XIX Legislatura

VI Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Martedì 14 febbraio 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Osnato Marco , Presidente ... 3 

Audizione del direttore dell'Agenzia del demanio, Alessandra dal Verme, sulle tematiche relative all'operatività dell'Agenzia (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Osnato Marco , Presidente ... 3 
Dal Verme Alessandra , direttore dell'Agenzia del demanio ... 3 
Osnato Marco , Presidente ... 8 
De Bertoldi Andrea (FDI)  ... 8 
De Palma Vito (FI-PPE)  ... 9 
D'Alfonso Luciano (PD-IDP)  ... 9 
Osnato Marco , Presidente ... 10 
D'Alfonso Luciano (PD-IDP)  ... 10 
Merola Virginio (PD-IDP)  ... 10 
Bagnai Alberto (LEGA)  ... 11 
Congedo Saverio (FDI)  ... 11 
Osnato Marco , Presidente ... 11 
Dal Verme Alessandra , direttore dell'Agenzia del demanio ... 11 
Osnato Marco , Presidente ... 14 
Dal Verme Alessandra , direttore dell'Agenzia del demanio ... 14 
De Bertoldi Andrea (FDI)  ... 14 
Dal Verme Alessandra , direttore dell'Agenzia del demanio ... 14 
Osnato Marco , Presidente ... 14 
Babudri Massimo , direttore della Direzione servizi al patrimonio dell'Agenzia del demanio ... 15 
Osnato Marco , Presidente ... 15 

ALLEGATO: Documentazione depositata dal direttore dal Verme ... 16

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
MARCO OSNATO

  La seduta comincia alle 14.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del direttore dell'Agenzia del demanio, Alessandra dal Verme, sulle tematiche relative all'operatività dell'Agenzia

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del direttore dell'Agenzia del demanio, Alessandra dal Verme, sulle tematiche relative all'operatività dell'Agenzia.
  Ricordo che la partecipazione all'audizione da parte dei deputati sarà consentita anche in videoconferenza, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento.
  Rivolgo quindi un saluto alla dottoressa Alessandra dal Verme, accompagnata dall'ingegner Massimo Babudri, direttore della Direzione servizi al patrimonio dell'Agenzia del demanio, e dal dottor Alessandro Foggia, direttore della Direzione governo del patrimonio della medesima Agenzia, ai quali do il benvenuto e che ringrazio per la partecipazione.
  Avverto che la dottoressa dal Verme ha depositato delle slide che saranno ora distribuite e che sono a disposizione dei colleghi su GeoComm, unitamente a una breve memoria; la ringrazio per questo.
  Darei quindi la parola alla dottoressa dal Verme, chiedendole, ove possibile, di contenere la relazione illustrativa in una quindicina di minuti al massimo, anche al fine di lasciare adeguato tempo al successivo dibattito e alla fase di replica.
  Grazie mille dottoressa, a lei la parola.

