XIX Legislatura

Commissioni Riunite (Commissione speciale istituita il 19 ottobre 2022, ai sensi dell'articolo 22, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati e Commissione speciale per l'esame degli atti urgenti presentati dal Governo del Senato della Repubblica)

Resoconto stenografico



Seduta antimeridiana n. 1 di Mercoledì 9 novembre 2022
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Pella Roberto , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro dell'economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti (Attività conoscitiva preliminare all'esame della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2022 e della relativa Integrazione, ai sensi dell'articolo 118-bis, comma 3, del Regolamento della Camera e dell'articolo 125-bis, comma 3, del Regolamento del Senato):
Pella Roberto , Presidente ... 3 
Giorgetti Giancarlo (LEGA) , Ministro dell'economia e delle finanze ... 4 
Pella Roberto , Presidente ... 15 
Marattin Luigi (A-IV-RE)  ... 15 
Comaroli Silvana Andreina (LEGA)  ... 19 
Manca Daniele  ... 21 
Lucaselli Ylenja (FDI)  ... 24 
Fenu Emiliano (M5S)  ... 25 
Rosso Roberto  ... 26 
Grimaldi Marco (AVS)  ... 28 
Steger Dieter (Misto-Min.Ling.)  ... 31 
Pella Roberto , Presidente ... 33 
Giorgetti Giancarlo (LEGA) , Ministro dell'economia e delle finanze ... 33 
Pella Roberto , Presidente ... 41 
Guerra Maria Cecilia (PD-IDP)  ... 42 
Murelli Elena  ... 45 
Trevisi Antonio Salvatore  ... 47 
Lisei Marco  ... 50 
Lombardo Marco  ... 52 
Zanettin Pierantonio  ... 54 
Magni Tino  ... 55 
Pella Roberto , Presidente ... 58 
Gusmeroli Alberto Luigi (LEGA)  ... 58 
Dell'Olio Gianmauro (M5S)  ... 59 
Castelli Guido  ... 61 
Pella Roberto , Presidente ... 62 
Giorgetti Giancarlo (LEGA) , Ministro dell'economia e delle finanze ... 63 
Marattin Luigi (A-IV-RE)  ... 71 
Pella Roberto , Presidente ... 71 
Marattin Luigi (A-IV-RE)  ... 71 
Giorgetti Giancarlo (LEGA) , Ministro dell'economia e delle finanze ... 71 
Pella Roberto , Presidente ... 72

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA COMMISSIONE SPECIALE ISTITUITA IL 19 OTTOBRE 2022, AI SENSI DELL'ARTICOLO 22, COMMA 2, DEL REGOLAMENTO DELLA CAMERA DEI DEPUTATI ROBERTO PELLA

  La seduta comincia alle 9.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro dell'economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti.

  PRESIDENTE. Nel ringraziare per la sua presenza il senatore Nicola Calandrini, presidente della Commissione speciale del Senato, comunico che l'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro dell'economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, che ringrazio per la sua presenza, nell'ambito dell'attività conoscitiva preliminare all'esame della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2022 e della relativa Integrazione, ai sensi dell'articolo 118-bis, comma 3, del Regolamento della Camera dei deputati e dell'articolo 125-bis, comma 3, del Regolamento del Senato della Repubblica.
  Avverto che dopo l'intervento del Ministro sono previsti interventi fino a un massimo di quattro per ciascun gruppo, per un tempo complessivo di circa dodici minuti per gruppo; il tempo è ridotto a sei minuti per i gruppi rappresentati in un solo ramo del Parlamento.Pag. 4
  Al fine di assicurare un ordinato svolgimento dei lavori invito, altresì, i rappresentanti di ciascun gruppo alla Camera e al Senato a comunicare alle rispettive presidenze entro i primi dieci minuti della seduta i nominativi dei deputati e dei senatori del proprio gruppo che intendono intervenire.
  Do quindi la parola al Ministro dell'economia e delle finanze, onorevole Giancarlo Giorgetti, che ringrazio nuovamente per la partecipazione alla seduta odierna.

  GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dell'economia e delle finanze. Ringrazio i signori presidenti, e saluto i deputati e i senatori.
  È con un po' di emozione che mi accingo a illustrarvi la Nota di aggiornamento del DEF per il 2022 in un ruolo diverso da quello che ho ricoperto per molto tempo in questo palazzo.
  Il documento che presento oggi integra la Nota di aggiornamento del DEF approvata dal Governo Draghi alla fine di settembre, includendo il quadro programmatico macroeconomico di finanza pubblica che il nuovo Governo intende perseguire con la propria azione.
  Vengono, inoltre, aggiornate le previsioni tendenziali a legislazione vigente per tenere conto sia dell'andamento più favorevole dell'economia nel corso dell'anno sia del rallentamento atteso per i prossimi mesi.
  L'attuale scenario internazionale comporta sfide crescenti, in particolare per le economie europee. L'economia globale risente ormai da diversi mesi di un'inflazione diffusa ed eccezionalmente elevata, che si sta dimostrando più persistente delle attese. I prezzi delle materie prime, soprattutto energetiche, esercitano una forte pressione al rialzo su tutta la filiera, ponendo un freno all'attività produttiva, specialmente nei settori ad alta intensità energetica.Pag. 5
  Per contrastare questa tendenza, le banche centrali delle principali economie mondiali hanno adottato, quasi in maniera concomitante, politiche restrittive di intensità e velocità quasi senza precedenti, con evidenti ricadute sulle condizioni di finanziamento. A questo si aggiunge un elevato livello di incertezza, che sta condizionando negativamente la fiducia degli operatori, messa a dura prova dalla crisi energetica e dal permanere delle difficoltà di approvvigionamento che ormai da tempo caratterizzano le catene del valore globali.
  Questi fattori incidono negativamente sulle prospettive dei prossimi mesi. Le previsioni dei principali organismi nazionali e internazionali prefigurano, infatti, un rallentamento del ciclo economico globale. Nel recente aggiornamento rilasciato nel mese di ottobre, il Fondo monetario internazionale ha confermato le previsioni di crescita del PIL mondiale formulate a luglio, ossia più 3,2 per cento, ma ha abbassato al 2,7 per cento la previsione relativa al 2023. Le recenti stime del PIL relative al terzo trimestre dell'anno hanno sorpreso al rialzo, confermando la sostanziale tenuta del tessuto economico nazionale. La crescita congiunturale registrata nel trimestre estivo, seppure in decelerazione rispetto ai trimestri precedenti, si è attestata allo 0,5 per cento, grazie al forte contributo dei servizi. Questo risultato, che ha sorpreso la totalità dei previsori, ha consentito di migliorare la previsione di crescita tendenziale del PIL per l'anno in corso, che passa dal 3,3 per cento dalle stime di settembre al 3,7 per cento.
  Il sorprendente e positivo andamento dell'attività economica rilevato nel terzo trimestre dell'anno si inserisce, tuttavia, in un contesto macroeconomico gravato dal peggioramento degli indicatori qualitativi, già prefigurato a fine settembre. Le indagini ISTAT sul clima di fiducia delle imprese e dei consumatori continuano a delineare un quadro dominato dall'incertezza e Pag. 6dal deteriorarsi delle aspettative, colto anche dall'evoluzione degli indici che già dallo scorso luglio si collocano al di sotto della soglia di espansione. Le stime interne prefigurano, per l'ultima parte dell'anno, una variazione negativa del PIL, che sconterebbe un arretramento del valore aggiunto dell'industria e un rallentamento della crescita nel settore dei servizi.
  Quanto al 2023, l'aggiornamento delle stime del PIL tendenziale prevede una variazione dello 0,3 per cento, più contenuta rispetto a quanto ipotizzato a fine settembre (0,6 per cento), per effetto dei cambiamenti intervenuti nelle principali variabili esogene sottostanti la previsione e dei segnali di rallentamento provenienti dagli indicatori qualitativi. Per il biennio 2024-2025 si conferma, invece, la previsione precedente, pari, rispettivamente, all'1,8 per cento e all'1,5 per cento.
  La nuova previsione macroeconomica tendenziale per il 2022 e per il 2023 è stata validata dall'Ufficio parlamentare di bilancio il 4 novembre 2022. Su questo punto, credo che l'audizione della presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio si terrà dopo la mia.
  Le stime tendenziali del rapporto tra indebitamento netto e PIL confermano quelle di fine settembre per il 2022 al 5,1 per cento e per il 2023 al 3,4 per cento. Nel successivo biennio, il rapporto è rivisto al 3,6 per cento nel 2024 e al 3,3 per cento nel 2025, precedentemente stimato al 3,5 per cento nel 2024 e al 3,2 per cento nel 2025.
  L'aggiornamento dello scenario tendenziale tiene conto degli effetti finanziari delle ultime misure di urgenza adottate per contrastare l'aumento dei prezzi energetici, contenute nel decreto-legge n. 153 del 2022 e nel decreto ministeriale n. 247 del 2022, e della revisione delle previsioni macroeconomiche tendenziali. Gli interventi disposti con il decreto-legge n. 153 del 2022 e con il richiamato decreto ministeriale, che hanno prorogato fino al Pag. 718 novembre le misure già adottate in precedenza, hanno un impatto neutrale sui saldi di finanza pubblica, poiché finanziati dalle maggiori entrate derivanti dall'IVA e dalla riduzione e razionalizzazione di spese dei fondi del bilancio dello Stato.
  La revisione al rialzo delle previsioni di inflazione impatta principalmente sulla spesa per interessi passivi e su quella relativa alle prestazioni sociali in denaro.
  L'aggiornamento dei tassi di interesse sottostanti la previsione della spesa per interessi passivi, che scontano le recenti evoluzioni dei mercati anche a seguito delle decisioni adottate dalla Banca centrale europea, ha determinato, rispetto alle stime di settembre, un incremento della spesa per interessi in valore nominale, pari a circa 2 miliardi di euro nel 2022, a 3,6 miliardi di euro nel 2023, a 2,6 miliardi di euro nel 2024 e a 4,7 miliardi di euro nel 2025. Per rendere meglio l'idea della sensitività del debito al tasso di interesse fissato dalla Banca centrale europea, possiamo considerare, ad esempio, l'impatto di uno shock permanente sui tassi di interesse di cento punti base. Data la struttura dei titoli del debito pubblico, questo shock determina un incremento della spesa per interessi in termini di PIL, pari allo 0,12 per cento nel primo anno, che sale allo 0,31 per cento nel secondo anno, per poi arrivare allo 0,46 per cento nel terzo anno. Sebbene l'impatto risulti diluito nel tempo, gli effetti di maggiore spesa accompagnano la durata dei titoli emessi sulla base di maggiori tassi di interesse. Tali incrementi sono parzialmente compensati dall'andamento del saldo primario, che è confermato a meno 1,1 per cento nel 2022 ed è previsto in lieve miglioramento nel 2023 (da 0,5 a 0,7 per cento). Per gli anni successivi, il saldo primario è confermato allo 0,2 per cento nel 2024, mentre nel 2025 si prevede un avanzo dello 0,8 per cento, in crescita rispetto allo 0,7 per cento stimato a settembre.Pag. 8
  Nell'ambito della positiva evoluzione della spesa primaria si registra un incremento della spesa per pensioni. Le nuove stime di inflazione determinano, infatti, una diversa ipotesi di indicizzazione, che comporta maggiori oneri per 7,1 miliardi di euro nel 2024 e 5,6 miliardi di euro nel 2025. Anche in questo caso, per dare un'idea degli oneri che complessivamente gravano sulla spesa per pensioni per effetto del meccanismo di indicizzazione all'inflazione, le stime del conto economico a legislazione vigente scontano un incremento di 5,4 miliardi di euro per il 2022, cui segue un incremento di 21,3 miliardi di euro nel 2023, 18,5 miliardi di euro nel 2024 e 7,4 miliardi di euro nel 2025. Ciascuno di questi incrementi è a carattere continuativo, ovvero si trascina negli anni successivi aggiungendosi ai nuovi incrementi per adeguamento all'inflazione prevista in ciascun anno. Se, pertanto, consideriamo il periodo 2022-2025 la spesa per pensioni, in relazione alle indicizzazioni, assorbirà risorse per oltre 50 miliardi di euro. A tale riguardo, segnalo che sto procedendo alla firma del decreto per l'adeguamento delle pensioni in base alle risultanze dei dati ISTAT, come previsto dalla normativa vigente, e che ciò determinerà un aumento della relativa spesa del 7,3 per cento. Ho intenzione di firmare tale decreto appena dopo questa audizione.
  A limitare gli effetti negativi sul deficit degli incrementi di spesa appena delineati concorre la positiva evoluzione delle entrate che, anche grazie alla maggiore crescita nominale attesa per le principali grandezze macroeconomiche, conferma l'andamento già previsto per il 2022. L'andamento delle entrate è più sostenuto nel periodo successivo rispetto alle precedenti stime, con un incremento degli introiti valutabili in 3,2 miliardi di euro nel 2023, 7,5 miliardi di euro nel 2024 e 7,9 miliardi di euro nel 2025. In particolare, le imposte dirette sono previste in rialzo rispetto a settembre di 0,5 miliardi di euro nel 2023, 2,9 Pag. 9miliardi di euro nel 2024 e 2,7 miliardi di euro nel 2025, mentre per le imposte indirette la revisione nel triennio 2023-2025 è pari in media a poco più di 3,5 miliardi di euro l'anno. Per effetto di questi andamenti, la pressione fiscale è prevista al 43,8 per cento del PIL nel 2022, inferiore di 0,1 punti percentuali rispetto alla stima di settembre. Nel triennio 2023-2025 si stima un andamento decrescente di questo indicatore che, con una riduzione annua media pari a circa 0,4 punti percentuali, si attesterà nel 2025 al 42,5 per cento del PIL (dal 43,8 per cento del 2022).
  Come previsto dall'ordinamento nazionale, il Governo, sentita la Commissione europea, ha presentato al Parlamento una Relazione con la quale richiede, ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012, l'autorizzazione al ricorso all'indebitamento.
  La richiesta è coerente con la conferma da parte della Commissione europea della general escape clause anche per il 2022, che consente agli Stati membri di continuare a perseguire politiche di sostegno mirate e temporanee preservando la sostenibilità del bilancio a medio termine. La Relazione è necessaria per utilizzare il margine di 9,1 miliardi di euro che emerge dalla differenza tra l'andamento del deficit tendenziale (5,1 per cento) e quello programmatico (confermato al 5,6 per cento) per l'anno in corso. Tali risorse saranno destinate al finanziamento di interventi di mitigazione degli effetti negativi dell'incremento dei prezzi dei prodotti energetici su famiglie, imprese ed enti, nonché ad altre misure inerenti al settore dell'energia che il Governo adotterà con decreto-legge successivamente all'approvazione parlamentare della Relazione.
  Con il prossimo decreto-legge saranno confermate anche per il mese di dicembre 2022 le misure che riconoscono, a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti, contributi straordinariPag. 10 sotto forma di credito di imposta, pari a una quota delle spese sostenute per l'acquisto di energia elettrica e gas naturale. Inoltre, sarà prorogata fino al 31 dicembre 2022 la riduzione delle aliquote di accisa su benzina, gasolio, gpl e gas naturale impiegati come carburanti. Per il gas naturale sarà confermata fino al 31 dicembre la riduzione dell'aliquota IVA al 5 per cento.
  Il Governo sta verificando la possibilità di impiegare le risorse disponibili della programmazione 2014-2020 dei Fondi strutturali e di investimento europei per misure di riduzione dei costi energetici in favore di imprese e famiglie. Tale possibilità presuppone una modifica dei regolamenti europei che consenta maggiori margini in termini di ammissibilità delle misure e una ricognizione delle effettive disponibilità dei programmi operativi, soprattutto nazionali. In tal caso, le risorse rimborsate dall'Unione europea potranno essere riassegnate a un apposito fondo destinato a finanziare ulteriori misure di contrasto degli aumenti dei prezzi dell'energia.
  Sono, infine, allo studio interventi per uno strumento che renda possibile la rateizzazione degli oneri per l'energia elettrica.
  Il Governo chiede, inoltre, l'autorizzazione alla revisione degli obiettivi programmatici di indebitamento per il prossimo triennio che, rispetto al precedente quadro programmatico, saranno incrementati di 0,6 punti percentuali nel 2023, 0,4 punti percentuali nel 2024 e 0,2 punti percentuali nel 2025. Per effetto di queste revisioni, il nuovo profilo programmatico di indebitamento netto in rapporto al PIL sarà pari al 4,5 per cento nel 2023, al 3,7 per cento nel 2024 e al 3 per cento nel 2025. Dal confronto tra gli obiettivi programmatici e gli andamenti tendenziali di indebitamento netto emerge, pertanto, una disponibilità di risorse pari a circa 21 miliardi di euro nel 2023 e 2,4 miliardi di euro nel 2024.Pag. 11
  Nel complesso le stime del PIL programmatico prefigurano una crescita dello 0,6 per cento nel 2023, che successivamente si attesterà all'1,9 per cento nel 2024 e all'1,3 per cento nel 2025. Rispetto alla stima a legislazione vigente, la più elevata crescita del PIL nel 2023 è principalmente trainata dai consumi delle famiglie, favoriti da un reddito disponibile più elevato e dall'attenuazione dell'inflazione al consumo indotta dalle misure di calmieramento dei prezzi, derivanti sostanzialmente dalla manovra di bilancio.
  Un contributo positivo alla crescita dell'attività economica sarà apportato anche dagli investimenti fissi lordi, che potranno beneficiare delle misure che adotteremo nei prossimi provvedimenti.
  Siamo consapevoli che, in questo momento, le previsioni macroeconomiche di finanza pubblica a lungo termine siano soggette a forti rischi di ribasso. Il realismo che contraddistingue l'approccio adottato comporta un attento monitoraggio dell'evoluzione complessiva del quadro nazionale e internazionale, che consenta di intervenire tempestivamente, laddove ve ne fosse la necessità, per fronteggiare i possibili rischi di recessione che potrebbero toccare anche l'Italia.
  L'aggiornamento dello scenario macroeconomico e di finanza pubblica, integrato degli effetti finanziari della manovra di bilancio, non pregiudica la sostenibilità del debito pubblico nel breve e nel medio periodo. La positiva evoluzione del PIL nominale per l'anno in corso, unita al buon andamento del saldo di cassa del settore statale (che dovrebbe attestarsi su livelli inferiori di circa 40 miliardi di euro rispetto allo scorso anno) determina una stima del rapporto debito/PIL che è pari al 145,7 per cento.
  Dal confronto con la chiusura del 2021 emerge una riduzione molto rilevante, pari a oltre 4,5 punti percentuali, lievementePag. 12 inferiore a quella prevista dalla NADEF di settembre per via dell'effetto di cassa degli interventi sulla crisi energetica che si prevede di introdurre nel prossimo decreto-legge e di un modesto ulteriore incremento della spesa per interessi di cassa.
  Negli anni successivi, il profilo programmatico del rapporto debito/PIL assume un andamento decrescente, che dal 144,6 per cento del 2023 calerà in maniera costante fino a raggiungere il 141,2 per cento nel 2025. Si tratta di una contrazione di oltre 9 punti percentuali rispetto alla previsione per il 2022, del tutto in linea con quella contenuta nel DEF di aprile (9,4 punti percentuali) e solo lievemente inferiore a quella dell'aggiornamento della precedente versione della NADEF (10,1 punti percentuali), che ovviamente non poteva ancora considerare gli effetti della manovra di bilancio. Quest'ultima incide, ovviamente, sull'entità della riduzione del debito nel 2023, ma di fatto non altera, se non di poco, la velocità di riduzione negli anni successivi (oltre un punto e mezzo percentuale in media nei due anni finali dell'orizzonte di previsione, rispetto all'1,9 per cento del DEF di aprile).
  La politica di bilancio per il 2023 proseguirà nel solco degli interventi finora adottati per limitare quanto più possibile l'impatto dell'elevata inflazione sui bilanci delle famiglie, in particolare di quelle più bisognose, e per salvaguardare la competitività del tessuto imprenditoriale nazionale, che potrebbe risentire anche dei corposi interventi adottati da altri Stati membri dell'Unione europea.
  In considerazione dell'incertezza del quadro economico di riferimento, il Governo è intenzionato a destinare le risorse disponibili per il 2023 (circa 21 miliardi di euro) al contrasto della crisi energetica, favorendo al contempo politiche di contenimento dei consumi e di risparmio energetico. In particolare, si prevede il rinnovo per i primi mesi del 2023 delle misure Pag. 13relative ai crediti di imposta in favore delle imprese per l'acquisto di energia e gas, al contenimento degli oneri generali di sistema per le utenze di energia elettrica e gas, al taglio al 5 per cento dell'aliquota IVA sui consumi di gas e alla proroga delle agevolazioni tariffarie per i consumi elettrici e di gas in favore degli utenti domestici economicamente svantaggiati.
  Sono inoltre allo studio altre misure che riguardano l'estensione della soglia di ricavi e compensi che consente ai soggetti titolari di partita IVA di aderire al regime forfetario e un regime sostitutivo opzionale per i contribuenti titolari di redditi da lavoro o di impresa non aderenti al regime forfetario che potranno assoggettare all'aliquota del 15 per cento una quota dell'incremento di reddito registrato nel 2022 rispetto al maggiore tra i medesimi redditi dichiarati e assoggettati all'IRPEF nei tre anni d'imposta precedenti. Completeranno il pacchetto delle misure tributarie interventi di tregua fiscale, che saranno un utile sostegno alla liquidità nell'attuale contesto di crisi energetica e tensioni inflazionistiche.
  Per quanto riguarda il «Superbonus 110 per cento» è necessario fare alcune considerazioni. Con l'aggiornamento delle previsioni tendenziali di finanza pubblica, effettuato in sede di predisposizione della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, sono stati valutati rilevanti maggiori oneri per alcuni bonus edilizi previsti a legislazione vigente rispetto a quanto era stato stimato in sede di adozione delle agevolazioni. Tali maggiori oneri concorrono a definire le previsioni tendenziali e i relativi saldi tendenziali di finanza pubblica, illustrati nella precedente Nota di aggiornamento del DEF e aggiornati recentemente con la Nota integrata trasmessa alle Camere. L'incremento, rilevato sulla base delle informazioni aggiornate a settembre, rileva uno scostamento complessivo di 37,8 miliardi di euro sull'intero periodo di previsione. In Pag. 14particolare, per gli anni 2023-2026, i maggiori oneri determinano un maggior onere, con il conseguente peggioramento della previsione delle imposte dirette, per importi compresi tra gli 8 e i 10 miliardi di euro in ciascun anno, che potrebbe pregiudicare l'adozione di altre tipologie di intervento. Peraltro, la stima degli oneri per il «Superbonus 110 per cento» potrebbe subire un ulteriore incremento a fine anno considerando anche i dati al 30 settembre pubblicati da ENEA.
  L'andamento dei prezzi energetici e il loro impatto su imprese e famiglie saranno monitorati su base continuativa nei primi mesi del 2023. Ciò consentirà di valutare, al più tardi in occasione della predisposizione del prossimo DEF, la necessità di ulteriori interventi e la contestuale definizione delle modalità di finanziamento. Auspico che queste misure possano a breve essere rafforzate dal pacchetto di proposte della Commissione europea attualmente in discussione, che contiene regole per gli acquisti congiunti di gas, misure di contrasto alla volatilità dei prezzi dell'energia e meccanismi di solidarietà in caso di emergenza per gli approvvigionamenti, nonché la possibilità di introdurre un price cap sulle transazioni di gas. Gli esiti delle riunioni tenute a fine ottobre in ambito europeo hanno evidenziato lo spazio per un accordo che, se raggiunto in maniera tempestiva, potrà contribuire non poco a proteggere famiglie e imprese e salvaguardare la competitività globale dell'Unione europea.
  Le ulteriori risorse che potranno essere individuate nell'ambito dei saldi programmatici che ho delineato in precedenza, anche ricorrendo agli strumenti di flessibilità di bilancio, saranno dedicate a interventi che diano dei primi segnali rispetto agli impegni formulati nel programma di Governo. L'impianto della manovra di bilancio sarà in ogni caso caratterizzato da Pag. 15realismo e responsabilità, sia nei confronti dei cittadini sia di quanti investono nel debito italiano.
  Il nuovo sentiero di riduzione del deficit programmatico adottato dal Governo assicura il rispetto delle regole di bilancio previste dal patto di stabilità e crescita, che comunque sarà oggetto nei prossimi mesi di una revisione a livello europeo. Anzi, oggi stesso aspettiamo la proposta della Commissione a tal proposito.
  Viene dunque confermato un orientamento di politica fiscale selettivo, con priorità ben definite in un quadro di prudenza volto a favorire la discesa del debito, che dipenderà, anzitutto, da una crescita economica più sostenuta, obiettivo dell'azione del Governo anche attraverso lo strumento del Recovery plan e del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
  Le difficoltà che abbiamo affrontato nel corso degli ultimi anni hanno dimostrato che l'Italia ha una capacità di adattamento e di ripresa notevole. Il Governo intende sostenerne i sacrifici, con un approccio prudente e responsabile, che permetta al contempo di migliorare le prospettive economiche del nostro Paese e garantire la sostenibilità della finanza pubblica.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro per il suo importante intervento. Do la parola ai deputati e ai senatori che intendono intervenire per formulare quesiti e osservazioni, alternando gli interventi tra gruppi di maggioranza e opposizione e anche tra deputati e senatori.

