XIX Legislatura

XII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 4 di Mercoledì 15 febbraio 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Cappellacci Ugo , Presidente ... 3 

Audizione sulle linee programmatiche del Ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi, in materia di politiche giovanili (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Cappellacci Ugo , Presidente ... 3 
Abodi Andrea , Ministro per lo sport e i giovani ... 3 
Cappellacci Ugo , Presidente ... 8 
Abodi Andrea , Ministro per lo sport e i giovani ... 9 
Cappellacci Ugo , Presidente ... 9 
Bonetti Elena (A-IV-RE)  ... 9 
Morgante Maddalena (FDI)  ... 10 
Marrocco Patrizia (FI-PPE)  ... 10 
Berruto Mauro (PD-IDP)  ... 10 
Quartini Andrea (M5S)  ... 12 
Ciocchetti Luciano (FDI)  ... 13 
Loizzo Simona (LEGA)  ... 14 
Cappellacci Ugo , Presidente ... 15 
Abodi Andrea , Ministro per lo sport e i giovani ... 15 
Cappellacci Ugo , Presidente ... 16

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
UGO CAPPELLACCI

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che attraverso la resocontazione stenografica, anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione sulle linee programmatiche del Ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi, in materia di politiche giovanili.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione sulle linee programmatiche del Ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi, in materia di politiche giovanili.
  Avverto che, alla luce di quanto stabilito dalla giunta per il Regolamento della Camera, i deputati possono partecipare all'odierna seduta in videoconferenza.
  Ringrazio naturalmente e do il benvenuto al Ministro Abodi per la sua disponibilità, della quale sono molto grato. Faccio presente che alla relazione del Ministro seguiranno le eventuali richieste da parte dei deputati e che il Ministro ha già dato la sua disponibilità per dedicare ancora del tempo a questa Commissione e quindi tornare in una seduta successiva per la replica, ovviamente questo dipenderà anche dal numero degli eventuali quesiti.
  Per quanto riguarda il dibattito, come di consueto informo che ciascun gruppo parlamentare avrà a disposizione un tempo complessivo di non oltre cinque minuti, eventualmente suddivisibili in più interventi.
  Cedo quindi la parola al Ministro Abodi. Prego Ministro.

