XIX Legislatura

Commissioni Riunite (VII Camera e 7a Senato)

Resoconto stenografico



Seduta n. 2 di Mercoledì 23 novembre 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Mollicone Federico , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi, sulle linee programmatiche del suo dicastero (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati) :
Mollicone Federico , Presidente ... 3 
Abodi Andrea , Ministro per lo sport e i giovani ... 3 
Mollicone Federico , Presidente ... 12 
Marti Roberto , Presidente della 7a Commissione del Senato della Repubblica ... 12 
Mollicone Federico , Presidente ... 13 
Sasso Rossano (LEGA)  ... 13 
Piccolotti Elisabetta (AVS)  ... 14 
Guidi Antonio  ... 15 
Boschi Maria Elena (A-IV-RE)  ... 16 
Versace Giusy  ... 17 
Amato Gaetano (M5S)  ... 18 
Aloisio Vincenza  ... 19 
Berruto Mauro (PD-IDP)  ... 19 
Mollicone Federico , Presidente ... 21 
Abodi Andrea , Ministro per lo sport e i giovani ... 22 
Marcheschi Paolo  ... 22 
Perissa Marco (FDI)  ... 22 
Amorese Alessandro (FDI)  ... 23 
Mollicone Federico , Presidente ... 24 
Abodi Andrea , Ministro per lo sport e i giovani ... 24 
Mollicone Federico , Presidente ... 24

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA VII COMMISSIONE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
FEDERICO MOLLICONE

  La seduta comincia alle 13.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta sarà assicurata, oltre che dalla redazione del resoconto stenografico, anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi, sulle linee programmatiche del suo dicastero.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno della seduta odierna reca l'audizione del Ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi, sulle linee programmatiche del suo dicastero. Ringrazio il Ministro Abodi per avere accolto con particolare sollecitudine, dopo il Ministro Bernini, l'invito a riferire sulle linee programmatiche in materia di sport, giovani e anniversari, offrendo così l'occasione per un primo confronto politico con le Commissioni permanenti a cui daremo la massima attenzione e il massimo ruolo di protagonismo, quali organi di sintesi del Parlamento e di tutte le forze politiche.
  Ricordo che – d'intesa con il Presidente Marti – il dibattito successivo alla relazione iniziale del Ministro sarà organizzato nel modo seguente: ciascun gruppo potrà intervenire per 5 minuti, intendendosi 5 minuti per il gruppo della Camera e 5 minuti per il corrispondente gruppo del Senato. I gruppi potranno – se lo desiderano – dividere il tempo di questo intervento iniziale tra due o più oratori.
  Quanto all'ordine d'intervento, la parola sarà data secondo la consistenza numerica dei gruppi, come da prassi, a partire dai gruppi meno numerosi. Avranno quindi facoltà di parlare, nell'ordine: Per le autonomie (costituito solo al Senato); Alleanza Verdi e Sinistra (costituito solo alla Camera); Noi Moderati-MAIE; Misto; Azione-Italia Viva-Renew Europe; Forza Italia; Movimento 5 Stelle; Lega; Partito democratico; Fratelli d'Italia. Seguirà, a conclusione del dibattito, la replica del Ministro. Prego coloro che intendano intervenire di comunicarlo alla presidenza attraverso gli Uffici entro il termine della relazione del Ministro.
  Do quindi ora la parola al Ministro Abodi, nell'attesa che ci raggiunga il Presidente Marti che sta arrivando. Prego.

