XIX Legislatura

III Commissione

COMITATO PERMANENTE SUGLI ITALIANI NEL MONDO

Resoconto stenografico



Seduta pomeridiana n. 1 di Mercoledì 22 novembre 2023
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Billi Simone , Presidente ... 2 

Audizione del sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Giorgio Silli, sui servizi consolari e le principali questioni riguardanti i cittadini italiani residenti all'estero (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Billi Simone , Presidente ... 2 
Silli Giorgio , sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale ... 3 
Billi Simone , Presidente ... 13 
Tirelli Franco (NM(N-C-U-I)-M)  ... 13 
Billi Simone , Presidente ... 14 
Vignali Luigi Maria , Direttore Generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ... 14 
Billi Simone , Presidente ... 15 
Onori Federica (M5S)  ... 15 
Billi Simone , Presidente ... 17 
Ricciardi Toni (PD-IDP)  ... 18 
Billi Simone , Presidente ... 21 
Ricciardi Toni (PD-IDP)  ... 21 
Billi Simone , Presidente ... 22 
Di Sanzo Christian Diego (PD-IDP)  ... 22 
Billi Simone , Presidente ... 25 
Onori Federica (M5S)  ... 25 
Billi Simone , Presidente ... 25 
Silli Giorgio , sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale ... 25 
Billi Simone , Presidente ... 26 
Vignali Luigi Maria , Direttore Generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ... 26 
Billi Simone , Presidente ... 27

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
SIMONE BILLI

  La seduta comincia alle 14.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la rendicontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Giorgio Silli, sui servizi consolari e le principali questioni riguardanti i cittadini italiani residenti all'estero (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del sottosegretario di Stato agli affari esteri, Giorgio Silli, sui servizi consolari e le principali questioni riguardanti i cittadini italiani residenti all'estero.
  Ricordo che la partecipazione da remoto è consentita alle colleghe e ai colleghi secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento.
  Il tema dell'audizione, come si ricorderà, è al centro di numerose proposte di legge, su cui sarebbe importante acquisire gli orientamenti del Governo. In particolare, mi riferisco alla C. 994 Onori, «Istituzione del portale unico telematico per gli italiani all'estero»; alla C. 960 Toni Ricciardi, «Destinazione agli uffici diplomatici e consolari di quota dei proventi derivanti dal rilascio dei passaporti all'estero», il cui esame è già stato avviato; inoltre, la C. 1329 Di Giuseppe, «Modifica dell'articolo Pag. 32 della legge 286 per i compiti e funzioni dei Comitati degli italiani all'estero e soppressione del Consiglio generale degli italiani all'estero».
  Anche a nome dei componenti del Comitato, saluto il sottosegretario Silli, accompagnato dal Ministro plenipotenziario Luigi Maria Vignali, Direttore Generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie del MAECI, e li ringrazio entrambi per la disponibilità a prendere parte ai nostri lavori.
  Considerati i tempi stretti dell'audizione, cedo subito la parola al sottosegretario affinché svolga il suo intervento. Prego, sottosegretario.