  ANDREA ABODI, Ministro per lo sport e i giovani. Caro presidente, grazie per l'introduzione. Onorevoli deputati, grazie per l'attenzione. Ho piacere di condividere con voi le linee strategiche di indirizzo della delega che mi è stata affidata; l'ho già fatto per lo sport qualche settimana fa, quindi completo parte delle deleghe, perché c'è un terzo elemento che è quello della struttura di missione sugli anniversari nazionali.
  Devo dire che mi sento un uomo fortunato, perché le deleghe che mi sono state affidate dal Presidente Meloni rappresentano da un lato 40 e passa anni, ahimè, di esperienza sul campo, e dall'altro c'è il tema dei giovani – un pezzo di futuro che è già presente – che ritengo di dover doverosamente interpretare, con il prezioso supporto di tutta la struttura, cercando di dare anche una interpretazione che non determini una discontinuità rispetto al passato, ma dia anche il senso di un'impronta differente, perché ritengo che tanto è stato fatto ma molto si possa ancora fare relativamente al tema delle politiche giovanili.
  Ho trovato un'organizzazione che ha funzionato bene, che ha saputo comunque raccogliere risorse e distribuirle, ma un'architettura che – spero di non mancare di rispetto – mi è sembrata più una corsa sul tapis roulant che una corsa su strada. Quindi c'è la sensazione di fare tanto, ma anche la necessità di scaricare a terra tutto il potenziale, del quale le risorse finanziarie sono soltanto un elemento, e non certamente quello determinante. Ovvero, c'è il capitale umano, sociale e professionale che all'interno di questa categoria riteniamo di Pag. 4dover valorizzare sempre più, per inserirlo nella catena del valore sociale che è sempre indispensabile attivare in tutte le sue componenti.
  Nell'ambito di questa prima rappresentazione dell'impostazione che sto dando a chi lavora insieme a me, vorrei dirvi che ho un «difetto», o comunque una caratteristica, che cerco di mettere nel mio lavoro, cioè la logica della collaborazione, la logica della interdisciplinarietà. Credo che sia fondamentale non soltanto concentrarsi nello specifico sul tema dei giovani, ma in qualche maniera preoccuparsi anche di ciò che avviene prima di diventare giovani, per fare in modo che, quando come caratterizzazione della categoria anagrafica si arrivi a quell'appuntamento, ci si arrivi nel modo migliore. Quindi dichiaro fin da ora che uno dei primi alleati di questa mia impostazione sarà il Ministro dell'istruzione e del merito, perché sono profondamente convinto (ma non è che sia una mia convinzione, è un dato di fatto) che tutto nasca dalla scuola e prosegua poi eventualmente, per chi lo ritiene opportuno, all'Università. Mi sto rendendo conto, tanto più nel confronto con i colleghi europei, quanto questa semina che avviene nella scuola e in altre realtà educative (la famiglia, lo sport sicuramente) determina poi una predisposizione nel corso della vita ad assumersi delle responsabilità, a mitigare i rischi di patologie sociali oltre che patologie di altra natura. Noi invece arriviamo ad occuparci del tema giovani in modo un po' disarticolato, forse, e non ho trovato questa impostazione.
  Questa è una prima dichiarazione d'intenti perché, e lo vedremo in alcune situazioni specifiche, sia il senso di alcuni messaggi che anche la relazione programmatica – che poi è finalizzata all'utilità sociale delle persone e alla propria realizzazione – vengano indirizzati ai destinatari nel momento in cui essi entrano nella categoria «giovani», che poi siano diciotto anni o quelli che siano. Un altro tema che ho riscontrato, tanto più nel confronto europeo, è che la categoria giovani inizia forse prima e finisce prima rispetto alla nostra caratterizzazione; inizia a 14 anni, forse a 16, certamente prima dei 18, e termina certamente prima dei 35 o dei 30. Può sembrare un dato secondario, ma dà il senso di come dobbiamo riformulare il percorso formativo e di come dobbiamo poi lavorare su quella che io considero una fascia anagrafica «ponte», che collega poi la persona dal momento in cui si forma a quando entra produttivamente nel mondo del lavoro, o comunque nella socialità diffusa.
  Ho imparato anche un'altra cosa nella vita, che per costruire ponti bisogna conoscere le sponde, altrimenti si rischia di costruirli in modo non armonico e non stabile nel tempo. Quindi quello che mi riprometto di fare, anche grazie al vostro supporto, alle vostre sollecitazioni, alle vostre osservazioni, ai vostri suggerimenti – e per questo confermo il piacere di tornare e non soltanto in occasione della replica – è proprio costruire un modello che faccia tesoro di questi presupposti oltre che tenere a patrimonio il lavoro fin qui svolto.
  Vi sono due categorie di problematiche: quelle che guardano alla prospettiva dell'inserimento nel mondo del lavoro, quindi tutte le politiche giovanili orientate alla costruzione di questa relazione che deve trovare anche conferma nei suoi presupposti; e le politiche giovanili che affrontano il tema del disagio, quindi tutto ciò che strada facendo, da quando si inizia un percorso di formazione, scolastico in primo luogo oltre che familiare, avviene senza dare le risposte dovute.
  Da questo punto di vista se dovessi fare una fotografia, quindi partendo da questi presupposti, da ciò che abbiamo, ci sono degli strumenti sicuramente interessanti ma non esaustivi.
  L'Agenzia nazionale dei giovani è un punto di riferimento e continuerà ad esserlo per quanto riguarda tutte le opportunità che l'Europa offre, anche in termini di mobilità all'interno del perimetro continentale, in termini di esperienza, e anche nell'ambito del perimetro Euro Mediterraneo. Certamente, incentiveremo ulteriormente il programma Erasmus Plus, cercheremo di dare stabilità anche ai corpi europei di solidarietà; ma cercheremo anche Pag. 5di sollecitare ulteriormente l'Agenzia perché assuma ulteriore intraprendenza, avendo una continuità nel tempo di risorse e di stimoli.
  Da questo punto di vista il Dipartimento per le politiche giovanili continuerà ad essere la regia di questo settore, di questa delega, anche se devo dirvi che coltivo l'ambizione che i temi che mi sono stati affidati poi trovino una casa in un ministero che abbia stabilità nel tempo, e non soltanto in una delega di quello che io chiamo, senza mancare di rispetto a me stesso, un ministro errante o in dipartimenti che sembrano dipartimenti di un'altra cosa.
  Io cerco sempre la coerenza e la capacità di trasmettere il senso sistemico; sport e giovani non si indeboliscono per la mancanza di portafoglio ma certamente si rafforzano nella misura in cui diventano stabilmente ambito di un ministero che possa fare politica di lungo periodo.
  Ho sempre pensato – l'ho detto a qualcuno di voi negli incontri che abbiamo fatto – che il portafoglio principale è il portafoglio della progettualità, il portafoglio degli obiettivi da raggiungere; quindi di questi tempi forse il portafoglio meno importante, non perché non lo sia ma perché le risorse finanziarie ci sono, è proprio quello finanziario; però se riuscissimo a dare stabilità son convinto che sarebbe molto più produttivo per tutti noi, perché ci darebbe una metodologia nel tempo che consentirà certamente di centrare gli obiettivi.
  L'altro elemento con il quale mi sono confrontato e continuerò a farlo in maniera ancora più strutturata sarà il Consiglio nazionale dei giovani. Lo ritengo fondamentale e vi dirò che lì, ancor più che per l'Agenzia o per il Dipartimento che fa un po' la regia di questo sistema, ho avvertito la ricchezza dei contenuti elaborati, la capacità di analisi, di studio, ma al tempo stesso parlando anche con alcuni colleghi ho avvertito quanto tutto questo sforzo non abbia una sua naturale finalizzazione.
  La finalizzazione non dipende soltanto dalla capacità di utilizzare, per esempio, l'impatto delle normative sulle giovani generazioni, ma dalla predisposizione a utilizzare queste analisi per elaborare le normative stesse. Cioè, mi piacerebbe che, più che uno strumento ex post, diventasse uno strumento ex ante, che orientasse anche le scelte legislative molto di più di quanto sia stato possibile fare in questi anni.
  Queste 40 organizzazioni giovanili che si riuniscono all'interno del Consiglio nazionale possono dare molto di più, magari responsabilizzandoci ulteriormente. Questo vuol dire, per tutti noi colleghi di Governo, avere un punto di riferimento che dichiariamo, anche politicamente, ineludibile prima di produrre legislazione, alla quale facciamo riferimento noi in particolar modo; ma questo vale probabilmente anche per il Parlamento.
  Mi piacerebbe che questo patrimonio, questo potenziale fosse un richiamo alla responsabilità futura di un presente che ormai è tale, perché quello che loro scrivono non possa essere soltanto il contributo «l'avevo detto», dopo che le cose succedono, ma un contributo al «facciamolo insieme» nei limiti in cui saremo in grado di ascoltarci reciprocamente.
  Da questo punto di vista un altro impegno che io assumo è che la Commissione giovani del CNEL stringa la collaborazione con il Consiglio nazionale dei giovani, perché ritengo che vadano fatte inevitabilmente economie di scala dal punto di vista della capacità produttiva, dell'elaborazione del pensiero, delle soluzioni e anche delle analisi. Non siano corpi paralleli che duplicano gli sforzi e gli impegni, ma siano corpi che interagiscono per efficientare la capacità di trasmettere il messaggio, che è un messaggio di necessaria efficienza. Efficienza nel doppio versante, come ho detto, del contenimento del disagio e dell'allargamento delle prospettive.
  Anche qui c'è il tema, come ho detto prima, della interdisciplinarietà. Quello che mi impegno a fare, con la disponibilità di tutti i Ministri nessuno escluso, è di costruire la matrice comune degli interessi e di rappresentare anche al Parlamento, al Paese, ai portatori di interesse diretto, la capacità di individuare tutto quello che ha impatto sulle giovani generazioni, che molto Pag. 6spesso si perde nell'anonimato di provvedimenti che producono effetti anche per i giovani, ma che non riescono a essere avvertiti perché sono appunto diluiti nelle politiche. E quindi raccogliere in un luogo che diventi una sorta di cassetto delle opportunità quello che ogni Ministero produce o quello che ogni Ministero potrebbe produrre, secondo me è un dato rilevante perché cambia un po' il paradigma e rende produttivo il dialogo anche intergenerazionale. Perché non c'è cosa peggiore che, non essendo riusciti a costruire ponti conoscendo le sponde, allargare le sponde e rendere sempre più difficile la costruzione del ponte.
  È del tutto evidente che per me le politiche giovanili, tenendo conto di questi due capisaldi che sono l'Agenzia e il Consiglio nazionale sotto il coordinamento del Dipartimento, sono legate alla formazione, al lavoro, alla salute, all'accesso al credito, alla casa, alla famiglia, alla natalità.
  Chiedendo la collaborazione dei colleghi cercherò quindi di operare in modo organico. Non sarà semplice e mi auguro che non venga avvertita come una semplice dichiarazione d'intenti che ha una difficile possibilità di attuazione. È certamente ambizioso, ma è l'unico modo per servire il tema e questa delega che mi è stata affidata in modo costruttivo e non convenzionale.