  ANDREA ABODI, Ministro per lo sport e i giovani. Grazie Presidente Mollicone. Ringrazio anticipatamente anche il Senatore Marti. Ringrazio tutti voi per la vostra presenza, senatrici e senatori, deputate e deputati. Vi preannuncio che comunque sarà mia cura darvi, al termine di questa seduta, facendo tesoro anche delle vostre riflessioni e delle vostre domande, un documento scritto che rimanga agli atti come agenda della collaborazione – che vi assicuro fin da ora doverosamente – sul presupposto che si possa collaborare costantemente. È un po' un tratto distintivo del mio modo di operare e lavorare, tanto più in una dimensione come questa, solenne e nobile, che va servita in un rapporto di quotidiana collaborazione.
  Direi che questo può passare anche attraverso incontri singoli, ma a me piace immaginare che ci si possa incontrare anche per la verifica puntuale dello stato di Pag. 4attuazione delle cose che vi dirò e che rappresenteranno l'agenda di Governo per cinque anni.
  La prima considerazione la faccio sui doni della vita nei miei confronti. Sono arrivato all'onore di ricoprire questo incarico grazie alla scelta del Presidente Meloni dopo quarant'anni di esperienza nello sport, non praticato perché non è quella la mia caratteristica, ma certamente gestito dall'apprendistato fino ad attività manageriali, con aziende internazionali, attività imprenditoriali, rappresentanza negli organismi sportivi. Sono stato per sei anni consigliere di amministrazione, appena costituita, di Coni Servizi. Oggi, come sapete, è denominata Sport e Salute. Ho presieduto la Lega Calcio Serie B per sette anni. È stata un'esperienza manageriale, ma direi anche umana, formidabile. Mi è stato dato l'ulteriore onore di presiedere per cinque anni l'Istituto per il Credito Sportivo che, come sapete, è l'unica banca al mondo, tra quelle pubbliche di sviluppo, a occuparsi esclusivamente di sport e di cultura. Poi la solennità di questo incarico, che cercherò di servire al meglio delle mie possibilità e capacità, soprattutto anche grazie alla collaborazione che cercherò di chiedere sistematicamente ai colleghi di Governo e a tutti voi, perché penso di poter ricevere da parte vostra gli opportuni stimoli e suggerimenti, in una metodologia di lavoro che ritengo fondamentale.
  Scusate, se mi intrattengo qualche minuto sull'aspetto metodologico perché credo che sia tanto più importante nell'ambito dello sport che negli ultimi anni ha vissuto una stagione di evoluzione per certi versi, con la riforma dello sport di quattro anni fa, ma anche, in qualche maniera, di confusione, di contrapposizioni, di fraintendimenti che mi auguro di contribuire a superare proprio attraverso una metodologia che passa dalla collaborazione, dall'ascolto, dalla condivisione, dalle decisioni che dovranno essere assunte, indubbiamente, e dall'opportuna comunicazione, perché tante volte ciò che manca è proprio un'adeguata comunicazione sulle attività che si devono porre in essere.
  La collaborazione, in particolare, sarà un tratto distintivo: cercherò di caratterizzare così il mio mandato, anche con il Governo. Nell'esercizio della delega che mi è stata affidata – che per altro è una delega plurale perché prevede non soltanto lo sport, ma anche i giovani e gli anniversari nazionali – cercherò di costruire la matrice comune degli interessi, ovvero cercherò di trovare gli elementi in comune tra il Ministero che mi è stato affidato e tutti i Ministeri che sono stati affidati ai miei colleghi. Credo che lo sport abbia opportunità di trovare punti di contatto in tutte le altre deleghe affidate e penso che lo sport possa mettere a disposizione delle altre deleghe la capacità comunicativa, la sua forza sociale, la sua capacità di coinvolgimento collettivo.
  Dopo di che, il Parlamento sarà un altro punto di riferimento centrale del mio dicastero, perché penso che la condivisione delle politiche di Governo diventi assolutamente importante e qualificante, anche perché avremo sistematicamente bisogno del Parlamento per le decisioni che dovremo assumere.
  Poi ci sono i portatori di interesse, a partire da quelli istituzionali. Lo sport, come sapete, ha come punto di riferimento il CONI e Sport e Salute. Il CONI che è la rappresentanza dello sport in senso assoluto, una storia gloriosa, fatta non soltanto di medaglie, ma di presidio territoriale, di politiche attive, di socialità. È quindi un'istituzione che ha una storia, ma certamente un futuro, non soltanto legato agli organismi internazionali, ovvero il CIO, in particolare, e il Comitato Italiano Paralimpico, che è un punto di riferimento altrettanto fondamentale perché rappresenta quella dimensione dello sport marcatamente sociale, definitivamente sociale, che mi auguro sempre più trovi un momento di sintesi della collaborazione con il CONI. Noi faremo la nostra parte perché tra CONI e CIP ci sia sempre uno stretto contatto, fino ad arrivare un giorno anche a immaginare che CONI e CIP si sintetizzino in un unico argomento che in una logica integrata mette insieme lo sport praticato dai normodotati e lo sport praticato dai disabili.Pag. 5
  Sport e Salute, come sapete, è lo strumento di Governo: è una società in house che sta facendo molto bene il suo lavoro, che riteniamo di dovere e voler rafforzare ulteriormente perché rappresenta il braccio operativo delle politiche di Governo partendo dalla base, partendo dal basso, senza nulla togliere al concetto di basso, perché è là dove si crea la coscienza collettiva sullo sport in tutte le sue forme, a partire dal concetto della cultura del movimento che ritengo sia un fattore ispirativo di tutte le politiche che cercherò di interpretare e, in qualche maniera, di guidare.
  Ciò che fino a oggi è mancato – e questa sarà una delle prime emergenze – è creare e ritrovare l'armonia tra tutti questi elementi. Anche attraverso le attività del Dipartimento, che cercheremo di rendere sempre più organico alle attività del Ministero che, mi fa piacere sottolinearlo, è per lo sport e per i giovani, non soltanto in quanto Ministero senza portafoglio, ma anche per lo spirito con il quale noi cerchiamo di svolgere una funzione di indirizzo, propositiva, di stimolo continuo: quindi per lo sviluppo dello sport e per lo sviluppo dei giovani e delle politiche necessarie per il raggiungimento degli obiettivi.
  Passo agli elementi programmatici partendo dalla stretta attualità, ovvero lavoro sportivo e vincolo sportivo. Due elementi irrinunciabili sui quali – come ho detto già nel question time di qualche giorno fa al Senato – mi riservo ancora qualche giorno, direi, forse, qualche ora di riflessione. Certamente non per arretrare su diritti che sono improcrastinabili e vanno affermati in un modo che fino ad oggi non è stato fatto. Quindi sicuramente la norma andrà avanti. Tutte e due le norme andranno avanti. Mi riservo soltanto di valutare un eventuale differimento tecnico limitato nel tempo, regolato, che non modifichi assolutamente i principi che sono stati sanciti dal decreto legislativo n. 39 del 2021. Questo è il primo aspetto fondamentale. Lo metto per primo, anche se non vorrei mancare di rispetto alla Costituzione perché questa, comunque, è priorità, ma sono partito dal lavoro per ragioni che ritengo importanti e delle quali non sfuggirà il significato.
  La seconda priorità, che mi auguro possa essere comunque un obiettivo raggiungibile in tempi estremamente brevi, è quella di vedere finalmente lo sport in Costituzione come diritto per il suo valore educativo, sociale, di promozione del benessere psicofisico e dell'attività sportiva in tutte le sue forme. Lo abbiamo declinato così.
  Ho sempre pensato che lo sport fosse già significativamente presente nella Costituzione a partire dalla sua parte fondamentale, perché con un po' di fantasia, e potendo interpretare i concetti, lo sport effettivamente era già in Costituzione. Adesso diamo una forma a questa sua presenza: non è soltanto l'affermazione di un diritto allo sport, anche se non è esplicitato, ma in qualche maniera è un richiamo dei doveri dello sport nei confronti della società, a partire dai soggetti che hanno le responsabilità istituzionali. Quindi mi auguro che questa introduzione dello sport in Costituzione possa essere vista nella duplice funzione di diritto e di doveri, con tutte le implicazioni che tutto questo può affermare.
  La scuola: altro riferimento centrale dell'azione di Governo. Vedrete che, come ho annunciato prima, come nella scuola, ritroveremo lo sport nella mia agenda quotidiana in tutte le discipline. Ogni Ministero avrà una sua implicazione e un punto di incontro con il mondo sportivo e io avrò cura di mettermi nella condizione di valutare questo. Mi auguro di apprezzarlo, e anche di avere da parte vostra i relativi suggerimenti.
  La Sottosegretaria Vezzali mi ha lasciato un testimone importante nell'accordo che ha raggiunto con il Ministro dell'istruzione Bianchi, che cercherò di rilanciare ulteriormente con il Ministro Valditara, sugli insegnanti di scienze motorie nella scuola primaria. Parliamo soltanto del quinto anno. Cercheremo, progressivamente, di arrivare a coprire tutti e cinque gli anni della primaria, perché è lì che nascono le consapevolezze. Si inizia a formare la persona e quindi riteniamo opportuno che la cultura del movimento, con Pag. 6tutte le sue implicazioni, non soltanto fisiche, ma anche culturali, possa trovare un primo approdo in quella dimensione formativa.
  Sottolineo il tema delle infrastrutture immateriali perché penso che anche in ambito scolastico, ma non soltanto, il tema delle infrastrutture immateriali non sia secondario. In particolare nella scuola, dove lo sport viene considerato soltanto nella sua dimensione motoria.
  Ritengo fondamentale anche iniziare a entrare nelle scuole con i contenuti, con le testimonianze, con i valori, con l'educazione legata allo sport, per creare i presupposti perché l'attività fisica sia preparata da un'adeguata predisposizione delle coscienze dei ragazzi. Sarà nostra cura, quindi, fare particolare attenzione a questo e cercare la massima collaborazione. Ci sono tanti contenuti di questo tipo, sia dal punto di vista audiovisivo, sia dal punto di vista valoriale e delle testimonianze. Qui è presente Manuela Di Centa, che è una delle testimoni dello sport ad altissimo livello, con la sua e con la disponibilità anche dei colleghi a portare in tutte le scuole le loro storie, le loro imprese, il loro vissuto, i loro sacrifici, il senso del dovere: tutti fattori che, secondo me, contribuiscono alla formazione delle persone e favoriscono una predisposizione alla pratica sportiva nel modo adeguato.
  Porterò avanti lo stesso tema anche con il Ministro Schillaci, sullo screening che nella scuola può diventare un elemento qualificante per due ragioni: la prima, per un'eventuale valutazione anticipata delle patologie che devono essere poi affrontate in modo adeguato; e un po' anche per l'accesso al mondo dello sport che, attraverso lo screening, può determinare una prima risposta in termini preventivi, proprio per prevenire le patologie. Sarà soltanto uno degli aspetti della collaborazione tra il mio dicastero e quello della salute.
  Un altro elemento riguarda certamente le infrastrutture. Avendo fatto un'analisi, per quanto sommaria, del database delle infrastrutture sportive e scolastiche con l'anagrafe scolastica, abbiamo percentuali ancora non internazionali, non europee, sulla presenza degli impianti sportivi nelle scuole primarie e secondarie, di primo e secondo grado.
  È impegno reciproco del Ministero che mi è stato affidato, ma anche del Ministro Valditara, cercare di migliorare questa percentuale lavorando in un'ottica anche di anticiclicità, cioè partendo dalle zone più disagiate, dalle zone più periferiche. E per periferia non intendo soltanto le periferie delle grandi città, che sono certamente una nostra priorità, ma anche le periferie del Paese dal punto di vista culturale e sociale.
  Devo dire che il PNRR – è la prima citazione che farò – non ha lasciato grandi opportunità in questo senso, se immaginiamo che soltanto lo 0,15 per cento del PNRR è stato dedicato alle palestre scolastiche. Dobbiamo trovare nuove risorse (ci sono), dobbiamo mobilitarne anche altre. E la logica della matrice comune degli interessi penso possa aiutarci anche a trovare risorse in altri dicasteri: penso alle infrastrutture, alla mobilità sostenibile.
  Comunque ci sono altre fonti, anche a livello comunitario, al di là del PNRR; il nostro compito sarà quello di essere un po' soggetti catalizzatori di risorse ulteriori, per intervenire su questo segmento primario.
  Ultimo, ma non ultimo in ordine di importanza tra gli impegni che assumo, è ripristinare nell'immediatezza i Giochi della gioventù perché, a partire dalla stagione 2023/2024, o meglio dall'anno scolastico 2023/2024, si possa riprendere questo glorioso, affascinante e stimolante appuntamento di socialità che ha messo nella storia insieme (perdendo un po', piano piano, il suo vigore) ragazze e ragazzi di tutte le regioni d'Italia, di tutte le scuole. È un appuntamento che dobbiamo riprendere; sarà un altro impegno che porteremo assieme con il Ministro Valditara, ma non saremo soli perché vorrei fare dei Giochi della gioventù un lungo viaggio che dovrebbe durare diversi mesi nel corso dell'anno scolastico. Viaggio in cui coinvolgere elementi culturali, elementi di valorizzazione territoriale (e quindi anche in chiave turistica), elementi di cultura dell'alimentazione, ovvero quella multidisciplinarietà Pag. 7che credo che sia opportuno praticare, non solo predicare, e mettere in relazione con lo sport proprio per la sua capacità di moltiplicare gli effetti di comunicazione e quindi di svolgere una funzione di promozione nei confronti della società tutta.
  Non ultimo il tema dell'ambiente, che sarà caratterizzante i Giochi della gioventù, ma anche parte del mio mandato per tutto quello che riguarda il tema non soltanto energetico, ma dei materiali utilizzati, del riciclo dei rifiuti, della raccolta differenziata, della raccolta delle acque negli impianti sportivi del nostro Paese.
  Vi do un dato, perché è un dato significativo e per certi versi preoccupante: l'80 per cento degli impianti sportivi italiani non è efficientato e produce inefficienze di carattere ambientale e culturale, perché un impianto sportivo ha come obiettivo quello di essere un impianto educativo ed educante: dal punto di vista ambientale non riesce a svolgere questo ruolo. L'impatto finanziario di questa inefficienza è più del doppio del finanziamento pubblico allo sport. Questo è un dato rapportato a prima della crisi energetica; quindi, adesso, non oso immaginare quale sia il rapporto tra finanziamento pubblico, lo sport e, appunto, inefficienze finanziarie. Stiamo parlando di circa un miliardo, rispetto ai 410 milioni del finanziamento pubblico allo sport come floor, che aumenta ogni anno perché, come sapete, grazie alla riforma promossa dall'allora Sottosegretario Giorgetti, lo sport italiano, in un modello che è unico al mondo, viene finanziato con il 32 per cento della fiscalità rispetto al valore aggiunto prodotto nella stagione precedente.
  Sport e disabilità è un altro elemento di collaborazione forte con la collega Locatelli e con il Presidente Pancalli: sarà un altro elemento qualificante che ho cercato di sostanziare anche nella manovra finanziaria che abbiamo approvato e che cercheremo di migliorare anche grazie alla vostra collaborazione, perché sono certo che il Parlamento potrà dare ulteriori spunti e opportunità nell'ambito delle esigenze che ha manifestato il sistema sportivo. Non è una dichiarazione di circostanza: proprio questa mattina ho preso appuntamento con il Presidente Pancalli e cercherò poi di collegarmi con il Ministro Locatelli perché si apra una collaborazione permanente che consenta di rendere sempre più efficace l'offerta sportiva per i diversamente abili e per fare in modo che lo straordinario successo del CIP in questi anni, grazie anche alla natura di ente costituito, consenta a tante ragazze e a tanti ragazzi, che hanno avuto la disavventura purtroppo o di nascere con disabilità, o di subirla per incidenti della vita, di poter trovare nello sport motivo di sollievo e, con loro, anche le loro famiglie.
  Questo passa per un altro elemento relativo alle infrastrutture: l'accessibilità. I nostri impianti, per quanto si stiano facendo passi in avanti – stiamo parlando di circa 80.000 impianti, come vi ho detto, per una percentuale rilevante di impianti pubblici di proprietà degli enti locali ed enti territoriali – non sempre offrono (con una percentuale direi ancora insoddisfacente) una possibilità di adeguato accesso. Questo non vale soltanto per gli atleti, ma vale anche per i tecnici, i dirigenti, e le famiglie che vogliono seguire i propri ragazzi che non hanno la possibilità di una mobilità come i normodotati.
  La parità di genere sarà un altro obiettivo del mio Ministero. Non le sto mettendo in ordine gerarchico: sono tutte priorità. Questa arriva a questo punto della mia relazione, ma vi assicuro che sono priorità in linea.
  Vi do un riferimento anche in questa mia veloce rappresentazione in cui il tempo è contingentato; quindi, nel rispetto del tempo, cercherò di andare per punti, pronto a rispondere alle vostre domande e a fare tesoro anche dei vostri suggerimenti.
  L'elemento chiave non è soltanto quello delle rappresentanze negli organi sportivi, che direi andrà perseguito con maggiore determinazione. Se pensiamo che soltanto in un caso, su oltre ottanta organismi sportivi, c'è una presidente donna, direi che c'è qualcosa che può essere migliorato; ed è un eufemismo.
  Vi segnalo la misura che ho ulteriormente finanziato sulla maternità delle atlete, perché ritengo che questo, al di là del Pag. 8fatto che possano essere state utilizzate tutte le risorse, rappresenta, simbolicamente e anche plasticamente, il senso dell'impegno nei confronti di tecnici, tecniche, dirigenti, presidenti, ma anche atlete che in passato non avevano tutele, e che, invece, vorrei sostenere con ancora maggior vigore.
  Diciamo che l'aspetto quantitativo-finanziario è soltanto una testimonianza di un impegno che cercherò di sostanziare anche dal punto di vista umano e nella quotidianità.
  Il tema delle infrastrutture l'ho accennato sommariamente sul versante dell'energia e su quello dell'accessibilità. Inserirei un altro elemento: quello della intelligenza e della domotica delle infrastrutture. Le nostre sono infrastrutture insufficientemente connesse. Questa difficoltà tecnologica credo che sia un fattore disincentivante o comunque limitativo, soprattutto per le giovani generazioni che sulla connettività costruiscono, in ambito di socializzazione digitale, un elemento, diciamo, di vita, con tutti gli equilibri che devono essere garantiti rispetto all'utilizzo delle tecnologie. Però è chiaro che i nostri impianti devono migliorare. Credo che l'impegno possa essere contenuto nello sforzo massimo nella redditività. Quindi vi posso garantire che sarà mia cura fare in modo che ci sia un salto di qualità digitale dentro gli impianti.
  Così come, sempre all'interno degli impianti, un tema che dovrà sempre più essere valutato è la sicurezza in senso lato. E credo che ci potrà venire incontro un utilizzo più puntuale e più integrato della banca dati che raccoglie le informazioni sulle infrastrutture, il censimento, che con denaro pubblico è stato sviluppato dal CONI e da CONI Servizi, e adesso è nelle disponibilità di Sport e Salute e del Dipartimento dello Sport del Ministero. E qui faccio un incipit sul tema delle banche dati, che sarà un altro impegno di Governo per quanto mi riguarda. Io credo che, soprattutto in questo tempo, non sia tanto importante, al di là dell'attribuzione della responsabilità, dove siano le banche dati, ma che possano essere accessibili, tanto più perché si tratta di banche dati realizzate con denaro pubblico, nei limiti di quanto prevede la normativa sulla privacy per quanto riguarda i tesseramenti.
  Però voglio rappresentarvi la situazione in poche battute. C'è una banca dati delle infrastrutture, una banca dati di chi gestisce le infrastrutture e organizza lo sport e una banca dati di chi pratica lo sport. Questi tre livelli non dialogano tra loro, non c'è interoperabilità; quindi non si può neanche trarre spunto dall'integrazione dei dati. Pertanto il nostro impegno sarà certamente di rendere le banche dati integrate, interoperabili, aperte e migliorate anche nella profondità dell'informazione.
  Collegandomi al tema dell'energia, mi auguro che un giorno, spingendo un bottone, si possa conoscere il consumo cumulato di energia dei nostri impianti sportivi e magari fare anche operazioni funzionali a quanto detto qualche minuto fa: cioè l'efficientamento, l'ottimizzazione, che non è soltanto relativa a migliori consumi, ma anche a capacità produttiva di energia da fonti rinnovabili. Credo che per gran parte dei nostri impianti sportivi, da quelli di più ampie dimensioni, che rispondono a dimensione industriale, a quelli che rispondono a dimensione sociale, a partire dagli oratori, si possa pensare, arrivando nella scala superiore, addirittura a farne comunità energetiche. Comunque, gli impianti più socialmente rilevanti e, come ho detto, gli oratori, devono poter testimoniare in modo pratico, in modo vissuto. Stiamo sviluppando con la Conferenza Episcopale, da questo punto di vista, un programma di attività che ci porterà in tutta Italia per alfabetizzare gli oratori in questo senso, trovando le risorse per rendere gli oratori testimonianza attiva delle buone pratiche ambientali.
  Dopo di che, per me, gli impianti sportivi sono anche le città. Crediamo fermamente non soltanto quindi alle strutture convenzionali sportive, ma a quelle a cielo aperto, i playground, i piccoli campi nei parchi, nelle ville pubbliche. Crediamo molto alla ciclabilità, non soltanto come fattore di mobilità sostenibile e di turismo lento, ma anche come strumento di pratica sportiva: Pag. 9la collaborazione qui sarà con il Ministero delle infrastrutture e i trasporti. Già nella mia precedente esperienza all'Istituto per il Credito Sportivo abbiamo gettato le basi per la creazione di una mappa interattiva che consenta di capire dove sono le reti della ciclabilità. Quello che manca, per poter programmare l'integrazione delle reti con la chiusura delle maglie, e quindi la messa a disposizione di un sistema che si sovrapponga virtuosamente, è la rete stradale, unitamente alla rete dei percorsi, dei cammini, alla rete fluviale e alla rete equestre. È un obiettivo ambizioso; probabilmente non riusciremo durante il mandato, ma mi farà piacere immaginare che nei cinque anni, quanto meno, possa essere imbastita questa nuova mappa dell'Italia che credo abbia, per motivi sociali, ambientali, turistici, quindi anche economici, e per motivi sportivi, una valenza rilevante.
  Qui faccio un incipit e ancora richiamo la collaborazione tra CONI e Sport e Salute relativamente alla salute, alla formazione e al presidio territoriale. In questi mesi stiamo assistendo a una duplicazione delle strutture. Anche nell'ambito della salute (vedo la medicina dello sport), anche nell'ambito della formazione (eventualmente anche la scuola dello sport) e sul territorio quello che cercherò di fare – in una logica di armonia che dovrò interpretare in prima persona perché possa essere credibile quando la chiedo agli altri – è fare in modo che si riuniscano queste due entità che hanno natura pubblica, uniscano gli sforzi di investimenti e nasca un nuovo e più efficiente Istituto di medicina dello sport, con la partecipazione, tra l'altro, anche della Federazione dei medici sportivi, che è una meravigliosa e straordinaria architettura di competenze mediche e scientifiche legate allo sport, che fino ad oggi non ha mai collaborato, direi, con l'Istituto di medicina dello sport.
  Stessa cosa cercherò di fare con la scuola dello sport: quindi societarizzazione di queste entità, in modo che la formazione di base, ma anche la formazione di vertice, il collegamento con le scuole e con le università non veda CONI e Sport e Salute come soggetti distinti e distanti, ma come soggetti collaboranti all'interno di un perimetro societario.
  Stessa cosa per il presidio territoriale. Voi sapete che il CONI ha costruito nel tempo un'articolata rete di comitati, a partire da quelli regionali, presidiati da persone di valore e di esperienza. Quello che si rischia è che Sport e Salute costruisca una sua rete distinta e autonoma. Quello che io auspico, e cercherò di praticare, di sostenere e di promuovere, ma anche verificando, è che questa rete si sovrapponga e si integri, nasca un'entità territoriale dove il CONI regionale svolga le funzioni legate alle attività istituzionali del CONI stesso, a partire dalla promozione dei valori dell'olimpismo, che non sono un tema secondario, perché rappresentano, secondo me, un fattore culturale che merita in Italia di essere promosso in modo più efficace. E poi tornerò sul tema olimpico legato naturalmente alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi di Milano Cortina 2026.
  Cercherò di fare in modo che Sport e Salute svolga la sua funzione di servizio, mettendosi a disposizione dello sport di base, del terzo settore sportivo, delle associazioni e delle società sportive dilettantistiche. Ci sono 120/130.000 società che sono il cuore pulsante, sono l'architettura vitale dello sport di base, che fanno riferimento a enti di promozione, a discipline sportive e associate, a federazioni sportive nazionali. Anche qui, secondo me, deve essere un modo dignitoso di presentarsi unitariamente, come offerta sportiva, nelle sue diverse articolazioni, piuttosto che duplicare le funzioni.
  Alcuni elementi di attenzione che dovranno essere costanti nel tempo sono presenti nella legge di bilancio. Ve li cito per capitoli perché si dia il senso di una direzione di marcia.
  Le misure sull'energia sono del tutto evidenti: adesso, qui, parlo dell'emergenza, ma parlo al tempo stesso anche della visione strategica. I 110 milioni che sono stati messi a disposizione delle associazioni sportive, delle società sportive dilettantistiche, – separatamente rispetto alle misure sull'energia destinate alle imprese propriamente dette – sono una cifra certamente Pag. 10rilevante: sono stati attribuiti tenendo conto dei profili energivori delle infrastrutture, con una priorità sul ghiaccio e sull'acqua. Siamo riusciti a riclassificare anche gli impianti di risalita e gli impianti di innevamento artificiale, che erano stati un po' trascurati in termini di impatto, perché si riteneva che fossero un po' come tutti gli altri impianti sportivi. E sarà un tema sempre più all'ordine del giorno da adesso in poi per quanto riguarda i cambiamenti climatici. Vediamo che troviamo la neve sempre più in alto, i ghiacciai si stanno restringendo e lo sci si fa la con la neve: quindi questo sarà un tema che dovremo affrontare, e vedremo come. Mi auguro non soltanto in termini sintetici, ovvero in termini chimici.
  Il credito di imposta per le sponsorizzazioni, rivolto soprattutto alle realtà di base: in questi anni sono state distribuite tante risorse. Le abbiamo utilizzate tutte e bene: nell'ultimo anno sono stati fatti 11.000 bonifici a realtà piccole e medio-piccole, con un credito di imposta del quale hanno beneficiato anche le imprese piccole e medio-piccole del territorio. Questo, secondo me, ha svolto una funzione duplice: quella di dare sostegno alle realtà di base fino ad arrivare alla Lega del calcio, senza dimenticare la pallavolo, la pallacanestro, gli sport a squadre che non sono professionistici, linfa vitale. L'altro aspetto che si è determinato è l'emersione di un'economia sommersa delle sponsorizzazioni che in passato non sempre si è manifestata nella sua trasparenza, nella sua efficienza. E quindi intendiamo, in questa manovra di Governo, intendiamo procedere ulteriormente con un finanziamento sistematico di questa voce perché è socialmente utile.
  Sport bonus: anche qui margini di miglioramento. Sembrava una misura in via di estinzione, abbiamo, invece, chiesto e ottenuto di poterla rifinanziare, avendo come punto di riferimento l'Art bonus, che sta producendo effetti significativi. Avrà i suoi margini di miglioramento anche l'Art bonus. Ogni tanto, secondo me, gli strumenti devono tornare in officina per un po' di manutenzione. Ma oltre 600 milioni di donazioni filantropiche hanno contribuito comunque a riqualificare il patrimonio culturale pubblico, il patrimonio artistico, il patrimonio storico con grande merito di chi ha individuato questa misura come strumento anche di partenariato pubblico e privato. Per lo sport siamo ancora agli inizi; probabilmente è una misura povera ancora, poco illuminata, poco promossa, che apre e chiude troppo velocemente la sua finestra. L'impegno che assumo con tutti voi, ma soprattutto con i potenziali beneficiari, è di dare maggiore respiro, maggiore visibilità, illuminarla ulteriormente, anche per fare in modo che il sistema delle imprese possa apprezzarne il valore, che si associa a quello delle sponsorizzazioni, perché come sapete il super bonus è dedicato al miglioramento delle infrastrutture.
  Sport nei parchi: un altro tema che si collega a quello che avevo trattato qualche minuto fa, e cioè alla trasformazione in chiave sportiva delle città di tutte le dimensioni. È un tema che è stato affidato alla gestione di Sport e Salute, naturalmente. Tema sul quale dovremo trovare nuove risorse. Chiederò al Parlamento di darci qualche sostegno in questo senso, perché penso che la misura meriti di essere sviluppata in collaborazione con le amministrazioni del territorio.
  Un piccolo incipit sulle misure che direttamente riguardano questo Ministero che, come sapete, è senza portafoglio: vorrei modificare, però, questa definizione, non soltanto per perseguire l'obiettivo di avere un portafoglio finanziario, ma affermando che il portafoglio l'abbiamo: è il portafoglio dei valori, delle idee, dei progetti. E con questi tre elementi, credo che possiamo costruire anche il portafoglio finanziario. Cercheremo di renderlo strutturale nei limiti e nelle forme che saranno consentite. Peraltro, ci è stata affidata la misura PNRR che voi conoscete: sono 700 milioni, lo 0,35 per cento del PNRR. Non è certamente quello che ci aspettavamo, non è certamente una misura corrispondente con il prodotto interno lordo prodotto dallo sport che l'istituto per il Credito Sportivo ha elaborato in collaborazione con Giorgio Alleva, l'ex presidente dell'Istat, e tutta la Pag. 11struttura dell'istituto. Lo abbiamo fatto come primo sforzo perché pensavamo – e pensiamo – che la banca debba svolgere anche questa funzione, non soltanto di erogare credito, ma anche di fornire chiavi di lettura del contemporaneo, che consentano di comprendere anche le prospettive future. Il PIL dello sport, per lo sport propriamente detto, per lo sport direttamente collegato e connesso, è l'1,37 per cento: sono 24 miliardi e mezzo su 1.800 miliardi. A questi concorrono naturalmente anche i servizi e il manifatturiero. Questa è la relazione tra il PIL dello sport e il PNRR sport: 1,37-0,35. Mi auguro che sapremo essere capaci di rappresentare in modo più convincente non soltanto andando ad utilizzare al meglio le misure, che comunque ci saranno in sede comunitaria, ma anche in sede di manovra finanziaria, per la quale mi sento – per quanto riguarda la legge di bilancio che stiamo varando –, estremamente soddisfatto.
  Mi scuso se sono stato un po' lungo. Un ultimo passaggio sui grandi avvenimenti. Ho risposto doverosamente a un question time al Senato della Senatrice Floridia sulle Olimpiadi e le Paralimpiadi di Milano Cortina 2026 e ho capito, ancora una volta di più, quanto sia importante, ritornando un po' all'inizio nel mio intervento, la comunicazione, la collaborazione, la capacità di ascolto. E questo dipende da noi. È un impegno che assumo, perché mi sono reso conto che probabilmente questo vale nel confronto con il Parlamento, vale nel rapporto anche interdisciplinare con i colleghi di Governo, con le amministrazioni del territorio, con i singoli cittadini. Dobbiamo colmare la distanza tra le cose che facciamo e la percezione che il cittadino ha, e che le altre autorità hanno, perché c'è un mismatching che va colmato. Non convinceremo tutti, ma almeno avremo la coscienza a posto di aver spiegato tutto quello che stiamo facendo. Anche perché, oggettivamente, lo facciamo per i nostri cittadini, lo facciamo per la nostra nazione, non lo facciamo certamente per noi: è il nostro dovere primario.
  Su Olimpiadi e Paralimpiadi c'è bisogno di spiegare meglio intanto gli impatti relativi alle infrastrutture – che siano opere pubbliche, e quindi infrastrutture di collegamento su gomma, su ferro, parcheggi di scambio, ma anche le infrastrutture sportive tout-court – dando il giusto valore agli impianti temporanei, che non hanno quindi un impatto permanente, e spiegando l'eredità che lasciano i Giochi olimpici.
  Come ho detto alla Senatrice Floridia e a tutto il Senato, il CIO, che è il riferimento, insieme all'IPC per la parte paralimpica, di questa meravigliosa competizione, ha elaborato un'agenda, che è l'Agenda 2020+5, dove il tema della sostenibilità ambientale, sociale e finanziaria è primario per una ragione semplicissima, non per demagogia: ovvero, che le Olimpiadi e le Paralimpiadi sono una staffetta nel tempo. Più lo staffettista, che ha in mano in quel momento l'organizzazione, gestisce bene e lascia una buona eredità, più le Olimpiadi e le Paralimpiadi diventano un obiettivo sul quale c'è contesa, c'è competizione. Negli ultimi tempi non è stato così. Quindi, non so se per convinzione, per costrizione, per convenienza, questa agenda è stata comunque elaborata, e noi dobbiamo comunicarla, come i valori dell'olimpismo, perché altrimenti si rischia di non far comprendere, anche alle aziende del Paese, che affiancarsi alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi esprime il valore proprio nel co-marketing con i cinque cerchi e con i valori olimpici.
  L'elemento più qualificante di questi valori è quello della comunione, quello della condivisione e della collaborazione. È stato inserito un quarto elemento nel motto olimpico, che è in latino, come tutto il motto olimpico, che è «communiter», insieme. Mi auguro che questo possa essere anche un elemento caratterizzante del mio mandato perché credo che in quell'elemento ci giochiamo un pezzo di futuro.
  Le Olimpiadi del 2026 sono un obiettivo lontano anche se con effetti quotidiani. Posso dirvi intanto che finalmente da ieri è ufficiale l'ingresso nel ruolo del nuovo amministratore delegato Andrea Varnier. Una persona di grande valore professionale e di grande esperienza nel campo. E soprattutto una bella persona. A mio avviso anche Pag. 12questo non è un tema secondario, perché per me c'è la supremazia delle caratteristiche personali, umane e morali. E poi c'è certamente la qualità delle esperienze e la qualificazione professionale; però c'è sempre una gerarchia. Sarà mia cura, se lo riterranno opportuno queste Commissioni, chiedere un'audizione congiunta per farsi conoscere e poter spiegare il suo piano delle attività, perché voi per primi possiate conoscere il piano di attuazione operativa della Fondazione Milano Cortina 2026. Così come sarà fatto con Luigi Sant'Andrea, che è l'amministratore delegato della struttura che si occupa dello sviluppo infrastrutturale anche in una veste commissariale.
  Quando parliamo di grandi avvenimenti parliamo anche di Ryder Cap e dei mondiali di scherma, tutti e due nel 2023. In particolare, segnalo la scherma perché è l'unica preolimpica che dà diritto alla qualificazione delle Olimpiadi di Parigi che si svolgerà in Italia. E gli europei di atletica nel 2024. E i tanti appuntamenti internazionali di tutte le discipline sportive che il nostro Paese ospita. Perché in parte li elenco e in parte li cito genericamente? Perché sarà fondamentale, come ho detto, che ognuno di questi eventi, che beneficia di denaro pubblico, come qualunque organismo sportivo, non dia soltanto valore agli aspetti finanziari, ma analizzi, valorizzi, comunichi l'impatto sociale e il ritorno sociale dell'investimento. Anche questo sarà un elemento che caratterizzerà il mio mandato, cioè associare il prodotto interno lordo, quindi gli aspetti economicistici, agli aspetti di utilità sociale, perché diamo, e dobbiamo dare, un senso sociale alle risorse pubbliche. E il cittadino, così come le istituzioni, devono poter disporre di questo dato e poterlo anche valutare per le occasioni successive di finanziamento.
  Perché è importante tutto questo? Chiudo richiamando ancora una volta la riforma dello sport. Perché questo meccanismo – unico in Italia, nei settori vitali del Paese, e unico al mondo – di finanziare con la fiscalità prodotta dal settore per l'anno precedente deve stimolarci a conoscere l'architettura che determina il valore aggiunto. Nulla accade per caso.
  I valori economici si determinano non soltanto per dinamiche che non sempre riusciamo a leggere. Ma lo sforzo che farò, di concerto con i portatori di interessi, dei quali verrete a conoscenza, è quello di fare emergere come si costruisce valore attraverso lo sport anche dal punto di vista finanziario. Daremo un senso meno inconsapevole al numero finanziario che viene attribuito al mondo sportivo. Quei 410 milioni che non sono stati mai inferiori ai 460 milioni, ma possono ulteriormente crescere. E non soltanto perché voglio che cresca la dimensione finanziaria, perché se cresce quella vuol dire che cresce l'utilità sociale. Vuol dire che il nostro obiettivo viene raggiunto. Qual è il nostro obiettivo? Migliorare la qualità della vita delle persone e delle comunità. Questo è il senso del mio mandato, questo è il senso del mio dovere. Grazie.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro Abodi. Saluto il Presidente Marti, che intende intervenire. Quindi interverrò io e poi inizieranno gli interventi dei deputati iscritti a parlare.

