XIX Legislatura

VI Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 2 di Mercoledì 22 febbraio 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Osnato Marco , Presidente ... 3 

Audizione del Comandante generale della Guardia di finanza, Giuseppe Zafarana, sulle tematiche relative all'operatività del Corpo (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Osnato Marco , Presidente ... 3 
Zafarana Giuseppe , Comandante generale della Guardia di finanza ... 3 
Osnato Marco , Presidente ... 13 
De Bertoldi Andrea (FDI)  ... 13 
Fenu Emiliano (M5S)  ... 14 
Osnato Marco , Presidente ... 15 
D'Alfonso Luciano (PD-IDP)  ... 15 
Osnato Marco , Presidente ... 16 
Zafarana Giuseppe , Comandante generale della Guardia di finanza ... 16 
Arbore Giuseppe , Capo del III Reparto Operazioni della Guardia di finanza ... 19 
Zafarana Giuseppe , Comandante generale della Guardia di finanza ... 19 
Osnato Marco , Presidente ... 19 
Bagnai Alberto (LEGA)  ... 19 
Sala Fabrizio (FI-PPE)  ... 20 
Maullu Stefano Giovanni (FDI)  ... 21 
Congedo Saverio (FDI)  ... 21 
Osnato Marco , Presidente ... 22 
Zafarana Giuseppe , Comandante generale della Guardia di finanza ... 22 
Arbore Giuseppe , Capo del III Reparto Operazioni della Guardia di finanza ... 22 
Zafarana Giuseppe , Comandante generale della Guardia di finanza ... 23 
Arbore Giuseppe , Capo del III Reparto Operazioni della Guardia di finanza ... 23 
Zafarana Giuseppe , Comandante generale della Guardia di finanza ... 23 
Arbore Giuseppe , Capo del III Reparto Operazioni della Guardia di finanza ... 24 
Osnato Marco , Presidente ... 25 

ALLEGATO: Documentazione depositata dal Comandante generale Zafarana ... 26

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
MARCO OSNATO

  La seduta comincia alle 15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Comandante generale della Guardia di finanza, generale Giuseppe Zafarana, sulle tematiche relative all'operatività del Corpo.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del Comandante generale della Guardia di finanza, Giuseppe Zafarana, sulle tematiche relative all'operatività del Corpo.
  Ricordo che la partecipazione all'audizione da parte dei deputati sarà consentita anche in videoconferenza, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento.
  Rivolgo quindi un saluto e un sentito ringraziamento al Comandante generale della Guardia di finanza generale Giuseppe Zafarana per la sua partecipazione. Il Comandante generale è accompagnato dal Capo del III Reparto Operazioni, generale Giuseppe Arbore, dal Capo del VI Reparto Affari giuridici e legislativi, generale Carlo Ragusa, dal Capo Sezione altri atti normativi, lavori parlamentari dell'Ufficio legislazione del VI Reparto, Maggiore Luigi Palma, ai quali do ovviamente il benvenuto e che ringrazio per la partecipazione.
  Avverto che il generale Zafarana ha depositato una memoria, che sarà a breve a disposizione dei colleghi sull'applicazione GeoComm.
  Darei quindi la parola al Comandante generale, chiedendogli, ove possibile ovviamente, di contenere la relazione illustrativa in una ventina di minuti, anche al fine di lasciare adeguato tempo al successivo dibattito e alla fase di replica.
  Prego generale.