  ALESSANDRA DAL VERME, direttore dell'Agenzia del demanio. Grazie a voi onorevoli, grazie di avermi dato questa opportunità di rappresentare quello che stiamo facendo all'Agenzia del demanio.
  Noi abbiamo avviato un processo di trasformazione dell'Agenzia a fronte di un contesto mutato negli ultimi due anni, come è ben noto. Abbiamo avuto dopo la pandemia il Piano nazionale di ripresa e resilienza – PNRR, abbiamo le tensioni geopolitiche, la guerra, l'aumento dei prezzi dell'energia, l'Agenda 2030. Quindi l'Agenzia del demanio ha colto l'opportunità per avviare una sostanziale trasformazione dell'ottica in cui opera, senza mutare assolutamente la propria mission istituzionale, che è quella di governare il patrimonio che le è stato affidato.
  Tuttavia anche nel governo del patrimonio l'ottica è stata quella di allinearci agli obiettivi nazionali ed europei di sostenibilità, innovazione e transizione digitale. Per questo motivo anche nei nostri documenti fondamentali – il regolamento di organizzazione, lo statuto, le determine di organizzazione – abbiamo inserito su tutte le direzioni, su tutti i processi e le attività del demanio questa peculiarità che è: sostenibilità, innovazione e transizione digitale.
  L'ottica con cui abbiamo pensato di operare non è più la centralità dell'immobile, ma è la centralità dell'utenza: cioè noi dobbiamo soddisfare, attraverso il patrimonioPag. 4 che ci è dato in gestione, i fabbisogni dei nostri stakeholder principali. Il nostro stakeholder ovviamente è la pubblica amministrazione, perché ci occupiamo della logistica, ma deve essere una logistica nuova, una logistica all'altezza delle sfide del PNRR, che prevede la digitalizzazione della pubblica amministrazione. Non vedo come la giustizia possa cambiare se non ha una logistica adeguata o la pubblica amministrazione possa inserire le nuove leve senza avere gli strumenti, a partire dalle sedi e dalla propria logistica.
  Quindi abbiamo puntato a soddisfare in modo efficiente la logistica della pubblica amministrazione, ma anche i fabbisogni dei territori. I nostri immobili sono tutti locati sul territorio nazionale, quindi l'ottica è stata quella di valutare i fabbisogni, insieme con gli enti territoriali, e cercare di far sì che l'immobile porti ricchezza al territorio ma anche rigenerazione. Quindi questi sono stati proprio i nostri diciamo mantra: centralità dell'utenza per rispondere ai fabbisogni della pubblica amministrazione e dei territori.
  Abbiamo avviato una serie di interventi – nelle slide ci sono i numeri – su un patrimonio immobiliare di circa 43.000 beni, con impatti positivi sull'economia e sulla sostenibilità, in termini di abbattimento dei consumi energetici e fino alla piena autonomia energetica; riduzione della spesa pubblica per fitti passivi e, nel funzionamento anche della logistica della pubblica amministrazione, creazione della ricchezza – come ho detto prima – per i territori, valorizzando i beni non utilizzati. Quindi evitando consumo di suolo e anche abbandono sui territori, perché se un bene non è utilizzato, prima o poi finisce in stato di abbandono.
  Gli investimenti che abbiamo avviato sono di circa 3,2 miliardi di euro, quindi è un numero abbastanza importante, soprattutto per il nostro Paese, che non è tanto abituato a questi numeri sugli investimenti. In particolare, come ho detto, vertono sulla logistica della pubblica amministrazione con operazioni coerenti di razionalizzazione e di rifunzionalizzazione.
  Due esempi importanti che posso dare sono Cittadelle e Parchi della giustizia e Poli archivistici. Cittadelle e Parchi della giustizia perché, come vi avevo anticipato, abbiamo quasi concluso una quindicina di convenzioni con il Ministero della giustizia per una giustizia rinnovata, sostenibile e permeabile sul territorio.
  Vi cito alcuni esempi, in modo da rendere l'idea. Abbiamo il Parco della giustizia di Bari, un'opera enorme che risolve un problema enorme per la città, sia perché avevamo 13 ettari chiusi da un muro, non utilizzati da almeno 15 anni, sia perché risolviamo i problemi noti a tutti della giustizia di Bari. Però contestualmente faremo rigenerazione su tutta Bari, perché ad esempio la corte d'appello lascerà un palazzo a piazza della Libertà, nel quartiere Libertà, e questo palazzo, che attualmente è destinato alla corte d'appello, sarà un'opportunità di rigenerare l'intero quartiere. Quindi non abbatteremo solo fitti passivi per la logistica della giustizia, ma magari nel rigenerare il quartiere Libertà stiamo programmando di portare dentro l'Agenzia delle entrate. Quindi non lasceremo spazi vuoti nella città, non permetteremo che ci sia qualcosa che dia l'idea di abbandono, ma sarà un cantiere continuo fino alla completa razionalizzazione.
  Sempre a Bari, banalmente faccio l'esempio di Bari, perché si trova a Sud, nella caserma Magrone, che sono altri 7/8 ettari di territorio, vorremmo portare residenze universitarie in coerenza con il PNRR.
  Ci stiamo impegnando anche su Poli archivistici: cercare di levare la carta dal centro storico, rendere le consultazioni facili, meccanizzate, secondo un sistema unitario, e portare la carta in luoghi un po' più distanti e meno costosi, anche qui abbattendo la spesa.
  Tutto questo può essere fatto attraverso un'attività molto importante, che forse non era abbastanza considerata, che è la pianificazione. La pianificazione a livello territoriale, pianificazione che tenga conto delle disponibilità di beni immobili gestiti per noi da ciascuna direzione territoriale – su ciascuna regione praticamente – e pianificazione dei fabbisogni della pubblica Pag. 5amministrazione e dei territori, per poter far sì che le scelte che vengono fatte siano fatte in modo ottimale.
  La scelta però comporta una conoscenza approfondita del dato, che è driver dell'informazione come tutti sanno. Quindi abbiamo intrapreso questo percorso di trasformazione digitale dell'Agenzia, integrando le piattaforme della nostra Agenzia proprio per fare in modo di avere una qualità del dato, che ci permetta di fare le giuste scelte di rifunzionalizzazione, ma anche di valorizzazione dei beni. È abbastanza noto che noi ormai non progettiamo più, se non in progettazione Building Information Modeling – BIM molto avanzata (ho portato qui il direttore dei servizi tecnici, che è una nuova prima linea, è da un anno al demanio) proprio perché l'impulso molto forte è stato quello sulla digitalizzazione della progettazione. Quindi la digitalizzazione ci serve per la maggiore conoscenza del dato, ma ci serve anche per la qualità della progettazione. Ormai le nostre progettazioni sono molto avanzate e noi pensiamo anche ai modelli più evoluti di BIM e stiamo anche pensando di avere un modo digitale di visualizzare l'immobile, che ci darà una maggiore conoscenza – anche fisica – dell'immobile, nell'ambito del fascicolo elettronico del fabbricato.
  Dunque tutto questo è stato possibile anche attraverso un'immissione di risorse nell'Agenzia del demanio, attivando la struttura per la qualità della progettazione. Questa struttura risale a una norma della fine del 2018, la legge di bilancio per l'anno 2019, ma non era stata mai attivata. Noi in un anno e mezzo abbiamo modificato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che regolava il funzionamento della struttura, abbiamo fatto il bando per la nomina del direttore, che è un architetto che viene da un comune molto forte in ambito urbanistico, abbiamo modificato il regolamento ed inserito la struttura come Direzione per la trasformazione digitale, nell'ambito delle direzioni centrali dell'Agenzia. La struttura opera attraverso Poli territoriali, uno al Nord, uno al Centro e uno al Sud, e Poli tematici, uno appositamente per esempio per le Cittadelle della giustizia, su cui abbiamo un miliardo di euro di progettazioni, e pertanto ha senso fare il Polo per i Parchi e la logistica della giustizia.
  Con la struttura di progettazione abbiamo potuto immettere delle nuove leve, soprattutto tecniche, e quindi nel giro del 2022 siamo riusciti ad assumere con bandi circa 150 nuovi tecnici laureati giovani. Quindi abbiamo dato come pubblica amministrazione, perché siamo un ente pubblico economico, però entriamo anche nel novero delle pubbliche amministrazioni, un segnale molto forte di uno Stato che assume giovani, di uno Stato generoso, che va incontro ai territori, che rigenera e che produce anche bellezza.
  Dico questo perché stiamo lavorando su alcuni beni molto peculiari. Per esempio a Perugia, il carcere di Perugia: lo stiamo rifunzionalizzando come Polo giudiziario, era un carcere abbandonato dal 1998 nel centro di Perugia – poco sopra piazza Partigiani – e non è poco, dopo vent'anni, aver messo a gara e affidata la progettazione; invece il progetto di fattibilità tecnico-economica lo stiamo seguendo in casa con la struttura per la progettazione, guidati da un grande architetto che ci dà il suo input.
  Quindi come vedete c'è un grande fermento in Agenzia.
  Ho parlato di 3,2 miliardi di euro di interventi avviati: avviati vuol dire che sono partiti i documenti di indirizzo alla progettazione, le indagini e gli accordi, perché poi tutto questo esige accordi con i territori, accordi con le amministrazioni/utenti. Come immaginerete è un processo molto complesso e molto integrato con numerosi soggetti a numerosi livelli. Quindi avviare tutti questi interventi non è stata proprio una cosa semplicissima.
  Abbiamo fatto un piano industriale, è un piano strategico. È un piano industriale che ha una valenza per indicare, all'Agenzia innanzitutto – al Comitato di gestione – e al nostro Ministero vigilante, cosa stiamo facendo e quali sono i nostri obiettivi nei prossimi cinque anni, in linea ovviamente con gli orientamenti del Governo, con l'Europa e l'Agenda 2030. Questo piano industriale credo che sia il primo che sia stato Pag. 6fatto nella storia dell'Agenzia, ma non solo dell'Agenzia; normalmente le pubbliche amministrazioni non operano per piani strategici industriali. La strategia ci viene data dal Ministro vigilante col suo atto di indirizzo, ma noi la dobbiamo calare in modo molto efficiente nella valorizzazione del patrimonio che abbiamo in gestione.
