XIX Legislatura

Commissioni Riunite (VIII e X)

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Martedì 29 novembre 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, sulle linee programmatiche del suo dicastero (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 3 
Pichetto Fratin Gilberto (FI-PPE) , Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica ... 3 
Lampis Gianni (FDI)  ... 14 
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido (PD-IDP)  ... 16 
Pichetto Fratin Gilberto (FI-PPE) , Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica ... 17 
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido (PD-IDP)  ... 17 
Pichetto Fratin Gilberto (FI-PPE) , Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica ... 17 
Rotelli Mauro , Presidente ... 17 
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido (PD-IDP)  ... 17 
Zinzi Gianpiero (LEGA)  ... 17 
Pavanelli Emma (M5S)  ... 18 
Squeri Luca (FI-PPE)  ... 19 
Ruffino Daniela (A-IV-RE)  ... 20 
Cavo Ilaria (NM(N-C-U-I)-M)  ... 21 
Evi Eleonora (AVS)  ... 22 
Gusmeroli Alberto Luigi (LEGA)  ... 22 
Manes Franco (Misto-Min.Ling.)  ... 23 
Pietrella Fabio (FDI)  ... 24 
Simiani Marco (PD-IDP)  ... 24 
Mazzetti Erica (FI-PPE)  ... 26 
Fontana Ilaria (M5S)  ... 27 
Semenzato Martina (NM(N-C-U-I)-M)  ... 28 
Rotelli Mauro , Presidente ... 29 
Casasco Maurizio (FI-PPE)  ... 29 
Rotelli Mauro , Presidente ... 29 
Schiano Di Visconti Michele (FDI)  ... 29 
Rotelli Mauro , Presidente ... 30

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA X COMMISSIONE ALBERTO LUIGI GUSMEROLI

  La seduta comincia alle 16.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante il resoconto stenografico della seduta nonché la trasmissione diretta sulla Web TV della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, sulle linee programmatiche del suo dicastero.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, sulle linee programmatiche del suo dicastero.
  Ringrazio il Ministro per aver sollecitamente risposto all'invito delle Commissioni. Saluto il presidente della VIII Commissione, onorevole Rotelli, e i colleghi deputati della Commissione ambiente.
  Prima di cedere la parola al Ministro, comunico che le presidenze hanno convenuto sulla seguente organizzazione del dibattito, già comunicata ai Gruppi: agli interventi dei parlamentari è riservato un tempo complessivo di circa 70 minuti, suddiviso tra le due Commissioni, secondo uno schema di riparto tendenzialmente proporzionale tra i Gruppi. Tale ripartizione consente al Ministro di effettuare la replica in un tempo congruo. Ulteriori interventi saranno ammessi ove residui tempo disponibile, compatibilmente con quello necessario per la replica del Ministro.
  Invito quindi i colleghi, qualora non l'abbiano già fatto, a comunicare le richieste di intervento alla presidenza.
  Do subito la parola al Ministro Pichetto Fratin che ringrazio. Prego Ministro.

  GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. Ringrazio il presidente e gli onorevoli parlamentari presenti per l'invito ad esporre quelle che sono le linee programmatiche del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica.
  Faccio una valutazione in premessa rispetto a quello che sarà l'andamento e lo sviluppo del dibattito. Se è necessaria una risposta di sintesi, la posso anche fare in conclusione; se invece ci sono tanti interventi, io mi riservo e do la disponibilità immediata ai presidenti per una riconvocazione per le risposte puntuali. Sono disponibile a ogni tipo di intervento a dare una risposta puntuale. Quindi questa è la disponibilità che esprimo, valutiamo in rapporto a quello che sarà il tempo. Ho ritenuto utile dirlo in premessa.
  Gentili presidenti, onorevoli deputati, intanto vi ringrazio per questa audizione che mi consente di esporre al Parlamento, la cui centralità io voglio fin d'ora sottolineare, le linee programmatiche del Ministero dell'ambiente e la sicurezza energetica e di ascoltare tutti gli interventi che arriveranno da loro Commissari.
  Questa riunione si tiene in un momento particolarmente doloroso e delicato, a pochi giorni alla tragedia di Ischia, con le otto vittime sinora accertate e i quattro ancora dispersi, e con flebile speranza. Una tragedia giunta a due mesi dall'alluvione delle Pag. 4Marche, dove è stato pagato un pesantissimo prezzo in vite umane.
  Doveroso il mio pensiero, ma credo che sia il pensiero di tutti loro, va alle persone che hanno perso la vita, alle loro famiglie e a quelle dei dispersi. E da rappresentante del Governo esprimo il mio cordoglio assicurando il massimo impegno non solo in questa prima fase di emergenza ma anche e soprattutto nella fase di ricostruzione.
  A tal proposito tengo a ringraziare tutte le forze impegnate nell'emergenza, tra le quali le Capitanerie di porto che dipendono funzionalmente da questo Ministero.
  In un Paese civile non si dovrebbe morire di pioggia, se accade così significa che, fermi restando gli effetti dei cambiamenti climatici che enfatizzano gli eventi meteo estremi, non si è operato bene a livello di Governo centrale, di regioni, di enti locali, di enti aventi comunque responsabilità sul tema.
  Mi preme peraltro in questa sede parlamentare chiarire, anche per evitare ulteriori inutili polemiche dinanzi a una tragedia di proporzioni e gravità tali, il senso delle mie parole pronunciate ieri nel corso di un'intervista radio.
  Io, per tranquillità, sappiate che per quasi trent'anni della mia vita sono stato vicesindaco di un Comune, mio figlio è stato sindaco dieci anni, e come ho avuto modo di dire in Senato ho anche sposato un segretario comunale. Quindi credo che il mio legame personale con i Comuni d'Italia sia molto molto significativo: praticamente la mia vita.
  Per me il ruolo di Primo Cittadino è uno dei pilastri della democrazia rappresentativa. Ciò che esattamente intendevo dire è che non è più tempo di passare sopra illeciti urbanistici che possono trasformarsi in elementi di nuove tragedie.
  Ho detto più volte in questi giorni, e qui ribadisco, che ci sono abusi e abusi, taluni gravi altri ancora veniali. Chi ha compiti di vigilanza a tutti i livelli sul territorio deve evitare che si creino o aggravino situazioni di rischio. Il dissesto idrogeologico è un'emergenza nazionale che lo Stato non ha saputo affrontare efficacemente; non è una battaglia di parte, non è una bandiera ideologica, dev'essere un impegno di tutti noi al Governo, in Parlamento, nelle regioni e negli enti locali, ma anche di tutti i cittadini di buon senso e attenti alla legalità.
  Il lavoro che ci attende dunque nei prossimi anni deve essere proiettato verso il futuro, abbiamo il dovere di dare delle risposte concrete per rallentare l'impatto dei cambiamenti climatici sull'ambiente e sulla salute umana, evitando l'errore che è stato fatto in precedenza nel rincorrere l'emergenza. Alcuni dati, che ci dicono che spendiamo 1 nell'adattamento e 4 nell'emergenza, nei danni, sono significativi.
  Il contesto nazionale e internazionale che viviamo ha purtroppo limitato la programmazione e la prevenzione, ma oggi grazie anche ad un governo politico è tempo di pragmatismo su scala globale.
  La COP 27 ha portato in eredità l'istituzione di un fondo di intervento che offrirà sostegno finanziario ai Paesi maggiormente colpiti dai disastri climatici e ambientali, aiutando nella ripresa. L'Italia ha orgogliosamente partecipato e approvato questa iniziativa, ma il risultato raggiunto costituisce solo una minima parte delle azioni che dovremmo mettere in atto per quello che è il raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda ONU.
  Le nostre scelte di oggi le dobbiamo per dovere ai nostri giovani, sui quali abbiamo già da troppo tempo scaricato comportamenti e scelte che devono subire un drastico mutamento.
  Non è un caso che la tutela ambientale che finalmente ha trovato espresso riconoscimento nell'articolo 9 della nostra Costituzione sia accompagnata dal principio della giustizia intergenerazionale, e riguardi non più solo un obiettivo da perseguire nell'ambito pubblico ma anche un parametro di riferimento che orienta le scelte della libera iniziativa economica privata, a tal punto che sarà necessario adeguare nel tempo le disposizioni del Codice ambientale ai nuovi principi costituzionali. Questo è uno dei punti del programma che ci diamo come Governo, ma anche come Parlamento chiaramente.Pag. 5
  Per fare questo non possiamo che continuare a perseguire la cooperazione bilaterale e multilaterale, per garantire la piena attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile previsti nell'Agenda ONU 2030 e gli impegni internazionali per il contrasto ai cambiamenti climatici fissati nell'accordo di Parigi del 2015. Uno strumento che ci aiuterà a raggiungere questi obiettivi è il neocostituito Fondo Italiano per il Clima, lanciato a COP 27, con l'intervento in plenaria del Presidente del Consiglio dei ministri onorevole Giorgia Meloni, con uno stanziamento di 840 milioni di euro l'anno nei prossimi cinque anni, destinato a sostenere lo sviluppo sostenibile nei Paesi emergenti.
  Sempre in ambito internazionale, proprio per mettere i giovani al centro della risposta alla crisi climatica, proseguiranno gli impegni sull'iniziativa Youth4Climate, in partnership con il programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo.
  Se il concetto di partenariato globale è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi che ci poniamo, non da meno è la cooperazione regionale. In questo caso riveste un ruolo cruciale l'Unione europea, player in prima linea, sulle future sfide al cambiamento climatico.
  Raggiungere quelli che sono gli obiettivi del pacchetto Fit for 55, riduzione delle emissioni del 55 per cento al 2030 e raggiungimento della neutralità climatica al 2050 è una sfida enorme, che va affrontata in modo pragmatico, non ideologico, valutando costi e benefici delle soluzioni con l'evoluzione tecnologica che la tecnologia ci mette a disposizione.
  L'Italia ha risposto alla sfida europea della Green New Deal introducendo una strategia di lungo periodo, con il piano nazionale della transizione ecologica e una serie di interventi legati anche al PNRR che perseguono una pluralità di obiettivi che cercherò di sintetizzare nel modo più puntuale possibile (chiaramente chiedo scusa: trattasi di sintesi su tanti temi).
  Come dicevo, la lotta al cambiamento climatico deve costituire una priorità del nostro Paese, è necessario attuare una strategia che ci permetta il raggiungimento degli obiettivi di mitigazione del rischio evitando l'acuirsi di fenomeni quali la desertificazione e la perdita di biodiversità. Alcuni progetti sono già in corso, ma è necessario dare seguito alla strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici mediante l'approvazione del relativo Piano, che possa trovare la sua implementazione legislativa in un quadro normativo stabile di medio e lungo periodo per le politiche e le misure climatiche. Di fatto è necessario agire con una legge per il clima.
  Uno dei fattori più incisivi sui cambiamenti climatici è quello dell'inquinamento atmosferico, che incide profondamente anche sulla salute umana (ho radici in pianura Padana). L'Italia è chiamata ad attuare il piano di azione UE verso l'inquinamento zero per l'aria, l'acqua e il suolo, varato nel 2021. Nel prossimo futuro dovrà garantire la completa attuazione del programma nazionale per il controllo delle emissioni in atmosfera, la cui dotazione ammonta a circa 2 miliardi e 300 milioni di euro in 13 anni. La riforestazione delle aree urbane, la tutela dei parchi nazionali e la rigenerazione degli habitat naturali ci consentiranno anche di migliorare il processo di assorbimento di CO2 e una migliore qualità dell'aria.
  Per l'attuazione di tale piano in ogni caso sarà fondamentale un approccio sinergico, sia con gli altri dicasteri competenti per la gestione di dossier estremamente complessi (come quello relativo ad esempio all'ILVA di Taranto in cui il rispetto degli obblighi ambientali dovrà essere certamente conciliato con le ricadute economiche ed occupazionali) sia con le regioni e gli altri enti territoriali per la conclusione di accordi di programma per il miglioramento della qualità dell'aria.
  Altro tema di primaria importanza è costituito senz'altro dalla tutela del suolo.
  Approvare una legge nazionale sul consumo del suolo in conformità agli obiettivi europei che affermi il principio fondamentale di riuso, rigenerazione urbana e limitazione del consumo dello stesso, permetterebbe di preservare un ecosistema essenziale, complesso, di importanza cruciale sotto il profilo ambientale e socioeconomico,Pag. 6 evitando da un lato il processo di densificazione delle aree urbane e dall'altro il fenomeno della frammentazione delle aree naturali.
  Un ottimo punto di partenza per tale strategia è la costituzione del fondo per il contrasto al consumo di suolo nella legge di bilancio 2023, con uno stanziamento complessivo di 160 milioni per il periodo '23-27. Rigenerazione urbana significa anche snellimento e facilitazioni procedurali per il recupero delle aree industriali dismesse, così come l'aggiornamento e la semplificazione della disciplina sulle bonifiche dei siti contaminati: tra cui in particolare i siti orfani – ne abbiamo in molte regioni (Veneto, Emilia Romagna, Sicilia, Lombardia, Campania).
  Altro tema estremamente interessante e rilevante, legato alla tutela del suolo, è come accennato all'inizio il contrasto al dissesto idrogeologico.
  A Ischia, solo perché è l'ultima delle tragedie a cui stiamo assistendo, il 49 per cento del territorio dell'isola è classificato a pericolosità elevata e molto elevata per frane nei piani di assetto idrogeologico, e sono oltre 13 mila gli abitanti residenti nelle aree a maggiore pericolosità di frana. Purtroppo è amaro ricordare che per la messa in sicurezza della zona costiera, e per la riduzione dell'erosione e la stabilizzazione dei versanti nel Comune di Casamicciola, sono stati stanziati 12 anni fa dal Ministero dell'ambiente complessivamente 3 milioni e 100 mila euro, ma gli interventi al monitoraggio del Ministero risultano ancora in fase di progettazione; altri sono fondi aggiuntivi del Ministero degli interni.
  C'è un nodo fondamentale da sciogliere e per affrontarlo metteremo tutto il nostro impegno: la difficoltà strutturale del sistema nello spendere le risorse; un problema paralizzante che nasce da meccanismi autorizzativi farraginosi, dall'impossibilità di molte pubbliche amministrazioni, soprattutto delle più piccole, di fare progettazione di interventi importanti con le risorse umane e professionali di un Comune di poche migliaia di abitanti; difficoltà che derivano anche dalla stratificazione di strumenti, anche finanziari, spesso non coordinati e che si intralciano a vicenda. I buoni amministratori, lo ribadisco, vanno aiutati e non caricati di adempimenti senza strutture tecniche e amministrative per farne fronte.
  Su questo sarà importante il contributo delle attività strategiche dell'Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (ISPRA), e dell'Autorità di bacino distrettuale, che sono e devono essere supportati con interventi specifici che il Ministero ha proposto per la legge di bilancio, e poi valuteremo e valuterà naturalmente il Parlamento.
  La conoscenza dell'assetto geologico di superficie del sottosuolo è fondamentale, in quanto in grado di fornire dati e un quadro di insieme per orientare le politiche pubbliche, accanto al completamento della carta geologica e geotematica del territorio nazionale.
  Estremamente rilevante è l'obiettivo PNRR, che prevede la realizzazione di un sistema di monitoraggio integrato avanzato del territorio, che consentirà di rafforzare la capacità di previsione dei fenomeni di dissesto idrogeologico anche legate alla dinamica e alla morfologia evolutiva dei corsi d'acqua.
  Questo aspetto mi consente di aprire un altro capitolo, quello relativo alla tutela della risorsa idrica, aspetto non di secondaria importanza, considerati sempre più costanti i fenomeni di siccità e di difficoltà di accesso alle risorse idriche, che fanno dell'oro blu un elemento da salvaguardare con assoluta priorità nelle scelte strategiche del Paese. Il dato preoccupante riguarda le perdite della rete di distribuzione, che purtroppo fanno rilevare un tasso di dispersione di circa il 40 per cento.
  Il PNRR ha destinato risorse rilevanti per la tutela del territorio e delle risorse idriche, con un ammontare di investimenti complessivi per 4,38 miliardi di euro; attraverso specifici fondi, in aggiunta a quelli stanziati dal PNRR, dobbiamo agire sull'efficientamento del sistema delle acque. A tale scopo urge una rivalorizzazione del ruolo delle Autorità di bacino distrettuale in quanto livello ottimale di governance per copertura territoriale. Al tempo stesso, al Pag. 7fine di incentivare il riuso delle acque e diversificare le fonti di approvvigionamento, occorre favorire attraverso un'azione di semplificazione normativa l'effettivo riuso delle acque depurate.
  Altri investimenti, con un certo carattere d'urgenza, dovranno essere effettuati per assicurare a tutti gli agglomerati le necessarie reti fognarie per le acque reflue e adeguati impianti di depurazione, e chiudere in tal modo definitivamente le diverse procedure di infrazione esistenti, perché non facciamo le opere e paghiamo per le procedure, quindi un doppio danno al nostro territorio.
  A tale scopo abbiamo stanziato nella legge di bilancio 110 milioni di euro per il periodo 2023-2026, in aggiunta alle risorse a disposizione del commissario straordinario. Queste risorse, insieme a quelle del PNRR, daranno un ulteriore contributo alla risoluzione di una problematica che ci trasciniamo da troppo tempo.
  In merito ai servizi idrici integrati, anche con riferimento al quadro tariffario definito da ARERA, occorre rafforzare il processo di industrializzazione del settore per garantire una gestione efficiente degli investimenti e delle operazioni. Questo processo si deve accompagnare al potenziamento, al completamento e alla manutenzione straordinaria delle infrastrutture di derivazione, stoccaggio e fornitura idrica primaria. I processi di ammodernamento delle infrastrutture idriche consentiranno anche di puntare maggiormente sugli accumuli idroelettrici, cosa fondamentale per realizzare il futuro mix energetico nazionale basato sulle energie rinnovabili.
  La valorizzazione della risorsa idrica non può prescindere dalla tutela del mar Mediterraneo, attraverso il proseguimento degli obiettivi della Convenzione di Barcellona ed in particolar modo il potenziamento dell'attività di prevenzione e lotta all'inquinamento marino.
  Dal punto di vista normativo l'impegno del mio dicastero sarà quello di garantire rapidamente l'attuazione dei decreti della cosiddetta legge «Salvamare», assicurando un adeguato coordinamento con la direttiva quadro sulla strategia marina.
  Gli 8.000 chilometri di coste che contornano il Paese sono fonte straordinaria di biodiversità, ma anche di attività economiche e pressioni antropiche, considerata la vocazione turistica del nostro Paese. Il nostro principale obiettivo legato anche all'attuazione del PNRR prevede la mappatura e il monitoraggio del 90 per cento del fondale dei sistemi marini e il ripristino ecologico del 20 per cento degli stessi.
  Il raggiungimento degli obiettivi della strategia europea per la biodiversità al 2030 – che, ricordiamo, è il 30 per cento di aree protette e il 10 per cento di aree rigorosamente protette – non può prescindere da una diffusa azione di ripristino ambientale delle aree più a rischio e dal valore ambientale più elevato, che salvaguardi la diversità di flora e fauna esistente: si pensi all'importante progetto incluso tra gli obiettivi del PNRR di rinaturazione del fiume Po, del valore complessivo di 360 milioni di euro, che interesserà tutto il bacino del fiume.
  È inoltre fondamentale continuare ad implementare i piani d'azione per le specie faunistiche, in particolar modo per quelle a rischio, alla luce degli obiettivi programmatici dell'articolo 9 della Costituzione che attribuisce alla Repubblica la tutela della biodiversità e degli ecosistemi e alla legge dello Stato la definizione dei modi e delle forme della tutela degli animali. La tutela degli ecosistemi e della biodiversità verrà anche garantita dall'avvio di processi di digitalizzazione entro il 2026 dei parchi nazionali e delle aree marine protette.
  La riscoperta della consapevolezza della scarsità delle risorse a disposizione del nostro pianeta, acuita anche dalla fase di emergenza epidemiologica, in cui torna centrale anche il concetto di materie prime critiche, ha fatto sì che ponessimo l'acceleratore sui processi dell'economia circolare e sulla creazione di nuove catene di approvvigionamento di materie prime e seconde.
  Il nostro Paese è leader per il tasso di utilizzo circolare dei materiali, pari al 21,6 per cento a fronte di una media europea del 12,8 per cento; ed è al vertice della classifica degli Stati membri dell'Unione Pag. 8europea per tasso di riciclo di rifiuti urbani e speciali, con il 67,5 per cento a fronte del 40,9 per cento della Germania. Con questi dati non possiamo che continuare a sostenere e a tutelare il sistema del riciclo italiano, che ha un valore aggiunto della strategia nazionale per l'economia circolare, la cui attuazione sarà fondamentale in relazione al tema delle materie prime critiche al fine di ridurre la dipendenza dall'estero e individuare catene di approvvigionamento alternative a livello nazionale.
  Vorrei ricordare, come loro sanno, che è aperta la discussione in ambito di Unione europea – addirittura neanche una direttiva ma un regolamento –, che rovescerebbe questa impostazione. Abbiamo avuto modo di fare presente come Italia – questa è anche un'occasione per pubblicamente ringraziare la struttura del Ministero che mi è stata vicina – che le modifiche si fanno non per tornare indietro, che devono essere gli altri Paesi ad andare avanti e a raggiungerci e non noi tornare indietro per l'omogeneità dell'Unione europea.
  In attuazione del PNRR l'Italia ha varato un programma nazionale per la gestione dei rifiuti in chiave circolare, che ci vedrà impegnati nel breve periodo ad erogare finanziamenti per l'ammodernamento e la realizzazione di nuovi impianti di riciclaggio, a sviluppare la raccolta differenziata e ad implementare il nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti; parallelamente dovremmo incentivare le attività di riciclo e l'utilizzo delle materie prime secondarie, sostenendo economicamente i Comuni nel miglioramento dei processi di raccolta differenziata e la valorizzazione degli scarti, nonché attuare la riforma del sistema di responsabilità estesa del produttore, che conosce il sistema, sa che man mano parte il tessile e così via. Verrà assicurato il pieno utilizzo degli strumenti e dei criteri ambientali minimi negli appalti pubblici e della regolamentazione End of Waste per lo sviluppo di un mercato circolare, con particolare riferimento alle filiere dell'edilizia, problema attuale, del tessile, dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche e delle plastiche. Con riferimento al settore delle plastiche, verrà sviluppata una vera e propria strategia nazionale per garantire il raggiungimento degli obiettivi europei di riciclo attraverso azioni coordinate e sinergiche tra gli stakeholder pubblici e privati, tenendo conto della necessità di migliorare le percentuali di raccolta differenziata e di favorire lo sviluppo tecnologico del riciclo meccanico e chimico delle plastiche.
  In quest'ottica vanno lette le misure finanziate nella legge di bilancio 2023, come il credito d'imposta per l'acquisto di materiali riciclati provenienti da raccolta differenziata o il rifinanziamento del programma sperimentale «mangiaplastica».
  Per la concretizzazione delle azioni di cui abbiamo parlato sinora è fondamentale la piena e rapida attuazione delle misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per la rilevanza economica delle stesse e per le ricadute positive di lungo periodo che comportano.
  Il Ministero non solo è titolare della porzione più rilevante dell'attività della Missione 2 del PNRR, rivoluzione verde e transizione ecologica, con 34,7 miliardi, articolati peraltro su 26 investimenti e 12 riforme; ma ha anche la quota più importante di Milestone e Target europei del PNRR italiano, pari a 89 distribuiti nell'arco dei cinque anni.
  Noi siamo pronti a rispettare tutte le scadenze concordate nel Piano, i cui Target temporale e Milestone potranno subire qualche lieve modificazione dettata unicamente, purtroppo, dalle mutate condizioni socioeconomiche del mercato: in primis, e qui vale molto il purtroppo, i livelli di inflazione molto elevati – molto più elevati di quelli attesi in fase di programmazione: in base ad una stima puntuale su ciascuna delle misure a titolarità del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica (MASE) tale impatto può superare i 5 miliardi di euro nei prossimi anni.
  Un'altra ipotetica criticità che potrebbe essere registrata nei prossimi mesi riguarda l'effettiva disponibilità e capacità delle filiere produttive ad attuare specifici segmenti del piano. Per questo in un'ottica di prevenzione stiamo per avviare uno studio Pag. 9dedicato sulle misure rilevanti a titolarità MASE.
  Sarà inoltre necessario favorire la reale capacità attuativa dei progetti da parte degli enti territoriali, anche tramite un supporto tecnico dedicato, per evitare che l'elevata frammentazione ed eterogeneità dei soggetti attuatori possa costituire un collo di bottiglia insormontabile nella concretizzazione dei progetti. Cioè, di fatto, è forse facile da parte del Ministero raggiungere i Target e Milestone del bando del reparto. Ma questo viene frazionato su tanti soggetti gestori pubblici: in Italia ci sono 8 mila Comuni, ci sono regioni, ci sono province, ci sono tanti soggetti gestori, ci sono anche parti private. Quindi la difficoltà sarà proprio quella di accompagnare questo sistema nella realizzazione.