  GIUSEPPE ZAFARANA, Comandante generale della Guardia di finanza. Signor presidente, onorevoli deputati, desidero in primo luogo ringraziarVi per l'opportunità che mi viene offerta di esporre innanzi a questo consesso le linee d'azione della Guardia di finanza a tutela degli interessi economico-finanziari dello Stato, con particolare riferimento all'attuale scenario macro-economico.
  Il contesto in cui ci troviamo oggi a operare è in rapido divenire. Nell'ultimo triennio l'Italia ha dovuto fronteggiare un periodo senza precedenti. A partire dal 2020, la pandemia ha inciso profondamente sull'assetto economico e sociale, impattando in maniera severa sul PIL, aggravando i fragili equilibri esistenti, acuendo alcune debolezze del sistema e offrendo anche nuove opportunità di illecito arricchimento alla criminalità, soprattutto quella organizzata.
  Più di recente, nel 2022, la risalita delle quotazioni delle materie prime – soprattutto energetiche – ha determinato una forte fiammata inflazionistica, inasprita dal conflitto russo-ucraino.
  Il mutato quadro geo-politico e i conseguenti effetti finanziari hanno generato instabilità, rallentando la crescita del prodotto interno lordo e penalizzando, in particolare, le imprese di minori dimensioni e Pag. 4i lavoratori, che hanno perso potere di acquisto.
  L'Unione europea ha risposto alla crisi pandemica con il programma Next Generation EU, i cui ingenti fondi messi a disposizione costituiscono come è noto per l'Italia una straordinaria occasione di rilancio.
  Alla luce di tale contesto macroeconomico, la Guardia di finanza, quale polizia economico-finanziaria del Paese, è chiamata a ruoli di responsabilità di notevole rilievo.
  Nel corso di questo mio intervento, dunque, esporrò un sintetico quadro relativo a «chi siamo», facendo riferimento alla nostra organizzazione, ai nostri compiti e alle nostre attribuzioni e a «cosa facciamo», attraverso l'illustrazione delle aree strategiche di prioritario intervento per l'anno 2023.
  Partiamo, dunque, dal «chi siamo».
  Come noto, la Guardia di finanza è una forza di polizia a ordinamento militare, con competenza generale in materia economico-finanziaria, posta per legge alle dirette dipendenze del Ministro dell'economia e delle finanze.
  Dopo la revisione della sua missione istituzionale nel 2001, essa ha ampliato le proprie prerogative e responsabilità, passate dalla tutela prioritaria delle ragioni del prelievo fiscale alla più estesa funzione di polizia economico-finanziaria, di cui la parte fiscale è una quota parte.
  È stato assegnato al Corpo un vasto sistema di attribuzioni e poteri, di tipo amministrativo, tributario, doganale e valutario che – unitamente alle potestà di polizia giudiziaria – consente di aggredire con efficacia e in maniera trasversale tutte le più insidiose manifestazioni del crimine finanziario ed economico.
  A tali poteri si associano l'esperienza investigativa, maturata dalle Fiamme Gialle in 248 anni di storia, nonché la professionalità consolidata nell'analisi documentale e dei flussi finanziari, nella ricostruzione dei patrimoni illecitamente accumulati e nella loro successiva aggressione.
  Fa da sfondo il modo di operare tipico di una moderna forza di polizia che ha, tra gli altri, tre punti di forza: la flessibilità; la presenza capillare sul territorio; un elevato standard tecnologico, che consente oggi di cogliere tempestivamente e selettivamente i segnali di illegalità.
  La flessibilità: essere flessibili significa avere la capacità di adeguare rapidamente l'assetto organizzativo e operativo all'evoluzione del contesto esterno per far fronte alle emergenze che di volta in volta si presentano. Essere flessibili vuol dire avere la possibilità di dare risposte sul campo con immediatezza e concretezza.
  Negli ultimi 3-4 anni il Corpo ha dovuto più volte riorientare la propria azione complessiva rispetto alle sue pianificazioni originarie, a causa di emergenze contingenti non preventivabili.
  A titolo esemplificativo – tema di grande attualità – per contrastare tempestivamente i fenomeni di frode relativi all'utilizzo indebito dei crediti d'imposta connessi ai bonus edilizi, di cui parlerò a breve. O per procedere al congelamento delle disponibilità patrimoniali e finanziarie riconducibili ai soggetti cosiddetti «listati» dall'Unione europea, in relazione al conflitto russo-ucraino.
  In tal caso, il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, con il supporto della componente territoriale e aeronavale, ha eseguito il blocco dei beni nei confronti di 22 persone fisiche e 3 entità, per un valore di circa 2 miliardi di euro, praticamente in tempo reale rispetto all'inserimento dei soggetti nelle liste.
  E ancora penso alla rapida attuazione di un piano coordinato di strutturati interventi sul territorio per verificare la corretta dinamica di formazione dei prezzi lungo l'intera filiera di approvvigionamento e vendita dei prodotti energetici sottoposti ad accisa, allo scopo di tutelare l'Erario, i consumatori e gli imprenditori onesti dalle frodi e da manovre speculative.
  È in questo contesto che sono state sviluppate sinergiche azioni con gli altri competenti attori istituzionali, sono state intensificate le iniziative investigative sui più importanti fenomeni fraudolenti nel settore delle accise sui carburanti e sono stati, altresì, incentivati i controlli in materiaPag. 5 di trasparenza dei prezzi e di corretta erogazione del prodotto a tutela dei consumatori.
  Diverse sono state le operazioni nel comparto, tra cui ricordo un recente servizio condotto dai Reparti della provincia di Salerno, conclusosi lo scorso 19 gennaio – quindi pochi giorni fa – con l'esecuzione di misure cautelari personali nei confronti di 9 soggetti e il contestuale sequestro di beni e valori per 136 milioni di euro.
  Altro punto di forza che connota la nostra Istituzione – come dicevo – è dato dalla sua capillare presenza sul territorio. Disponiamo di 800 Reparti operativi, di cui 662 sul territorio, 9 Reparti speciali, 96 Reparti aeronavali e 29 Stazioni del soccorso alpino.
  La Componente speciale, in particolare, svolge complesse attività di analisi da cui scaturiscono dettagliati piani e progetti operativi in tutti i segmenti della missione istituzionale, vale a dire «entrate di bilancio», «spesa pubblica», «mercato dei capitali», «mercato dei beni e dei servizi». Piani e progetti sviluppati poi dai Reparti territoriali in modo tale da assicurare una omogenea copertura su tutti gli ambiti di competenza del Corpo e su tutto il territorio nazionale.
  Un siffatto dispositivo operativo ha una accentuata proiezione internazionale, e questo poiché la criminalità economico-finanziaria non conosce confini fisici e, anzi, per sua predisposizione naturale, sfrutta le opportunità offerte dalla globalizzazione dei mercati e dalle asimmetrie normative.
  In tale ottica è fondamentale l'azione svolta dall'ampia rete di Ufficiali di collegamento di cui il Corpo dispone presso le più importanti ambasciate italiane nel mondo e presso i più importanti organismi sovranazionali, con il compito di promuovere sinergie info-operative al di fuori dei confini nazionali, in special modo nel settore del contrasto alle frodi fiscali.
  In che cosa si traduce la capillare presenza del Corpo sul territorio nazionale – questo secondo punto di forza che rappresenta uno snodo essenziale nella nostra organizzazione?
  Qualche esempio: nel solo 2022, i nostri Reparti hanno eseguito circa un milione di interventi di polizia economico-finanziaria di varia natura (tributari – quindi controlli fiscali – valutari, antiriciclaggio, in materia di spesa pubblica o anti-contraffazione).
  Nello stesso periodo, sono state eseguite 66.000 indagini concernenti reati economico-finanziari delegate dalle procure nazionali e dalla procura europea, concretizzatesi nell'arresto di quasi 1.400 persone e nel sequestro complessivo di disponibilità patrimoniali e finanziarie per 9,35 miliardi di euro (beni immobili, conti correnti, depositi, crediti, veicoli, natanti, eccetera).
  Da ultimo, il terzo punto di forza: un'infrastruttura tecnologica moderna e costantemente aggiornata, che consente di selezionare target caratterizzati da significativi, verificati e ricorrenti alert di rischio. In termini pratici si tratta di evitare sostanzialmente azioni di controllo massive, che riguardano la generalità dei cittadini, ma concentrarsi esclusivamente laddove vi sono sintomatologie di rischio particolarmente significative.
  La criminalità economico-finanziaria è moderna e digitale: moderna e digitale deve essere anche la polizia economico-finanziaria. La capacità di agire a contrasto degli illeciti poi presuppone la conoscenza della «minaccia», nella sua dimensione quantitativa e qualitativa, oltre che nella sua diffusione territoriale.
  Per queste ragioni, di recente ci siamo dotati di un innovativo sistema di supporto alle decisioni denominato «mappatura socio economica e criminale», parte integrante della dorsale informatica su cui a breve mi soffermerò. Siffatta mappatura offre una plastica rappresentazione delle caratteristiche dei territori sul piano economico, finanziario, sociale e criminale, attraverso un ampio compendio di variabili di contesto esterno (oltre 130), che utilizziamo per finalità di analisi strategica e di indirizzo operativo.
  In altri termini, conoscere il territorio e i fenomeni per impiegare coerentemente ed efficacemente le risorse, secondo un approccio che permette di orientare l'azione del Corpo sui più svariati fronti del suo Pag. 6agire: dal contrasto dell'evasione fiscale, al controllo circa il corretto impiego delle risorse pubbliche, dalla tutela dei mercati fino, da ultimo, alla protezione degli asset strategici per l'interesse nazionale cui si collega la disciplina normativa del cosiddetto golden power.
  Passo ora ad illustrare l'azione di polizia economico-finanziaria per il 2023: cosa facciamo e cosa faremo. Evidenzierò in questa sede le priorità strategiche della Guardia di finanza per il 2023, compendiate nelle direttive operative che ho diramato lo scorso gennaio, volte a orientare l'attività di polizia economico-finanziaria di tutti i nostri Reparti sul territorio, in coerenza ovviamente con gli indirizzi dell'Autorità governativa.
  Tre sono gli obiettivi strategici su cui si concentrerà la nostra azione: il contrasto all'evasione e alle frodi fiscali; il contrasto agli illeciti in materia di spesa pubblica; il contrasto alla criminalità economica e finanziaria.
  Essi sono perseguiti attraverso l'esecuzione di 53 Piani Operativi mirati sui più rilevanti fenomeni di illegalità, con modalità differenziate a seconda del contesto geografico di riferimento.
  Vi si aggiunge un obiettivo di carattere strutturale, così definito perché rientrante nella più ampia funzione di presidio dell'ordine e della sicurezza pubblica, a cui il Corpo fornisce un contributo di tipo concorsuale.
  Trasversale a tutta la missione istituzionale è l'imprescindibile attività di intelligence, dal momento che, oggi più che mai, è necessario poter disporre di un esaustivo quadro informativo al fine di orientare con efficacia l'azione operativa.
  Vediamo il primo di questi fronti: il contrasto dell'evasione e delle frodi fiscali.
  Il prioritario, storico compito istituzionale della Guardia di finanza rimane il contrasto all'evasione fiscale. Negli ultimi anni, per effetto di specifici provvedimenti normativi, di calibrate strategie investigative e di una virtuosa sinergia con l'Agenzia delle entrate, si è registrata una tendenziale riduzione del tax gap: –15,9 miliardi di euro nel 2020 rispetto al 2015.
  Le più recenti stime sul mancato gettito annuale, pari a 90 miliardi di euro, impongono di proseguire lungo questo percorso, intensificando ulteriormente gli sforzi profusi nel settore. Ciò anche alla luce degli obiettivi inseriti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, tra i quali assume fondamentale importanza la diminuzione della propensione all'evasione, ossia il rapporto percentuale tra il tax gap stimato e il gettito potenziale, del 15 per cento entro il 2024 e come step intermedio, come è noto, del 5 per cento entro il 2023, rispetto al valore di riferimento del 2019.
  Coerentemente con la sua natura di forza di polizia, la Guardia di finanza si concentra sulle fenomenologie illecite più gravi, strutturate e insidiose. Mi riferisco, in particolare, alle frodi fiscali, all'economia sommersa e all'evasione internazionale di più ampio respiro.
  Contrastare le frodi significa reprimere fenomenologie criminali ideate da associazioni a delinquere articolate e ramificate, che si avvalgono di consulenti o esperti chiamati a predisporre ingegnosi pacchetti fiscali o schermi societari attraverso cui movimentare flussi reddituali e finanziari per frodare il fisco e favorire il reinvestimento, anche all'estero, dei correlati proventi illeciti.
  Evasione fiscale, schermatura dei profitti, dirottamento all'estero dei medesimi a scopo di riciclaggio: questi sono quindi i tre passaggi chiave che costituiscono spesso il comune denominatore di vari meccanismi fraudolenti.
  Nell'ultimo biennio, ad esempio, la Guardia di finanza è stata in prima linea nel contrasto alle ingenti frodi nel settore dei bonus in materia edilizia ed energetica, facendo emergere un'ampia casistica di illeciti, tra cui l'assenza di lavori edilizi necessari a conferire il diritto ai vantaggi fiscali o la dichiarata esecuzione di ristrutturazioni su immobili non riconducibili ai beneficiari delle detrazioni, o, ancora, plurime cessioni a catena dei crediti che hanno coinvolto prestanome o imprese non effettivamente operanti.
  Anche grazie alla preziosa collaborazione con l'Agenzia delle entrate, sono state Pag. 7avviate numerose indagini su tutto il territorio nazionale che si sono avvalse degli strumenti investigativi propri della polizia giudiziaria e delle peculiarità tecnico-professionali tipiche della Guardia di finanza nel campo delle ispezioni documentali, del controllo fiscale, delle ricostruzioni patrimoniali e dei flussi finanziari, nonché del riciclaggio e del reimpiego degli ingenti profitti di matrice illecita.
  Complessivamente, allo stato, sono stati sequestrati oltre 3,7 miliardi di crediti d'imposta inesistenti, i quali, ove non fossero stati sottoposti a vincolo cautelare, avrebbero causato un mancato gettito fiscale di pari ammontare.
  In altre parole, si tratta di crediti «falsi» che avrebbero indebitamente compensato debiti tributari «veri».
  Tra le esperienze più significative quella del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Rimini, che a gennaio dello scorso anno ha eseguito, su delega della locale autorità giudiziaria, 35 misure cautelari personali e 23 misure interdittive nei confronti di soggetti dislocati sull'intero territorio nazionale.
  Il sistema di frode prevedeva il reperimento, tramite professionisti compiacenti, di società in difficoltà economica, da utilizzare, previa sostituzione dei rappresentanti con prestanome, per la creazione di crediti d'imposta in tutto o in parte inesistenti per oltre 400 milioni di euro.
  Le attività della Guardia di finanza hanno consentito di recuperare, ad oggi, il 97 per cento del profitto, tramite sequestri operati in Italia e soprattutto all'estero, in quest'ultimo caso grazie ai fondamentali strumenti di cooperazione giudiziaria e di polizia.
  È questo l'obiettivo prioritario della nostra azione di contrasto alle frodi: il concreto ed effettivo recupero dei profitti illeciti. Solo così è possibile minare alla radice le organizzazioni criminali, privandole della linfa che permette loro di prosperare e di inquinare il tessuto economico.
  In tale contesto, l'operatività del Corpo è stata rafforzata, sin da subito, mediante l'istituzione di una cabina di regia, presso il Comando Generale, deputata, tra l'altro, a favorire la circolarità informativa e il coordinamento tra i Reparti, nonché a implementare le analisi di rischio in materia, in funzione dell'esigenza di assicurare quella decisiva azione di contrasto patrimoniale di cui dicevo poc'anzi, anche in territorio estero.