  Il piano industriale dunque riporta molti numeri su come noi pensiamo di lavorare nei prossimi cinque anni. E queste slide che vi ho lasciato indicano quanti metri quadri pensiamo di riqualificare, persino quanta CO2 pensiamo di abbattere, quanta energia pulita pensiamo di produrre. E per ogni intervento stiamo dando degli indicatori – indicatori che sono riconosciuti a livello europeo – che, visti nel loro insieme, portano ai numeri del piano industriale.
  Quindi ci stiamo occupando di capire che impatto ha una progettazione, che benefici ha, perché non basta pensare al costo dell'intervento rispetto, per esempio, alla riduzione dei fitti passivi, ma bisogna pensare che nella maggior parte dei casi in cui stiamo operando si tratta di beni abbandonati, consumo di suolo non utilizzato e talvolta anche appunto casi di non rigenerazione, mentre noi stiamo portando avanti opere di rigenerazione.
  Un banale esempio: a Roma abbiamo subito cominciato a lavorare sulle Vele di Calatrava, che è la più grande opera incompiuta dello Stato degli ultimi dieci anni, e ci siamo attivati per vedere almeno il collaudo della Vela che c'è, e per cercare di capire anche con la città di Roma, con la quale abbiamo concluso un accordo, se poteva essere utile per il Giubileo o per gli eventi che si verificheranno. Per cui quest'area di Tor Vergata che abbiamo in gestione – si tratta di 43 ettari, poi ci sono gli altri 100 ettari dell'Università – è stata oggetto per esempio della candidatura per Expo 2030. Ma noi già ci stiamo lavorando con progettazione per rendere il sito fruibile alla popolazione, per dare un'immagine di un bene che non è una Vela messa lì con un recinto.
  Abbiamo avuto numerose novità normative fino a tutto il 2022, per le quali ringrazio il Parlamento. La più importante è che siamo stati identificati come stazione appaltante unica. Fino adesso i nostri interfaccia erano i provveditorati, per cui la maggior parte degli interventi erano attribuiti ai provveditorati. Adesso con la digitalizzazione e la struttura di progettazione e poiché siamo stazione appaltante unica, i progetti li portiamo avanti noi e cerchiamo di portarli avanti con una qualità e una tempistica che impediscano contenziosi e impediscano rallentamenti con varianti e oneri consistenti. Quindi siamo diventati stazione appaltante e inoltre – in aggiunta alle norme che ho segnalato, che riguardano la struttura per la progettazione – abbiamo ottenuto le semplificazioni del PNRR, ancor prima che si modificasse il Codice degli appalti, che ci permettono di operare sul territorio per la rifunzionalizzazione e l'abbattimento di fitti passivi con la stessa normativa degli interventi del PNRR. Quindi tentiamo di portare in conferenza di servizi il progetto e di acquisire lì tutte le autorizzazioni, compresa la variante urbanistica. Questo comporta una velocità, un'accelerazione enorme.
  Così stiamo operando nei maggiori interventi che vi ho menzionato, come Perugia e Bari; ma ce ne sono molti altri, vi menziono proprio i più importanti perché per ognuno di questi sono previsti centinaia di milioni per la realizzazione. Staveco a Bologna è uno stabilimento di veicoli corazzati nel centro di Bologna, con tutte le criticità che ci sono nelle città come Bologna. Ecco, a Bologna abbiamo già messo a gara la progettazione per questo enorme sito di circa 10 ettari, che mi pare si componga di circa una cinquantina di manufatti, che risistemeremo e daremo alla giustizia, ma anche ad altri soggetti della pubblica amministrazione.
  Tutta questa attività comporta una visione del patrimonio che è quella del riuso e del recupero del suolo, ho fatto già cenno a tutto questo, e, per quanto riguarda l'esecuzione degli interventi edilizi, noi osserveremo – anche questo è un aspetto molto importante – i criteri NZEB, ovvero Nearly Zero Energy Building. Anche questo è un aspetto che per una pubblica amministrazione ha un valore piuttosto importante, Pag. 7solo i privati si stanno adeguando. Noi pensiamo che entro i tempi previsti riusciremo a realizzare investimenti e interventi su immobili pubblici, che si autoalimentano per quanto riguarda l'energia.
  A Roma, ad esempio, siamo partiti con il Ministero dell'economia e delle finanze, stiamo mettendo i pannelli fotovoltaici sul Ministero dell'economia e delle finanze, e riusciremo a recuperare – compatibilmente con i permessi che abbiamo avuto dalla Soprintendenza, perché in tutto ciò questo aspetto non è proprio una passeggiata – comunque riusciremo a recuperare il 30 per cento dei fabbisogni di energia, ma di un edificio che credo sia il più energivoro di Roma, perché in termini di metri quadri è il più grande. Stiamo cercando di creare un nuovo modello di ufficio pubblico, quindi non è solo una logistica avanzata in quanto abbattiamo la spesa di funzionamento, ma abbiamo un nuovo modello di ufficio pubblico, che dà la possibilità a chi ci lavora anche di avere spazi di coworking, che insomma ha una visione del tutto innovativa.
  In particolare siamo partiti con le sedi dell'Agenzia del demanio, quindi lavoreremo sulle prime tre sedi che realizziamo con questo nuovo modello, poi lo estenderemo. Lavoreremo su Milano, su Ancona e su Roma, poi man a mano stiamo trascinando i diversi direttori territoriali, perché per fare tutto questo ci vuole anche molta passione. L'Agenzia era abituata a svolgere il suo compito con grande correttezza di gestione del demanio, con tutte quelle che sono le numerosissime regole e leggi. Qui stiamo facendo invece un passo che esige un'enorme passione nel dare al cittadino, nel restituire al cittadino qualche cosa di bello, di ammirevole, ma anche, di «europeo», che richiama però la memoria del nostro Paese, di quello che è stato fatto, di quello che è stato costruito.
  Quindi noi combiniamo l'opportunità che può dare l'innovazione con quella che è la memoria dell'immobile per la sua grandezza e per il suo valore nel passato.
  Vado avanti: di riduzione di fitti passivi e piano città mi pare che ho già parlato. Comunque noi abbiamo una mole enorme di fitti passivi da gestire e una trattazione molto complessa, che al mio arrivo ho ereditato, perché nel 2022 e 2023 scadono tutti i fitti passivi degli immobili del Fondo immobili pubblici – FIP: quindi voi capite che stiamo parlando di 300 milioni di fitti passivi, con una quantità di immobili numerosissima e un numero di amministrazioni e di dipendenti pubblici coinvolti, con tutto quello che vuol dire spostare tutte queste persone da una sede a un'altra.
  Tuttavia noi per il 30 per cento della prima scadenza del 2022, in un anno e mezzo abbiamo trovato delle soluzioni che abbiamo avviato. E in quegli investimenti di cui vi parlavo, avviati in questo ultimo anno, ci sono anche tutte le soluzioni alternative su immobili non utilizzati del demanio.
  Quindi per il 30 per cento noi li rilasceremo entro i termini fissati dalla legge, che ha previsto una proroga ancora di qualche anno, perché in un anno era veramente impensabile riuscirci. Tutte le amministrazioni fino a un anno prima che io arrivassi, cioè fino al 2020, avevano dichiarato strategici i loro immobili – strategico vuol dire: «Non lo posso lasciare». In breve tempo le direzioni territoriali si sono scatenate e, devo dire la verità, abbiamo trovato una soluzione al 30 per cento dei casi.
  Poi abbiamo l'altro 60 per cento che è in lavorazione e che può rispondere sia ad acquisti, che potrebbero essere fatti per risolvere definitivamente i problemi, ovvero a nuovi contratti di locazione, che un decreto ministeriale di attuazione delle norme di ottobre 2022 ha previsto vengano fatti a canone di mercato. Perché fino ad oggi noi abbiamo pagato dei canoni che non corrispondevano esattamente a quelli di mercato, ma che erano determinati in una logica di ripagare il finanziamento originario quando i beni immobili sono stati venduti a questi fondi.
  Anche questa trattazione è stata molto complicata, è molto complicata, soprattutto su città importanti come Milano, dove abbiamo un immobile FIP in via Moscova, è solo un immobile, con un affitto attuale di 12 milioni, ma ci sono stati richiesti 19 milioni annui. Per darvi proprio l'impressionePag. 8 della portata del fenomeno, ci sono mille dipendenti, quindi lasciare quell'immobile in centro a Milano, l'ex Palazzo delle finanze, vuol dire portare via mille dipendenti.
  Stiamo lavorando molto bene con le direzioni territoriali, in sinergia con altre società pubbliche e Ferrovie dello Stato, per cercare dei siti piuttosto centrali dove abbiamo avviato la ricollocazione quantomeno dei poli più importanti, che sono la Guardia di finanza, le dogane, l'Agenzia delle entrate, che occupano consistenti locazioni passive. Quindi anche questa trattazione è in corso e mi pare che stia dando dei buoni risultati. Non abbiamo la bacchetta magica, ma quasi.
  Mi sembra di avervi parlato abbastanza di tutti i filoni più importanti. Poi sono qui con i miei direttori. Abbiamo avuto i beni congelati, cioè non ci è mancato nulla, c'è la guerra. E per caso ci siamo trovati a gestire questi due miliardi, che non sono neanche pochi, di beni congelati, senza sapere bene però come li dovevamo gestire: con la cura del buon padre di famiglia, come un bene sequestrato o come un bene confiscato? E soprattutto beni che non rientrano nel nostro core business, perché le barche, gli aerei oppure le società non sono proprio la nostra specializzazione. Il segreto è stato un dialogo serrato con i Ministeri interessati, con il nostro Ministero vigilante e con le amministrazioni per poter capire come cavarcela. Vi ho detto anche questa cosa, che è stata una peculiarità di quest'anno e mezzo, oltre a tutto questo slancio.
  Mi pare di aver affrontato una panoramica generale. Sono a vostra disposizione.