  Servizio civile universale. Sapete che in questi giorni c'è un doppio bando ancora attivo. Il primo riguarda il reclutamento di ragazze e ragazzi, il bando più significativo di sempre: ci sono oltre 71.500 possibilità che offriamo ai nostri giovani. Vi è poi il bando dedicato alla progettualità, a chi svilupperà progetti, con l'intento di trovare una relazione stretta tra chi si candida a svolgere questo servizio e chi offre le opportunità di servizio.
  Alcune considerazioni che saranno poi programmatiche per quanto mi riguarda, perché avverto l'esigenza non soltanto di dare continuità finanziaria, e quindi continuità nel tempo ad un'opportunità che ritengo socialmente rilevante per chi ne beneficia, ma anche per chi partecipa. Vorrei che il Servizio universale, avendo una prospettiva lunga dal punto di vista del tempo, possa offrire delle opportunità in più di qualificazione, che per come siamo ora organizzati purtroppo non avvertiamo.
  C'è il primo tema della certificazione delle competenze, così come c'è il tema dello stato giuridico, soprattutto per quanto riguarda l'estero. Ma mi soffermo sul primo perché nei miei intendimenti, partendo poi dalla dimensione pubblica, mi auguro che chi fa questa esperienza meravigliosa possa certificare appunto le competenze acquisite e possa far valere questa certificazione, nel momento in cui partecipa, per esempio, a una selezione per entrare nella pubblica amministrazione, ma anche nell'ambito di un rapporto con il sistema delle imprese private. Mi auguro che, oltre alle competenze, questa certificazione testimoni un fatto che non è secondario e che diventa parimenti importante rispetto alle competenze: cioè la predisposizione in termini morali e civici a dare un valore aggiunto anche all'interno di un'impresa, tanto più se pubblica, che il Servizio universale può rappresentare. Chi dona un anno della sua vita per queste attività ritengo che dia una dimostrazione di sensibilità che non si può trovare soltanto in un curriculum, che rappresenta solo una parte poi delle capacità di offerta di qualità della persona. Ad oggi questo non succede.
  Così come mi piacerebbe, e lo faremo, fare in modo di non disperdere il patrimonio delle persone che hanno la possibilità di vivere questa esperienza. In questi ultimi anni abbiamo avuto 500 mila giovani e non sappiamo dove siano, che lavoro facciano, quanto possano essere utili per altre opportunità della stessa natura – ovvero di cittadinanza attiva –, quanti di questi magari fanno parte anche della Protezione civile, e quindi danno continuità alla donazione di tempo da volontari per il bene e l'interesse comune. Ritengo che nella costruzione di una banca dati questa relazione vada mantenuta nel tempo, e possa consentire di avere da parte loro altri contributi di testimonianza per chi deve ancora aderire e di continuità laddove in alcuni territori ci sia bisogno di volontariato. Cosa che non è assolutamente scontata perché il volontariato è una disponibilitàPag. 7 che va allenata, sul presupposto del riconoscimento e del valore morale e civico dell'opera del volontario. Quindi in questo gioco di squadra costruire una banca dati di chi aderisce al Servizio civile universale lo ritengo un fatto molto importante.
  Anche qui voglio fare un riferimento internazionale, mi limito alla Francia perché è l'ultimo Paese che ho visitato e la mia omologa francese l'ultima collega con la quale ho parlato; potrei parlare di tanti Paesi ma prendo la Francia. Stabilmente il doppio di adesioni, 140 mila; una campagna di reclutamento neanche troppo significativa, anche se qui registro (mi auguro che sia stata notata da parte vostra, sicuramente sì) che abbiamo ripreso a comunicare il bando per il reclutamento con uno spot grazie alla Presidenza del consiglio, al sottosegretario Barachini che ha la delega all'editoria, e alla Rai che ci ha ospitato nei suoi canali.
  Negli altri Paesi forse non c'è bisogno, perché di Servizio civile universale se ne parla dalle elementari, quindi quando si arriva all'eleggibilità c'è già una sensibilità sul tema, c'è già una predisposizione, si è già più preparati a dire: sono pronto. Noi dobbiamo invece, arrivati verso i 16 o 17 anni, iniziare a spiegare che esiste ancora e sopravvive il Servizio civile universale.
  Su questo un'altra piccola testimonianza della interdisciplinarietà che ci deve consentire di iniziare dalla scuola un po' tutto, altrimenti non possiamo immaginare che si arrivi al raccolto senza la semina, senza la cura della terra. Vale in tante tematiche, me ne rendo conto, però tanto più per quanto riguarda le politiche giovanili in senso lato, tanto più per quanto riguarda le opportunità che possiamo mettere a disposizione e tanto più per non sorprendersi che tre milioni di ragazze e ragazzi appartengono a questa categoria del disagio, che viene chiamata con questo acronimo anglosassone: NEET. Rappresentano, secondo me, un atto di accusa nei nostri confronti, del quale mi voglio far carico perché credo che quella sia, al di là della capacità di produrre valore da parte del settore che devo servire, la contabilità sulla quale devo concentrare probabilmente l'impegno: cioè abbassare sistematicamente il numero di persone che si sentono escluse socialmente a tutti i livelli, perché non hanno l'opportunità di formarsi o si deresponsabilizzano, non hanno possibilità di accedere al lavoro e comunque non hanno nessuna possibilità, o non hanno nessuna voglia, di cercare attraverso la formazione di avvicinarsi alle opportunità che la società deve poter offrire.
  Per sommi capi faccio soltanto una citazione sulla piattaforma «Giovani2030», che intendo rafforzare e intendo anche collegare, perché non rimanga periferica, a un network che consenta di farla frequentare di più in termini di contenuti e di opportunità. Un po' come un altro strumento di marketing che è certamente la Carta Giovani, che è un prodotto che può anche internazionalizzarsi ulteriormente, creare sinergie e dare effettiva opportunità in termini anche di utilità economica, ma anche semplicemente di altre opportunità, ai giovani che la scelgono. E cominciano a essere un numero abbastanza rilevante, perché abbiamo superato i due milioni e riteniamo che c'è ancora tanto spazio da conquistare, ma il tema è che possiamo convincerli soltanto promuovendola e facendo in modo che i contenuti di questa Carta siano sempre più percepiti in termini di utilità.
  Vorrei anche, è un impegno che assumo, collegare la Carta con la carta d'identità elettronica, che ritengo sia uno strumento formidabile ma forse dal quale non abbiamo estratto tutto il potenziale. È come avere potenzialmente una libreria vuota, dove invece possiamo mettere libri che consultiamo e utilizziamo sistematicamente, perché la carta d'identità elettronica può avere tanti usi, e non soltanto quella della riconoscibilità ufficiale ma tanti servizi; collegarla con la Carta giovani secondo me fa fare un salto di qualità reciproco all'una e all'altra.
  Torno un attimo indietro, mi perdonerete per la confusione randomica.
  Bando del Servizio civile universale. Siamo ormai alle soglie della scadenza del 20 febbraio, abbiamo circa il doppio delle adesioni, adesso faremo la selezione, quindi Pag. 8riteniamo di aver avuto comunque un buon riscontro e di aver centrato il primo obiettivo. L'altro obiettivo sarà quello della valutazione qualitativa dei progetti e della successiva rendicontazione, perché non diventi tutto automatico. Noi cercheremo di aiutare e sostenere tutti gli organismi che presentano progetti per cercare di finalizzarli il più possibile e fare in modo anche che l'uso del denaro pubblico abbia una sua misurazione ed efficacia, così come perseguiremo l'obiettivo della certificazione delle competenze. Nei cinque anni mi auguro si riesca anche a fare una valutazione di impatto di questo sforzo, che comunque viene fatto fino ad oggi: in questi ultimi anni grazie anche al supporto prezioso, direi quasi indispensabile, del PNRR. Mi auguro che comunque dal prossimo anno, quando verranno meno quelle risorse, o dall'Europa o attraverso le politiche pubbliche del Governo, ci sia questa continuità, della quale debba essere misurata l'efficacia. Credo che sia corretto testimoniare, anche per poter chiedere più risorse, quanto queste risorse producono benessere sociale, che vale per le singole persone così come per le comunità.
  Un riferimento al quadro economico, soltanto perché sia anche per me ben presente, a dimostrazione del fatto che le risorse non mancano ma vanno certamente qualificate per poterne meritare altre. Quest'anno noi investiremo, più o meno con ipotesi di riparto, a seconda dei beneficiari, 86 milioni di euro: dei quali 42 milioni, ovvero il 49 per cento, come quota del Fondo destinato agli interventi di rilevanza nazionale e il 51 per cento, circa 44 milioni, come quota del Fondo destinato alle regioni, alle province autonome e agli enti locali per interventi di rilevanza territoriale. Di questi, il 26 per cento come quota del Fondo destinato alle regioni e alle province autonome; il 22 per cento al Fondo destinato ad ANCI, relativamente a comuni e Città metropolitane; il 3 per cento al Fondo destinato a UPI relativamente alle province.
  Qui non c'è soltanto una mera rappresentazione quantitativa, ma c'è il senso di un disegno armonico che tende all'ascolto, alla concertazione, alla condivisione con tutti i portatori di interesse. Credo che sia un presupposto perché il risultato finale sia l'arricchimento della catena del valore economico e di carattere sociale.
  Siamo convinti che anche la misura 2021-2027 del Fondo sviluppo e coesione, per quanto con la sua caratterizzazione che guarda al sud, possa e debba svolgere una sua funzione propulsiva e si possa raccogliere molto di più. E tutto questo è ancor più vero se vogliamo non basarci sui valori medi ma incidere sulla distanza che c'è tra le ali, cioè c'è il migliore e il «meno migliore» diciamo così, perché non voglio caratterizzarlo come peggiore per una questione di rispetto. Quindi mettere anche le aree svantaggiate nella condizione di avere nuove opportunità. Questo dipende non soltanto dallo stanziamento delle somme ma soprattutto dalla sollecitazione dell'azione politica, di Governo, del Parlamento, ma anche degli enti del territorio.
  Io credo molto nel gioco di squadra istituzionale, quindi da questo punto di vista sarà mia cura farmene promotore perché non sia soltanto un auspicio dichiarato ma sia una pratica diffusa della quale devo dare il primo buon esempio.
  Non ho visto l'orario, non so se mi sono prolungato. Vorrei dare soprattutto a voi la possibilità di darmi un vostro riscontro, impegnandomi a essere più puntuale in un documento che comunque sarà mia cura condividere con voi, e questo lo farò nei prossimi due giorni. Prima ancora di rispondere, cosa che farò, per poi aggiornare nuovamente il documento perché possa essere effettivamente la bussola del mio mandato e possa essere anche verificato da parte vostra, come è doveroso che sia.