  Il fenomeno in questione non si sostanzia in semplici comportamenti evasivi fronteggiabili con ordinarie metodologie di controllo di natura amministrativa, ma si concretizza per la sua complessità, sì da poter essere efficacemente contrastato solo con un approccio investigativo trasversale, esercitando i poteri di polizia giudiziaria e di polizia economico-finanziaria, sfruttando le risorse digitali a disposizione, nonché valorizzando la presenza sul territorio. Insomma, si tratta di attività investigative che possono essere efficacemente svolte soltanto da una forza di polizia che disponga di professionalità specializzate nel campo economico-finanziario, fiscale, contabile e patrimoniale, che è la cifra identitaria della Guardia di finanza.
  Ho parlato delle frodi fiscali connesse ai bonus, ma poi naturalmente ci sono le frodi fiscali di carattere ordinario. Ampliando la prospettiva, infatti, all'intero comparto fiscale, un dato sintetizza l'efficacia dell'azione svolta: oltre ai citati 3,7 miliardi di euro di crediti inesistenti che abbiamo sequestrato, nell'ultimo biennio i Reparti hanno sequestrato altresì 3,8 miliardi di euro, corrispondenti al profitto dei reati tributari che sono stati disvelati.
  Faccio riferimento innanzitutto alle frodi diverse da quelle che hanno interessato i crediti fiscali, come le «frodi carosello» all'IVA, ma anche al sommerso d'azienda o alle condotte artificiose preordinate a sottrarsi agli obblighi di versamento delle imposte. L'ammontare complessivo delle somme sequestrate dalla Guardia di finanza negli ultimi due anni risulta, pertanto, pari a oltre 7,5 miliardi di euro: 3,7 più 3,8.
  Le frodi fiscali impattano non solo sulle casse erariali, ma anche sul tessuto sociale del Paese. Mi riferisco ai fenomeni interpositori connessi alle illecite somministrazioni di manodopera, finalizzati al mancatoPag. 8 versamento delle imposte e dei contributi previdenziali.
  Di recente, nell'ambito di due distinte indagini condotte in questo settore, il Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Milano ha effettuato nei confronti di società del comparto logistico – sono società molto importanti – il sequestro preventivo di beni per un controvalore di circa 150 milioni di euro, corrispondenti all'ammontare delle imposte evase.
  Ricostruendo la filiera della manodopera, è stato rilevato che i rapporti di lavoro con le società committenti sono stati in taluni casi schermati da «società filtro», che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative, le cosiddette società «serbatoio», al fine di omettere sistematicamente il versamento dell'IVA e, nella maggior parte dei casi, degli oneri di natura previdenziale e assistenziale.
  L'attività del Corpo a contrasto delle frodi non si esaurisce nella repressione, ma è affiancata – e lo sarà sempre più – da una costante opera di prevenzione dei fenomeni fraudolenti, nella consapevolezza che quest'ultima rappresenta la strategia più efficace per impedire che i profitti illeciti siano conseguiti, monetizzati e successivamente dispersi, rendendo più difficoltoso il relativo recupero.
  In proposito, il Corpo sviluppa annualmente una significativa mole di interventi sulle imprese di nuova costituzione che presentano significativi alert di rischio e procede sistematicamente, all'esito delle indagini in cui risultano coinvolte società «cartiere», a inoltrare all'Agenzia delle entrate la proposta di cessazione delle relative partite IVA. Nel solo 2022 sono oltre 1.600 le proposte di chiusura avanzate dai Reparti, con lo scopo di impedire la commissione o la prosecuzione degli illeciti tributari.
  In questa prospettiva, vanno lette con grande favore le nuove disposizioni introdotte dalla legge di bilancio del 2023, disposizioni che hanno proprio la finalità di contrastare il fenomeno delle partite IVA «apri e chiudi», rafforzando il presidio preventivo connesso all'attribuzione e all'operatività delle stesse.
  Altra area di prioritario interesse operativo è il sommerso d'azienda, ovvero l'esercizio in forma occulta dell'attività d'impresa: mi riferisco agli operatori economici che si sottraggono totalmente agli obblighi fiscali in materia di imposte dirette e altri tributi, riducendo così i costi di struttura per massimizzare i profitti e ottenere vantaggi competitivi impropri. Il fenomeno è rilevante: nel corso del solo anno 2022 i Reparti del Corpo hanno individuato oltre 6.000 evasori totali e segnalato più di 4.000 persone all'autorità giudiziaria per il reato di omessa dichiarazione.
  Lo sviluppo delle tecnologie digitali ha stimolato le imprese allo svolgimento di attività economiche attraverso siti Internet, specie nel settore dell'intermediazione per la compravendita di beni e servizi.
  Queste recenti opportunità sono state talora accompagnate da nuovi fenomeni illeciti, in forza dei quali è possibile praticare prezzi tali da distorcere il corretto dispiegarsi della concorrenza sul mercato, in pregiudizio degli operatori onesti.
  Un primo fenomeno consiste nell'evasione dell'IVA da parte degli operatori che si avvalgono delle piattaforme di commercio elettronico. Si tratta di imprenditori non residenti che, per le regole di territorialità dell'IVA, sarebbero tenuti ad applicare – e successivamente a versare al fisco nazionale – l'imposta connessa alle cessioni nei confronti dei consumatori italiani. Alcune recenti indagini, innescate da analisi di rischio sviluppate mettendo a sistema i dati estrapolabili dalla nostra dorsale informatica – che ho citato precedentemente e di cui parlerò più avanti – hanno permesso di accertare rilevanti casi di evasione, spesso agevolati da professionisti compiacenti.
  Un secondo fenomeno si sostanzia nella mancata dichiarazione dei redditi realizzati mediante l'uso delle stesse piattaforme, come emerso, ad esempio, a seguito di una verifica fiscale condotta di recente dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Bologna. L'attività ha fatto emergere la stabile organizzazione occulta, in Italia, di una società estera marketplace appartenentePag. 9 a un noto gruppo multinazionale operante nel settore dell'e-commerce.
  All'esito del controllo, la società ha definito ogni pendenza con il fisco italiano, versando le relative imposte evase.
  Il fenomeno dell'evasione internazionale di più alto profilo, vale a dire quella che si concretizza in forme di pianificazione fiscale aggressiva poste in essere dalle multinazionali che non si palesano all'Erario pur operando stabilmente nel territorio nazionale e trasferendo così artificiosamente oltre frontiera i profitti maturati in Italia, è particolarmente lesivo per il bilancio dello Stato.
  Basti pensare che, nell'ultimo triennio, se si esclude il periodo COVID, in esito ai rilievi mossi dai Reparti del Corpo – in sinergia con l'Agenzia delle entrate – solo in tema di fiscalità internazionale, le società sottoposte a controllo, appartenenti in genere a multinazionali, hanno optato per la definizione di ogni pendenza con il fisco, versando alle casse dell'Erario più di 2 miliardi di euro.
  Di recente, una sola verifica fiscale conclusa nei confronti di un'impresa assicurativa estera da un nostro Reparto investigativo di punta ha dato luogo a un accertamento con adesione, definito con il versamento complessivo di oltre 50 milioni di euro. Gettito definitivamente incamerato nelle casse dello Stato, senza defatiganti contenziosi. Si tratta peraltro di gettito futuro, dal momento che questi accertamenti riverberano i propri effetti anche sulle successive annualità, dando luogo a maggiori entrate fiscali.
  Ancora in tema di evasione internazionale, evidenzio che da qualche anno l'amministrazione fiscale dispone dei dati derivanti dallo scambio automatico di informazioni di tipo finanziario – Common reporting standard, a cui hanno aderito 119 Stati nel mondo.
  La valorizzazione di tali dati da parte del Corpo avverrà anche attraverso l'effettuazione di interventi nei confronti dei soggetti che non hanno fornito chiarimenti o regolarizzato la propria posizione in risposta alle lettere di compliance trasmesse dall'Agenzia delle entrate e che risultano caratterizzati da elevati profili di rischio.
  Una siffatta impostazione operativa permette, nell'ottica di una piena sinergia e complementarietà tra le due istituzioni – Guardia di finanza e Agenzia delle entrate – di incentivare l'adempimento spontaneo dei contribuenti, limitando gli interventi ispettivi più invasivi ai soli casi in cui sia mancata ogni forma di collaborazione con il fisco.
  Il secondo versante di operatività del Corpo per quest'anno sarà particolarmente incentrato anche sugli illeciti in materia di spesa pubblica. Il secondo obiettivo strategico, infatti, della Guardia di finanza concerne la tutela delle risorse pubbliche dirette al sostegno e alla crescita dell'economia, nell'ottica di assicurare che le stesse siano effettivamente devolute a chi ne ha titolo e siano impiegate per le finalità cui sono state destinate.
  Negli anni il Corpo ha costruito un suo dispositivo di contrasto alle frodi nel settore della spesa pubblica sempre più performante, strutturato su tre direttrici: l'autonomo sviluppo di input operativi; il partenariato istituzionale; l'innovazione tecnologica, ancora una volta.
  L'autonomo sviluppo operativo consiste nell'avvio di indagini, spesso originate dal tradizionale approccio trasversale ai fenomeni illeciti, dall'approfondimento delle segnalazioni per operazioni sospette e dal controllo economico del territorio.
  Quando parlo di trasversalità intendo fare riferimento alla capacità del Corpo di esaminare le realtà aziendali a 360 gradi con un approccio olistico e multidisciplinare, al fine di individuare tutte le forme di illegalità economico-finanziaria, attraverso indagini fondate sulla sistematica valorizzazione delle risultanze informative e del materiale probatorio acquisito in tutti gli ambiti della missione istituzionale.
  Per esemplificare: si parte magari da un controllo fiscale, durante il controllo fiscale emergono delle fatture fittizie e poi, al di là dell'aspetto squisitamente fiscale, si scopre che quella fattura fittizia di costo era finalizzata a realizzare una provvista di denaro necessaria per effettuare un reato di Pag. 10corruzione per l'ottenimento di un pubblico appalto, con il conseguente danno erariale per lo Stato o fenomeni di riciclaggio poi a valle del provento illecito così realizzato. Quindi si parte magari da un fatto che viene esplorato in un'ottica fiscale, per poi svilupparlo a 360 gradi nell'ottica che poc'anzi descrivevo.
  La seconda direttrice trova realizzazione nello sviluppo di rapporti con istituzioni, autorità ed enti, anche locali, chiamati a gestire ed erogare fondi pubblici, prodromici allo scambio di dati ed elementi, utili all'individuazione di fattispecie illecite.
  Mi spiego meglio: un efficace network istituzionale alimenta la qualità e la quantità delle informazioni disponibili, promuovendo un circolo virtuoso che permette, anzitutto, il monitoraggio dei flussi finanziari inerenti all'erogazione dei fondi. La strategia consolidata nel tempo in materia di tutela della spesa pubblica, di matrice nazionale ed europea, poggia quindi sulle sinergie, a tutti i livelli, con i soggetti responsabili della gestione delle risorse pubbliche, anche mediante la stipula di specifici protocolli d'intesa.
  La terza direttrice si fonda sull'innovazione digitale, che permette di sviluppare percorsi di analisi sempre più evoluti, finalizzati a orientare le attività di controllo verso target per i quali siano stati ravvisati, a monte, concreti indici di rischio, valorizzando l'interoperabilità delle banche dati. Quest'ultima consiste nell'interscambio informativo tra i diversi applicativi informatici e costituisce un prerequisito necessario per assolvere adeguatamente la missione affidata alla Guardia di finanza dal legislatore.
  Al riguardo, fondamentale importanza assume la dorsale informatica di cui ho detto precedentemente, che la Guardia di finanza ha concepito e realizzato nell'ottica di cogliere e sfruttare appieno le straordinarie opportunità offerte dalla rivoluzione digitale in atto.
  L'applicativo al momento consente l'interazione di oltre 200 banche dati – 28 delle quali attinenti al solo comparto delle uscite – imprescindibili serbatoi di informazioni, capaci di generare output sistemici e relazionali, grazie ai quali è possibile selezionare gli obiettivi operativi in modo mirato e selettivo.
  A testimonianza dell'impegno profuso, nel corso del 2022 è stata accertata l'indebita percezione o richiesta di incentivi e contributi per quasi 685 milioni di euro ed è stata svolta un'efficace azione di contrasto dei fenomeni di peculato, corruzione, concussione e turbata libertà degli incanti, nel cui ambito sono state denunciate 2.900 persone.
  Rilevanti risultati sono stati ottenuti anche nell'ambito delle prestazioni sociali agevolate. Una recente indagine ha consentito di far emergere l'operatività criminale di un sodalizio teso a favorire l'erogazione del reddito di cittadinanza a persone prive dei requisiti. I promotori della frode hanno predisposto circa 9.000 istanze corredate da falsa documentazione, per una truffa di 20 milioni di euro. Ciò ha permesso di interrompere i pagamenti, evitando così l'ulteriore indebita percezione di oltre 60 milioni di euro. Insomma: con un'unica indagine, sono state preservati circa 80 milioni di euro di risorse.
  Per il 2023, come noto, è di fondamentale importanza l'esigenza di garantire la corretta devoluzione dei fondi Piano nazionale di ripresa e resilienza – PNRR. Infatti, come risulta dall'ultima Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, nei prossimi tre anni circa è previsto lo sviluppo di investimenti e progetti riconducibili a quasi 300 misure, di vario contenuto e portata, per una spesa complessiva di circa 170 miliardi di euro, pari a quasi il 90 per cento dei 191,5 miliardi che il PNRR ha assegnato all'Italia.
  Questi dati rendono evidente la necessità di un adeguato livello di presidio rispetto alla corretta destinazione delle risorse, che il Corpo è in grado di assicurare collaborando con le autorità giudiziarie penali e contabili e operando come baricentro delle principali indagini nel segmento.
  Per preservare le risorse del PNRR, nell'ambito dell'attuale sistema multilivello di governance amministrativo-contabile, che coinvolge direttamente la Guardia di finanza,Pag. 11 è stato sottoscritto un protocollo d'intesa con la Ragioneria generale dello Stato, cui hanno aderito le 23 amministrazioni centrali titolari degli interventi del Piano.
  Ciò consente già oggi ai nostri Reparti speciali – e a breve anche a quelli territoriali – di poter accedere ai dati del cosiddetto ReGis, il sistema attraverso il quale tutte le amministrazioni centrali e territoriali, gli enti e gli uffici coinvolti devono adempiere agli obblighi di monitoraggio, rendicontazione e controllo delle misure e dei progetti finanziati dal PNRR. Questo significa disporre di un fondamentale patrimonio informativo che, integrandosi con quello già in possesso del Corpo, consentirà di focalizzare l'attenzione su singole operazioni con approccio chirurgico, selettivo e mirato.
  La Guardia di finanza partecipa, inoltre, alla cosiddetta rete dei referenti antifrode, istituita presso la Ragioneria generale dello Stato. Si tratta di un tavolo di lavoro che ha l'obiettivo di porre in atto una continua attività di sorveglianza, monitoraggio e gestione del rischio di frode cui sono esposti i progetti e gli investimenti, i soggetti attuatori degli stessi e i relativi contraenti.
  Abbiamo già portato su questo tavolo alcuni elementi che derivano dalla nostra esperienza operativa; altri ne porteremo sulla base delle attività che verranno ulteriormente avviate e a cui ho fatto cenno.
  I referenti antifrode delle varie amministrazioni centrali, a loro volta, hanno già iniziato a porre alla nostra attenzione ciò che può consentirci di individuare settori o soggetti a rischio, sulla base delle anomalie che rilevano nell'esercizio delle loro funzioni di monitoraggio e controllo.
  E veniamo ora alle linee d'azione adottate della Guardia di finanza nella lotta alla criminalità economica e finanziaria.
  Il Corpo agisce in questo caso su due direttrici fondamentali: da un lato, una preventiva analisi delle dinamiche criminali nelle singole realtà territoriali e, dall'altro, contestuali e mirate indagini, specie di natura patrimoniale.
  Più nel dettaglio, rientrano in tale contesto le attività volte:

   alla tutela del mercato dei capitali, intendendo con ciò la prevenzione e il contrasto al riciclaggio e ai reati di matrice economico-finanziaria, quali quelli bancari e di borsa, l'usura, la falsificazione monetaria; a questi si aggiungono poi i reati societari, tra cui le diversificate ipotesi di bancarotta;

   alla repressione della criminalità organizzata, contrastando l'infiltrazione di capitali illeciti nell'economia legale, sia attraverso procedimenti di prevenzione ai sensi del codice antimafia, sia tramite indagini di polizia giudiziaria;

   alla tutela del mercato dei beni e dei servizi, a presidio della libera concorrenza e a protezione dei consumatori.

  Peraltro, proprio nei momenti di crisi, come quello che noi viviamo oggi, il mercato presenta condizioni di particolare vulnerabilità e le imprese meno solide possono essere oggetto degli appetiti dei sodalizi delinquenziali, che spesso dispongono di ingenti capitali a basso costo, provento dell'azione criminale.
  In questa prospettiva, si registra una sempre più frequente saldatura di circuiti relazionali tra ambienti criminali, imprenditori, amministratori pubblici e figure professionali specializzate, in grado di agevolare il riciclaggio dei proventi illeciti, di conquistare nuovi mercati e di condizionare la sfera decisionale pubblica, soprattutto a livello locale.
  In tale scenario, fondamentale è il presidio antiriciclaggio, in cui la Guardia di finanza è pienamente inserita, operando quale anello di congiunzione tra il piano preventivo e quello repressivo, con funzioni baricentriche rispetto alle altre autorità interessate.
  Il Corpo esplica la sua azione di prevenzione e contrasto al riciclaggio innanzitutto attraverso l'approfondimento sistematico delle segnalazioni di operazioni sospette e delle comunicazioni delle Financial Intelligence Unit – FIU, anche mediante lo sviluppo di analisi fenomeniche georeferenziate.Pag. 12
  Le segnalazioni per operazioni sospette costituiscono preziosi input informativi per tutta la missione istituzionale. In proposito, nel 2022, sono stati condotti oltre 400 interventi nel comparto della tutela delle entrate, che hanno visto la valorizzazione delle informazioni antiriciclaggio e da cui sono scaturiti sequestri per oltre 1,2 miliardi di euro.
  Il sistema di prevenzione antiriciclaggio potrà, tra l'altro, avere un ruolo centrale anche con riferimento all'attuazione del PNRR. Nel maggio 2022, l'Unità di informazione finanziaria ha richiamato l'attenzione dei soggetti obbligati su taluni rischi connessi all'attuazione delle misure di sostegno, rendendo disponibile al contempo una nuova codifica per individuare le segnalazioni di operazioni sospette riferite al fenomeno in parola e definite dunque «SOS PNRR».
  Lo scorso anno sono stati effettuati oltre 31.000 approfondimenti su flussi finanziari sospetti e 1.700 interventi ispettivi nei confronti dei cosiddetti soggetti obbligati per verificare l'ottemperanza agli adempimenti previsti dalla disciplina antiriciclaggio, all'esito dei quali sono stati verbalizzati oltre 2.000 soggetti.
  In ogni indagine economico-finanziaria, le unità operative hanno il compito di procedere, da subito, alla parallela ricostruzione dei flussi finanziari nell'ottica di individuare i beneficiari finali delle attività illecite e di consentire i conseguenti provvedimenti ablativi.
  Un'operazione del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria rappresenta un caso paradigmatico dell'approccio investigativo della Guardia di finanza nel contrasto al riciclaggio. Lo scorso mese di luglio, il Nucleo ha eseguito misure cautelari personali nei confronti di 48 soggetti, indagati per associazione per delinquere, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, sequestrando beni per 14,5 milioni di euro. Partendo dall'approfondimento di segnalazioni di operazioni sospette, sono state individuate 44 imprese attive nel commercio all'ingrosso di abbigliamento che avevano accumulato ingenti debiti fiscali non versati. I proventi dell'evasione erano stati dapprima riciclati in valute virtuali, tramite exchanger stranieri, e successivamente – dopo vari trasferimenti estero su estero – riconvertiti in moneta corrente e reinvestiti.
  Il principio follow the money, che emerge nitidamente dall'indagine che ho richiamato poc'anzi, è alla base di ogni nostra iniziativa investigativa: nel solo 2022 sono oltre 3.900 le indagini penali svolte su delega della magistratura che hanno consentito di denunciare oltre 3.500 soggetti, di cui 303 in stato di arresto, e di sequestrare beni per un valore complessivo di oltre 1,3 miliardi di euro.
  Il dispositivo antiriciclaggio gioca poi un ruolo fondamentale nel contrasto alla criminalità organizzata, unitamente all'aggressione dei patrimoni da essa accumulati, anche grazie a una normativa, quella antimafia, tra le più evolute al mondo. La sottrazione di ricchezze erode, infatti, dalle fondamenta, la capacità delle organizzazioni criminali di espandersi nei più remunerativi settori economici: dalla filiera del turismo a quella dell'agroalimentare, dall'edilizia allo smaltimento dei rifiuti, dal settore del gioco a quello dei carburanti, dalla sanità ai mercati finanziari.
  Le nostre articolazioni specializzate in questo campo sono il Servizio centrale investigazione criminalità organizzata – SCICO e, a livello territoriale, i Gruppi investigativi criminalità organizzata.
  Nel corso del 2022, la Guardia di finanza ha segnalato all'autorità giudiziaria, per reati di mafia, 940 soggetti, di cui 443 tratti in arresto. Parallelamente, sono stati effettuati oltre 1.400 accertamenti patrimoniali nei confronti di circa 11.500 soggetti, conclusisi con la formulazione di proposte di sequestro per circa 3,4 miliardi di euro, con l'esecuzione di sequestri per 2,1 miliardi di euro e la confisca definitiva di circa 545 milioni di euro.
  Le organizzazioni criminali sono, altresì, molto attive anche nella contraffazione e nell'illecito sfruttamento della proprietà intellettuale. Negli ultimi due anni, la Guardia di finanza ha sequestrato oltre 762 milioni di prodotti industriali contraffatti, con falsa indicazione del made in ItalyPag. 13o non conformi agli standard di sicurezza, denunciando più di 10.700 soggetti e oscurando 2.100 siti Internet. In continuità con gli scorsi anni, nel 2023 la strategia del Corpo mira non solo a intercettare le partite di prodotti illegali, ma anche e soprattutto a disarticolare alla radice le filiere del falso, individuandone e colpendone contestualmente le componenti di approvvigionamento, quelle produttive e quelle distributive, così da interrompere i canali di alimentazione del mercato illecito e le fonti di finanziamento delle organizzazioni criminali.
  Analogamente, importanti risultati sono stati ottenuti nel settore agroalimentare: nell'ultimo biennio: sono stati sequestrati 18,6 milioni di litri e 5.000 tonnellate di prodotti oggetto di contraffazione e frode commerciale, anche grazie alle sinergie instaurate con l'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, con cui, peraltro, il 21 dicembre scorso, abbiamo rinnovato il protocollo d'intesa.
  La Guardia di finanza fornisce il proprio contributo concorsuale anche al mantenimento della sicurezza interna ed esterna del Paese. Lo fa mediante il servizio di pubblica utilità – il servizio 117 –, le unità antiterrorismo e pronto impiego – i baschi verdi –, le attività di polizia e di soccorso in montagna, demandate al Soccorso alpino, la vigilanza sugli obiettivi sensibili, la partecipazione agli interventi di protezione civile e alle missioni internazionali, nonché attraverso il controllo economico del territorio.
  Il dispositivo è integrato dal comparto aeronavale che, con le sue 390 unità della flotta navale e 53 unità della flotta aerea, garantisce in mare lo svolgimento delle funzioni di polizia economico-finanziaria e il mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica, in ragione dell'attribuzione alla Guardia di finanza del comparto della sicurezza del mare, a seguito del decreto legislativo n. 177 del 2016 e del conseguente decreto del Ministro dell'interno.
  Vorrei concludere il mio intervento evidenziando come l'Italia sia chiamata a sfide importanti per salvaguardare l'economia sana e in generale gli interessi nazionali, supportando le imprese e i cittadini più in difficoltà.
  Per conseguire questi obiettivi, oggi e nel prossimo futuro, è necessario, con una visione di ampio raggio, tutelare il mercato e la concorrenza, le entrate erariali e la corretta gestione dei fondi destinati al rilancio sostenibile dell'economia.
  La criminalità economico finanziaria, infatti, reca danno all'Erario, inficia la corretta ed efficiente allocazione delle risorse, inquina i mercati, allontana gli investimenti stranieri, esclude le forze sane dal mercato e riduce la competitività delle imprese, mortificando le prospettive di sviluppo.
  È proprio in questo scenario che si colloca l'azione della Guardia di finanza, che ha la responsabilità di operare con sempre maggiore impegno ed efficacia, offrendo risposte concrete, rapide e di sicuro impatto sui fenomeni illeciti.
  Questa è la nostra sfida.

  PRESIDENTE. Grazie mille generale per l'importante relazione che ci ha presentato. Passiamo ora agli interventi. Vi prego di contenere le domande nell'arco di 2/3 minuti in modo da consentire risposte puntuali.
  Direi di procedere con due o tre domande a volta, seguita dalle risposte del generale.

  ANDREA DE BERTOLDI. Naturalmente comincio con un sentito e sincero ringraziamento, anche quale dottore commercialista, al Comandante generale e per il suo tramite all'intero Corpo della Guardia di finanza, per la serietà e la professionalità che riscontriamo nei vostri interventi.
  Cercherò di essere molto sintetico, proprio per rispettare l'appello del presidente.
  Venendo un po' più sulla contingenza, e quindi sui problemi attuali, vorrei parlare dell'evasione fiscale. Numeri se ne fanno tanti, 100 miliardi, 120; sulle stime avremmo anche molte cose da dire. Ma, insomma, quello che mi sembra abbastanza acclarato è che le percentuali che fanno risalire, direttamente o indirettamente, l'evasione Pag. 14fiscale al fenomeno delle false fatturazioni siano in proporzione piuttosto significative: qualcuno è arrivato a dire addirittura fino al 45 o 50 per cento.
  Allora io su questo vorrei chiedere a lei se può darci qualche elemento in più sull'entità del peso delle false fatturazioni nell'evasione fiscale stimata. E soprattutto chiederle cosa potremmo fare noi legislatori per supportare al meglio la lotta a questo brutto fenomeno.
  Del funzionamento delle banche dati abbiamo parlato tra l'altro nella Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria – della quale io con alcuni colleghi, come l'ex senatore Fenu, eravamo membri come senatori – e abbiamo più volte sviluppato queste argomentazioni. E sul tema appunto delle banche dati credo che forse qualche suggerimento da parte vostra lo potremmo ancora avere.
  La stessa cosa le chiedo collegandomi al tema ancora più attuale, quello che stiamo trattando anche in questi giorni, del Superbonus e della cessione dei crediti. Quello che vorrei capire meglio è: noi sappiamo che i crediti transitano dal cassetto fiscale; ritiene che l'Agenzia delle entrate avrebbe potuto, o magari potrebbe, con un miglior collegamento tra il cassetto fiscale e le banche dati, un migliore utilizzo del cassetto fiscale in funzione delle banche dati, garantire un miglior controllo della legittimità dei comportamenti che sottostanno poi alle cessioni dei crediti? Mi piacerebbe conoscere il suo parere sul rapporto tra le frodi, che si dice possano essere di diversi miliardi (6 o 9 o altro), e l'utilizzo del cassetto fiscale.
  E per concludere davvero, in venti secondi una domanda per così dire storica, ovviamente se mi può rispondere.
  Quando venne introdotto, con la legge di bilancio per l'anno 2020, dal Ministro Gualtieri e dal Presidente Conte, il Bonus facciate, poi ampliato con la legge del maggio 2020 anche con la cedibilità dei crediti derivanti dallo stesso bonus, il Corpo della Guardia di finanza fu mai stato interpellato sul rischio di frodi che erano connesse a questi strumenti, sul fatto che non vi fosse un limite massimo di spesa, sul fatto che non vi fossero dei visti di conformità, sul fatto che non vi fossero delle asseverazioni, cioè sul fatto che si utilizzassero fondi pubblici senza tutela alcuna?
  Ecco, mi piacerebbe sapere se chi è addetto al controllo come voi sia stato interpellato dal Governo dell'epoca ai fini della garanzia del contribuente.