  PRESIDENTE. Grazie molte direttore.
  Cedo la parola ai colleghi che intendono intervenire per formulare quesiti od osservazioni. Vi ricordo che alle 15.30 abbiamo la seduta dell'Assemblea, quindi entro quell'ora dobbiamo terminare. Vi chiedo pertanto di essere sintetici.

  ANDREA DE BERTOLDI. Cercherò davvero di correre e di essere sintetico, ma la relazione e la professionalità della dottoressa mi stimolano sempre parecchie domande.
  Intanto grazie per il suo intervento. Tra l'altro mi permetto di apprezzare il ruolo che ha avuto anche nella scorsa legislatura, quando ho sempre avuto dimostrazione, anche dall'opposizione, della sua serietà e dei suoi riscontri nel merito.
  Sul tema quindi le volevo chiedere velocemente questo: il prossimo mese sappiamo che il Parlamento europeo voterà la famosa revisione della direttiva green sugli immobili. Vorrei sapere se ci avete pensato, cosa ne pensate e cosa avete intenzione di fare, tenuto conto dell'impatto che l'eventuale approvazione di questa direttiva potrebbe avere sul sistema, sia pubblico sia privato.
  Secondo punto che mi sta particolarmente a cuore, anche quale professionista che spesso si occupa dei problemi dei colleghi. Per quanto riguarda gli incarichi, le chiedo di dire qualcosa di più sugli affidamenti diretti, che mi risulta avvengano con una certa frequenza e anche, se non sbaglio, per importi fino a circa 150.000 euro. Mi piacerebbe se ci potesse dire qualche parola su questo aspetto e sull'eventuale applicazione del metodo della rotazione nella scelta dei professionisti, ovviamente ad affidamento diretto.
  Quindi le chiedo della struttura per la progettazione, che venne introdotta – se non erro – ai tempi del Governo Conte-bis nella scorsa legislatura. Io vorrei capire un po' meglio, perché non mi è mai stata molto chiara questa struttura, quindi chiedo a lei. Non vorrei che di fatto divenisse una seconda stazione appaltante in rapporto alla necessità di progettazione esterna, che comunque permane. Ecco, questa struttura creata un paio d'anni fa, peraltro anche con assegnazioni di incarichi esterni di importo elevato, è in grado o quando sarà in grado di essere effettivamente «autonoma»? Mentre mi pare che alle volte diventi una seconda stazione appaltante piuttosto che un plusvalore per il demanio. Ecco, vorrei capire un po' meglio come ha operato in questi due anni dall'introduzione.Pag. 9
  Per concludere – ho visto in fretta il testo e non sono riuscito a leggerlo, perché ho preferito ascoltarla – vorrei sapere se sulle opere che lei ha citato, che apprezzo molto, ci sono delle previsioni, che magari potremmo avere anche in seguito, sulle tempistiche di conclusione dei lavori.
  E infine una domanda, che si collega anche all'apprezzamento che ho del suo lavoro, che ha un approccio imprenditoriale e contemporaneamente anche di sostenibilità, sul tema del patrimonio pubblico; qui apriremmo un grande capitolo. Cartolarizzazione eventuale di beni, utilizzo imprenditoriale, «finanziario», dei beni pubblici: avete qualche progetto, avete qualche idea in elaborazione? Vorrei capire se l'Agenzia, che come ho sentito anche dalle sue parole sta dandosi un taglio più manageriale, più imprenditoriale, anche su questo tema ha qualche progetto, qualche idea in elaborazione.