  ROBERTO MARTI, Presidente della 7a Commissione del Senato della Repubblica. Grazie Presidente. Grazie Ministro. Saluto le due Commissioni riunite. Non sottrarrò neanche un secondo agli interventi dei colleghi, sapendo che abbiamo tempi ristrettissimi. Grazie per aver accolto celermente l'invito delle due Commissioni. Siamo alla seconda audizione sulle linee programmatiche dei ministeri che interessano le due Commissioni.
  Un impegno sicuramente della Commissione del Senato, ma credo anche di quella della Camera, è far ritornare centrale lo sport per come l'ha delineato, toccando tutto quello che c'era da toccare, devo dire, in maniera concisa, in maniera ferma. Ritengo che ci siano tutte le condizioni per non arrivare molto in là, a non sentirle più dire «senza portafoglio», ma creare le condizioni di centralità vera.
  Ha toccato l'impiantistica sportiva, ha toccato temi, ahimè, che sono un po' carenti: carenti nelle comunità amministrative,Pag. 13 carenti nella fruizione generale. Ritengo che ci siano tutte le condizioni per lavorare bene insieme e da subito.
  Ministro ci vediamo alla prossima, entrando nel merito, delle Commissioni tematiche, e non solo sui provvedimenti. Sono certo che ci sarà questa unità di intenti, quindi buon lavoro.