  GIORGIO SILLI, sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale. Grazie mille, presidente, grazie per l'invito, che ho accolto molto volentieri, perché questo ci dà realmente la possibilità di discutere in maniera molto chiara e a carte scoperte tra chi conosce sostanzialmente l'argomento, il Governo e soprattutto anche i vertici del Ministero.
  Sono, come Lei ha detto presidente, accompagnato dai due Ministri plenipotenziari Bartoli, che si occupa dei rapporti con il Parlamento, e Vignali, che come ben tutti voi sapete si occupa di italiani all'estero, e non solo. Ci siamo accordati affinché io mi occupi di una sorta di introduzione, di prolegomeno riguardo a numeri e stato dell'arte, dopodiché per necessità un pochino più capillari e un pochino più tecniche loro sono assolutamente a disposizione.
  Mi permetto di suggerire – ma a questo, presidente, sia lei che tutta la Commissione sicuramente ci avete già pensato – è indubbio che quella di oggi è una relazione generale, politica, alta, ma per arrivare a un qualcosa di realmente tangibile e per analizzare le singole questioni vi sarà bisogno di incontri aggiuntivi, anche con alcuni miei colleghi che hanno delle deleghe specifiche. Poi, Lei stesso nell'introduzione ha parlato Pag. 4di questioni consolari, che è indubbiamente il problema più grande e con molta probabilità l'obiettivo della stragrande maggioranza, in percentuale, del lavoro di ogni parlamentare eletto all'estero, che chiaramente deve dare risposte ai propri collegi elettorali e alle proprie circoscrizioni. Vi sono tantissime altre questioni che hanno a che fare con dotazioni di tipo finanziario, di risorse umane, questioni legate al bilancio, questioni inerenti anche ai rapporti tra vari Stati, accordi bilaterali tra uno Stato e l'altro, assistenza degli iscritti all'AIRE o dei non iscritti all'AIRE. Sono veramente moltissimi e quindi credo sia assolutamente importante, fondamentale e indispensabile un percorso di audizioni in questi termini, anche affinché la Commissione, il Comitato possa eventualmente esprimersi o esprimere un parere su alcuni argomenti.
  Perché, vedete, un conto sono le questioni strettamente connesse ad argomenti di Governo e un conto sono questioni un po' più ampie. Perché, sì, vi è un membro di Governo che ha la delega generica agli italiani all'estero, ma è un po' come quando si parla di argomenti speciali, per esempio le leggi elettorali piuttosto che altro, si cerca sempre una convergenza, la più grande possibile, all'interno del Parlamento. Così vorrei fare io, vorrei che il Comitato si esprimesse, non dico volta per volta, ma desse, perché no presidente, degli indirizzi ben precisi. Chiaramente ho fatto l'esempio della legge elettorale riferendomi non alla legge elettorale generale, ma a quella per gli italiani all'estero.
  Dunque, allo stato attuale a me corre l'obbligo di dare qualche numero, seppur approssimativo, ma che rende bene l'idea della situazione. Anche perché quando io parlo con i miei colleghi all'estero di quella che è la nostra «diaspora», sgranano gli occhi, perché nessuno assolutamente si immagina che i cittadini italiani residenti all'estero siano 7 milioni. Abbiamo Pag. 5stappato la bottiglia di champagne tre settimane fa per i 7 milioni. Che, per carità, è sicuramente un bene se la si guarda da un punto di vista filosofico-politico avere un numero sempre maggiore di nostri connazionali, in generale e in questo caso all'estero. È indubbiamente un qualcosa che deve essere assolutamente gestito quando si parla ovviamente di servizi, quando si parla di pubblica amministrazione e quando si parla di dover dare delle risposte.
  Io credo che tutti i presenti che hanno avuto a che fare con me mi tacceranno di difetti di qualsiasi tipo, ma non si può dire che io non sia obiettivo a riconoscere eventuali mancanze o disponibile nel cercare di risolverle con tutti voi.
  A 7 milioni di italiani residenti all'estero si aggiungono gli italo-discendenti, cioè il numero di persone sulla faccia della terra che ipoteticamente, stante com'è la nostra legge sulla cittadinanza del 1992, potrebbero chiedere ed avrebbero diritto – non con poche peripezie quando si parla di loro avi arrivati alla fine dell'Ottocento – alla cittadinanza italiana.
  Dunque, voi tutti vi renderete conto che avere in potenza un numero di cittadini italiani all'esterno dell'Italia superiore rispetto a quelli che vivono sul territorio della Repubblica italiana è sicuramente un qualcosa che merita una riflessione.
  È giusto, è sbagliato? Non lo so, sicuramente è giusto che il mondo intero ci riconosca che quello che noi abbiamo è veramente, per chi crede, un dono di Dio, e per chi non crede è fortuna, uno strumento di soft power, uno strumento che ci permette ancora di essere amati in tutto il mondo. Permettetemi di dirlo, io lo vedo perché la differenza tra noi e altri colleghi di altri Paesi del G20 è che a noi italiani sostanzialmente spesso ci vengono perdonate tante cose che ad altri non verrebbero perdonate. Questo lo dobbiamo anche all'esistenza della nostra amplissima comunità di italiani all'estero.Pag. 6
  Si dice italiani all'estero, ma si intende mille sfaccettature diverse. Io davanti a me ho Tirelli che viene dall'Argentina, sappiamo tutti perfettamente che gli emigrati di prima generazione sono diversi da quelli di seconda piuttosto che di terza piuttosto che di quarta; per alcune diciamo ondate di emigrazione già siamo alla quarta generazione, soprattutto per quanto concerne il Sud Italia.
  A queste differenze di tipo generazionale – che sono enormi, perché è indubbio che un emigrante di prima generazione iscritto all'AIRE a Londra piuttosto che a Barcellona, ha poche cose in comune, se non il passaporto, con un emigrante del Gargano di quarta generazione nelle Americhe – si aggiunge, e quindi aumenta le sfaccettature a livello esponenziale, la differenza da un punto di vista geografico. Perché è chiaro che i luoghi che hanno ospitato i nostri connazionali emigranti hanno inciso nel corso delle generazioni sulla loro formazione caratteriale piuttosto che culturale od altro. Quindi noi arriviamo a una situazione per la quale tra virgolette l'italo-canadese è profondamente diverso dall'italo-argentino piuttosto che dall'italo-australiano; tutti meravigliosamente caratterizzati da qualcosa in comune, il sangue, l'attaccamento al nostro Paese, la volontà spesso di parlare italiano agli appuntamenti governativi, piuttosto che con l'Ambasciatore, un italiano meraviglioso che molto spesso non è altro che il dialetto dei loro genitori o dei loro nonni. Vedete, quando parlo ho la pelle d'oca perché è veramente un qualcosa di meraviglioso. Però, rende ancora più complessa la gestione di questo fenomeno.
  Gestire 7 milioni di persone all'estero vuol dire dover stanziare tanti soldi, soprattutto per risolvere i problemi, da un punto di vista di servizi consolari, che sono enormi; seppur vanno migliorando, ci sono delle aree dove i problemi sono molto importanti.Pag. 7
  Qual è però il problema? Quando spesso ci incontriamo con il Ministro Vignali, con il Ministro Bartoli, il problema è sempre un rincorrere, perché se noi riusciamo a migliorare, anche se di poco, i servizi consolari in una certa area è chiaro che, se dall'altra parte il numero cresce sempre, è un qualcosa che non potrà mai essere risolto in maniera definitiva, se non ovviamente stanziando dei fondi enormi. Ma questo implica, come sapete bene, risorse. I bilanci pubblici – per dirla come la diceva il mio maestro politico vent'anni fa in Toscana – i soldi più o meno sono gli stessi, li togli dalla cucina e li metti in salotto, però non è che si inventano, a meno che non si faccia a deficit.
  Le proposte di legge, ma soprattutto gli atti parlamentari da parte degli eletti all'estero, sono numerosissime. Gli eletti all'estero forse sono tra i più prolifici rispetto a tanti altri parlamentari. E più o meno, quando non si parla di questioni strettamente legate al pensiero politico e alla filosofia politica, più o meno mi viene da dire che si assomigliano. Io non ho mai trovato, neppure da parte dell'opposizione – lo dico perché sono una persona corretta e obiettiva – delle proposte che fossero fuori dal mondo.
  Certo, siamo a fare politica, spesso c'è il gioco delle parti, maggioranza opposizione, e poi è sacrosanto che ogni rappresentante del proprio collegio elettorale o circoscrizione cerchi l'argomento o comunque sia l'obiettivo da raggiungere per dimostrare anche una certa attività di fronte ai propri elettori e agli italiani tutti che vivono all'estero. Non mi sento di dire che vi siano mai state, perlomeno da quando io sono qua, delle proposte completamente fuori dal mondo.
  Gli italiani all'estero hanno e sono caratterizzati da meccanismi di gestione o di collegamento interno alla madrepatria o Pag. 8alle istituzioni da organismi dal sapore un po' di prima Repubblica, per certi versi.
  Dico questo perché la creazione dei Comites, la legge di istituzione del CGIE afferiscono a periodi storici dove non solo non esisteva internet, i social, le email o whatsapp, ma dove anche una telefonata, bene o male, era un qualcosa di estremamente importante, poteva esserci il fax. E voi mi direte, che c'entra? C'entra molto, perché tra vivere a Cordoba, tra vivere a Rosario – caro Tirelli – e vivere a Viterbo c'è differenza nel dialogo con la capitale della Repubblica italiana. C'è differenza adesso, figuriamoci in passato.
