XIX Legislatura

XII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 3 di Martedì 24 gennaio 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Ciocchetti Luciano , Presidente ... 3 

Audizione sulle linee programmatiche del Ministro per le disabilità, Alessandra Locatelli (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Ciocchetti Luciano , Presidente ... 3 
Locatelli Alessandra , Ministro per le disabilità ... 3 
Ciocchetti Luciano , Presidente ... 9 
Morgante Maddalena (FDI)  ... 9 
Di Lauro Carmen (M5S)  ... 10 
Lazzarini Arianna (LEGA)  ... 11 
Ciocchetti Luciano , Presidente ... 11 
Lazzarini Arianna (LEGA)  ... 11 
Malavasi Ilenia (PD-IDP)  ... 12 
Loizzo Simona (LEGA)  ... 12 
Zanella Luana (AVS) , intervento da remoto ... 13 
Ciani Paolo (PD-IDP)  ... 13 
Faraone Davide (A-IV-RE) , intervento da remoto ... 14 
Ciocchetti Luciano , Presidente ... 15 
Locatelli Alessandra , Ministro per le disabilità ... 16 
Ciocchetti Luciano , Presidente ... 20

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
LUCIANO CIOCCHETTI

  La seduta comincia alle 12.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata oltre che attraverso la resocontazione stenografica anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione sulle linee programmatiche del Ministro per le disabilità, Alessandra Locatelli.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera l'audizione sulle linee programmatiche del Ministro per le disabilità, Alessandra Locatelli.
  Avverto che alla luce di quanto stabilito dalla giunta per il Regolamento della Camera i deputati possono partecipare all'odierna seduta in videoconferenza. Ringrazio il Ministro Locatelli per la sua disponibilità.
  Faccio presente che all'intervento del Ministro seguirà il dibattito, con intervento per ciascun gruppo parlamentare per non oltre cinque minuti ciascuno. Potranno intervenire anche più deputati per gruppo, restando sempre nell'ambito dei cinque minuti complessivi, a cui seguirà quindi la replica del Ministro.
  Cedo quindi la parola al Ministro Locatelli.