  VITO DE PALMA. Grazie direttore. Intanto buon cammino per questa rinnovata fiducia nel suo ruolo. Io sarò molto veloce.
  Ho apprezzato la sua relazione, ho visto che in alcuni tratti, uno in particolar modo, ha fatto riferimento alle risorse umane. Io volevo segnalarle, anche ricollegandomi a quanto diceva il collega De Bertoldi, che sulla struttura di progettazione mi viene riferito un problema relativo alle risorse umane che svolgevano l'attività dell'Agenzia del demanio precedentemente all'istituzione della struttura. Vi è qualche problema rispetto alla qualificazione professionale di tali risorse umane, poiché sembrerebbe che la nuova struttura sia, per così dire, di serie A e chi vi era prima sia di serie B e questa cosa non preveda la valorizzazione dei dipendenti che fino a un anno fa hanno dato la possibilità all'Agenzia di raggiungere importanti risultati. Le farò avere sul punto una nota, ai fini di un approfondimento.
  Sempre sulle risorse umane volevo segnalare che vi sono difficoltà da parte dei dipendenti dell'Agenzia del demanio per l'iscrizione volontaria al Fondo credito INPS, quindi domando se vi è la possibilità di approfondire questo aspetto.
  Invece dal punto di vista squisitamente tecnico – io sono un deputato della provincia di Taranto – sono stato sollecitato in particolar modo dalle cooperative di mitilicoltura, che esistono nella nostra realtà di Taranto e producono come è noto le cozze tarantine. L'articolo 100, comma 4, del decreto-legge n. 104 del 2020 ha incrementato il canone demaniale minimo elevandolo da 362 euro a 2.500 euro.
  Taranto ha una peculiarità, che deriva dal fatto che per la produzione di cozze – anche a seguito di una disposizione della regione Puglia, che attraverso ordinanza ha imposto ai produttori tre fasi di lavorazione – occorre spostarsi durante queste tre fasi di produzione delle cozze. Quindi questo significa che i mitilicoltori non hanno una identificazione continua per quanto riguarda l'area su cui insiste la lavorazione.
  Il decreto ha fissato delle estensioni massime e minime dello specchio acqueo. Quindi che cosa significherebbe? Che i produttori, avendo più specchi d'acqua su cui insistono le lavorazioni, sono costretti a pagare magari tre, quattro o addirittura anche dieci canoni demaniali, cosa che non avviene in tutta la restante parte d'Italia. Su questo sarebbe auspicabile che l'Agenzia fornisca un chiarimento.

  LUCIANO D'ALFONSO. Anch'io la ringrazio per la sua relazione. La conosco per il lavoro che ha fatto in Ragioneria generale dello Stato e anche in quella circostanza ho trovato il suo lavoro molto puntuale.
  La struttura di progettazione corrisponde al primo Governo Conte, era una grande passione di Tria, addirittura si chiamava centrale di progettazione. A me faceva pensare, venendo da Pescara, alla Centrale del latte, con tutte le aspettative che ci sono nei confronti del latte.
  Serviva una struttura di progettazione? Sì, anche per poter dare incarichi di progettazione, perché a volte si danno incarichi di progettazione senza sapere l'esatto valore e l'esatta consistenza. Avere una struttura che possa usare il linguaggio di quella specifica prestazione che è la progettazione è cosa buona e giusta. Oltre Pag. 10questo a mio avviso non può andare, ma lo vedremo strada facendo.
  Non voglio esaurire tutti i miei interessi con le domande che farò adesso, però sulla questione degli incarichi di progettazione, vorrei sapere come può migliorare avendo una struttura interna che compera progettazione.
  Qui ci sono alcuni che vengono dalle amministrazioni locali che mi danno molta fiducia. Se si parla di Calatrava, il ponte di Calatrava a Venezia è cominciato con un costo che si è triplicato, proprio perché a volte le progettazioni partono e non si sa dove arrivano. E non cito il caso della Nuvola per carità di patria. E non ci riguarda nulla il profilo politico, che lì è la contrattualistica che deve essere capace di comperare. E non è neanche un lavoro che viene medicato dall'Avvocatura dopo.
  Questioni invece che voglio porre come domande alla direttrice: presto l'Italia si troverà con una stretta al collo riguardante la direttiva Bolkestein, perché si sta politicizzando fino all'alcolismo la questione della direttiva Bolkestein. Lì bisognerà fare le gare, bisognerà farle per non ingannare più i gestori degli stabilimenti balneari. E lo dice uno che tutti i giorni parla con loro e che viene pure votato da loro, sono l'unico che dice la verità.
  Bisognerà fare la gara. Il punto è: chi farà la gara? Che non venga in mente di fare né una gara unica per tutta l'Italia, né gare regionali.
  L'Agenzia del demanio può aiutare, perché ha la conoscenza storicizzata di questo dossier. E lì si tratta di dare rispetto alla sentenza Patroni Griffi, alla famosa pagina 54 di quella sentenza, dove c'è scritto come si rispetta anche la preesistenza contrattuale. Lì l'Agenzia del demanio può svolgere un grande ruolo, se non viene verticalizzata nelle attività che ha fatto solo nel passato. E io voglio sapere se si sta organizzando e se viene chiesto all'Agenzia del demanio di aiutare.
  Terza questione: Chioggia, direttrice. Non sono ancora passati i mesi che mi permetteranno di urlare e la responsabilità non si schiaccia ancora sulla sua gestione, ma può una pratica durare 103 anni?
  Io sono studioso serio, vero, di Sabino Cassese. Quando ha fatto il Ministro della funzione pubblica nel 1993, col decreto legislativo n. 29 del 1993, precisò la durata delle procedure. La più lunga durata procedurale è la ricostituzione delle pensioni di guerra, 365 giorni. Può una pratica durare per 103 anni? L'Università di Teramo ha un dottorato sul caso di Chioggia, cattedra di Diritto amministrativo del professor Cimini.
  Allora dico alla direttrice – della quale ho visto l'autonomia di pensiero, l'onestà di condotta, la Ragioneria, l'unica che non si è fatta abbindolare dai gestori autostradali, l'unica, e lo dico e lo ripeterò anche nelle aule di giustizia, l'unica, perché tutti gli altri si sono fatti abbindolare – è immaginabile che si recuperi su questo una dirittura facendo quello che si fa nella sanità, direttrice: la presa in carico di quella pratica. Non ci può stare la gincana – la struttura centrale, la struttura territoriale – quei cittadini davvero hanno il diritto. C'è un numero della rivista dei gesuiti che spiega il diritto alla ribellione: hanno il diritto alla ribellione dopo 103 anni.
  Quarta questione...