  E fu creato – permettetemi di dire, con una grandissima lungimiranza e intelligenza che spesso si trovava nella prima Repubblica – questo strumento che era il Consiglio generale degli italiani all'estero. Che aveva indubbiamente una connotazione molto particolare, perché è un grande mosaico con tutte tessere di varie nomine, è composto in maniera molto particolare, facendo riferimento alle associazioni, ai sindacati, alle nomine governative. Dava effettivamente uno strumento che poteva più o meno avere rapporti con più o meno tutti gli italiani all'estero.
  La legge di istituzione del CGIE è del 1989 – io ero in seconda media, internet non esisteva, forse esisteva il fax o c'era ancora il telex, non ricordo – Presidente della Repubblica Cossiga, Presidente del Consiglio Andreotti, Ministro degli esteri De Michelis: quindi voi capite bene che si parla un'era geologica fa. Né il Presidente della Repubblica né il Presidente del Consiglio, né il Ministro degli esteri di allora sono più vivi, quindi è passata veramente una vita.
  Nel frattempo fu istituito il Ministero per gli italiani all'estero – ricordate perfettamente Tremaglia – perché effettivamente la delega agli italiani all'estero – io mi sento di dirlo Pag. 9perché ce l'ho in carico io in prima persona – è una delega densa, è una delega pesante, nel senso buono perché i numeri sono enormi e il lavoro da fare è tantissimo. In maniera a mio avviso sacrosanta, molto intelligente e molto oculata furono introdotti dei seggi da destinare ad eletti fra e dagli italiani all'estero. E oggi il nostro Parlamento ha al suo interno, nei due rami, dei rappresentanti degli italiani all'estero a tutti gli effetti identici ai senatori e ai deputati eletti sul territorio italiano. Devo dire che il lavoro di raccordo che fanno è un lavoro enorme.
  Qui piccola digressione da amante della prima Repubblica: forse perché la ricerca del voto di preferenza costringe loro a un rapporto strettissimo con le realtà associative, che sono un numero enorme, che sono ovunque e che spesso e volentieri sorprendono anche me. Io sono toscano, la Toscana storicamente non è mai stato un luogo di grandissima emigrazione, anzi ci sono intere province che non hanno mai conosciuto l'emigrazione; io ho scoperto che dalla Lucchesia – Lucca ma soprattutto la Garfagnana – vi fu un'enorme migrazione, tant'è che oggi l'associazione «Lucchesi nel mondo» io la trovo anche in mezzo al Pacifico. Vedo che Ricciardi annuisce, perché comunque è un accademico, sa di cosa sto parlando. È veramente un mondo vastissimo che solamente insieme possiamo pensare di «governare» o, comunque sia, a migliorare.
  Poi vi sono i Comites, che chiaramente sono tantissimi e quando i numeri sono ampli all'interno di questi numeri c'è il buono e il meno buono, ci sono alcune realtà che funzionano e altre che funzionano meno, alcune che magari sono in tensione con le nostre missioni piuttosto che con l'Ambasciatore o il Console, altre invece no.
  La domanda che, a mio avviso, presidente, noi dovremmo porci è: quanti iscritti all'AIRE votano per i Comites? C'è Pag. 10qualcosa che noi possiamo fare affinché vi siano più iscritti all'AIRE che partecipano alla vita democratica delle singole aree geografiche legate agli italiani all'estero?
  Perché in alcuni casi veramente rimaniamo a bocca aperta, io so di alcuni Comites dove hanno partecipato il 4 per cento, il 3 per cento, il 5 per cento degli iscritti all'AIRE. E dal momento che – seppur tutto sia migliorabile, seppur dobbiamo aumentarle – a questi organismi, alle associazioni, alle scuole, al CGIE vanno delle risorse del bilancio pubblico, credo sia indispensabile che tutti noi facciamo una riflessione e magari diamo noi stessi delle risposte o degli indirizzi.
  Ripeto, vedo tantissime proposte, le ho viste, io qua le ho tutte elencate, tutte hanno un senso. Un po' come gli oneri consolari da riversare o al Ministero degli esteri o che possano permanere presso la nostra rappresentanza all'estero. Ha un senso, assolutamente. Ha una difficoltà di sorta per la quale, ahimè, tutto ciò che parla di soldi deve comunque passare anche attraverso il Ministero dell'economia e delle finanze, è una cosa sulla quale stiamo riflettendo.
  Io personalmente sull'idea, sull'impianto di questa proposta è ovvio che sono d'accordo; è indubbio che si debba comunque trovare un equilibrio e un accordo anche fra tutte le forze politiche e tra i vari Ministeri implicati. Vedo proposte di legge delle più diverse.
  Abbiamo una legge elettorale, permettetemi, che sicuramente avrà dei pregi, ma ha anche molti difetti. Tutti i miei colleghi con i quali io parlo – l'ho detto poc'anzi – di diaspora non solo si stupiscono dei nostri numeri, ma si stupiscono quando noi spieghiamo i nostri meccanismi elettorali per i seggi all'estero: cioè, l'invio della scheda per posta ordinaria; spesso la scheda viene inviata a un indirizzo che non è verificato, cioè non è che fisicamente qualcuno è andato a vedere; spesso e Pag. 11volentieri i soldi che spendiamo fanno trasecolare molte persone che non sono a conoscenza di tutto questo. Perché, correggetemi se sbaglio, una tornata elettorale all'estero comunque sono 25-28 milioni di euro. Anche di più. Con tutto il lavoro aggiuntivo ovviamente per i consolati.
  È giusto, è sbagliato? Non dico questo, è semplicemente un rappresentare lo stato dell'arte affinché tutti noi facciamo una riflessione.
  Vi sono altri metodi che altri Paesi portano avanti, alcuni a mio avviso che non possono essere messi in atto, perché mi lasciano perplesso. Il voto elettronico ha un senso, per esempio quello che abbiamo fatto, cioè i nostri esperimenti che già sono stati fatti, cioè il voto elettronico indubbiamente funziona, tuttavia la sicurezza elettronica e informatica al 100 per cento non esiste, e noi per esempio non abbiamo le infrastrutture necessarie come ha la Repubblica francese. La Repubblica francese fa votare i francesi all'estero anche con il voto elettronico, ma i francesi all'estero esprimono credo solamente pochi seggi, quindi loro, magari non ufficialmente, ma immagino che pensino che pochi eletti indubbiamente tutto sommato, se succede qualcosa da un punto di vista di sicurezza informatica, non possono rovesciare le sorti della Repubblica. Nel nostro caso il numero di parlamentari è un numero importante, cioè non è uno o due parlamentari per dare un contentino, non è un parlamentare come magari c'è in alcuni Parlamenti europei per accontentare le minoranze; per esempio, nel Parlamento croato, nella legge elettorale è previsto un eletto italiano perché rappresenterebbe la minoranza nella parte Istria, Dalmazia, eccetera. Cioè, nel nostro caso non si tratta di accontentare una minoranza o un'associazione, si tratta di dare voce e un collegamento a una comunità che è enorme – ripeto, Pag. 12è enorme – e anche su questo è giusto che tutti noi facciamo una riflessione.
  Quindi io ho voluto semplicemente dare uno spaccato in maniera abbastanza rapida, auspicando che il Comitato rimandi ad altre sedute per un'analisi più puntuale dei singoli argomenti. Perché nonostante, per esempio, tutti voi vi rivolgiate a me perché ho la delega agli italiani all'estero, anche io devo far riferimento ad alcuni colleghi, perché nello specifico magari non ho la cultura. Si parla spesso di enti gestori, è un qualcosa del quale mi sto occupando, tuttavia aggiorno costantemente la mia collega, perché comunque ha la delega a tutte le questioni di tipo culturale piuttosto che scolastico ed altro.
  Io credo, presidente – e poi chiudo – che questo sia un appuntamento molto importante, vorrei che oggi fosse solamente l'abbrivio a iniziare un percorso che potrebbe davvero vedere convergere un po' tutti quanti su delle soluzioni comuni. Perché, come ho detto prima, io proposte non di buon senso fino ad oggi non ne ho viste e credo che questo possa essere davvero un buon punto di partenza.
  Un'ultima cosa sola, perdonatemi: su volontà del Ministro Tajani ci fu un incontro con tutti gli eletti all'estero, vi ricordate, alla Farnesina. Io ho voluto, in accordo col Gabinetto del Ministro, proseguire questo momento di confronto, non perché i momenti di confronto non vi siano – perché si ritorna lì, con i cellulari oggi ci vediamo, ci sentiamo e ci scriviamo in ogni momento – ma semplicemente per dare una parvenza istituzionale a quello che è il rapporto tra chi detiene la delega di governo agli italiani all'estero e gli eletti all'estero.
  Quindi nell'ultimo incontro noi decidemmo tutta una serie di cose anche per dare un po' un ordine a quelli che sono i rapporti tra eletti all'estero e Governo, perché, come ho detto più volte, il legislativo di norma non parla con la pubblica Pag. 13amministrazione in maniera diretta. In genere il legislativo, negli altri Ministeri, ha rapporti con l'Esecutivo e, di conseguenza, indirettamente con la Pubblica amministrazione; questo non perché io non voglia, figuriamoci, anzi, tra di voi c'è chi da più tempo di me si occupa di certi argomenti, è semplicemente affinché tutto, bene o male, abbia un senso. E per questo noi decidemmo di passare, quindi non di precludere, i rapporti tra Parlamento e pubblica amministrazione, ma semplicemente per dare un po' di ordine, quindi decidemmo che eventualmente contatti con il Ministero dovessero passare attraverso l'Ufficio per i Rapporto con il Parlamento del Gabinetto del Ministro, quantomeno perché chi funge da contatto tra il Parlamento e la Segreteria mia avesse e abbia contezza di quello che viene fatto.
  Credo che convocheremo, d'accordo con la disponibilità di tutti, entro Natale un altro incontro in videoconferenza per vedere un po' se abbiamo fatto dei progressi e se vi sono altre proposte.
  Quindi io adesso mi taccio, presidente, a meno che i Ministri non vogliono dire qualcosa di loro sponte; siamo a disposizione tutti quanti per eventuali richieste di approfondimenti o domande.

  PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi se intendano porre domande o svolgere osservazioni. Prego, onorevole Tirelli.

  FRANCO TIRELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, sottosegretario. Volevo fare un paio di commenti. Ribadisco una domanda al Ministro Vignali rispetto all'integrazione. Quando pensa che possa arrivare l'integrazione ai Comites, siccome mi stanno facendo quella domanda, se arriverà prima di fine anno.
  L'altra cosa è che un mese fa il Ministero ha fatto una riforma per Brasile, Argentina e Uruguay rispetto al Prenot@mi. Pag. 14Voglio dire che io sto parlando nel territorio con la gente, fino ad ora non dico che sta andando benissimo, però sta migliorando il servizio. Volevo raccontarlo perché molta gente mi parla sempre sul social o quando sono in Argentina, non dico che sono spariti i gestori, però la gente può prendere il servizio gratuito, quello è ottimo.
  Terzo: sono stato nel Brasile, a Vitória, e la collettività di Vitória mi ha chiesto, c'è lo sportello a Vitória, loro mi dicono che per fare la cittadinanza devono andare a Rio de Janeiro in aereo. Lo sportello a Vitória fa il passaporto, mi dicono se si può, non dicono di chiedere di fare la cittadinanza, se possono lasciare la pratica allo sportello e dopo lo sportello invia la pratica, per non andare in aereo a Rio de Janeiro. La collettività mi ha richiesto questo, solo questo: lasciare la pratica per non andare a Rio de Janeiro.

  PRESIDENTE. Grazie mille. Se altri colleghi hanno altri commenti o domande io direi che ne raggruppiamo due o tre per avere delle risposte più agevoli.
  Prego, Direttore Vignali, era per Lei la domanda.