  PRESIDENTE. Mi unisco anche io ai ringraziamenti del Presidente Marti al Ministro Abodi per avere risposto prontamente alla volontà del Parlamento per farci conoscere le linee programmatiche del dicastero dello sport, delle politiche giovanili e degli anniversari.
  Come sappiamo, la novella dell'articolo 33 della Costituzione con la costituzionalizzazione del diritto allo sport è stata bloccata dalle contingenze politiche del passato. È un lavoro trasversale che era stato fatto in Parlamento e che nasceva dall'impulso del commissario, all'epoca non ancora parlamentare, Berruto. Un lavoro che vorremmo replicare nei lavori di Commissione e di Aula per portare a casa finalmente, come ha accennato anche il Ministro, il diritto allo sport in Costituzione come fattore non solo simbolico, ma sostanziale, per l'importanza che diamo all'ambito.
  L'eventuale proroga dell'entrata in vigore dei decreti legislativi di riforma dello sport non può certo prescindere dallo spirito degli stessi, come appunto ha sottolineato il Ministro.
  Il combinato disposto, infine, della pandemia e del calo del potere di acquisto delle famiglie ha causato, secondo l'Istat, una diminuzione del 34 per cento della pratica sportiva svolta nel 2021, rispetto al 2020. Questo ha creato un danno economico di salute e di solidarietà sociale. E quindi auspichiamo si possano iniziare a studiare insieme meccanismi di politiche detrattive per incentivare la pratica sportiva. Anche su questo so che esiste forte convergenza tra le forze politiche di maggioranza e di opposizione.
  La VII Commissione, insieme ai colleghi della Commissione Trasporti, si impegnerà a breve su un altro versante, quello di costruire un impianto normativo sul contrasto alla pirateria audiovisiva che sappiamo colpire soprattutto il settore sportivo, con un danno da 260 milioni l'anno per le società, che collima spesso con strutture criminali organizzate.
  Il Ministro, come sappiamo, avrà competenza sugli anniversari: sarà cura della nostra Commissione promuovere una sempre più ampia collaborazione tra Parlamento e Governo per la sensibilizzazione su quelli che sono momenti di memoria comunitaria tramite i percorsi educativi, le manifestazioni culturali, i viaggi della memoria. Penso già al 27 gennaio, ricordando la tragicità della Shoa, per le giovani generazioni e sicuramente anche al 10 febbraio, in memoria delle vittime delle foibe e della tragedia degli esuli. Valuteremo insieme se potremo organizzare, in maniera istituzionale, un treno del ricordo, sull'esempio del successo del treno del milite ignoto, realizzato dal precedente Governo. Un atto, questo, di riconciliazione importante, per il quale siamo a disposizione.
  Ringrazio, non voglio sottrarre altro tempo: iniziamo subito con gli interventi. Per la cortesia dei colleghi della Camera lascio la parola al collega Sasso perché dovrà predisporre l'intervento per il question time. Prego.