  PRESIDENTE. Ministro, grazie. Grazie della relazione, grazie della passione che traspare dalle sue parole, che sono sicuro caratterizzerà la sua azione di Governo.
  Il tema è un tema estremamente importante. Siamo tutti portatori di interesse rispetto al tema dei giovani, un po' per la proprietà transitiva che ci arriva dai nostri figli e dai nostri giovani e un po' per il nostro essere diversamente giovani.

Pag. 9

  ANDREA ABODI, Ministro per lo sport e i giovani. Io dico che ci sono frammenti di gioventù in ognuno di noi, dobbiamo coltivarli e valorizzarli. A parte che alcune persone sono ancora molto giovani.

  PRESIDENTE. A questo punto darei la parola ai deputati che intendono intervenire, chiedo a chi lo desiderasse e non si fosse ancora iscritto di iscriversi. Iniziamo subito dando la parola all'onorevole Bonetti.

  ELENA BONETTI. Grazie Ministro, non solo per la presenza ma anche per la relazione che ha voluto condividere e per l'apertura che ha appena fatto, a poter accogliere ulteriori sollecitazioni anche integrando quello che lei ha definito un documento programmatico, che però deve essere in qualche modo poi anche implementato in uno spirito di collaborazione.
  Con questo spirito di collaborazione costruttiva, dall'opposizione faccio questo intervento, riconoscendo che queste sono tematiche che o trovano una ricomposizione ampia di tutte le forze politiche oppure non potranno portare a termine un'incidenza fattiva. Quindi in qualche modo la invito, conoscendo la sua profonda sensibilità e pragmaticità su questo, a farsi portatore anche all'interno del Governo di questo stesso spirito.
  Le dico questo perché in qualche modo è spiaciuto vedere il dibattito che è nato, per esempio, su uno strumento che aveva dato (e lei ne è uno dei testimoni) risultati importanti come la «18app». Nell'ambito della legge di bilancio lei stesso si era in qualche modo preso l'incarico di poter sostenere uno strumento di promozione universale, non di assistenza, di accesso alla cultura, fosse anche in qualche modo la cultura musicale, l'attività sportiva.
  Lei ha affrontato tanti temi, ovviamente perché è ampia la matrice della sua delega. Faccio alcune domande di precisazione oppure in qualche modo spunti di integrazione.
  Giustamente lei ha richiamato il tema della definizione di giovane anche nell'ambito di un confronto con il contesto europeo. È vero, lo conosciamo il problema, proprio per questo la invito anche però in qualche modo a costruire una relazione con la collega che ha la delega – nascosta dal nome ma amplissima – sul tema adolescenza, la Ministra Roccella, nell'attuazione integrata col suo Ministero del Piano nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, che è stato promulgato dal Presidente della Repubblica lo scorso gennaio e che prevede azioni che in qualche modo la riguardano e si connettono con il suo Ministero. In particolare per tutto quello che riguarda l'elemento dell'educazione non formale; per esempio il servizio civile è un'educazione in fase avanzata di formazione delle competenze, ma esattamente è questo il punto. Nella scorsa legislatura si era data finalmente una codificazione anche a questa parte, credo che sarebbe opportuno integrarla.
  Su questo mi faccio carico anche di una domanda e di una sollecitazione, Ministro. La misura di sostegno, condivisa anche fortemente col mondo dello sport e delle politiche giovanili, ad attività comunali, di educazione non formale, ivi compresi i centri estivi, quest'anno avete deciso di non rifinanziarla. Speriamo che possiate cambiare idea, perché invece è una misura che è servita molto anche ai comuni, al mondo dello sport e al Terzo settore. Terzo settore che credo debba entrare in modo significativo nella progettazione e nella programmazione di politiche giovanili, anche nell'ambito di quella certificazione delle competenze di cui lei parlava in riferimento al Servizio civile.
  Tema del Consiglio nazionale giovani. Sempre in riferimento a questo sarebbe interessante ragionare sulle politiche giovanili nell'attuazione di quelle linee guida che sono state emanate lo scorso luglio, del coinvolgimento delle ragazze e dei ragazzi nei processi decisionali dello Stato che li coinvolgono, già sperimentato in modo fruttifero, ma probabilmente una strutturalità di questo elemento alla luce di queste linee adottate sarebbe importante.
  Invece non ho capito o colto a che punto siamo sulla tema della valutazione dell'impatto delle risorse del PNRR, rispetto a uno Pag. 10degli assi trasversali che lo stesso ha, cioè i giovani. E forse serve una precisazione sulle vostre politiche per quanto riguarda in particolare i NEET, l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, la formazione alle nuove competenze.
  Da ultimo mi trovo a sollecitare anche lei su un tema importante. Nella scorsa legislatura sono stati fatti alcuni passi significativi, condivisi e trasversali; lei ha uno strumento legislativo, insieme ai suoi colleghi di Governo, per temi importanti come casa, formazione, tasse universitarie, spese educative, che è l'articolo 5 della legge n. 32 del 2022 di cui mancano i decreti attuativi e di cui lei è uno dei ministri concertanti.
  Quindi le saremmo grati se in qualche modo può dare conto della volontà del Governo di dare seguito a questo impegno che la legge prevede e in che termini.