  LUIGI MARIA VIGNALI, Direttore Generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, presidente e grazie per poter essere qui. Saluto tutti gli onorevoli presenti a questa riunione. Rispondo alle domande dell'onorevole Tirelli.
  Le integrazioni per i Comites stanno arrivando, arriveranno sicuramente tra la fine del mese di novembre e gli inizi di dicembre, in alcune sedi già sono arrivate, però tutte le sedi otterranno una integrazione per le spese di funzionamento. Siamo particolarmente contenti di questo, perché avevamo avuto delle riduzioni a inizio anno e siamo riusciti a recuperare.
  Sono anche lieto di constatare che i miglioramenti sul sistema Prenot@mi stanno funzionando. Adesso vogliamo estenderloPag. 15 innanzitutto ad altre sedi, perché ci sono anche altre sedi in America Latina – e non solo, anche in Europa – che hanno bisogno di questi miglioramenti, e poi questo è l'inizio di un percorso. Quindi vogliamo poi lanciare ulteriori innovazioni tecnologiche in modo da rendere la vita impossibile agli intermediari di turno.
  Per quanto riguarda la possibilità di lasciare le pratiche di cittadinanza agli sportelli consolari, devo verificare se sia compatibile con le regole amministrative che richiedono la presenza di un agente consolare per prendere in consegna documenti o valori.
  Sapete che quando si presenta la pratica di cittadinanza bisogna anche pagare un'istanza, questo non so se possono farlo dei funzionari a contratto, cioè non sono funzionari di ruolo. Ecco, c'è un problema amministrativo-contabile, verificherò volentieri.

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Onori.

  FEDERICA ONORI. Grazie, presidente. Grazie al sottosegretario per l'intervento e grazie ai presenti del MAECI.
  Ho tre richieste, diciamo tre macro-temi su cui penso che sarebbe opportuno poi continuare il discorso e il confronto nel prosieguo e per i quali penso sarebbe molto utile avere già magari qualche risposta nell'immediato, se è possibile.
  La prima riguarda appunto la proposta di legge, che ringrazio il sottosegretario per aver menzionato nel suo intervento, quella sul portale unico degli italiani all'estero. Come sappiamo, è una proposta «d'annata» come si dice, nel senso che supera i confini delle legislature perché era stata presentata nella scorsa legislatura, e in merito alla quale questa Commissione si era già espressa attraverso una risoluzione votata all'unanimità e che quindi rappresentava il chiaro punto di vista di questa Pag. 16Commissione rispetto alla necessità di agire nella direzione di una maggiore digitalizzazione di tutto ciò che riguarda informazioni e servizi erogati ai nostri concittadini all'estero.
  Quello che forse è opportuno andare ad investigare potrebbe essere, ad esempio, quale parte del PNRR, se ve ne è, è dedicato alla digitalizzazione della PA, nello specifico per le sedi del MAECI all'estero.
  Sappiamo che la digitalizzazione della pubblica amministrazione è uno degli obiettivi principali del PNRR: purtroppo il MAECI sembrerebbe non essere tra i protagonisti dei soggetti che possono beneficiare di queste risorse; quindi la domanda è, nello specifico, quali risorse del PNRR si pensa di destinare a questa necessità, che era già emersa come tale nella scorsa legislatura. E, ripeto – ringrazio il sottosegretario per averla menzionata – la proposta di legge a mia prima firma propone l'unificazione e l'omogeneizzazione di tutte le informazioni disponibili, nonché dei servizi consolari, quelli che possono essere erogati on line.
  Mi piace ricordare che l'idea del portale nasce per rispondere all'esigenza di tre macro-gruppi di cittadini italiani: coloro che sono in procinto di andare all'estero, coloro che sono già residenti all'estero e coloro i quali desiderano legittimamente ritornare nel nostro Paese. Quindi provare ad avere un unico posto virtuale in cui ci sia anche chiarezza rispetto alle informazioni, alle possibilità che questi concittadini possono trovare presso il Ministero e anche omogeneizzazione dei servizi consolari on-line erogati. Con una menzione specifica al fatto che i servizi Fast it e Prenot@mi sembrerebbero non soddisfare appieno ancora queste esigenze.
  Il secondo macro-tema che vorrei sollevare è quello dei digitatori, quindi parliamo di una categoria di dipendenti contrattualizzati come collaboratori esterni presso le sedi diplomatichePag. 17 all'estero e denominati digitatori. Questi dovrebbero essere ufficialmente indirizzati al servizio di cosiddetta bonifica dell'anagrafe degli italiani all'estero, tuttavia si trovano spesso a svolgere mansioni tipiche degli impiegati di ruolo e del personale a contratto, in ragione, come è stato sollevato più volte, di una strutturale penuria di personale presso le nostre sedi.
  Quindi, ecco, vorrei sapere se il sottosegretario e il Ministro Vignali sono a conoscenza del fatto che questa categoria di lavoratori, che pure hanno accesso a dati molto sensibili, sono una categoria che è provvisoria e precaria, nel senso che è prevista la loro permanenza presso le nostre sedi per un periodo molto limitato, di sei mesi; sono anche lavoratori che percepiscono uno stipendio molto basso – parliamo di qualcosa tra i 200 e i 500 euro al mese – e se non c'è magari la volontà di rivedere anche il ruolo di questo tipo di personale anche alla luce dei tanti casi di cronaca che abbiamo letto rispetto alla fuoriuscita di dati sensibili e, in generale, rispetto al problema della sicurezza nazionale.
  Il terzo macro-tema che vorrei sollevare è quello dei corsi di lingua e cultura all'estero, sul quale ho iniziato a lavorare già diversi mesi fa, da aprile, con una interrogazione in question time qui in Commissione con Lei, sottosegretario. Quindi mi chiedo se non possa essere utile, alla luce delle numerose circolari che si sono susseguite in un arco di tempo molto limitato, procedere a un vaglio di quelle che sono le difficoltà sistemiche di una dinamica, di un processo che sembrerebbe avere diversi momenti in cui emergono difficoltà, in particolare per gli enti gestori. Dunque se non possa essere utile avere un tavolo di confronto in merito con il sottosegretario, con gli eletti all'estero interessati, con gli enti gestori anche. Grazie.

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Ricciardi.