  ALESSANDRA LOCATELLI, Ministro per le disabilità. Grazie Presidente. Buongiorno a tutti, anche ai deputati che sono collegati, e saluto anche tutti i funzionari presenti.
  Grazie per questo invito, che mi offre l'opportunità di intraprendere un percorso di dialogo e scambio proficuo con gli onorevoli parlamentari di questa Commissione.
  Prima di entrare nel merito degli obiettivi prioritari del mio mandato, desidero brevemente rammentare i contorni generali delle funzioni che mi sono state delegate in qualità di Ministro per le disabilità.
  Coerentemente con l'ampiezza di questa materia e la sua valenza trasversale, il mio ruolo sarà quello di promuovere e coordinare le politiche del Governo volte alla tutela e all'attuazione dei diritti delle persone con disabilità, nell'ottica di favorire la loro piena inclusione, l'effettiva partecipazione sociale e l'autonomia. Il riferimento all'inclusione delle persone con disabilità come priorità trasversale è presente anche nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), nelle varie missioni in cui lo stesso si articola.
  Anche qui la direzione seguita è quella tracciata dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità che, come recita l'articolo 1, ha lo scopo di promuovere e proteggere il pieno e uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, nel rispetto dei principi generali di dignità intrinseca, autonomia individuale, non discriminazione, accessibilità universale e piena ed effettiva partecipazione e inclusione delle persone con disabilità. Nella prospettiva della Convenzione ONU le persone, soprattutto quelle con necessità di maggiore intensità di sostegni, hanno bisogno di realizzare il proprio progetto di vita attorno ai loro bisogni, che sono talvolta di tipo sanitario, medico o assistenziale e altre Pag. 4volte di tipo sociale, ricreativo o affettivo. Ma la persona è una e ha bisogno che tutto si integri e ruoti intorno ad essa.
  Per favorire questo cambio di prospettiva è indispensabile che le politiche in materia di disabilità siano costantemente coordinate tra loro e abbiano un ampio raggio d'azione che ricomprenda, appunto in modo trasversale, le competenze dei diversi ministri e dicasteri coinvolti. Indispensabile sarà il coordinamento con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che riguarda i temi centrali per la tutela dei caregiver familiari, di inclusione lavorativa, il Dopo di noi, la revisione del sistema pensionistico e il piano sulla non autosufficienza.
  Promuoveremo e tuteleremo il diritto delle persone con disabilità negli ambiti che riguardano la salute, come quelli relativi all'aggiornamento del nomenclatore e delle relative tariffe degli ausili e delle protesi, all'integrazione sociosanitaria e la gestione domiciliare delle cure e delle prestazioni correlate, in particolare per le persone con malattie cronico-degenerative, malattie rare e malattie oncologiche.
  Voglio menzionare anche il progetto DAMA per l'assistenza medica avanzata delle persone con disabilità, un progetto che ho intenzione di valorizzare e sostenere perché risponde ai bisogni di salute delle persone con disabilità, in particolare intellettiva e con disturbi dello spettro autistico, attraverso un protocollo di accoglienza e cura avanzata nei contesti sanitari e sociosanitari, in modo da definire percorsi adeguati ma anche evitare ricoveri non necessari che spesso sono traumatici per le persone con disabilità e le loro famiglie, ma anche dispendiosi per i sistemi sanitari.
  Presteremo attenzione agli aspetti che coinvolgono famiglia, pari opportunità, istruzione, formazione e università. Alcuni interventi in questi ambiti sono già contenuti nella ultima legge di bilancio, come quello sulle borse di studio e sulla maggiorazione dell'assegno unico per i figli con disabilità. Sosterrò inoltre le iniziative del Ministero dell'istruzione e del merito volte a potenziare il sistema di sostegno all'interno dei percorsi scolastici, con particolare attenzione ai servizi educativi per l'infanzia e migliorando anche i servizi di assistenza all'autonomia e alla comunicazione.
  Continueremo a promuovere i temi relativi alla mobilità e all'accessibilità universale, monitorando anche l'attuazione delle disposizioni in materia di semplificazione, digitalizzazione e accessibilità agli strumenti informatici e tecnologici: processi che devono essere pienamente fruibili da parte delle persone con disabilità, come prevede anche il decreto legislativo sull'Accessibility Act, che ha recepito la direttiva europea sui requisiti di accessibilità dei prodotti e dei servizi. Altrettanto importanti sono temi quali turismo, sport e cultura, per i quali lavorerò attivamente in collaborazione con i Ministri competenti.
  In questo quadro che abbraccia una pluralità di materie e competenze opererò per favorire una presa di coscienza a tutti i livelli istituzionali, affinché le politiche di questo Governo siano pensate sin dall'origine per essere inclusive e volte ad assicurare la piena partecipazione delle persone con disabilità alla vita sociale, economica, culturale e politica del nostro Paese. Allo stesso modo intendo curare i rapporti con gli organismi operanti in materia di disabilità a livello internazionale, con particolare riguardo all'Unione europea, al Consiglio d'Europa, all'Organizzazione delle Nazioni Unite. In particolare garantirò la mia presenza all'annuale Conferenza ONU sui diritti delle persone con disabilità che si terrà a New York il prossimo giugno. L'obiettivo è quello di collaborare con i Comitati, le Commissioni e i gruppi di lavoro, anche in sede europea e internazionale, al fine di promuovere l'adozione delle iniziative necessarie alla formazione della regolamentazione in materia di disabilità e allo scambio di buone prassi.
  Passando adesso all'esame delle linee programmatiche e degli obiettivi che intendo realizzare durante il mio mandato ritengo che sia doveroso partire dall'attuazione della legge delega in materia di disabilità. Riepilogo brevemente i cinque ambiti di intervento che presto verranno disciplinati e trattati nell'ambito di altrettanti Pag. 5decreti legislativi, iniziando dai primi tre schemi di decreto che sono stati completati e formalmente trasmessi alle altre amministrazioni statali coinvolte per l'acquisizione dei concerti in questo mese di gennaio del 2023.
  Un primo decreto legislativo riguarderà l'istituzione del garante per i diritti delle persone con disabilità. Lo schema di decreto che qui anticipo nei suoi punti essenziali, attribuisce al Garante la natura di organismo indipendente di garanzia e gli assegna competenze incisive e ben definite, legate tra l'altro al contrasto dei fenomeni di discriminazione subiti dalle persone con disabilità e alla vigilanza sul rispetto dei loro diritti. Il Garante potrà raccogliere segnalazioni, svolgere verifiche, richiedere informazioni e proporre raccomandazioni o accomodamenti ragionevoli idonei al superamento delle criticità riscontrate.
  Il secondo schema di decreto legislativo prevede un tavolo istituzionale per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali (LEPS) in favore delle persone con disabilità. Si procederà quindi alla ricognizione delle prestazioni sociali e alla predisposizione di linee guida finalizzate all'individuazione dei LEPS in favore delle persone con disabilità. Le ricognizioni costituiranno la base delle successive scelte di indirizzo politico e saranno funzionali anche all'ottimale implementazione degli interventi sui nostri territori.
  Il terzo schema di decreto ha come oggetto la riqualificazione dei servizi pubblici per l'inclusione e l'accessibilità. Le novità principali su questo fronte riguarderanno l'individuazione presso ciascuna amministrazione di una figura dirigenziale preposta alla programmazione strategica e alla piena accessibilità fisica e digitale, con un'attenzione particolare anche alla partecipazione del mondo associativo nel processo di predisposizione del Piano integrato di attività e organizzazione.
  Infine, abbiamo i decreti legislativi che tratteranno rispettivamente dell'accertamento delle condizioni di disabilità e la revisione dei suoi processi valutativi di base, e della valutazione multidimensionale della disabilità e la realizzazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato. Si tratta dei decreti maggiormente rappresentativi del cambio di prospettiva che in questo momento stiamo vivendo e che richiedono grande attenzione e uno sguardo concreto.
  Con il primo decreto procederemo a semplificare e ricondurre a unità le procedure di accertamento delle varie condizioni di invalidità civile (sordità, cecità civile, sordocecità e di quelle previste dalla legge n. 104 del 1992). La procedura di riconoscimento della condizione di disabilità deve essere unica e incentrata sulla persona, come detto in apertura.
  Il secondo decreto riguarda invece la redazione del progetto di vita, nell'ambito del quale devono trovare puntuale definizione e coordinamento i vari interventi a sostegno della persona con disabilità, anche quelli già singolarmente garantiti dalle specifiche normative di settore. Tra gli obiettivi principali di questo decreto vi è anche quello di consentire, una volta redatto il progetto di vita, la sua immediata attuazione attraverso il budget di progetto, basato sulla definizione qualitativa e quantitativa delle risorse umane, professionali, economiche, strumentali e tecnologiche, che possono attivarsi con servizi o sostegno informali, anche valorizzando l'apporto e l'attività di amministrazione condivisa del Terzo settore.
  Quanto allo stato d'avanzamento dei lavori, ricordo che il Ministro Erika Stefani ha istituito nel febbraio 2022 una commissione redigente con il compito di predisporre i decreti legislativi, una commissione che ho ritenuto di mantenere per il completamento del lavoro di stesura dei primi tre schemi, preliminare alla definizione dei testi normativi e all'iter procedimentale di approvazione previsto dalla legge. Come dicevo, la commissione redigente ha ultimato la predisposizione dei primi tre schemi di decreto che sono stati inviati per l'acquisizione dei concerti dopo la condivisione con le maggiori federazioni delle associazioni che rappresentano il mondo della disabilità, la Federazione tra le associazioni nazionali dei disabili (FAND) e la Pag. 6Federazione italiana per il superamento dell'handicap (FISH).
  Per quanto concerne gli schemi di decreto sulla valutazione di base e sulla valutazione multidimensionale, nella consapevolezza della portata innovativa dei progetti di riforma, stiamo istituendo appositi tavoli che analizzeranno ogni singolo passaggio e verificheranno, unitamente ai soggetti che a vario titolo saranno coinvolti nella fase attuativa, la funzionalità della riforma e la sua capacità di intercettare realmente i bisogni delle persone con disabilità. L'operazione non potrà comunque prescindere da una preliminare fase di sperimentazione in alcuni territori del Paese, al fine di prevenire, successivamente alla definizione di un assetto normativo rodato e concretamente attuabile, problematiche di vario genere.
  L'emanazione dei decreti è collegata a una specifica milestone nell'ambito del PNRR, funzionale in particolare all'attuazione della Missione 5, Componente 2, Riforma 1 che ci impone particolare attenzione al rispetto dei tempi nell'esercizio della delega. Lo stesso PNRR chiarisce che l'implementazione della riforma dovrà realizzare pienamente nell'ordinamento i principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. I principi sanciti dalla Convenzione costituiranno quindi la base sulla quale i decreti legislativi di prossima emanazione andranno ad appoggiarsi costituendone, è questo l'obiettivo, la declinazione.