  Per far fronte a questa sfida il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica si sta rafforzando e potrà contare entro fino anno su un nuovo contingente di esperti dedicati, che lavoreranno a fianco degli enti territoriali e dei beneficiari dei progetti, segnalando eventuali criticità in fase implementativa. Infine, i prossimi mesi saranno importanti per la definizione del nuovo capitolo PNRR previsto dal REPowerEU, che rafforzerà gli interventi in materia di rinnovabili ed efficientamento energetico.
  Ai fini del raggiungimento degli obiettivi che ci siamo posti, sarà fondamentale poter contare sulla collaborazione e sulla competenza degli enti pubblici vigilati dal Ministero e di quelli in house (ISPRA, gruppo GSE, Enea, Sogesid).
  Nell'immediato il Ministero sarà impegnato a finalizzare il raggiungimento degli ultimi sei obiettivi previsti per il 2022. Entro dicembre devono essere raggiunti i target riguardanti la tutela e la valorizzazione delle aree verdi urbane ed extraurbane, nonché quelle riguardanti i porti verdi; è in fase di definizione il processo di selezione dei progetti relativi allo sviluppo dei sistemi di teleriscaldamento e al miglioramento e potenziamento delle Smart Grid.
  Nei prossimi mesi inoltre il MASE dovrà dare seguito al pacchetto di riforme di implementazione della strategia nazionale per l'economia circolare, assegnando risorse per oltre 7 miliardi. Al contempo dobbiamo porre le basi per il raggiungimento dei prossimi traguardi dal 2023 in poi, avviando ad esempio le procedure necessarie per l'attuazione dello sviluppo del biometano e dell'agrovoltaico.
  Alcune delle principali aree di intervento riguardano l'idrogeno verde, sia per la sua produzione in aree industriali dismesse sia per il relativo utilizzo nei settori hard to abate. L'aggiudicazione di una prima tranche di risorse per lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica elettrica. L'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per le reti fognarie e la depurazione, in questo caso per 600 milioni di euro entro la fine del 2023. C'è quindi molto da fare, è un'occasione unica per il nostro Paese, che richiede il massimo contributo di tutti per il successo di numerose iniziative.
  Sicurezza energetica. Riguarda l'altra gamba del Ministero, composta di due rilevanti macro-aree di competenza.
  Vorrei dedicare la seconda parte dell'intervento a questa grande area di competenza, quella relativa alla sicurezza energetica del Paese, priorità fondamentale nell'azione di governo tanto da determinare il cambio di denominazione del Ministero. Non è più una transizione, è un obiettivo quello della sicurezza energetica. Mi spiace che molto spesso le politiche relative alla sicurezza energetica vengono quasi poste in contrasto con la tutela ambientale, in realtà sono due facce della stessa medaglia, che se analizzata senza pregiudizi ideologici e con il pragmatismo del decisore pubblico, che deve essere lungimirante, puntano entrambe a garantire dinamiche e processi ecosostenibili nel mondo di domani.
  La fotografia di oggi ci dice che l'Italia produce solo il 25 per cento dell'energia di cui necessita, il restante 75 per cento viene importato da Paesi esteri sotto forma di gas, di prodotti petroliferi e, ahimè, di carbone. Nelle scelte fatte nell'ultimo ventennio da una parte è stato dato un forte impulso alle rinnovabili, raggiungendo dei livelli apprezzabili ma non ancora assolutamentePag. 10 sufficienti; dall'altra abbiamo ridotto drasticamente la produzione nazionale di idrocarburi ma non il consumo, aumentando di conseguenza l'importazione dall'estero. Inoltre il conflitto russo-ucraino ha mostrato con brutale evidenza che per quanto riguarda il gas la scelta di dipendere prevalentemente da un unico Paese fornitore – nel corso del 2021 il 40 per cento del nostro fabbisogno di gas è stato soddisfatto da import russo – espone il sistema a forti rischi per l'approvvigionamento, acuiti dalle dinamiche estremamente instabili dei prezzi, non determinate esclusivamente da logiche di mercato e molto, molto soggette a fenomeni speculativi. È evidente che per raggiungere elevati livelli di indipendenza energetica nazionale è necessario un percorso di crescita esponenziale delle fonti rinnovabili. Per sviluppare tutti gli impianti di cui abbiamo necessità occorrerà però del tempo, e in questa fase di transizione non possiamo non ricorrere al vettore energetico fossile più pulito, o meno dannoso, ovvero il gas metano.
  L'Italia ha saputo reagire velocemente alla riduzione dei flussi di gas russo diversificando la provenienza del gas importato. È stato stipulato un nuovo accordo di approvvigionamento per oltre 10 miliardi di metri cubi, per il quale è fondamentale l'installazione di almeno due nuovi terminali, nei porti di Piombino e Ravenna, oltre ai tre già operativi al massimo della capacità.
  Per il nuovo rigassificatore la scelta è ricaduta su strutture galleggianti, dai più rapidi tempi di realizzazione, da una più semplice amovibilità, in linea con la politica di decarbonizzazione del sistema energetico che rimane il target prioritario della politica di diversificazione.
  L'entrata in esercizio dei rigassificatori di Piombino e Ravenna è un passo fondamentale per poter affrontare con maggiore serenità l'inverno 2023-2024, considerando l'uso massiccio degli stoccaggi nell'attuale stagione invernale e la successiva necessità di ricostituzione delle riserve.
  Preciso: nell'attuale stagione invernale noi possiamo dire che ci riusciamo e siamo in grado di garantire la sufficienza, anche con una doppia azione naturalmente, l'invito alla mitigazione e alla riduzione dei consumi, e l'interrompibilità con alcune imprese che sono pronte a staccare l'utilizzo, contro naturalmente indennità. Quindi è anche chiaro che se le avverse condizioni ci portassero a un consumo, un giorno qualsiasi – qua dico un numero solo per fare un esempio – pari a 450 milioni di metri cubi, qualche difficoltà potremmo averla. È successo il mese di agosto, vorrei ricordarlo, quando tutti i condizionatori si sono accesi – in quel caso per combattere il caldo. Dobbiamo programmare il futuro come abbiamo fatto per il presente, se possiamo affrontare con maggiore serenità l'attuale inverno lo dobbiamo all'adozione di misure di controllo della domanda, con un equilibrato contributo di tutto il settore, e la messa in campo del piano di riempimento degli stoccaggi del gas, supportato dal contributo GSE e di Snam. In questo inverno noi siamo intervenuti naturalmente con i 4 miliardi stanziati a favore del GSE (con decreto-legge è stato previsto uno slittamento nelle restituzioni dal 20 di dicembre al mese di aprile).
  L'insieme di tutte queste misure consentirà di sostituire entro il 2025 circa 25 miliardi di metri cubi di gas russo e di garantire un risparmio di 5 miliardi di metri cubi, grazie alle fonti rinnovabili e alle misure di efficientamento energetico. L'opera di resilienza energetica del nostro Paese passa in ogni caso dall'opera di rafforzamento delle infrastrutture esistenti, a partire da quelle del gas il cui potenziamento e sviluppo consentirà all'Italia, grazie alla sua centralità nel Mediterraneo, di divenire un hub europeo del gas, con vantaggi per il consumatore finale e per la competitività del nostro sistema: dal baricentro del centro Europa a quello nostro. Questa è la differenziazione e lo scenario futuro.
  In questa ottica, oltre ai già citati rigassificatori di Piombino e Ravenna, va sostenuto l'incremento della capacità dei rigassificatori esistenti (quindi la Spezia, Livorno e Rovigo), il raddoppio del TAP e il mantenimento e ammodernamento e ampliamentoPag. 11 degli impianti nazionali di stoccaggio.
  I benefici di questi investimenti, così come quelli derivanti da ulteriori due rigassificatori, sui quali si stanno facendo le riflessioni – e sono Gioia Tauro e Porto Empedocle –, saranno nulli se non verrà completata la cosiddetta linea adriatica, al fine di decongestionare la rete di trasporto nazionale del gas.
  Cosa significa? La linea adriatica è quella che passa da sud a nord, appenninica o adriatica. In quel tubo ci passano massimo 120-125 milioni di metri cubi al giorno, e in questi giorni è al massimo. Un eventuale aumento di gas proveniente dal TAP oppure da altre fonti, o altro rigassificatore, non sarebbe gestibile: non saremmo nelle condizioni di farlo arrivare. Il percorso è di circa 400 chilometri, riguarda Molise, Abruzzo, la fascia del centro Italia. Dico anche qui cosa ho detto in Senato: è il motivo per il quale la scelta è caduta su Ravenna e Piombino e non su altre sedi.
  Infine il programma di aumento della produzione di gas nazionale. Su un consumo di circa 75 miliardi di metri cubi anno, la produzione nazionale oggi, pari a poco più di 3 miliardi di metri cubi annui, offre un limitato ma prezioso apporto. Con il decreto-legge Aiuti-quater sono state adottate misure che potranno far aumentare nell'immediato la produzione nazionale di gas di 2 miliardi di metri cubi annui, solo attraverso lo sfruttamento di giacimenti di una certa consistenza – un miliardo e mezzo o due, questa è la stima – e previa verifica di assenza di fenomeni di subsidenza ed impatti ambientali avversi. La valutazione deve essere rigorosamente scientifica.
  Tali volumi aggiuntivi di gas saranno messi a disposizione del settore industriale, quello più energivoro, a prezzi più equi rispetto a quelli di mercato, tramite procedure di approvvigionamento a lungo termine gestite dal GSE (parliamo di ceramica, parliamo di carta, parliamo di forti consumatori).
  Le reti elettriche devono essere pronte ad accogliere il cambiamento di marcia che intendiamo promuovere nella scelta delle energie rinnovabili, al fine di raggiungere anche prima del 2030 gli obiettivi del Green new deal. Accanto allo sviluppo di nuovi elettrodotti e al potenziamento degli esistenti per garantire l'eliminazione delle strozzature nella rete, è fondamentale, come confermato da Terna, un forte investimento sui sistemi di accumulo sia idrico che elettrochimico, che renderanno possibile lo sfruttamento dell'energia prodotta dagli impianti fotovoltaici, eolici on-shore, le tecnologie col più basso costo specifico, nonché l'eolico off-shore e le altre fonti rinnovabili da incrementare.
  Al fine di favorire la transizione verde è indispensabile in questo contesto favorire la riconversione delle raffinerie petrolifere e dei relativi depositi in bioraffinerie, incentivando, grazie all'importante patrimonio tecnologico e umano del nostro Paese, lo sviluppo dei nuovi biocarburanti che potranno dare un contributo fondamentale al processo di decarbonizzazione del settore dei trasporti.
  Il processo di decarbonizzazione intrapreso si dovrà basare su una doppia strategia: la prima prevede l'adozione di politiche attive di riduzione della domanda di energia, basate sullo sviluppo dell'efficienza energetica. Su questo versante la semplificazione delle procedure di accesso ai certificati bianchi, l'ampliamento della platea dei beneficiari e degli interventi del conto termico, la possibilità di incentivi sulla cogenerazione ad alto rendimento per gli effetti di rifacimento e potenziamento degli impianti esistenti, e la promozione di incentivi specifici per l'efficienza energetica del settore terziario, potrebbero essere strumenti utili al raggiungimento degli obiettivi finali di riduzione del consumo.
  La seconda strategia invece si basa sulla differenziazione delle fonti energetiche, privilegiando anche attraverso specifiche politiche di incentivazione lo sviluppo delle rinnovabili, dei biocombustibili, del biometano e dell'idrogeno. In primo luogo è intenzione del Governo dare rapida e compiuta attuazione al decreto legislativo 199 del 2021, che ha recepito la direttiva europea sull'uso dell'energia da fonti rinnovabili; attraverso la definizione dei criteri Pag. 12per l'individuazione da parte delle regioni e delle province autonome delle aree idonee all'installazione degli impianti, è necessario garantire un quadro autorizzativo omogeneo, certo, rapido, che consenta lo sviluppo dei progetti in un arco temporale ben definito.
  Nel frattempo abbiamo già potenziato le commissioni VIA/VAS e PNRR/PNIEC per l'analisi dei progetti, in modo da dare risposte sia positive che negative nel minor tempo possibile – sono passate da 40 a 70 membri.
  Questa azione di semplificazione e velocizzazione procedurale si innesta sul solco delle decisioni prese a livello europeo.
  Nell'ultima riunione dei ministri dell'energia dell'Unione europea si è raggiunto un accordo sul contenuto del Regolamento del Consiglio che istituisce un quadro temporaneo per accelerare la procedura autorizzativa e la diffusione dei progetti di energia rinnovabile. Non lo trovate sul sito dei provvedimenti approvati dal Consiglio dell'energia perché abbiamo espresso parere favorevole, ho espresso parere favorevole da parte dell'Italia, ma condizionando il voto a un voto congiunto alla definizione del price cap, questa è la motivazione. E quindi sarà un voto che verrà espresso il 13 di dicembre, quasi certamente.
  A livello nazionale è prioritario concludere il lavoro sul decreto cosiddetto FER 2, che disciplina gli incentivi alle fonti e alle tecnologie non ancora pienamente mature o con costi elevati di esercizio, come la geotermia, il solare termodinamico e il biogas. In questo stesso ambito, però, è intenzione affiancarvi un nuovo decreto FER per continuare l'incentivazione delle tecnologie più mature e con costi fissi bassi, o comunque suscettibili di sensibile riduzione, come l'eolico e il solare.
  A tal proposito, l'attuazione della delega conferita al Governo dall'articolo 26 dell'ultima legge annuale per la concorrenza offre un'opportunità importante per il riordino e la semplificazione normativa in materia di rinnovabili. Il Governo ha anche intenzione di sostenere la tecnologia dell'agrivoltaico, che come gli impianti di produzione di biometano può costituire un'importante alternativa al gas naturale nel mix energetico nazionale.
  Infine, per le comunità energetiche, il cui sviluppo a livello locale sarà favorito anche grazie a importanti risorse del PNRR – voi sapete ci sono 2,2 miliardi –, è stata avviata nella mattinata di ieri la consultazione pubblica sul contenuto del decreto di incentivazione. Ciò, a questo punto, va a inserirsi nella politica di decarbonizzazione con la mobilità sostenibile, che avrà un impulso importante a livello europeo e a livello nazionale, anche a seguito del Fit for 55 europeo. Il settore dei trasporti dovrà contribuire in modo importante certamente al raggiungimento del target, anche attraverso l'utilizzo di soluzioni tecnologiche che la ricerca e il mercato metterà a disposizione, dall'elettrico, con le relative stazioni di ricarica da rendere capillare sul territorio nazionale, all'idrogeno ma anche ai biocarburanti, di cui noi siamo uno dei produttori più avanzati.
  Nel prossimo anno rivestirà grande importanza la revisione dei principali documenti programmatici in materia di energia, quali il Piano nazionale integrato per l'energia e il Clima e la Long Term Strategy. Gli interessi pubblici della decarbonizzazione e della sicurezza energetica sono adesso ancor più evidenti e prioritari, e l'Italia come l'Europa deve rivedere le politiche e gli obiettivi precedentemente delineati alla luce del nuovo contesto geopolitico e alle sfide poste dal Green New Deal e dal REPowerEU, nonché alla luce delle diverse strategie messe in campo dalla Commissione europea.
  Il nuovo piano che l'Italia dovrà presentare alla Commissione entro il prossimo 30 giugno continuerà a svilupparsi sulle cinque dimensioni dell'Unione europea, che sono: decarbonizzazione, con riduzione emissioni e naturalmente le rinnovabili; efficienza energetica; sicurezza energetica; mercato interno dell'energia; ricerca innovazione e competitività. In ogni caso il piano dovrà prevedere efficaci sistemi di protezione per i consumatori e le imprese, in grado di ridurre l'impatto dei prezzi in modo coordinato a livello europeo. Questo si pone in continuità con le politiche nazionaliPag. 13 in tema di povertà energetica e di equa transizione, che hanno già visto il rafforzamento dei bonus energetici e l'adozione di misure tariffarie ad hoc per gli utenti in condizione di vulnerabilità.
  In merito alle dinamiche del mercato e alla formazione dei prezzi dell'energia, mi auguro che l'Europa avvii concretamente le riforme che da tempo come Paese stiamo chiedendo, definendo questo corridoio dinamico, questo cap al prezzo del gas.
  L'ultimo Consiglio energia del 24 novembre, nelle trattative molto complicate, ha lasciato qualche spiraglio positivo; perché se è vero che molti Paesi, Italia compresa e per prima, hanno ritenuto insufficiente la proposta della Commissione, è vero altresì che sono iniziati subito i negoziati per modificarla in vista del prossimo incontro europeo. Il tetto del 2,75 era quasi un invito alla speculazione, non era assolutamente accettabile per il nostro Paese.
  L'Italia è stata protagonista del percorso che ha portato un numero considerevole di Paesi a chiedere di più rispetto a quanto proposto dalla Commissione, anche se ringraziamo la Commissione perché ha svolto e deve svolgere un difficile compito di mediazione tra le varie istanze. Inoltre si dovrà giungere, anche grazie al contributo che arriverà da ARERA e dall'Antitrust, ad un processo di revisione della formazione del prezzo dell'energia elettrica prodotta da fonti diverse dal gas: che deve essere sganciato dal prezzo di quest'ultimo, al fine di evitare eccessive fluttuazioni. È una valutazione europea, è una valutazione nazionale: fatta solo a livello nazionale ha qualche difficoltà. Su questo ci stiamo cimentando.
  Il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2050 necessita di forti investimenti nella ricerca e per lo sviluppo, al fine di arricchire il già importante know-how a disposizione. Sarà data priorità allo sviluppo di tecnologie per l'elettrificazione dei consumi, per l'efficienza energetica dei processi e dei prodotti industriali, per la riqualificazione energetica degli edifici anche grazie al supporto della ricerca svolto dall'RSE (Ricerca Sistema energetico) e dall'ENEA.
  Sempre nell'ottica di accrescere la sicurezza energetica del Paese, particolare attenzione sarà rivolta allo sviluppo dell'idrogeno verde e del biometano. Per quanto riguarda l'idrogeno si dovrà procedere alla creazione di una filiera industriale, ad un efficientamento della prestazione e alla riduzione dei costi di produzione, soprattutto con riferimento ai settori industriali dove occorre sostituire il gas naturale per ridurre le emissioni di CO2, cosiddetti hard to abate.
  Punto di partenza in tal senso è il progetto Hydrogen Valley, finanziato con i fondi del PNRR e il supporto fornito dal MASE alla ricerca e sviluppo dell'intera filiera (produzione, distribuzione, stoccaggio e utilizzo).
  Ricordo come il nostro Paese abbia consolidate competenze scientifiche e industriali in alcuni ambiti, quali il sistema di accumulo, le reti elettriche intelligenti, i materiali avanzati. Dobbiamo mantenere queste posizioni di leadership e anzi ampliarle, sfruttando l'onda lunga della transizione energetica.
  Proseguirà inoltre la partecipazione dell'Italia, con ruolo da protagonista, nello sviluppo delle tecnologie per la fusione nucleare, nell'ambito del programma internazionale ITER e del programma europeo Eurofusion; così come sarà rafforzato il presidio scientifico nel campo degli impianti nucleari di quarta generazione e dei reattori modulari SMR (Small modular reactors). Senza naturalmente dimenticare di dare soluzioni efficienti e sicure al tema dei rifiuti radioattivi, ancora aperto in Italia nonostante siano trascorsi decenni dalla cessazione della produzione elettronucleare. Per il raggiungimento di questo obiettivo sarà fondamentale il contributo della SOGIN.
  Allo stesso tempo, per quanto riguarda la ricerca, è necessario porre attenzione alla ricaduta dei programmi di competenza del MASE, quale il piano della ricerca del sistema elettrico nazionale '22-24 e il programma Mission Innovation.
  Infine, maggiore impegno sarà dedicato a sostenere l'innovazione e il trasferimento tecnologico verso le imprese, di quelli che Pag. 14sono i risultati della ricerca, affinché si sviluppino e si rafforzino ulteriormente quelle filiere industriali nazionali nel settore green capaci di competere sul mercato internazionale. Un esempio è la Gigafactory di Catania per la produzione di moduli fotovoltaici fino ad una capacità nominale di 3 GW/anno, che – questo confermo io – l'investitore sta pensando di raddoppiare.
  Svolgeranno un ruolo importante i corsi di formazione degli istituti tecnici specializzati, che forniranno alle imprese le professionalità necessarie all'accelerazione dei processi di transizione ecologica.
  Ho quasi finito ma una cosa la voglio dire, perché è una «deformazione» che mi porto dietro dal vecchio Mise. La grande forza di questo Paese sono le oltre un milione di imprese. Questo milione di imprese, piccole e medie, sono come i reparti di una grande impresa, in competizione fra loro ma la somma di loro ci rende fortissimi. Abbiamo però un problema: quello di riuscire a trasferire le conoscenze dai luoghi di ricerca, dai capi filiera, dai grandi gruppi. Quello che deve essere lo sforzo di accompagnamento che devono fare lo Stato, le regioni, e tutti coloro che svolgono un ruolo nell'ambito dell'accompagnamento delle attività produttive, è proprio riuscire a far apprendere più in fretta possibile al nostro sistema di PMI che ci sono delle nuove opportunità, delle nuove conoscenze, dei nuovi percorsi per produrre meglio, produrre di più, lavorare meglio. Questo è il grande impegno che dobbiamo avere come Paese.
  In conclusione di questo intervento quindi vorrei sottolineare il ruolo fondamentale di ciascuno di noi, ciascun cittadino prima di tutto, non solo del Governo e del Parlamento, per il raggiungimento degli obiettivi del Green New Deal. Un approccio politico compiuto e deciso è importante, ma non basta se non si basa sulle buone pratiche delle persone, i comportamenti sono infatti guidati dalla consapevolezza, ovvero dalla conoscenza di ognuno di noi. La possibilità di raggiungere lo sviluppo sostenibile, la conseguente neutralità climatica risiedono nella capacità di ciascuno di agire in questa direzione, dei singoli cittadini, degli attori istituzionali, dei decisori politici, delle imprese, degli organi di Governo; non meno importante sarà il contributo che noi riusciremo a far dare alle scuole incaricate di formare gli adulti di domani. Il futuro lo costruiamo assieme.
  Io ringrazio il Parlamento, ringrazio le Commissioni riunite, la Camera dei deputati, il luogo più alto della rappresentanza democratica. Sono qui e mi aspetto proposte critiche, anche le più aspre, ma credo uniti nella volontà e nell'impegno di contribuire a sostenere una sfida, che è una sfida-Paese, una sfida ambientale dell'Italia, ma anche un contributo del Paese per una battaglia dove non possiamo perdere: dobbiamo solo vincere.
  Grazie, presidente. Grazie ai Commissari. Forse sono stato un po' lungo.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA VIII COMMISSIONE MAURO ROTELLI

