali, che rappresentano una grossa fetta a livello nazionale. Mentre per il mondo degli imballaggi, con il sistema Conai, abbiamo un contributo ambientale a monte che, in linea teorica, dovrebbe anche essere utilizzato per campagne di informazione e formazione e per remunerazione, per contribuire a un sistema virtuoso, per gli altri comparti tutto questo non avviene. Pertanto, quando lei propone un sistema di incentivi, ha già un'idea o è una proposizione generica? Vuole mutuare un sistema come quello Conai? Chiaramente, un incentivo tout court andrebbe ribaltato all'utilizzatore finale o alle aziende legate alla filiera, ma lo Stato dove prende le risorse? La sua proposizione è Pag. 17interessante, ma ha già un'idea? Presidente, per ora mi fermo, poi magari integro. Grazie.

  FRANCESCO EMILIO BORRELLI(in videocollegamento). Presidente, io sono venuto all'inizio, ma purtroppo c'era in contemporanea la Commissione finanze, quindi a un certo punto mi sono dovuto scollegare.

  PRESIDENTE. Certo, lo abbiamo specificato ad apertura dei lavori.

  FRANCESCO EMILIO BORRELLI(in videocollegamento). Mi scuso, perché volevo essere presente. Saluto il dottor Pisani e vorrei innanzitutto complimentarmi con lui perché è di oggi un'operazione della squadra mobile di Napoli, in particolare del reparto di Scampia, che ha portato alla scoperta di una discarica abusiva di rifiuti all'interno di un campo rom. Presidente, per capirci, è proprio quello dove siamo andati noi, dove io le suggerii di andare a fare un sopralluogo e dove ci incontrammo con tutta una serie di cittadini, amministratori e soggetti che dicevano che erano tutte brave persone e che erano altri a smaltire. In realtà, la procura antimafia e le forze dell'ordine hanno scoperto una cosa che era sotto gli occhi tutti: arrivavano soggetti del nostro territorio, della nostra nazione con rifiuti speciali, compresi rifiuti speciali estremamente inquinanti – tipo i copertoni di macchine o camion, poi bruciati – e in cambio di denaro i rom li smaltivano. Questo è stato fatto oggi, con l'arresto di quattro persone. Io mi complimento di questa cosa, ma sottolineo un fatto: non è una novità! Quindi, chiedo al dottor Pisani di sapere in che modo, per essere operativi, noi possiamo supportare o quali sono ulteriori strumenti che alla Polizia di Stato possono essere utili per fronteggiare lo smaltimento dei rifiuti illecito, illegale e pericoloso per la salute. Tra Pag. 18l'altro, voglio sottolineare che nel caso specifico di quell'area di Scampia c'erano tantissimi bambini di etnia rom, che noi dobbiamo cercare in tutti i modi di salvare, e a fianco c'è una scuola.
  Concludo facendo una piccola considerazione su un aspetto che è stato detto. È vero che la gran parte degli impianti di termovalorizzazione o di incenerimento – o come li vogliamo definire – sta al Nord, ma è altrettanto vero che il movimento di mezzi che arriva al Sud o che è arrivato lì, come è stato riscoperto purtroppo con la storia della «Terra dei fuochi», era di industrie o di grossi imprenditori del Nord, i quali venivano a sversare rifiuti, con la complicità della camorra, sui nostri territori, inquinando il Sud. Quindi, il rischio che corriamo è che verso il Nord si movimentano rifiuti di piccole aziende – anche perché purtroppo dal punto di vista industriale il sud è desertificato – e verso il Sud si movimentano rifiuti speciali pesanti, ovvero fusti altamente inquinanti e dannosi per la salute. Per questa ragione, la mia richiesta al dottor Pisani è di sapere quale potrebbe essere l'attività che, tramite la Commissione ecomafie, può essere messa in piedi per avanzare proposte normative o proporre fondi speciali, ovvero l'istituzione di un organo che la Polizia di Stato ritenga utile a fronteggiare uno dei grandi temi del nostro Paese, vale a dire le ecomafie.