  LUIGI MARATTIN. Buongiorno signor Ministro e in bocca al lupo per il suo mandato. Vorrei, se è possibile, qualche chiarimento.
  Innanzitutto – lei lo ha detto, ma voglio essere sicuro di aver capito bene – le chiedo se l'intero ammontare della differenza tra tendenziale e programmatico sul 2023, quindi 21 miliardi di Pag. 16euro, sarà destinato esclusivamente a misure di contrasto al caro energia. L'intero ammontare di risorse per il 2023 è completamente destinato a quello, o no?
  La seconda domanda è collegata alla prima, anche sulla base di quello che lei ha detto. Lei ci ha fornito dei dati veramente preoccupanti sull'evoluzione tendenziale della spesa pensionistica: 50 miliardi di euro nei prossimi anni solo per l'indicizzazione all'inflazione. Lei, signor Ministro, qui rappresenta le istituzioni, non un partito. Però, visto il colore della sua cravatta, mi permetta di ricordarle di parlarne anche al suo partito di questi dati che ci ha fornito e da qui viene la mia domanda. La mia domanda riguarda quello che lei ha affermato in conferenza stampa, e che in questa sede ha evitato di ripetere, ma glielo chiederò comunque. Se la risposta alla precedente domanda è sì, cioè se i 21 miliardi di euro sono destinati solo ai costi dell'energia, gli eventuali interventi aggiuntivi su fisco e previdenza, come lei ha affermato in conferenza stampa, «devono trovare copertura all'interno dello stesso comparto»?. Qui la domanda è semplice: come si fa nel comparto previdenza, che a legislazione vigente prevede un incremento di 50 miliardi di euro di spesa solo per tenere costante il potere d'acquisto dei pensionati? Come state pensando di finanziare interventi nel settore previdenziale? Quindi o non farete interventi nel settore previdenziale – e richiamo di nuovo il colore della sua cravatta – oppure – lo vorremmo sapere, se è possibile – che tipo di interventi di copertura nel settore previdenziale sono possibili quando la spesa incrementa di 50 miliardi di euro nei prossimi anni?
  Non abbiamo ancora svolto l'audizione dell'UPB, ma le devo confessare che l'aggiornamento del tendenziale mi ha lasciato un po' perplesso. Noi stiamo osservando un incremento della crescita nel 2022 dal 3,3 al 3,7 per cento in forza di un terzo Pag. 17trimestre molto forte. Per il 2024 e per il 2025 le stime di crescita rimangono all'1,9 e all'1,3 per cento, che, rispetto alla nostra media, sono tassi di crescita molto alti, ma nel 2023 si stima un crollo allo 0,3 per cento.
  Quindi mi sto chiedendo se nella forchetta delle previsioni del tendenziale 2023 lo 0,3 per cento era il valore centrale o se sia stata una stima iperconservatrice. Ad essere cattivi, signor Ministro, – e lei sa che io sono estremamente buono – si potrebbe pensare che vi state tenendo un po' di risorse nel 2023. Anche perché 21 miliardi di euro di deficit, che danno un effetto dello 0,3 per cento sul PIL corrispondono a un moltiplicatore di 0,2. Noi in questa sede abbiamo visto alternarsi in passato Ministri che vantavano moltiplicatori di 3, 4 o 5 sulla spesa pubblica. Quando fa il draghiano con me, Ministro Giorgetti, sfonda una porta aperta. È molto piacevole vederla così. Però siamo veramente sicuri che 21 miliardi di euro di deficit producano un effetto di crescita così basso? Lei prima diceva che tale effetto deriverà dai consumi delle famiglie, quindi volevo qualche chiarimento in più sul fatto che queste siano le stime.
  Infatti, se non vado errato, con 21 miliardi di euro di deficit in più il deflatore del PIL scende da 4,2 a 4,1. E quando mai si è visto uno stimolo fiscale in deficit che abbassa l'inflazione? Il deflatore non tiene conto dei beni importati, quindi si tratta integralmente di domanda interna. Voi stimolate la domanda interna con 21 miliardi di euro e prevedete un effetto minimo sulla crescita e un effetto deflattivo: come è possibile?
  Proseguo e vado a concludere. Signor Ministro, lei ha dichiarato che attenderemo le decisioni della Corte costituzionale tedesca per capire se ratificare o no la riforma del MES. Ma perché dobbiamo attendere la decisione di una Corte costituzionale di un altro Stato per formarci un'opinione in merito al Pag. 18fatto che quella riforma sia o no negli interessi del nostro Paese? Quindi le chiedo se il Governo italiano, indipendentemente dal giudizio della Corte costituzionale di uno Stato straniero, intende o no avviare il processo di ratifica della riforma del Meccanismo europeo di stabilità.
  Ancora due ultime cose veloci. Avete finalmente pubblicato la Relazione sull'andamento dell'evasione contributiva e fiscale. Risultano 3,1 miliardi strutturalmente disponibili per il fondo volto alla riduzione della pressione fiscale. In questo caso la mia domanda è duplice. Voi scrivete che 1,7 miliardi di euro sono stati già utilizzati, perché? Abbiamo speso 60 miliardi di euro lo scorso anno. Non è che i soldi avevano un nome scritto sopra. Perché avete giudicato che 1,7 miliardi di euro di quei 3,1 miliardi di recupero di evasione sono già stati utilizzati? Perché non 1,8 miliardi di euro? Perché non 1,5? Il nostro intendimento è destinare tutti i 3,1 miliardi alla riduzione della pressione fiscale, non solo il residuo tra 3,1 e 1,7 miliardi di euro.
  La seconda domanda appunto è la seguente. Avete già un'idea di come volete utilizzare questi, noi speriamo 3,1, voi nella NADEF avete scritto 1,4, miliardi di euro che vengono dalle tasche dei cittadini italiani? Perché si tratta di maggior compliance fiscale e dovrebbero tornare nelle tasche dei cittadini italiani tramite una riduzione delle tasse.
  Tra l'altro sulle tasse, signor Ministro, lei dice che la pressione fiscale dal 43,8 per cento scenderà al 42,5 per cento in tre anni, ma come farà a scendere di 0,4 punti percentuali il prossimo anno quando abbiamo un PIL basso ed entrate nominali gonfiate dall'inflazione? Come esattamente intendete far scendere la pressione fiscale dello 0,4 per cento l'anno prossimo?Pag. 19
  Un'ultima questione riguarda un argomento simile a quello della previdenza. Rispetto al fisco lei ha citato due interventi espansivi, il sistema forfettario e la flat tax incrementale, la cui utilità, signor Ministro, mi è veramente dubbia, poiché i lavoratori dipendenti hanno poche fluttuazioni di reddito da un anno all'altro, soprattutto se avete intenzione di considerarle come ha detto lei, ossia la fluttuazione deve essere maggiore del valore massimo del triennio scorso. In più i premi di produttività sono già tassati al 10 per cento. Per i lavoratori autonomi è già previsto il sistema forfettario, lo volete anche aumentare, quindi per loro una flat tax incrementale al 15 per cento è completamente inutile. E, devo dire la verità, io non ho idea a cosa serva una flat tax incrementale. Ma, di nuovo, la mia domanda è semplice: anche questi interventi li volete finanziare con i soldi del recupero dell'evasione? Oppure, stando al suo lodo, devono essere finanziati nel comparto, con un conseguente aumento delle tasse? Abbiamo letto sui giornali che si è previsto un intervento sulle deduzioni e sulle detrazioni sopra i 60.000 euro di reddito annuo. È questo l'intendimento del Governo, o no?