  PRESIDENTE. Grazie Ministro. Ne approfitto non soltanto per ringraziare Lei ma anche per salutare i colleghi delle Commissioni riunite e, naturalmente, anche il presidente Gusmeroli.
  Abbiamo una serie di iscritti nell'elenco a parlare, abbiamo anche, diciamo, alternato non soltanto secondo un criterio di appartenenza alla Commissione ma anche in base a maggioranza e opposizione.
  Io inviterei subito il collega Gianni Lampis a prendere la parola. Prego, Onorevole.

  GIANNI LAMPIS. Grazie, presidente. Buon pomeriggio a tutti i colleghi e alle colleghe.
  Innanzitutto, signor Ministro, mi sia consentito al principio del mio intervento rivolgerle i migliori auspici per il lavoro che è chiamato a svolgere in questi prossimi anni. Fratelli d'Italia è fortemente persuaso dal fatto che le tematiche afferenti al suo Dicastero sono e saranno fortemente caratterizzanti rispetto all'azione di Governo che dovrà essere intrapresa. Mi sia consentito anche un richiamo, insomma, ai fatti Pag. 15tragici di queste ultime ore che hanno coinvolto Ischia, un pensiero alle famiglie delle vittime e a coloro i quali oggi soffrono per una situazione di difficoltà. E forse questo è anche il punto di partenza di quello che vuole essere il mio intervento, perché penso che il primo impegno della nostra Nazione, di questo Governo, deve essere proprio quello di provare a superare la fase dell'emergenza operativa in situazioni di protezione civile di calamità naturali, per iniziare a parlare di pianificazione e di prevenzione. E forse ha ragione Lei quando ha detto che non si può morire di pioggia.
  Il ruolo determinante alla fine del suo intervento l'ha voluto assegnare alle nuove generazioni e a quei luoghi per eccellenza in cui le nuove generazioni si formano, cioè le scuole: partire dalle scuole per iniziare a fare prevenzione, per iniziare a fare informazione, perché quella che abbiamo davanti è veramente una sfida culturale. Le scuole sono quel luogo per eccellenza in cui le sfide culturali possono e debbono essere vinte. Nelle scuole bisogna provare a portare un messaggio importante che Lei ha ben esposto nel corso del suo intervento: e cioè che oggi si può parlare di difesa e di tutela dell'ambiente senza per forza affermare un principio di musealizzazione del territorio, che esclude l'uomo e le sue attività.
  Noi abbiamo sempre sostenuto che oggi sia più opportuno parlare di ecologia produttiva, consentire quindi alle persone, alle attività di impresa, ai cittadini di poter svolgere anche le proprie attività all'interno del sistema ambientale in modo sostenibile, consapevole e armonioso.
  Ecco, su questi temi noi siamo pronti a cogliere la sfida del Governo e della Nazione, e lo vogliamo fare provando ad occuparci insieme a Lei di quelle che sono le priorità che stanno a latere di tutta quella che dovrà essere la nostra programmazione. Strumenti di pianificazione sono certamente le strategie nazionali, di adattamento ai cambiamenti climatici, su cui siamo fortemente in ritardo, ma anche quelle principalmente attuative dell'Agenda 2030 che l'ONU ha consegnato alla comunità internazionale. Penso in questo caso soprattutto alla strategia nazionale sullo sviluppo sostenibile, che tende ad individuare quelle che dovranno essere le direttrici importanti che dovranno caratterizzare lo sviluppo dell'Italia da qui al prossimo avvenire.
  Ecco che su tutti questi temi noi siamo chiamati a cogliere l'opportunità del PNRR, individuando e provando a migliorarlo soprattutto nel momento in cui andremo a capire, insieme ai principali attori presenti nel territorio che sono le regioni, che sono gli amministratori comunali, che sono i portatori d'interesse, quali sono le reali priorità che il Paese ci chiede. La messa in sicurezza del territorio è certamente la prima priorità che abbiamo il dovere di perseguire.
  Ma in tutti questi anni, mi permetta di dire anche sulla scorta dell'esperienza che ho avuto come amministratore regionale, non è stato sempre conciliante il rapporto con il Governo. Il sistema delle autonomie regionali ma quello dell'intera architettura costituzionale deve essere lo strumento di supporto a quella che è l'attività del legislatore, quindi del Parlamento, e dello stesso Governo nazionale. È impensabile che oggi si parli di piano della transizione ecologica che però è stato bocciato dalle regioni. Io sono sicuro che questo Governo avrà la sensibilità per riportarlo alla sensibilità e all'attenzione delle autonomie regionali per creare insieme dei percorsi condivisi.
  È chiaro che questi sono quegli strumenti che poi nel dettaglio dovranno essere declinati, abbiamo parlato di bonifiche, di siti orfani, di economia circolare, di efficienza nel sistema dei rifiuti, per dire e dare finalmente il segnale ai cittadini che si può pagare di meno con risultati efficienti di raccolta differenziata; un messaggio che ancora oggi purtroppo non è percepito dalle nostre comunità.
  Sull'energia ci sarebbe tanto da dire. Nelle linee programmatiche che il Governo ha presentato al Parlamento si parla di sovranità energetica, e si parla di un mix energetico per garantire al Paese uno sviluppo armonioso anche da questo punto di vista. Abbiamo assistito negli ultimi anni Pag. 16quasi ad un'ansia da prestazione nella dislocazione di impianti di energie rinnovabili su tutto il territorio regionale.
  Siamo consapevoli che questo tipo di fenomeno storico deve essere per l'appunto governato, ma l'idea che i territori hanno avuto è quello di subirlo, non c'è stata quella co-pianificazione necessaria. Tutti sappiamo che gli impianti off-shore dovranno essere realizzati, però consentiamo a chi è presente appunto nei territori di poterci aiutare per individuare, per esempio nel caso specifico, i migliori siti ad essi dedicati.
  È chiaro che sul tema energetico ha ragione Lei quando parla di momento storico in cui occorre valutare le opportunità scevri dai condizionamenti ideologici. Noi pensiamo che anche in questo caso possa essere d'ausilio la scienza, possa essere d'ausilio tutto ciò che oggi ci può consentire di superare i tanti no che abbiamo detto nella storia, ma anche i tanti sì sbagliati; i sì che noi vogliamo dire vogliono essere ponderati, vogliono essere equilibrati, vogliono contraddistinguere una prospettiva che questo Paese cerca come protagonista nell'intero bacino del Mediterraneo.
  Mi ha fatto piacere, signor Ministro, che Lei abbia richiamato questa posizione strategica che la nostra Nazione ha, io sono sicuro che un ruolo fondamentale potrà essere attribuito anche alle nostre piccole e grandi isole che sono presenti nel bacino del Mediterraneo, quale anche avanguardia rispetto a tutte quelle nazioni con le quali noi vogliamo avere importanti rapporti di collaborazione.
  Ecco, su tutti questi auspici, ce ne sarebbero tanti altri di cui poter parlare, le voglio dire che come gruppo di Fratelli d'Italia siamo fortemente sensibilizzati rispetto alla possibilità di non dover fallire rispetto a quelli che sono gli indirizzi che il Governo ha dato al Parlamento.
  Fratelli d'Italia quindi sarà al suo fianco, al fianco del presidente Giorgia Meloni, perché si segni coi fatti la discontinuità rispetto al passato, si realizzi quanto promesso ai cittadini, che col loro voto libero e democratico il 25 settembre scorso ci hanno reso vincitori. Grazie.

  VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Grazie presidente, signor Ministro e colleghi parlamentari. Io intervengo, signor Ministro, ponendole un paio di domande e lasciando spazio soprattutto ai colleghi della Commissione Ambiente, che credo sia giusto abbiano più tempo per svolgere considerazioni di carattere più complessivo, anche se – mi consenta di dire – al di là della ridenominazione del Ministero da transizione energetica a sicurezza energetica, in termini di impianto sui nodi principali non ho visto un cambio di passo significativo. Quindi di quello che ha appena detto il collega, non sono riuscito sinceramente a trovarne traccia.
  Signor Ministro, volevo porle due domande in riferimento soprattutto al ruolo degli enti locali. Non intendo riprendere le sue dichiarazioni, che ha inteso puntualizzare all'inizio della sua comunicazione. Rispetto al ruolo degli enti locali ho due questioni: la prima è se il Governo intende confermare l'applicazione retroattiva del meccanismo di restituzione al GSE delle risorse aggiuntive dagli extraprofitti. Parliamo però di comuni virtuosi, ossia di quei comuni che hanno fatto una serie di investimenti soprattutto in riferimento agli edifici pubblici – parliamo delle palestre, delle piscine, delle scuole, degli ospedali. Ecco vorrei capire se il Governo intende confermare se questo tipo di investimenti fatto dagli enti locali viene ancora equiparato o se c'è un intendimento diverso.
  L'altra domanda, signor Ministro, invece è in riferimento alla parte della sua relazione dove lei ha richiamato le comunità energetiche. Visto che credo sia opinione – immagino – condivisa anche dai colleghi che si tratta di uno strumento potenzialmente di grande rilevanza, che tra l'altro può consentire un protagonismo degli enti locali, può ottenere obiettivi importanti in termini di risparmio energetico e soprattutto è uno strumento che credo riesca a definire al meglio anche l'idea di transizione energetica, la domanda è: quale tipo di supporto immagina il Ministro nella sua attività rispetto agli enti locali, perché ad Pag. 17oggi questo strumento che potenzialmente può portare risultati significativi continua a essere in una fase di non concreta definizione. Credo che questo sia un aspetto su cui ci sia bisogno di risposte in tempi immediati, perché altrimenti uno strumento che non riesce a partire non riesce a ottenere gli effetti necessari e desiderati.

  GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. Lo mando io sul sito stasera. La giro io immediatamente. Il quesito merita una risposta, però, visto che è aperto alla consultazione, le ho detto che mi collego io stasera ...

  VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Scusi Presidente, non vorrei non essere stato compreso, ma io parlo di quali sono gli strumenti per consentire la creazione di comunità energetiche.

  GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. Infatti, infatti. La risposta è pertinente.

  PRESIDENTE. Onorevole Peluffo, lei ha terminato l'intervento, giusto?

  VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Sì, sì presidente, grazie.

  GIANPIERO ZINZI. Grazie presidente. Signor Ministro benvenuto e grazie di aver risposto celermente alla nostra richiesta di confronto. L'abbiamo ascoltata con attenzione ed è stato esaustivo, forse fin troppo, entrando nel dettaglio di tutte le questioni, per cui per noi la proposta programmatica è assolutamente condivisibile. Proveremo a darle, come gruppo della Lega, qualche piccola raccomandazione, utile a perfezionare l'approccio assolutamente positivo.
  È indubbio che il disastro di Casamicciola, di Ischia, di questi giorni abbia cambiato l'ordine del giorno di qualsiasi tipo di confronto e quindi anche l'audizione di oggi rientra tra le condizioni in cui la priorità diventa l'emergenza dissesto idrogeologico, che abbiamo ancora sotto i nostri occhi rispetto a quanto accaduto ad Ischia.
  Allora, sul tema lei ha citato ben due volte le Autorità di bacino distrettuali. Ritengo abbia fatto cosa buona e giusta, specie se teniamo conto che le emergenze legate al dissesto idrogeologico riguardano tutta Italia e specie se teniamo conto che quanto accaduto qualche giorno fa probabilmente ha visto la compartecipazione di tutti i soggetti istituzionali. Le cronache ci raccontano che l'ex sindaco – dal momento che lì c'è un commissario prefettizio – avrebbe segnalato a tante autorità, a partire dal Ministero dell'ambiente, quanto sarebbe potuto accadere. E allora, rispetto al tema delle autorità e rispetto alla necessità di una sempre migliore pianificazione, questo nuovo Governo può fare di più e meglio rispetto al passato. Nei DPCM del 4 aprile del 2018 si faceva riferimento alla pianta organica delle Autorità di bacino distrettuali, vale a dire al loro completamento. Ad oggi le Autorità di bacino distrettuali non hanno ancora le piante organiche complete e questa è una raccomandazione che le facciamo. Riteniamo che alla luce di quanto accaduto questa diventi una priorità e, tra tutte, ritengo che la priorità sia l'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino meridionale.
  Quindi su questo noi le chiediamo di prestare grande attenzione, perché l'attività di pianificazione, ma soprattutto di prevenzione, passa attraverso strutture che siano in grado di operare. Questo attiene non soltanto alle risorse, ma anche al capitale umano e la nostra pubblica amministrazione può essere fiera di dotarsi di un capitale umano di grande qualità.
  Di pari passo in questi giorni si è parlato dell'abusivismo edilizio, che è stato poi al centro del dibattito e delle polemiche. Le statistiche che l'Istat ha pubblicato negli ultimi mesi ci danno una proporzione quasi inquietante: su quindici abitazioni abusive, ne corrispondono cento autorizzate. È evidente che c'è da fare un controllo del territorio più puntuale, ma il controllo del territorio passa anche attraverso una dotazione propria delle pubbliche amministrazioni che spesso manca. Spesso sono i Pag. 18sindaci e le piccole amministrazioni a pagare il prezzo più alto.
  Per cui la raccomandazione è da un lato al rafforzamento delle Autorità di bacino distrettuali e dall'altro ad un impegno anche indiretto rispetto al rafforzamento della dotazione del personale delle pubbliche amministrazioni. Penso al controllo sul territorio che fanno i vigili urbani, di cui però molti enti locali non sono dotati in numero sufficiente.
  Un altro tema è la qualità dell'aria: lei ha fatto riferimento a questo tema. Un'altra statistica pubblicata in questo caso dall'Unione europea ci dice che ci sono due macro regioni col maggior tasso di inquinamento dell'aria: la Pianura padana e poi un territorio che io conosco bene, che è il mio, la cosiddetta Terra dei fuochi tra Caserta e Napoli. Nel secondo caso io conosco le ragioni di quell'inquinamento, le conosciamo tutti, però le azioni che si sono avute in questi anni sono state di contrasto – diciamo così – al fenomeno della contraffazione, ma non c'è stata una vera e propria attività di prevenzione, per cui ancora oggi, al netto di «Strade sicure» che è stata un'operazione che ha funzionato realmente, non ci sono attività di prevenzione che consentano un vero controllo del territorio e consentano di evitare che quei roghi di rifiuti imperversino e rendano impossibile la vita di tante persone. E allora anche su questo le chiediamo un impegno.
  Prima ha fatto riferimento al ruolo delle regioni e alle infrazioni. Ebbene io vengo da una regione in cui il tema delle ecoballe è noto a tutti e nel 2016 il Governo Renzi regalò di fatto – e io ne fui felice perché pensavo che fosse la soluzione a quell'emergenza – 450 milioni di euro alla regione Campania, con l'impegno da parte della regione Campania e del Governo stesso a rimuovere i 5 milioni e 700 mila tonnellate di ecoballe dal territorio in tre anni. Sono passati sei anni e siamo al venti per cento della rimozione. Anche su questo richiamo la sua attenzione, dal momento che c'è una procedura di infrazione, e su tutte le procedure d'infrazione noi vorremmo che ci fosse una particolare attenzione.
  In ultimo e chiudo: siamo di fronte alla necessità di un'indipendenza energetica, lo ha detto lei prima, lo abbiamo ripetuto tutti. Riteniamo che le rinnovabili siano indispensabili e questo è evidente. Riteniamo però che si debba passare dal pregiudizio al pragmatismo rispetto alle fonti nucleari, quindi che l'energia nucleare diventi un valore e un'opportunità anche per questo Governo, per questo nuovo Governo di centrodestra, che mi auguro segnerà il passo rispetto ad un'indipendenza energetica che ci serve, come si suol dire, come il pane.
  Per cui buon lavoro, grazie della sua presenza e saremo a sostegno della sua azione e dell'azione del nostro nuovo Governo. Grazie.

  EMMA PAVANELLI. Grazie presidente. Grazie Ministro per il lungo elenco di obiettivi che siamo lieti di vedere, che corrispondono ovviamente agli obiettivi in linea col PNRR, come sapete voluto e ottenuto dal presidente Conte del Movimento 5 Stelle. Pertanto siamo contenti che questo Governo in realtà proseguirà su una linea politica che va esattamente in quella direzione.
  Considerata l'emergenza energetica in atto e la necessità, ovviamente, di adottare iniziative strutturali, ripeto strutturali, e contenere l'impatto dei prezzi, che stanno subendo oscillazioni ormai quotidiane, noi vorremmo sapere quali sono le misure al vaglio del Governo volte a semplificare e accelerare ulteriormente l'installazione di impianti da fonti rinnovabili. Servono qui i decreti attuativi; lei si ricorderà che già nel cosiddetto «decreto energia» al Senato abbiamo lavorato tantissimo in quel senso, però purtroppo mancano moltissimi decreti attuativi.
  Occorre definire una guida specifica per l'individuazione delle aree idonee per ospitare impianti FER, affinché le regioni le possano poi individuare ognuna nel proprio territorio. Mancano ancora i decreti attuativi.
  Infine anche le misure finalizzate a promuovere e incentivare la costruzione e l'avvioPag. 19 delle comunità energetiche. Anche qui ho visto che ieri o l'altro ieri avete avviato il processo pubblico e speriamo che sia anche breve per poter arrivare ai decreti attuativi quanto prima.
  Vorrei anche sapere se c'è in previsione la revisione del PNIEC, ovviamente in previsione di tutti questi cambiamenti. Sappiamo che nel 2021 è stato fatto, ma con tutti questi cambiamenti probabilmente serve già un'altra revisione. Mi domando, con tutti questi problemi che lei stesso ha elencato riguardo all'energia elettrica e anche al gas, se non sia un grande peccato aver bloccato, ahimè, il superbonus 110 per cento, che in realtà andava proprio nella direzione dell'efficientamento energetico delle case dei cittadini.
  Poi si sarebbe potuto anche magari avviare un processo – come dicevamo già nell'ultima legislatura – verso l'efficientamento energetico anche delle attività produttive, come ad esempio alberghi ed altre attività produttive, e sappiamo che lo stanno chiedendo a gran voce.
  È necessario – e mi ricollego a quello che ha detto il mio collega precedentemente – intervenire sui comuni virtuosi che hanno fatto impianti non enormi, ma impianti medi, per quanto riguarda le rinnovabili e gli extraprofitti. Questo riguarda anche 60 mila imprese agricole e non agricole che hanno impianti medi. Come sa avevo già depositato un'interrogazione al suo ministero nonché al ministero dell'industria per sapere se si potevano bloccare questi extraprofitti.
  Per quanto riguarda il nucleare siamo molto felici che volete avviare lo studio, pertanto finalmente questa maggioranza ammette che il nucleare di quarta generazione è allo studio e pertanto impossibile attivarlo.
  Vado avanti velocemente. Per quanto riguarda l'acqua, mi auguro che si possano rivedere anche alcune regole sulle concessioni delle acque per le imprese, in quanto l'acqua che viene tolta ai cittadini e alle imprese produttive crea ovviamente un grande problema. Pertanto sono delle materie importanti.
  Sui rigassificatori ci dispiace molto che avete detto no alla valutazione di impatto ambientale e alla valutazione di incidente rilevante. Non stiamo dicendo di no al rigassificatore, stiamo solo chiedendo che vengano fatte queste valutazioni perché sono importanti per i cittadini.
  Mi fermo qui per lasciare tempo alla mia collega, grazie.

  LUCA SQUERI. Grazie presidente. Grazie signor Ministro per l'ampia relazione che ci ha fatto, ne approfitto per farle gli auguri di buon lavoro a nome della X Commissione in maniera pubblica per la guida di un Ministero così importante sia per il presente che per il futuro delle nostre generazioni.
  Sarò molto sintetico per lasciare spazio poi ai colleghi Mazzetti della VIII Commissione e Casasco della X Commissione e dunque farò una serie di domande in maniera molto sintetica.
  La prima riguarda il problema dello stabilimento di Priolo che – da quando il 5 dicembre ci sarà l'embargo del petrolio russo – vedrà cessare l'attività. Il Governo precedente ha lasciato al Governo un'eredità pesante, perché ancorché ci fosse un decreto che prevedeva l'istituzione di un tavolo presso il Ministero dello sviluppo economico, bisogna capire adesso cosa succede. La domanda è quindi cosa intende fare il Governo e se non è magari il caso di far intervenire anche la Cassa depositi e prestiti.
  La seconda domanda riguarda il problema dell'installazione degli impianti del fotovoltaico, utilizzando terreni agricoli. Ancorché ci sia il decreto legislativo n. 199 del 2021 che prevede l'utilizzo di terreni marginali e inutilizzabili, vediamo che il fenomeno invece è quello di un utilizzo dei terreni principali, più produttivi. Anche qui le chiedo cosa intende fare il Governo per trovare il giusto equilibrio tra la necessità di implementare energie rinnovabili, ma anche tutelare la capacità di produzione agricola e se non ravveda la necessità di coordinarsi con il Ministero dell'agricoltura per andare poi a individuare le aree idonee e dunque facilitare il raggiungimento dell'equilibrio stesso.Pag. 20
  Altra domanda: leggiamo della nazionalizzazione dell'Ilva. La domanda che sorge spontanea è come si coniuga questo tipo di approccio, di volontà eventuale, con tutti i discorsi annessi e connessi della tutela ambientale
  Per entrare più concretamente poi nel tema della transizione, gli obiettivi del Fit for 55 alla luce – anzi verrebbe da dire all'oscurità – della crisi energetica mondiale, se si ritiene che siano ancora raggiungibili questi obiettivi e comunque quale sia la posizione del Governo.
  Concludo rispetto a un quesito che io da tempo faccio, criticando il PNIEC sin dalle sue origini e ribadendolo di volta in volta, quando intende il Governo metterci mano e soprattutto come intende metterci mano, anche rispetto alla direzione sbagliata del PNIEC stesso ma addirittura rispetto agli obiettivi più volte cambiati. Grazie signor Ministro.