  DARIO IAIA. Buongiorno, dottor Pisani. Vorrei soltanto qualche chiarimento. La nostra è una Commissione di studio e di indagine relativamente al ciclo dei rifiuti e lei ha correttamente – noi lo condividiamo – rappresentato le criticità riguardo alla mancata chiusura del ciclo dei rifiuti soprattutto nelle regioni del Sud. Questo è un dato di fatto. Penso, per esempio, alla mia regione, la Puglia, che ha soltanto due termovalorizzatori, a differenza, per esempio, della Lombardia che ne ha tredici o dell'Emilia-Romagna che ne ha – mi pare Pag. 19– nove. Chiaramente, la mancanza di questi impianti per la chiusura del ciclo dei rifiuti e l'uso delle discariche, a fronte di costi esorbitanti (parliamo di 150-200 euro a tonnellata ma in alcuni casi anche di più, anche se questa chiaramente non è una giustificazione), portano i privati e le imprese a scegliere altre strade per lo smaltimento dei rifiuti. Detto questo, le pongo due rapidissime domande. Nell'ambito del business della criminalità organizzata, quale ruolo, quale rilievo ha il traffico illecito dei rifiuti rispetto al business complessivo? Voi avete elementi, derivanti chiaramente dalle indagini e dalle inchieste che avete svolto, per far comprendere a questa Commissione se gli utili derivanti da questo traffico illecito dei rifiuti, in parte o completamente, vengono utilizzati per l'alimentazione di altri traffici (penso alla droga e alle armi)? Che collegamento esiste tra gli utili derivanti dal traffico illecito dei rifiuti e il mercato delle armi e della droga? Grazie.

