XIX Legislatura

Commissioni Riunite (XI e XII)

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Martedì 20 dicembre 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzetto Walter , Presidente ... 2 

Audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, sulle linee programmatiche del suo dicastero (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Rizzetto Walter , Presidente ... 2 
Calderone Marina Elvira , Ministro del lavoro e delle politiche sociali ... 2 
Rizzetto Walter , Presidente ... 9 
Schifone Marta (FDI)  ... 9 
Nisini Tiziana (LEGA)  ... 11 
Tenerini Chiara (FI-PPE)  ... 12 
D'Alessio Antonio (A-IV-RE)  ... 13 
Bonetti Elena (A-IV-RE)  ... 13 
Mari Francesco (AVS)  ... 14 
Barzotti Valentina (M5S)  ... 15 
Gribaudo Chiara (PD-IDP)  ... 16 
Malavasi Ilenia (PD-IDP)  ... 17 
Rizzetto Walter , Presidente ... 18 
Gribaudo Chiara (PD-IDP)  ... 18 
Rizzetto Walter , Presidente ... 19 
Calderone Marina Elvira , Ministro del lavoro e delle politiche sociali ... 19 
Rizzetto Walter , Presidente ... 19 

ALLEGATO: Relazione depositata dal Ministro Marina Elvira Calderone ... 20

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
DELLA XI COMMISSIONE
WALTER RIZZETTO

  La seduta comincia alle 12.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, sulle linee programmatiche del suo dicastero.

  PRESIDENTE. Avverto che i deputati possono partecipare in videoconferenza alla seduta odierna, secondo le modalità stabilite dalla giunta per il Regolamento.
  L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento l'audizione sulle linee programmatiche del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone.
  Faccio presente che secondo quanto comunicato per le vie brevi ai rappresentanti dei gruppi alla relazione del Ministro seguirà il dibattito con uno o più interventi della durata per ciascun gruppo parlamentare di non oltre 7 minuti per entrambe le Commissioni, seguirà quindi la replica del Ministro.
  Ringrazio il Ministro Calderone per la sua disponibilità, anche a nome del presidente della XII Commissione, Ugo Cappellacci, oggi sostituito poiché impossibilitato a partecipare alla seduta odierna, e del vicepresidente della medesima Commissione onorevole Luciano Ciocchetti, che salutiamo.
  Cedo quindi immediatamente la parola al Ministro Calderone.

  MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Buongiorno signor presidente, buongiorno onorevoli. Grazie di aver predisposto questo momento di incontro per la presentazione del programma del Ministero e vi ringrazio personalmente per avere acconsentito a spostare la data di questa audizione. Ringrazio anche a distanza il presidente Cappellacci che non è presente oggi.
  Io mi permetterò di illustrare quelle che sono le linee guida del Ministero, dandovi anche una rappresentazione di quello che è lo stato dell'arte dei lavori attuali, quindi a che punto siamo, cosa ho trovato all'insediamento al Ministero e su che cosa lavoreremo nel corso del 2023. Mi permetterò di suddividere il mio intervento per punti. Non leggo la relazione che comunque viene depositata agli atti, cercherò di farvi un quadro generale e poi sono ovviamente a vostra disposizione per le domande; nel caso non riuscissimo a concludere sono già a vostra disposizione per un prosieguo di audizione o un altro momento di incontro. Anzi spero presidente nel prossimo anno di venirvi a trovare spesso per metterci in relazione, per ragionare su quelle che saranno le attività future.
  Come primo argomento vi dico che lavoreremo sulla semplificazione, posso dire a 360 gradi, ovviamente per quelle che sono le materie e le competenze del Ministero: quindi interverremo sulla contrattualistica dei rapporti di lavoro, la trasparenza delle condizioni di lavoro. Perché una cosa è ovviamente il rispetto di adempimenti che sono finalizzati non solo a garantire la corretta applicazione delle norme, e quindi Pag. 3anche la tutela dei diritti delle persone, dei lavoratori nel caso di specie, un'altra cosa è invece tutto quello che è la complicazione burocratica che emerge da adempimenti che sono ridondanti rispetto a quelle che sono le finalità che si propongono. E quindi per questo motivo vi dico che lavoreremo, perché riteniamo che serva una visione prospettica di medio termine proprio che abbia nel tema della semplificazione il recupero anche del rapporto che ci deve essere con il cittadino che deve comprendere la finalità di una norma, e soprattutto gli obiettivi che questa norma si propone.
  Lavoreremo e torneremo sul decreto trasparenza, stiamo parlando del decreto che ha recepito la direttiva dell'Unione europea, la n. 2019/1152. Il recepimento ha comportato per le aziende e i professionisti, ma anche in generale per i lavoratori, non solo un aggravio di adempimenti che sono ridondanti rispetto a quello che è il tema della direttiva, ma anche di difficile predisposizione, e soprattutto per chi legge gli output certamente anche di difficile comprensione. Mentre abbiamo, sempre nella direttiva, la possibilità di utilizzare degli strumenti informatici e utilizzare banche dati o strumenti come l'archivio telematico del deposito contratti presso il CNEL, che sono solo da attivare e da mettere in relazione.
  Uno dei temi che ci vedrà impegnati è quello di mettere a sistema, e quindi far interagire tra di loro, le piattaforme digitali per quelle che sono le informazioni che queste piattaforme ci possono restituire.
  Io ero all'INPS, prima di venire qui, dove sono stati presentati i vari progetti, 132, che l'INPS sta portando avanti nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza proprio per utilizzare le banche dati, l'interoperabilità delle stesse per semplificare anche la mole di informazioni che devono essere richieste ai cittadini. Quindi su questo interverremo per creare tutte le sinergie necessarie a far sì che ciò che la pubblica amministrazione ha già non lo debba richiedere, questo credo che sia fondamentale.
  Poi un altro intervento sarà quello di razionalizzare tutte quelle norme di incentivazione e di agevolazione alle assunzioni, quindi all'instaurazione di rapporti di lavoro, che in taluni casi più che fornire un ventaglio di opportunità invece poi vanno a confliggere tra di loro e a sovrapporsi, e quindi a rendere di difficile applicazione i vari strumenti. Vi potrei fare, e ve lo farò dopo, l'esempio dell'apprendistato, che in taluni casi per quelle che sono delle difficoltà di carattere applicativo e nella predisposizione dei contratti di apprendistato, viene in qualche modo depotenziato da altre norme incentivanti per l'assunzione dei giovani under 35.
  Interverremo anche nuovamente sul tema della detassazione dei premi di risultato, cercando di ampliarla ad altri strumenti della contrattazione, per far sì appunto che la buona contrattazione possa essere sostenuta.
  Come dicevo prima, l'obiettivo è quello di applicare un concetto di semplificazione in modo razionale e puntuale, senza far venir meno quelli che sono invece dei capisaldi del controllo e della correttezza delle operazioni, che poi devono portare alla correttezza degli inquadramenti contributivi e contrattuali dei lavoratori. Però gli oneri non necessari sono anche un costo indiretto che si scarica sul sistema e che poi a volte allontana da realtà che invece devono essere assolutamente valorizzate.
  Abbiamo poi ovviamente tutto quello che riguarda, è il nostro secondo punto, le azioni di politiche attive e di lotta alla povertà all'interno del Piano nazionale di ripresa e di resilienza. Anche in questo caso vi rimando alla lettura delle azioni programmatiche però ci tengo a darvi alcuni punti di attenzione per quello che è il lavoro che andremo a fare.
  Noi ovviamente intensificheremo la sinergia pubblico-privato nello sviluppo delle politiche attive e formative. Riteniamo importante mettere in campo in un'azione sinergica tutte le energie, certamente partendo da quella che può essere la rete dei Centri per l'impiego, che però sappiamo non essere sufficiente per dare copertura a tutte quelle condizioni in cui dobbiamo favorire l'incrocio tra domanda e offerta di lavoro. È importante invece mettere in sequenzaPag. 4 e in relazione la struttura regionale dei centri per l'impiego, le aziende, le imprese della filiera produttiva e commerciale dei servizi, e ovviamente le agenzie private per il lavoro.
  Il nostro obiettivo, quando parliamo di sviluppo di politiche attive e di formazione, è quello di investire su attività formative che siano strettamente necessarie a ricondurre le persone in un contesto lavorativo, quindi, per come la vedo io, ci sarà meno formazione a catalogo e invece una formazione che sia più rispondente a quelle che sono oggi le richieste del mondo delle imprese, soprattutto le richieste che vanno sotto il tema più ampio del potenziamento delle competenze digitali delle persone. Abbiamo certamente necessità di avere delle banche dati aggiornate delle competenze da mettere in rete, da mettere a sistema e soprattutto da rendere fruibili e consultabili a livello nazionale.
  Interverremo su quello che è il contratto a finalità formativa, che deve rappresentare il punto di riferimento per l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro: mi riferisco al contratto di apprendistato. Quando parlo di necessità di semplificazione è perché oggi noi scontiamo, proprio sull'apprendistato, una diffidenza da parte degli operatori, data dalla complessità di gestione delle varie tipologie di apprendistato: soprattutto l'apprendistato di primo e di terzo livello. Mentre invece io credo che si debba investire parecchio, si debba sostenere il duale come forma di collegamento tra il mondo dell'istruzione e l'impresa, e quindi il mondo del lavoro. Quando parlavo prima della necessità di riordinare e di mirare bene quello che è l'impiego e la possibilità di utilizzare degli strumenti di incentivazione è perché a fronte di una complessità sull'utilizzo del contratto di apprendistato laddove ci sono altre forme di incentivazione alle assunzioni, che invece non prevedono tutto questo percorso, quelle possono essere più appetibili però non portano con sé la parte importante e determinante dell'attività formativa.
  L'innovazione e la trasformazione digitale sono un punto di riferimento importante, perché certamente quando dicevo che non ci possiamo fermare alla formazione a catalogo parlavo anche del fatto che abbiamo sicuramente da fare degli investimenti per mettere a sistema tutto quello che tra l'altro ci ha consegnato la pandemia come necessità di implementare ancora di più le competenze in materia digitale. D'altronde è uno degli elementi che è presente nel Piano nazionale di ripresa e resilienza per quel che riguarda le missioni che sono in gestione direttamente del Ministero del lavoro nell'ambito del Programma Gol (Garanzia Occupabilità Lavoratori). Dovremo formare, entro il 2025, 800 mila lavoratori e lavoratrici andando a migliorare e a destinare loro proprio la formazione in campo digitale.
  Oggi abbiamo, dicevo prima, necessità di poter disporre di un'unica piattaforma che tracci anche le attività formative dei lavoratori, ma soprattutto che ne certifichi le competenze, intese non solo ed esclusivamente come competenze di natura formale, quindi che viene fuori dall'acquisizione di conoscenze teoriche, ma invece credo che sia molto importante puntare sulle soft skill e la capacità di adattamento ai contesti lavorativi.
  Per quanto riguarda le linee di riforma delle politiche attive e il programma Gol, vi dico che – così mi permetto di darvi anche qualche aggiornamento su tutte le missioni e le misure che sta gestendo il Ministero del lavoro – noi avevamo degli obiettivi certamente sfidanti per quanto riguarda il 2022 e lo saranno ancora di più le misure 2023. Però per quanto riguarda le politiche attive del lavoro e la formazione professionale, e con specifico riferimento a Gol, era richiesto alle regioni e alle province autonome la pubblicazione dei piani di attuazione regionale, cosa che è stata fatta, e la sottoscrizione di almeno 300 mila patti di servizio personalizzati. Alla data del 30 novembre sono stati sottoscritti 619.516 patti di servizio, quindi l'obiettivo è stato raggiunto. Così come risultano raggiunte anche altre operazioni, quindi altri target: il potenziamento dei centri per l'impiego, che prevedeva almeno 250 centri per l'impiego che avessero realizzato il 50 per cento delle attività previste dai piani regionali al netto Pag. 5delle attività infrastrutturali, che invece sono spostate al 2023. In questo caso il target è raggiunto, perché sono 291, sempre ovviamente alla fine di novembre, di cui 51 localizzati al Sud, 67 al Centro e 173 al Nord, quindi anche con una buona distribuzione territoriale.
  Poi per quanto riguarda le altre misure le commentiamo e vi do i target man mano che andrò avanti con questa relazione. Anzi, per quanto riguarda il disegno di legge anziani che deve essere adottato entro il mese di marzo del 2023, stiamo operando e lo adotteremo in tempi brevi, perché è materia su cui c'è il concorso di più Ministeri.
  Per quanto riguarda il Piano nazionale di ripresa e resilienza, con specifico riferimento agli interventi per la disabilità, il target, che non era facile da raggiungere perché era quello che richiedeva maggiore monitoraggio e attenzione, riguardava almeno 500 distretti sociali; in questo caso abbiamo la sottoscrizione di 761 progetti personalizzati per 514 distretti sociali. Questo per darvi l'indicazione di quella che poi sarà la situazione che avremo alla fine dell'anno.
  Per noi un altro tema importante su cui lavoreremo è l'inclusione e la coesione per favorire l'occupazione femminile e giovanile. I nostri sono dati che ci devono fare riflettere come Paese, perché le percentuali di accesso al lavoro dei giovani e delle donne sono molto basse e soprattutto l'occupazione femminile nelle professioni STEM, e su questo il Ministero si impegnerà in azioni anche congiunte con gli altri Ministeri.
  Abbiamo in gestione anche le azioni in materia di reddito di cittadinanza. Credo che la manovra che sarà in discussione nelle prossime ore abbia delineato quello che è un pensiero di fondo e che non è poi casuale ma attiene alla necessità di utilizzare gli strumenti nel modo corretto, a mio avviso. Da un lato ci devono essere gli interventi, e non vengono negati e non vengono interrotti, a favore di quelle categorie di persone e di soggetti che in questo momento non sono in grado di lavorare per una molteplicità di motivi e perché hanno delle condizioni personali familiari che glielo impediscono. Però poi dall'altra parte ci deve essere un intervento a favore dell'inclusione lavorativa di quei soggetti che sono in condizioni di occupabilità, anche se sono certamente soggetti che hanno delle difficoltà di inserimento immediato e hanno necessità di percorsi di accompagnamento di formazione e di riqualificazione. Il tema non è mai stato quello di non tenere in considerazione quelle che sono le esigenze di soggetti che sono in questo momento lontani dal mondo del lavoro, però l'impegno, per lo meno l'impegno che io in qualità di Ministro del lavoro devo mettere, è quello di promuovere il lavoro e soprattutto promuovere l'integrazione delle persone in ambito lavorativo.
  Sul tema reddito di cittadinanza c'è indubbiamente anche da integrare e valorizzare ancora di più la sinergia con le regioni, e dico anche con i comuni perché credo molto al tema degli interventi di prossimità nel momento in cui i comuni sono i soggetti a cui si rivolge per primo il cittadino in difficoltà. C'è da fare anche un discorso credo realistico su quelle che sono le condizioni in cui dobbiamo operare per intensificare alcune attività di controllo, laddove ci sono stati degli utilizzi non conformi del reddito di cittadinanza o perlomeno dei tentativi di utilizzo non conforme alla normativa che è posta alla base di questo strumento.
  Per quanto riguarda i controlli, è notizia ovviamente nota, tra gennaio e ottobre del 2022 l'INPS ha respinto 290 mila domande che non erano supportate adeguatamente, perché erano soggetti non aventi titolo; di queste 50 mila per dichiarazioni incomplete o risultate non veritiere.
  Oltre a questi ragionamenti che poi ci vedranno nuovamente qui all'inizio dell'anno per ragionare e per presentarvi anche nel dettaglio quelle che saranno le nostre riflessioni sullo strumento e sull'evoluzione dello strumento, io credo che sarà importante lavorare e confrontarci su un nuovo strumento di lotta alla povertà e di promozione dell'inclusione lavorativa. Ho detto che noi guardiamo al coinvolgimento dei territori e della rete dei comuni Pag. 6e ovviamente dei servizi socio-assistenziali e socio-lavorativi. Abbiamo in questo Paese già affrontato in passato delle esperienze di questo tipo; io credo che si debba, nel momento in cui si disegnano nuovi percorsi, prendere il buono di tutto quello che si è visto in passato e magari valorizzarlo individuando uno strumento più rispondente a quella che è la situazione attuale.
  Nel corso del mese di gennaio partiranno due tavoli di confronto con le parti sociali di cui uno in materia di sicurezza sul lavoro. Credo che la sicurezza sul lavoro rappresenti una priorità ma anche un'emergenza; non possiamo continuare a leggere notizie che ci dicono che ogni giorno in Italia muoiono tre persone a causa di un infortunio sul lavoro, in tanti casi anche ragazzi che sono alle prime esperienze lavorative. Il tavolo sarà ovviamente gestito perché quello che è il nostro intendimento è fare una riflessione complessiva su quello che è l'impianto normativo attuale, quindi come intervenire per migliorarlo e potenziarlo, soprattutto per abbandonare una logica solo contenutistica e legata all'adempimento. Vorrei che invece fosse applicata una logica sostanzialistica. Quindi cerchiamo di intervenire su quelli che sono i punti nevralgici, certamente per arrivare a un obiettivo che è fondamentale, quello di rafforzare e implementare la diffusione della cultura della salute e sicurezza, attraverso anche il potenziamento di quelli che sono i protocolli aziendali specifici. Abbiamo fatto esperienza dei protocolli di sicurezza durante il periodo pandemico, nel momento in cui le aziende e le rappresentanze dei lavoratori hanno individuato dei percorsi per poter applicare la normativa in materia di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori a un caso e a una condizione particolare come quella del contrasto alla diffusione del virus. Quelle esperienze ci devono portare a rivedere gli accordi attuativi e a implementare meglio quello che nell'articolo 37 del decreto legislativo n. 81 del 2008 attiene all'obbligo formativo dei datori di lavoro, ai corsi, alle modalità con cui riusciamo veramente a fare presa con una formazione specifica che però poi ci porti a rendere effettiva la cultura della sicurezza. La vorrei portare anche all'interno delle scuole e delle università, perché credo che ciò sia fondamentale.
  Intensificheremo le azioni ispettive e i controlli sulla materia specifica mettendo in relazione e in sinergia i vari soggetti che si occupano dell'ispezione, cioè l'Ispettorato nazionale del lavoro, le ASL e anche il Nucleo carabinieri che completa l'azione ispettiva.
  Per quanto riguarda le azioni di contrasto al lavoro sommerso e al caporalato, mi riallaccio a quello che ho detto prima relativamente all'attività ispettiva. Avrete visto che nei mesi scorsi è partita un'attività specifica legata al contrasto del lavoro sommerso nell'ambito degli appalti di alcuni settori particolarmente sensibili; verificare la correttezza della filiera degli appalti e le modalità con cui vengono gestiti i rapporti di lavoro è per noi molto importante.
  Su questo tema sapete perfettamente che c'è da emanare, questo è uno dei nostri obiettivi, il decreto di adozione del Piano nazionale del sommerso. Sarà fatto perché andrà in pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale entro il 22 dicembre prossimo. Per quanto riguarda invece il tavolo del caporalato il Piano triennale è prorogato al 2025 e prevede 350 milioni di finanziamenti comunitari a cui si aggiungono tutte le altre fonti di finanziamento. Siamo quasi pronti a predisporre e a presentare la seconda relazione al Parlamento.
  Vi posso anticipare che è stata portata a compimento l'indagine sulle condizioni abitative dei migranti nel settore agroalimentare, questo era un obiettivo importante perché c'è un fondo di 200 milioni di euro nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza per superare quelli che sono gli insediamenti abusivi e mettere le persone in condizione di poter vivere dignitosamente. È un fondo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali che dobbiamo gestire nell'ambito del Piano nazionale.
  Un altro punto della relazione concerne l'assistenza e la protezione alle vittime di sfruttamento e per quanto riguarda i poli sociali integrati sono stati costituiti e resi operativi 750 punti di accesso che hanno Pag. 7consentito di contattare 35 mila cittadini di Paesi terzi bisognosi di protezione e assistenza. Questo per darvi un'ulteriore indicazione di quelle che sono le direttrici del PNRR, che, per quanto riguarda il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, toccano un ventaglio e una serie di temi molto complessi ma anche molto trasversali e ampi.
  Lavoreremo sugli ammortizzatori sociali, perché sarà necessario avviare degli interventi di monitoraggio, manutenzione e miglioramento degli ammortizzatori sociali esistenti. L'ottica deve ovviamente essere quella dell'universalità della copertura. In questo consentitemi di dire che faremo specificamente azioni rivolte alla bilateralità, e quindi ai fondi di solidarietà bilaterali, per dare a queste strutture e queste fattispecie la possibilità di essere ancora più efficienti ed efficaci, anche in una logica di semplificazione di quelle che sono le procedure, per consentire alle imprese e ai lavoratori di avere un migliore accesso a tutte le risorse. Io credo che sia importante anche valutare in che modo possiamo ampliare la gamma delle prestazioni che oggi vengono assicurate dai fondi di solidarietà bilaterale.
  In questo metto anche il tema degli autonomi, perché sapete che in questo momento in via sperimentale per il triennio 2021-2022-2023 i professionisti non iscritti a casse di previdenza privatizzate, ma che invece versano la loro contribuzione alla gestione separata degli autonomi, presso l'INPS, hanno la possibilità, in caso si trovino in condizioni reddituali e di lavoro particolari, di poter usufruire di un'indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa (ISCRO). Su questo dovremo intervenire, primo perché la norma è sperimentale, poi perché prevede certamente dei costi. Oggi non credo sia ipotizzabile di poter assicurare una prestazione se non c'è a fronte una copertura di contribuzione che sia destinata a quella misura; però è necessario in questo caso tener conto anche di questa esperienza, valorizzarla, vedere se si riesce ad alzare la soglia reddituale e quindi consentire a soggetti che hanno una anzianità di iscrizione alla gestione separata inferiore ai quattro anni di poterne usufruire.
  Perché vi ho parlato del lavoro autonomo? Perché il lavoro autonomo è un'altra delle attenzioni del Ministero del lavoro: il Ministero del lavoro è il Ministero dei lavoratori subordinati ma anche dei lavoratori autonomi, e per me dare copertura al lavoro vuol dire tarare degli interventi che siano a destinati a tutta la platea dei lavoratori.
  In questo caso avete visto che uno dei primi atti che ho ritenuto di dover fare, dopo l'insediamento al Ministero, è stato quello di convocare un tavolo delle parti sociali allargato per fare il punto della situazione e raccogliere quelle che erano le sollecitazioni e i suggerimenti dei sindacati dei lavoratori e delle associazioni datoriali e poi ho fatto partire il tavolo del lavoro autonomo, in questo facendo la scelta di coinvolgere sia le rappresentanze del mondo degli ordini e collegi professionali che le rappresentanze delle professioni ex lege n. 4 del 2013.
  Sono certamente due tipologie di lavoro autonomo che sono regolate da impianti normativi differenti, ma sono comunque categorie di lavoratori autonomi che hanno ugualmente necessità di vedere coperte alcune esigenze. Il tema è la legge n. 81 del 2017, il «Job Act» dei lavoratori autonomi; con qualcuno di voi abbiamo avuto modo di confrontarci a lungo negli anni scorsi quando facevo un altro lavoro, o per lo meno un altro servizio, forse sarebbe meglio dire così.
  Sulla legge n. 81 noi recupereremo l'esperienza del tavolo del lavoro autonomo cercando di sistematizzare e quindi di affrontare temi che sono assolutamente determinanti per lo sviluppo di un comparto che ha molto sofferto durante la pandemia. Abbiamo perso 456 mila lavoratori autonomi nell'arco di due anni e lì abbiamo bisogno di intervenire ad ampio spettro: da un lato con la normativa sull'equo compenso, dall'altro con azioni di welfare integrato e di sostegno al reddito; vi ho parlato prima dell'ISCRO. Certamente c'è da ragionare molto sul tema della previdenza; per gli iscritti alle Casse previdenziali privatizzatePag. 8 vuol dire ovviamente valutare soprattutto le azioni in un'ottica di sostenibilità a cinquant'anni di quelli che sono i singoli istituti e le singole casse di previdenza e dei bilanci tecnici. Per quanto riguarda la legge n. 4 del 2013 vuol dire guardare a come far evolvere il loro ruolo e soprattutto la previdenza di questi professionisti nell'ambito di una gestione separata degli autonomi, che è particolarmente onerosa in termini di versamenti contributivi a percentuale.
  Altro tema che ci ha consegnato la legge n. 81 del 2017 sono gli interventi in materia di salute e sicurezza negli studi professionali, che per dimensioni e per casistiche di rischio sono molto diverse rispetto alle aziende di processo. Quindi in questo caso nel tavolo sulla sicurezza sul lavoro inseriremo anche degli specifici interventi e delle riflessioni su questo comparto.
  Dicevo che il primo tavolo lo dedicheremo agli infortuni e alla sicurezza sul lavoro, il secondo alle pensioni, a una riforma delle pensioni che a mio avviso è necessario fare aprendo a un dialogo e a una concertazione ampia. Su questo, mi permetto di dire Presidente, vorrei anche chiedere l'aiuto della Commissione perché credo sia molto importante il lavoro che potreste fare a supporto di questi tavoli, anche con le vostre indagini conoscitive e con le modalità con cui potete interloquire con la società civile, con i soggetti che possono essere interessati in svariati modi a questi temi.
  Il mio obiettivo è quello di arrivare a una condizione in cui non solo si rimette a sistema e si rendono più coerenti le varie gestioni e i percorsi che i lavoratori fanno nell'ambito delle varie gestioni, che a volte non solo non si parlano ma poi quando si costruisce una carriera pensionistica diventano anche confliggenti tra di loro. In questo caso credo che sia importante razionalizzare il tutto e in questo modo eviteremmo di dover prorogare degli interventi temporanei, come quelli che possono essere presenti in questo momento nel disegno di legge di bilancio; nell'ambito di una revisione complessiva di sistema troveranno una definizione nei nuovi strumenti.
  Io guardo anche alla previdenza complementare, perché per come la vedo io sarà sempre meno complementare e sarà sempre più un completamento indispensabile di un percorso pensionistico che non può essere solo ed esclusivamente confinato in un primo pilastro che, soprattutto con il sistema contributivo rischia, laddove dovessero esserci carriere discontinue, di consegnarci delle pensioni di importo veramente ridotto.
  Collegato con questo, attiveremo ancora di più il coordinamento con i nostri enti vigilati, che dovranno poi darci supporto in tutte quelle che saranno le azioni e le proposte legislative del Ministero: mi riferisco all'INPS, mi riferisco ovviamente all'INAIL, all'Ispettorato nazionale del lavoro, ma ancor di più in questo caso, cioè per quello che riguarda la valutazione delle nuove misure pensionistiche con riferimento alla spesa pubblica, all'INAPP.
  Vi dico ancora qualcosa in materia di economia sociale e di immigrazione, ma con riferimento agli interventi a favore del terzo settore. Anche qui siamo allineati a quelli che sono gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza: quindi perseguiremo il Piano di azione per l'economia sociale, svilupperemo nuove relazioni tra pubbliche amministrazioni, enti dell'economia sociale e renderemo accessibili tutte quelle che sono le risorse di finanziamento per creare degli strumenti finanziari specifici, ma che servano ovviamente a sostenere il terzo settore. Il riferimento per noi sono le politiche inserite all'interno del PNRR e dei target a noi assegnati.
  Per quanto riguarda il tema immigrazione stiamo lavorando con il Ministero dell'interno e gli altri Ministeri competenti per valutare il nuovo decreto flussi, che per quanto mi riguarda, ma c'è la sensibilità dei colleghi al proposito, sarebbe preferibile che avesse una valenza almeno biennale per poter coprire una programmazione che deve essere prospettica e non invece a consuntivo. Su questo ovviamente, però, mettiamo come punto di attenzione il fatto che esiste, anche in quella che è la normativa vigente, la necessità per il datore di lavoro che richiede una quota di lavoratoriPag. 9 di fornire la prova di aver ricercato dei lavoratori che sono già residenti sul territorio italiano e di non averli trovati. Renderemo ancora più efficace questo tipo di valutazione, perché per noi è importante che laddove ci sono delle prospettive di lavoro, che poi possono essere destinate anche a soggetti che oggi percepiscono interventi di integrazione e sostegno al reddito, quello sia un canale prioritario perlomeno di ricerca e solo quando c'è la certezza che quelle risorse non sono state trovate, allora ci sarà la certificazione che darà luogo alla richiesta della quota.
  Per quanto riguarda il monitoraggio del Piano triennale di contrasto allo sfruttamento in agricoltura e al caporalato vi ho illustrato prima le linee di indirizzo che sono emerse dal riscontro che abbiamo fatto ieri con il tavolo del caporalato.
  Ultima cosa, ma non meno importante, stiamo lavorando ovviamente per migliorare anche, se me lo consentite, la attrattività del Ministero del lavoro e delle politiche sociali come datore di lavoro, perché uno dei temi importanti è quello di riuscire ad attrarre, attraverso i concorsi pubblici, quelle risorse umane che sono necessarie per il perseguimento degli obiettivi e la realizzazione dei progetti. Tenete conto che oggi la nostra Unità di missione del PNRR è al 50 per cento della forza lavoro prevista da programma. Questo non perché non si voglia reclutare il personale ma oggi è in corso una stagione di reclutamento da parte della Pubblica amministrazione in generale e degli altri Ministeri, per cui c'è tanta offerta e i lavoratori non scelgono un Ministero del lavoro che in questo momento ha una sua caratteristica: è localizzato solo a Roma, perché le sedi territoriali sono quelle della nostra agenzia, l'Ispettorato nazionale del lavoro.
  Questo per dirvi che siamo impegnati ovviamente anche nei processi di digitalizzazione interna che ci consentono, laddove abbiamo carenze di personale, di mantenere il presidio di tutte le attività tenendo conto della necessità di avere dei processi snelli ed efficienti.
  Io mi fermerei qui Presidente. Vi chiedo scusa se vi ho portato via tanto tempo, però, con sincerità, ci sarebbe da parlare molto più a lungo perché le azioni di sistema e soprattutto i presìdi di attività del Ministero del lavoro, che ha anche ovviamente una sua competenza in materia di politiche sociali, è veramente materia vastissima, perlomeno per chi cerca, come me, di affrontarla sul piano tecnico e poi politico. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie al Ministro Calderone per la sua ampia mappatura delle principali linee programmatiche rispetto a quello che sarà nelle intenzioni del Ministero del lavoro. Grazie anche per aver ampliato la discussione a questa Commissione, che molto spesso entra nel merito preciso dei provvedimenti ma soprattutto delle proposte. Penso che raccoglieremo, al netto che nulla osti da parte di tutti i gruppi, anche l'indicazione del Ministro rispetto a possibili indagini conoscitive per quanto riguarda i due temi che su cui si applicheranno, se non ho capito male già dagli inizi del prossimo anno, due tavoli importanti, ovvero quello della sicurezza sul lavoro e quello delle pensioni.
  Allora, io ho già alcuni iscritti a parlare, chiedo agli altri gruppi che non abbiano ancora comunicato agli uffici i nominativi di comunicarli, così abbiamo la lista delle persone che possono intervenire per sette minuti per gruppo, eventualmente suddivisi tra le due Commissioni. La prima iscritta a parlare è la collega Marta Schifone di Fratelli d'Italia.