  EMILIANO FENU. Anch'io ringrazio il Comandante generale Zafarana per la relazione esaustiva, come sempre, e il generale Arbore. Passo subito alle due domande.
  Chiedo conferma – ma ovviamente non ce n'è bisogno, perché l'ho già avuta da un'altra vostra relazione presentata al Senato – di un ammontare di crediti sequestrati pari a 3,7 miliardi di euro. Siccome sulla stampa si leggono invece altre cifre, come quella di 9 miliardi, volevo sapere se voi trovate corrispondenza in qualche altro dato relativo a tale ammontare.
  Quindi vorrei sapere quanti di questi 3,7 miliardi siano riconducibili a sequestri preventivi e quanti siano esitati in accertamenti dell'Agenzia delle entrate alla fine, perché io immagino che questi siano in gran parte sequestri preventivi oppure l'esito di un processo verbale di constatazione. Quindi vorrei sapere quanta parte di questo ammontare poi alla fine è diventato avviso di accertamento dell'Agenzia delle entrate.
  Poi, vorrei sapere se c'è stata una variazione di questi flussi e di questi sequestri dopo le modifiche che hanno previsto il passaggio obbligatorio, la cessione obbligatoria al sistema bancario, ovvero se tali modifiche hanno inciso in qualche modo e se nelle cessioni successive, quindi quelle al sistema bancario, c'è stata una riduzione delle frodi.
  Queste sono alcune delle domande che vorrei fare, ne avrei tante altre, però i tempi sono stretti.
  Ne faccio un'altra soltanto, che è di argomento completamente diverso. Pochi giorni fa è apparso su Il Sole 24 Ore l'annuncio della vendita, la prima vendita credo in Italia, del land sul Metaverso, 295 dollari per dei terreni virtuali di 16x16 metri. Ormai è legittimo pensare, basta Pag. 15leggere qualche articolo, se ne trovano tanti su Internet, che i nostri figli a breve avranno una seconda vita sul Metaverso, già adesso ci sono delle compravendite, probabilmente già adesso ci sono delle plusvalenze, che molto probabilmente sfuggono all'imposizione fiscale.
  Io chiedo se la Guardia di finanza si stia preparando a questo nuovo mondo e a questo punto qual è la differenza – anche di priorità – che si vuole dare. Nel senso: è ragionevole continuare a rivolgerci ai poveri contribuenti? In Sardegna – lo riporta oggi un articolo sulla Nuova Sardegna – ogni giorno 16 negozi chiudono i battenti: ormai i negozi fisici, quelli normali, non riescono più a sopravvivere, le ricchezze e i redditi si stanno spostando già da tempo su un altro mondo.
  Il presidente mi chiede di concludere. La domanda mi pare fosse chiara.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, ma così riusciamo ad ascoltare tutti.

  LUCIANO D'ALFONSO. Generale, grazie per il suo completo intervento. E le dico grazie non solo per quello che lei ha ricostruito in nome e per conto della persona giuridica della Guardia di finanza, ma anche per quello che io ho avuto modo di toccare personalmente. Sarò essenziale: sui depositi fiscali abbiamo fatto una norma nuova, se non ci fosse stata la dirittura della Guardia di finanza avremmo confermato quell'alcolismo normativo precedente.
  Secondo: sull'economia dei rottami. Quando eravamo in difficoltà con la fuoriuscita dei rottami, una normazione, non vigilata dal Ministero dello sviluppo economico, al tempo vinto dalla sonnolenza, determinò una norma inapplicabile. La Guardia di finanza aiutò il Parlamento repubblicano a trovare la via di uscita e i protagonisti di quell'aiuto e di quella leale collaborazione sono qui, il Comandante generale, il generale Arbore, e richiamo anche il generale Greco. E riuscimmo a dare un po' di ruote a quella norma nuova a tutela dell'economia produttiva italiana riutilizzando i rottami.
  Terzo: la vicenda riguardante le invenzioni delle attività alberghiere false, nate senza regolarità all'Esquilino. Anche lì io ho visto, con la conduzione del prefetto Piantedosi al tempo.
  Quindi la Guardia di finanza è necessaria.
  Chiedo al presidente Osnato, e attraverso il presidente Osnato – come si fa in Parlamento – al Governo, poiché noi dovremmo, durante queste audizioni, oltre che ascoltare, chiedere al Comandante generale che cos'è che serve alla Guardia di finanza per fare ancora meglio. Perché l'interlocuzione non è interlocuzione soltanto in uscita, ma è anche in entrata.
  Che cos'è che vi serve, per esempio, per continuare a fare in modo che l'Unità di informazione finanziaria, nella sua attività collaborativa e ricettiva, possa davvero realizzare un ordinamento funzionante, utilizzando la competenza della Guardia di finanza?
  Secondo: sul piano della vostra copertura contrattuale. Noi abbiamo delle personalità di straordinaria competenza, che ripetutamente vengono prese dall'esterno, provenienti dalla Guardia di finanza, sempre di più, colonnelli e generali che poi finiscono nelle articolazioni o di altre realtà dell'economia pubblica o dell'economia privata. Quindi si pone un tema di adeguamento della copertura contrattuale di questa straordinaria performance.
  Terzo: Noi abbiamo la questione dei dati e questa è una domanda che si colloca nel classico della curiosità di questa Commissione. Noi abbiamo dei dati che vengono acquisiti e venduti sotto forma di informazione, che stanno nella cifra della nuova economia digitale. Chi monitora questi dati affinché non costituiscano soltanto ricchezza dei giganti digitali?
  Quelle persone che lavorano alle casse dei grandi centri commerciali ci chiedono la tessera e non sanno che quella tessera è lo strumento con il quale loro si stanno suicidando, perché attraverso quelle tessere si genera il capitalismo predittivo. Quei dati non sono di proprietà di quegli operatori economici, sono di sicuro dei cittadini, e magari dell'ordinamento. Perché su quei dati si costruisce davvero l'entrata di Alibaba, di Amazon, e noi non abbiamo Pag. 16allo stato nessuna strumentazione che ci faccia incassare.
  La Guardia di finanza può fare questo, come strumento di prossimità conoscitiva e anche di prossimità di vigilanza. Ma la dobbiamo aiutare, dotando la Guardia di finanza di tecnologia, di flessibilità organizzativa, magari anche di risorse umane.
  È in questa direzione che va usata l'attività dell'audizione, perché non è che questo sia un frigorifero sempre pieno e noi continuiamo sempre a prendere non ponendoci il tema dell'adeguatezza degli strumenti.

  PRESIDENTE. Generale, se vuole può incominciare a dare qualche risposta.