Pag. 18

  TONI RICCIARDI. Grazie, presidente, per aver convocato questa audizione. Saluto il sottosegretario e, salutando, lui tutta la delegazione del MAECI oggi presente qui.
  Io, sottosegretario e presidente, se voi siete d'accordo, mi permetto di suggerire una mezza giornata di riunione tecnico-pratica – perché la conosco come un uomo pragmatico, sottosegretario – facciamo una giornata sulle modifiche a tutte le circolari esistenti, ove serve. Perché, come ho avuto già modo di dire, questo è un Paese governato più dalle circolari che dalle leggi e quindi se noi ci mettessimo a osservare quei micro-interventi di modifica, che sono facoltà diretta del Ministero, noi riusciremo, secondo me, a risolvere tanti micro-problemi evitando tutta una serie di macro-discussioni che ci fanno perdere tempo e ci fanno sprecare un eccesso di energia.
  Alcuni punti veloci. Noi abbiamo diverse questioni che vanno dai servizi...Ho apprezzato e la ringrazio per il parere positivo espresso sulla proposta di legge sui servizi consolari, perché non fa nient'altro che prendere un modello che voi già adottate oggi, che è quello della cittadinanza, quindi non fa nient'altro che applicare quel modello che voi avete sperimentato, che avete messo a terra per cercare di capire se può essere un momento di incentivazione e miglioramento agli standard qualitativi per l'erogazione dei passaporti. Anche in Commissione ha trovato una convergenza pressoché unanime, so che sono state richieste di audizioni, tra cui una ovviamente anche da parte vostra, quindi credo che sia utile secondo me procedere in tal senso.
  Rispetto alla questione della coperta o dei soldi io non dico nulla, purtroppo abbiamo assistito al taglio di 55 milioni, assisteremo ad un taglio verticale del 5 per cento, so bene che nessun sottosegretario vorrebbe il taglio al proprio Dicastero, Pag. 19quindi mi taccio su questo; glielo sto riconoscendo in stenografico, quindi per essere chiari.
  Detto questo, noi abbiamo micro-questioni: la fiscalità. Noi abbiamo incardinato in VI Commissione finanze, e stiamo per concludere le audizioni, sull'IMU estero. So che è una cosa che riguarda poco voi, però credo che anche lì sarebbe interessante che noi ci mettessimo un attimo un occhio.
  Abbiamo incardinato in Commissione cultura – tema che invece riguarderà molto voi – una proposta che è una sorta di misura di soft power; il presidente Mollicone l'ha incardinata, è una proposta a prima firma Porta, io sarò relatore, sull'insegnamento nelle scuole, nei piani didattici, della storia della migrazione. È stata depositata anche la richiesta di audizione a voi per capire, e so che è un tema che comunque è di interesse anche vostro.
  Veniamo a un paio di cose e chiudo, la prima sulla fiscalità. Guardate, arriverà domani in Commissione la misura sul numero 90, il collegato alla delega fiscale sui rimpatriati. So che è un tema che vi riguarda poco, ma in un certo qual modo vi riguarda, come vi riguarda poco ma in certo qual modo vi riguarda quello che accadrà con i frontalieri – articolo 49 della legge di bilancio, articolo 1 del collegato alla delega fiscale: rischiamo di smontare un sistema sui frontalieri. Io gliela sto anticipando perché rischiamo di arrivare lì.
  Per quanto riguarda i contrattisti che sono già stati citati dalla collega, lì c'è un problema molto sentito, sottosegretario, soprattutto in Svizzera e negli Stati Uniti – il presidente lo conosce benissimo – rispetto al cambio di valuta. Fino a due anni fa in Svizzera il cambio era 1,60 oggi è 0,90. Lei capirà bene che questa è un'emergenza, ma seria, sia per il personale a contratto sia per il personale incardinato. Cioè, è un problema di cui credo bisognerebbe farsene carico.Pag. 20
  Chiudo con la rappresentanza: ella citava la scarsa partecipazione; beh, quella, sottosegretario, si risolve in maniera facile: togliendo l'inversione dell'opzione, non è tanto complicato. E soprattutto partendo in anticipo. Noi abbiamo un problema prima di ogni riforma possibile, chi è possessore del dato degli italiani all'estero, perché noi le possiamo raccontare quanto vogliamo. Lo governate voi o lo governa Piantedosi? Faccio la battuta ovviamente. Perché poi il riallineamento dei registri, delle cose, perché il problema è che voi ci mettete la faccia, ma la responsabilità tecnica o giuridica non è la vostra. Allora io credo che prima di toccare qualsiasi cosa dovremmo risolvere quel problema.
  Secondo, sottosegretario: il voto degli italiani all'estero costa all'incirca 30-32 milioni. Le segnalo che oltre il 65 per cento di quei soldi sono spesi sul territorio nazionale, non all'estero, per pagare i seggi. Quindi basterebbero delle piccole modifiche, ora io non so se sia per prassi costituzionale accettabile – no – proporre una delega al Governo per rifare la legge elettorale, come ella sa è stata... cioè, è una cosa che non sta né in cielo né in terra.
  Ho apprezzato molto la sua presa di posizione sul voto elettronico: Le segnalo che la Svizzera – che è arrivata ad avere il 10 per cento di residenti all'estero, 800 mila su quasi 9 milioni, siamo in proporzione quasi come l'Italia – ha abolito il voto elettronico dal 2020 perché eccessivamente oneroso ed eccessivamente insicuro. E lo ha fatto il Paese che ogni anno si gioca la leadership sul processo di innovazione tecnologica con Singapore. Quindi per avvalorare esattamente la sua deposizione, che ho molto molto apprezzato.
  L'ultimo punto, e mi scuso se l'ho fatta lunga presidente. Noi ci dobbiamo capire su un dato però, che non è ideologico, diciamo che è politico ma politico in termini generali. Io ho Pag. 21apprezzato molto le parole del Ministro Tajani in question-time su una questione che riguardava l'esistenza in vita dei pensionati, quando ha ribadito chiaramente, in Aula, l'importanza per il MAECI, per il Ministro Tajani, e quindi credo anche per Lei, dei patronati. Allora noi da questo punto di vista ci dobbiamo capire, perché noi abbiamo tutta una serie di corpi intermedi: un conto è l'aggiornamento, sottosegretario, e un conto è immaginare di venire qui con l'ascia a depositare la cancellazione di tutte le cose, perché sennò possiamo iniziare a depositare la cancellazione di ogni cosa. È chiaro? Insomma, da questo punto di vista credo che non sarebbe inopportuna una presa di posizione anche da parte sua, perché un conto è l'analisi dei percorsi passati e un conto è sferrare un attacco ai patronati, mentre giace nel cassetto una proposta di modifica dell'ordinamento dei patronati nazionali e all'estero, in questa maniera, scomposta, inadeguata e inopportuna, e credo che su questa cosa bisognerebbe un attimo stare attenti. Perché se un collega in Aula fa un attacco mirato ad un patronato con un'etichetta, nel momento in cui si attacca la Francia non è che l'Austria stia tranquilla. Lo dico a interesse comune per tutti, lo dico per tutti. Perché significa... No, non è quasi tutta Francia, sottosegretario, significa volere screditare una funzione di intermediazione fondamentale e importante...