  VITTORIO PISANI, Capo della Polizia e Direttore generale della pubblica sicurezza. Parto dalle domande poste dal senatore Lorefice. La polizia stradale nasce storicamente per una competenza molto specifica, ovvero le infrazioni al codice della strada, e su questo si sta facendo una riflessione se estendere le competenze della polizia stradale anche in materia ambientale al momento del trasporto. Se il trasporto dei rifiuti avviene sostanzialmente su strada, quindi non solo via mare – sappiamo che alcuni trasporti di rifiuti avvenivano via mare tramite il porto di Civitavecchia – o in alcuni casi via treno, se questo trasporto di rifiuti sulla strada, che oggi è diventato assolutamente consistente per tutti i motivi che abbiamo detto (ad esempio, per le distanze enormi tra luogo di produzione e luogo di smaltimento), occorre ampliare le competenze della polizia stradale in materia ambientale. In quel caso, infatti, non si tratta soltanto di accertare infrazioni al codice della strada Pag. 20per il trasporto di merci pericolose, ma si tratta anche di accertare, con una competenza specifica, soprattutto la regolarità della documentazione di trasporto. A tale riguardo voglio fare una precisazione. In quel momento incide la capacità dell'organo accertatore di verificare se la documentazione di trasporto sia corrispondente alla tipologia di rifiuto e se la documentazione relativa alla classificazione del rifiuto sia una documentazione originariamente veritiera, oppure ab origine falsa. Si tratta attualmente – non voglio assolutamente negarlo – di competenze che la polizia stradale non ha, su cui si sta facendo una riflessione, perché nella fase di riorganizzazione della Polizia di Stato e dell'atto ordinativo unico, che deve essere concluso entro dicembre 2024, si sta discutendo anche della possibilità di ampliare le competenze della polizia stradale in materia di controllo ambientale. Chiaramente, tale questione va affrontata d'intesa con le altre forze di polizia, perché nel 2017 è stata introdotta la normativa, allorquando fu disposto l'assorbimento della polizia forestale da parte dell'Arma dei carabinieri, che ha riordinato le competenze specialistiche per materia delle varie forze di polizia, affidando la competenza in materia ambientale all'Arma dei carabinieri per quanto riguarda l'agroalimentare e l'ambientale, e alla Guardia di finanza per quanto riguarda i controlli fiscali di regolarità della documentazione relativa ai due settori.
  Bisogna sicuramente fare una riflessione su tale questione perché, oggettivamente, oggi, essendo sensibilmente aumentato, per via del gap infrastrutturale, il trasporto anche su gomma del rifiuto, si pone l'opportunità di effettuare maggiori controlli su strada e individuare un'area di competenza della polizia stradale anche in questo settore, che determina chiaramente una necessità di formazione specifica. La Polizia di Stato è principalmente e storicamente deputata al contrasto alle attività Pag. 21criminali, come nel caso della operazione citata dall'onorevole Borrelli e fatta questa mattina a Napoli, così come all'infiltrazione della criminalità organizzata nel settore, quindi anche al compimento di una serie di reati fini che possono essere commessi dalle organizzazioni di stampo camorristico o di stampo mafioso sul territorio del Sud Italia sia relativamente alle infiltrazioni nelle procedure di gara, sia all'irregolare smaltimento dei rifiuti. Tuttavia, in questo caso si tratta sempre di indagini che non nascono con l'obiettivo di andare a colpire il reato fine, perché tale reato, nell'ambito delle ripartizioni di competenze, è di competenza dell'Arma dei carabinieri o della Guardia di finanza. Si tratta di risultati finali che nascono dall'obiettivo di colpire l'organizzazione criminale, dal momento che dalle indagini nei confronti dell'organizzazione criminale si scopre che tra i reati fini commessi da tale organizzazione non c'è soltanto il traffico di droga o il traffico di armi, ma vi è anche l'infiltrazione nella gestione illecita dei rifiuti.
  La white list è sicuramente uno strumento di grande utilità. Nelle prefetture vi è il gruppo interforze antimafia (GIA), che è composto da rappresentanti della Polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri, del Corpo della Guardia di finanza e della DIA, presieduto generalmente da un viceprefetto delegato dal prefetto, che provvede sia alle questioni relative alla emissione dell'interdittiva antimafia, sia alla verifica dei presupposti per la redazione della white list. La white list sicuramente agevola di gran lunga la contrattazione da parte della pubblica amministrazione perché, nel momento in cui viene bandita una gara d'appalto e il soggetto è inserito in una white list, mentre un tempo bisognava chiedere la certificazione antimafia, sia per la partecipazione alla gara che per la contrattazione successiva, adesso la white list facilita il momento della contrattazione anche da parte della pubblica amministrazione. Vi è periodicamentePag. 