  MARTA SCHIFONE. Grazie Presidente. Ringrazio il Ministro per avere accolto la chiamata del Parlamento in audizione, a nome mio e del gruppo di Fratelli d'Italia che mi onoro di rappresentare.
  Nella sua relazione ci ha suggerito un'ampia carrellata, che abbiamo molto apprezzato per motivi di merito e per motivi di metodo. Di metodo perché ha affrontato dei temi molto complessi che magari richiedono delle soluzioni altrettanto complesse, ma ci ha dato una direzione chiara: ci ha dato degli obiettivi netti di legislatura, e questo ritengo sia la cosa più rilevante. Perché dopo anni di incertezza e anche di Pag. 10giurisprudenza discontinua, di improvvisazione, una direzione chiara su un tema strategico come è quello del lavoro per la nostra Nazione era quello che davvero ci auguravamo, Ministro. Oggi ci ha lasciato intravedere una chiara visione.
  E poi ovviamente l'abbiamo apprezzata per motivi di merito, perché lei ha tracciato le linee del Governo e i punti qualificanti del programma del centrodestra, segnatamente di Fratelli d'Italia, punti di programma per i quali siamo stati votati e per i quali governiamo con un chiaro mandato popolare. Del resto già nella legge di bilancio c'era un'attitudine alla coerenza, quindi si è vista ed è emersa una chiara indicazione dell'attuazione del programma: penso al taglio del cuneo fiscale, misura di 4 miliardi; penso alla progressiva introduzione del meccanismo fiscale premiale, con il principio più assumi e meno paghi e quindi la decontribuzione per i giovani sotto i 36 anni, per le donne, per i percettori di reddito di cittadinanza. E sulle pensioni, anche lì, l'intervento deciso e anche indifferibile, necessario ovviamente per evitare il ritorno della legge Fornero.
  Condividiamo con lei la necessità di una più ampia riflessione che richiederà più tempo, perché occorre una riforma organica e complessiva su questo tema.
  Sul reddito di cittadinanza francamente credo che oramai sia monotono, un po' superfluo e ridondante ricordare la nostra posizione; anche l'opinione pubblica, gli italiani, oramai l'hanno ben compresa. La nostra intenzione è di non lasciare indietro nessuno, Ministro. Lei l'ha detto molto bene, e la ringraziamo, e ha ricordato l'impegno per la costituzione del Fondo per il sostegno alla povertà e all'inclusione attiva. Dall'altro lato però siamo fermi e convinti di voler rivendicare la funzione etica del lavoro, del resto sancita anche nella nostra Costituzione. Gli occupabili devono essere riaccompagnati, e utilizzo questo termine proprio perché ricordiamo che c'è una misura ponte che darà, grazie alla formazione, la possibilità di reintrodurre o di introdurre nel mercato del lavoro; quindi come non pensare alla riforma delle politiche attive per il lavoro, riorganizzare e rafforzare il sistema, sia con tutte le scuole superiori e l'università, ma mi sento di dire anche con l'impresa. Perché per noi è molto importante, Ministro, invertire il paradigma: cioè il fabbisogno deve partire dal tessuto produttivo, dalle imprese, e non viceversa come è stato fino ad oggi.
  Qui mi collego anche al tema delle competenze, lei ha ripetuto questa parola più volte, e con molto piacere l'ho sentita ripetere, perché è una parola devo dire ultimamente un po' abusata ma sulla quale, sono d'accordo con lei, c'è bisogno di fare focus e dovrebbe secondo noi rappresentare una chiave di volta. Assistiamo ad un paradosso, da un lato abbiamo i NEET, oltre 3 milioni, con gli ultimi dati di Banca d'Italia, abbiamo i cervelli in fuga, abbiamo la dispersione scolastica; però dall'altro lato abbiamo una carenza incredibile di competenze, di figure qualificate, in un mondo sempre più digitalizzato mancano i lavoratori specializzati. Noi di Fratelli d'Italia lo sappiamo bene, sono anni che parliamo di STEM, che è un tema molto conosciuto in ambito accademico. Gli stakeholder globali sono attenti alla materia, molto meno l'opinione pubblica, molto meno una comunicazione che è un po' snobba questo tema. Noi siamo molto fieri di averlo riportato nell'agenda politica e ricordo l'articolo nel disegno di legge di bilancio che parla proprio di promozione di materie STEM. E oltre alle STEM lei giustamente faceva cenno all'apprendistato, ai tirocini, ma mi sento di dire anche di dare l'avvio all'effettiva riforma degli ITS, perché non è detto che tutti debbano essere laureati. Lo dico da laureata e conosco il valore dello studio accademico, ma abbiamo bisogno di figure qualificate perché dobbiamo consentire che la domanda si incroci con l'offerta.
  Altro tema è la tutela della salute sui luoghi di lavoro lavoro, perché è vero che il lavoro è l'unica leva che può restituire la dignità all'uomo, ma è altrettanto vero che non si può morire di lavoro. Fonti INAIL ci dicono che al 31 ottobre c'erano purtroppo conteggiate 909 morti bianche. Questo non è possibile in un Paese che si dice civile, è una strage che ci tocca profondamente e sulla quale c'è bisogno di fare una grossa Pag. 11riflessione. Molto allarmante è anche l'aumento degli infortuni e anche delle patologie da professionalità e noi crediamo già da un po' di tempo che bisogna rivedere il testo unico perché c'è stata una mancata attuazione della parte sostanzialista, a mio avviso, forse sobbarcata dalla grossa mole di imposizioni. Quindi lavoro sulle buone prassi, sulle linee guida, sulla sorveglianza sanitaria. Sugli autonomi lei ha praticamente detto tutto; tertium genus, terzo pilastro, perché secondo noi gli autonomi rappresentano un punto di equilibrio nel frastagliato mercato del lavoro, perché sono la pietra angolare che contribuisce a creare un peso ed un contrappeso. Noi dobbiamo parlare oggi però di due categorie: di garantiti e di non garantiti e vogliamo uno Stato giusto, Ministro, uno Stato che sostiene soprattutto chi vuole fare senza intralciarlo ma che dall'altro lato dia uguali tutele e protezioni. Qui lei ha citato l'equo compenso, il compenso certo e anche la riforma della sussidiarietà. Mi sento di ricordarle che so essere un tema a lei molto caro. Concludo Presidente. Da parte nostra troverà sempre grande disponibilità e grande collaborazione; la strada tracciata, secondo noi è quella giusta e il nostro sostegno ci sarà sempre affinché ci siano obiettivi da raggiungere e raggiunti, sempre solo nell'interesse nazionale.