  MADDALENA MORGANTE. Grazie Ministro per la sua presenza qui in Commissione in data odierna, ma soprattutto grazie per la sua relazione, chiara precisa e puntuale; relazione che condividiamo ampiamente.
  Diverse sono le tematiche da lei affrontate, quali lo sport, i giovani, la formazione, il lavoro, la casa, l'accesso veloce al credito, il programma Erasmus Plus.
  Trovo molto puntuale una frase che lei ha detto, che c'è la necessità di riformulare un percorso formativo per creare una fascia anagrafica ponte, e che per costruire i ponti bisogna conoscere le sponde.
  Proprio seguendo questa bellissima frase credo che dobbiamo assolutamente riflettere su una tematica: durante la pandemia i nostri ragazzi hanno sofferto troppo. Non sono andati a scuola per diversi mesi, non hanno potuto socializzare in un'età delicata e importante per la loro formazione, e soprattutto non hanno potuto accedere al mondo sportivo in un'età che, come ho appena detto, è molto delicata.
  Credo che sia necessario valorizzare lo sport in quanto ha un ruolo formativo ed educativo estremamente importante, e allo stesso tempo dobbiamo proporre ai nostri ragazzi dei valori positivi; credo che un binomio perfetto possa essere proprio lo sport e il mondo del volontariato.
  La ringrazio tantissimo per l'attenzione che vorrà dare a queste tematiche e grazie ancora per la sua relazione.

  PATRIZIA MARROCCO. Grazie Ministro per la sua presenza, anche noi siamo assolutamente soddisfatti e compiaciuti del tratto distintivo che ha contraddistinto le sue linee programmatiche ampie sul valore sociale dello sport e dell'asse soprattutto con il Ministero dell'istruzione per essere più vicini ai nostri ragazzi.
  Mi rifaccio alla collega, perché usare lo sport credo che sia lo strumento fondamentale per combattere le situazioni di disagio dei giovani, proprio come un riferimento educativo sociale per il benessere psicologico. È vero che questa è una materia abbastanza complessa, ma è anche vero che lo sport crea qualcosa da fare, cioè qualcosa a cui pensare e che comunque ha un'influenza emotiva, psicologica, relazionale e affettiva molto intensa. Lo sport plasma i nostri ragazzi che iniziano a prendere la consapevolezza di sé con gli altri e soprattutto iniziano a relazionarsi nel momento in cui si cominciano a porre tante domande del futuro, anche con lo stacco con la famiglia. Non c'è solo quello, ma anche il fatto di poter aiutare i giovani, tramite lo sport, al lavoro di squadra, a quella che dovrebbe essere la proiezione del futuro.
  Quindi lo sport incide positivamente sulla crescita dei nostri ragazzi e secondo noi va valorizzato quanto più possibile per tutti i temi che lei appunto ha evidenziato.

  MAURO BERRUTO. Grazie Ministro, buongiorno e ben ritrovato.
  Proprio in virtù della cosa che ho più apprezzato nella sua relazione – quello che lei ha chiamato un «difetto», un difetto di interdisciplinarietà, che per noi è un grandissimo pregio – sono qui a fare questo intervento, non nella mia Commissione di appartenenza ma per le ragioni che lei ha ricordato. Crediamo fortemente nell'approccio e nelle politiche rivolte ai nostri giovani con questo accento sulle competenze trasversali.Pag. 11
  Quindi scuola, sport, educazione civica naturalmente; credo che la valutazione degli ultimissimi dati elettorali che ci ricordano che il 60 per cento degli aventi diritto al voto non lo esercita, sia un tema che mette tutti sullo stesso piano di grande attenzione e anche di necessità di lavorare su questi temi con i nostri giovani. Naturalmente il lavoro, naturalmente la cultura, aggiungo un elemento che certamente contraddistingue delle grosse battaglie che fortunatamente i nostri giovani stanno conducendo e che riguarda il diritto a un ambiente vivibile, sano e migliore di quello che noi della nostra generazione purtroppo stiamo loro lasciando.
  Quindi sottolineo naturalmente quello che lei ha detto, la necessità di un'interazione con il Ministero dell'istruzione e del merito, quello dell'università e aggiungo il Ministro della cultura, e così via di seguito.
  Chiaramente ci preoccupano alcune situazioni un po' contraddittorie che cogliamo rispetto a questo intento che invece apprezziamo, e proverò a tornarci più tardi, ma parto da due considerazioni riferite proprio a due temi che credo siano centrali. Abbiamo parlato di ambiente e con piacere registro che molte mie colleghe riconoscono lo sport come strumento decisivo per lavorare insieme per il futuro dei nostri giovani. Nella scorsa legislatura è stata introdotta una modifica all'articolo 9 della Costituzione che riguarda proprio l'ambiente. In questa, mi auguro Ministro, festeggeremo presto, in maniera assolutamente unitaria, un'altra modifica alla Costituzione, all'articolo 33, che introdurrà il diritto allo sport.
  Ecco, credo che questi siano un po' i tre capisaldi: il diritto all'ambiente, i diritti sociali e naturalmente i diritti civili. Ma questa sequenza di diritti crediamo fortemente che parta dal diritto all'ambiente, la cui violazione è spesso la madre di tante ingiustizie.
  Quello che stride sono alcune prese di posizione di suoi colleghi con cui nella relazione lei ha ritenuto necessario innescare un rapporto di collaborazione, per esempio il Ministro dell'istruzione e del merito e il Ministero della cultura. Con preoccupazione registriamo che si parlò di umiliazione come strumento educativo, che recentemente abbiamo letto, poi parzialmente smentita, la notizia che riferiva di una possibilità di insegnamento dell'utilizzo delle armi nelle scuole; su ciò chiediamo grande attenzione.
  Le faccio un esempio, che so che ci è caro nella stessa misura; mi riferisco a quelli che mi auguro presto potremmo di nuovo celebrare, i Giochi della gioventù, poi rinnovati, che sono uno strumento eccellente. Per tantissime persone della nostra generazione sono anche un ricordo indelebile.
  Ho intercettato una proposta di legge in tal senso che aveva un'unica necessità, secondo me, di miglioramento, in quanto veniva indicata la possibilità di partecipare ai Giochi della gioventù, nella forma nuova, agli studenti che avessero raggiunto la sufficienza nel semestre o nel quadrimestre precedente all'edizione dei giochi.
  Sono un po' queste le contraddizioni che ci preoccupano, perché noi crediamo fortemente che quei diritti che citavo (l'ambiente, i diritti sociali, i diritti civili) abbiano la necessità di avere alla fonte un diritto di accesso a opportunità uguali, il diritto di ogni ragazzo e di ogni ragazza di poter esprimere il proprio potenziale. E naturalmente che chiunque abbia il diritto di accesso a questa opportunità, indipendentemente dal talento, dalla provenienza geografica, dal credo religioso, dalla disponibilità economica.
  Chiudo con due note; una, come immagina, per noi, del Partito Democratico, molto importante. Lei ha citato il Servizio civile universale: noi, evidentemente, ci crediamo fortissimamente, quindi chiediamo, ci aspettiamo, auspichiamo un'azione di rinforzo strutturale di questo strumento. Ha citato l'Erasmus Plus; mi permetto di segnalare che dopo la pandemia questo sia uno strumento di una potenza incredibile, perché uno degli effetti collaterali più pesanti della pandemia è stata l'impossibilità di viaggiare, quindi di mettersi a confronto con altri modelli culturali, con altre persone, di uscire dal proprio Paese. Me ne sono accorto io stesso che ho purtroppo radicalmentePag. 12 cambiato le mie abitudini negli ultimi tre anni. Quindi anche da questo punto di vista crediamo che l'implementazione di questo progetto sia proprio una necessità.
  L'ultima cosa che voglio dire – oltre al passaggio sui giovani inattivi, l'acronimo NEET che lei ha usato – e che ci permettiamo di sottolineare è l'aspetto che riguarda le politiche giovanili, relative a un milione e 300 mila minori di seconda generazione dei quali il 75 per cento nato in Italia; significa un milione di ragazzi e di ragazze. Auspichiamo un'attenzione specifica a quello che è un tema che evidentemente non è rimandabile, non è sottovalutabile. Sono più di un milione i ragazzi e le ragazze che frequentano le scuole dei nostri figli, che vanno con loro a fare attività sportiva e hanno accesso a tutte le altre attività culturali.
  Ringrazio la collega Bonetti per il riferimento ai centri estivi e anche al Terzo settore; tutte attenzioni che condividiamo. E veramente l'ultimissima cosa: mi permetto di sottolineare come crediamo importante, proprio in virtù dell'accesso agli strumenti culturali, anche promuovere dei piani di investimento che possano portare ogni forma di cultura (lo sport è una di queste naturalmente a tutti gli effetti) nelle periferie delle città. Esisteva un fondo del Ministero della cultura che investiva ogni anno circa 22 milioni di euro, proprio per portare musica, danza, teatro, concerti e attività culturali nelle periferie di 14 città metropolitane che purtroppo è stato più che dimezzato, e oggi sono circa 10 milioni i fondi disponibili per questa attività.
  Quindi questa è la nostra riflessione, chiaramente nell'attesa di confrontarci sulla sua relazione che arriverà magari puntuale su alcune azioni e sulle nostre proposte.