  Revisione delle procedure di accertamento, progetto di vita e valutazione multidimensionale saranno gli strumenti che ci aiuteranno ad attuare i principi generali dell'autonomia, dell'autodeterminazione e quindi dell'indipendenza delle persone con disabilità. Con l'istituzione del Garante vigileremo anche sull'attuazione del principio di non discriminazione, con una particolare attenzione ai fenomeni di discriminazione multipla e intersettoriale, che purtroppo colpiscono ancora troppo frequentemente minori e donne con disabilità. Il contrasto alle discriminazioni passerà anche dalla cultura della progettazione universale, altro caposaldo della Convenzione ONU, fatto non solo di abbattimento di barriere architettoniche e sensopercettive ma anche di capacità di progettare servizi, luoghi fisici e virtuali fruibili da chiunque; immaginando anche percorsi sempre maggiormente qualificanti per la formazione dei professionisti e per chi opera in questi settori a vario titolo.
  Direttamente collegati a questi temi è poi l'azione dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, istituito con la legge del 2009, che opera allo scopo di promuovere la piena integrazione delle persone con disabilità, nel rispetto dei principi sanciti dall'attuazione della Convenzione ONU. Nei primi giorni di mandato su mia proposta è stato emanato un decreto che proroga per ulteriori tre anni l'Osservatorio assicurandone la prevista continuità di azione. È comunque mia intenzione migliorare il regolamento di funzionamento dell'Osservatorio in tempi brevi, così come richiesto anche dalla Corte dei conti in sede di registrazione del decreto di proroga, per attribuirgli maggiore incisività e renderlo uno strumento operativo e flessibile in grado di intercettare temi, approfondire questioni e proporre azioni concrete; ciò anche in vista del prossimo programma di azione per la promozione dei diritti e l'integrazione delle persone con disabilità, la cui adozione è prevista con decreto del Presidente della Repubblica, su mia proposta, sentita la Conferenza unificata. La predisposizione del programma rientra infatti tra le competenze dell'Osservatorio e costituisce uno strumento importante per l'individuazione di obiettivi, linee di intervento e azioni prioritarie per l'inclusione delle persone con disabilità.
  Un tema centrale che voglio rimarcare rispetto alle politiche che riguardano il mondo della disabilità è quello relativo al confronto con gli enti del terzo settore. Considero la sussidiarietà orizzontale, la coprogrammazione e la coprogettazione le uniche vie possibili per garantire ascolto, capillarità nell'intercettare i bisogni e valorizzazione dei risultati e delle energie di istituzioni, volontari e famiglie e di tutti coloro che concorrono a realizzare progetti Pag. 7mirati e capillari per il benessere delle persone più fragili e in generale per tutti.
  Oltre a incontrare istituzioni, enti e associazioni e a visitare strutture in tutto il territorio per comprenderne l'attività, la capacità innovativa, il valore ma anche la problematicità, ritengo indispensabile la costante interlocuzione con le federazioni delle associazioni maggiormente rappresentative del mondo della disabilità (FAND e FISH), ma anche con tutti gli altri interlocutori che nei diversi contesti territoriali realizzano progetti mirati all'inclusione sociale, lavorativa, scolastica e ricreativa delle persone con disabilità. Il dialogo con le associazioni sarà prezioso anche per intervenire, in maniera efficace e con misure di sistema condivise, sugli altri temi prioritari che caratterizzeranno il mio mandato; mi riferisco per esempio alla tutela dei caregiver familiari, all'inclusione lavorativa e al Dopo di noi.
  Partendo proprio dai caregiver familiari, voglio ribadire quanto ho già avuto modo di esporre in Assemblea a novembre, intervenendo su un'interpellanza specifica sul tema. Dobbiamo dare una risposta ai caregiver familiari, non solo perché ce lo chiede l'ONU ma perché è fondamentale sostenere i nuclei familiari che amano e curano, e che da troppo tempo attendono un riconoscimento. I compiti di assistenza e di cura che gravano sui caregiver familiari sono quotidiani, inderogabili, implicano impegno fisico ed emotivo, immensi sacrifici in termini di rinunce personali, tempo e scelte di vita; ma queste persone non vogliono essere sostituite in questo grande compito, chiedono di essere sostenute e noi intendiamo farlo con un provvedimento che sarà condiviso dai Ministeri competenti e del quale vigilerò direttamente il percorso.
  La mia azione politica sarà quindi finalizzata alla definizione di un assetto normativo che riconosca finalmente il ruolo di assistenza e di cura svolto dai caregiver familiari, individuando le necessarie forme di tutela ed evitando che il sistema di sostegno della persona con disabilità continui a ricadere interamente su di essi. In quest'ottica il mio impegno è quello di strutturare un disegno di legge che il Governo possa portare all'attenzione del dibattito parlamentare e che sappia fare tesoro dei preziosi contributi che negli ultimi anni diverse associazioni hanno consegnato alle Commissioni competenti di Camera e Senato.
  L'obiettivo, sul quale credo siamo tutti d'accordo, è quello di riconoscere il ruolo del caregiver familiare e soprattutto di metterlo al centro del sistema integrato dei servizi dedicati alla persona con disabilità e ai suoi familiari, garantendo anche un dovuto riconoscimento ai caregiver familiari conviventi.
  Passando poi al tema del Dopo di noi e dell'inclusione lavorativa, lavorerò per estendere e diffondere su scala nazionale il cambio di visione, che in alcuni territori è già in atto con risultati tangibili e virtuosi. Dobbiamo essere consapevoli del fatto che ognuno di noi ha una competenza, un talento e un valore aggiunto per le nostre comunità; il cambio di prospettiva è già in atto e spetta a noi contribuire a diffonderlo e a sostenerlo. Ogni persona ha un proprio valore, una competenza, una capacità da mettere al servizio dell'intera comunità. Per questo ogni persona reca con sé una grande opportunità per il mondo del lavoro e questa opportunità va colta.
  Per attuare quanto descritto è chiaro che serve una revisione della legge n. 68 del 1999 e il concreto riconoscimento delle varie forme di organizzazione del lavoro che negli anni hanno saputo dare risultati concreti, dedicando una particolare attenzione anche ai percorsi sperimentali che riguardano le persone con disturbi dello spettro autistico.
  La dignità di ogni persona si crea con la dimensione abitativa, oggi riconosciuta dalla legge sul Dopo di noi, e con la dimensione del lavoro, diritto sancito dalla Costituzione per tutti. In questi ambiti assume un'importanza fondamentale il progetto di vita individuale personalizzato e partecipato, del quale abbiamo parlato prima a proposito della legge delega.
  Nel progetto di vita devono infatti avere rilevanza i percorsi di formazione e di progressivo avvicinamento al mondo del Pag. 8lavoro, e di costante supporto in costanza di esso con il coinvolgimento di figure specialistiche. Al tempo stesso devono trovare definizione le misure per rendere sicuro il progressivo distacco dalla famiglia di origine e per garantire soluzioni abitative consone ai desideri e ai bisogni di ciascuna persona con disabilità.
  Su questi grandi temi, che considero priorità (vi ripeto caregiver, Dopo di noi, inclusione lavorativa) sto istituendo dei tavoli di lavoro con il mondo delle associazioni e degli attori coinvolti, dai quali nasceranno presto proposte e soluzioni concrete da portare all'attenzione degli altri dicasteri competenti.
  Concludo passando in rassegna le altre riforme e azioni che ho intenzione di portare avanti nell'arco del mandato in parallelo a quelle sopraccitate.
  È fondamentale immaginare, all'interno del percorso di azioni e riforme, la revisione del sistema pensionistico. Come è noto la Corte costituzionale ha riconosciuto agli invalidi civili totali, ai ciechi civili, ai sordi, ai titolari di pensioni di inabilità previdenziale un incremento economico in proporzione alla fascia reddituale, dal quale sono però rimasti esclusi gli invalidi parziali con una percentuale di invalidità dal 74 al 99 per cento. Dobbiamo quindi assicurare un effettivo incremento delle pensioni di invalidità a tutti, a garanzia di una vita dignitosa per le persone con disabilità e per le loro famiglie. Per questo ho intenzione di iniziare una concreta interlocuzione con tutto il mondo delle associazioni maggiormente rappresentative per avviare un possibile percorso insieme al Ministero del lavoro e delle politiche sociali e al Ministero dell'economia e delle finanze.
  Presteremo un'attenzione particolare anche al tema delle statistiche e dei dati sulla disabilità, che in molti casi sono ancora assenti, frammentati e di difficile lettura. Anche su questo fronte cercheremo di ricomporre e raccogliere le informazioni, consapevoli che sarà un lavoro arduo ma sicuramente utile per mettere a punto azioni politiche mirate, precise e più specifiche.
  Faccio anche un cenno all'attività di promozione del Contrassegno unificato disabili europeo (cosiddetto CUDE) e della Carta europea della disabilità, che è mia intenzione sicuramente continuare a promuovere. Per il CUDE e la piattaforma internazionale delle targhe associate, in particolare accompagneremo i Comuni nella fase attuativa affinché aderiscano e conferiscano i dati in loro possesso. Ho di recente incontrato il presidente di ANCI, Antonio Decaro, e il vicepresidente Stefano Locatelli, per proseguire un ragionamento già iniziato in passato e che ora si deve trasformare in una condivisione concreta su questo tema, a garanzia del diritto di mobilità su tutto il territorio nazionale delle persone con disabilità e nel rispetto di un percorso iniziato negli ultimi anni ma che ancora non è pienamente funzionante.
  Quanto alla Disability Card ho intenzione di lavorare su più fronti, ampliandone prima di tutto il campo di applicazione a livello nazionale – sono infatti in corso interlocuzioni con diverse aziende per i trasporti ad esempio – , procedendo con la progressiva dematerializzazione e valutando anche la possibilità con il Ministero dell'interno di un eventuale abbinamento alla carta d'identità elettronica.
  Concludo con un breve riferimento ai decreti attuativi che verranno emanati in questo 2023 e che riguardano da vicino le persone con disabilità e gli enti del Terzo settore.
  Il primo decreto riguarda i contributi per il caro-energia, destinati appunto agli enti del Terzo settore, alle RSA e alle strutture socio-assistenziali, finanziati dal decreto-legge «Aiuti-ter», dal decreto-legge «Aiuti-quater» e dalla legge di bilancio per l'anno 2023.
  Il decreto ha ottenuto la scorsa settimana la «bollinatura» dalla Ragioneria generale dello Stato e contiamo di partire il prima possibile con l'erogazione dei contributi, consapevoli della situazione difficilissima che queste realtà stanno vivendo a causa dei rincari energetici assolutamente insostenibili. Seguirà anche un decreto specifico per le IPAB, le Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, in attuazione dell'articolo 1, comma 366, della legge di bilancio per il 2023.Pag. 9
  L'altro decreto che arriverà, tra gli altri, nel 2023 riguarda il Fondo delle periferie inclusive, è un progetto sperimentale che è stato finanziato dalla legge di bilancio e che ci aspettiamo possa portare risultati e modelli positivi, che favoriranno l'inclusione sociale delle persone con disabilità contrastando al contempo fenomeni di marginalizzazione nelle aree periferiche urbane delle grandi città.
  In un arco temporale più ampio, e dopo la conclusione dell'iter attuativo della legge delega, è mia intenzione inoltre procedere alla ricomposizione delle disposizioni che riguardano la disabilità all'interno di un testo unico, promuovendo anche un'operazione di riorganizzazione dei diversi fondi che possa agevolare e semplificare l'implementazione dei progetti di vita e del budget di progetto, come strumenti di risposta ai bisogni sanitari, sociosanitari e sociali delle persone con disabilità.
  Sicuramente c'è qualche aspetto da approfondire e quindi mi riservo di farlo rispondendo alle domande e agli interventi degli onorevoli. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie Ministro. Chiaramente nella replica potrà aggiungere o dare ulteriori approfondimenti nel merito. La ringrazio per l'approfondita relazione e anche per gli spunti che ha presentato a questa Commissione, che è impegnata a lavorare molto su questo tema che coinvolge tutti quanti noi.
  Adesso passiamo agli interventi dei colleghi.