  GIUSEPPE ZAFARANA, Comandante generale della Guardia di finanza. Io ho cercato di segnare un po' tutto, spero di non aver dimenticato qualcosa, ma eventualmente il generale Arbore integrerà le mie risposte, se dovessi essermi dimenticato qualche cosa di particolarmente significativo.
  Innanzitutto le false fatturazioni e l'entità delle false fatturazioni nel contesto generale dell'evasione fiscale. Io non sono in grado di dare un dato percentuale di quanto pesi questo fenomeno, perché naturalmente io ho uno spettro visuale limitato, che è riferito esclusivamente all'attività della Guardia di finanza, ma poi bisognerà aggiungere naturalmente tutto quello che fa l'Agenzia dell'entrate, quindi non mi sento di fornire un dato sotto questo profilo.
  Mi pare invece possibile dare delle risposte su ciò che si potrebbe fare al riguardo.
  Io sono sempre una persona positiva, costruttiva, e a mio avviso credo si possa dire che a partire dal '91 abbia avuto inizio di un'azione seria di contrasto all'evasione fiscale che – attraverso le vicende normative che hanno caratterizzato tutti questi anni e l'evoluzione che c'è stata nell'azione di contrasto all'evasione fiscale, sia pure con tante difficoltà, in tempi anche eccessivi e molto lunghi rispetto a quelli che sarebbero stati consigliabili – ha condotto oggi l'amministrazione finanziaria ad essere dotata di strumenti particolarmente significativi e pregnanti per il contrasto all'evasione fiscale in generale. Non tutti questi strumenti sono ancora pienamente operativi e ci sono anche una serie di esigenze oggi connesse alla privacy che non consentono la piena utilizzabilità di tutta una serie di dati, ma l'impalcatura organizzativa di cui si dispone sicuramente è importante e significativa.
  In questo contesto, sul tema delle fatture false, ci sono due strumenti che sono particolarmente importanti. Non a caso ho parlato più volte di dorsale informatica e di interoperabilità delle banche dati. Il Corpo sotto questo profilo ha compiuto proprio negli ultimissimi anni, parlo degli ultimi 3/4 anni, un salto qualitativo in avanti sul piano tecnologico molto forte e molto importante.
  Oggi, come dicevo, abbiamo la possibilità di integrare attraverso un'unica chiave d'accesso i dati riferiti a una certa posizione, ricavabili da almeno 200 banche dati. Ciò chiaramente consente di individuare soggetti che sono a rischio, perché ovviamente tutti coloro i quali emettono fatture false o utilizzano fatture false in modo particolarmente importante emergono per tutta una serie di sintomatologie che sono tipiche. Lo stesso tema delle partite IVA apri e chiudi, che è un tema da noi fortemente sentito, è un fenomeno che è particolarmente pregnante e significativo proprio sotto questo profilo, perché ci sono società che nascono, fanno un gioco, in un insieme di società, finalizzato sostanzialmente a emettere o ricevere fatture false, per poi chiudere rapidamente e sparire. È un fatto per esempio che si verifica molto frequentemente nell'ambito di frodi particolarmente significative, come quelle relative alle accise sui carburanti.
  Noi assistiamo oggi purtroppo a questo fenomeno, sul quale ci stiamo battendo in modo molto forte, anche con risultati importanti, che è un tema molto delicato, perché impatta tra l'altro in modo devastante sul regolare dispiegarsi della concorrenza nel mercato, in questo caso nel mercato della vendita e somministrazione dei prodotti energetici e dei carburanti. Cito ad Pag. 17esempio il caso delle pompe bianche, che vendono al pubblico e ai consumatori con prezzi che sono molto più contenuti rispetto a quelli che vengono praticati normalmente dagli operatori. Quello venduto sottocosto è un carburante che spesso e volentieri proviene da complesse operazioni che vengono immaginate, per esempio a Malta, da professionisti specializzati che sostanzialmente attraverso false esportazioni del prodotto precedentemente importato, lo immettono sul territorio nazionale in completa evasione di IVA e di accise.
  Questo per dire che oggi l'apparato informatico e tecnologico di cui ci siamo dotati ci aiuta sicuramente a essere molto più presenti e soprattutto molto più tempestivi. In questo contesto certamente il tema della fatturazione elettronica è un tema molto importante. Lo dico perché noi attualmente, per tutta una serie di ragioni di privacy, disponiamo della possibilità di utilizzare solo una parte dei dati contenuti nelle fatture ma non altri, che invece sono particolarmente significativi, perché rappresentano per esempio l'oggetto e il contenuto della prestazione di servizio che viene effettuata. C'è un dialogo tra noi e l'Agenzia delle entrate da un lato, l'Authority per la privacy dall'altro. Certamente poter disporre di quei dati è particolarmente significativo perché consente di intercettare con molta più tempestività e rapidità chi potrebbero essere quei soggetti che, in modo importante, emettono e utilizzano fatture false. Spero di aver risposto alla domanda.
  C'era poi una seconda domanda che evidenziava l'utilizzo del cassetto fiscale sui bonus edilizi. Innanzitutto ritengo che il problema non siano stati tanto i bonus quanto la cedibilità dei crediti, che ha determinato poi le distorsioni. In secondo luogo, è la norma a monte che è partita male; già l'aggiustamento che è stato fatto a novembre 2021 dal Governo Draghi praticamente metteva a posto le cose. Il dato che lo dimostra è rappresentato dal fatto che il 98 per cento dei sequestri di cui ho parlato precedentemente, pari a 3,7 miliardi di euro, sono tutti riferiti a indagini connesse ad attività antecedenti il decreto-legge n. 157 del novembre 2021. Quindi, quando per la prima volta vengono istituiti i bonus, lì parte tutta una serie di gigantesche frodi, che poi sostanzialmente vengono bloccate, nel loro ulteriore dispiegarsi, quando interviene il provvedimento del novembre del 2021.
  L'Agenzia delle entrate in tutto questo però ha svolto un ruolo virtuoso e importante, ci tengo a rappresentarlo. Perché non dimentichiamo che la prima normativa era anche una normativa che esentava completamente da responsabilità; nonostante questo l'Agenzia ha segnalato per tempo tutta una serie di situazioni sintomatiche di illeciti, che poi noi siamo andati a riscontrare, abbiamo verificato e abbiamo visto che effettivamente erano corrispondenti a frodi. Alcune delle più importanti investigazioni che noi abbiamo fatto nascono in primo luogo su innesco dell'Agenzia delle entrate.
  E poi in secondo luogo credo che l'Agenzia delle entrate abbia dato luogo anche a una serie di sospensioni non di poco conto, avvalendosi della norma ad hoc, nella gestione dei crediti fiscali.
  E qui rispondo alla domanda dell'onorevole Fenu, sull'entità dei crediti sequestrati: 3,7 miliardi – 9 miliardi. Confermo che la Guardia di finanza ha realizzato 3,7 miliardi di sequestri, ma io non ho un dato complessivo; credo che il direttore Ruffini, che fra qualche giorno verrà ascoltato dalla Commissione Finanze, potrà fornire qualche elemento di ragguaglio ulteriore. Credo che la cifra di 9 miliardi di euro si riferisca ad altre componenti che si aggiungono ai 3,7 miliardi e che sono per esempio determinate dai crediti sospesi dall'Agenzia delle entrate; oppure, ancora, dai crediti fiscali che non sono stati ancora sequestrati, ma che sono oggetto di indagini, per i quali naturalmente vige il segreto investigativo. Però i dati sono assolutamente pertinenti.
  Una terza cosa in risposta all'onorevole De Bertoldi. Non siamo stati interpellati, non mi risulta che siamo stati interpellati all'epoca. Noi siamo stati interpellati nel novembre del 2021. Anzi, nel novembre 2021, quando sono state fatte le norme antifrode, siamo stati proprio centrali nella Pag. 18ricostruzione dell'impianto normativo, che consentisse di evitare che se ne potessero verificare altre. A monte non siamo stati interpellati, non mi risulta.
  C'era poi il tema del Metaverso, ne parlerò un po' più in generale e poi magari il generale Arbore integrerà quello che dico.
  Ovviamente stiamo parlando di tutta una serie di fenomenologie, io ne ho citate alcune come il commercio on line per esempio, che si caratterizzano perché danno luogo anche a nuove modalità e a nuove forme di evasione e di elusione fiscale.
  C'è una grandissima attenzione dell'amministrazione finanziaria su questi fenomeni, su questi temi e su queste nuove realtà che si stanno determinando. Non posso entrare più di tanto nel dettaglio, ma oggi credo che un quotidiano abbia dato qualche notizia al riguardo. C'è per esempio un rilievo fiscale molto significativo, perché forse è anticipatore di provvedimenti, anche normativi, che aiuteranno un po' a disciplinare e regolamentare anche queste nuove forme di prestazioni di servizio, perché di tali si tratta. Però c'è per esempio un'azione di verifica fiscale che è stata fatta da un nostro Reparto del Nord, che ha riguardato una multinazionale molto importante. Questa società sostanzialmente, da un lato, mette a disposizione dell'utente la possibilità di fare tutta una serie di attività o di mettersi in relazione con altri soggetti, però dall'altro diviene di fatto detentrice di tutta una serie di dati che riguardano quello stesso utente, quindi di fatto c'è uno scambio: da un lato io ti offro dei servizi e dall'altro ho i dati che poi utilizzo per la profilazione e così via. Ragion per cui si pone il problema della imponibilità ai fini dell'IVA di questa operazione.
  Questo rilievo è stato condiviso con l'Agenzia delle entrate e vedremo poi quale sarà il seguito dello stesso; quantomeno sicuramente si apre una strada, una via, un percorso che consentirà, se necessario, anche interventi normativi che possano disciplinare la materia. Questo per rispondere al fatto che c'è una grande attenzione su quelle che sono le nuove forme o possibili nuove forme di evasione fiscale, connesse ovviamente a una tecnologia che sta rivoluzionando anche i sistemi di interazione sui mercati.
  Sotto questo profilo nella mia relazione ho parlato di dorsale informatica, di interoperabilità delle banche dati e così via, però non ho detto una cosa che è un po' anche una risposta, sia pure in termini generali, a quello che veniva chiesto. Io poco dopo aver assunto il comando della Guardia di finanza, ormai quattro anni fa, ho dato vita a un progetto, il Libro Bianco – fatto insieme a tutta la governance della Guardia di finanza e alle migliori competenze di cui la Guardia di finanza disponeva sull'intero territorio, di ogni ordine e grado, quindi ufficiali, ispettori, eccetera – con l'obiettivo di immaginare, proprio alla luce della rivoluzione tecnologica in atto, come dovrà essere la Guardia di finanza nei prossimi anni. Non certo in un arco temporale di ampio respiro, perché oggi i tempi sono molto accorciati e i cambiamenti sono tali che si può ragionare al massimo per i prossimi dieci anni. Però lo sforzo che è stato prodotto è stato uno sforzo gigantesco, che ha richiesto due anni di studio, con tutta un'attività di preparazione a monte in punto di scienza dell'organizzazione, fatta con università importanti. Il prodotto finale è stato quello di un Libro Bianco che si concretizza in 57 progetti di ampio respiro, tutti già in atto, nel senso che li stiamo già realizzando, su quattro aree fondamentali.
  C'è l'area del personale, e così rispondo anche all'onorevole D'Alfonso. C'è l'area delle operazioni naturalmente, in cui si affrontano anche le tematiche degli illeciti economico-finanziari nel loro divenire futuro, quindi anche il Metaverso e così via. C'è il tema dell'analisi della tecnologia, che è centrale: come sfruttare, come Guardia di finanza, le nuove tecnologie e l'intelligenza artificiale, cosa si potrà fare attraverso questi strumenti. E poi c'è il tema ovviamente del benessere organizzativo e della sostenibilità.
  Questo lo dico perché al di là di quello che noi già abbiamo realizzato – la dorsale informatica o la mappatura socio-criminale delle aree territoriali del nostro Paese Pag. 19– il Corpo è concentrato fortemente e con tutte le sue risorse intellettuali soprattutto nel pensare a come organizzarsi per far fronte a queste nuove frontiere della illegalità economico-finanziaria.

  GIUSEPPE ARBORE, Capo del III Reparto Operazioni della Guardia di finanza. Il tema del Metaverso l'abbiamo da tempo affrontato. Si sta creando ricchezza nel Metaverso, si stanno comprando, vendendo e commercializzando immagini di opere d'arte, gli avatar cominciano ad avere un loro valore, è chiaro che siamo nel mondo del valore digitale. Qui scontiamo un problema di normazione internazionale naturalmente. Una cosa è certa, alla Guardia di finanza stiamo lavorando nel Metaverso, stiamo pensando ai nostri avatar nel Metaverso, perché poi alla fine è questo il futuro. Anzi, il Metaverso avrà bisogno di una Guardia di finanza, perché i diritti nel Metaverso andranno tutelati, anche quelli economico-finanziari. Diventa un mondo parallelo e quindi dovremo trasferire il mondo fisico nel Metaverso, e stiamo lavorando anche per questo.

  GIUSEPPE ZAFARANA, Comandante generale della Guardia di finanza. Volevo concludere con qualche ulteriore dato, mi fa gioco anche quanto dicevo poc'anzi sul nostro Libro Bianco, perché sul tema del personale quella che mi viene offerta è un'occasione che non posso farmi sfuggire. Sul tema del personale vi dico cosa stiamo immaginando e a cosa stiamo pensando: naturalmente alle forme di reclutamento più avanzate, perché ovviamente vogliamo avere risorse ancora migliori sin da quando entrano nel Corpo. Stiamo pensando a una formazione attagliata al mondo che verrà. Stiamo pensando a corsi di specializzazione, durante la carriera, che siano mirati alle nuove forme di evasione fiscale e di illegalità economico-finanziaria. E naturalmente l'obiettivo è quello di immaginare un Corpo che sia fatto da un mix molto ben calibrato e orientato tra generalisti, cioè personale che è in grado di fare trasversalmente un po' tutto, e specialisti di settore.
  Questo tema porrà probabilmente in prospettiva un'esigenza di fare attenzione anche agli aspetti retributivi, perché nel momento in cui si riescono a reclutare risorse di qualità o di grande qualità, come noi speriamo di poter fare, e le formiamo su standard formativi di grande eccellenza, le specializziamo nel corso del tempo e le impieghiamo in modo coerente alle specializzazioni realizzate, è chiaro che c'è un problema di convincente possibilità di retribuire bene quel personale. Questo era per dare risposta alla domanda rivoltami.
  Non so se c'era qualche altra questione particolarmente significativa.

  PRESIDENTE. Grazie generale. Continuerei con gli interventi.