22 l'aggiornamento della white list, quindi vengono svolte le sedute in prefettura per verificare se rispetto a una ditta inserita in white list siano mutati i presupposti informativi – e, quindi, deve essere rimossa dalla white list – oppure siano sono ancora sussistenti i presupposti di onorabilità e di regolarità, senza infiltrazioni, che consentono di mantenere la società nella white list. Sicuramente, questo è un sistema molto funzionale che agevola di gran lunga le procedure di gara e la capacità di contrattazione della pubblica amministrazione. Sull'interdittiva antimafia, peraltro, di recente, noi ci stiamo facendo promotori, sia insieme alla DIA (che dipende dal dipartimento della pubblica sicurezza), sia alla direzione centrale anticrimine, di un'ulteriore direttiva che verrà emanata agli organi territoriali sulla base di una sentenza emessa dalla Sezione III del Consiglio di Stato pochi anni fa – d'intesa con il presidente Maruotti che è attualmente presidente del Consiglio di Stato – in cui sono stati indicati in maniera tassativa gli indici che devono essere tenuti presenti nell'emissione di un'interdittiva antimafia. Questo perché bisogna assolutamente uniformare sul territorio nazionale i procedimenti di valutazione per l'emissione di un'interdittiva antimafia, affinché vi sia non solo un rigoroso intervento in termini di emissione di un'interdittiva antimafia, ma anche di valutazione della sussistenza reale dei presupposti, per evitare che una misura come questa – che è fortemente invasiva dell'economia – sia fortemente anticipata come soglia, con conseguenze per l'operatività delle aziende. Quindi, anche sotto questo profilo, ci stiamo facendo carico dell'emissione di una circolare che vada a richiamare i nostri organi territoriali, affinché i parametri di valutazione indicati dal Consiglio di Stato vengano pienamente rispettati sia in termini positivi che in termini negativi. Con riferimento all'incentivo, il mio era un invito rivolto alla politica a considerare la questione. Questo Pag. 23perché è inevitabile che, in un sistema nazionale che non è in grado di offrire, da un punto di vista infrastrutturale, una capacità di chiudere il ciclo dei rifiuti, questa incapacità complessiva del sistema nazionale va a incidere sui costi aziendali. Questa mancanza di capacità, incidendo sui costi aziendali, è inevitabile che pone l'azienda italiana che deve affrontare un maggior costo per lo smaltimento dei rifiuti, se tale azienda opera su un mercato internazionale o sul mercato europeo, in una posizione di concorrenza deficitaria rispetto ad un'azienda europea, laddove magari l'infrastruttura offerta dallo Stato per lo smaltimento dei rifiuti consente chiaramente all'azienda di avere un costo aziendale di smaltimento inferiore e, quindi, di avere meno costi aziendali, risultando maggiormente concorrente sul mercato.
  È una riflessione che volevo porre all'attenzione complessivamente della politica, valutando che, laddove determinati smaltimenti di rifiuti, speciali o pericolosi, che hanno un determinato costo, oltre a costituire un incentivo – purtroppo – alle pratiche illegali, poi determinano di fatto un aggravio dei costi aziendali, essendo le nostre aziende poste in un rapporto di concorrenza deficitaria rispetto alle altre aziende europee o mondiali che operano nello stesso settore.
  Per quanto riguarda l'intervento dell'onorevole Borrelli, lo ringrazio per i complimenti che ci ha fatto per l'operazione svolta questa mattina dalla squadra mobile di Napoli, in collaborazione con la sezione investigativa specializzata criminalità organizzata (SISCO). Devo dire che gli strumenti che sono posti a disposizione della Polizia di Stato, ma anche delle altre forze di polizia, per quanto riguarda le indagini a competenza generale di contrasto alla criminalità organizzata, sono assolutamente sufficienti. Anzi, se andiamo a guardare il panorama europeo e la normativa europea, vediamo che le forze di polizia Pag. 24italiane, nella fase delle indagini preliminari, hanno una serie di strumenti che le forze di polizia europee non hanno, in termini soprattutto di attività di intercettazione o altre attività invasive che possono essere compiute nella fase delle indagini preliminari. La stessa misura interdittiva antimafia è una misura che esiste esclusivamente nella normativa italiana, o le stesse misure di prevenzione che possono portare al sequestro di beni sono misure che esistono esclusivamente nella normativa italiana. Quindi, da questo punto di vista, devo ritenere che la normativa italiana sia all'avanguardia rispetto alla normativa europea in termini di strumenti normativi a disposizione delle forze di polizia. Questo, forse, perché più degli altri abbiamo pagato l'origine autoctona di determinati fenomeni criminali, quindi prima degli altri sistemi europei abbiamo avuto la necessità di dotarci di strumenti che mettessero in condizione sia l'autorità giudiziaria che le forze di polizia di poter affrontare la questione.
  Per quanto riguarda l'ultima domanda che mi è stata posta, indubbiamente non si può escludere che la cassa unica della criminalità organizzata, per il principio dei vasi comunicanti, possa determinare sia che i guadagni del traffico di droga possano poi finanziare le attività imprenditoriali di copertura nel settore del traffico dei rifiuti, sia che i proventi provenienti dal traffico dei rifiuti possano poi, nella cassa del clan, essere utilizzati per finanziare principalmente il traffico di droga. Il traffico di armi, storicamente, almeno per quanto riguarda le organizzazioni criminali italiane, è un traffico finalizzato a quella fornitura in grado di garantire la capacità armata dell'organizzazione, mentre il traffico di droga è finalizzato al commercio, magari in termini quantitativi, per l'organizzazione criminale, il più possibile grandi, così da favorirne lo spaccio, l'immissione sul mercato e quindi aumentare i guadagni. Indubbiamente,Pag. 25 per il principio dei vasi comunicanti, la cassa della criminalità organizzata, alimentata da una qualsiasi delle attività illecite, può essere poi utilizzata anche per supportare la commissione di reati classici della criminalità organizzata, principalmente il traffico di sostanze stupefacenti.