  MADDALENA MORGANTE. Innanzitutto desidererei ringraziare davvero di cuore il Ministro per l'esposizione, per le linee programmatiche, per la lucidità e soprattutto per avere affrontato diverse tematiche che stanno a me molto a cuore, ma soprattutto per avere anche espresso i nostri valori costituzionali: quali il principio della sussidiarietà, la solidarietà, il valore della dignità, il valore della persona. Ministro, una frase che ha detto mi è veramente restata impressa: la persona è una e ha bisogno che tutto ruoti intorno ad essa.
  Credo che sia necessario avere una visione complessiva a 360 gradi che possa affrontare non solo diverse tematiche, quali quelle della famiglia, le pari opportunità, l'istruzione, le pensioni, il lavoro, ma soprattutto che si tenga in considerazione sempre la pluralità delle materie ma anche allo stesso tempo le competenze.
  Ha accennato anche un punto che a me sta molto a cuore, quello dell'istruzione, e ha accennato soprattutto a un grandissimo problema che purtroppo è ancora presente da noi, ed è la tematica del sostegno. Sicuramente avrà avuto modo di vedere l'ultimo report Istat sull'inclusione scolastica; quattro sono i punti che sono davvero fondamentali secondo me, e sono i seguenti.
  Il primo, nell'anno scolastico 2021-2022 oltre 207 mila erano gli insegnanti di sostegno impiegati nelle scuole italiane così suddivisi: 200 mila per la scuola pubblica statale e 7 mila per la scuola non statale. Un primo punto che credo necessiti di una grande riflessione, per la diversità e la disparità di trattamento che il sistema attualmente offre per l'impiego presso la scuola statale pubblica e presso quella paritaria.
  Il secondo punto invece riguarda questo: sempre dal report Istat sull'inclusione scolastica degli alunni con disabilità, risulta che ad un mese dall'inizio delle lezioni il 14 per cento degli insegnanti non risultava ancora assegnato. Questo secondo me è un altro dato che fa molto riflettere. A cui si aggiunge un altro dato, che per quanto riguarda i docenti, più di 70 mila, ossia il 32 per cento, non hanno una formazione specifica ma sono stati impegnati nelle classi frequentate da alunni con disabilità per far fronte a una vera e propria carenza strutturale per quanto riguarda le figure specializzate. Si tratta di un fenomeno che è più frequente nelle regioni del Nord, dove la quota degli insegnanti curriculari che svolge l'attività di sostegno sale al 44 per cento; mentre nel Mezzogiorno si ferma al 20 per cento.
  Un altro punto invece riguarda l'altissimo numero di cattedre di sostegno assegnate ai supplenti, moltissimi dei quali non sono formati per la didattica speciale.Pag. 10
  Quello che si è potuto osservare da questo report è che, mentre il numero dei docenti di sostegno resta invariato, aumenta purtroppo il numero dei ragazzi che necessitano di stabili figure di supporto. In tale contesto appare totalmente difficile parlare di continuità didattica di formazione degli alunni disabili e soprattutto di una vera e propria inclusione scolastica, cosa che tutti noi vorremmo che si potesse raggiungere il prima possibile.
  L'ultimo punto, e poi mi accingo a concludere; ad oggi sono ancora numerosi i fattori di disuguaglianza scolastica, anche con marcate differenze territoriali. Solo per fare alcuni esempi: nell'anno scolastico 2019-2020 meno di un terzo delle scuole è risultato completamente accessibile rispetto alle barriere fisiche; oltre il 40 per cento delle scuole non accessibili lo è anche per l'assenza dell'ascensore, oppure perché non è a norma; così come il 25,8 per cento delle scuole non hanno bagni a norma per disabili.
  Credo che davvero il termine «inclusione» sia una parola che piace a tutti, ma è estremamente importante che non si svuoti di un significato ampio, forte, valoriale, affinché possa essere veramente garantito il rispetto del fondamentale principio di inclusione anche scolastica.
  Signor Ministro, la ringrazio per l'attenzione che sono sicura vorrà dedicare a questa tematica, che davvero è tanto sentita.