  ALBERTO BAGNAI. Ringrazio naturalmente il signor Comandante e tutti i convenuti del Corpo per la loro disponibilità, per la loro cortesia, per la loro professionalità.
  Concordo con chi mi ha preceduto, occasioni di questo tipo sono fondamentali per noi come legislatori, che ci troviamo regolarmente di fronte a episodi che hanno caratteristiche analoghe, interventi legislativi che vengono visti come disastrosi da parte di alcune categorie di elettori e che quindi comportano un costo politico per chi li porta a termine, dei quali poi però può essere utile valutare o argomentare l'incisività. Quindi le domande che ho da fare sono domande piuttosto banali e circoscritte e di cui magari già esiste – anzi sono pressoché certo che già esista – la risposta anche in precedenti audizioni, nel qual caso mi può tranquillamente rinviare a fare i miei compiti a casa e li farò senza nessuna difficoltà.
  Dunque, intanto una prima curiosità che avevo, visto che è stato uno dei primi decreti che hanno sollevato una certa attenzione da parte dell'elettorato, è se si può argomentare, anche in termini quantitativi, l'efficacia del decreto antifrodi, cioè se questo ha avuto un impatto misurabile e se lo avete misurato. Probabilmente ne avete già parlato e – ripeto – io mi scuso di questo.
  Poi rimane sempre il tema dell'incidenza percentuale del Superbonus nella Pag. 20genesi dei crediti falsi, questo è un tema che sarebbe interessante approfondire, anche se mi rendo conto della sfumatura che lei ha posto fra crediti sequestrati, crediti sequestrabili e frodi. Nessuna delle frodi credo sia passata in giudicato – non ci sono stati i tempi – però avere almeno un quadro impressionistico potrebbe esserci utile per argomentare, come potrebbe anche essere utile ai difensori del Superbonus per argomentare. A me interessa il numero e non la voglio esporre su valutazioni politiche.
  Adesso c'è stato un intervento del Governo che ha sollevato grandi emozioni: il decreto-legge sul blocco delle cessioni dei crediti di imposta.
  Io ricordo un'altra cosa che aveva sollevato grandi emozioni, io avevo anche paura di essere scagliato nello spazio perché pareva che la Terra dovesse smettere di girare sul proprio asse, non so se vi ricordate, al tempo dell'introduzione della fattura elettronica. In realtà noi siamo ancora qui con i piedi per terra, quindi la Terra continua a girare e va tutto bene.
  Esiste sicuramente una vostra valutazione sull'efficacia della fatturazione elettronica, e sicuramente già ce l'avrete data, ma comunque ha senso anche richiederla, perché ha un'efficacia dinamica via via che si affinano i sistemi, anche di controllo suppongo, nell'individuazione delle frodi. Vorrei sapere quanto di quella riduzione del tax gap, di cui lei parlava, si può argomentare che sia dovuta all'introduzione di questi nuovi strumenti digitali. Io tendenzialmente sono un luddista, ma se posso parlare bene del digitale lo faccio volentieri. Ecco questo è un dato di fatto.
  Poi c'era una questione più specifica. Noi non abbiamo ancora avuto modo di occuparci della proposta di direttiva COM (2022)701, sostanzialmente quella relativa all'IVA nell'era digitale. Non so se voi invece, che siete più attenti di noi, avete avuto modo di prendere atto di queste evoluzioni che si stanno presentando in sede europea e di farvi un'idea su come queste potrebbero incidere sulla fatturazione elettronica, così come è stata introdotta in Italia. Perché non vorrei che poi ci trovassimo nel quadro, che è piuttosto consueto per il nostro Paese – che è un Paese piuttosto geniale, che spesso precorre i tempi e poi però dopo, quando viene raggiunto dagli altri, è costretto a smantellare o a modificare delle cose che aveva fatto prima degli altri – sostenendo un doppio costo: il costo dell'introduzione, con tutte le lamentele di quelli che si sentivano scagliati nell'iperspazio per i noti fenomeni astronomici che l'introduzione della fatturazione elettronica avrebbe prodotto; e poi il costo del tornare indietro o comunque dell'adeguarsi, quando gli altri ci raggiungono con la loro non sempre superiore capacità tecnologica e non sempre superiore integrità e capacità.
  Peraltro voglio ricordare, con l'occasione, che una polizia economico-finanziaria come la Guardia di finanza nel panorama internazionale è oggettivamente un'eccellenza ed è anche un dato che non è comune a tutti i Paesi, e questo per noi è ovviamente un motivo di vanto.
  Sono quattro punti molto specifici, se la risposta già c'è ed è consegnata alle carte, rinviatemi pure alle carte senza problemi.

  FABRIZIO SALA. Intanto anche da parte mia grazie per la vostra presenza, per la vostra relazione e anche per il lavoro. Tra l'altro vorrei ricordare che la Guardia di finanza, ma anche le altre forze di polizia che abbiamo nel nostro Paese – lo ricordo perché sono stato uno che per lavoro e per l'istituzione ha viaggiato molto – sono ad altissimi livelli anche in ambito internazionale. Noi abbiamo dei corpi specifici che insegnano a molti altri corpi di polizia come si fa a operare nei settori.
  A tal proposito le mie domande non sono contemporanee, legate alle cronache attuali, ma mi interessano particolarmente perché penso che il ruolo del legislatore nel futuro debba essere un ruolo che debba tendere a efficientare le norme.
  In particolare ho appreso del Libro Bianco, che mi sembra molto interessante, e volevo chiederle – ma non necessito di una risposta immediata, necessito di capire anche le fonti – dove è possibile recuperare degli indici di efficienza sul lavoro fatto, stante le norme che vengono approvate, e Pag. 21in particolare dove è possibile recuperare tempo per una burocrazia che talvolta noi magari, come legislatori, possiamo giudicare inutile.
  Mi spiego. Talvolta le risorse umane, che si chiede sempre che vengano impiegate nell'operatività quotidiana, sono obbligate a fare un lavoro di back office che talvolta è molto utile, ma talvolta è estremamente farraginoso. In alcuni casi si arriva anche all'eccesso e tutto questo lavoro burocratico rende quasi inefficace una norma, che approvata qua sembra perfetta, ma che poi, portata sul campo, non crea questa grande efficienza. Quindi, in sintesi, vorrei comprendere quali siano le procedure burocratiche che sono da snellire e più che altro dovrei andare anche a recuperare le fonti, perché penso che questo dovrebbe essere il nostro lavoro.
  Riguardo invece al digitale in particolare volevo fare una domanda, perché è una curiosità e penso che guardando al futuro, oltre che il Metaverso, ci siano anche altri temi, tra cui la questione delle criptovalute, che si immaginano essere uno dei metodi di trasferimento di danaro oggi più utilizzato da parte di chi commette i reati più gravi su questo pianeta, quindi vorrei sapere come sta investendo la Guardia di finanza in questo settore.
  L'altra è una domanda curiosa. Vorrei sapere, sotto il profilo tecnico, quanto reputa utile, e con che perimetro, che le banche dati delle diverse forze di polizia si possano consultare in toto o in parte. Mi riferisco per esempio all'Arma dei carabinieri che ferma un soggetto e che potrebbe accedere alla vostra banca dati e viceversa. So che un tale non è completamente operabile, anche se – sottolineiamolo – nel nostro Paese siamo molto più avanti rispetto a tantissimi altri Stati, che consideriamo talvolta molto sviluppati.

  STEFANO GIOVANNI MAULLU. Grazie generale, grazie a tutti voi. Intanto complimenti per il dinamismo che si percepisce dalla sua relazione.
  Io vorrei porle una domanda, di natura più sociologica che tecnica, legata all'evolversi della nostra società.
  Mi interessa molto capire la mappatura socio-economico-criminale del Paese, che immagino abbia differenti livelli, magari anche collegati alle 130 variabili richiamate, che sarei – se è possibile – interessato a capire, insieme alla tipologia delle banche dati, che immagino spazino su diversi fronti per poter essere efficienti in questa triangolazione complessiva che consente al Corpo di plasmare al meglio l'azione di contrasto alla criminalità.
  Ecco, quindi se si riesce perlomeno ad avere un'idea di fondo di come è stato strutturato questo genere di sistema, magari implementato in maniera assolutamente virtuosa dalla tecnologia, come ha detto bene prima lei, generale. Però mi interessava proprio capire questo, che mi pare una sorta di cartina di tornasole, che in tempo reale dà anche delle priorità che consentono di ottenere poi quei successi e risultati che voi avete illustrato oggi.

  SAVERIO CONGEDO. Sarò veramente brevissimo, poco più di un tweet. Mi associo ai saluti e ringraziamenti fatti dal collega a lei Comandante e all'intero Corpo.
  Una domanda diciamo molto semplice, che mi è stata stimolata dalle riflessioni che lei faceva sulle attività della Guardia di finanza su tutte le nuove frontiere dell'economia, l'economia digitale, i temi legati alla globalizzazione e alla moneta digitale.
  Noi siamo in procinto di entrare nella discussione e nel confronto sulla riforma fiscale, che è stata già preannunciata dal Viceministro Leo. Qualche novità, rispetto al sistema fiscale tradizionale, la abbiamo avuta già di recente, mi riferisco in particolare alla cosiddetta tassa piatta, cioè metodi di determinazione del reddito che prescindono dalla contrapposizione tra componenti positivi e negativi del reddito, soffermandosi su quelli positivi e poi determinando in maniera forfettaria il reddito.
  Sostanzialmente, da quanto lei diceva lei e stimolato anche dai colleghi, poiché l'attenzione si sta sempre più spostando, in base ai flussi economici, dall'economia reale – commercianti, artigiani e piccole imprese – a quella digitale, mi chiedevo se, in sede di riforma fiscale, riflettere ancora di Pag. 22più su questo tipo di imposizione nuova – cioè determinazione del reddito sulla base solamente delle componenti positive, quindi determinazione forfettaria – fosse utile per liberare le energie della Guardia di finanza e degli altri uffici finanziari, da orientare verso queste nuove frontiere dell'economia, della tassazione, quindi delle possibili potenziali forme di evasione, rispetto a quelle dell'economia reale.

  PRESIDENTE. Grazie. Prego generale.

  GIUSEPPE ZAFARANA, Comandante generale della Guardia di finanza. Rispondo ad alcune domande, ad altre risponderà il generale Arbore, anche perché per materia, come per esempio nel caso della mappatura socio-economico-criminale, lui è uno dei padri fondatori.
  Intanto per rispondere a un paio di domande del presidente Bagnai. Il 98 per cento dei crediti fiscali fittizi che abbiamo sequestrato finora, pari a 3,7 miliardi, fanno riferimento ad attività operative precedenti all'entrata in vigore del decreto antifrodi del novembre 2021, quindi sostanzialmente sono riconducibili alla configurazione originaria della norma; questo è il primo dato.
  Passo al tema delle tipologie di bonus che hanno determinato frodi, premesso che sono tutte situazioni secondo me in continuo divenire e in evoluzione costante, anche perché ci sono indagini importantissime ancora in corso e che quindi potrebbero poi cambiare completamente i dati di riferimento. In secondo luogo c'è un altro dato importante, che rende parziali le considerazioni che io potrei fare al riguardo, perché io parlo per la Guardia di finanza ma naturalmente c'è anche l'Agenzia delle entrate.
  Certamente le posso dire, senza entrare nel dettaglio, perché non dispongo neppure del dato percentuale specifico, che le frodi maggiori hanno riguardato il bonus facciate e l'ecobonus, mentre la parte relativa alle due tipologie di Superbonus si aggira intorno al 4 o 5 per cento dei crediti fiscali verificati. Però io prima ho fatto una precisazione: almeno a nostro avviso, io la guardo dal versante della polizia economico-finanziaria, quindi naturalmente non faccio valutazioni di altra natura. Certamente, secondo il nostro punto di vista, il problema principale non è determinato dalla configurazione del bonus di riferimento, ma è determinato a monte dalla cedibilità ripetuta, come è avvenuto nel passato, dei crediti fiscali. È stato questo il problema che poi ha determinato l'organizzazione sull'intero territorio nazionale di soggetti che si sono messi insieme e hanno detto: come possiamo fare per poter ottenere una serie di vantaggi economici in tempo reale? E questo è quello che è avvenuto sostanzialmente, soprattutto nella primissima fase dell'entrata in vigore di questi bonus, quando a Foggia piuttosto che a Rimini sono state disvelate queste operazioni truffaldine di gigantesca portata.
  C'erano altre due domande alle quali può rispondere il generale Arbore.