  ROSSANO SASSO. Grazie Presidente. Saluto il Ministro, saluto il Presidente Marti. Accolgo con favore il passaggio, tra i tanti del Ministro, del riferimento alla scuola, che poi è il tema che più mi riguarda. Dobbiamo assolutamente proseguire quel percorso iniziato un anno fa, laddove partendo da un dato molto brutto, che riguardava il tasso di analfabetismo psicomotorio dei nostri ragazzi (siamo penultimi in Europa), finalmente riuscimmo a portare a casa quella sacrosanta battaglia, abbastanza logica, abbastanza normale, ma che in Italia era diventata una battaglia, di fare in modo che l'educazione motoria, e non semplicemente lo sport, nella scuola primaria dello Stato fosse insegnata da specialisti. Senza nulla togliere alle colleghe docenti laureate in matematica o in italiano, per combattere il tasso di analfabetismo psicomotorio, abbiamo ritenuto indispensabilePag. 14 la figura di un docente specializzato.
  L'anno scorso trovammo le risorse soltanto per inserire queste due ore, che spesso, Ministro, sono le uniche due ore in cui, in molte zone della nostra nazione, i bambini possono svolgere attività motoria. La scuola ha anche una funzione sociale da questo punto di vista, soprattutto in un periodo come quello che viviamo, in cui usciamo da due anni di deprivazione culturale e sociale. Non dimentico il periodo in cui i nostri bambini non potevano recarsi in palestra: a mio modesto avviso, avremmo potuto evitare a tanti bambini, a tanti minorenni la tragedia.
  Detto questo, impegniamoci insieme a tutto il Governo. Impegniamoci insieme al Ministro Valditara per fare in modo che quelle due ore scattino non soltanto per la quinta elementare, ma anche per tutte le altre quattro classi.
  Le dirò di più: nella passata legislatura, quando ricoprivo il ruolo di sottosegretario, con delega proprio allo sport, iniziai a pensare a un'ulteriore sperimentazione dell'educazione motoria nella scuola secondaria di primo grado (nella vecchia scuola media), portando da due a quattro le ore di educazione motoria, dando la possibilità ad ogni singolo istituto, nell'ambito della propria autonomia, nell'ambito dell'offerta formativa, di diversificare quelle terze e quarte ore al pomeriggio, facendo scegliere quale pratica sportiva. Certo è un progetto ambizioso. Qualche collega potrebbe dirmi che molte scuole non hanno neanche una palestra. In questo è intervenuto il PNRR, stanno iniziando i lavori. Chiaramente dovremo monitorare.
  Sono stato docente e sono stato anche sportivo con scarsissimi risultati (come il Presidente Mollicone potrà testimoniarle), però non dimentico la difficoltà di un ragazzo di dodici/tredici anni che fa tre allenamenti alla settimana, fa la partita, e, pur senza essere un olimpionico, pur senza essere un giocatore di serie A, sostiene comunque allenamenti e campionati agonistici. Dobbiamo cercare di mettere mano anche alla figura dello studente atleta. I professori devono capire che non è una colpa praticare sport. Anzi, spesso i ragazzi che lo praticano hanno una marcia in più, perché sono abituati al gioco di squadra, al rispetto delle regole, alla strategia.
  Concludo il mio intervento augurandole buon lavoro. Avrei fatto volentieri riferimento anche al problema degli spazi che spesso vedono le scuole e gli enti locali come un ostacolo e un veto alle tante associazioni dilettantistiche sportive, ma di questo so che vi parlerà dopo la collega Latini. Per cui non faccio altro che augurarle buon lavoro e dirle che la Lega è a sua disposizione per questo ed altri traguardi. Grazie Presidente.

  ELISABETTA PICCOLOTTI. Grazie mille Ministro. Grazie Presidente. Grazie della sua relazione che tocca molti punti.
  Vorrei concentrarmi in particolare sul tema dell'inclusione. Sappiamo che lo sport è un grande e potente veicolo di educazione per i ragazzi e le ragazze, per i bambini e le bambine. Sappiamo che è attraverso lo sport che molti bambini, che vengono da famiglie difficili, possono trovare anche percorsi di emancipazione e di autodeterminazione, di costruzione di una socialità che non li veda in qualche modo classificati o stigmatizzati dal punto di vista sociale. E sappiamo che questo vale anche per tanti minori e tanti bambini che non hanno la cittadinanza italiana, che vivono qui, fanno sport con i bambini italiani, e che hanno per molti anni incontrato alcune difficoltà nel tesserarsi alle società. Molto intelligentemente, nella scorsa legislatura, è stato modificato il provvedimento sullo ius soli recependo gli ostacoli che impedivano a quei minori che non erano arrivati prima dei dieci anni di età, di tesserarsi alle società sportive. Sappiamo, però, che alcuni problemi permangono ancora. In particolare, sappiamo che i ragazzi stranieri minorenni, residenti in Italia, non possono essere convocati per le selezioni nazionali, non possono indossare la maglia azzurra; perché per vestire la maglia azzurra si deve attendere di diventare maggiorenni. E solo al compimento dei diciotto anni, in base alle leggi sulla cittadinanza in vigore oggi in Italia, si può dare corso alla pratica per ottenere la cittadinanza. È proprio in tali Pag. 15casi, molto spesso, che l'adolescenza si trasforma, per questi ragazzi, anche in un'età di abbandono dello sport perché non possono fare ulteriori passi in avanti.
  Quindi è per queste ragioni, che sono sia sociali che civili, di civile convivenza e di affermazione sportiva, che a noi pare opportuna la revisione della normativa in materia di concessione della cittadinanza italiana che, naturalmente, dovrebbe essere ricompresa dentro un più ampio intervento di revisione della materia dello ius soli e dello ius scholae che, per quanto ci riguarda, sul terreno sportivo è da considerarsi prodromica all'approvazione di uno ius soli o di uno ius scholae. Chiediamo, appunto, che la normativa preveda un percorso semplificato per quei ragazzi e quelle ragazze che abbiano significativi meriti sportivi rispetto alla cittadinanza, al fine di favorirne l'integrazione e anche di potenziare la partecipazione italiana alle competizioni sportive internazionali. Per questo le chiedo di chiarire qual è il suo pensiero in merito alla possibilità di operare questa semplificazione e di permettere la concessione della cittadinanza per meriti sportivi, come in effetti è accaduto in un caso: quello di Yassine Rachik, il campione di atletica, che aveva già vinto più di venticinque titoli nazionali e a cui il Presidente Mattarella concesse, appunto, la cittadinanza per meriti sportivi.
  L'altra cosa che vorrei chiederle riguarda, invece, lo sport a scuola. Abbiamo già discusso dell'intervento normativo che ha inserito l'educazione motoria nella scuola primaria. Sappiamo che è un intervento troppo limitato, e che va ampliato. Questo lo ha già detto anche lei. Io spero che si procederà in maniera spedita. Tuttavia, le faccio anche notare che attualmente non esiste alcuna linea guida sui tipi di sport che devono essere alla base del programma nella scuola primaria. Quindi c'è il rischio che questa ora di educazione fisica assomigli più a una scampagnata che a un vero e proprio momento di sforzo e di esercizio. Negli altri Paesi europei ci sono attività indicate come obbligatorie per i ragazzi. In particolare, a farla da padrona, rispetto alla media degli altri Paesi, è la ginnastica a corpo libero oppure, molto spesso, i giochi con la palla. Però non si esclude nemmeno che si possa avere nel programma l'atletica, il nuoto, e persino la danza. Questo accade in tantissimi Paesi europei. Le chiedo, pertanto, che cosa ha intenzione di fare il Ministero dello Sport rispetto a questi programmi per la scuola e se, per il prossimo anno, sono già pronti programmi o progetti metodologici per rendere effettivi e chiari gli orientamenti del Ministero dell'istruzione e del Ministero per lo sport in merito. Grazie.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA VII COMMISSIONE
DEL SENATO DELLA REPUBBLICA
ROBERTO MARTI

  ANTONIO GUIDI(intervento da remoto). Buongiorno a tutti, soprattutto al Ministro Abodi. Ho avuto conferma della stima che ho per te già da prima del tuo insediamento da Ministro. Questi sono giorni che ribadiscono l'importanza non solo individuale, ma anche sociale e politica dello sport: dalla maratona a Berlino, a questi giorni un po' complicati dei mondiali di calcio. Insomma si vede quanto uno sport vada oltre in tutti i sensi.
  Voglio dirti due cose, ma con il cuore, anche perché le ho vissute ambedue. Intanto, il discorso dell'educazione fisica. Io ho vissuto anni terribili; sono riuscito a conquistare spazio nella scuola di tutti, anche se a pagamento, perché allora la scuola pubblica era un po' vietata ai disabili come me. Vissi malissimo il fatto che nelle due ore di educazione fisica, dove potevo esprimere il meglio di me, anche a livello di socializzazione, venivo lasciato – perché riformato da un certificato medico – in aula, da solo, a disegnare sulla lavagna. Sarò diventato un buon pittore, ma certo ho perso anni bellissimi. Quindi davvero il discorso di battersi perché non vi sia esenzione, tranne in casi particolari di pericolosità, per gli alunni con disabilità all'interno della scuola, per fortuna, di tutti.
  Poi c'è il discorso delle Paralimpiadi. Le ho viste nascere: ho visto Marson, ho visto Gabrielli, ne ho visti tanti. Vedo oggi Luca Pag. 16Pancalli che si batte per queste olimpiadi speciali non certo per il tifo, il valore e anche il messaggio di coraggio oltre ogni limite e danno. Però anch'io sarei molto felice se con dolcezza, senza demonizzare nessuno, ci fosse un solo comitato, il CIO, e le Paralimpiadi diventassero un discorso inclusivo di tutto lo sport. Tutti hanno diritto a partecipare, tutti hanno diritto ad essere rappresentati.
  Noi, Ministro, ti saremo vicino in tutti i sensi, convinti che nello sport possiamo rappresentare, al di là della vittoria: non vorrei essere decoubertiniano per forza, ma l'importante è partecipare. In questi anni negati vediamo quanti danni si sono fatti ai bambini, agli adolescenti, alle persone in un distanziamento spesso irragionevole.
  Credo che dovremmo collaborare con te, e spero anche tu con noi: tuttavia, sapendo come sei fatto non è una speranza, ma una certezza, sicuri che davvero nello sport, con lo sport, possiamo migliorare il più possibile la nostra socialità, la nostra accettazione dell'altro – ma anche di noi stessi – che in questo difficile periodo abbiamo messo in discussione. Grazie, e davvero buon lavoro, Ministro.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA VII COMMISSIONE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
FEDERICO MOLLICONE