  CARMEN DI LAURO. Sicuramente un primo punto che a me sta molto a cuore è quello che riguarda il riconoscimento e la tutela della figura del caregiver; siamo tutti in attesa di questo provvedimento che ha un'importanza primaria. Auspichiamo però che un tema del genere conosca anche un ampio dibattito parlamentare, quindi sicuramente chiediamo dei tempi ampi della discussione e soprattutto che si inizi dal Parlamento.
  Per quanto riguarda i caregiver vorrei fare un passaggio molto rapido su un aspetto che forse a volte non viene molto preso in considerazione perché non è tanto evidente, che riguarda i giovani caregiver: secondo gli ultimi dati Istat sono circa il 7 per cento; sono ragazzi nella fascia d'età dai 15 ai 24 anni che si prendono cura dei genitori o anche di altri parenti che hanno una disabilità, e questi ragazzi poi finiscono per avere un carico eccessivo, anche rispetto alla loro età ovviamente, e sviluppano dei problemi, dei disagi psicologici o in alcuni casi vanno incontro all'abbandono scolastico. Quindi noi chiediamo un'attenzione rispetto a questo.
  Dobbiamo inoltre parlare dei lavoratori fragili. I lavoratori fragili durante l'emergenza sono stati tutelati e hanno potuto non scegliere fra il diritto alla salute e quello al lavoro. Però ora, al 30 giugno, questa tutela scade, per quanto riguarda le assenze per malattia. Lo smart working invece è stato prorogato solo fino al marzo 2023 e soprattutto solo per coloro che possono lavorare da casa. Quindi sta succedendo che i lavoratori fragili che hanno una mansione incompatibile con il lavoro da casa purtroppo si ritrovano in un limbo. Ho letto delle testimonianze inquietanti, in cui si riferiva di aver rinunciato addirittura a cure salvavita pur di non perdere il proprio posto di lavoro. Quindi abbiamo attualmente datori di lavoro che si comportano da padroni, fanno il buono e il cattivo tempo e decidono la sorte di queste persone che sono già provate dalla vita. Questo è sicuramente un problema da affrontare, anche perché nel vostro programma elettorale era prevista una maggior tutela per i lavoratori fragili. Ci aspettiamo quindi su questo punto una maggiore attenzione e operatività.
  Infine vorrei fare un passaggio rispetto a un tipo di disabilità di cui purtroppo abbiamo sentito parlare anche dalle cronache odierne; sto parlando della disabilità psichiatrica. È notizia di oggi che a Foggia ci sono state delle violenze, degli abusi e maltrattamenti, anche di tipo sessuale, nei confronti di 25 pazienti psichiatrici che erano ricoverati nella struttura sociosanitaria Don Uva; il giudice per le indagini preliminari descrive uno scenario agghiacciante. Sappiamo che la disabilità psichiatrica presenta un tipo di complessità per cui magari la persona non riesce a denunciare e a raccontare quello che le accade. Pag. 11Sicuramente da questo punto di vista bisogna pensare a delle misure che possano garantire maggiormente la tutela della disabilità psichiatrica, perché, come dicevo, presenta delle peculiarità che la rendono più delicata sotto certi aspetti.
  Chiaramente abbiamo anche tanti altri temi, abbiamo il Dopo di noi, la legge delega sulla disabilità; ho ascoltato le sue linee programmatiche, quindi aspettiamo di poter visionare il lavoro e auspichiamo anche una collaborazione che, come dicevo prima, deve essere la più ampia possibile.

  ARIANNA LAZZARINI. Saluto e ringrazio anch'io a nome del gruppo il Ministro Alessandra Locatelli per l'intervento appena fatto sulle linee programmatiche, che ho e abbiamo trovato assolutamente puntuale e completo. L'auspicio del gruppo è che si possa avviare sui temi relativi alla disabilità un percorso di dialogo, uno scambio proficuo a tutti i livelli istituzionali, superando anche le divisioni politiche che in questa materia trasversale non hanno ragione di esistere. C'è bisogno di fare gioco di squadra e di lavorare tutti affinché nel corso di questa legislatura si possano dare alle persone con disabilità risposte concrete, andando a intervenire su tutti i temi trattati nelle linee programmatiche.
  A tal proposito non possiamo che condividere i riferimenti operati dal Ministro alla necessità di portare rapidamente a compimento il percorso di attuazione della legge delega in materia di disabilità. Una legge che rappresenta una priorità non solo perché è prevista dal PNRR, ma soprattutto per la portata innovativa delle riforme in programma, a partire da quelle riguardanti l'accertamento della condizione di disabilità, la valutazione di base, la successiva valutazione multidimensionale e funzionale alla definizione del progetto di vita e del budget di progetto.
  Faccio un breve accenno anche alla necessità di collocare nell'ambito di un quadro giuridico di riferimento la figura del caregiver familiare, anche per noi un tema naturalmente molto caro, ad oggi solo definita dalla normativa nazionale. Sappiamo che è un tema complesso che coinvolge le competenze di più dicasteri, ma le dichiarazioni del Ministro ci fanno ben sperare e vanno sicuramente nella direzione giusta. Dobbiamo creare un impianto normativo in grado di sostenere i caregiver familiari non solo nello svolgimento del loro ruolo di cura e assistenza, dobbiamo dar loro le giuste tutele consapevoli dei sacrifici delle rinunce quotidiane che queste persone, questi angeli, fanno per la cura dei propri familiari. Nel corso della precedente legislatura non si è purtroppo arrivati a un punto di sintesi, anche – bisogna dirlo – se un gran lavoro era stato iniziato dall'allora Ministra Stefani, ma le associazioni intervenute hanno dato contributi importanti che sono certa potranno trovare ascolto e costituire la base di partenza di una riforma molto attesa.
  Bene anche i riferimenti ai temi dell'inclusione lavorativa e al Dopo di noi, segno che c'è nell'azione di questo Governo la volontà di promuovere un cambio di prospettiva nelle politiche in materia di disabilità. Dobbiamo ampliare il raggio di azione e parlare non solo di assistenza ma anche di promozione della persona con disabilità; dobbiamo mettere le persone con disabilità nella condizione di partecipare attivamente alla vita sociale realizzando i propri desideri e aspettative, in armonia con i principi della Convenzione ONU richiamata dallo stesso PNRR oltre che negli articoli della legge delega, la n. 227 del 2021.
  Mi pare quindi che la strada intrapresa sia quella giusta, e faccio naturalmente al Ministro, a nome del gruppo, i complimenti, oltre che i miei più sinceri auguri, anche per i risultati conseguiti in questi primi mesi di attività. Mi collego a quanto detto dalla collega deputata mi ha preceduto. È vero, c'è un programma, abbiamo sottoscritto un programma, ovviamente sono passati pochissimi mesi e credo che questo Governo già abbia dato delle risposte importanti.