  TIZIANA NISINI. Buongiorno Ministro, la ringrazio per questa illustrazione chiara, con la quale ha toccato dei punti importanti. Io mi voglio soffermare sul tema della semplificazione, che è necessaria, ormai indispensabile. Nelle sue linee programmatiche fa riferimento al decreto legislativo n. 104 del 2022 che ha creato una vera burrasca nel mondo, non solo delle imprese, ma anche delle famiglie. È un'alzata di scudo da parte di tutte le associazioni di categoria, nessuna esclusa, che si sono ritrovate nel mese di agosto, il 13 agosto, a dover sobbarcarsi di una mole di burocrazia per tale direttiva europea. Tra l'altro, questo decreto legislativo non rispecchia questa direttiva europea, che faceva riferimento alla contrattazione collettiva.
  Il Ministro che l'ha preceduta ha deciso di mettere addosso alle aziende, ma anche alle famiglie – perché questa direttiva andava a toccare anche il mondo delle colf, delle badanti, delle baby-sitter – una mole importante di burocrazia. Lei ha parlato di lavoro sommerso, ebbene questo decreto legislativo, nel mondo delle famiglie, incentiva il lavoro sommerso perché molto spesso le famiglie non sono in grado di assolvere a pratiche così complicate e costose. Esse non possono ricorrere a professionisti o anche all'utilizzo di strutture esterne e, quindi, il fatto che lei e il Governo vogliate mettere mano in maniera tempestiva a questa semplificazione è importante, proprio per andare a contrastare il lavoro sommerso in un settore, come quello delle colf e delle badanti, che è un settore molto delicato, molto sensibile, su cui ci dovrà essere un'azione mirata, ovviamente anche con un supporto delle famiglie che molto spesso si trovano si trovano in difficoltà. Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, tanto si è detto, ma dobbiamo evitare che si inneschi un pensiero, il pensiero che la persona possa scegliere se avere un sussidio o andare a lavorare. La persona deve lavorare, la persona prende un sussidio se non ha la possibilità di lavorare – e qui c'è già un imprinting nella legge di bilancio – e questo non vuol dire lasciare indietro le persone, vuol dire accompagnare le persone nel mondo del lavoro con una formazione non a catalogo (come lei spesso ha detto stamattina) ma personalizzata che veramente faccia crescere nelle persone le competenze, che dia risposte anche un mondo economico e produttivo che chiede una manodopera che non trova. Infatti, nel nostro Paese, è paradossale, ci sono delle percentuali importanti di disoccupazione. Ci sono imprese che cercano manodopera non solo qualificata, anche di bassa competenza, mentre abbiamo milioni e milioni di percettori di reddito di cittadinanza. Questo non si può semplificare dicendo solamente che i salari non sono adeguati, perché in molti casi lo sono, eppure nel nostro Paese si può scegliere se prendere il sussidio o andare a lavorare. Noi vogliamo togliere tale aspetto, dando Pag. 12però dignità a tutti, in quanto la vera dignità è lavoro, non il sussidio. I centri per l'impiego, tutte le regioni hanno raggiunto gli obiettivi; esprimo soddisfazione per questo, perché molto spesso tale argomento è stato strumentalizzato, affermando che le regioni di centrodestra non avevano rispettato gli impegni. Le regioni hanno raggiunto gli obiettivi che erano previsti per quest'anno, ma un rafforzamento dei centri per l'impiego non basta per attivare le politiche attive, per andare a segno con il «Programma Gol», ci vuole una vera e propria sinergia con il settore privato, con le agenzie del lavoro, che già mirano ad una competenza mirata personalizzata. Quindi, non una sinergia a parole, ma una sinergia dei fatti. Già tutte le associazioni datoriali si sono messe a disposizione, anche con una formazione interna, e sono pronte proprio per andare a colmare quella mancanza di manodopera, senza la quale si rischia di ostacolare lo svolgimento di tante attività e tante produzioni.
  Ha parlato dei tavoli di confronto sulla sicurezza sul lavoro – è già stato detto del numero delle morti bianche, degli infortuni che sono aumentati – tavoli che non possiamo che condividere. Come Commissione faremo la nostra parte ben disposti a portare tutte le nostre osservazioni e a dare una mano anche a lei, Ministro, a trovare delle soluzioni, anche in relazione alla riforma della pensione che è una riforma che non può più aspettare. Quest'anno si è trovata una misura ponte, ma ci sarà un anno intero per rendere più organico il settore delle pensioni, con un'attenzione importante anche alla previdenza complementare.