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, ma ci sono altri due interventi.

  LUCIANO D'ALFONSO. Ho finito. Mi ero prenotato per tempo per questo. Di solito quando si dà la parola si fa uno di maggioranza e uno di opposizione, così si fa. Le buone pratiche è bene che vengano evidenziate.
  Quarta e ultima questione, le carceri. Foggia e Pescara hanno il più alto numero di evasioni perché la recinzione delle carceri è a misura dei pony sardi. Praticamente sotto a 14 evasioni quelle carceri non si fanno riconoscere. Allora c'è da porre un tema, siccome i soldi al Ministero della giustizia ci sono, proceduralizziamo.

  VIRGINIO MEROLA. Apprezzo anch'io il lavoro dell'Agenzia. Ho avuto modo di conoscere l'Agenzia nei miei due anni di mandato di sindaco di Bologna, per cui mi Pag. 11permetto anche di chiedere qualche valutazione extra all'Agenzia del demanio.
  In questo senso, lei ha citato lo stabilimento veicoli da combattimento, io ricordo che iniziammo dicendo: «Erano immobili, adesso vi vengono incontro». Siamo riusciti nel 2018 a fare finalmente il protocollo col Ministero della giustizia, sono contento che sia coinvolta l'Agenzia del demanio, visto che si sta andando avanti. Ho visto che è partita finalmente la gara. Questo per dire che, a Bologna come in altre città, noi abbiamo diverse caserme militari ed è faticosissimo, come sapete, riuscire a procedere anche per temi di mercato perché gli accordi che abbiamo fatto negli anni non hanno mai trovato interlocutori privati all'altezza.
  E quindi ci terrei a porre una domanda di questo tipo, fermo restando che è chiaro che vi muovete anche secondo gli indirizzi del Governo e del Parlamento: ho letto molto sulla sostenibilità intesa in particolare come sostenibilità ambientale e mi chiedo quale consiglio ci può dare rispetto al fatto che noi avremo bisogno nelle grandi città, come l'aria che respiriamo, di case in affitto. E devo dire che ho fallito come sindaco, non sono riuscito insieme a voi a ottenere queste trasformazioni e mi chiedo quale strada sia possibile intraprendere perché anche l'Agenzia del demanio abbia questa mission.

  ALBERTO BAGNAI. Molto rapidamente. Io avrei preferito stare zitto o fare osservazioni o domande di carattere generale, ma intervengo visto che è stato sollevato un tema particolare, quello di Chioggia, perché sono un pochino contrario, anche se è giusto che ci sia, alla spettacolarizzazione della soluzione dei problemi, sebbene è giusto che ci sia una rappresentanza pubblica delle domande che si pongono all'amministrazione e anche delle risposte che si ricevono.
  Come dicevo, lì sussiste tuttora un problema purtroppo, nonostante il lavoro della Commissione Finanze del Senato. Con la mia presidenza e con il valido contributo del senatore D'Alfonso (allora all'opposizione poi domani chissà) eravamo riusciti a fare un intervento legislativo. Tecnicamente quello che mi si rappresenta è che esiste ancora il problema di procedere alla sdemanializzazione di aree che ricadono sotto il demanio marittimo, perché altrimenti poi non si può provvedere a rimettere la situazione in regola e sono piccole macchie di leopardo su quel territorio che lei conosce bene.
  Quindi, come le avevo anticipato, sarebbe molto utile la collaborazione dei vostri uffici per sanare questa questione, che oggettivamente va avanti da molto tempo e si basa, come tutti sappiamo, sull'intersecarsi di vari livelli di ius superveniens; in particolare quello che ha fatto emergere questo caso è stata l'attuazione del federalismo demaniale.
  Io ovviamente sono certo di contare, in questo come in altri casi che abbiamo affrontato insieme, quella volta con il presidente D'Alfonso in maggioranza, contare sulla vostra fattiva collaborazione.

  SAVERIO CONGEDO. In maniera molto sintetica mi associo ai saluti, ai ringraziamenti e agli apprezzamenti già fatti dai colleghi.
  Molto brevemente. Fra i maggiori interventi edilizi e di rigenerazione urbana ce n'è una parte che riguarda i Parchi della giustizia, credo che sia un'attività che viene svolta in collaborazione con il Ministero della giustizia. Ho visto qui, nella scheda che ci avete consegnato, che in particolare tre Parchi della giustizia interessano la regione Puglia: Taranto, Bari e Lecce. Siccome quello dei Parchi della giustizia è un tema ricorrente ad ogni apertura dell'anno giudiziario, chiedo se esista un cronoprogramma.

  PRESIDENTE. Grazie. Darei la parola al direttore per la replica.
  Purtroppo i tempi sono ristretti.