  PRESIDENTE. Giusto per chiarezza, chi ha fatto questo intervento in Aula?

  TONI RICCIARDI. L'onorevole Di Giuseppe. L'onorevole Di Giuseppe ha fatto un'interpellanza urgente in Aula attaccando un patronato specifico, l'INCA-CGIL e l'ha fatto partendo da questioni che riguardavano l'extra Europa, dopodiché ovviamente si è cucinata la notizia con gli organi di stampa politicamente schierati, utilizzando vicende anche antiche.Pag. 22
  Ora io starei attento su questo, perché i patronati, ed è bene dirlo in stenografico – mi scuserà, presidente –, di qualsiasi colore essi siano – qualsiasi, di destra, di sinistra o cattolici – danno da sempre un contributo alla tenuta del sistema e molte volte suppliscono anche alle mancanze che lo Stato purtroppo ha, perché non è che può avere risorse...Se lei potesse assumerebbe 10 mila persone da mandare nei consolati, no? E allora da questo punto di vista, dopo il Ministro Tajani, sarebbe opportuno, sottosegretario, che anche Lei assumesse una posizione chiara rispetto al tema, perché altrimenti rischia di diventare complicata.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Vi ricordo che noi alle 15 dobbiamo finire perché c'è un'altra riunione. Chiaramente, il sottoscritto – e penso di poter parlare a nome di tutto il Comitato – è disponibile a parlarne anche in un secondo momento.
  Adesso do la parola a Di Sanzo, prego.

  CHRISTIAN DIEGO DI SANZO. Grazie, presidente. Grazie, sottosegretario. Cercherò di essere breve visti i limiti di tempo, ho alcune questioni in ordine sparso.
  Riguardo ai Comites e il voto sui Comites, credo che la domanda sia leggermente mal posta, nel senso è vero che votano poche persone però è anche vero che i meccanismi di registrazione al vuoto sono stati eccessivamente complicati, questa è una testimonianza che trovate sul territorio: da moduli cartacei da riempire a mano, in cui poi i singoli funzionari consolari a volte cercavano anche con la lente di ingrandimento di cercare di stabilire l'autenticità della firma per validare la richiesta di iscrizione al voto. Alcune richieste sono state cancellate per questo motivo.
  Di conseguenza, in realtà si tratta di eliminare l'inversione dell'opzione e, di fatto, tornare a quelle che erano le votazioni Pag. 23Comites prima dello stabilire l'inversione all'opzione e vedremo che i numeri saranno ben differenti se si va su quella strada.
  Riguardo ai dubbi sul voto elettronico mi fa piacere che il sottosegretario li abbia menzionati perché li condivido. Ma, soprattutto, dato, come diceva il sottosegretario, il tipo di infrastrutture informatiche che abbiamo nel nostro Paese, nel senso dobbiamo andare a vedere anche come funziona il portale Prenot@mi e su che basi informatiche il portale Prenot@mi è costruito, che sembrano un po' outdated, come diremmo in Nord America, perché di fatto si tratta di un portale che ha ancora, a livello infrastrutturale, delle criticità pesanti, a partire dal sistema che è complicato, le waiting list, che – avrete sicuramente sentito molti funzionari consolari – diventa eccessivamente anche complicato da gestire. Quindi forse c'è da partire da lì, da migliorare l'infrastruttura di Prenot@mi anche a livello del back-end, cioè di quello che si trovano poi i singoli consolati a dover gestire, e come poterla rendere user-friendly per i consolati, perché già questo credo che risolverebbe moltissimi dei problemi legati alle prenotazioni.
  Alcune altre questioni: la carta d'identità elettronica all'estero. È partita la sperimentazione, questo è sicuramente un dato che ci rallegra, anche se dall'altra parte ci preoccupa, perché ovviamente diamo ai consolati un'altra funzione senza necessariamente dare personale.
  A tal proposito ho un suggerimento per il sottosegretario, che pur non essendo nelle competenze del sottosegretario ci sarebbe da coordinarsi con il Ministero dell'interno perché, al momento, gli iscritti AIRE non possono ottenere la carta d'identità elettronica sul territorio italiano, cioè al comune ancora oggi viene data la carta d'identità di cartacea. Tantissimi, soprattutto della nuova emigrazione, ormai tornano costantemente in Italia, almeno una o due volte l'anno, potrebbero Pag. 24benissimo farla nel loro comune, la farebbero molto volentieri, ma non possono. Quindi forse stimolando da questa parte il Ministero dell'interno penso che si possa ottenere una cosa che poi non va a sovraccaricare i servizi consolari che dipendono da voi.
  Servizi consolari: mi permetto di sottolineare una micro-questione che riguarda l'istituzione eventuale di uno sportello consolare a Newark, sul quale vorrei eventualmente ottenere un aggiornamento e la preoccupazione che se si va in quella direzione non si sottraggano risorse al Consolato generale di New York, perché è già sovraccaricato a livello di lavoro e se si crea qualcosa a sostegno dei connazionali a Newark sia in aggiunta a quello che è l'infrastruttura già esistente e non vada in sostituzione o in diminuzione di quelle che sono le risorse assegnate a New York.
  Per quanto riguarda, infine, il problema dei contrattisti, mi permetto anche di segnalare un'altra questione, al di là del cambio di valuta già menzionato dall'onorevole Ricciardi: si tratta dell'assistenza sanitaria, che in alcuni Paesi, come il Nord America, è una questione importante, non solo per i contrattisti, ma anche per il personale di ruolo. Perché capisce che anche se non è inclusa in Italia l'assistenza dentistica o psicologica, in quei Paesi i costi sono talmente eccessivi e qualsiasi datore di lavoro in Nord America offre l'assistenza dentistica ai propri dipendenti e di conseguenza diventa un tema importante, perché ovviamente dal punto di vista finanziario è molto importante.
  Infine, l'ultimo tema è quello del «Turismo delle radici», sul quale il progetto è partito, siamo felici che sta andando avanti, sul quale però si segnala un maggior coinvolgimento della grande rete di associazioni all'estero che ancora forse non è arrivato chiaramente, non sono neanche chiari i modi in cui Pag. 25questo coinvolgimento verrà effettuato nei prossimi mesi e del quale ovviamente ci preoccupa un po', visto la vicinanza al 2024, che dovrebbe essere l'anno delle radici.