  ANDREA QUARTINI. Grazie al Ministro per la sua presenza. C'è una parte molto interessante che ha affrontato il Ministro in questa relazione, che vale la pena di rimarcare. Cioè l'idea di puntare sulla resilienza, l'idea di puntare sul life skill fondamentalmente, con quei due punti che ha approfondito un po' di più, che sono quelli appunto del Servizio civile universale e quello dello sport. Queste sono due cose importanti e sicuramente vale la pena di affrontare il tema delle politiche giovanili, basandosi proprio sulle risorse residue su cui dobbiamo puntare e sul fatto che al centro ci sono sempre degli individui che possono esprimere grandi energie. Quindi questa è una parte sicuramente interessante, buona e che condividiamo.
  Ho sentito la sua relazione e spero che la sua apertura vada anche nella direzione di poterla «riempire», perché è un pochino «vuota» rispetto a temi dal nostro punto di vista significativi e importanti. Faccio naturalmente alcuni esempi.
  Ben venga il rapporto con il Ministero dell'istruzione, che io chiamerei più volentieri Ministero della pubblica istruzione, ed eliminerei «merito» per altri motivi; magari su questo ci si riaffronta molto rapidamente nel contesto sportivo. Ben venga questa collaborazione, perché è proprio lì che si crea l'educazione civica e il senso stesso del Servizio civile universale; quindi ben venga che si faccia pubblicità a scuola proprio per incoraggiare questa capacità di partecipare anche in chiave solidaristica. E ben vengano anche i punteggi da attribuire per eventuali concorsi nella pubblica amministrazione per chi fa questo tipo di percorso, che naturalmente va assolutamente implementato.
  Tuttavia mi sembra che si riesca a far poco, o comunque ha affrontato poco il problema del disagio, che sicuramente è emergente anche in relazione alla pandemia e al lockdown che ha generato; ma sicuramente è uno dei temi su cui dobbiamo assolutamente lavorare. Noi sappiamo che abbiamo circa il 10 per cento di giovani con diagnosi di ansia e depressione; è un elemento sicuramente su cui dobbiamo riflettere e dobbiamo ragionare. Abbiamo il tema che si acuisce anche nei giovani di seconda generazione che veniva prima segnalato. C'è circa il 7 per cento di giovani che non viene monitorizzato e che si occupa dei fratelli e delle sorelle disabili o di genitori con problemi di disabilità; fanno di fatto i caregiver in famiglia. Anche questo è un aspetto che viene troppo spesso trascurato, non se ne parla, e magari finiscono nei NEET queste figure. Sono elementiPag. 13 che ci devono far ragionare in termini globali.
  Noi abbiamo depositato una proposta di legge per lo psicologo scolastico che andrebbe implementato, quindi mi piacerebbe che su queste cose si esprimesse anche in maniera più diffusa.
  Sappiamo bene – purtroppo ci tocca anche leggerle queste cose troppo spesso – di situazioni depressive, che portano fino ai suicidi, rispetto alle quali c'è una sorta di combinazione «malefica» con il fenomeno del bullismo, che comunque è un fenomeno che va assolutamente affrontato.
  Lo sport è un punto critico, perché tra i tanti big killer della salute noi sappiamo che l'attività fisica invece è un fattore protettivo. Quindi sicuramente va fatto un ragionamento di continua implementazione all'attività fisica, anche per un discorso di benessere complessivo. Però attenzione, perché anche nello sport c'è un rischio di una competizione sfrenata su cui bisogna intervenire. Per esempio mi viene in mente il rischio che già in giovane età si usi il doping per avere performance sportive più significative, ed è un rischio importante. C'è l'uso di anabolizzanti per il proprio corpo, non solo ai fini sportivi ma anche a fini estetici, nelle palestre e quindi delle verifiche e delle pratiche educative in questa direzione sono assolutamente importanti. Pensiamo a come è stato evidenziato il fenomeno – lo chiamo così – delle «farfalle», delle nostre atlete che venivano penalizzate per il peso corporeo, per la silhouette. Cioè, sono immagini che portano a una dispercezione dell'immagine corporea, con i disordini del comportamento alimentare conseguenti. Quindi c'è un modello e un pattern che viene promosso su cui è importante avere delle capacità di risposta e di accoglienza rispetto a questi disagi.
  C'è un altro elemento su cui è sicuramente importante intervenire. Io sono un antiproibizionista, rispetto alle droghe, sono un medico e mi occupo anche di tossicodipendenze e di problemi alcol correlati, sono un gastroenterologo. È una premessa fondamentale perché sennò vengo subito tacciato in un modo o nell'altro; credo di avere una posizione del tutto sobria rispetto anche al tema proibizionismo-antiproibizionismo, ma mi sento soprattutto antiproibizionista. Però è importante sottolinearlo: le vere droghe di passaggio restano il fumo di sigaretta e il consumo di bevande alcoliche e non le valutiamo abbastanza. Voglio ricordare che solo nel 2019 sotto i 17 anni, cioè quando sarebbe proibito bere e sarebbe vietato vendere bevande alcoliche, abbiamo avuto quasi 5 mila ricoveri in acuto in ospedale in Italia; si chiama coma etilico. Questo per dare l'idea di quante emergenze ci siano da affrontare nel mondo giovanile.
  Ho sentito la sua relazione debole da questo punto di vista, ma probabilmente, e me lo voglio augurare, è un po' vuota perché forse vuole che sia riempita anche da noi. Almeno spero che ci sia questa trasversalità.
  L'altro aspetto su cui si è parlato poco sono le politiche sul lavoro. Sicuramente c'è questo aspetto di interdisciplinarietà con altri Ministeri, però – riguarda anche il discorso della famiglia – mantenere la barra dritta sulla garanzia per i mutui per i giovani è un aspetto importante da questo punto di vista, per dare una possibilità di autonomia e autodeterminazione.
  Concludo con il fatto che i giovani ci stanno chiedendo, con una grande forza, di fare attenzione agli aspetti climatici e ambientali, e credo che noi si abbia il dovere assoluto di dare delle risposte in questo senso. Soprattutto oggi quando c'è il rischio, a causa della crisi energetica, di perdere di vista il fatto che il fossile va abbandonato e invece la tendenza non è quella di implementare le energie rinnovabili ma invece a ritornare su questi altri aspetti.