  ALESSANDRA DAL VERME, direttore dell'Agenzia del demanio. Non so come farò a rispondere a tutto quello che mi avete chiesto, però, sono sincera, avrei le risposte anche qui senza necessitare di ulteriori approfondimenti.Pag. 12
  Parto dall'ultima. Il cronoprogramma ce l'abbiamo e glielo possiamo far avere. È ovvio che questa è una sintesi strettissima, non potevo fare le schede degli interventi. Per gli interventi che le interessano sui Parchi della giustizia, le possiamo far avere a parte le schede per ciascun intervento. È ovvio che alcune cose sono state messe a gara perché c'è il pieno accordo con il Ministero della giustizia, che deve esprimere il quadro delle esigenze e le risorse che vuole posizionare, perché questi interventi sono fatti con le risorse della giustizia. Il Ministero della giustizia ha avuto a suo tempo risorse per la logistica, che non erano mai state attivate e noi in un anno abbiamo attivato tutti questi interventi. Alcuni sono più avanzati, tant'è che per Staveco la progettazione è messa a gara, a Bari l'intervento è affidato, c'è lo studio Femia che ha vinto la gara e che ci sta producendo la progettazione. Quindi gliele posso far avere.
  Così mi collego a chi mi ha chiesto di questi interventi, mi ha chiesto le tempistiche di questi interventi, che appunto sono le più svariate. Però noi, in linea con quello che ha detto l'onorevole D'Alfonso, effettivamente abbiamo lavorato per questi grandi interventi come stazione appaltante, non come progettisti. Perché non si può pensare che l'Agenzia faccia un progetto di un'opera da 400 milioni, anche perché, prima di tutto, leviamo al mercato dei progettisti la possibilità di lavorare. Ma qui il tema qual è stato? E adesso fornisco a tutto tondo ogni risposta sulla struttura per la progettazione. La struttura nasceva per la qualità delle nostre stazioni appaltanti, che non erano in grado di avere un confronto serrato con i progettisti, cioè con le gare. Quindi i bandi erano fatti male; ma il vulnus maggiore nel nostro Paese – e l'ho studiato a lungo, prima di essere nominata a capo dell'Agenzia del demanio – era nei documenti di indirizzo alla progettazione, cioè tutta la fase di indagine preliminare alla messa a gara era fatta con una enorme superficialità.
  Noi abbiamo delle stazioni appaltanti modello in Italia: Metropolitane Milanesi, ad esempio, oggettivamente è una stazione appaltante che lavora. In effetti al Nord siamo pieni di gru e di cantieri, lo dobbiamo dire. Però si contavano sulla punta delle dita.
  Io mi sono resa conto, anche nel periodo nel quale avevo lavorato per Expo 2015 nel consiglio di amministrazione per il Ministero dell'economia e delle finanze, che il tema maggiore che dovevamo sconfiggere era la mancanza di valide stazioni appaltanti. Noi, quando siamo stati in Expo, cercavamo stazioni appaltanti brave per aiutarci e poi prendemmo a un certo punto, non so se ricordate, Italferr, che era una delle più qualificate di Ferrovie dello Stato.
  Perché in realtà la stazione appaltante deve avere delle peculiarità tecniche enormi: deve essere in grado di fare il bando, monitorare il progetto in fase di attuazione per dirigere nel giusto modo, seguire il progetto come project manager dalla fase di progettazione alla fase di esecuzione. Perché altrimenti o sei nelle mani del progettista o sei nelle mani dell'esecutore, e scompare la figura del direttore del lavoro, che è proprio quella figura importantissima che deve seguire ciò che il progettista ha detto, adattandolo poi evidentemente alla realtà del territorio che può incontrare. Quindi noi stiamo lavorando, ma non si può pensare che l'Agenzia del demanio possa risolvere tutto in un anno.
  Ora, cosa è stato fatto per accelerare al massimo il processo di attivazione della struttura di progettazione? E mi riferisco a lei onorevole De Palma, che aveva dei dubbi sulla valorizzazione del personale dell'Agenzia, che mi è tantissimo a cuore, è la cosa a cui ho pensato di più da quando sono entrata. Però un'Agenzia che non era stazione appaltante e che nella maggior parte dei casi affidava gli interventi ai provveditorati, è ovvio che era nelle mani di un altro esecutore.
  Adesso siamo diventati stazione appaltante, abbiamo una struttura per la qualità della progettazione, che come mission deve aiutare gli enti territoriali. Siamo andati al Ministero dell'economia e delle finanze e abbiamo detto: «L'Agenzia per aiutare gli enti territoriali deve diventare stazione appaltante qualificata, non ai sensi del Codice Pag. 13degli appalti, ma veramente qualificata». Integriamo l'Agenzia del demanio con le competenze che ha, acquisiamo nuove competenze tecniche di specialisti giovani, il più possibile giovani, in modo che portino dentro un expertise che non c'è. Noi non avevamo un paesaggista e dobbiamo lavorare su beni vincolati; abbiamo bisogno di specialisti sul settore idraulico e conosciamo bene il tema del dissesto idrogeologico quando andiamo a costruire.
  Quindi noi abbiamo cercato di fare quel lavoro, che si fa ovunque nella formazione del personale, di contaminazione del personale interno con le migliori competenze che riuscivamo a trovare sul mercato.
  È chiaro che queste operazioni di integrazione comportano sempre dei malcontenti, o comunque li possono comportare, perché non tutti vedono immediatamente l'opportunità di migliorare, l'opportunità di crescere. Alcuni possono pure vedere la disopportunità di non rimanere come stavano, però il presupposto è che oggi noi vogliamo lavorare per il nostro Paese e fare cose che fino ad oggi non erano state fatte; ma non solo dall'Agenzia, intendo in generale.
  Il PNRR ha dato un enorme input, c'è una massa di risorse che sono arrivate, dobbiamo mettere a sinergia le competenze. Noi abbiamo pensato che l'unico modo era integrare la struttura di progettazione con le altre direzioni, che dialogassero tra di loro. Qui ho il capo dei servizi tecnici – Agenzia del demanio e stazione appaltante: abbiamo detto che siamo un'unica stazione appaltante, la parte servizi tecnici si occupa più di esecuzione, la struttura di progettazione si occupa più di progettazione. Il Parlamento ha introdotto una norma che prevedeva che la struttura potesse lavorare anche per l'Agenzia del demanio, perché la sua mission era supportare le amministrazioni centrali e gli enti territoriali. Perché non anche per noi?
  Quindi, per la qualità della progettazione, per migliorarla anche all'interno dell'Agenzia e fare tutto quello che stiamo facendo, abbiamo sfruttato le competenze, abbiamo costruito un Comitato per la qualità della progettazione.
  Per quanto riguarda gli incarichi, per ora non sono stati dati incarichi – se la provocazione era sugli incarichi – perché noi questo Comitato lo costituiremo su una rosa di professori. Per ora qualcuno ci ha aiutato gratuitamente, nel senso per esempio che il documento di indirizzo alla progettazione – DIP di Bari, l'abbiamo fatto vedere a Milano al rettore, l'abbiamo fatto vedere a più d'uno riservatamente per chiedere: «Ha tutto? È un DIP fatto veramente bene, che non consenta di introdursi nei meandri, ci sono vuoti non descritti, eccetera?».
  Quindi noi avremo questo Comitato per la qualità della progettazione che informalmente opera, perché ci avvaliamo di professori universitari, di rapporti con le Università (Politecnico di Milano, Federico II di Napoli, Università di Bari, Università di Venezia, Università di Roma La Sapienza, il direttore viene dalla Sapienza) per giovarci delle migliori competenze e far sì che la qualità sia ottimale. Incarichi forse ne daremo, ma per ora non li abbiamo dati, seppure la norma prevedeva la possibilità di dare cinque incarichi a cinque esperti nei diversi settori.
  Il personale ha avuto un'enorme possibilità di motivazione, alcune risorse sono state spostate nella direzione della struttura, che è una direzione nostra, altre risorse nuove acquisite sono state immesse in Agenzia in modo da fare osmosi, integrazione totale.
  Quest'anno abbiamo avuto qualche risorsa in più dal Ministero dell'economia e delle finanze, dopo decenni nei quali il contratto di servizio era fermo, perché abbiamo detto: «Con tutto il lavoro che stiamo facendo, è difficile incentivare il personale che è fermo da dieci anni» e quindi proveremo a fare qualche cosa con le risorse che abbiamo avuto.
  La verità è che il personale dell'Agenzia ha a che fare con una direzione della transizione digitale, dove c'è un direttore che ha avviato la revisione di tutti i processi dell'Agenzia digitalizzati. Sa cosa vuol dire per tutto il personale avere l'opportunità di lavorare su piattaforme integrate e digitali? Qualità del dato, qui abbiamo il dottorPag. 14 Foggia che sta lavorando con tutto il personale sulla qualità del dato. Ci sono delle opportunità enormi. È chiaro poi che chi le vuole cogliere le coglie, chi non le vuole cogliere resta indietro e magari può anche criticare.
  Per quanto riguarda il fondo INPS, effettivamente abbiamo un disallineamento con l'INPS di cui ci stiamo curando, era una questione pregressa, vecchia, e stiamo cercando di mettere tutto a posto e di essere in pieno allineamento con INPS.
  Sulle cooperative di mitilicoltura mi informo, perché non sono aggiornata, è l'unico argomento sul quale non posso rispondere, però abbiamo preso nota e vi faremo avere un riscontro.
  Per gli appalti diretti, passo la parola al direttore. Sono tutti sotto soglia – tutti – ne abbiamo dati abbastanza perché abbiamo cercato di accelerare al massimo, sempre però lavorando su una rosa. Quindi non è una procedura negoziata, è un appalto diretto, abbiamo sempre sentito tre o quattro soggetti, ma stiamo parlando sempre di appalti sotto i 150.000 euro.
  Abbiamo cercato di affidare all'esterno più progettazione possibile e noi invece ci curiamo dei concept. Il concept è un aspetto molto importante, perché attiene i masterplan: masterplan e concept, per capire quanto costa l'intervento e che cosa vogliamo fare.
  Poi partono le indagini – che spesso sono messe a gara – e poi parte la progettazione. Ma è un ciclo molto peculiare quello degli appalti, soprattutto quando parliamo di appalti che coinvolgono la rigenerazione di intere aree. Tor Vergata sono 43 ettari; Tor Sapienza, voi non siete romani, comunque stiamo parlando di 100 ettari, che stanno lì dalla guerra, con dei capannoni bellissimi di Nervi, e noi stiamo cercando di capire cosa possiamo rendere alla città di Roma. E tutto questo esige che arrivino in Agenzia professionalità, idee, strutturisti, ma poi è il mercato che opera e che lavora. Ma deve essere guidato dallo Stato, lo Stato non può essere in mano al mercato, deve essere in grado di dialogare tecnicamente con le giuste capacità.
  Due parole sulla direttiva energia, qualcuno mi ha chiesto della direttiva energia. Allora, noi stiamo...