  PRESIDENTE. L'onorevole Onori mi diceva che aveva un'altra cosa in sospeso. Prego.

  FEDERICA ONORI. Grazie, presidente. Ad adiuvandum un rispetto al tema dei digitatori, questa è una richiesta che formulo ufficialmente perché si possa poi avere una risposta, anche successivamente, perché è un po' tecnica.
  Se fosse possibile, anche in vista della discussione delle proposte di legge in esame, conoscere il numero esatto dei digitatori nelle diverse sedi, la loro proporzione rispetto al numero del personale di ruolo e del personale a contratto, le risorse destinate alla loro assunzione e una lista anche, specifica, delle loro mansioni. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie mille. Sottosegretario Silli, se vuole intervenire. Prego.

  GIORGIO SILLI, sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale. Stavo prendendo un po' di appunti, anche perché devo dire che c'è materiale per una serie di audizioni ulteriori. Mi sembra quasi di essere un po' troppo mieloso a continuare a dire che ha un senso tutto quello che è stato detto, e a mio avviso va affrontato bene.
  Con i Ministri abbiamo preso molti appunti, su alcune cose siamo in grado di rispondere adesso, su questioni legate a ragionamenti un pochino più ampi ci vuole del tempo.
  Io, se siete d'accordo, incarico l'Ufficio relazioni con il Parlamento del Ministero di scaricare lo stenografico, estrapolare ogni singola richiesta o proposta dei vostri interventi e tornare appena il presidente convoca un altro Comitato a Pag. 26rispondere. Se poi c'è urgenza di capire qualcosa riguardo a numeri piuttosto che meccanismi, io non so se già è in grado di rispondere il Ministro Vignali o altri. Se voi siete d'accordo, dal momento che fra due minuti termina la seduta, io mi scarico lo stenografico, lo revisiono e poi, perché no, magari anche prima del prossimo Comitato, ci sentiamo anche sicuramente con voi.

  PRESIDENTE. Non so, Direttore Vignali, se ha qualche commento da aggiungere. Prego.

  LUIGI MARIA VIGNALI, Direttore Generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie. Sono moltissime domande, qualche flash.
  I digitatori sono stati menzionati, non è semplice sapere quanti sono i digitatori, proprio perché sono servizi interinali assunti nell'ambito dell'autonomia di gestione delle sedi. Quindi ogni sede prende a progetto – perché i digitatori dovrebbero essere presi per dei progetti, come Lei ha citato giustamente, la bonifica dell'anagrafe – e dovrebbero esaurirsi per un tempo massimo in quel progetto, quindi cambiano in continuazione.
  Possiamo fare comunque una verifica, se non altro una verifica anche a campione delle mansioni, come Lei diceva giustamente, e di quanti mediamente sono, ma non è semplice conoscere il numero dei digitatori; o comunque degli impiegati interinali, li chiamerei impiegati interinali che vengono assunti per periodi limitati e per dei progetti focalizzati.
  Per quanto riguarda l'allineamento dei dati con l'Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente menzionato dall'onorevole Ricciardi, questo è un tema sicuramente molto importante e che sarebbe utilissimo anche per il Ministero degli esteri, anche per la gestione dell'anagrafe che giustamente è stata Pag. 27menzionata. Devo però dire che in questo momento l'allineamento medio dell'anagrafe rispetto a quella dei comuni arriva sopra il 90 per cento, quindi mediamente è sempre molto aggiornata. Resta un margine di disallineamento che, se potessimo intervenire direttamente sull'anagrafe nazionale della popolazione residente, cioè non solo in termini di consultazione ma anche in termini di inserimento dati, si azzererebbe immediatamente. Questo effettivamente è così.
  Per quanto riguarda il portale Prenot@mi ho preso nota della richiesta di miglioramento, era già stata individuata.
  Ecco, volevo rispondere sullo sportello consolare di Newark, perché è una domanda molto precisa. Dunque, lì stiamo verificando la sostenibilità finanziaria dell'apertura di uno sportello in termini anche di costi degli spazi. Perché sportelli consolari ne sono stati realizzati: l'onorevole Tirelli menzionava quello di Vitória, che sta funzionando benissimo, però abbiamo degli spazi in comodato d'uso, di fatto a costo zero, e abbiamo messo del personale a contratto supplementare. Ecco, noi vorremmo realizzare a Newark eventualmente lo stesso tipo di modello, cioè degli spazi molto economici, o messi a disposizione quasi gratuitamente, con del personale suppletivo, quindi senza intaccare assolutamente le risorse di New York.

  PRESIDENTE. Io ringrazio il Governo e ringrazio il Ministero per la disponibilità. Ringrazio anche i colleghi per le osservazioni e i commenti, è una discussione molto utile, molti di questi temi sono quotidiani, su cui discutiamo quotidianamente e saranno di sicuro oggetto delle prossime riunioni del Comitato.
  Io, come presidente, e il Comitato tutto è disponibile anche per i non membri del Comitato a ragionare su questi argomenti e anche, chiaramente, al di fuori del Comitato, nella nostra Pag. 28quotidiana attività. Quindi di nuovo ringrazio il Ministero e il Governo.
  Se non avete commenti finali dichiaro conclusa l'audizione, anche perché siamo esattissimi con i tempi, sono le 15. Alla prossima riunione del Comitato, grazie ancora e buon lavoro a tutti.

  La seduta termina alle 15.