  MARIA ELENA BOSCHI. Grazie Presidente e grazie anche al Ministro per la sua relazione. Sicuramente abbiamo apprezzato l'approccio del Ministro che, è evidente, conosce bene il mondo dello sport e ci piace che il suo inizio si basi anche sull'ascolto e sull'esigenza di condividere dal basso anche le riforme, gli interventi, le misure che proporrà.
  In modo particolare apprezziamo la consapevolezza del Ministro sulla necessità di definire meglio il lavoro di CONI e Sport e Salute, soprattutto nelle loro rappresentanze e ramificazioni territoriali, per evitare sovrapposizione e confusione anche nel rapporto con gli enti locali e con le altre istituzioni. Sicuramente c'è da creare una migliore collaborazione e definizione dei ruoli e dei compiti.
  Vorremmo anche sensibilizzare ulteriormente il Ministro, pur nel rispetto dell'autonomia delle federazioni sportive e del mondo dello sport, anche sull'importanza del valore educativo dello sport come valore primario.
  Senza entrare nei casi specifici di cronaca di questi ultimi giorni, che sicuramente non sono nuovi nel mondo dello sport, c'è preoccupazione rispetto ad alcuni elementi di allarme che vengono, soprattutto nello sport agonistico, da atlete e atleti. Noi sappiamo che, invece, prima di tutto, lo sport deve insegnare il rispetto di qualsiasi differenza – ne parlava prima anche la collega Piccolotti – anche di quelle che sono le differenze di genere, senza stereotipi. Quando il Ministro, giustamente, parla dell'importanza del lavoro sull'educazione anche agli stili di vita, allo sport, alla corretta alimentazione, se non si parte proprio dall'esempio all'interno delle federazioni sportive, diventa problematico poi farlo altrove. Questo ci sta particolarmente a cuore.
  Ho apprezzato che nell'intervento del Ministro siano state indicate alcune linee guida, alcuni titoli, soprattutto sull'inclusione nello sport, per le persone con disabilità, sul tema della parità di genere. Ci piacerebbe, mi piacerebbe, forse in replica, che il Ministro potesse dare qualche elemento più puntuale su come intenda esplicare questo impegno.
  Sappiamo, per esempio, che per quanto riguarda il professionismo femminile, c'è adesso una cornice normativa: tuttavia, soltanto il mondo del calcio si è adeguato. Quindi serve continuare nell'impegno a spronare le diverse federazioni e forse anche a trovare risorse che rendano questo non più solo un titolo, ma anche un'attuazione concreta possibile.
  Ho sentito gli interventi puntuali in tema di Paralimpiadi e di strutture in vista anche di Milano Cortina, dei prossimi appuntamenti, ma sappiamo che il tema delle barriere architettoniche di accesso agli impianti sportivi tutti è un po' più ampio, più Pag. 17esteso, e che deve essere uno degli impegni nella strategia del Ministro.
  Così come – ma lo ha già detto il collega Sasso – è auspicio di tutti noi che si prosegua nell'impegno sullo sport nell'ambito scolastico, al di là delle sue prime parole sulla necessità di estenderlo rispetto a quanto lasciato in eredità dal precedente Governo: su questo ci piacerebbe sentire qualcosa di più specifico.
  Poi rassegno una mia e nostra preoccupazione come Gruppo di Italia Viva-Azione, rispetto all'ipotesi che ci possa essere un intervento del Governo che faciliti una dilazione dei debiti fiscali delle società di calcio della serie A. Perché, ovviamente, laddove questo intervento fosse confermato, a nostro avviso sarebbe un elemento di forte discriminazione rispetto ai cittadini e alle imprese del nostro Paese in altri settori. Ma sarebbe anche un cattivo segnale rispetto a quelle società che, invece, hanno rispettato gli impegni e hanno cercato di adempiere agli obblighi nei tempi previsti. Sinceramente, questo ci sembrerebbe un elemento assolutamente negativo e chiediamo su questo profilo una parola di chiarezza da parte del Ministro su quello che è l'intendimento del Governo.
  Rinnovandole anche il nostro supporto rispetto ad alcune linee di indirizzo che ha rassegnato oggi, a proposito della riforma del lavoro sportivo su cui ha detto qualcosa forse all'inizio della sua audizione, è necessario trovare un punto di equilibrio su diritti fondamentali che non possono essere procrastinati, anche se conosciamo, purtroppo, le esigenze economiche di un settore, soprattutto quello dilettantistico, che è in grossa difficoltà. Però vorremmo capire meglio quando verrà sciolto questo nodo, perché c'è grande attesa, Ministro, da parte di questo settore.
  Infine, mi unisco ai colleghi che sono già intervenuti sull'esigenza di rafforzare lo sport di base, non soltanto pensando ai tanti giovani che soprattutto dopo il Covid si sono allontanati dallo sport, ma a tutte le età, compresi i più adulti. Grazie.

  GIUSY VERSACE(intervento da remoto). Buongiorno. Grazie Presidente. Grazie Ministro. Buona parte anche dei nostri dubbi sono stati, in qualche modo, chiariti nel question time della settimana scorsa.
  Sono molto contenta di registrare, Ministro, alcune parti per me particolarmente importanti, come il coinvolgimento della scuola. Condivido, e quindi non ripeto, quello che ha appena esternato la collega Boschi perché era tra i miei appunti, quindi vado avanti per non togliere tempo ai colleghi.
  Devo sollevare soltanto alcuni aspetti che vorrei lasciare anche come input e stimolo di riflessione ulteriore, perché agli insegnanti di scienza motoria nelle scuole primarie, la cui introduzione costituisce sicuramente già un grande e importante passaggio, serve maggiore formazione.
  Mi voglio anche unire a quanto ha detto, prima di me, il Senatore Guidi. Purtroppo ancora oggi, nel 2022, si registrano comunque alcuni fenomeni in molte scuole. Io stessa ne sono stata anche testimone, e sono dovuta, nel mio piccolo, intervenire in favore di ragazzi con disabilità che vengono spesso lasciati un po' ai margini durante queste ore dedicate proprio allo sport, forse per insufficiente preparazione, anche culturale, non voglio dire per cattiveria. Occorrerebbe maggiore formazione sotto questo punto di vista per gli insegnanti che si occupano di ragazzi con disabilità sensoriali o motorie, per non parlare poi di quelle intellettive, che vengono lasciati ai margini. Ha ragione il Senatore Guidi quando parla di coraggio. Serve più coraggio, ma serve anche più attenzione. Questo era un aspetto che assolutamente volevo mettere sul tavolo.
  Bene anche l'intervento che va fatto, sono assolutamente d'accordo, nel creare maggiore armonia e un filo conduttore, ma anche di collaborazione, tra CONI e Sport e Salute. Peraltro sui parchi, e quindi sullo sport all'aperto, Sport e Salute ha fatto un gran lavoro. Mi permetto anche lì di sottolineare che serve maggiore attenzione, che forse a volte diamo per scontata.
  Ministro, conosco bene la sua sensibilità, quindi mi permetto di rimarcarla anche per offrire un ulteriore spunto anche ai colleghi. L'accessibilità e l'inclusività spesso vengono utilizzate un po' come slogan, un po' anche in maniera superficiale, mentre Pag. 18vanno obiettivamente attuate in maniera concreta. Quando si organizzano interventi strutturali, anche sui parchi all'aperto, o sulle infrastrutture, serve pensare anche a percorsi mirati per tutte quelle persone con disabilità sensoriali (mi riferisco ai ciechi e ai sordi), non solo a quelli con la disabilità fisica. Fermo restando che spesso le barriere architettoniche ancora oggi, purtroppo, si ripresentano.
  Lo sport in Costituzione. Questa è stata anche una mia battaglia già nella scorsa legislatura, una battaglia di tutti, credo, in maniera trasversale. Perché è importante? Perché ci tengo a sensibilizzarla affinché veramente questo possa essere un obiettivo non troppo lontano da attuare? Perché nel momento in cui la nostra stessa Costituzione riconosce questo diritto alla pratica sportiva, inevitabilmente ci si troverà costretti a muoversi affinché questo diritto sia effettivamente tutelato e garantito. Ma, affinché sia tutelato e garantito, non possiamo lasciare fuori gli altri Ministri competenti. Ad esempio, mi riferisco alla salute: va ricordato, devo ricordarlo, perché spesso purtroppo ci si dimentica che – e io ne sono mio malgrado testimone – non sempre disabili si nasce, il più delle volte lo si diventa nel corso della vita. Io ho perso le gambe in un incidente stradale, ho fatto l'atleta paralimpica ad alto livello. Va ricordato che una protesi di tecnologia avanzata, del tipo di quelle che ho usato io, per fare europei, mondiali e olimpiadi, costa, senza comprare un modello Ferrari, dai 5 agli 8.000 euro, e il nostro sistema sanitario nazionale non le prevede, non copre le spese. I LEA non sono aggiornati; il nomenclatore nazionale non prevede i dispositivi di tecnologia avanzata. Quindi, come possiamo parlare a un mondo, quello delle persone con disabilità, dicendo che anche grazie allo sport saranno incluse, saranno integrate, avranno anche loro la possibilità di praticare lo sport, quando poi, soprattutto per quelle persone con disabilità fisiche c'è la necessità di accedere ad ausili e a dispositivi di tecnologia avanzata, che però lo Stato non copre, che il Comitato Paralimpico non può garantire? Mi riservo di farle avere maggiori dettagli, perché avevamo fatto una battaglia anche molto trasversale nella scorsa legislatura, per l'istituzione di un fondo che prevedeva proprio l'erogazione da parte del sistema sanitario di protesi, ausili, dispositivi di tecnologia avanzata, funzionali all'attività sportiva amatoriale, proprio per avviare alla pratica sportiva. Parliamo di sport e di salute, lo butto sul tavolo perché non ci si dimentichi del fatto che comunque se lo vogliamo garantire dobbiamo anche considerare tutte le branche collegate.
  Ringrazio per la disponibilità e, ovviamente anche a nome di Italia Viva e di Azione, mi rendo comunque disponibile sempre per una collaborazione costruttiva affinché si possa arrivare all'obiettivo di queste linee programmatiche perché fa piacere a tutti raggiungere questi obiettivi. Grazie.

  GAETANO AMATO. Grazie Presidente. Ministro ho ascoltato la sua relazione: propositi lodevoli, ma più che i propositi lei dovrebbe essere capace di moltiplicare pani e pesci, perché con lo 0,35 per cento, con 24 miliardi, pensare di poter fornire di palestre le scuole che non l'hanno, sarà dura. Lei avrà la nostra collaborazione. Anzi, se ci permetterà anche di avere un canale riservato dove poterle segnalare impianti abbandonati da riattare, che faranno risparmiare soldi, sarà nostra cura farlo.
  Io ho solo tre quesiti. Uno è quello a cui ha fatto riferimento la collega Boschi. In pandemia, come lei sa, fu varata una norma che procrastinava il pagamento di Irpef e contributi alle società di calcio. La scadenza era stata prorogata al 6 dicembre. Nel decreto «Aiuti quater» quella data è stata spostata ancora al 22 dicembre. Lei ci assicura che non uscirà nulla fuori che possa permettere alle società di dilazionare ancora quanto dovuto all'Erario, visto quello che sta facendo il Governo per trovare soldi per chi ha bisogno? Questa era la prima domanda.
  Nel decreto legislativo n. 36 del 2021, a cui lei ha fatto riferimento, quello che andrà in vigore dal 1° gennaio, si parla di Registro delle attività sportive dilettantistiche, a cui segnalare i dati per l'individuazione di rapporti di lavoro. Tuttavia, sebbenePag. 19 anche il decreto legislativo n. 39 del 2021 disciplini le modalità di iscrizione e il funzionamento del Registro stesso, mi risulta che molte società sportive non siano poi effettivamente riuscite segnalare i dati. Le chiedo, pertanto, se può rassicurarci sul fatto che dal 1° gennaio prossimo le società sportive dilettantistiche non avranno difficoltà a comunicare i dati e che il Registro sarà perfettamente funzionante?
  Ultima domanda. Nell'ultimo Consiglio dei ministri, la Ministra Fabiana Dadone aveva avviato un percorso, una norma per salvaguardare i tassi di interesse per la prima casa per i giovani dai 18 a 35 anni. Noi ci auguriamo che lei voglia continuare su quella strada, sempre con quello 0,35 per cento: purtroppo quello è. Grazie Ministro.