  LUCIANO CIOCCHETTI. Grazie Ministro per la completa relazione che ha presentato, in particolare con un'ottica nuova delle politiche giovanili, perché credo che sia sbagliato affrontare le questioni giovanili in modo settoriale.
  Oggettivamente abbiamo nel mondo giovanile una serie di crisi molto importanti – che sono state ricordate anche dai colleghi e che ha ricordato lei – che possono e hanno bisogno di essere affrontate in manieraPag. 14 sinergica con altri settori, partendo chiaramente, come lei ha detto, in particolare dalla scuola e dall'università. Poi sicuramente vi è tutto quello che riguarda la delega dello sport – che però è compito suo e quindi quello se lo vedrà da solo, in casa – e altre questioni che riguardano la salute. Qui voglio lanciarle un'opportunità: la mia generazione aveva il medico scolastico e aveva la visita dei tre giorni del militare, quindi un minimo di prevenzione – dato che qui parliamo tutti di prevenzione, screening e compagnia varia – comunque sulla popolazione giovanile veniva fatta, a scuola e nel corso della visita militare. Da quando è stato tolto il medico scolastico ed è stato tolto il servizio di leva, e quindi i tre giorni, non c'è più nessuna verifica preventiva.
  L'unica che rimane è la visita medico-sportiva, che però, Ministro, lei sa bene che viene fatta un po' alla «alla carlona», possiamo dire. Purtroppo abbiamo ancora esempi di ragazzi e ragazze che lasciano la vita facendo sport, nonostante abbiano avuto il certificato. Quindi credo che da questo punto di vista, parlando di sinergie, si possa lavorare insieme con il Ministro della salute per rendere più cogente la visita medico-sportiva, per renderla obbligatoria, farla inserire effettivamente nei LEA e non lasciarla solo alle decisioni delle singole regioni, e consentire che diventi il luogo di visita preventiva per tante patologie giovanili che esistono e che in qualche modo possono essere scoperte facendo un minimo di azione da questo punto di vista.
  In merito al Servizio civile universale, voglio ricordare che è stato implementato fortissimamente dal 1996 in poi con un aumento significativo delle possibili attività; credo che bisogna però collegarlo di più con il mondo del volontariato. Lei ha ragione, bisogna promuoverlo nelle scuole, portarlo come informazione, come comunicazione; ma penso che abbiamo in Italia il più grande volontariato che esiste nel mondo e non credo che sia troppo sinergica questo tipo di realtà, quindi forse un lavoro da questo punto di vista, come indirizzo alla direzione del servizio civile universale, può essere fatto.
  Ci sono tanti organismi con cui si raffronta il Dipartimento, il Ministro: l'Agenzia nazionale, il Consiglio nazionale, la Commissione giovanile del CNEL, anche qui forse un minimo di semplificazione dei rapporti sarebbe assolutamente utile.
  L'ultima questione riguarda la pubblicità delle opportunità, che secondo me in questi anni è assolutamente mancata. Credo che sia importante lavorare per cercare di offrire a tutti i giovani e a tutte le comunità giovanili le stesse possibilità di conoscenza delle opportunità che ci sono e probabilmente il portale di cui lei parlava potrebbe essere il modello di offerta di informazione.
  Grazie comunque per il lavoro importante che sta portando avanti.

  SIMONA LOIZZO. Grazie presidente e grazie al Ministro. È assolutamente emozionante perché ricordo che il Primo Ministro alle politiche giovanili fu Giorgia Meloni, noi eravamo allora al Governo, e devo dire che sentire che c'è una continuità, seppur non in senso strettamente cronologico, mi fa molto piacere.
  Devo dire che le politiche giovanili, come lei ben saprà, sono nella definizione europea una redistribuzione di potere, una redistribuzione di potere e di salute anche psicologica, soprattutto alla luce di quello che è avvenuto con il Covid attraverso le varie generazioni, classi e territori.
  Il Forum europeo definisce meglio: aiutare i giovani a rimanere giovani, quindi io intendo attenzionare il punto di partenza del Ministero, che è sicuramente il futuro di questi giovani e si deve anche guardare alle condizioni attuali dei giovani in termini di salute. Poi la sua struttura è proprio al centro di un «cerchio magico» in cui c'è la politica delle disabilità, dello sport, della salute, del sociale. Quindi devo dire che lei veramente può essere artefice di cambiamento, mantenere i giovani nella loro condizione di salute di giovani.
  Questo riguarderà anche un grande dialogo con la Conferenza Stato-regioni, perché secondo me il problema delle politiche attive giovanili deve passare anche sul territorio attraverso il potenziamento di quelle che sono tutte le istruzioni di salute, solidarietà,Pag. 15 ambiente. Anche le buone condizioni di vita, le opportunità, come ha detto il collega Ciocchetti giustamente, la pubblicità delle opportunità, e questo legame che lei vuole tra la piattaforma e la Carta giovani sarà fondamentale perché i giovani vengano coinvolti nella conoscenza delle opportunità a loro destinate.
  Le voglio fare i miei complimenti perché il bando per il Servizio civile universale sarà, soprattutto per le popolazioni meridionali dove i giovani non stanno benissimo, una grande opportunità. In questo senso le voglio suggerire di potenziare quelle che sono le linee che riguardano il patrimonio ambientale, storico e culturale italiano perché noi abbiamo bisogno che i giovani si sentano giovani dell'Europa ma soprattutto giovani italiani, e quindi nel servizio civile, attraverso la progettazione che riguarda un maggiore contributo economico proprio per la rivalutazione del patrimonio culturale, può esserci per noi una grande opportunità affinché i giovani si sentano cittadini italiani, cosa che spesso non avviene.
  Le faccio comunque i miei complimenti. Non ho ascoltato per mancanza di tempo l'audizione sullo sport, ma io la conosco bene come sportivo perché anche io ho lavorato nello sport, sono un medico, e le faccio anche i complimenti per quelle che sono le linee programmatiche che lei ha inteso dare al Ministero dello Sport.