  DANIELA RUFFINO. Grazie presidente e buonasera signor Ministro. Io cercherò di calare nel concreto alcune tematiche che stanno a cuore ad Azione e che sono state anche toccate dal Ministro.
  La considerazione di oggi è – mi pare voce comune – che non si è operato bene come regioni ed enti locali, perché siamo di fronte a un problema nazionale, mai affrontato, che è quello del dissesto idrogeologico. Devo dire che forse non c'è mai stata la volontà di lavorare in modo concreto su questi temi, ad esempio con una costanza di finanziamenti e non soltanto con finanziamenti e risorse spot nel momento in cui si crea il problema, si crea il disastro.
  Poi lei, signor Ministro, ha toccato il tema della desertificazione, che non riguarda soltanto il suo Ministero ma molti Ministeri, ed allora io vorrei che terminasse in qualche modo questo gioco perché c'è una parte di Governo che lavora a creare la desertificazione quando si tagliano i servizi. È evidente che poi quei territori vengono abbandonati, c'è la desertificazione, ci sono i problemi, ci sono gli incendi, ma poi dall'altro lato c'è chi giustamente – ed io condivido quanto lei ha detto – lotta per evitare questo processo, che certamente ci fa perdere delle fette importanti del nostro territorio. Allora serve una grande sintonia, come serve una grande sintonia per lavorare a un forte contrasto del dissesto, serve una mappa dei rischi aggiornata, serve un collegamento tra le regioni e i comuni e, anche in questo caso, servono finanziamenti costanti. Però sono proprio i comuni a volte l'anello debole della catena, perché sono tanti, perché ci sono le grandi realtà e le piccole realtà, che però sono delle sentinelle importanti sul nostro territorio, sono quelle che al Governo, al Parlamento, al Senato danno le informazioni. Però bisogna avere una forte volontà di ascoltare e di capire quello che serve ai territori.
  Sono rimasta agghiacciata da quello che lei ha detto, signor Ministro, sui tempi lunghi delle risorse che sono arrivate ad Ischia e che sono ad una fase progettuale iniziale. C'è da chiedersi che tipo di controllo c'è tra i Ministeri, se non ci sia ancora l'aspetto della rendicontazione dei SAL e tutto il resto. A quanto pare questo aspetto non c'è ed è l'ennesimo problema che si aggiunge.
  Come, ad esempio, il tema del monitoraggio sul territorio: verrà fatto attraverso il PNRR? Bene, però non vorrei che oggi ci fosse una grande forza sul PNRR. Mi chiedo anche come si realizzerà tutto questo, poiché i PNRR non sono infiniti.
  Tra l'altro sappiamo che l'Italia dei comuni oggi, soprattutto per i piccoli comuni, non riesce ad accedere al PNRR e quindi a fare interventi magari proprio di contrasto nei confronti del dissesto.
  Velocemente parlo dei boschi, degli incendi, ne avevo già parlato nella precedente legislatura al suo predecessore, il ministro Cingolani: manca una linea chiara in questo senso.
  Anche sui rifiuti – io apprezzo quello che lei ha detto sulla gestione dei rifiuti in chiave circolare – è un grande problema l'attività del riciclo, ma questa nostra Italia anche qui va con diverse velocità. Ad esempio la raccolta differenziata, il miglioramento delle percentuali, la qualità della raccolta, sporca o pulita, questo è un altro tema che ovviamente deve essere affrontato.Pag. 21
  Un ultimo aspetto signor Ministro lo riservo a SOGIN. Lei ha citato SOGIN e molto seriamente e con forza io dico che oggi pensare a un contributo di Sogin per qualunque e qualsiasi progetto di grande o di piccola entità significa non voler toccare con mano le difficoltà di Sogin. Abbiamo chiesto il commissariamento e il commissariamento è stato dato, ma Sogin è impantanata nei diversi progetti che ha e che non vengono portati a compimento. Vi cito l'ultimo fatto, che è quello del contratto di Cemex a Saluggia: Sogin in tre anni ha fatto poco meno del due per cento dei lavori. Sono a rischio perdita del posto di lavoro circa mille dipendenti, a Vercelli Saluggia si trovano 300 metri quadri di rifiuti liquidi radioattivi. A questo aggiungo – e ne abbiamo parlato molte volte in Aula durante la precedente legislatura – il deposito di scorie nucleari: c'è un lavoro in corso, l'indagine non è stata resa pubblica, era un percorso che doveva essere fatto in somma urgenza, non sono stati ascoltati i comuni e siamo in attesa di capire quando il Governo pubblicherà la Carta dei siti idonei del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.
  Io spero vivamente, noi speriamo vivamente, che il ruolo di Sogin venga messo da parte fino a che non sarà risolta la crisi che investe ovviamente Sogin e tutte le attività ad essa correlate, grazie.

  ILARIA CAVO. Grazie, buonasera Ministro. Tocco brevemente alcuni punti per poi lasciare spazio anche alla mia collega.
  Mi ha fatto piacere, Ministro, ascoltare una delle frasi che ha pronunciato, ossia «mettere mano alle difficoltà del sistema a spendere le risorse» come priorità della sua azione e dell'azione di questo Governo. L'ha detto con molta franchezza, credo che sia stato uno dei punti centrali della sua relazione molto ampia – io non ho modo di toccarli tutti nei pochi minuti che ho a disposizione – ma credo che questo sia un punto da sottolineare e da rimarcare, partendo dal dramma di Ischia e unendoci ovviamente al cordoglio e al momento che tutti stiamo vivendo insieme.
  Gli amministratori vanno aiutati e quindi tutto il tema della burocrazia e di tutto quello che c'è da fare da questo punto di vista.
  Altro tema importante è quello delle scuole, il coinvolgimento delle scuole, per arrivare all'altra parte del suo Ministero, che è quello soprattutto dell'energia, dell'efficientamento energetico e del Green new deal: se vogliamo veramente farlo bisogna coinvolgere certamente le nuove generazioni.
  Andando nel dettaglio, due riferimenti, uno importante che lei ha fatto rispetto al quale le chiedo nel dettaglio le tempistiche. Ha detto che c'è intenzione di attuare la direttiva europea per quanto riguarda le rinnovabili per dare corso all'attuazione delle aree idonee, che è quello che permetterebbe di sbloccare tanti interventi che non vengono sbloccati perché non hanno le autorizzazioni. Le chiedo se in fase di replica può precisare con quali tempistiche si potrà arrivare a questo.
  L'altro tema è quello dell'economia circolare, ricorso nel suo intervento e anche in quello di molti colleghi. C'è un tema che sta particolarmente a cuore a chi, come me, arriva da una regione come la Liguria, con un'importanza dei porti che in realtà sono risorse di tutto il Paese. Anche i porti possono partecipare all'economia circolare, per i dragaggi, per l'utilizzo delle sabbie dei dragaggi e per l'utilizzo di quei materiali o sedimenti che possono avere materiale nobile. Nei dragaggi la tecnologia adesso permette di separare il materiale da recuperare, che può essere rimesso in circolo per esempio per i ripascimenti. Ci sono degli studi che dicono che ci sarà una crescita di richiesta e che le sabbie rappresentano una fonte essenziale, addirittura la più consumata al mondo dopo l'acqua. Bisogna sbloccare con decreti ministeriali due leggi e sostanzialmente dare attuazione a due decreti-legge, il n. 77 del 2021 e il n. 121 del 2022, per permettere che tutto questo rientri nell'economia circolare. La domanda è se intende dare attuazione a questi decreti per fare in modo che ci sia una circolarità anche da questo punto di vista.
  Ultimo riferimento: l'Ilva è stata citata, chiedo – visto che già il Sottosegretario alle imprese e al made in Italy in Aula ha Pag. 22dichiarato che chiederà un cambio di passo a Acciaierie d'Italia su Ilva – chiedo, dal suo punto di vista, quale sviluppo vede, non soltanto certamente per lo stabilimento di Taranto, visto che è oggetto dell'intervento e della riqualificazione ambientale, ma più in generale, perché da Taranto dipende Genova e da Taranto e Genova dipende anche tutto l'indotto, grazie.

  ELEONORA EVI. Grazie molte, buonasera. Ministro, lei ha fatto riferimento nel suo intervento ai giovani, li ha richiamati più volte all'inizio e anche alla fine del suo intervento, ma c'è una cosa che però i giovani continuano a chiedere con insistenza ed è di ascoltare la scienza e francamente, già nella modifica della denominazione del suo Ministero, questa aderenza ad un pensiero scientifico io trovo che sia mancante, perché cancellare l'impegno ad una vera transizione ecologica e limitare il tutto alla garanzia della sicurezza energetica in realtà vuol dire cancellare, significa eliminare, quella che dovrebbe essere invece la priorità del suo Ministero, ovvero quella di affrontare il tema della crisi climatica, crisi climatica che è in atto e rispetto alla quale anche gli ultimi report dell'IPCC, il panel intergovernativo dei cambiamenti climatici, dicono che il mondo dovrà affrontare sempre di più nell'immediato e nel futuro in misura crescente i molteplici rischi che la crisi climatica sta portando.
  Ecco io credo che la sicurezza energetica del Paese non possa quindi essere perseguita senza contemporaneamente e prioritariamente affrontare la crisi climatica. È per questo che dal suo intervento, dalle sue dichiarazioni programmatiche, emerge, in particolar modo rispetto agli obiettivi climatici che abbiamo come Italia ma soprattutto come Europa e a livello internazionale, che noi rischiamo di raggiungerli con forse trent'anni di ritardo e con dei costi ambientali socialmente elevatissimi, perché tutte le proposte di nuove infrastrutture legate alle fonti fossili di fatto trasformeranno l'Italia un vero proprio hub del gas invece che trasformarci in un vero e proprio leader nella produzione di energie rinnovabili.
  Nuovi gasdotti, nuovi rigassificatori, questo è quello che si sta facendo, nonostante anche organismi conservatori come l'Agenzia internazionale per l'energia ricordano che non dovremmo più fare investimenti nelle fonti fossili, non dovremmo più estrarre gas dal sottosuolo. Ecco, nel frattempo però abbiamo ancora evitato di andare a chiedere quegli extraprofitti famosi nella loro integrità – quindi oltre 50 miliardi di euro fatti nei primi sei mesi del 2022 in particolar modo dai colossi dell'energia. Ancora queste risorse non vengono toccate quindi segnando un ennesimo solco che va ad aggravare ancora di più le diseguaglianze sociali.
  Aggiungo un ulteriore tema riguardo all'inquinamento atmosferico che lei ha citato: mi auguro che gli interventi su questo fronte possano essere finalmente decisivi per garantire tutte quelle città e tutte quelle aree, in particolar modo del Nord Italia, che soffrono da tempo e che peraltro sono anche oggetto di procedure di infrazione sia sulle polveri sottili che sugli ossidi di azoto. Ecco chiedo che si vada ad intervenire non solamente potenziando un grande assente che è il trasporto pubblico locale, in particolar modo con la mobilità elettrica, e non evocando nuove fantasmagoriche e ipotetiche soluzioni tecnologiche di là da venire quando abbiamo la tecnologia dell'elettrico che già oggi dà una risposta, ma anche non si dimentichi un altro settore che continua a contribuire fortemente alle emissioni di polveri sottili e di inquinanti atmosferici, che è quello dell'agricoltura, in particolare della zootecnia.
  Io mi auguro che il suo lavoro possa essere molto più di concerto con il Ministero dell'agricoltura, perché questo tema deve essere affrontato in maniera molto più risolutiva.
  Chiudo aggiungendo anche un passaggio secondo me fondamentale in generale sui sistemi alimentari, che sono oggi causa chiaramente di inquinamento ma anche di riscaldamento globale e troppo spesso sottaciuti e troppo spesso dimenticati nell'azione politica, grazie.

  ALBERTO LUIGI GUSMEROLI. Scusate io purtroppo devo assentarmi cedo il posto Pag. 23alla vicepresidente, Ilaria Cavo. Non so se riesco a tornare, intanto saluto tutti, grazie.

  FRANCO MANES. Grazie presidente. Signor Ministro non farò delle domande ma delle considerazioni. Ho ascoltato con interesse il suo intervento e ritengo che le linee di indirizzo del suo dicastero evidenziate contengano interessanti spunti da affrontare in futuro all'interno della Commissione a cui appartengo. Però se mi permette vorrei evidenziare come l'ambiente debba essere visto come una risorsa sostenibile e non solo come un vincolo o come un credo ideologico.
  Quando parliamo di ambiente parliamo di ecosistemi, ma soprattutto di territori fragili, di aree interne, ma anche di aree abbandonate e soprattutto di individui che queste aree popolano e di attività economiche che in queste aree hanno investito e tenacemente resistono. Quando parliamo di ambiente parliamo della vita di noi tutti e quindi di problemi concreti che devono essere affrontati con chiarezza, determinazione e soprattutto velocemente. Parlare di ambiente presuppone sicuramente preparazione e competenze scientifiche e professionali, ma competenze che devono trasferirsi sui territori e non solo nei salotti accademici di qualche intellettuale. L'ambiente va vissuto nel quotidiano e sul campo.
  Vede signor Ministro io rappresento qui oggi innanzitutto la Valle d'Aosta, una regione di montagna, quella montagna che lei sabato andrà a celebrare nella mia valle per l'occasione dei cento anni nel Parco nazionale Gran Paradiso, quella montagna e quell'ecosistema che è andato per primo in crisi a causa dei cambiamenti climatici. La montagna tutta, da Nord a Sud, in cui si concentrano i territori più fragili del nostro Paese, necessita di politiche e continuative di tutela e sostegno, non solo di iniziative marginali. Solo uno stolto infatti non può capire che, nei territori in cui l'attività e la peculiarità fisico geografica è più evidente, qualsiasi evento succede in alto si amplifica e determina conseguenze disastrose a valle, più in basso. Proteggere questi territori quindi diventa una priorità per il resto del Paese. Se mi permette, tutelare l'ambiente vuol dire soprattutto interrompere velocemente la desertificazione dei piccoli comuni e delle aree interne più decentrate. Un ambiente, un ecosistema abbandonato, non vissuto, diventa un pericolo e un problema per tutti, con costi sociali insostenibili.
  Forse è necessario, quindi, rivedere le modalità pianificatorie anche dei comuni, non estromettere le regioni e gli enti locali dalle nuove sfide normative future in termini di pianificazione territoriale e urbanistica. È necessaria una nuova legge quadro che semplifichi le procedure autorizzative e che riveda finalmente anche quei vincoli di natura paesaggistica e ambientale che derivano addirittura da regi decreti negli anni Venti, vincoli di fatto che necessitano di una seria analisi e attualizzazione, procedure semplificate che comunque garantiscono sempre la sicurezza delle popolazioni e la chiara definizione delle responsabilità ad ogni livello istituzionale.
  Iniziamo a pensare che il sistema degli enti locali italiani è un valore aggiunto reale di questo Paese, iniziamo a dare, una volta definiti gli indirizzi nazionali e regionali, autonomia ai comuni nella gestione dei loro territori, autonomia applicabile solo attraverso regole chiare. Una piena autonomia si declina in una veloce e totale capacità di spendere le risorse, a tutela e salvaguardia dell'ambiente e nel contrasto degli effetti dei cambiamenti climatici. Troppi balzelli, troppi intoppi amministrativi e procedurali ne impediscono la piena attuazione.
  Concludo. Se consideriamo l'ambiente una risorsa, decidiamo una volta per tutte se vogliamo immaginare e dobbiamo decidere se vogliamo immaginare un Italia, mi consenta questa similitudine azzardata estratta dal concetto di restauro architettonico del passato, un'Italia modello Ruskin, in cui l'unica immagine consentita è quella romantica dell'abbandono e del rudere, dell'inviolabilità dell'ambiente, oppure un'Italia modello Viollet-le-Duc in cui l'obiettivo è salvaguardare l'esistente, recuperarlo e riconnetterlo al momento attuale, rendendo vivo e utilizzato un bene. E quale bene maggiore abbiamo se non l'ambiente, grazie.