  SILVANA ANDREINA COMAROLI. Ringrazio il Ministro Giorgetti. Apprezziamo notevolmente il fatto che tutte le risorse disponibili vengano riversate sulla questione del caro energia, che è il problema più importante che attualmente riguarda la nostra economia e le nostre famiglie. Ed è proprio su questo aspetto che versa la mia domanda.
  L'Unione europea dovrebbe, a nostro avviso, farsi carico di questo problema, un po' come era successo con la questione del Covid. Purtroppo, invece, stiamo notando un rallentamento da parte dell'Unione europea. Giustamente lei, Ministro, ha detto che è necessaria un'azione tempestiva rispetto al caro energia Pag. 20e dispiace, invece, vedere – mi consenta, Ministro – quasi un lassismo da parte dell'Unione europea.
  Basta vedere anche quanto tempo si sta impiegando per definire la questione del price-cap, che rappresenta un problema che riguarda tutti gli Stati dell'Unione europea. A tale proposito, poiché lei ha accennato questo aspetto nella sua relazione, volevo chiedere se ci può fornire ulteriori elementi al riguardo.
  L'altra domanda o meglio un auspicio che volevo rivolgerle, Ministro, riguarda il riferimento che lei giustamente ha fatto nella sua relazione alla volontà del Governo di aiutare le famiglie fragili e le imprese in merito al caro energia. Al riguardo io volevo farle notare che ci sono anche le case di riposo. Il Governo precedente ha già adottato tre interventi proprio sul caro energia e si è occupato, giustamente, di famiglie e imprese e solo nell'ultimo decreto-legge, cosiddetto «Aiuti-ter» ha messo a disposizione risorse per le case di riposo. Ma, Ministro, queste risorse sono poche per le esigenze delle case di riposo. Il citato decreto-legge, infatti, ha destinato 50 milioni di euro al terzo settore e ciò, considerato il numero delle strutture, equivale, più o meno, a circa 4.000 o 5.000 euro per struttura.
  Però le faccio notare che la bolletta per energia elettrica della casa di riposo del mio comune è passata dai 14.000 euro di agosto 2021 ai 62.000 euro di agosto 2022. Capisce che se le case di riposo non avranno risorse sufficienti per affrontare queste spese dovranno riversarle poi sulle rette degli ospiti e, quindi, sulle famiglie, che sono famiglie fragili. Quindi, a questo proposito volevo solo esprimere l'auspicio che il Governo possa tener conto, nei prossimi provvedimenti, anche di questo settore, altrimenti si genererà un problema sociale.

Pag. 21

  DANIELE MANCA. Ministro, al netto delle considerazioni politiche che avremo modo di articolare in Aula oggi pomeriggio, mi corre l'obbligo di segnalare uno dei temi che a nostro avviso è centrale. Infatti, con la massima stima che rivolgiamo nei confronti della Ragioneria generale dello Stato e delle strutture tecniche del nostro Governo e del nostro Paese, che appartengono a tutti, a noi pare che il quadro di finanza pubblica è un quadro delineato più con una valenza tecnica che con un impianto politico preciso. È infatti la prima volta che ci troviamo di fronte ad una Nota di aggiornamento del DEF che non contiene le priorità per la definizione della legge di bilancio, perché, al netto delle questioni relative al caro energia, non ci sono indirizzi. C'è un vuoto totale di politica e di programmazione. Sembra quasi che il programma di Governo del centrodestra, sul quale è stato eletto, sia, di fatto, senza un approdo concreto nei saldi di finanza pubblica. Essendo i saldi di finanza pubblica triennali, soprattutto sul programmatico, non incorporano le politiche fondamentali sulle quali ovviamente il centrodestra ha costruito il consenso nel Paese ed ha ricevuto un mandato politico chiaro e preciso da parte degli elettori. Ovviamente c'è l'attenuante del tempo a disposizione, tuttavia questo è un vuoto che per la prima volta ci troviamo ad affrontare, perché, a oggi, le priorità sulle quali definire la legge di bilancio le possiamo discutere più leggendo i giornali che non leggendo questa Nota di aggiornamento.
  Al netto di questo aspetto, voglio porre due questioni alle quali credo sia importante dedicare grande attenzione e mi attendo anche alcune risposte da parte del Ministro. La prima è la questione relativa alla sanità. Di fatto, questa Nota di aggiornamento conferma il tendenziale precedente. Non fa nulla di diverso nel programmatico. Io continuo a ritenere che, soprattutto dopo la fase del Covid, il sistema sanitario di questo Pag. 22Paese ha bisogno di un nuovo patto tra lo Stato, le regioni e i sistemi territoriali per la salute pubblica. Infatti, la tenuta del sistema sanitario pubblico e universale è fortemente a rischio. Se mi fermo ai numeri, dai 134 miliardi di euro del 2022, che sono 6 in più rispetto al 2021 e segnano un 7,1 per cento del PIL, si passa e si ritorna al 6 per cento del PIL. Questa è una contrazione insostenibile, che non garantisce la tenuta del sistema sanitario universale.
  Se poi all'interno di questo ragionamento – la collega che mi ha preceduto è già intervenuta su questo aspetto – non teniamo conto che per chiudere la fase Covid, che ancora non è chiusa, ci sono pesanti oneri che le aziende pubbliche e private devono sostenere per far fronte al caro energia, si mette in disavanzo in maniera strutturale il sistema sanitario universale di tutte le regioni italiane.
  Quindi, per prima cosa chiedo quali sono gli strumenti – che oggi non sono previsti e che, invece, io credo, fin dalla prossima legge di bilancio andranno definiti – che il Governo intende mettere in atto per ripristinare un investimento congruo e indispensabile per la tenuta dei sistemi sanitari.
  Una seconda questione che ritengo molto importante e altrettanto preziosa è che il focus sul Piano nazionale di ripresa e resilienza nella Nota di aggiornamento del DEF e nella Relazione risulta molto scarso. Dobbiamo capirci subito: io continuo a pensare che la strada fondamentale per salvaguardare i livelli di crescita previsti, che oggi sono stati definiti in maniera molto prudenziale, dipende dalla nostra capacità di accelerare gli investimenti pubblici e privati. Ma non esistono indicazioni su come dare attuazione a questi investimenti. Anzi, la nostra preoccupazione è che ci si imbottigli in un ragionamento sul Piano nazionale di ripresa e resilienza che addiritturaPag. 23 freni e blocchi gli investimenti previsti a legislazione vigente.
  Quindi, se a questo problema, quello dell'inflazione, aggiungiamo quello dell'aumento dei prezzi delle materie prime – infatti, oggi tutti gli investimenti sono sottoposti a revisioni dei prezzi insostenibili senza risorse aggiuntive – quali sono le misure che si intende adottare per velocizzare gli investimenti e dare piena attuazione al Piano nazionale di ripresa e resilienza? Infatti, elementi di flessibilità nella gestione degli investimenti da parte delle stazioni appaltanti andranno definiti immediatamente.
  Sembra quasi che su questo tema, da una parte, ci sia una critica nei confronti dell'Europa, che di fatto mina la credibilità dell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, e, dall'altra parte, si voglia modificare il Piano senza tener conto di quello che servirebbe cambiare per accelerare gli investimenti. A mio avviso è necessario capire quali sono le azioni che il Governo intende adottare per mettere in relazione la fattibilità degli investimenti con l'incremento dei costi che le stazioni appaltanti, inevitabilmente, con il rincaro dei prezzi delle materie prime, devono sostenere e non hanno le risorse per sostenerli. Questi, a mio parere, sono gli argomenti fondamentali rispetto ai quali noi ci attendiamo una risposta, Ministro. Si tratta di due questioni fondamentali per salvaguardare i livelli di crescita. Soprattutto il tema relativo alla sanità è anche importante per salvaguardare uno dei fattori fondamentali di coesione del nostro Paese, che è il diritto alla salute. Credo che il Covid ci abbia insegnato qualcosa e noi non possiamo disperdere un patrimonio di competenza e di esperienza che serve anche per produrre quell'innovazione nella medicina territoriale che ha bisogno ovviamente di un sostegno chiaro e di un nuovo patto per la salute da parte del Governo.