  PRESIDENTE. Dovrebbe andare a concludere.

  ARIANNA LAZZARINI. Benissimo. Saremo al suo fianco, caro Ministro.
  Voglio solo fare un accenno di ringraziamento per gli interventi di giustizia socialePag. 12 sulle borse di studio per gli studenti con disabilità, il Fondo per le periferie inclusive e i 100 milioni di euro aggiuntivi stanziati con il decreto "Aiuti-quater" per il Terzo settore, RSA e strutture socioassistenziali, che rappresentano misure importanti che in pochissimo tempo il Governo è riuscito a mettere a segno nonostante il contesto di grave difficoltà legato agli eccezionali rincari del costo dell'energia.

  ILENIA MALAVASI. Ringrazio anche io la Ministra Locatelli; ho apprezzato la presentazione che ha fatto, che mi è sembrata anche molto esaustiva, con tanti buoni propositi, quindi spero che abbia le condizioni per portarli avanti con il massimo impegno. Su tutto quello che servirà per garantire maggiori diritti, nell'inclusività, nel diritto alla vita e nelle pari opportunità per le persone con disabilità, saremo sicuramente ben disponibili a lavorare, a discutere, a interloquire e anche a dare il nostro contributo nell'attuare le sue linee programmatiche. Lo dico indipendentemente dal fatto che stiamo all'opposizione ma, come diceva la collega che mi ha preceduto, su questi temi crediamo che ci sia bisogno di lavorare in modo trasversale, come abbiamo fatto e faremo anche oggi, immagino, su altri temi in Aula.
  Auguro che lei abbia la forza per farsi dare anche le risorse che le serviranno per attuare quello che ci ha detto, visto che ha parlato di concretezza necessaria per dare delle risposte alle famiglie. Nella legge di bilancio ci saremmo aspettati qualcosa di più, dato che non abbiamo visto aumenti rispetto a quello che già era previsto nei fondi per le politiche sociali: mi riferisco alla legge n. 328 del 2000, al Fondo per la non autosufficienza, al Fondo per i caregiver, che immagino a lei stia molto a cuore, al Fondo per il diritto dei lavori disabili, al Fondo per Dopo di noi. Abbiamo visto che Corte dei conti ha richiamato l'attenzione rispetto al controllo di questi Fondi che sono stati utilizzati da alcune regioni; c'è bisogno sicuramente di un maggior controllo e di una maggior rendicontazione ma anche di intervenire e di lavorare sui LEPS, come lei ha anche anticipato, per garantire non, ovviamente, delle differenze tra regioni ma le stesse opportunità a tutte le persone.
  Sono stata un'amministratrice locale, come molti qui presenti, e devo dire che è vero che la scuola ha bisogno di attenzione ma tutto quello che c'è fuori dalla scuola ne ha molto più bisogno. Perché quello di cui i ragazzi, gli adulti, gli anziani hanno bisogno è il vivere la vita, quindi avere servizi, avere supporti, avere la possibilità di lavorare, di muoversi, di vivere socialmente in mezzo alle altre persone. E su questo c'è veramente molto da fare.
  Quindi noi auspichiamo che ci sia attenzione da parte sua sulla non autosufficienza, sull'importanza del riconoscere la figura del caregiver, sull'importanza di continuare a investire su politiche per il Dopo di noi, il «Durante noi», ma anche per il diritto al lavoro dove c'è davvero tanto bisogno e tanta discriminazione. Sono pochissime le persone che riusciamo ad accompagnare al lavoro e sappiamo bene quanto il lavoro sia importante per la dignità delle persone.
  Chiudo, perché voglio lasciare qualche minuto al collega, con un tema che lei non ha toccato, che riguarda il bisogno di educazione all'affettività delle persone con disabilità. Perché nella sfera privata serve anche, soprattutto se parliamo di residenzialità, accompagnare i ragazzi a un'educazione all'affettività che possa servire a quella completezza di vita di cui tutte le persone hanno diritto. Grazie e buon lavoro.

  SIMONA LOIZZO. Intanto grazie Presidente, perché mi ha dato la possibilità di fare a questo Ministro i miei personali auguri di buon lavoro.
  Sono un medico che lavora sulla disabilità da oltre trent'anni. Lei ha parlato di progetto DAMA; con il segretariato del Ministero della salute e la Conferenza Stato-regioni noi siamo stati promotori di un documento che rendeva il DAMA obbligatorio in tutti gli ospedali hub d'Italia.
  Il DAMA come lei saprà è un percorso privilegiato ospedaliero per pazienti disabili e vorrei che vedesse ciò che è stato fatto in Calabria, dove addirittura al call center del DAMA lavora in formazione, affiancato Pag. 13da personale specializzato, personale con disabilità; questa è la «magia» del DAMA. Ricordiamoci sempre che senza il Terzo settore anche la sanità fallisce; grazie a cooperative di volontari noi abbiamo istituito uno dei più bei DAMA d'Italia e spero che in questa legislatura, con il suo apporto, il lavoro fatto con il segretariato del Ministero della salute sia finalmente obbligatorio per tutti gli ospedali hub, perché nessuna famiglia con un disabile non collaborante che ricorre ai nostri pronto soccorso possa vivere le difficoltà atroci connesse al fatto di non essere neanche ascoltati all'interno delle dinamiche mediche e ospedaliere.
  La ringrazio tanto, le auguro buon lavoro e spero di incontrarla di nuovo presto.

  LUANA ZANELLA, intervento da remoto. Cercherò di essere estremamente sintetica. Anch'io volevo interrogare la Ministra rispetto a quanto è stato rappresentato da una delle colleghe che mi ha preceduta, su quanto è accaduto a Foggia in una struttura sociosanitaria, rispetto alla quale ci sono 30 indagati e addirittura 15 arrestati. Penso soprattutto alle sofferenze e alle violenze che portatori e portatrici di disabilità grave in quanto malati psichiatrici, hanno dovuto subire.
  Credo che questo sia un campanello d'allarme rispetto all'annoso e non risolto problema, per coloro che sono affetti da disabilità, che sono malati psichiatrici, relativo all'assistenza sia sanitaria che sociosanitaria. Non va dimenticato questo aspetto.
  Sulla questione dei caregiver nulla ripeto, perché è chiaro che parlare di disabilità e di quest'altro aspetto che è connesso e altrettanto cruciale, per quanto riguarda la malattia psichiatrica è davvero terrificante. Anche a fronte del fatto che, in termini di attenzione da parte dell'opinione pubblica rispetto ad anni fa, c'è meno consapevolezza, meno attenzione, meno empatia e vicinanza alle famiglie che la maggior parte delle volte si sentono abbandonate. È chiaro che il Ministero ha anche la grande funzione e la grande responsabilità di indirizzo e di condivisione con le regioni; il problema della vita indipendente ovviamente va concretizzato sia con politiche a livello regionale che a livello di singola città, quindi dei comuni.
  Io credo che questo Ministero abbia veramente un grande compito, non soltanto nelle politiche sociali e sociosanitarie ma anche proprio di civiltà. Perché servono risposte ai bisogni, alle necessità, alle angosce, alle aspettative di persone fragili, che sappiamo che saranno sempre più numerose visto che la popolazione invecchia in modo progressivo. Credo che ci sia da parte della Ministra e della struttura che dirige una grande responsabilità ma anche una grande opportunità per fare giustizia e far fare un salto di civiltà al nostro Paese, che di fronte a questi scandali, così come si sono manifestati sulla stampa oggi, deve assolutamente recuperare la consapevolezza, la competenza e tutti gli strumenti che sono già forse a nostra disposizione, nonché le risorse indispensabili perché questi strumenti siano effettivamente efficaci e procurino sollievo e aiuto vero, sostegno, a chi ne ha necessità.