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  FABIO PIETRELLA. Grazie. Gentile Ministro mi atterrò pedissequamente a quanto scritto per stare nei tempi, devo ancora imparare il dono della sintesi e in una riunione come quella di oggi mi piace indicare la strada che il Ministero dell'ambiente, insieme al Ministero delle imprese e del Made in Italy, deve intraprendere, che è quella di coordinamento tra le imprese italiane, grandi medie e piccole, e la pubblica amministrazione a tutti a tutti i livelli, volto a cogliere le normative europee in tema ambientale come un'opportunità anziché un doveroso e faticoso allineamento.
  Il Ministero dell'ambiente deve quindi essere da traino per le nostre PMI, non solo garantendo controlli e autorizzazioni, bensì sostenendole con tavoli consultivi permanenti dove i rappresentanti possano comunicare necessità e criticità al legislatore, soprattutto in una materia come quella che discutiamo oggi di strategia nazionale di economia circolare. Non possiamo ora soffermarci sulla necessaria attività di comunicazione rivolta al produttore a monte quanto a valle, senza dimenticare di includere in questa operazione di comunicazione il consumatore finale, che in questa attività sinergica è estremamente importante. Voglio però sottolineare quanto sia necessario che il Ministero svolga un ruolo di governance dei processi di implementazione delle norme ambientali.
  Dobbiamo porci l'obiettivo, alto ma assolutamente raggiungibile, conoscendo la resilienza degli imprenditori italiani – e so che lei la conosce molto bene –, di essere pionieri in Europa di questo nuovo modello di imprenditoria volto a considerare la transizione ecologica come un'occasione per sviluppare la sostenibilità ambientale, ma allo stesso tempo di accrescere la competitività delle nostre imprese, del nostro Made in Italy
  È necessario, come più volte ribadito dalla Presidente Meloni, che l'Italia giochi un ruolo attivo e propositivo, in Europa così come nel mondo, con l'obiettivo di difendere e tutelare gli interessi del sistema industriale e produttivo nazionale, senza dimenticare di dover garantire la congiunzione tra la capacità delle nostre PMI e i tempi stringenti entro i quali dobbiamo adeguarci alle normative.
  La paura dei nostri imprenditori è quella di non riuscire a competere con la concorrenza che permea il mercato europeo, con libertà e possibilità di non rispettare le normative a cui sono sottoposte invece le nostre aziende – questo è un tema su cui bisogna porre molta attenzione.
  Il lavoro da svolgere è colmo però di opportunità, come abbiamo già detto, e abbiamo il dovere di permettere al nostro tessuto produttivo di rimanere competitivo, in Europa e nel mondo.
  In conclusione, signor Ministro, lei ha detto che l'industria italiana del riciclo è leader in Europa. Le chiedo quindi, alla luce delle nuove proposte comunitarie in materia di economia circolare, come intende il nostro Paese tutelare le imprese italiane.
  Come gruppo di Fratelli d'Italia ci riteniamo molto soddisfatti con riguardo alla risposta indiretta che è pervenuta dalla sua relazione oggi sul coinvolgimento fra Ministeri, sulla sinergia con gli stakeholder su questa materia che è estremamente sensibile, sull'implementazione di esperti e di rappresentanza tecnica in capo al suo Ministero – soprattutto ai tavoli di Bruxelles dove parte la normativa e sui quali bisogna presidiare con competenza e fermezza – e sugli incentivi e sui crediti d'imposta, cui ha fatto riferimento, sui prodotti derivanti dal riciclo e così esplicati nel PNRR e introdotti nella nostra ultima legge di bilancio.
  Infine sulla conoscenza e la cura da parte sua del settore tessile, che anche per origine le è molto cara, non abbiamo alcun dubbio, e che ricordiamo che sviluppa 100 miliardi di fatturato ed è estremamente soggetta a questa materia. Noi siamo confidenti che il suo lavoro impatterà in maniera positiva su questo settore estremamente importante e le confermiamo che il nostro supporto, come gruppo di Fratelli d'Italia, in questo cammino non le mancherà, grazie.

  MARCO SIMIANI. Grazie signor Ministro, gentili presidenti. Io ho ascoltato con molto interesse il suo intervento signor Pag. 25Ministro e anch'io a nome del Partito Democratico confermo la solidarietà alle famiglie per la tragedia di Ischia e per le difficoltà oggettive che quell'isola ha, soprattutto per la tragedia stessa che oggi esiste e insiste nel nostro Paese del dissesto idrogeologico.
  Io credo che le scelte che sono state fatte nel passato abbiano inciso molto su quei territori, abbiano inciso molto anche su un'isola che è cresciuta in quindici anni di quindici ettari, 10 mila metri quadri all'anno, una cosa sproporzionata, soprattutto in una situazione in cui il carico è stato messo nel 2018 quando è stato votato il condono edilizio in quell'isola. Credo che questo sia stato un errore vero che spero questa assise, il Parlamento, e anche il Governo, ammetta esplicitamente. In una situazione dove è centrale la gestione del territorio – e le risorse che sono stati assegnate sul territorio sono molto molto ingenti, perché nelle scorse legislature, specialmente nell'ultima, le risorse su questo tema sono oltre 10 miliardi – credo che oggi al di là delle risorse serva una governance che possa definire chiaramente come si allocano queste risorse, ma soprattutto come si progetta. Su questo consigliamo il decreto n. 77, il primo decreto semplificazioni, in cui si indicano alle regioni chiare, attente e soprattutto assertive opere per poter identificare e comunque agire nell'ambito della governance, ma soprattutto sulla progettazione. Crediamo che sia quello uno strumento per poter accelerare fortemente nell'utilizzo di quelle risorse e soprattutto nella progettazione per il contrasto al dissesto stesso.
  L'altro aspetto invece è il lavoro fatto nella Commissione sulla nuova legge sull'urbanistica, sulla gestione del territorio, commissionato dal Ministro Giovannini e presieduto dal professor Urbani, in cui è stato definito uno schema secondo me molto interessante, proprio per la pianificazione del sistema idrogeologico e per la gestione del territorio nella sua interezza.
  Altro aspetto secondo me importante che credo serva anche nel prosieguo dei lavori e comunque nella sua attività di Ministro, è quello legato ai decreti che riguardano l'energia. Io sono rimasto un po' sorpreso del fatto che lei si sia soffermato sulla questione della ricerca riguardo al nucleare e non sugli impianti. Credo che questo sia un fatto sicuramente positivo, ma credo allo stesso tempo che su questo tema il Governo deve chiaramente spostare le proprie risorse sulle fonti rinnovabili. Su questo noi come Partito Democratico avanzeremo proposte chiare e nette perché crediamo che il 2030 e il 2050 non siano asticelle, ma traguardi che l'Europa ci ha dato cui il Governo e comunque l'Italia, il Paese deve cercare di arrivare.
  Altro aspetto fondamentale – e qui mi voglio soffermare – è quello dei decreti attuativi delle comunità energetiche. Io credo che su questo ci debba essere un'azione forte, determinata; spero che anche in Commissione si possa fare un lavoro molto veloce, perché questo è il cambio vero che noi chiediamo a questo Governo.
  L'altro aspetto su cui vorrei soffermarmi è la questione dei bonus edilizi. Lei non ne ha parlato assolutamente Ministro. Credo che su questo invece ci siano dei dati chiari che non solo l'ENEA ma anche il Censis hanno chiarito. Noi abbiamo addirittura chiesto in Commissione Ambiente, ma anche in Commissione Attività produttive, un'indagine conoscitiva perché si vada ad appurare veramente cos'è successo e qual è stato veramente, dal punto di vista socio economico, il risultato, i costi/benefici di questi strumenti. Lo stop che avete messo su questi bonus può portare non solo difficoltà alle imprese, ma soprattutto far compiere un passo indietro sull'efficienza energetica del nostro Paese.
  Altra questione su cui vorrei soffermarmi è quella legata al deposito unico delle scorie nucleari. Noi spendiamo circa 200 milioni all'anno per depositare queste scorie in Francia e credo che questo Governo e il Parlamento debbano indicare chiaramente un luogo. È una cosa che non fa parte di un Paese come il nostro, che invece di ragionare in termini di sviluppo del nucleare deve riuscire a risolvere questo.
  Altro aspetto fondamentale di cui non ha parlato è la questione della progressiva Pag. 26eliminazione dei sussidi ambientali dannosi. Spero che il suo Ministero acceleri i lavori della commissione per definire la loro cancellazione entro il 2030 e orientare le risorse a sostegno dell'industria verde rinnovabile. Questo vuol dire governare la transizione.
  Un altro aspetto di cui sono rimasto soddisfatto, siamo rimasti soddisfatti, è la sua posizione sui rigassificatori. Credo che quella scelta di emergenza che il Governo Draghi ha preso sia una scelta corretta e spero che alcuni dei suoi colleghi in maggioranza dicano al sindaco di Piombino che è sbagliato oggi intralciare quell'opera perché credo che sia utile al Paese e utile alla nostra comunità. Tuttavia è importante che queste due regioni coraggiose che hanno portato avanti con forza questa posizione abbiano quelle compensazioni in termini ambientali, di bonifiche di siti che oggi in quelle due realtà ci sono ma soprattutto sullo sviluppo di impianti rinnovabili che i memorandum hanno inserito del dibattito politico e non solo, anche nel rapporto col Governo precedente.
  Altro aspetto – e mi avvio a concludere – è la questione dei parchi. Credo che sia importante non solo parlare di digitalizzazione, perché credo che oggi sia importante valorizzare i parchi, il lavoro che è stato fatto in questi anni, le aree marine protette, ma soprattutto valorizzare la biodiversità. Oggi abbiamo bisogno veramente da parte del Governo di risorse, perché queste realtà possono dare risposte concrete nella loro attività e soprattutto nella difesa della biodiversità.
  Ultima questione è quella che riguarda le risorse legate all'autoproduzione. Credo che in questi anni si sia fatto molto in termini di sostegno e incentivi all'autoproduzione. Credo che questo Governo – e spero anche noi – abbia una reattività vera, perché noi, in questa rivoluzione necessaria, abbiamo bisogno non solo di immettere risorse in progetti strutturali che possono dare fortemente un risparmio energetico alle nostre famiglie, ma soprattutto di poter definire un progetto ambientale. Su questo spero che ci sia una chiara indicazione in base alle aree non idonee per i pannelli fotovoltaici, perché credo che le regioni abbiano le competenze e possano definire quei progetti di semplificazione e soprattutto di definizione degli impianti, perché abbiamo bisogno fortemente di energia rinnovabile.

  ERICA MAZZETTI. Grazie presidente e soprattutto grazie al Ministro che in modo tempestivo è venuto qua a rappresentarci le linee del suo Ministero, che sono fondamentali per la situazione attuale, ma anche per il futuro del nostro Paese, anche in un contesto più ampio, europeo e mondiale.
  Lei ha iniziato il suo intervento, come quasi tutti noi – perché è imprescindibile uscire da questo tema – su Ischia, su quello che è successo che, come tutti sanno e come è stato detto, era prevedibile, si poteva prevedere.
  Però in Italia sappiamo benissimo quanto siamo bravi in stato di emergenza e quanto lo siamo meno in prevenzione. Questo ce lo diciamo da sempre. Nella Commissione di cui ho fatto parte anche nella passata legislatura, la Commissione Ambiente, lo abbiamo rilevato ogni qualvolta c'è stata una tragedia. Siamo partiti allora con la tragedia del ponte Morandi e ne sono seguite molte. Oggi dobbiamo però dare delle risposte, sia le risposte immediate nell'emergenza – come bene ha fatto già il nostro Governo nell'immediato – ma anche nella prevenzione. Soprattutto sappiamo benissimo - ci si lavora ogni giorno, ci riempiamo la bocca di questo tema dei cambiamenti climatici, che indubbiamente c'è - che dobbiamo dare delle risposte con opere e tecnologie che in parte ci sono già e che vanno sfruttate. Soprattutto bisogna uscire da quella ideologia che negli ultimi dieci anni ha bloccato questo Paese.
  Ben vengano tutte le proposte indicate dal Ministro, che condividiamo come Forza Italia, poi parlerà anche il capogruppo, e che fanno parte del programma del centrodestra per il quale i nostri cittadini ci hanno votato. Per cui ben venga questa tempestività, ma ora spetta a noi parlamentari, che abbiamo un ruolo centrale in questo, coglierle e, con l'aiuto anche del nostro presidente, calendarizzare il prima Pag. 27possibile gli interventi necessari su questo tema.
  Altri temi oltre a questo che sono in ballo dalla scorsa legislatura, che sarebbero fondamentali anche per il rischio idrogeologico e per l'occupazione del suolo - anche se sappiamo che il consumo zero del suolo è una utopia, sappiamo benissimo che è così – ma abbiamo un provvedimento fermo da troppo tempo che è quello sulla rigenerazione urbana. Io credo che con l'aiuto del presidente possiamo riprenderlo in mano immediatamente, togliendoci da quell'ideologia che l'ha bloccato per cinque anni. Dobbiamo procedere perché è anche questo un passo fondamentale per il rischio idrogeologico, come lo sono tutte quelle norme di semplificazione che a livello nazionale sono state approvate, ma, ahimè, in Italia purtroppo ci sono tanti altri enti che devono decidere, dalle regioni, ai comuni, alle province, alle Sovrintendenze.
  Per cui anche qui, secondo me, dobbiamo fare un passo ulteriore e regolamentare e far sì che le norme nazionali vadano soprattutto nella direzione di partire nell'immediato, senza poi tralasciare i vari TAR che bloccano ogni cosa. Per cui ben venga questo.
  Volevo chiedere al Ministro che ci ha rappresentato in modo eccellente in Europa, perché sappiamo benissimo la partita dell'energia si gioca soprattutto in Europa, se si possono fare dei miglioramenti per quanto dichiarato da parte dell'Europa sul tetto del gas, perché mi sembra un po' timido rispetto alle aspettative, e se non si è pensato a un piano strategico energetico di tutta l'Europa. L'Italia in questo, ahimè, purtroppo ha subito per tanti motivi il colpo più grosso per quanto riguarda il caro bollette.
  Io vorrei anche avere delle specifiche sul tema degli impianti, soprattutto per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti e l'economia circolare, anch'esso tema fondamentale legato anche ai termovalorizzatori. Sappiamo benissimo che il Nord Italia è autosufficiente, ma dalla Toscana in giù le regioni non sono autosufficienti e questo è un problema sia a livello ambientale, sia per produrre energia perché producono energia anche loro, e anche per chiudere il ciclo dell'economia circolare.
  Altra cosa importante che ha accennato il collega prima di me, e io voglio andare soltanto sulla parte che riguarda il Ministero dell'ambiente, è il tema dell'efficientamento energetico. Noi entro il 2030 dobbiamo efficientare tutti gli immobili con qualsiasi destinazione d'uso che abbiamo sul nostro territorio per poterli vendere. Credo che noi, proprio in base a questo, dobbiamo fare un progetto strutturale che duri da qui al 2030 e che non cambi mai la norma nel tempo, perché cambiare norme in corsa è un problema, ma soprattutto l'efficientamento energetico deve andare in base agli incentivi strutturali, come dicevo prima, e il credito deve andare in base a quanto aumenta la classe energetica dell'immobile, partendo da un minimo del 50 per cento se siamo dentro una classe energetica e via via aumentando per raggiungere il 100 per cento in classe A.
  Anche qui dobbiamo cambiare mentalità perché se il superbonus è utilissimo, io sono stata tra quelli che lo hanno sostenuto e lo sto sostenendo tuttora, ma sappiamo benissimo che è stato fatto in tempi e modi sbagliati e oggi le nostre imprese ne pagano le conseguenze. Noi non dobbiamo permettere questo. Pertanto questo è importante come è importante tutto quello che riguarda il tessile: anch'io come il Ministro vengo da zone del tessile, quindi bene tutte le normative fino a rifiuti e all'economia circolare, ma se poi non si fanno i regolamenti per dire quando cessa di essere un rifiuto è un problema grosso. Per cui io sono certa che il lavoro iniziato oggi, perché da oggi inizia in modo più concreto, sia ottimizzato in questa Commissione che deve essere partecipe al 100 per cento insieme al Ministro, per poter dare un cambio culturale di cui ha bisogno il nostro Paese, perché così non può essere più, per cui grazie Ministro, grazie Presidente e buon lavoro a tutti i colleghi.