  PRESIDENTE. Visto che non ci sono ulteriori richieste di intervento, vorrei porre io una domanda, che riguarda giusto un passaggio. Dalle varie audizioni, ma anche andando direttamente sul territorio e ascoltando i procuratori, è emerso che probabilmente uno strumento utile alle forze dell'ordine che fanno questi controlli sarebbe l'inasprimento di alcune pene, che permetterebbe loro di trasformare il regime sanzionatorio in un vero e proprio arresto in flagranza per determinati sversamenti di rifiuti o altro. Come Commissione presenteremo una proposta in tal senso e poi, magari, le chiederemo, visto che lei, sul campo, ha sicuramente molte più esperienze e capacità di noi, un parere per cercare di equilibrare e parametrare quello che sarà l'inasprimento di queste pene, per dare alle forze dell'ordine uno strumento per poter agire con maggiore efficacia.

  VITTORIO PISANI, Capo della Polizia e Direttore generale della pubblica sicurezza. La ringrazio, presidente, dell'input. Verificheremo in via preventiva uno studio sui numeri dei denunciati per una serie di reati previsti dall'articolo 452-bis e seguenti del codice penale o anche dalle leggi speciali che hanno portato a denunce a piede libero e valuteremo, laddove vi sia una reiterazione di questi reati, anche in proporzione al danno ambientale che viene realizzato da queste condotte, se è il caso di intervenire con una misura maggiormente restrittiva, che è quella dell'arresto in flagranza.

Pag. 26

  PRESIDENTE. Grazie, dottor Pisani. Do la parola all'onorevole Rubano.

  FRANCESCO MARIA RUBANO. Signor presidente, soltanto una presa d'atto, a nome del gruppo Forza Italia, di questa significativa audizione. Ringraziamo questa presidenza per averla voluta determinare, nonché i colleghi e il capo della Polizia per il confronto e gli input che tutti abbiamo generato.
  Non abbiamo fatto alcun intervento perché ritengo esaustive le rappresentazioni che sono state rese dal dottor Pisani, che ringrazio particolarmente per quello che ha fatto, che fa e che continuerà a fare per il nostro Stato. Ringrazio anche i colleghi per il qualificato contributo. Sono sicuro che questa presidenza accrescerà questa sinergia istituzionale nell'interesse del nostro Paese. Grazie

  PRESIDENTE. Non essendovi ulteriori richieste di intervento, ringrazio il nostro ospite e tutti i colleghi e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta, sospesa alle 15.10, è ripresa alle 15.40.