  PRESIDENTE. Abbiamo concluso gli interventi. Forse il Ministro voleva dire due parole? Prego.

  ANDREA ABODI, Ministro per lo sport e i giovani. Intanto un ringraziamento per questo tempo che ci siamo dedicati, per i contenuti e le sollecitazioni. Devo dirvi che avrei voluto rimanere con voi un altro paio di ore.
  Mi ritrovo sostanzialmente in tutti i vostri suggerimenti e le sottolineature. Ho semplicemente prospettato un'architettura fredda, ma i contenuti caldi li vedrete poi nel testo che vi manderò nell'arco di ventiquattro ore, quarantotto al massimo; lì ritroverete gli approfondimenti che non sono riuscito a fare emergere nei quaranta minuti del mio intervento. A partire dal tema del disagio, che è una delle due priorità assolute: la prospettiva parte comunque dalla capacità di aggredire il tema del disagio, in modo strutturato e articolato e non convegnistico né superficiale.
  Su questo, per quanto mi riguarda, rappresento non soltanto me stesso, anzi. Siamo orientati a dare priorità, come avviene nelle famiglie dove si dedica un po' più di tempo al figlio che ha più bisogno rispetto a quello che ha la capacità di andare, senza trascurare il fatto che anche lui va comunque sostenuto e supportato.
  Non ho parlato molto di sport forse per la preoccupazione di non addentrarmi troppo in un tema che è familiare; forse ho l'esigenza, anche verso di voi e verso l'opinione pubblica, di dimostrare di saper servire con le stesse consapevolezze, e mi auguro con qualche competenza, e con la stessa quantità di impegno, su tutte e due le materie. Sono portato naturalmente con maggiore profondità sullo sport, mi sono dedicato oggi in questi 40 minuti sulle altre tematiche, ma vedrete che nei documenti che vi manderò lo sport è ben presente nella sua capacità di essere (come l'ho sempre definita) una delle difese immunitarie sociali, quindi in quanto tale uno degli ingredienti indispensabili per affrontare il tema del disagio.
  Sono assolutamente convinto che la logica della interdisciplinarietà preveda che noi si cominci a dialogare e a seminare non soltanto a scuola ma anche nel rapporto con l'infanzia e l'adolescenza. Quindi sicuramente la mia «compagna di banco» Eugenia Roccella sarà un'interlocutrice molto presente nella catena del valore che cercherò di rappresentare a voi e al Paese e sugli aspetti tecnici tutti gli strumenti (il sito, la carta, le app) diventeranno sempre più efficaci, mi auguro. Dobbiamo comprendere che occorre utilizzare linguaggi e piattaforme che siano accessibili e facilmente frequentabili dai beneficiari dei nostri messaggi e delle nostre opportunità, altrimenti diciamo delle cose meravigliose ma loro stanno da un'altra parte.Pag. 16
  Da questo punto di vista ho fatto tesoro anche dell'esperienza che stiamo facendo con la Rai e non è un caso che abbia chiesto alla trasmissione di Rai 2, e a Fiorello in particolare, di parlare di Servizio civile universale. Perché se noi mettiamo sulle reti Rai lo spot del Servizio civile universale, sì, lo possono vedere i nonni e i genitori, ma i ragazzi che possono accedere a quello strumento non lo incontrano come messaggio. Da qui l'utilizzo di Raiplay e l'utilizzo di tutte le piattaforme che, di fronte a un'opportunità del genere, non credo si tireranno indietro; il prossimo bando vedrà testimonianze di soggetti nei quali i ragazzi si riconoscono e canali già frequentati dagli stessi soggetti.
  Vedrete anche che lo sport in particolare e i Giochi della gioventù saranno uno straordinario laboratorio di interdisciplinarietà, perché lì vedremo plasticamente tutti i colleghi più o meno coinvolti, anche quelli che meno ci aspettiamo, perché quel percorso apparentemente solo sportivo e competitivo diventi un percorso di alfabetizzazione civica e delle sensibilità. E ciò è possibile e vale non soltanto per i temi convenzionali, ma anche l'alimentazione, la salute, l'ambiente, i comportamenti sociali e quindi il Ministero dell'interno, la promozione del turismo, la cultura in tutte le sue articolazioni. Non so se riuscirò a farle tutte insieme – se riusciremo a farle tutte insieme – ma vi assicuro che lì c'è molto e c'è anche il ripristino nella scuola. Perché c'è una doppia agenda: c'è quella della interdisciplinarietà e quella che riguarda le infrastrutture, i programmi didattici, la quantità di ore dedicate allo sport, la qualificazione del personale docente, l'avviamento allo sport, il rapporto tra scuola e territorio, e viceversa, e lo screening sanitario. Perché crediamo che quello sia il momento nel quale, non semplicemente per attività non competitive ma con profondità, noi dobbiamo comprendere come prevenire alcune patologie o individuarle preventivamente, e come attraverso lo screening sanitario avviare le ragazze e i ragazzi, i bambini e le bambine alla pratica sportiva.
  Non è di poco conto anche dal punto di vista finanziario, ma ritengo che bisogna saper distinguere i costi dagli investimenti. Questo è un formidabile investimento che abbatte i costi finanziari e sociali futuri e noi dobbiamo individuare questo percorso, che arriva poi anche alla gioventù e ai diversi modi di rimanere giovani. Anche qui dobbiamo provare a mettere nella scuola un'anticipazione dei temi che affrontiamo per i giovani.
  Vi esprimo di nuovo il mio ringraziamento, la mia gratitudine per le sollecitazioni. Mi auguro che il canale rimanga aperto, al di là degli aspetti formali che ci sono. Vi ripeto l'impegno di darvi al massimo entro dopodomani un documento più completo e di rispondere in tempi altrettanto brevi, posso farlo in forma scritta ma preferisco farlo qui, anche nel giro di due settimane, quando lo riterrete opportuno. Grazie e buon lavoro.

  PRESIDENTE. Grazie ancora Ministro, ci rivedremo a brevissimo. Rinvio il seguito dell'audizione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.25.