  PAOLO CIANI. Buongiorno Ministra. Mi unisco rapidamente a fine seduta ad alcune considerazioni, quindi non ripeterò tutte le cose su cui sono d'accordo e su cui condividiamo anche l'analisi della Ministra; le ha già ben esposte la collega Malavasi.
  Mi permetterò di sottolineare alcune cose che ho sentito di meno e che mi stanno molto a cuore. La prima riguarda ciò che la Ministra ha detto sulla centralità della persona. Credo, Ministra, che sia uno dei punti su cui noi dobbiamo far particolarmente leva e tocca una delle preoccupazioni che ho che riguarda un tema culturale rispetto alle persone con disabilità.
  Noi viviamo in un Paese in cui il tema della disabilità e delle persone con disabilità è ancora largamente misconosciuto, è largamente nascosto. Giustamente lei ha parlato più volte della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, che pochissimi conoscono e che noi dobbiamo diffondere a cominciare dalla scuola. Noi apparteniamo alla prima generazione che ha avuto in classe compagni con disabilità e da bambini ci è sembrata la cosa più normale del mondo, ma ciò ancoraPag. 14 non ha un pieno status nel nostro Paese.
  Vado rapidissimo. Lei ha toccato alcuni punti, tra cui quello del lavoro. Purtroppo segnalo ancora quanto il tema definito della «riserva» sia ancora poco praticato, ci sono ancora troppe aziende che preferiscono pagare le multe piuttosto che assumere persone con disabilità, e questo è scandaloso nonostante le multe siano state inasprite, ma dobbiamo evidentemente fare molto di più.
  C'è un tema legato alla carenza di medici legali, sia presso l'INAIL sia presso le commissioni territoriali, per esempio per le patenti. Come lei sa, le persone con disabilità sono costrette a fare revisioni molto frequenti: quando presso le commissioni territoriali non c'è il medico competente obblighiamo persone con disabilità a recarsi presso commissioni distanti dalle proprie sedi di lavoro. Questi sono problemi molto concreti.
  Giustamente lei citava il progetto DAMA. Qui a Roma, presso l'Ospedale San Camillo-Forlanini c'è un progetto, il Progetto Tobia, all'interno della rete Dama, che è bellissimo, che funziona molto bene, ma purtroppo questi programmi nell'intero nostro Paese sono ancora troppo limitati, con tutte le conseguenze, innanzitutto per le persone con disabilità ma poi per tutti i nostri sistemi.
  È evidente che la sfida che noi abbiamo di fronte è una sfida importantissima, anche per la cronicità che aumenta, anche per la longevità della nostra popolazione che aumenta, e quindi avremo più persone con disabilità. Ma è evidente che nessuno di noi è la propria patologia o la propria disabilità, ma è innanzitutto un essere umano.
  Le cito le ultime due parole, su cui però veramente mi piacerà ritornare con lei a riflettere. Non ho sentito parlare degli amministratori di sostegno, che sono un tema molto delicato perché troppe persone con disabilità che meritano una tutela sono affidate a persone con pochi scrupoli, che sicuramente non li amano e spesso non li trattano come dovrebbero.
  L'ultimissimo tema è quello della deistituzionalizzazione; secondo me è una grande sfida. Giustamente abbiamo parlato dei caregiver familiari, altro tema che mi sta molto a cuore. Io li definisco degli eroi, anche per quella che è la mia cultura, e penso che sono degli interpreti che contrastano la cultura dello scarto di cui parla Papa Francesco. Ma troppe persone ancora sono in istituto o finiscono in istituto perché non riescono ad avere cure domiciliari all'altezza. Questa è una grande sfida che in questa Commissione potremmo portare avanti con più forza.

  DAVIDE FARAONE, intervento da remoto. Intanto ringrazio il Ministro per la relazione svolta, che naturalmente non può che essere una relazione dove è stata tracciata l'agenda, più che le modalità attraverso le quali si vogliono ottenere gli obiettivi che sono stati annunciati.
  Vorrei fare un breve intervento per invece entrare nel merito di come si passi dall'agenda alle proposte concrete, perché poi dire «caregiver», dire «legge sul Dopo di noi», dire «sostegno nelle scuole», «inclusione lavorativa», senza poi materialmente indicare come ottenere quei risultati rischia di essere assolutamente insufficiente; credo che siamo invece nella fase in cui bisogna concretizzare un po' di cose. Lo dico sapendo e avendo la consapevolezza naturalmente, Ministro, che il suo Ministero crea grandissime aspettative perché il tema è molto forte, però su molti dei temi che abbiamo trattato tantissime competenze non sono sue, per cui occorre una relazione con altri suoi colleghi Ministri e poi anche con alcune istituzioni diverse da quelle statali, quindi le regioni e i comuni. Per cui la grande aspettativa che lei crea poi a volte può essere mortificata da competenze che non sono sue.
  Mi sono perso parte della sua relazione, non so se lei l'ha accennato, ma c'è stata la Corte dei conti che ha fatto un lavoro molto buono da cui partire per capire che cosa non va. Sapere che una legge che prevedeva una platea potenziale di 100/150 mila persone ha avuto invece una platea reale di circa 8.500 persone è un numero che mi allarma. Parlo del tema della promozionePag. 15 e delle agevolazioni fiscali previste nella legge sul Dopo di noi, che va affrontato innanzitutto col Presidente del consiglio Meloni, perché questa è una competenza affidata a Palazzo Chigi. Poi c'è la problematica delle regioni, che per questioni di rendicontazioni, per differenti funzionamenti dei sistemi sociali e sanitari, non stanno agendo allo stesso modo; in alcune regioni la legge funziona e in altre no. Credo che il suo Ministero debba svolgere una funzione di coordinamento fra tutti gli attori protagonisti della legge sul Dopo di noi perché è uno strumento eccezionale ma che ad oggi non è stato utilizzato al meglio.
  Legge sull'autismo, Ministro. Sono state distribuite le risorse previste dalla legge che approvammo qualche anno fa, il problema è che però se non c'è un'attenzione sulle linee guida, e quindi se non c'è un monitoraggio di come queste risorse vengono spese, si rischia che ogni regione vada per i fatti suoi e che quelle risorse non siano spese per il meglio. Oltre al fatto che frammentare la distribuzione di quelle risorse senza dotare l'Istituto superiore di sanità di risorse sufficienti per la ricerca credo che possa avere dei limiti. Quindi riuscire a distribuire risorse alle regioni ma garantire all'Istituto superiore di continuare i progetti di ricerca credo che sia assolutamente fondamentale.
  La questione del sostegno a scuola. Credo che sia indispensabile avviare immediatamente un tavolo fra il Ministero dell'università, il suo Ministero e il Ministero dell'istruzione per garantire una formazione specialistica agli insegnanti per il sostegno. Le disabilità non sono tutte uguali, bisogna formare insegnanti di sostegno sulle singole disabilità. Ad oggi c'è soltanto un insegnamento sommario sulle disabilità ma non specifico. Questo è un percorso che era stato avviato, poi è stato interrotto perché alcuni sindacati contrastarono la specializzazione sul sostegno; io credo che vada ripreso perché altrimenti si rischia di non essere efficaci per i ragazzi che vogliono apprendere a scuola e non si dotano gli insegnanti di sostegno degli strumenti necessari per poterlo fare. Quindi questo credo che sia un tavolo urgente.
  C'è il tema del caregiver che avete trattato, io lo riprendo celermente dicendovi che se non si stabilisce la platea di chi è caregiver effettivamente noi rischiamo sempre di girare a vuoto. Per cui il tema è: individuiamo chi sono i caregiver e stabiliamo quante risorse economiche, che devono essere ingenti, Ministro. Il problema non è mettere qualcosa tanto per dire che c'è quella figura e che è finanziata; per far funzionare veramente questo strumento e consentire alle persone di scegliere di assistere le persone con disabilità, i propri cari, smettendo anche di lavorare se è il caso, bisogna investire. Quindi non serve semplicemente dire metto risorse, ma bisogna stabilire la platea e quanto si destina.
  Da ultimo, l'inclusione lavorativa. Credo che al di là delle multe questo tema lo risolviamo con le agevolazioni fiscali. Noi dobbiamo garantire zero tasse, o comunque una riduzione drastica delle tasse, per chi assume persone con disabilità. Lo abbiamo sperimentato con la norma approvata nella passata legislatura per le persone con autismo e sta funzionando. Le aziende, vista la decontribuzione su quel tipo disabilità, stanno assumendo; ci sono tante esperienze di aziende, PizzAut ad esempio, che stanno sfruttando quello strumento di defiscalizzazione che abbiamo garantito agli imprenditori. Io allargherei la platea, basta semplicemente ampliare quel provvedimento che abbiamo previsto sull'autismo a tutte le disabilità, proviamolo. Io sono convinto che, al di là delle multe, se agevoliamo diamo strumenti maggiori agli imprenditori.
  Chiudo dicendo che naturalmente c'è massima disponibilità da parte del nostro gruppo nel dare una mano, perché credo che su questo ambito in questi cinque anni si possa fare tanto.

  PRESIDENTE. Credo che il dibattito abbia messo in risalto una serie di questioni, anche su alcune cose che non sono prettamente di competenza del Ministro Locatelli, però nella trasversalità della delega credo che possa comunque occuparsenePag. 16 anche in rapporto con gli altri colleghi Ministri.
  Prima di darle la parola per la replica, lei ha citato nella sua relazione il tema dello sport. È chiaro che noi abbiamo una forte presenza nello sport per i disabili fisici, credo che dobbiamo invece ancora crescere sulla parte della disabilità mentale, perché le attività che si svolgono in questo settore comunque dimostrano che è un meccanismo forte di inclusione, di integrazione e anche di crescita delle persone, che appunto attraverso lo sport trovano una serie di opportunità importanti di apertura alla vita in generale.
  Quindi, anche qui, è un tema assolutamente trasversale, perché è giusto che non sia considerato soltanto come una categoria di disabilità, quindi penso che con il Ministro Abodi potrà lavorare insieme per potenziare anche questa parte del settore.
  Le do la parola per la replica agli interventi dei colleghi.