Comunicazioni del presidente.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'articolo 1, comma 2, della legge istitutiva della Commissione prevede che la stessa possa redigere relazioni speciali su singole tematiche in materia di ciclo dei rifiuti, anche con riferimento alla situazione emergenziale di talune aree del territorio, nonché con riguardo alle gestioni dei rifiuti urbani, speciali, pericolosi e radioattivi. A tal fine, comunico che, nell'ambito dei due filoni di inchiesta già deliberati dalla Commissione, rispettivamente, sul sistema complessivo di gestione dei rifiuti della Regione Lazio e di Roma Capitale, anche con riferimento alla destinazione dei flussi Pag. 27extraregionali dei rifiuti e alla gestione illecita dei rifiuti, incluso il fenomeno dei roghi, e sui fatti relativi alla discarica di Riceci, situata nel territorio di Pesaro-Urbino, verranno individuati, secondo quanto convenuto nella riunione odierna dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, due commissari relatori, uno di maggioranza e uno di opposizione, per ciascun filone. Essi saranno incaricati di seguire, con l'ausilio dei consulenti a ciò assegnati, la predisposizione della bozza di relazione tematica riguardante il relativo filone d'inchiesta, riferendo poi alla Commissione in ordine all'andamento dei lavori. I rappresentanti dei gruppi sono stati invitati a far pervenire le loro indicazioni alla presidenza, in modo da poter avviare con speditezza l'attività redazionale volta alla predisposizione delle relazioni concernenti i suddetti filoni d'inchiesta.
  Comunico, inoltre, che, in vista della prossima riunione dei Ministri dei Paesi aderenti al G7 in materia di clima, energia e ambiente, prevista a Torino dal 28 al 30 aprile prossimo, l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione testé conclusa ha convenuto sulla opportunità che una delegazione della Commissione sia accreditata alla delegazione italiana presente al suddetto evento, al fine di partecipare alle attività formative, di discussione e confronto previste in tale occasione, con particolare riferimento alle materie oggetto di interesse e studio da parte della Commissione. A tale riguardo, la presidenza avvierà gli opportuni contatti con gli uffici del Ministero competente al fine di predisporre le relative comunicazioni e porre in essere le misure necessarie per ottenere il sopracitato accreditamento. Sarà inoltre verificata, secondo quanto convenuto nella medesima riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, la possibilità di ottenere uno spazio riservatoPag. 28 alla Commissione per l'organizzazione di un evento che preveda la discussione di tematiche rientranti nelle competenze della Commissione stessa.
  Comunico altresì che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, all'esito della riunione testé conclusasi, ha convenuto di procedere, nell'ambito del filone di inchiesta riguardante il sistema complessivo di gestione dei rifiuti della Regione Lazio e di Roma Capitale, con particolare riferimento alla discarica di Malagrotta, anche alla luce delle audizioni fin qui condotte, a fare richiesta alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma di acquisizione della documentazione relativa alle indagini aventi ad oggetto la citata discarica, incluse eventuali informative conclusive di PG, provvedimenti di sequestro e di nomina di amministratori giudiziari e loro relazioni periodiche, nonché gli eventuali provvedimenti definitori dei procedimenti penali in questione. Ciò, anche con particolare riferimento agli incendi degli impianti TMB1 e TMB2.
  Ricordo, inoltre, che nell'ambito del filone di inchiesta riguardante la discarica di Riceci, conformemente a quanto già convenuto in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, è stata presentata alla procura di Urbino richiesta di acquisizione di copia della documentazione contenuta nei fascicoli di indagine riguardanti la discarica di Riceci e la società Aurora s.r.l. A tale proposito, comunico che, con lettera indirizzata alla presidenza, il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Urbino ha comunicato che i procedimenti relativi alla realizzazione della discarica di Riceci sono stati trasmessi per competenza alla procura della Repubblica presso il Tribunale di Pesaro. Segnalo, in tal senso, di avere già provveduto a trasmettere analoga richiesta di acquisizione documentale alla suddetta procura e che sarà cura della Pag. 29presidenza dar conto degli esiti di tale richiesta in una prossima riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, non appena ricevuta risposta dalla procura di Pesaro.
  Infine, comunico che è giunto il nulla osta, da parte del Presidente di IREN S.p.A., per la collaborazione con la Commissione, a tempo parziale e a titolo gratuito, del dottor Alfredo De Girolamo, esperto economico e ambientale.

  PIETRO LOREFICE. Mi scusi presidente, solo un aggiornamento sulla questione Malagrotta e sul filone di approfondimento riguardante il Lazio. Abbiamo, poi, ascoltato il sindaco Gualtieri e ci è stato chiesto di far pervenire le ulteriori domande al sindaco, a cui non ha potuto rispondere: sono state inoltrate?

  PRESIDENTE. Si sono state inoltrate, ma non abbiamo ancora ricevuto risposta. Possiamo sollecitare gli uffici in tal senso, così come vi anticipo che anche con riguardo all'audizione svolta con il presidente di AMA, provvederemo ad inviargli ulteriori domande scritte, in quanto i tempi dell'audizione non hanno permesso di dare risposta ai tanti – troppi – interrogativi ancora in essere.

  PRESIDENTE. Non essendovi ulteriori interventi, dichiaro concluse le comunicazioni in titolo.

  La seduta termina alle 15.45.