Pag. 24

  YLENJA LUCASELLI. Buongiorno Ministro, benvenuto in questa Commissione speciale e in bocca al lupo per il suo nuovo incarico. Intendo porle pochissime domande, solo per chiarire alcuni punti. Il primo punto che è saltato all'occhio in questa previsione – per la quale le faccio i complimenti e che ritengo pragmaticamente molto prudente, soprattutto per i dati relativi al 2023 – riguarda il saldo primario positivo che viene anticipato al 2024.
  Credo di avere inteso – le faccio questa domanda in modo tale che magari questo punto possa essere chiarito – che questo dato risulta da una maggiore razionalizzazione della spesa pubblica. C'è tutta una parte del documento che descrive come la politica dei bonus in realtà abbia portato a una spesa pubblica che supera i 1.000 miliardi di euro e che immagino sia nella volontà del Governo di razionalizzare e utilizzare meglio.
  E allora vengo alla seconda domanda: è possibile immaginare che ci sia una riallocazione di una parte delle risorse che sono razionalizzate attraverso una diversa logica di priorità di impatto e, quindi, adottando una logica micro che in questo Stato, sino a questo momento, non è stata utilizzata?
  Ho notato poi nel documento una parte che molti in realtà hanno omesso, che è l'ancoraggio fondamentale che c'è fra il rapporto debito/PIL con il deflatore, perché i dati che vengono riportati in questo documento ci dicono che l'inflazione interna in realtà è un'inflazione molto più bassa rispetto all'inflazione esterna. Quindi credo che questo sia un dato estremamente rilevante, che poi è alla base dell'impianto positivo e ovviamente anche della prudenza che caratterizzano il documento.
  Le pongo un'altra domanda. Nel provvedimento si parla della programmazione che si farà attraverso la legge di bilancio e volevo capire quali sono gli intendimenti da parte del Governo rispetto ad interventi strutturali di lungo respiro. Noi sappiamo Pag. 25che la parte più importante delle risorse economiche a disposizione verranno impiegate per combattere il caro energia e il caro spese e volevo capire se questo rappresenta soltanto il punto di partenza per poi dare vita a interventi successivi strutturali di lungo respiro, proprio per aiutare l'Italia ad avere una produzione nazionale migliorativa.
  Un'ultima domanda. Credo che un altro dato che purtroppo non è stato rilevato, ma che io, invece, ho ritenuto molto importante contenuto nell'allegato 1, riguarda i dati sull'evasione fiscale, per la quale, in realtà, il racconto che è sempre stato fatto sino a questo momento degli italiani evasori non corrisponde poi a quello che viene riportato all'interno del citato allegato. Quindi volevo capire se anche in questo caso c'è la possibilità di stimolare, attraverso interventi del Governo, una maggiore partecipazione per aumentare le entrate e renderle contemporaneamente anche più eque rispetto alle varie classi sociali della popolazione e alle classi di contribuenti.

  EMILIANO FENU. Ringrazio il Ministro per la relazione. Io ho qualche domanda da porle. Lei ha parlato per il prossimo anno di una proroga molto probabile dei contributi concessi sotto forma di crediti di imposta per aiutare le imprese energivore, quindi sempre per sostenere le imprese contro il rincaro dell'energia.
  Io apprezzo la condivisione da parte vostra dello strumento dei crediti cedibili utilizzati anche in questo settore, però, alla luce di quello che leggiamo anche oggi sulla stampa, ossia delle gravi incertezze e rigidità da parte dei principali soggetti nell'acquisto dei crediti fiscali, le pongo una domanda molto semplice: se la situazione continua a essere questa i crediti per le imprese energivore chi li comprerà? Non si rischia di prendere in giro anche questo settore e, in ogni caso, le imprese in generale che usufruiscono di queste misure?Pag. 26
  La seconda domanda è legata alla prima e riguarda, più nello specifico, il Superbonus. Lei parla di un maggior onere per circa 37,8 miliardi di euro e per il periodo 2023-2026 di circa 8-10 miliardi di euro per ciascun anno. Io le chiedo se rispetto a questi dati si è tenuto conto delle cosiddette retroazioni, di cui anche molti autorevoli esponenti dell'attuale maggioranza di Governo a ragione hanno sempre parlato, ossia delle entrate conseguenti a questo tipo di misure. Le chiedo, inoltre, se rispetto a questi dati si è anche tenuto conto dei costi economici e sociali, soprattutto di quelli economici. Infatti si discute ormai della possibilità che si apra il più grande tavolo di crisi della storia – parliamo di oltre 30.000 imprese – derivante da un eventuale irrigidimento di questa misura. Sarebbe interessante anche capire quanto del maggior gettito che si sta registrando in questi mesi deriva direttamente o indirettamente dal settore edile.
  Infine le pongo un'ultima domanda. Forse mi è sfuggito questo passaggio, però le chiedo conferma del fatto che la differenza dell'obiettivo programmatico di indebitamento netto, quindi lo 0,6 per cento nel 2023, corrisponda all'incirca a 11 miliardi di euro.

  ROBERTO ROSSO. Benvenuto, Ministro Giorgetti. Ovviamente sono soddisfatto del fatto che venga subito preso di petto il problema dell'energia, però nel mio intervento mi concentrerò sulla questione del Superbonus del 110 per cento.
  Alla luce dei 37,8 miliardi di euro di maggior costo, bisogna sempre tenere conto – come già è stato detto – di quello che la misura ha reso. C'è un problema, ossia che i dati che ci ha fornito sono legati alla legislazione vigente, quindi considerano la misura ancora in vigore per tutto il prossimo anno e poi una graduale riduzione. Mi sembra, infatti, che nelle intenzioni del Governo ci sia una rimodulazione di questa misura. Tuttavia, Pag. 27c'è il problema relativo alla difficoltà di cessione del credito sul territorio nazionale. È notizia di ieri che le Poste hanno interrotto l'acquisizione dei crediti. Il sistema bancario in questo momento aspetta novità da parte del Governo. Il sistema delle imprese, i general contractor, ma anche i privati, soprattutto i condomini, sono in forte difficoltà.
  Se aggiungiamo il fatto che nell'istante in cui, dopo le dichiarazioni del Presidente Meloni, si è saputo che si sarebbero riviste le misure relative ai bonus, il sistema professionale ha immediatamente reagito e in questo momento in Italia ci sono professionisti, soprattutto a lavoro per i condomini, che presentano le CILAS in maniera tale da mettere le mani avanti e beneficiare delle regole attuali. Non so se avete calcolato l'impatto di tutto questo.
  Ciò potrebbe anche un po' inficiare l'azione di Governo per il prossimo anno, se in questi due mesi tutti quelli che avevano intenzione di utilizzare l'ecobonus o il sismabonus magari montano solo un pezzo di ponteggio per poter dire che hanno iniziato l'attività. Quindi volevo capire se avete fatto delle stime su questo aspetto e soprattutto quale tipo di interventi possono essere adottati per garantire che chi onestamente ha utilizzato la misura del Superbonus del 110 per cento non rimanga con il cerino in mano. Ci sono aziende e general contractor con decine di milioni di euro nel cassetto fiscale che non riescono assolutamente a cedere.
  Quindi riteniamo opportuno modificare la misura, perché siamo totalmente d'accordo che ridurre la percentuale responsabilizza anche il privato che, poiché dovrà mettere una quota anche nella selezione delle imprese, sarà molto più attento Però non dobbiamo dimenticare tutti quelli che – lo ripeto – onestamente, hanno applicato le norme e che in questo momento sono in mezzo al guado. Ci sono aziende che hanno già Pag. 28finito i lavori, ci sono aziende che stanno lavorando e hanno bloccato il lavoro per un motivo: siccome le banche nell'ultimo periodo acquisiscono il credito in stato di avanzamento dei lavori, nel momento in cui il secondo stato di avanzamento dei lavori non viene più acquisito dalla banca, si bloccano i lavori, lasciando forti problematiche al condominio o al privato.
  Volevo capire se avete calcolato tutti questi fattori rispetto alla stima di maggiori oneri per 37,8 miliardi di euro.

  MARCO GRIMALDI. Sono arrivato un minuto in ritardo, ma mi sembrava di trovarmi ancora nella scorsa legislatura. Non vorrei aver capito male. Sarà che il Ministro Giorgetti ha pronunciato più volte le parole «prudente», «realistica» e «sostenibile», ma ci sarà tempo in Aula per discutere del segno di questo nuovo Governo.
  Cosa manca? Arrivo subito al punto, Ministro. Nella NADEF, ma in particolare nella sua relazione, mi pare che non si intraveda traccia degli effetti sul potere di acquisto dei salari e quindi sulla crescita di sacche di povertà e disuguaglianza.
  Lo dico perché forse c'è, anche mediaticamente, un riflesso automatico a parlare solo ed esclusivamente dei rincari energetici, ma la verità è che l'aumento del costo della vita sta facendo saltare tutto. Glielo dico senza mezzi termini: io credo che, a prescindere dall'orientamento politico, in questo Paese bisognerebbe parlare di salari e di stipendi. Ed è chiaro cosa abbiamo davanti. La stretta sui tassi di interesse varati da tutte le banche centrali per contenere l'inflazione punta a una ricetta che conosciamo bene, cioè tenere fermi gli stipendi e ridurre i consumi, perché forse recessione e perdita di acquisto sono l'unico modo che conoscono per raffreddare i prezzi. Noi glielo diciamo: sinceramente ci aspettiamo da lei una riflessione diversa, che non sarà la nostra, ma diversa. Lo dico così e glielo dirò meglio in Aula ma spero di avere un confronto più schietto Pag. 29in questa sede e credo che questo sia il senso di questo tipo di audizione.
  La cosa più grave è che il ritorno dell'inflazione ha dimostrato quanto sia indifeso il lavoro davanti alla crescita dei prezzi. Insomma, in assenza di un sistema che indicizzi automaticamente i salari e le pensioni qualcosa altro ci dovrà pur essere. È per questo che – senza doverla sfidare, perché abbiamo modelli molto diversi in testa – se noi parliamo di alzare i salari o di salari minimi legali o, per carità – non voglio farla tremare –, di scala mobile, lei probabilmente proverà orrore. Però avrete qualche idea che abbia a che fare con questo oggetto, che credo riguardi la vita reale del Paese.
  Non voglio farle perdere ulteriore tempo, i colleghi hanno fatto già tante domande, credo che il tema sanitario, che hanno affrontato i colleghi, non solo è centrale, ma fa parte della vita di ognuno di noi. Io credo che lei viaggi molto per il Paese e saprà che mediamente ormai per effettuare una visita specialistica occorrono dagli otto mesi all'anno di tempo, ma ci sono regioni italiane in cui occorrono addirittura un anno e mezzo o due anni. Si tratta di prese in giro dal punto di vista sostanziale. Quando per una colonscopia si aspetta un anno e due mesi, quando l'attesa di una gastroscopia va oltre i limiti di sopportazione, alla fine i nostri concittadini hanno due alternative: o non effettuare l'esame o rivolgersi al settore privato. Allora anch'io mi ricollego all'intervento del senatore Manca: mi pare che sia chiaro che o rimaniamo al 7 per cento del PIL o quel 6 per cento e poco più rischia di essere il ritratto di una sconfitta generale del sistema sanitario nazionale. Non è il Ministro della salute, ma a lei tocca fare intravedere alcuni destini. E, ahimè, da quello che leggiamo in questo documento quello della sanità pubblica è un destino tristissimo. Si tratta di un sistema che forse ha retto sotto la pressione dell'emergenza Pag. 30perché questo è il nostro Paese, reggiamo l'urto, ma il giorno dopo l'emergenza il vero nodo di questo Paese, che sono le disuguaglianze, esplode ancora di più.
  E concludo proprio su questo punto. Abbiamo ovviamente idee diverse, non siamo qua per litigare su che cosa pensiamo in generale, ma siamo in un Paese in cui sostanzialmente tre persone detengono più o meno la ricchezza del 10 per cento più povero. Anche in questo caso, lei lo sa, saremo per una Next Generation Tax e per togliere anche l'IRAP, che non funziona più. Infatti, che il mio macellaio, il suo barbiere e il giornalaio qui vicino paghino più tasse e più IRAP dei colossi, non solo di Amazon, ma di qualsiasi colosso che può far tassare i profitti non nel Paese in cui li genera, è un problema che dovrà essere risolto prima o poi. Altrimenti parliamo di niente, perché prima o poi o tutti sposteranno le sedi fiscali e legali da altre parti o questo sistema non reggerà più.
  Di patrimoniale non si può parlare, per carità, avete vinto voi, noi dobbiamo solo tacere. Anzi, di solito anche ai Governi progressisti questa parola non piace. Lei lo sa che siamo una piccola minoranza, ahimè, in questo momento storico. Però anche voi avrete un'idea sulle disuguaglianze. Glielo dico in questa sede, non siamo nella Commissione che si occupa di interni, ma mica potrete permettervi tutto il tempo di prendervela con gli ultimi. A un certo punto i primi saranno un problema anche per voi, soprattutto se diventeranno irraggiungibili, soprattutto se nessuna delle politiche che adottate riesce a scalfirli.
  Non le sto chiedendo chissà cosa: ci sarà un'idea sulle disuguaglianze che non dico ci unisca, ma ci faccia vedere, intravedere un segno di dialogo in quest'aula? Io spero di sì e attendo qualche risposta.