  CHIARA TENERINI. Buongiorno colleghi. Ringrazio il Ministro Calderone per questa sua veramente attenta, puntuale e complessa illustrazione di quelle che saranno le linee programmatiche del suo Ministero. Io voglio soffermarmi su alcuni punti che lei ci ha illustrato a cui tengo particolarmente, perché sono entrati fortemente nel dibattito, soprattutto in questa prima fase di lavoro della nuova legislatura, visto che ci stiamo accingendo a varare la legge di bilancio. Sto parlando appunto della rimodulazione del reddito di cittadinanza e apprezzo fortemente il punto in cui lei ci ha illustrato la sua visione di approdare a un nuovo reddito di inclusione, in modo da non lasciare assolutamente indietro nessuno. Questa è la visione che abbiamo anche noi partiti di centrodestra; è chiaro che quello che noi rivendichiamo da tempo la necessità di garantire, alla platea dei lavoratori che possono essere occupabili la possibilità di trovare lavoro, accompagnando chi non può lavorare con un reddito di inclusione e di sostegno vero, sicuro, ovviamente svolgendo delle politiche attente a tutte le parti sociali. Questo secondo me è fondamentale, come fondamentale è il suo approccio ad una collaborazione e interazione tra il suo Ministero, il Governo, la regione e gli enti locali, perché sono solo gli enti locali, i comuni, i primi veri baluardi, che conoscono i problemi delle comunità. Quindi, secondo me, la rimodulazione anche delle forme di assistenzialismo, di inclusione, devono passare attraverso un rapporto di stretta collaborazione con le regioni e con i comuni, con tutte quelle strutture socio sanitarie che quotidianamente affrontano le difficoltà che i cittadini stanno vivendo. Per cui io credo che questo sia un indirizzo estremamente importante da realizzare, come ha detto lei, attraverso un'implementazione del rapporto tra pubblico e privato, ovviamente in vista della formazione, della riqualificazione dei centri per l'impiego, dell'aumento della platea con le agenzie private. Ci deve essere una sinergia importante e mi ha effettivamente colpito questa visione che comprende una banca dati delle abilità dei lavoratori, in cui non si guardi solo e soltanto alla competenza pratica del lavoratore, ma anche alla personale attitudine, che esso può esprimere nel mondo del lavoro attraverso la sua resilienza, attraverso la sua capacità di plasmarsi all'occorrenza. Credo che queste siano questioni fondamentali che tengano al centro la persona. Come sono importanti tutti i percorsi di semplificazione e trasparenza nel rapporto della contrattualistica del lavoro, per rendere più fruibile e più facile anche il Pag. 13rapporto tra datore di lavoro e lavoratore stesso.
  Da ultimo, mi voglio soffermare sulla parte della sua relazione in cui ha manifestato attenzione al mondo del lavoro autonomo e privato, soprattutto per quanto riguarda quelle categorie iscritte alla gestione separata. Credo che questo sia un segnale importante in questo Paese, per quanto riguarda le politiche di welfare di sostegno al reddito per tutti quei lavoratori che fino ad oggi forse si sono sentiti soli e abbandonati dallo Stato, non avendo avuto magari le giuste attenzioni. Faccio riferimento alle micro imprese, alle imprese familiari che sono state spesso isolate in questi anni, che sono poi il motore dell'Italia.
  Per cui io ritengo che questo sia un cambiamento di passo importante e la ringrazio per questo, per tutto quello che ci ha illustrato. Sarà compito nostro e sarà un piacere collaborare in questi cinque anni, in questa Commissione, con i colleghi di maggioranza e di opposizione, anche per licenziare una riforma del sistema pensionistico importante e fondamentale, che non vada più a colpi di variazioni annuali o biennali, ma che trovi una struttura importante e continuativa, anche attraverso l'implementazione della previdenza privata. Per cui io la ringrazio per questo suo intervento e sarò onorata di lavorare con lei in questi cinque anni.