  GIUSEPPE ARBORE, Capo del III Reparto Operazioni della Guardia di finanza. Per quanto riguarda l'efficacia della fatturazione elettronica, una stima è stata fatta nella Relazione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva dell'incidenza che ha avuto la fatturazione elettronica nel recupero del tax gap IVA, perché c'è stato un recupero del tax gap IVA in questi anni, che è ovviamente riconducibile anche all'utilizzo della fatturazione elettronica. Sistema che, al di là dei pregi dell'impatto diretto sul recupero del tax gap, ha un'enorme valenza in chiave preventiva, perché ci consente di mettere a sistema i dati della fatturazione elettronica con tutte le altre informazioni in maniera automatizzata. Noi abbiamo condiviso con l'Agenzia delle entrate un applicativo che in automatico segue la vita delle partite IVA, appena nascono, perché è la fase iniziale di start-up che normalmente ci interessa per individuare le frodi che stanno nascendo. Se c'è una partita IVA che nasce oggi e presenta una crescita esponenziale di fatturato in pochissimi mesi, questo è un alert che il sistema restituisce subito e chiaramente è un dato da approfondire.
  Quindi la fatturazione elettronica per noi è fondamentale, sia obiettivamente come azione di compliance, e quindi come recuperoPag. 23 di tax gap, sia in chiave appunto di indagine e di prevenzione.
  Il tema dell'IVA nell'era digitale: è vero, è la frontiera che noi stiamo esplorando. Mentre sul piano della tassazione dei redditi è molto più complicato andare a ricondurre a una stabile organizzazione nel territorio fisico ricchezze che nascono in virtuale, è molto più agevole invece, come il caso a cui faceva riferimento il Comandante generale, ipotizzare una controprestazione di servizi, laddove non vi è uno scambio di denaro, ma una permuta che di per sé, come sappiamo, rappresenta due distinte operazioni. È possibile quindi darne una valenza ai fini IVA e questo l'Italia lo sta esplorando per prima in Europa.

  GIUSEPPE ZAFARANA, Comandante generale della Guardia di finanza. Come ho detto in precedenza siamo in effetti i primi in Europa ad affrontare il tema, intervenendo sul versante dell'IVA, che è più semplice rispetto a quanto accade sulla parte dell'imposizione diretta. È nota tutta la discussione che c'è stata e siamo convinti che sia una strada più che percorribile già da adesso.

  GIUSEPPE ARBORE, Capo del III Reparto Operazioni della Guardia di finanza. Credo che altri Paesi europei ci seguiranno in questa impostazione.
  Si faceva giustamente riferimento al fatto che siamo i primi in Europa ad avere introdotto la fatturazione elettronica. È un sistema che l'Europa, da quanto sappiamo, i vari Paesi europei vogliono mutuare dal nostro Paese, e arrivare a una fatturazione elettronica europea – voi sapete benissimo che per le operazioni con altri Paesi non è obbligatoria la fatturazione elettronica – ci aiuterebbe molto.
  Ormai andiamo verso la dimensione europea delle indagini sulle frodi IVA. La procura europea, European Public Prosecution Office – EPPO, già è stata un passo in avanti importante, perché la giurisdizione EPPO naturalmente è piena nelle frodi IVA sopra un certo importo, sopra i 10 milioni di euro. E questo fa sì che le attività investigative siano contemporaneamente svolgibili in tutti i Paesi europei senza bisogno di rogatorie, questo è fondamentale per contrastare una frode IVA, che per sua natura è transnazionale.
  Quindi andremo, come stiamo già andando, verso l'anagrafe europea dei conti correnti, altro traguardo importante per poter dare una dimensione sempre più rapidamente internazionale alle nostre investigazioni.
  La digitalizzazione in generale va naturalmente anche a vantaggio della sburocratizzazione. Le precompilate sono i primi tentativi per andare verso un rapporto completamente digitale e soltanto la digitalizzazione potrà consentire una radicale sburocratizzazione dei rapporti tra contribuenti e fisco e quindi una riduzione degli oneri per i contribuenti e un'agevolazione per chi controlla. Più informazioni digitalizzate abbiamo e meno abbiamo necessità di andare presso le sedi dei contribuenti, quindi arrecare nocumento all'attività dei contribuenti.

  GIUSEPPE ZAFARANA, Comandante generale della Guardia di finanza. Spero di avere interpretato correttamente la domanda che faceva l'onorevole Sala e contestualmente rispondo anche all'onorevole Fenu su questo specifico punto.
  Il Libro Bianco pone un tema centrale. Ci sono credo 13 o 14 progetti che sono finalizzati sostanzialmente all'impiego e all'utilizzo della tecnologia futura da parte del Corpo. Siamo convinti e siamo sicuri – perché già ne abbiamo ampie dimostrazioni in ordine a ciò che già è stato fatto con la dorsale informatica, piuttosto che con la mappatura socio-criminale dei territori, piuttosto che con la fatturazione elettronica – che si possono recuperare degli indici di efficienza dell'amministrazione, in questo caso della Guardia di finanza, particolarmente importanti.
  La tecnologia, l'intelligenza artificiale per esempio, sono sicuramente degli strumenti che consentono di orientare l'azione dell'amministrazione finanziaria – io parlo della Guardia di finanza ma in generale dell'amministrazione finanziaria – in modo molto mirato, selettivo e chirurgico, evitando di andare a effettuare quei controlli Pag. 24massivi cui eravamo abituati, magari anni fa, nei confronti della generalità dei contribuenti, spesso e volentieri piccoli contribuenti, spesso e volentieri contribuenti di minori dimensioni, il che poi naturalmente ha determinato nel corso degli anni un rapporto conflittuale tra il contribuente e l'amministrazione fiscale.
  Certamente questo è uno strumento formidabile, un'opportunità per concentrare le proprie risorse, le proprie energie e le proprie capacità dove effettivamente c'è bisogno, cioè nei confronti di quei contesti imprenditoriali, che siano piccoli o grandi a quel punto, che effettivamente portano in sé tutta una serie di sintomatologie che già a monte, già a tavolino, ti dimostrano che sono suscettibili di essere controllate perché evidentemente c'è qualcosa che non va.
  Rispondo all'onorevole Fenu. La mancata attenzione verso i grandi soggetti: ecco questo è un luogo comune che io mi sento di dover smentire, perché c'è una grande attenzione anche nei confronti dei soggetti più importanti. Io prima ho fatto riferimento ai due miliardi di euro incassati cash nell'arco degli ultimi anni e sono tutti proventi delle grandi multinazionali con sede a Milano, che abbiamo verificato insieme all'Agenzia delle entrate e con la procura della Repubblica di Milano. Addirittura risale credo agli anni '97-'98 il tutoraggio sistematico delle imprese di medie e di grandi dimensioni ogni due o quattro anni; sono quindi soggetti che sono costantemente controllati.
  L'importante è riuscire a fare in modo che nei confronti invece dei piccoli contribuenti si intervenga soltanto se c'è un motivo e non invece attraverso interventi di carattere massivo e generalizzato, che certamente sono ormai superati. Ma noi a questo siamo già abituati, perché quando è scoppiato il COVID, per le direttive specifiche che io ho emanato, ovviamente in ciò supportato dal III Reparto del generale Arbore, noi abbiamo sostanzialmente sospeso tutte le attività di controllo nei confronti soprattutto dei soggetti che sono andati in difficoltà da quel momento in poi, concentrando la nostra attenzione soltanto sui grandi fenomeni di frode fiscale o di evasione fiscale internazionale o di sommerso di azienda.
  Ma questa attenzione nei confronti di queste categorie di contribuenti è un'attenzione che corrisponde alla nostra sensibilità istituzionale in modo particolarmente forte e rappresenta uno dei punti centrali del lavoro che stiamo cercando di sviluppare per un'azione di controllo, che sia – ripeto – molto più chirurgica selettiva e mirata, perché così deve essere.

  GIUSEPPE ARBORE, Capo del III Reparto Operazioni della Guardia di finanza. Mi permetto di aggiungere l'altro profilo, proprio per i piccoli contribuenti, costituito dalla trasmissione telematica dei corrispettivi, anche questo è un tassello fondamentale. Noi possiamo andare a controllare la corretta trasmissione, perché collegandoci alla banca dati dell'Agenzia delle entrate conosciamo i corrispettivi che vengono inviati, quindi possiamo fare anche analisi di rischio sull'entità dei corrispettivi.
  Dietro situazioni patologiche non soltanto si possono nascondere profili di evasione fiscale, ci possono essere anche forme di riciclaggio per esempio. Perché il costo del riciclaggio dato dalla tassazione è un costo più che accettabile, quindi potrei magari giustificare flussi finanziari trasmettendo corrispettivi telematici a fronte di vendite mai effettuate, e dare una parvenza di legalità a quel flusso finanziario che poi vado a gestire nel conto corrente. Quindi sono tutti profili, ripeto, quelli della fatturazione elettronica e quelli della digitalizzazione, che sono fondamentali.
  E qui mi collego alle criptovalute. Stiamo investendo moltissimo. Un passo importante si è avuto di recente con la costituzione del registro exchanger, a cui naturalmente siamo collegati, perché è fondamentale nel momento del trasferimento dalla criptovaluta alla valuta avente corso legale, che poi consente gli investimenti nel tessuto economico.
  La criminalità sta facendo scambi in criptovalute, abbiamo trovato anche monetizzazione in criptovalute proprio dei profitti dei crediti di imposta ceduti all'estero. Abbiamo trovato anche un crypto wallet, nell'operazione di Rimini che ha citato il Pag. 25Comandante generale, abbiamo trovato un crypto wallet proprio dove confluivano i proventi di alcuni di quei crediti.
  Quindi stiamo lavorando moltissimo. Naturalmente c'è un profilo di riciclaggio, ma talvolta bisogna anche considerare che comunque la criptovaluta consente la perfetta tracciabilità del trasferimento, per cui è vero che è una modalità alternativa, ma è anche vero che è perfettamente tracciabile e che se è anonima nel primo step possiamo comunque seguire il suo andamento, perché la criptovaluta e poi l'inviolabilità della blockchain è garanzia di tracciabilità del trasferimento.
  Mappatura socio-economica. Chiudo con questo tema perché mi piace molto affrontare questo argomento, dato che ci abbiamo lavorato molto in questi anni. Il nostro obiettivo era avere dati certificati, quindi non dati interni ma dati certificati, quindi tutti i dati dell'ISTAT per esempio – anche quelli non normalmente accessibili attraverso fonti aperte –, dati della Banca d'Italia, tutti i dati del contesto esterno: significa avere dati demografici, economici, dati attinenti ai trasferimenti finanziari, dati attinenti ai trasferimenti di merci, import, export, tutti i dati possibili, e 130 variabili sono una mole importante.
  L'obiettivo è far dialogare attraverso algoritmi questi dati, onde – passatemi il termine statistico – evidenziare varianze e covarianze che possano far emergere dei disallineamenti, rispetto ai quali dobbiamo porci delle domande. Se esiste una correlazione diretta fra il PIL e una determinata tipologia di spesa, laddove questa correlazione diretta magari è 0,90, e c'è una parte del territorio in cui è 0,50, c'è qualcosa che è statisticamente da approfondire. Ci poniamo delle domande e andiamo ad approfondire. Se abbiamo una risposta vuol dire che c'è la possibilità di creare ulteriori algoritmi e andiamo avanti così.
  Questo perché l'efficacia di una forza di polizia economico-finanziaria si misura sulla capacità di prevenire e incidere sui fenomeni, quindi bisogna misurarli, altrimenti non abbiamo questa valutazione di performance.
  Questa è la grande sfida, quando vorrà potremo illustrare nel dettaglio tutte le variabili.

  PRESIDENTE. Non ci sono ulteriori richieste di interventi.
  Ringraziamo il Comandante generale della Guardia di finanza Giuseppe Zafarana, il generale Giuseppe Arbore, il generale Carlo Ragusa e il maggiore Luigi Palma per essere intervenuti.
  Autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della documentazione consegnata dal Comandante generale Zafarana (vedi allegato).
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.40.

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