  ILARIA FONTANA. Grazie presidente, il tempo è davvero esiguo, quindi accetto volentieri la proposta del Ministro nel dare la disponibilità per una audizione nel merito, perché i temi sono veramente tanti. Ho Pag. 28ascoltato con grande attenzione le linee programmatiche, che sono condivisibili, se non fosse per alcuni aspetti fondamentali, anche perché delle linee programmatiche per essere poi concrete e pragmatiche ovviamente devono entrare nel merito degli obiettivi e dei provvedimenti.
  Partiamo dalla COP27 e dal Fondo che è stato creato: per il Movimento 5 Stelle è stato un accordo al ribasso e sicuramente un risultato insufficiente. Come Italia dovevamo, non potevamo, dare un contributo maggiore.
  Sugli obiettivi, che ovviamente sono condivisibili, anzi devono necessariamente essere raggiunti nel 2030 e nel 2050, la sfida del 30x30... sono condivisibili ovviamente gli obiettivi peccato però mi chiedo come un obiettivo legato al 30x30 per quanto riguarda le aree protette e quindi il raggiungimento della neutralità climatica possa conciliarsi con le nuove trivellazioni nel nostro mare e faccio riferimento alla norma che è presente nel cosiddetto «decreto aiuti-quater». Sicuramente trivellare non è la soluzione per la sicurezza energetica del nostro Paese.
  Ha parlato dei giovani, benissimo, siamo contenti che l'iniziativa proposta dall'allora Ministro Costa Youth for climate sia diventata in qualche modo strutturale, perché è un momento importante in cui i giovani incontrano i decisori politici.
  Ben venga anche la decisione dei siti orfani, anche la definizione non esisteva ed è stato l'allora Ministro Costa che ha definito proprio la dicitura di che cos'è un sito orfano. Adesso sono stati finanziati, ma un monito però lo devo fare: attenzione ai siti SIN, ai tempi di programmazione, al cronoprogramma, perché molti cronoprogrammi devono partire.
  Poi le chiedo a che punto è il decreto interferenze, che è importantissimo per legare l'attività all'interno dei siti di bonifica.
  Vado velocemente, un'altra incongruenza che abbiamo trovato nelle linee programmatiche è il consumo di suolo e la rigenerazione urbana: io ricordo nella scorsa legislatura una maggioranza bloccata sul consumo di suolo e gli emendamenti non erano certo tantissimi e quelli che bloccavano la legge non erano certo a firma del Movimento 5 Stelle, quindi mi chiedo come si possa portare avanti una legge così importante che troverà il Movimento 5 Stelle sempre favorevole, ma mi chiedo come questo Governo la possa portare avanti.
  Sulla biodiversità le chiedo a che punto è la Strategia nazionale per la biodiversità, che deve andare quanto prima in Conferenza Stato-regioni. Mancava l'ultimo step e quindi le chiedo a che punto siamo più che altro con i tempi di attuazione.
  Continuo velocemente sull'economia circolare, quanto sia obsoleto oggi nel 2022 associare l'economia circolare soltanto ai rifiuti. L'economia circolare va associata proprio ad un approccio a 360 gradi, in particolare però mi chiedo come possa essere legata alle politiche di incenerimento e penso al caso del nuovo inceneritore del comune di Roma che lo stesso Rampelli – cito testualmente – ha definito una maxi stufa che brucia materie prime e quindi ci aspettiamo la revisione della norma sul potere del Commissario di Roma, però solo ovviamente su questa parte.
  Non è stato fatto nessun cenno sul compost e io ricordo sempre che parlare di economia circolare senza bioeconomia circolare è incompleto perché manca un pezzo, quindi è importantissimo il suolo, la risorsa suolo è fondamentale ed è una risorsa che noi stiamo perdendo e quindi dobbiamo attuare politiche sempre più concrete per tutelarla.
  Un'ultima domanda, è stato già toccato il tema dei SAD, dei sussidi ambientalmente dannosi, però magari associo alla domanda del collega anche il fatto che l'ultimo catalogo relativo ai SAD è stato pubblicato nel 2021. Abbiamo avviato anche un percorso per individuare i SAD da trasformare in SAF quindi in sussidi ambientalmente favorevoli, le chiedo quando verrà pubblicato il catalogo riferito ai SAD e se si ritiene di promuovere una politica per la riduzione dei SAD al fine di dare ovviamente un adeguato contributo alle politiche di decarbonizzazione. Grazie.

  MARTINA SEMENZATO. Grazie presidente Rotelli. Gentile signor Ministro, come Noi Moderati e come Coraggio Italia le Pag. 29sottopongo due considerazioni e due riflessioni. La prima riflessione: io vengo dal mondo confindustriale come ex presidente di sezione e spero che uno degli obiettivi del suo Ministero sia proprio quello di diventare un facilitatore per le nostre imprese italiane, soprattutto per la loro possibilità di sviluppo e di investimento. Lei sa che ieri si è costituita Confindustria Veneto Est, questa area metropolitana che vede come protagoniste Venezia, Padova, Treviso e Rovigo e quindi si evidenzia questo link fortissimo tra impresa e territorio. Mi auguro quindi che il suo Ministero possa diventare proprio un consulente per le nostre imprese e quindi rappresentare per loro le soluzioni migliori sia dal punto di vista tecnologico che procedurale per poter poi realizzare quelle che sono le loro ipotesi di investimento e di sviluppo sui territori, in modo da perdere la percezione di istituzione bloccante o addirittura contraria alle attività imprenditoriali, che forse questo Ministero ha nella sua storia. Quindi insomma lavorare per la snellezza delle strutture e per la snellezza burocratica, che di sicuro aiuterebbe le imprese che sui territori vogliono investire, che portano lavoro e benessere per le famiglie.
  La seconda riflessione, invece, Ministro, riguarda proprio i territori regionali: un tema sentito ritengo sia quello di superare le esperienze dei siti di interesse nazionale per le bonifiche. La loro regionalizzazione permetterebbe di rilanciare le attività di bonifica dei siti contaminati e chiuderle finalmente, anche in funzione del pieno recupero delle aree per le attività economiche ed industriali. La gestione territoriale delle attività dei siti di interesse nazionale, quindi, permetterebbe una maggiore velocità ed efficacia delle stesse, permettendo inoltre al Ministero di concentrare le risorse esistenti sui temi di maggiore attualità.
  Avevo un minuto e quaranta, mi pare di averlo ben concentrato quindi, Ministro, le auguro un buon lavoro e ovviamente dove c'è da lavorare non ci tireremo indietro e soprattutto per fare e costruire cose buone avrà il nostro appoggio, grazie.

  PRESIDENTE. Abbiamo terminato il giro degli interventi programmati, ma abbiamo ancora due interventi per il tempo residuo, quindi invito il deputato Casasco ad intervenire per un minuto.

  MAURIZIO CASASCO. Grazie. Gentile Ministro grazie, ho apprezzato la sua relazione e condivido tutto il progetto programmatico da lei esposto su temi importanti, utili e strategici per il nostro Paese. Io porto all'attenzione solamente una semplice cosa, ma utile e pratica: mi riferisco al decreto energy release che ha firmato il suo predecessore per la vendita di 16 terawattora di elettricità a un prezzo calmierato per energia rinnovabile a 210 euro/megawattora. Però il volume minimo per ogni singola richiesta e quindi per ogni partecipante è di almeno 3.300 megawattora.
  La procedura può essere facile per le grandi imprese, più difficile per le piccole e le medie, ma il decreto concede la procedura in forma aggregata. Il portale è stato aperto dal GSE il 22 novembre, l'informativa è stata fatta il 25 novembre, il termine è il 5 dicembre mattina cioè il 4 sera. Ci sono nove giorni lavorativi e sei giorni dall'informativa. È impossibile per chi deve agire in forma aggregata, è enormemente vincolante e penalizzante. Quindi la richiesta è un suo intervento sul GSE perché possa spostare questo termine, questa dead line, almeno di dieci giorni. In futuro sarebbe anche opportuno forse che di questi 16 terawattora una parte, una percentuale, fosse dedicata alle PMI e non essere assorbita completamente delle aziende importanti energivore che ci sono. Quindi la richiesta è la proroga di dieci giorni sul termine, sulla dead line del 5 dicembre, che concederebbe solo nove giorni alle PMI per aggregarsi con tutti gli adempimenti burocratici che devono essere fatti, grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei per la sintesi. Come ultimo intervento, dulcis in fundo come si dice, il deputato Schiano di Visconti, prego.

  MICHELE SCHIANO DI VISCONTI. Dulcis in fundo... grazie Ministro, grazie soprattuttoPag. 30 per il passaggio che lei ha fatto sul voler mettere mano e quindi semplificare le procedure. Lo dico da ex sindaco, quindi sicuramente nel momento in cui si creano procedure lineari e chiare si opera bene.
  Da campano non posso non ricordare la tragedia di Casamicciola e quindi la tragedia ischitana, perché sono un deputato di quella zona.
  Vengo alla parte del commercio, e dico che l'economia circolare, che oggi è sempre più necessario implementare, contiene in sé il commercio e la distribuzione finale, che dobbiamo rendere parte attiva di questi nuovi processi economici sostenibili. Il commercio non può rimanere solo distribuzione, ma anche raccolte di utilizzo e riparazione. La distribuzione va incoraggiata ad acquisire prodotti che non sono di mero utilizzo usa e getta, ma che svolgono un ruolo importante nell'economia circolare. Pensiamo alla pertinenza dell'economia circolare del riutilizzo dei prodotti, in modo da combinare la riduzione delle emissioni di CO2 e il mantenimento se non l'aumento del profitto. Sono le associazioni di categoria che ci chiedono di permettere alle aziende di diventare protagoniste nell'economia circolare. Si pensi ad esempio alla pratica virtuosa del reimpiego dei tessuti, che può contribuire a ridurre i costi dei materiali impiegati nel settore moda e abbigliamento, evitando quelli legati al trattamento dei rifiuti, mentre l'economia circolare legata al riciclo dei tessuti potrebbe essere un volano per l'occupazione.
  Guardando specificatamente al Sud Italia, il Mezzogiorno ha, nell'ambito delle rinnovabili e della transizione ecologica, enormi opportunità di crescita e sviluppo delle proprie eccellenze. Il sole, il mare e il vento, come ha illustrato la nostra presidente Giorgia Meloni, sono i tre elementi che da soli permetterebbero, se ben sfruttati, di rendere il nostro Sud l'hub energetico rinnovabile per l'Italia e l'Europa, in sinergia con i processi produttivi.
  Soprattutto in questi tempi di guerra, in cui i costi del gas sono aumentati inesorabilmente, le immense possibilità che il Sud offre vanno colte. Penso ad esempio alla necessità di garantire alle aziende del Sud energia a prezzo calmierato, intercettando in tale maniera anche politiche volte alla sua sostenibilità, così da rilanciare l'economia.
  L'imprenditorialità del Mezzogiorno oltre all'opportunità per le piccole e medie imprese della transizione ecologica porta con sé importante opportunità per le giovani generazioni. Si pensi infatti alla doverosa e reale realizzazione di corsi di formazione in primis delle università, coinvolgendo anche altri ministeri di riferimento, inerenti alla sostenibilità e alla green economy. Studiare come modellare il tessuto industriale e produttivo del proprio territorio è un'opportunità in termini occupazionali per giovani e donne. L'allineamento tra Sud e Nord può, anzi deve, passare anche dalla transizione ecologica. Grazie e buon lavoro. Sicuramente Fratelli d'Italia non le farà mancare il suo convinto sostegno.

  PRESIDENTE. Come abbiamo concordato all'inizio di questa di questa audizione con il Ministro, non ci sarà la replica oggi, quindi non chiudiamo l'audizione ma la aggiorniamo per le repliche alle domande fatte in queste Commissioni riunite ad una prossima seduta, che fisseremo naturalmente con la collaborazione del Ministro.
  Ringrazio nuovamente il Ministro per il suo intervento e rinvio il seguito dell'audizione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 19.