Pag. 31

  DIETER STEGER. Ministro, io noto nel suo intervento una certa continuità con la politica economico-finanziaria prudente e responsabile dell'ultimo Governo e ciò non solo mi trova d'accordo, ma mi tranquillizza abbastanza.
  Noto tuttavia due cose che mi preoccupano abbastanza e sono già state rilevate dai colleghi. Innanzitutto, mi riferisco a questo incremento vertiginoso della spesa per le pensioni, ossia 50 miliardi di euro nel prossimo quadriennio. Al riguardo si devono trovare soluzioni strategiche, altrimenti non si rientra più. Mi chiedo, quindi, come questo Governo vuole cercare una soluzione. Infatti, non si tratta solo questi quattro anni, ma anche del futuro. Quando la generazione del Ministro – se posso dire – e anche la mia andrà in pensione questi costi lieviteranno ancora. Quindi ci vuole, fin da adesso, un approccio strategico. C'è, quindi, un'idea nel medio e lungo periodo?
  Ho notato poi che lei ha parlato – l'ho fatto spesso anche io negli ultimi anni quando si parlava di Superbonus e dei suoi costi – dei costi strutturali del Superbonus nei prossimi anni. Quindi, le chiedo se c'è l'idea di riformare questa misura affinché si possano liberare nuove risorse per affrontare il problema della maggiore spesa pensionistica. Io lo trovo necessario e infatti ho sempre detto che il Superbonus è una misura buona, ma non con queste regole. Bisognerà riscrivere tale misura per liberare risorse in favore di quella che mi sembra una spesa essenziale, ossia quella pensionistica.
  La seconda cosa che mi preoccupa è che, a mio avviso, a livello europeo si parla sempre di tenuta dei bilanci e di finanza, ma si parla poco di economia reale. L'economia reale sarà quella che ci salverà nei prossimi anni, che ci garantirà la crescita. Ma al momento vedo l'economia reale in grande sofferenza e, quindi, sono necessarie politiche attive da parte del Governo. Ad esempio, lei Ministro ha parlato anche della Pag. 32politica fiscale e io mi chiedo come è possibile diminuire la pressione fiscale al 42,5 per cento nei prossimi anni e al contempo aumentare il regime forfettario. Non ha parlato di quello che a mio avviso è essenziale rispetto alla politica fiscale, cioè diminuire il cuneo fiscale, la tassazione sul lavoro, poiché questa fa perdere al sistema Italia competitività a livello europeo e a livello internazionale. Secondo me, occorre intervenire in primis su questo punto.
  Le pongo poi una domanda che è già stata fatta anche da altri colleghi. Lei ha parlato dell'impiego di 21 miliardi di euro per contrastare l'aumento del costo per l'energia e io le chiedo quali sono le ulteriori priorità di intervento del Governo con la prossima legge di bilancio.
  Di fondamentale importanza sarà l'impiego delle risorse del PNRR e per garantire ciò, Ministro, è necessaria un'attività legislativa forte, che riguardi soprattutto le semplificazioni. O si semplificano le procedure o non riusciremo ad impiegare tutte queste risorse.
  Negli ultimi giorni abbiamo discusso in quest'aula il decreto-legge «Aiuti-ter» e abbiamo proposto misure piccolissime, però importanti volte a garantire che le aziende e i privati possano utilizzare una procedura più semplice per le installazioni del fotovoltaico, ad esempio. Non è passato niente.
  Io spero che il Governo con il prossimo decreto-legge o nei prossimi provvedimenti dia un'accelerata alle semplificazioni anche su questo fronte, altrimenti non riusciremo ad utilizzare le risorse del PNRR. E questo sarà un problema, perché è questo lo strumento che ci aiuterà a superare i periodi di crisi che intravediamo nei prossimi mesi.
  Ministro, in Europa ci sono Paesi che adesso destinano molte risorse per superare la crisi. Mi riferisco alla Germania e ai 200 miliardi di euro che ha investito. A mio avviso serve una voce Pag. 33forte a livello europeo, lo dico da convinto europeista. Serve una voce forte perché non è accettabile che poi si blocchino gli interventi necessari per garantire la competitività, non solo del sistema italiano, ma del sistema italiano in Europa e del sistema europeo. Quindi io spero che troverete un accordo affinché anche l'Italia possa usare i mezzi che lei ha citato – forse ce ne vorranno ancora di più – con il beneplacito dell'Europa, che in questo caso giocherà un ruolo fondamentale.

  PRESIDENTE. Do la parola al Ministro Giorgetti per una prima replica. Poi procederemo con un secondo giro di interventi e naturalmente invito ancora tutti i deputati e senatori che intendono intervenire a comunicarlo alla presidenza. Prego, Ministro.

  GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dell'economia e delle finanze. Ringrazio tutti i colleghi che sono intervenuti in questo primo giro di domande. Cercherò di rispondere sinteticamente a tutti.
  Per quanto riguarda l'onorevole Marattin e i 21 miliardi di euro destinati all'energia, confermo che questo è l'intendimento del Governo, sarà la risoluzione parlamentare che deciderà se confermare o non confermare questo tipo di indirizzo. Quindi, l'intendimento del Governo è di concentrare tutti gli sforzi sul tema dell'energia, a favore del sistema delle imprese e delle famiglie più vulnerabili. Questa è anche una prima risposta all'onorevole Grimaldi, ma ce ne sono altre nell'amichevole confronto tra due opposte visioni, come lui sostiene.
  Confermo quello che ho detto in conferenza stampa: se il Parlamento conferma la destinazione dei 21 miliardi di euro al caro energia, per gli altri settori di intervento si dovranno cercare delle compensazioni interne. Quindi in ambito fiscale sarà necessario diminuire certe forme di incentivo e di aiuto per Pag. 34aumentarne altre e in campo previdenziale e sociale saranno predilette certe forme di intervento rispetto ad altre.
  Per quanto riguarda la stima tendenziale dell'aumento del PIL, lo 0,3 per cento è una stima prudente. Rivendico di avere fatto questo tipo di scelta. Se poi l'economia andrà meglio di quello che alcuni dicono, ci ritroveremo in questa sede e festeggeremo tutti assieme. Ma in questo momento io non sento di sbilanciarmi oltre a quello che le stime più prudenti ci hanno sollecitato.
  In merito al MES ho detto che farò esattamente come il mio predecessore e come Draghi. Non mi risulta che il Governo Draghi, di cui facevo parte, abbia approvato in Consiglio dei Ministri la ratifica del MES. La decisione era di attendere la decisione della Corte costituzionale tedesca e confermo che è mia intenzione aspettare la decisione della Corte costituzionale tedesca, esattamente come ha fatto il Governo precedente.
  Per quanto riguarda l'evasione fiscale è stata utilizzata soltanto la quota che l'algoritmo, che proprio presiede il calcolo di questa misura, permette di utilizzare nell'ambito delle previsioni di tipo programmatorio nella politica di bilancio. Quindi, in questo caso non c'è un approccio prudente, si tratta semplicemente dell'applicazione della regola che, debitamente, ad origine era prudente.
  L'onorevole Comaroli ci ha sollecitato sul tema dell'energia, in particolare per quello che succede nell'Unione europea. Si tratta di un argomento richiamato anche dall'onorevole Steger. Io sono reduce da due giorni a Bruxelles, credo che tra tutti i Ministri dell'economia e delle finanze europei ci sia diffusa consapevolezza rispetto al fatto che non bastano le risorse dei budget nazionali per risolvere questo problema. Si tratta di un problema che poi si riflette non soltanto sul costo dell'energia, ma a cascata sull'inflazione galoppante in tutta l'area euro. Per Pag. 35inciso, non credo che la natura dell'inflazione in Europa sia esattamente uguale a quella negli Stati Uniti e, quindi, probabilmente anche le ricette per farvi fronte dovranno essere differenti. Ma chiudo la parentesi. È necessario che tali soluzioni si trovino rapidamente e su questo sia il Governo precedente che l'attuale incalzano l'Unione europea affinché siano adottate decisioni che in questo momento sono abbozzate e hanno i titoli, ma che devono essere declinate presto in condizioni implementabili, e quindi attuabili, altrimenti rischia di passare un altro inverno in questa condizione.
  In questo momento – nessuno mi ha posto questa domanda, ma la anticipo – anche su questo aspetto noi abbiamo incorporato nelle nostre previsioni una stima prudente dell'andamento dei prezzi del gas, perché se è vero che i prezzi del gas si sono ridotti recentemente, il vero rischio – ahimè, quello che è ampiamente previsto – è che in relazione all'andamento dei consumi nei prossimi mesi il prezzo del gas, e quindi dell'elettricità, tornerà ad aumentare. Nelle nostre previsioni non abbiamo recepito l'ultimo prezzo del gas e abbiamo stimato un prezzo ragionevolmente in rialzo.
  È evidente che non ci sono soltanto famiglie e imprese. Ci sono tutta una serie di enti nel terzo settore, o comunque della sanità, che devono essere considerati. Con il disegno di legge di bilancio stiamo cercando di riformulare la modalità di intervento. Io confermo l'entità delle risorse e anche sostanzialmente le modalità di intervento, però in qualche caso stiamo verificando la possibilità di rifinire tali modalità. Naturalmente, da qui alla fine dell'anno sarà sostanzialmente confermato l'impianto, però ci sono diverse proposte. Tra queste vi è quella che è allo studio della Commissione europea, che riguarda una modalità di riconoscimento di una tariffa agevolata sociale sulla base del consumo medio degli ultimi anni e una liberalizzazione Pag. 36del prezzo al mercato per le eccedenze, in modo da orientare anche le decisioni di risparmio da parte dei consumatori. Sono riflessioni in corso.
  A questo proposito al senatore Manca direi che la priorità c'è ed è l'energia. Si tratta di ciò a cui le circostanze totalmente eccezionali in cui viviamo oggi ci inducono, non dico costringono, ma è un atto dovuto. È quello che ha fatto saltare completamente le previsioni. Possiamo anche dilungarci, ma naturalmente l'indice di crescita dell'economia europea, anche di quella italiana, pre e post pandemico, sarebbe stato quello di un clamoroso rimbalzo. Tutto è cambiato e tutte le previsioni si sono modificate in relazione alla crisi energetica. Ciò imporrà delle riflessioni al netto della transizione green, che chiaramente va avanti ed è perseguita.
  Sulla sanità ci sono due elementi da sottolineare. Innanzitutto, c'è una situazione di spesa sanitaria anche legata ai vaccini e a tutto quello che è conseguito al Covid, che ha aumentato la spesa negli anni precedenti. C'è chiaramente un tema, che anticipo e a cui non voglio sottrarmi, che è quello dei rinnovi contrattuali nel pubblico impiego. Spero che si chiudano rapidamente alcuni negoziati ancora aperti relativamente ai rinnovi dei contratti e che si avviino tempestivamente i prossimi. Naturalmente questo non potrà non avere riflessi anche di tipo economico-finanziario sul bilancio dello Stato.
  Per quanto riguarda il focus sul PNRR condivido totalmente quanto evidenziato. Proprio ieri si è tenuta, alla presenza della Presidente del Consiglio e del Ministro Fitto, una riunione con tutti i Ministri per spingere e focalizzare l'utilizzo massimo delle risorse del PNRR. L'utilizzo di quelle risorse è da giudicarsi prioritario rispetto ad altre. Io molto francamente in quella sede – e lo ribadisco qui – ho detto a tutti i colleghi Ministri che prima di avanzare nuove e diverse richieste in Pag. 37relazione a diversi investimenti è necessario iniziare in qualche modo a mettere a terra quelli per cui hanno risorse a disposizione. Come? Evidentemente – alcuni interventi hanno richiamato questo aspetto – smussando gli angoli. Alcune normative devono essere cambiate per rendere più agevole la realizzazione degli interventi, come in tema di lavori pubblici e quant'altro. Mi auguro che il Ministro Salvini – che credo sia già al lavoro su questo tema – possa garantire un quadro normativo più snello e agevole.
  La seconda cosa su cui credo che valga la pena porre l'accento è che la discussione in sede europea sul RePower EU potrebbe aprire la possibilità di una revisione e un aggiustamento dell'attuale quadro del PNRR in relazione anche alle diverse situazioni, esigenze e costi che si sono venuti a presentare. Molte volte è stato sollevato in sede parlamentare, e non solo, il fatto che alcuni costi e alcune previsioni di spesa non sono assolutamente attuali. Nell'attuale quadro che viene presentato c'è – ed è confermato anche nei prossimi anni – un fondo per l'adeguamento alla revisione dei prezzi. Tuttavia, nessuno di noi può affermare che ciò sia sufficiente a compensare quello che è accaduto o che sta accadendo. Quindi credo che uno sforzo in questa direzione sia ovviamente dovuto, anzi auspicabile.
  All'onorevole Lucaselli dico che il saldo primario torna ad essere positivo già nel 2024. Io l'ho detto nella mia relazione e lo ribadisco. Naturalmente spingere le previsioni oltre l'anno prossimo, anzi oltre i primi mesi dell'anno prossimo, diventa già un esercizio quasi puramente accademico. Però la volontà è quella di arrivarvi, rendendo compatibile il percorso di rientro verso gli obiettivi europei, agendo sulla spesa primaria, ossia quella al netto degli interessi. Poi ci sono interessi che in qualche modo ci complicano la vita. Però sicuramente questo Pag. 38tipo di attenzione c'è e ci sarà. Nonostante la situazione particolarmente complicata, ci siamo sforzati di assicurare che il profilo del debito fosse discendente. Quindi voi vedete una discesa del debito molto meno pronunciata rispetto agli anni scorsi. Questa è l'occasione per dire che noi, tenendo un quadro di compatibilità economico-finanziaria prudente, abbiamo voluto confermare questo obiettivo. Questo dimostra una cosa, che io ho ribadito anche in sede europea, ossia che soltanto la crescita – e, in particolare, la crescita sostenuta – aiuta ad abbattere veramente il debito. Le politiche di austerità da sole sono utili, per carità, ma non sono decisive rispetto alla riduzione del debito.
  Confermo che nel disegno di legge di bilancio, che abbiamo predisposto in pochi giorni, c'è l'ambizione di cambiare e rendere più moderno questo Paese, non soltanto con l'attuazione del PNRR, ma con un ampio spettro di riforme, che vanno ovviamente dal fisco alla burocrazia, all'affermazione del merito, alla giustizia. Ciò si rispecchierà anche per quanto riguarda l'approccio tra contribuente, cittadino, e Stato, e nell'attuazione di quella riforma della giustizia tributaria che è stata – devo dire in modo bipartisan – approvata nella scorsa legislatura e che rappresenta, per altro, uno degli obiettivi del PNRR.
  Per quanto riguarda l'intervento dell'onorevole Fenu, cominciamo ad entrare nel merito di un problema che ha posto anche il senatore Rosso, ossia la vicenda dei crediti di imposta. Il Governo è consapevole che si tratta di un grandissimo problema, che dobbiamo affrontare e gestire in questa fase. Siamo consapevoli anche del fatto che tale problema è sotto la lente di osservazione di soggetti esterni rispetto alla natura e alla definizione del credito di imposta cedibile più volte. E su questo mi fermo qui. Quindi si tratta di un problema di cui noi Pag. 39non nascondiamo né l'importanza né la rilevanza né la criticità né la difficoltà di soluzione. Più volte abbiamo provato a risolverlo, ma non possiamo obbligare per legge istituzioni private, o che agiscono in base a criteri di gestione aziendali e di equilibrio economico-finanziario, a fare delle cose che non ritengono e non possono fare. Quindi non ci sarà un intervento né in un senso né nell'altro e la decisione sarà rimessa a loro. Chiaramente dobbiamo creare le condizioni affinché il meccanismo sia rivisto in modo selettivo – lo dico sempre rispondendo all'onorevole Grimaldi, di cui ho accettato la sfida, diciamo così, ideologica –, perché questo Governo non ritiene equo destinare una così ingente massa di risorse a una limitatissima fetta di cittadini italiani, cioè in modo indistinto per reddito e per prima o seconda casa, perché queste risorse, di cui ho fatto vagamente cenno in termini di ammontare, potevano essere destinate probabilmente ad altro. Non sottovaluto, e non sottovalutiamo, il contributo che questa misura ha dato in una fase particolarmente critica per l'economia del Paese. È chiaro che però è tempo – siamo ampiamente disponibili come Governo su questo – per una riflessione comune rispetto all'esperienza del Superbonus.
  Per quanto riguarda gli 0,6 miliardi di euro, siccome l'1,1 per cento del PIL corrisponde a 21 miliardi di euro, siamo esattamente intorno alla cifra che è stata richiamata. Quindi, rispetto al Superbonus il Governo sta ragionando su diverse ipotesi. Una revisione di tipo selettivo sarà fatta e sarà evidentemente anche assicurata un'adeguata fase transitoria per evitare di ingarbugliare ulteriormente una situazione già di per sé ingarbugliata.
  Onorevole Grimaldi, lei mi ha contestato l'atteggiamento prudente e realistico. Io penso che la realtà sia un fatto determinante della politica e la politica non realistica mi fa un po' paura. La prudenza è dovuta al momento. La prudenza è Pag. 40dovuta al momento e al fatto che questo è un Paese con grandissime potenzialità, con grandissima ricchezza, con grandissima capacità di resilienza, ma – ahimè – con dei problemi che si porta dal passato che, purtroppo, ne condizionano pesantemente l'agibilità politica, anche in termini economico-finanziari.
  Sulla sanità ho già risposto. Sulle disuguaglianze avrà probabilmente delle sorprese da parte di questo Governo rispetto a quelli precedenti, di cui magari alcuni suoi compagni di avventura hanno fatto parte, come me. Però c'è la volontà di intervenire e le limitate risorse a disposizione saranno indirizzate – lo ribadisco – verso i soggetti più vulnerabili.
  Lei pone un tema molto serio, quello del recupero del potere di acquisto da parte dei lavoratori, perché i pensionati, come io ho illustrato nella mia relazione, il potere di acquisto lo hanno assicurato per legge. Questo sarà uno dei temi dell'incontro che oggi il Governo svolgerà con i sindacati. È un tema che è comune nella riflessione di tutti i Governi europei. C'è la volontà, da parte di tutti, di evitare il ritorno a meccanismi automatici che alimentino la spirale inflattiva e da parte di tutti, anche nostra, c'è la consapevolezza che questo tipo di inflazione a doppia cifra genera una perdita di potere d'acquisto che in qualche modo deve essere recuperata. Quello che è stato fatto è stato fatto soprattutto con l'obiettivo di mitigare per le famiglie con reddito medio-basso l'impatto del costo dell'energia, ma è chiaro che non c'è soltanto l'impatto del costo dell'energia.
  Mi permetto di aprire un'altra parentesi. Io sostengo dall'inizio di questa crisi che l'inflazione doveva essere aggredita con un estintore là dove essa si è generata, ossia esattamente rispetto al prezzo dell'energia. Se, invece, si lascia andare il prezzo dell'energia l'inflazione si diffonde in tutti i settori e Pag. 41diventa molto difficile catturarla. Quindi, all'inizio sapevamo dove c'era l'incendio, adesso l'incendio si è diffuso e – ahimè – per un intervento efficace non basta un estintore, ma servono altri strumenti più massivi.
  All'onorevole Steger, a cui ho già risposto sul Superbonus, sulla spesa pensionistica e su altri aspetti, dico che il cuneo fiscale è un altro argomento che sarà affrontato nell'incontro di oggi con i sindacati.
  Chiudo questo primo giro di repliche facendo riferimento all'economia reale e all'Europa, che, come lei ha richiamato, deve tornare al centro della nostra discussione. Io penso che questo sia uno dei temi, anzi il tema fondamentale di questa fase critica. Aspettiamo oggi la proposta da parte della Commissione europea del nuovo Patto di stabilità e crescita e osserviamo la dinamica della politica monetaria da parte della Banca centrale europea. Però io vi ripeto qui quello che ho detto in sede di Ecofin ed Eurogruppo: il problema non è distinguerci in Europa tra chi vuole combattere l'inflazione più a nord e chi vuole combattere la recessione più a sud. Il problema è che rischiamo di avere non soltanto l'inflazione o la recessione. Rischiamo di avere inflazione e recessione e questo – sì – è l'incubo che in qualche modo dobbiamo evitare.
  La riflessione che dobbiamo fare in Italia, ma evidentemente anche in Europa, perché siamo ormai profondamente interrelati e correlati nelle decisioni, è esattamente studiare ricette politiche nuove, a partire ovviamente da una politica comune sull'energia, che è urgentissima, per cercare di evitare quello che rischia di essere veramente l'incubo che abbiamo letto soltanto nei libri di macroeconomia quando abbiamo studiato, ma che oggi rischia di diventare in qualche modo realtà.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro per questo suo primo intervento di replica, nonché per le risposte puntuali che ha Pag. 42voluto fornire, dal momento che non sempre ho assistito, quando sedevo in altri banchi, a Ministri così precisi nel rispondere alle osservazioni e richieste di chiarimento che provenivano dai diversi colleghi deputati o senatori.
  Passerei quindi a un secondo giro di interventi, iniziando da quello dell'onorevole Guerra.