  ANTONIO D'ALESSIO. Buongiorno, sarò telegrafico. Ringrazio innanzitutto il Ministro per la sua disponibilità che è emersa chiaramente e mi voglio augurare, e sicuramente sarà così, una interlocuzione continua, periodica con questa Commissione, naturalmente per il bene del Paese.
  Voglio però esprimere una grande preoccupazione e questo lo faccio al netto di ogni barriera o steccato ideologico, perché è proprio nel DNA del nostro partito, del terzo polo, di Azione- Italia Viva quello di evitare di impregnare le nostre proposte, la nostra politica di condizionamenti di tipo ideologico. Quindi al netto di questo, la grande preoccupazione, almeno per quanto mi riguarda, è il lavoro giovanile. Non abbiamo una visione, almeno da quello che emerge anche dalla relazione, se non qualche spot, retaggio del passato. C'è una condizione di penalizzazione enorme rispetto ai Paesi europei, ci sono intere zone, città importanti che si svuotano; dalle statistiche emerge che i giovani vanno via, certamente non per assicurarsi un orizzonte più roseo, ma semplicemente perché la matrice è quella della carenza di politiche giovanili in ordine al settore del lavoro.
  Quindi su questo, al netto di ogni steccato ideologico, proveremo a ragionare, a integrare e a proporre, con istanze proposte serie e reali, da sottoporre poi al Ministro in questa ottica. Questo mi sentivo di dire come raccomandazione, poi naturalmente valuteremo in futuro il lavoro che verrà svolto.

  ELENA BONETTI. Grazie Ministra per l'intervento, per l'illustrazione delle linee programmatiche che, come già evidenziato dal collega, danno conto di una prospettiva sulla quale confesso un po' di preoccupazione condivisa. Innanzitutto, apprezzo da parte sua il riferimento chiaro al PNRR, ai target che, come lei oggi ci conferma, sono stati raggiunti. Quindi questa è una buona notizia, ovvero che si sia cambiato quell'atteggiamento allarmistico di obiettivi non raggiunti, che invece si confermano raggiunti. Per il nostro Paese questo è un risultato importante. Le devo dire che sul tema del lavoro, dello slancio dell'occupazione – noi abbiamo già avuto modo di dirlo in altre sedi – ci delude sicuramente la manovra di bilancio. Dalle sue parole emerge un impegno successivo, lo attendiamo con spirito ottimistico. Bene che abbiate prolungato quelle misure che avevamo introdotto – per esempio la decontribuzione per la donna e i giovani – penso che però oggi non possa più bastare una misura che andava confermata, ma affiancata da altre misure. Su questo mi permetto di farle una domanda: a che punto siamo con i decreti attuativi della legge n. 32 del 2022, che devono vedere la sua firma come Ministra competente, in particolare per quanto riguarda quelli che scadono a maggio, si tratta dei servizi educativi, della defiscalizzazione per il welfare per le imprese, per misure a sostegno della Pag. 14genitorialità; si tratta di un fondo per i comuni per i servizi educativi e le politiche sociali, ovvero ambiti di sua diretta competenza. Mi chiedo se state pensando nel provvedimento cosiddetto mille proroghe, di spostare il termine, perché mi pare di non aver visto nessun capitolo di bilancio a questo destinato. C'è il tema di attuazione di quelle politiche condivise dai partiti che oggi sono al Governo (le hanno votate volute e sostenute). Si tratta di di misure che sono sempre state fortemente non solo condivise ma sostenute, volute, introdotte e votate dai partiti che oggi sono al Governo, per quanto riguarda in particolare la riduzione del costo del lavoro femminile.
  Ebbene Ministra, lei lo sa meglio di me, perché conosco la sua ampia competenza sulla materia, che quella misura che alzava per le sole donne all'80 per cento l'indennità di maternità andava ad aumentare il divario del costo del lavoro femminile rispetto a quello maschile. È bene che il Governo abbia cambiato idea, abbia riportato la questione nel solco corretto, nell'ambito di una condivisione tra le madri e padri, ma sappiamo che deve essere aumentato il congedo di paternità obbligatorio, deve essere introdotta, sempre in attuazione della legge, una misura a sostegno della genitorialità per le libere professioniste e i liberi professionisti, si deve affrontare il tema dei cosiddetti rimborsi per il servizio domestico, anche per fare emergere, sono d'accordo con la collega, il lavoro domestico oggi purtroppo troppo spesso in nero. Questo credo che sia un elemento sul quale il Governo oggi deve dare una risposta e quindi mi chiedo in quali termini.
  Il tema delle professioni STEM è strategico, penso che vadano attuate le misure previste dalla strategia nazionale (su questo anche le chiedo a che punto siamo; alcune erano già state attuate). Per quanto riguarda l'investimento sull'impresa femminile, non è stato confermato il fondo Impresa Donna, un fondo che tra l'altro lo stesso Ministro Giorgetti ha amministrato con grande capacità, che però manca completamente dal tavolo programmatico. E infine sul tema delle politiche sociali, se mi posso permettere, qualche parola in più ce la saremmo aspettata per esempio sull'effettiva introduzione dei livelli essenziali di prestazione. Si parla dell'ennesima cabina di regia, ma diciamocelo chiaramente, il lavoro è già stato fatto, vanno semplicemente finanziati. Quindi mi chiedevo quali fossero i tempi, così come quali saranno i tempi di attuazione della Child Guarantee europea per cui abbiamo avuto 635 milioni di finanziamento per misure che lei, il suo Ministero devono governare. Mi è parso di non cogliere tale aspetto nella sua azione programmatica, ma penso sia una risorsa importante sulla quale sicuramente non farà mancare il suo impegno.

  FRANCESCO MARI. Ringrazio anche il Ministro ovviamente per la disponibilità, per il contributo e per l'illustrazione. Però c'è forse una serenità addirittura eccessiva nel descrivere la condizione del lavoro in questo Paese, che invece meriterebbe un allarme. Spero ci sia nel suo lavoro, ma non traspariva dai toni e dagli argomenti che ha usato, dalla sua relazione che somigliava molto a una fotografia sullo stato di avanzamento delle iniziative assunte, tra l'altro in gran parte, dai Governi precedenti.
  Il lavoro invece – Ministro, credo che lo sappia meglio di me questo – vive una condizione drammatica, allarmante, di assoluta sofferenza in questo momento. Il lavoro povero aumenta, aumenta la precarietà nel lavoro: i NEET, i cervelli in fuga, la mancata corrispondenza tra domanda e offerta di lavoro, non sono soltanto un problema di mismatch, di lavoratore sbagliato al posto sbagliato. Non è tutto qui, c'è una difficoltà drammatica del lavoro che riguarda innanzitutto i redditi e riguarda le modalità attraverso le quali si entra nel mondo del lavoro; è qui che bisogna mettere mano. Ci sarebbe bisogno di misure shock rispetto alla precarietà, rispetto al lavoro povero, rispetto ai diritti di chi lavora. Uno shock servirebbe, invece io ravviso – spero di sbagliare ma sinceramente credo di no – una certa serenità nell'affrontare questo tema tutta volta a individuare le misure ordinarie rispetto al lavoro. Io credo che di ordinario non ci sia Pag. 15proprio niente, la condizione nostra, anche nel raffronto, nel confronto con gli altri Paesi europei, lo sapete meglio di me, è di assoluta sofferenza da questo da questo punto di vista. Invece il Governo va in altre direzioni, addirittura – poi avremo modo in questa Commissione di verificare man mano l'effetto degli interventi che si stanno facendo in queste ore, in questi giorni – secondo me questo Governo aumenta la precarietà, dà segnali di allargamento della precarietà del lavoro e niente viene fatto in direzione della riduzione della povertà, della condizione di chi lavora e nonostante lavori non ha la possibilità di immaginare un futuro.
  Io sinceramente di tutto questo ho visto ben poco, ho sentito ben poco nel vostro intervento e saremo qui, puntualmente a seguire, emendare a tentare di correggere questo percorso.