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, se può farlo in due parole perché è cominciata l'Aula, quindi se può veramente in un minuto.

  ALESSANDRA DAL VERME, direttore dell'Agenzia del demanio. Noi stiamo facendo in modo che tutti i nuovi interventi tendano all'autoproduzione energetica, quindi cercheremo di essere compliant con la direttiva su tutti i nuovi interventi avviati.
  Non è pensabile che con un patrimonio di 43.000 beni pubblici, noi improvvisamente, con la bacchetta magica, riusciamo a intervenire su tutto il patrimonio. Però noi siamo impegnati al massimo e riteniamo che il Paese possa fare questo sforzo per andare verso la decarbonizzazione.

  ANDREA DE BERTOLDI. Quello è il problema enorme.

  ALESSANDRA DAL VERME, direttore dell'Agenzia del demanio. Va bene, la mia idea gliel'ho espressa in due parole.
  Ultima cosa: Chioggia. Il lavoro che è stato fatto in un anno è enorme. Andremo a rogito a febbraio con una quindicina di atti.
  Ora, non si può guardare sempre quello che manca, bisogna vedere anche quello che è stato fatto. Qui era tutto immobile da cento anni e improvvisamente ci siamo messi a lavorare col comune, abbiamo preso cinque lavoratori somministrati e li abbiamo inviati a collaborare con il comune di Chioggia. Stiamo rimettendo a posto le carte, che sono di particelle, immaginatevi voi, che non si trovano da nessuna parte e la metà degli immobili sono stati sistemati, pronti a rogito.
  Adesso su quei punti rossi, che qualcuno ha citato sul demanio marittimo, ci stiamo lavorando. Ma, insomma, non ci possiamo tirare dietro i cento anni, tiriamoci dietro l'ultimo anno.

  PRESIDENTE. Poi eventualmente ci aggiorneremo su questo tema.Pag. 15
  Non so se l'ingegner Babudri voleva aggiungere qualcosa. Velocemente però, in un minuto, perché non abbiamo proprio il tempo.

  MASSIMO BABUDRI, direttore della Direzione servizi al patrimonio dell'Agenzia del demanio. Intanto ringrazio perché la domanda mi trova entusiasta.
  Esistono sostanzialmente sei modi di affidare i servizi tecnici, che vanno dall'offerta economicamente più vantaggiosa, al concorso ad una fase, al concorso a due fasi, gli appalti integrati, gli accordi quadro e anche gli affidamenti diretti. Ecco, noi riteniamo che per ogni iniziativa dobbiamo ritagliare la corretta procedura, per cui di fatto stiamo utilizzando tutte queste procedure.
  Gli affidamenti diretti in genere servono per l'avvio di procedure di affidamento più importanti, quindi per la creazione del documento di indirizzo alla progettazione, oppure per supporti tecnici nell'ambito delle esecuzioni, supporti al responsabile unico del procedimento – RUP, o figure secondarie nell'ambito dell'ufficio di direzione lavori. Per fare un esempio, i servizi di audit sismico, energetico e BIM – che sono ormai arrivati a circa 2.800 procedure di gara – sono stati tutti affidati con gare all'offerta economicamente più vantaggiose, tutte gare aperte con confronto competitivo aperto.

  PRESIDENTE. Occorre purtroppo interrompere immediatamente l'audizione, poiché è iniziata la seduta dell'Assemblea.
  Ringrazio tutti gli ospiti e autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della documentazione consegnata dalla dottoressa dal Verme (vedi allegato).
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.35.

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ALLEGATO

Documentazione depositata dal direttore dal Verme.

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