  ALESSANDRA LOCATELLI, Ministro per le disabilità. Grazie presidente. Mi fa piacere ritrovare in questa Commissione lo spirito di collaborazione, davvero trasversale al di là delle posizioni politiche, su temi così importanti, per ognuno di noi – mi piace dire –, e sui quali appunto dobbiamo mettere un po' da parte l'appartenenza per dare delle risposte concrete. Questa è la grande sfida, il grande sforzo, ma io ricordo, anche quando sedevo dall'altra parte, che in questa Commissione era particolarmente possibile. Quindi i ragionamenti che voi intendete fare anche in futuro, il fatto di collaborare anche nell'iter parlamentare, mi vedono assolutamente d'accordo e cercherò di portarlo all'attenzione dei colleghi e del Presidente del consiglio, che ha già intenzione di adottare una modalità di programmazione che permetta veramente di andare nella direzione di contribuire insieme a costruire delle risposte adeguate ai bisogni dei cittadini.
  Parto dall'inizio perché mi sono presa alcuni appunti, poi magari in qualche caso mi ripeterò; alcune cose magari saranno più scontate.
  L'onorevole Maddalena Morgante ha toccato il tema del sostegno, citando anche la relazione di Istat. Mi piace sottolineare che quando parlo di trasversalità della mia delega è chiaro che il mio compito è proprio quello di coordinare gli interventi e relazionarmi con gli altri Ministeri, affinché ci sia un vero monitoraggio dal punto di vista del mondo della disabilità, di quello che io rappresento per il Governo rispetto a questo tema.
  Il Ministro Valditara per esempio ha già proceduto a istituire un tavolo su questo tema per portare all'attenzione del Governo il prima possibile una riforma del sistema del sostegno, che tenga conto di tutti questi punti, in particolare della continuità, dell'adeguatezza degli insegnanti. Sono temi purtroppo che sentiamo trascinarsi da tantissimi anni e che coi bisogni crescenti sono anche peggiorati nei numeri e nelle condizioni.
  Mi auguro che da questo tavolo di confronto possa uscire veramente una riforma, un adeguamento a quelli che sono i bisogni delle tante famiglie, dei ragazzi, ai quali va anche offerto un servizio che sia di qualità e non condizionato dal fatto che qualcuno degli insegnanti ha bisogno di spostarsi sul territorio e quindi di avere un punteggio adeguato per poi andare ad insegnare altre materie. Noi abbiamo bisogno che i nostri bambini con disabilità ricevano adeguato sostegno dal punto di vista anche umano, affettivo e da chi è in grado di interpretare i bisogni educativi conciliandoli con la didattica scolastica. Quindi questo è il grande sforzo e sono sicura che andremo nella direzione giusta.
  Poi abbiamo il tema delle barriere architettoniche: l'onorevole Morgante, diceva che nelle scuole c'è anche questo problema strutturale. Accanto al sostegno, ai servizi educativi per l'autonomia e la comunicazione, c'è anche il tema dell'adeguamento dei plessi scolastici. Da questo punto di vista alcune risorse del PNRR hanno potuto indirizzarsi ai territori in questa direzione, però sicuramente c'è un monitoraggio e un'attenzione che va posta anche ai limiti strutturali. Da questo punto di vista anche gli stessi enti locali, ai diversi livelli istituzionali, possono svolgere un monitoraggio anche capillare.Pag. 17
  L'onorevole Di Lauro ha parlato del tema dei caregiver; mi preme dire che sicuramente questo è un tema importante e che laddove ci sarà questo provvedimento governativo è giusto che sia condiviso con tutti e deve rispondere ai bisogni. Mi piace anche raccogliere questo stimolo a tenere in considerazione questa parte di caregiver molto giovani, che dedicano parte della loro vita, in particolare sacrificando anche lo studio e una crescita personale che in quella fascia d'età è indispensabile per poi ottenere risultati nella vita, nell'inclusione formativa e lavorativa. Quindi sicuramente questo è uno spunto molto interessante che mi sento di portare anche all'attenzione degli altri colleghi.
  Quello dei lavoratori fragili è un tema molto importante e molto complesso che è stato oggetto di diversi interventi normativi in questi ultimi anni, soprattutto legati al Covid. Credo che forse adesso ci sia bisogno di trovare una stabilizzazione, che non si operi più attraverso una proroga ma magari con una legge apposita che li veda protagonisti rispetto alle loro esigenze e a tutte le necessità che loro hanno bisogno di portare all'attenzione, quindi non solo in modo precario ma in modo stabile e condiviso.
  Il suo è stato uno dei primi interventi nei quali si è parlato del caso dei maltrattamenti, in questo caso di quelli avvenuti in Puglia e, con il monitoraggio delle Forze dell'ordine, venuti all'attenzione in questi giorni. Purtroppo sono tanti i casi che emergono dalla cronaca. Proprio ieri mi trovavo a Pisa dove anche negli anni passati c'è stata una situazione di questo tipo; a volte si tratta di persone con disabilità intellettiva, in questo caso erano persone con un disturbo psichiatrico. Diciamo che sono temi che riguardano sicuramente l'attività di monitoraggio delle stesse strutture, che devono essere luoghi sicuri e dove le persone si devono sentire amate, comprese e sostenute. Dall'altra parte c'è anche un tema di responsabilità penale di chi assume comportamenti di questo tipo e quindi ovviamente all'esito dei percorsi giudiziari saranno emesse le condanne per i fatti che dovessero essere riscontrati.
  Visto che si arriva a individuare questi casi attraverso le operazioni delle Forze dell'ordine, il posizionamento di telecamere e le intercettazioni, a mio avviso se potesse esserci una videosorveglianza preventiva, come forma anche di deterrenza, anche solo per evitare che possano a volte succedere casi di questo tipo, credo che vada seguita questa strada, anche per scoraggiare un comportamento sbagliato; questo secondo me potrebbe essere un passaggio in più.
  Ringrazio anche l'onorevole Lazzarini che ha toccato un po' tutti i punti che erano all'interno delle mie linee programmatiche, richiamando anche l'inclusione lavorativa e il Dopo di noi. Credo che la dignità di una persona, la possibilità di poter avere una vita partecipata nelle nostre comunità debba andare di pari passo con la dimensione abitativa e quella formativa e lavorativa, perché questo concorre a rendere la persona davvero più autonoma e indipendente con le diverse competenze, qualità e talenti che ognuno può avere.
  Quindi, i percorsi all'interno delle possibili riforme, per esempio della legge n. 68 per l'inclusione lavorativa – e qua rispondo a qualche altro onorevole che nel corso del suo intervento l'ha citato –, devono rispondere alle diverse esigenze del settore. Sicuramente con la defiscalizzazione, ma io credo anche alla valorizzazione di quei percorsi innovativi (prima l'onorevole Faraone ha citato PizzAut, ma ce ne sono tantissimi) che in questi anni hanno realizzato percorsi di inclusione lavorativa con contratto a tempo indeterminato, arrangiandosi come hanno potuto ma garantendo a uno, a dieci o a tanti ragazzi di poter accedere al mondo del lavoro. Se all'interno di questa norma noi riuscissimo a tener conto anche di queste esperienze potremmo ottenere lo stesso obiettivo su più versanti, e cioè più persone che riescono ad accedere. Naturalmente tenendo conto anche della parte formativa, perché questa deve essere una parte strettamente correlata, e dell'accompagnamento al mondo del lavoro, perché laddove ci sono delle aziende che invece di pagare la multa sono disposte ad assumere la persona con disabilità,Pag. 18 qualche volta il fallimento è determinato dal fatto che non possiamo catapultare una persona con disabilità da sola, magari in un ambiente di lavoro particolare. Quindi anche il tema dell'accompagnamento potrebbe essere oggetto di discussione sul tavolo dell'eventuale riforma della legge n. 68.
  Così come di quella del Dopo di noi, perché abbiamo bisogno rispetto a questa legge, che è stata straordinaria e innovativa nel 2016 – questo me lo chiedono un po' tutte le famiglie quando visito i territori, e sicuramente le avete incontrate anche voi – di ampliare un po' le maglie dei requisiti d'accesso, quindi a seconda della gravità, dando la possibilità anche di sostenere percorsi sperimentali, magari che riguardano le persone con disturbi dello spettro autistico, oppure occasioni di sollievo. Perché tante famiglie dicono «mio figlio è ancora giovane, io lo posso curare in casa, ma per me il Durante di noi è rappresentato dalla possibilità ogni tanto di poter avere una dimensione di sollievo condivisa». È vero che nella legge si parla di palestre di vita, ma è vero anche che non tutti hanno compreso e capito fino in fondo l'efficacia e la portata di questa norma.
  Mi piace sottolineare che quando la Corte dei conti dice che sono solo 8 mila progetti si tratta di 8 mila persone – a parte che sono probabilmente un po' di più e non tutti sono noti, perché altri progetti sono nati da quell'idea e si sono «arrangiati» senza magari usufruire delle agevolazioni della legge – però si tratta di 8 mila progetti che prima non c'erano. Abbiamo il dovere di capire come migliorare questa norma e come comprenderla, soprattutto insieme ai livelli territoriali, per garantire, attraverso il progetto di vita, che è poi lo strumento base per poterla attuare, di dare risposte sempre in numero crescente. Poi c'è effettivamente un problema di rendicontazione che io mi auguro di capire meglio e di superare.
  L'onorevole Malavasi ha richiamato il tema delle risorse – anche giustamente –, dell'utilizzo delle risorse per il Dopo di noi – ne abbiamo parlato adesso –, della non autosufficienza, dei LEPS. Ecco, sicuramente in questa legge di bilancio non abbiamo potuto ampliare la portata di tanti fondi che in realtà concretamente lo meriterebbero, ma che neanche negli anni scorsi in realtà sono stati tutti aumentati. Questo perché è oggettivo che questa legge di bilancio ha dato soprattutto una precedenza ad aiutare le fasce più deboli e le famiglie dal punto di vista dei rincari, mettendo a disposizione risorse per evitare, appunto, il tracollo delle famiglie stesse. Ci sono stati però alcuni provvedimenti come quello per le borse di studio, come quello sulla stabilizzazione della maggiorazione dell'assegno unico per il figlio con disabilità, come quello del Fondo delle periferie inclusive, che sono stati proprio specifici per questo settore.
  Quindi poi mi piace anche toccare il tema dei LEP e dei LEPS, perché è importante; anche questo ha una valenza e una portata davvero rilevante per quello che è il momento storico che stiamo vivendo. Il tavolo dei LEPS, che verrà istituito per adempiere alla piena attuazione della legge delega, e quindi con un decreto specifico, andrà a individuare quelle linee guida e quei livelli di prestazioni sociali, che sono indispensabili per garantire a tutte le persone su tutto il territorio, un eguale trattamento e un'eguale dignità. Quindi io credo che questo si vada a completare in maniera molto importante con quella cabina di regia attuata anche dal Ministro Calderoli, che con i livelli regionali discuterà le materie per i LEP.
  Sicuramente anche il tema della affettività che ha citato l'onorevole Malavasi è importante per garantire quell'unicità alla persona rispetto al tema sanitario, sociosanitario, sociale e io aggiungo appunto relazionale.
  La onorevole Loizzo ha sollevato, rispetto alle linee che ho presentato, il tema dei DAMA. È un tema che mi sta molto a cuore. Lei ha parlato dell'esperienza in Calabria, ce ne sono molte altre; un po' troppo a macchia di leopardo, mi piacerebbe che fossero delle linee guida che potessero in qualche modo rendere tutto il territorio in grado di dare cure, supporto e accoglienza avanzata nelle nostre strutture Pag. 19sanitarie e sociosanitarie. Questo in particolare per i ragazzi con disturbi dello spettro autistico, con disabilità intellettiva, ma è davvero un modello che può diventare anche un investimento in termini anche di tempi di attesa, di risposta, per evitare anche ricoveri che non sono necessari ma che talvolta le famiglie, non sapendo in che modo comportarsi, si trovano costretti ad effettuare. Quindi un percorso sicuramente molto importante, un'esperienza che in Italia si è diffusa a macchia di leopardo ma che è unica in Europa e che voglio portare all'attenzione a livello internazionale.
  L'onorevole Zanella ha toccato appunto il caso di Foggia, sul quale mi sono soffermata poco fa. Mi piace dire, parlando di dignità, che è una delle parole che ha usato, dignità della vita, che noi dobbiamo fare di tutto perché la dignità della vita delle persone con disabilità e fragilità sia riscontrata, sia che vivano in famiglia, sia che decidano di fare un percorso di vita indipendente, sia che vivano in una struttura. Dobbiamo fare di tutto perché il diritto di scegliere, di poter manifestare le proprie preferenze sia rispettato, qualsiasi direzione loro scelgano di seguire.
  Certamente il tema della destituzionalizzazione è centrale in questi ultimi anni. Credo che da questo punto di vista la necessità di avere delle strutture o delle unità d'offerta che rispondano ai diversi bisogni è implicita e serve un rafforzamento delle reti territoriali, di presa in carico e di cura, con la centralità della persona attraverso il progetto di vita. Posso curare la persona a domicilio, posso avere la possibilità di usufruire per esempio delle misure B1, B2 per la non autosufficienza, mettendo insieme altre risorse del territorio di tipo sociosanitario, sanitario, magari anche educative, però serve un progetto di vita strutturato e concreto che garantisca un pieno sostegno anche dal punto di vista dei servizi alla famiglia; se non c'è quello non riusciamo ovviamente ad andare in questa direzione.
  L'onorevole Ciani ha parlato della centralità della persona, del Progetto Tobia, che in realtà proprio in questi giorni volevo andare a visitare e spero di poterlo fare il prima possibile e di poter cogliere anche qualche spunto interessante che potrà servirci anche per le linee guida.
  C'è una carenza di medici non solo legali, ahimè, ma diffusa anche ad altre figure professionali. Non ne abbiamo parlato, però sempre per realizzare la cura nel contesto anche domiciliare, quindi non solo delle strutture o nel contesto ospedaliero, questo è un tema importante. Giustamente l'onorevole Ciani faceva riferimento al tema dei medici legali per la patente, ed è un tema che mi è stato anche sollevato da alcune associazioni che si occupano di questo tema specifico, e ne possiamo anche riparlare.
  Quanto agli amministratori di sostegno, essi svolgono un ruolo di responsabilità non sempre magari affidato effettivamente a chi vuole bene, diciamo così, alla persona, però io spero sempre che invece sia così e che la scelta del giudice ricada sempre sulle persone giuste. C'è una riflessione da fare sicuramente anche su questo tema.
  L'onorevole Faraone ha toccato un po' tutti i temi che ho approfondito adesso nella mia replica e ne ha citato uno che non ho ancora toccato, ed è la legge sull'autismo. Sicuramente serve mettere insieme le forze, torniamo a quello che ho detto all'inizio: trasversalità non sta solo sulla carta della mia delega, sta proprio nel fatto di volermi e dovermi confrontare coi colleghi della sanità, delle politiche sociali, dello sport, della scuola, per essere presente con quelle che sono le indicazioni anche che raccolgo dal punto di vista delle associazioni, delle famiglie e dall'esperienza, insomma, che il mio Ministero riesce a recuperare, per portarle al servizio anche degli altri Ministeri e dare delle risposte concrete.
  Quando parliamo di platea dei caregiver, come ho detto nella presentazione delle mie linee programmatiche noi dobbiamo una risposta ai caregiver familiari non perché ce lo chiede l'ONU, ma perché sono sette anni che si avvicendano tra Camera e Senato proposte di legge che mai vengono concluse – vedo l'onorevole Girelli che in Lombardia con me ha fatto questa battaglia. In qualche regione siamo riusciti a Pag. 20ottenere un riconoscimento con una definizione della platea. Ecco, non bisogna avere timore; bisogna adesso trovare una base comune che possa andare incontro alle esigenze delle diverse associazioni familiari e dare però una risposta concreta. Se aspettiamo ancora troppo, veramente mettiamo ancora più in crisi un sistema, cioè quello della rete familiare che è già in grande difficoltà. Quindi io mi auguro che, anche nel dibattito parlamentare, la definizione per il riconoscimento possa essere un aspetto condiviso e che ci porti a dare una risposta veloce ed efficace, soprattutto in termini di tutele e naturalmente di misure che dobbiamo poi mettere a disposizione delle persone. Perché va bene la definizione che ci serve a identificare la platea, ma poi ci serve anche dare questo tipo di risposte concrete.
  Per chiudere e per non dilungarmi; il tema dello sport è importantissimo. Abbiamo le Paralimpiadi, c'è il Comitato paralimpico, ci sono i mondiali Special Olympics, che mi sta ricordando ora il presidente Ciocchetti, tema che mi sono appuntata perché con il Ministro Abodi, che è molto attento al tema della disabilità, ci incontreremo presto per discutere proprio di queste misure a sostegno dello sport inclusivo. Ovviamente dal punto di vista agonistico ci dà grande soddisfazione per il nostro Paese e ce l'hanno dimostrato in tantissime occasioni, ma anche dal punto di vista del benessere della salute quotidiana è un tema che sicuramente è centrale nei percorsi di crescita dei nostri bambini, ragazzi, in particolare, ma anche adulti, con disabilità. Però oserei dire che è un campo che non è mio ma di tutti.
  Grazie anche per i tanti spunti, che io mi porto volentieri al Ministero per ragionarci, e spero presto di rincontrarvi.

  PRESIDENTE. Grazie Ministro della sua disponibilità, che ha dato credo a tutti i colleghi della Commissione. Certamente il tema è trasversale dal punto di vista politico e sociale, ho sentito anche il Presidente che è molto interessato alla questione, quindi sicuramente avremo altre occasioni al più presto per confrontarci anche su questioni specifiche che possano poi portare a delle decisioni opportune.
  Quindi ringrazio ancora il Ministro e dichiaro conclusa l'audizione odierna.

  La seduta termina alle 13.40.