  VALENTINA BARZOTTI. Io ringrazio la Ministra per essere qui oggi ad illustrare le sue linee programmatiche. Innanzitutto il Governo intende togliere una misura di protezione sociale a decine di migliaia di persone dal 1° settembre 2023 e cancellare definitivamente, dal 1° gennaio 2024, il reddito di cittadinanza. Come sa benissimo, Ministra, la povertà è un'emergenza e lo dicono i numeri. Dal 2019 ad oggi sono circa 2,24 milioni gli individui che hanno ricevuto il reddito di cittadinanza e questi sono dati INPS. Lo stesso SVIMEZ, pochi giorni fa, ha stimato che nel 2023 ci saranno 700 mila poveri in più a causa dell'inflazione e che il reddito di cittadinanza costituisce l'unico argine, l'unica misura effettiva di protezione sociale.
  Ministra è miserabile fare cassa sui più fragili e indifesi, e questo a proposito di etica. Circa 660 mila, come diceva lei, sono soggetti abili al lavoro, ma Ministra, lo sa benissimo che sono difficilmente collocabili queste persone in tempi brevi, perché 53 mila sono over 60, ad esempio, 135 mila hanno fra i 50 e i 59 anni. Io mi chiedo, e mi sorprende sentirlo, come pensate di potenziare le misure di formazione e pretendere che nel giro di qualche mese, queste persone siano collocabili o comunque inseribili all'interno di un circuito di lavoro con un contratto stabile. A proposito di etica, quali contratti queste persone possono avere con formazioni leggere! Imparare a usare il pacchetto word non è sicuramente una misura che poi può stabilizzare delle persone all'interno di circuiti lavorativi.
  Ancora, non ho sentito una parola, una, sui salari, sui bassi salari di questo Paese. Lo sa benissimo, negli ultimi vent'anni l'Italia è l'unico Paese in cui i salari sono diminuiti piuttosto che aumentare, ma di questo non parliamo. Che intenzioni abbiamo?
  Ancora, si tratta di affrontare la questione del ruolo di integrazione del reddito di cittadinanza rispetto alle persone che percepiscono dei salari troppo bassi: 200 mila individui lavoratori poveri. Questi lavoratori non fanno parte del sommerso, sono persone che hanno dei contratti anche coperti da contrattazione nazionale. Rispetto a questo, penso, ad esempio, al contratto di lavoro della vigilanza privata, che prevede un costo orario di 4,6 euro o penso ai lavoratori della ristorazione che percepiscono uno stipendio di 7 euro l'ora. Complessivamente si stima che siano 4 milioni i lavoratori poveri in Italia e quelli che guadagnano meno di 1.000 euro al mese, mentre il costo del carrello della spesa sale. Io penso che questa sia un'emergenza di questo Paese e penso che ne dobbiamo parlare.
  Si è parlato di collocamento, politiche attive del lavoro, va benissimo. Però, per favore, facciamo a meno di fare finta che i centri per l'impiego non sono stati potenziati in questi anni e che la maggior parte delle regioni che dovevano farlo sono regioni di centrodestra!
  Io questo me lo chiedo, però anche qui non se ne parla. Ritengo totalmente anticostituzionale quello che stanno facendo questo Governo e questo Ministero sul reddito di cittadinanza. Noi del MoVimento 5 Stelle faremo di tutto per evitare questo scempio. Sugli infortuni sul lavoro, tantissime parole. Sono contenta di sentirle, meno male che le sentiamo, però perché in questa legge di bilancio non c'è un euro, sulla sicurezza sul lavoro. Parliamo di fare un Pag. 16tavolo di lavoro, benissimo, però non possiamo ignorare che è stata approvata una mozione unitaria negli scorsi anni sulla sicurezza sul lavoro. Magari ripartiamo da quello, piuttosto che rifare l'ennesimo tavolo, perché, come giustamente è stato detto, le denunce di infortunio sul lavoro tra gennaio e settembre sono state 536 mila (+ 35 per cento). Per cui anche questa ritengo sia un'emergenza, ma doveva essere affrontata da subito. Questo in generale, poi chiaramente abbiamo una serie di altri dubbi: parto dalla sburocratizzazione. Benissimo sburocratizzare, sicuramente è una questione che va affrontata in questo Paese, però non possiamo poi non vedere che il Ministro Butti parte dicendo che lo SPID deve essere eliminato. Lo SPID è uno di quegli strumenti che serve nell'interlocuzione con gli enti previdenziali, proprio per sburocratizzare. Come si intende affrontare questo tema a proposito di sburocratizzazione? Vogliamo veramente togliere lo SPID? Per me sarebbe allucinante! Non abbiamo sentito una parola sulla conciliazione vita lavoro, sullo smart-working, ma non solo lo smart-working in generale che potrebbe costituire una misura importante per la riduzione dei costi energetici, anche delle aziende, che potrebbe essere molto utile. Ma mi riferisco anche ai fragili: la proroga dello smart-working dei fragili, la vogliamo fare? Noi l'abbiamo chiesto e aspettiamo delle risposte.
  Abbiamo ancora quesiti sui navigator, perché ci chiediamo che cosa intendete fare, – visto che questi ragazzi erano formati e potevano essere utili per «il programma Gol» – perché li abbiamo lasciati a casa? Non si riesce a fare niente per prorogarne i contratti, per inserirli nell'ambito del «programma Gol», visto che sono capaci e formati? Vogliamo sapere cosa volete fare con gli infermieri, se avete intenzione di inserirli all'interno delle categorie usuranti, vorremmo informazioni sul comparto ferroviario. Vorremmo sapere come si intende affrontare la mancanza di retribuzione nei sei mesi di lavoro rispetto alle lavoratrici delle mense.
  E poi chiediamo innanzitutto un chiarimento su «opzione donna», perché non abbiamo capito cosa intendete fare con questo strumento che, secondo noi, così come lo volete rinnovare, non è assolutamente accettabile, perché discriminatorio. Vorremmo poi sapere se intendete rifinanziare e rendere strutturale il Fondo nuove competenze nonché gli incentivi per il welfare aziendale.

  CHIARA GRIBAUDO. Ringrazio la signora Ministra. Ministra, noi abbiamo acconsentito il fatto che venisse dopo, in ritardo, ma ci aspettavamo francamente – glielo dico anche con un po' di dispiacere – un po' più di chiarezza sulle prospettive. L'unica chiarezza che ho colto è sugli obiettivi e sul lavoro che è stato svolto dal Governo precedente e sugli obiettivi legati al PNRR. E le dico con franchezza che debba essere chiaro a tutti noi, e soprattutto a chi fa il Ministro, che le Commissioni non possono essere luoghi solo ed esclusivamente delle audizioni. Non può esserci solo il lavoro del Governo. Credo che da questo punto di vista serve una centralità del Parlamento e servirà soprattutto per migliorare gli aspetti dei provvedimenti, cosa che al momento anche sulla legge di bilancio ci è stata negata.
  Ministra, la sua relazione mi è sembrata tutta metodologica, non coglie il cuore dei problemi di oggi che sono salari e diritti. Ce l'ha ricordato proprio ieri il Papa, vorrei dirlo alla vigilia di Natale ancora di più, che parole come precarietà e sicurezza viaggiano insieme, è fondamentale che ci sia su questo uno scatto in più.
  La collega del MoVimento 5 Stelle ricordava il lavoro svolto la scorsa legislatura, le voglio aggiungere che c'è una richiesta su cui vorrei un'attenzione forte del Governo; mi riferisco al fatto che abbiamo chiesto come parlamentari di istituire una Commissione d'inchiesta sugli infortuni sui luoghi di lavoro. Ci dia una mano su questo Ministra perché vogliamo essere attivi in questo lavoro che riguarda tutto il Paese, non solo un Governo. E se posso permettermi signora Ministra, la parola precarietà lei non l'ha pronunciata neanche una volta durante la sua audizione, così come la parola salario. Ci sono i dati di Istat, usciti questa mattina, i dati di oggi li conosce Pag. 17signora Ministra? Gli stipendi netti tra il 2007 e il 2020, sono scesi ancora del 10 per cento. E allora è evidente che c'è un problema rispetto alla sua relazione, perché lei non ha citato minimamente il tema del salario minimo e della direttiva europea, che invece dovremmo recepire in qualche modo; non ha nemmeno tracciato la strada alternativa.
  Non abbiamo parlato della rappresentanza, non abbiamo parlato di come eventualmente sostenere la contrattazione collettiva e i rinnovi i contrattuali. Allora è evidente che c'è qualcosa che non va e le aggiungo, signora Ministra, che, in tema di riforma dei contratti pubblici e del codice degli appalti di cui state riparlando, si intende prevedere prevede la liberalizzazione dei subappalti. Il Ministero del lavoro è stato interpellato? Ha dato il suo concerto? Ha fatto presente che la liberalizzazione vuol dire subappalto selvaggio al minimo ribasso, cioè si abbassano e si abbattono i costi sulla sicurezza sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici. Come pensa di muoversi? Confermerà, signora Ministra, la clausola sociale sugli appalti, perché per noi queste sono questioni dirimenti.
  È già stato detto, sulla formazione non mi dilungherò, su questi temi ci troverà sempre. La formazione è fondamentale e lo è ancora di più nei processi di trasformazione, nei processi del lavoro che cambia e quindi su queste misure noi ci saremo. Noi ci saremo, ma attenzione, perché davanti al Capo dello Stato, durante un evento dell'INAIL, lei ha parlato di riforma del testo unico sicurezza – e anche oggi ce l'ha ribadito – sul tema della semplificazione. Che cos'è la semplificazione? È una depenalizzazione? Io vorrei essere rassicurata su questo, vi è un concerto con il Ministro della giustizia? Semplificazione vuol dire alleggerire quali specifici obblighi? In un Paese gravato da 600 mila infortuni sul lavoro, mille e duecento morti all'anno cosa vuol dire semplificare? Io non ho avuto da questo punto di vista una rassicurazione, anzi. E sul tema precarietà non ha parlato dell'unica misura che avete reintrodotto, che aumenta la precarietà cioè i voucher, che per definizione aumentano l'insicurezza e la precarietà. Ministra come vuole rendere sicuro il lavoro con i voucher? Ci ha parlato di apprendistato e ci ha rimandato a una relazione futura. Non è così che possiamo lavorare. Lo smart working, gli ammortizzatori sociali da rivedere? Ma come, abbiamo appena approvato una riforma, attenzione perché anche su questo non vorrei che ci fosse un'idea di semplificazione che rischia di essere un messaggio molto ambiguo. Siamo in una fase complessa del Paese in cui la povertà aumenta e voi eliminate strumenti di povertà e non li sostituite con altri strumenti. Sul caporalato solo una battuta. La legge n. 199 del 2016 non si tocca, ma su tutto il resto si ragioni. Bene sui lavori autonomi, su questo ci siamo confrontati in passato, agite però ascoltando il Parlamento perché mediazioni buone si possono raggiungere, come ha dimostrato la legge sulla parità salariale che mi auguro venga attuata con attenzione da parte del Governo.