  VINCENZA ALOISIO. Onorevole Ministro, onorevoli colleghi e onorevoli Presidenti. Volevo fare, prima di ogni cosa, i complimenti al Ministro Andrea Abodi. Ho imparato il nome, perché lei viene dalla società civile e quindi non la conoscevo. Ho apprezzato molto la sua relazione, che è stata molto puntuale ed ha abbracciato tutti gli aspetti sociali.
  Parto da mens sana in corpore sano. Cito questa locuzione latina tratta da un capoverso delle satire di Giovenale per rimarcare che la tutela della sanità dell'anima deve essere pari a quella del corpo, eppure da nord a sud a molti concittadini è negato il diritto allo sport.
  Gli impianti sportivi richiedono competenza a tutto campo: dalla produzione dei manti alla progettazione dei campi. Purtroppo, ad oggi, moltissime strutture italiane da nord a sud sono obsolete e abbandonate, mentre in molte città sono più gli impianti inagibili che quelli funzionanti. Se, da un lato, la motivazione si annida nella cattiva gestione di questi spazi, dall'altro molti bilanci comunali non consentono alle amministrazioni nemmeno semplici interventi di manutenzione ordinaria, a danno delle società sportive che ne usufruiscono e di tutti i cittadini. Pertanto, le chiedo se c'è la possibilità che la gestione di strutture particolarmente fatiscenti passi in capo al Ministero competente, al fine di ripristinare strutture abbandonate nell'interesse di quanti si vedono negati il diritto a praticare l'attività sportiva.
  Seconda questione. Le chiedo se il suo Ministero intenda stanziare fondi mediante un apposito decreto, o già in legge di bilancio, per mettere in sicurezza gli impianti sportivi che necessitano di manutenzione straordinaria.
  Infine, le chiedo se condivide l'opportunità – e se non sbaglio ne ha parlato Giusy Versace – di destinare fondi volti ad attrezzare gli spazi aperti della città con macchine, macchinari e attrezzature, con cui è possibile praticare l'attività sportiva, come già avviene in altri Paesi europei.
  Ricordo un mio viaggio nel 1976 in Albania dove mi colpì molto che tutti i vari rioni, le varie zone dei paesi, avevano le attrezzature sportive all'aperto. Al di là di avere utilizzato le chiese, perché Enver Hoxha in quel periodo aveva soppresso la religione cattolica, e avevano utilizzato tutte le chiese come palestre. Grazie.

  MAURO BERRUTO. Grazie Presidente. Ringrazio i presidenti Mollicone e Marti per questa opportunità. Ringrazio il Ministro per essere venuto qui a presentare rapidamente una visione molto ampia di quella che è la tematica sportiva.
  Gli ultimi due anni, Ministro lei lo sa perfettamente, hanno segnato una svolta epocale nel mondo dello sport: quello che era il mondo dello sport e il modello sportivo fino al 2019, oggi non esiste più. Quel modello che era stato, diciamo, fortemente delegato dalla cosa pubblica e sostenuto principalmente da denaro privato, finanziato molto spesso dal denaro delle famiglie è, per paradosso, in un momento di crisi epocale, proprio nel momento in cui, invece, lo sport di vertice è riuscito a esprimersi al suo meglio. Chiaramente ne siamo felici, ma sappiamo anche tutti – chi conosce lo sport lo sa – che l'impatto di quello che è successo negli ultimi due anni, si valuterà fra qualche anno a venire.
  Quindi la sua relazione, le sue linee strategiche incontrano, per larghissima parte, anche tante discussioni che abbiamo avuto in passato con enorme piacere e rispetto.Pag. 20
  Parto anche io, come ha voluto fare lei, da due punti nodali. Uno è il tema della modifica dell'articolo 33 della Costituzione, che non è un fatto simbolico. È il determinare la necessità di generare poi politiche pubbliche che difendano un diritto. Esiste una proposta di legge già depositata, quindi mi auguro che questo iter possa riprendere molto velocemente e arrivare alla conclusione che, purtroppo, nella scorsa legislatura, non è arrivata per una questione di settimane. Ma con un consenso estremamente ampio. Quindi sarà un giorno di enorme felicità, perché penso che sia possibile vedere tutte le luci verdi accese per approvare quella modifica.
  Lei lo ha distinto bene, io semplicemente lo risottolineo: c'è un tema urgente che riguarda le associazioni sportive dilettantistiche (ASD), le società sportive dilettantistiche (SSD), le società e gli enti di promozione sportiva, le famiglie che, dopo la pandemia, subiscono il «caro energia», il «caro bollette», come un'ulteriore mannaia.
  Sottolineo, con riguardo a quello che lei ha detto, tre temi che vanno affrontati, secondo me, nello specifico, e che riguardano gli impianti, quelli tradizionali. Mi riferisco agli impianti sportivi, mi riferisco agli impianti natatori, che sono in una crisi epocale e – lei lo ha sottolineato – gli impianti di risalita, che erano stati oggetto di un nostro emendamento nel decreto «Aiuti ter», che non è stato approvato. Quindi accolgo con favore il fatto che lei ci proporrà una soluzione, che ovviamente sottolineo essere in emergenza perché la stagione sta per cominciare.
  In generale credo sia importante dedicare un'attenzione particolare a un'azione che io credo necessaria. Ovvero, in virtù di condizioni di mercato straordinariamente cambiate, avere una forma quadro di possibilità di ridiscutere i contratti di gestione delle società sportive che gestiscono oggi impianti sia indoor che outdoor, soprattutto impianti natatori, perché le condizioni con cui quei contratti sono stati sottoscritti evidentemente sono clamorosamente diverse.
  Esco dall'emergenza, o meglio, mi piacerebbe uscire dall'emergenza, ma esco nella mia relazione dell'emergenza, per parlare, invece, di una visione. Lei ha espresso più volte un concetto che sa quanto mi è caro, che è quello della cultura del movimento: è un cambio di paradigma. Nel senso che allarga la proposta sportiva, che non dipende più soltanto dall'età o dal talento, o dalla condizione economica. Abbiamo vissuto un modello sportivo dove spesso può praticare sport solo chi può permetterselo.
  Mi permetto di aggiungere un tema che lei ha accennato riguardo all'impatto che questa cultura del movimento ha in particolare sulla salute e quindi sul sistema sanitario nazionale. Come lei sa ci sono migliaia di pagine di letteratura scientifica che dimostrano che il famoso euro investito in sport ne fa risparmiare 4, 5, 6, 7, a seconda della patologia, al Servizio sanitario nazionale. Credo che anche da questo punto di vista ci troverà pronti. Anzi, abbiamo anche in questo caso già depositato alcune proposte di legge per provare a fare veramente un salto di qualità e a fare in modo che l'attività fisica adattata possa essere prescrivibile dal medico di base, proprio perché è un investimento che ritorna, restituisce a medio e lungo termine un risparmio quantificabile e misurabile in termini proprio economici. Aggiungo che da questo punto di vista ci auguriamo che possa anche essere immaginato un percorso di aumento, per esempio, delle detrazioni fiscali alle persone che decidono di fare o di far fare ai propri figli attività sportiva. Come lei sa, oggi quel limite economico è fissato a 210 euro e c'è anche un limite di età (fino a diciotto anni). Crediamo che si potrebbe immaginare di alzare quella quota, ma soprattutto di eliminare il vincolo dell'età, perché se è vero, come è vero, che l'attività motoria è fattore di benessere e di risparmio, credo sia tanto più giusto anche per una persona più avanti con l'età e, magari, con una patologia.
  In questo quadro, come lei sa, ci troverà pronti anche rispetto a un altro grande tema che lei ha evocato, ovvero immaginare, e in questo la pandemia un po' ce lo ha insegnato, che gli impianti sportivi non Pag. 21sono solo quelli tradizionali, ma possono esserlo le palestre a cielo aperto. Sottolineo solo una cosa, per esperienza. Non è sufficiente soltanto immaginare di attrezzare alcuni luoghi affinché questi diventino – chiamiamoli così – hub della salute. Credo che questi luoghi vadano affidati a società sportive o a enti di promozione sportiva o alle federazioni, in maniera che li facciano vivere generando salute e generando anche un'altra cosa, che potrei definire, senza timore di essere frainteso, sicurezza. Perché presidiare un territorio generando salute permette anche di restituire ai cittadini parti delle proprie città che sono state abbandonate.
  Tema sport e scuola: qui vado in scia con molti colleghi, siamo tutti d'accordo, che la madre di tutte le battaglie è forse lì, nella scuola primaria. Mi permetto di sottolineare che noi vogliamo estendere l'educazione fisica a tutte le classi della scuola primaria, anzi ci piacerebbe estenderla anche alla scuola dell'infanzia. Naturalmente non a risorse invariate, però; credo che sia importante, oltre che dignitoso, dedicare specifiche risorse, anche perché c'è un mercato di lavoratori: mi riferisco ai laureati SUISM che sono pronti a ricoprire quei ruoli.
  Aggiungo che lo sport è anche, oltre a quello che si fa in palestra, perdonatemi la banalizzazione, uno strumento culturale; quindi, ben venga qualunque proposta condivisa con i ministeri competenti, compresi quelli dell'università – ieri abbiamo avuto l'audizione con il Ministro Bernini – di storia dello sport, perché attraverso la storia dello sport si può insegnare la storia, la geografia, la matematica, le scienze e quant'altro.
  Chiudo con alcune sollecitazioni. La prima, me la sono tenuta alla fine, è il tema da cui lei è partito; un tema che genera in questo momento un enorme interesse: quello della legge del lavoro sportivo e del vincolo. Lei sa come la pensiamo. Io rivendico la non differibilità di questo intervento. Credo fortemente che questo intervento debba conservare l'entrata in vigore il 1° gennaio, così come è previsto dalla Gazzetta Ufficiale. Le chiedo, da questo punto di vista, di cercare di aumentare la qualità dell'informazione perché c'è moltissima disinformazione su questo tema in questo momento. Probabilmente perché questo decreto legislativo è frutto di una serie di correttivi che ne hanno modificato radicalmente l'impianto iniziale e forse, in questo momento, il sentito dire fa ancora riferimento a quell'impianto iniziale che aveva un impatto completamente diverso. Se vogliamo fare informazione ricordiamo, per esempio, che per tutto ciò che riguarda i contratti sotto i 5.000 euro non cambierà nulla; per i contratti che sono nella forbice fra i 5 e i 15.000 euro, l'impatto misurato è fra il 6 e il 9 per cento di costo del lavoro. Capisco che in questo momento di grande crisi, anche soltanto l'1 per cento possa essere un problema; quindi le chiedo, come ho già fatto, di destinare nella legge di bilancio risorse preordinate ad ammorbidire ulteriormente questo impatto e, magari, anche ad azzerarlo. Ritengo che il rispetto e la dignità del lavoro sportivo debbano davvero trovare finalmente compimento. Anche perché – lo sottolineo, perché di questo si parla un po' troppo poco – laddove non arrivasse la legge arriverà la giurisprudenza. Trentasette sentenze della Corte costituzionale già ci ricordano che evidentemente quel tema non può essere rimandato.
  Ancora un tema: c'è una questione meridionale. Mi permetto di finirla così: c'è un'enorme differenza nell'accesso allo sport fra il sud e il nord. C'è una questione sociale, torno anch'io sul tema di quegli atleti di seconda generazione che possono oggi diventare campioni italiani, ma non possono vestire la maglia azzurra. Tra l'altro il 7 dicembre lo ius soli sportivo compirà vent'anni. La Federazione Cricket si inventò questa cosa nel 2002. C'è un tema di genere, lo ha citato, lo risottolineo, di governance dello sport al femminile e di accesso allo sport al femminile che comprende anche la questione evocata della ginnastica e, quindi, il ruolo degli allenatori da quel punto di vista. Grazie.

  PRESIDENTE. Vi prego di rispettare i tempi così diamo tempo al Ministro di Pag. 22replicare, e a tutti noi di andare in question time.

  ANDREA ABODI, Ministro per lo sport e i giovani. Mi scuso con voi, ho un question time alle ore 15 e quindi risponderò a tutti, però mi consentirete di farlo in forma scritta. Vorrei stare con voi altre due ore, darò soltanto due risposte perché mi sembra ci siano delle emergenze alle quali vale la pena dedicare qualche minuto, così almeno sgombriamo il campo e utilizziamo la comunicazione per chiarire, diciamo così. Non ci sono equivoci, non ce ne saranno.

  PAOLO MARCHESCHI. Molto brevemente perché so che il Ministro è persona che ha già seguito tanti dei temi che anche a noi stanno a cuore, e già nelle sue dichiarazioni ha mostrato che darà seguito a quello che ha fatto nella sua lunga carriera come uomo di sport. Anzi, per lo sport: ci piace anche molto di più questa dizione.
  Tanto per informarla abbiamo ripresentato la proposta di legge per l'inserimento in Costituzione della parola sport, che aveva avuto un percorso quasi ultimato nella passata legislatura. Il primo firmatario era Iannone, ma insomma era condivisa con tutti gli altri partiti, penso tutti. Spero, quindi, che sia incardinata il prima possibile per ricominciare l'iter, così almeno cerchiamo di ultimarla velocemente.
  Ci è piaciuto molto l'approccio sulla funzione sociale che, a nostro avviso, è prioritaria rispetto all'agonistica dello sport, e quindi tutte le politiche finalizzate all'allargamento della base degli atleti, del numero degli atleti, ma che necessariamente si deve sposare con un ampliamento o un mantenimento in piedi delle società sportive attuali che, come sappiamo, sono in crisi anche per i costi delle manutenzioni recenti e per le infrastrutture.
  Un flash solo sui grandi eventi e sulle infrastrutture. È chiaro che essendoci un Paese che è a doppia velocità anche sul numero delle infrastrutture – lo si nota dai dati sia dell'abbandono, sia della partecipazione allo sport – che, al sud, sono di meno rispetto al nord: carenza che determina, quindi, difficoltà a portare i grandi eventi anche al sud. Su questo dovremmo un po' lavorare.
  Come dovremmo lavorare, a nostro avviso, ancora di più e meglio sulla cultura dell'attività sportiva. Non solo in termini agonistici, ma anche di attività motoria. Diciamo lo sport per stare bene. Quindi, visto che abbiamo un ottimo Ministro, ma, ahimè, senza portafoglio, è chiaro che le sinergie con altri ministeri bisognerà trovarle con progetti sui quali speriamo di avere consensi abbastanza trasversali in queste commissioni per poter fare proposte utili. Penso alla salute, al sociale, alla scuola, alla ricerca, al turismo, auspicando che tutte queste risorse possano essere trovate con progetti.
  So che parleranno i colleghi per il lavoro sportivo, ma chiudo con un'ulteriore raccomandazione su quanto ci siamo detti sull'utilizzo degli impianti scolastici. Questo fatto che ancora non riusciamo a tenere aperte le palestre nel pomeriggio non solo è un grave danno che facciamo allo sport, ma non guardiamo i luoghi dello sport come spazio di socialità. Penso che sia importante lavorare molto per utilizzare gli impianti che ci sono e che non sono fruibili da tutti.

  MARCO PERISSA. Grazie Presidenti. Ministro, chiaramente la ringrazio per la relazione che noi consideriamo del tutto esaustiva, ma anche di visione, oltre che con una grande capacità di merito e con una forma di pragmatismo, diciamo, che forse le deriva anche dalla sua esperienza nella società cosiddetta «civile». Che poi è brutto perché sembra che qua, invece, siamo incivili. Invece no, diciamo noi siamo diversamente civili tutti quanti, mettiamola così.
  Vado per spot per non rubare il tempo che è rimasto. Parto dal lavoro sportivo in quanto, da parte nostra, risulta necessaria una differibilità nell'entrata in vigore, salva restando l'applicazione dei princìpi, sia sul tema del lavoro che del vincolo che questo decreto prevede. Ma perché Ministro? Non per una questione ideologica. Ci sono alcune domande alle quali, ovviamente, lei non avrà una risposta perché non l'ha nessuno. Il decreto prevede la messa in campo di alcune azioni, che però non sono Pag. 23poi chiarite. Faccio un esempio: il collega prima citava la prontezza del registro nel ricevere le eventuali comunicazioni da parte dei nuovi datori di lavoro. Il decreto parla di diciotto ore, ma non si capisce, quando queste diciotto ore si dovessero cumulare attraverso l'esercizio su diverse associazioni, quali di queste dovrebbe caricarsi gli oneri derivati dal superamento delle diciotto ore mensili.
  Poi c'è un grande tema, e su questo condivido, per esempio, la necessità di chiarezza nella comunicazione a cui faceva riferimento anche l'Onorevole Berruto, che è quello dei contributi silenti. Perché c'è una circolare, la n. 25 del 2022 dell'INPS, che stabilisce in 16.243 euro l'anno la retribuzione minima, oltre la quale si matura un pieno anno di contributi. Quindi noi stiamo aggravando del 6/9 per cento i costi di gestione per quelle associazioni che hanno dei collaboratori che prendono tra i 5 e i 15.000 euro, senza però restituire. Sì, forse una forma di previdenza sanitaria certo, ma senza restituire a queste persone neanche la possibilità di ricevere una forma pensionistica. O meglio, per riceverla dovranno lavorare dal 1° gennaio 2023 per 64 anni per ricevere la pensione minima, e non fino a 64. Questa è un'altra cosa che il decreto mette in campo.
  Allora, se noi davvero vogliamo bene, e io sono convinto che noi tutti davvero vogliamo bene al diritto dei lavoratori in ambito sportivo, noi, come Governo e come Parlamento, abbiamo bisogno di tempo per dare una risposta concreta a questi quesiti che l'applicazione e la realizzazione di questo decreto pone. Cosicché quando queste persone si troveranno nelle condizioni di formalizzare il loro nuovo contratto di lavoro possano avere un sistema che è pronto ad accogliere questa nuova forma di collaborazione, a partire dal fatto che il decreto fa un inquietante riferimento alla contrattazione privata rispetto alla definizione dei parametri dei contratti. Credo che se lo Stato dica che certe prestazioni sono lavoro sportivo si deve anche assumere l'onere e la responsabilità di far corrispondere una forma di centralità dello Stato nella contrattazione collettiva nazionale in ambito sportivo. Tutti temi che vanno esauriti con la giusta attenzione e per i quali serve il necessario tempo.
  Il secondo spot, invece, lo faccio sullo sport a scuola, che è un tema molto importante per me personalmente, vista la mia provenienza, ma anche per Fratelli d'Italia che lo aveva messo all'interno del programma, dove sottoscriviamo la necessità di continuare l'investimento per l'aumento delle ore di educazione motoria, soprattutto nelle scuole dei più piccolini oltre a quello di incrementare gli investimenti per le infrastrutture scolastiche destinate all'ambito sportivo.
  Aggiungo solo – e su questo saremmo sensibili ad una risposta del Ministro – di ampliare anche le forme di parallelismo fra il mondo dello sport e il mondo della scuola. Il percorso degli studenti atleti va potenziato perché probabilmente non solo quelli ritenuti di interesse nazionale possono avere diritto di accedere a determinati trattamenti, quali, magari, crediti formativi per il riconoscimento delle competenze non formali che si acquisiscono in ambito sportivo, e che poi tornano utili nella vita.
  L'ultimo passaggio me lo tengo sul bonus alle famiglie. Era un tema che era presente nel programma di Fratelli d'Italia. Sono d'accordo totalmente con la lettura dell'Onorevole Berruto quando dice che, al netto dei contributi che lo Stato mette sul sistema sportivo, questo sistema si regge sui soldi che le famiglie pagano per sostenere le rette, e famiglie in difficoltà hanno generato una diminuzione di più del 30 per cento della pratica sportiva. Oggi, questa pratica della detrazione dei 210 euro, che citava l'Onorevole Berruto prima, non è praticamente utilizzata dal 95 per cento delle famiglie. Sono risorse che, invece, potremmo mettere, per esempio, nelle tasche delle famiglie – magari recuperando il principio del reddito debole o del quoziente familiare, già introdotto dal Governo su altri provvedimenti –, per consentire ai loro figli di praticare sport. Grazie, buon lavoro.

  ALESSANDRO AMORESE. Vorrei fare in particolare un passaggio su Milano Cortina 2026. È uno di quei temi per i quali, Pag. 24come Fratelli d'Italia, abbiamo condiviso e condividiamo l'approccio del Ministro, soprattutto sulle ricadute sul territorio. Per non bissare, da una parte, le olimpiadi dello spreco – che abbiamo visto nel passato recente e non – e anche per suggerire un approccio di rigenerazione urbana.
  Concludo ricordando che l'attuale Presidente Mollicone, se non erro, nella precedente legislatura, aveva proposto il riutilizzo dell'ex Villaggio Eni nel Cadore, nel solco di riutilizzo di strutture esistenti.

  PRESIDENTE. Grazie all'Onorevole Amorese. Ringrazio il Presidente Marti e tutti gli intervenuti, senatori e deputati. Le risposte e la relazione, come avete sentito, saranno inviate dal Ministro.

  ANDREA ABODI, Ministro per lo sport e i giovani. Vi ringrazio del tempo che mi avete dedicato, rinnovo la disponibilità non soltanto di ritrovarci qui, ma di ritrovarci, se volete, anche individualmente.
  Devo alcune risposte che avrei voluto dare immediatamente, a partire da quella relativa alle questioni poste dall'Onorevole Boschi e dall'Onorevole Amato che riguardano, in particolare, il tema di stretta attualità sportiva concentrata sul calcio.
  Penso che il calcio non sia un mondo a parte, lo sport, in generale. La posizione che abbiamo assunto è nota, nel senso che non c'è nessuna rateizzazione sul tema, ma c'è soltanto un differimento tecnico dei termini dal 16 al 22, che deve servire semplicemente a mettere le società in condizione di fare ciò che ritengono più opportuno, in un tempo breve.
  Penso che questa posizione abbia un valore politico definitivo di considerare il calcio di alto livello un pezzo del sistema industriale, oltre che un pezzo del sistema sportivo, ma non un mondo a parte, ripeto. È questa la mia posizione e credo che sia la posizione, per altro, del Governo, perché la decisione l'abbiamo assunta assieme.
  Rispettiamo le richieste che sono state portate avanti da alcune società in particolare che ne avevano bisogno; ma quelle stesse società hanno avuto il tempo di potersi attrezzare, di potersi anche regolare in termini di gestione creando le necessarie riserve per poter adempiere nei confronti dell'Erario. E quindi si assumono le medesime responsabilità che si assume il sistema delle imprese, con tutte le sue difficoltà, e con la diversa utilità sociale che le imprese, comunque, in generale, rappresentano per il Paese.
  Quindi, diciamo che forse è la prima volta in cui, al di là delle emergenze, cerchiamo di tenere il punto che consentirà al calcio italiano di evolversi e di entrare in una logica di normalità anche nei momenti straordinari ai quali siamo sottoposti tutti come cittadini e come imprese.
  Ancora grazie e al piacere di ritrovarci, ripeto, qui e anche singolarmente. Buon lavoro.

  PRESIDENTE. Grazie Ministro Abodi e grazie a tutti i colleghi. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.