  ILENIA MALAVASI. Mi unisco alle riflessioni della collega Gribaudo e devo dire che, facendo parte della Commissione XII (Affari sociali), sinceramente non mi sento rassicurata dalla sua relazione, dalle sue linee programmatiche, perché su questa parte sicuramente ci aspettavamo – l'ha detto anche la collega Bonetti – qualche riflessione in più. Avete parlato tanto, lo fa sempre anche la presidente Meloni, di dignità del lavoro e di etica del lavoro, ma devo dire che i primi passi di questo Governo e anche la relazione che lei ha svolto sicuramente da questo punto di vista non ci hanno rassicurati, quando parliamo di voucher, di congedo parentale, di precariato. Potremmo fare tanti esempi, perché c'è anche il tema che è stato posto in questi giorni con forza dei lavoratori dello spettacolo, in relazione all'indennità di discontinuità, visto che quello è un lavoro di per sé discontinuo. Parlando di ricercatori, in Commissione XII stiamo affrontando il tema della riforma degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS); lì c'è un problema sulla continuità del contratto dei ricercatori; speriamo di poter lavorare con lei su tale aspetto. Parlando di lavoratoriPag. 18 fragili, la collega del MoVimento 5 Stelle ha ricordato come non è stato prorogato lo smart working dopo dicembre (per lo meno questo non è ancora previsto nel disegno di legge di bilancio).
  Siamo molto preoccupati perché il tema della povertà, delle disuguaglianze e della fragilità sociale ci preoccupa molto. La povertà in realtà è aumentata, sia la povertà assoluta che, ahimè, la povertà relativa, e un terzo delle persone, lo dicono i dati Istat che sono stati già citati, guadagna meno di 12 mila euro lordi all'anno, un dato preoccupante. Quindi, sul reddito di cittadinanza, che sicuramente va migliorato, ritornando al reddito di inclusione – e ci fa piacere perché quella era una misura portata avanti anche dai Governi di centrosinistra – pensiamo che si debba valutare con attenzione per non lasciare periodi di scopertura che rischierebbero comunque di lasciare in assoluta fragilità fasce importanti di popolazione.
  Saremo sicuramente al suo fianco rispetto al contrasto al lavoro nero.
  Esprimiamo preoccupazione sulla riforma sugli ammortizzatori sociali e riteniamo si debba prestare attenzione al potenziamento delle politiche attive e all'attuazione del «programma Gol».
  Siamo lieti che lei stessa, con molta onestà, e la ringrazio, abbia riferito alle Commissioni il fatto che sono stati rispettati comunque i target legati al PNRR, un dato positivo, nonostante il 2023 sia sicuramente un anno difficile come lei ha detto. Sicuramente dobbiamo fare di più sull'occupazione femminile e sull'occupazione giovanile cercando, è vero, di lavorare maggiormente sull'integrazione scuola-lavoro, ma sapendo anche che la scuola ha un ruolo educativo differente. Non dobbiamo formare dei dipendenti o dei lavoratori, ma prima di tutto dei cittadini, quindi ci vuole anche attenzione nel tenere diviso il ruolo della scuola dal ruolo delle politiche attive del lavoro.
  Sicuramente sulla formazione siamo al suo fianco, crediamo che su questo ci sia da lavorare e da migliorare, ma crediamo che serva una visione più complessiva rispetto a quella che lei ci ha prospettato, vista la discontinuità del lavoro. Non si è parlato di aumenti salariali, in questo Paese sono trent'anni che i salari non aumentano, l'inflazione ormai è arrivata al 12 per cento, quindi c'è una fatica delle famiglie, una contrazione del potere d'acquisto che non può che aumentare comunque la fragilità e soprattutto la povertà.
  Quindi c'è tanto da lavorare, abbiamo sentito buoni propositi, un po' generici, mi permetto di dirlo, ma ovviamente lei nella sua replica risponderà nel merito, ma crediamo davvero che su questi temi ci sia molto da lavorare. Tra l'altro non abbiamo parlato di caregiver e quindi anche di ruolo della donna; un po' ci preoccupa la visione della donna che viene fuori comunque dalle sue parole e anche dalla visione un po' ideologica di questo Governo. Crediamo invece che su questo, sull'occupazione femminile, sulla tutela delle donne e su Opzione Donna, ci sia ancora da fare molta chiarezza. Quindi su questo la invitiamo magari a continuare questo lavoro con le Commissioni, cercare di fare davvero il miglior servizio (uso questa parola che lei ha usato all'inizio) possibile per il nostro Paese.

  PRESIDENTE. Oggi abbiamo ascoltato un ampio dibattito rispetto a quelle che sono le linee programmatiche; mi pare evidente che non si potesse mettere dentro tutto. Sappiamo che il Ministro ha un impegno a Palazzo Chigi fra qualche minuto, dunque potremmo evidentemente utilizzare la stesso criterio utilizzata con il Ministro Zangrillo, ovvero richiamare il Ministro in audizione quanto prima per avere tutte le risposte, che sono molte in realtà, oltre alle sollecitazioni che oggi ci sono state fornite. In venti minuti sarebbe molto difficile cercare di ripercorrere tutti i temi che giustamente sono stati sollevati. Quindi, se nulla osta, chiederei al Ministro di ritornare presso le Commissioni con la ripresa dei lavori del prossimo anno per cercare di avere tutte le risposte del caso rispetto alle sollecitazioni che sono state fornite.

  CHIARA GRIBAUDO. Comunque se abbiamo venti minuti a disposizione, se la Pag. 19Ministra è d'accordo, almeno su alcuni aspetti potrebbe rispondere.

  PRESIDENTE. Mi hanno appena comunicato che il Ministro deve andare a Palazzo Chigi e questo potrebbe essere un piccolo problema in termini di tempistica. Sapete che io sotto questo punto di vista sono ampiamente largo di manica, nel senso che lascio il tempo per parlare, il problema è che c'è questa riunione a Palazzo Chigi, anche su dei temi che evidentemente sono di strettissima attualità. Cercheremo di chiamare il Ministro veramente quanto prima per il seguito dell'audizione.

  MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Intervengo solo per dirvi che ovviamente non mi sottraggo alle risposte, ritenendo importante l'interlocuzione con le Commissioni. Intendo dunque tornare il prima possibile. Ho veramente un altro impegno importante, non che non sia importante quello che mi avete chiesto, è che i vostri quesiti e le vostre domande vanno oltre quella che è la relazione che ho svolto, toccano altri temi, aprono sicuramente ad altre riflessioni che sono di più ampio spettro. Non credo ci bastino i venti minuti che erano orientativamente previsti, perché abbiamo richiamato veramente un programma di legislatura e tutta una serie di interrogativi ulteriori rispetto a quanto affermato nella relazione.
  Vorrei rassicurare sul fatto che il mio modo di esporre non dipende dalla circostanza che io sia serena o meno; credo che non si debba rappresentare un atteggiamento, nel momento in cui si parla con le Commissioni. Non sono abituata a enfatizzare i toni, ma cerco invece di affrontare i temi, con un approccio che viene dalla mia formazione tecnica. Però sono ben consapevole delle difficoltà, dell'importanza e anche della vastità del mandato che mi è stato assegnato e cercherò di onorarlo puntualmente, con un impegno pieno a mantenere costantemente l'interlocuzione e il rapporto con queste Commissioni, perché credo che sia assolutamente importante. Ho rispetto del Parlamento, ho rispetto anche del valore dei momenti di confronto; ho partecipato ad audizioni parlamentari in altra veste, però sono sempre stata puntuale quando il Parlamento ha ritenuto di ascoltare il mio pensiero; lo farò ancora di più da Ministro, perché questo credo che sia assolutamente importante.
  Per il resto, le linee programmatiche ovviamente delineano quelli che sono gli obiettivi che devono essere realizzati, poi confido ovviamente sui singoli temi di essere molto più esaustiva man mano che verranno affrontati e non mi sottrarrò a darvi le risposte che chiedete.

  PRESIDENTE. Avverto che il Ministro ha messo a disposizione delle Commissioni una documentazione, di cui autorizzo la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato).
  Ringrazio il Ministro, Marina Elvira Calderone, i componenti delle Commissioni, anche per la comprensione, nonché il vicepresidente Ciocchetti.
  Rinvio il seguito dell'audizione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.45.

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