  MARIA CECILIA GUERRA. Molte cose sono state già dette. Ringrazio anch'io il Ministro, anche per le risposte fornite, giacché questa sua audizione comincia a riempire un vuoto enorme di informazione che, invece, ritroviamo nella NADEF. Quest'ultima, infatti, nella veste in cui è stata presentata, è un documento omissivo, nel senso che non fa seguito a un preciso obbligo di legge che richiede al Governo di presentare anche, almeno per grandi linee, gli elementi programmatici della sua azione. In questa NADEF essi mancano e, in particolare, risultano assenti proprio gli elementi essenziali, vale a dire la dimensione della manovra, dal momento che nulla si dice sulla manovra lorda.
  Io nella mia vita laica insegno scienze delle finanze e la prima cosa che dico ai miei studenti, dal punto di vista macroeconomico, è che le componenti del bilancio pubblico hanno effetti diversi sull'economia. Allora la mia domanda è la seguente: come avete fatto a definire il profilo programmatico – mi riferisco non solo al quadro macroeconomico, al PIL o all'occupazione – del disavanzo e del debito pubblico senza avere la più pallida idea, o per lo meno senza renderla a noi nota, di che cosa volete fare? Non è infatti indifferente la distinzione tra una manovra lorda di 60 o di 100 miliardi di euro.
  Tutto invece è aperto e in proposito questo documento non ci dice proprio niente. E non ci dice niente, ripeto, soprattutto Pag. 43sulla composizione della manovra, anche se lei oggi qualcosa ci ha voluto anticipare.
  Una seconda questione, legata alla prima, riguarda il PNRR. Giustamente è stato sottolineato negli interventi precedenti, e lei stesso l'ha ripreso, che esiste un problema relativo all'aggiustamento dei prezzi.
  Il Governo di cui lei ora fa parte, soprattutto anche prima di diventare tale, e mi riferisco in tal senso a quello che abbiamo ascoltato in campagna elettorale, ha parlato di revisioni del PNRR.
  Allora la mia domanda è: la revisione del PNRR che avete in mente riguarda solo questo profilo, o anche altri?
  Da questo punto di vista, infatti, poiché quello che si farà sul PNRR è essenziale per determinare il profilo macroeconomico, l'andamento del PIL e tutte le altre cose che ho detto prima, il fatto che non ci sia, anche rispetto a tale profilo, alcuna indicazione su eventuali modifiche del PNRR, come può consentire di definire un quadro macroeconomico e un profilo programmatico attendibili?
  Questi sono punti assolutamente essenziali, che – ripeto – sono invece totalmente assenti nel documento al nostro esame. Da qui il termine «omissivo» con cui mi sono permessa di rivolgermi a questa vostra NADEF, che contiene sì un elemento di aggiornamento del tendenziale, e ciò lo capisco, ma non è propriamente questo il ruolo principale della NADEF.
  L'altro elemento, che è stato già ripreso dai colleghi nonché da lei in sede di replica, attiene alla dichiarazione che lei ha fatto, e che risulta implicita anche in quello che è scritto nella NADEF, circa il fatto che, se ci sarà un elemento di lordizzazione rispetto al netto che è stato definito, questo avrà un equilibrio all'interno del medesimo comparto, termine quest'ultimoPag. 44 piuttosto vago, che può nascondere profili redistributivi completamente diversi.
  Faccio un esempio. Come intendete compensare gli interventi che inevitabilmente dovrete adottare nel comparto pensionistico, giacché non possiamo pensare che non si rinnovino strumenti essenziali come l'APE sociale, «opzione donna» e via dicendo? Come mi sembra di aver capito, ma lo domando quasi retoricamente, intendete forse procedere attraverso una riduzione della tutela in termini di rivalutazione delle pensioni? Questo è un profilo che potrebbe venire in mente, quindi vorrei che lei fugasse questo dubbio.
  Anche per quanto riguarda il campo fiscale, il tema della compensazione degli interventi all'interno del medesimo comparto, che io pure sposerei da un punto di vista di principio, mi preoccupa, dal momento che lei nella sua relazione iniziale – poi vi è in parte tornato, sia pure in modo diverso, in sede di replica – ha parlato esclusivamente di misure che riguardano i professionisti e i lavoratori autonomi, riferendosi in particolare ad un'estensione del regime forfettario e alla flat tax incrementale che, come già ricordava, se non erro, il collega Marattin, interessa ovviamente chi non ha redditi fissi. Questo è banale.
  Non ha invece speso una parola, diversamente da quanto ha fatto in replica, sul cuneo fiscale, anche solo nella blanda, ma necessaria, operazione di prorogare il taglio che è stato deciso dal precedente Governo, né ha detto una parola sulla questione di come incrementare le entrate da evasione fiscale. Non condivido in proposito le valutazioni della collega Lucaselli, giacché quasi 100 miliardi di euro di evasione fiscale costituiscono una piaga enorme, anche se alcuni degli interventi che sono stati fatti in passato hanno prodotto alcuni effetti positivi, e spero pertanto che vengano riconfermati.Pag. 45
  Io ho sentito invece parlare di tregua fiscale, anche se dovreste chiamarla con il suo vero nome, ossia quello di «condono», perché questo è il suo nome; ma se anche volete chiamarla tregua fiscale, questa non è una misura di contrasto all'evasione fiscale, bensì è una misura che suona come un'ulteriore conferma per gli evasori, nel senso che in ogni caso, indipendentemente dal fatto che vivano una condizione di oggettiva difficoltà, rispetto alla quale anch'io provo molta sensibilità, sanno che potranno non pagare praticamente in eterno.
  Vorrei farle una domanda specifica: poiché lei ha citato questa misura dell'estensione della flat tax, mi può spiegare la ragione per cui, se andassimo a 100.000 euro di ricavi, un professionista con 100.000 euro di ricavi, tenendo conto anche del prelievo locale, debba pagare fino a 13.000 euro in meno rispetto a un lavoratore dipendente, a parità di reddito?
  Ho sentito parlare di equità, ma questa mi sembra una manovra iniqua, totalmente iniqua. Le domando quindi nuovamente se lei ha una spiegazione per cui, ripeto, un professionista con ricavi di 100.000 euro – quindi non una persona in difficoltà, un fragile lavoratore autonomo, ma un professionista con ricavi di 100.000 euro – debba pagare, a parità di reddito, quindi tenendo conto anche dei costi, fino a 13.000 euro in meno rispetto al lavoratore dipendente, senza neppure essere chiamato a sostenere le spese per i servizi del suo comune, di cui gode, o della sanità della regione, di cui pure gode. Questo è infatti l'altro elemento. Se dunque lei me lo spiega, le sarei molto grata.

  ELENA MURELLI. Volevo anzitutto ringraziare il Ministro e augurargli buon lavoro.
  Lo ringrazio anche per l'illustrazione dei numeri che ci ha fornito, che sono indubbiamente drammatici ma che – in Pag. 46questo bisogna essere realisti – non sono dovuti certamente al Governo appena nato, né a quello precedente. Essi derivano sicuramente da decisioni politiche che non provengono da Governi di centrodestra, ma sono piuttosto dovuti alle situazioni che si sono vissute in questi anni, quali la pandemia o, come è stato prima detto, il rincaro dei costi delle materie prime e dell'energia.
  La sua visione improntata ad una politica prudente è senz'altro la visione di un buon padre di famiglia, volta ad agire con buon senso in questo periodo sicuramente drammatico e a utilizzare il realismo al fine di impostare, come diceva lei, e tracciare gli indirizzi, già in questa prossima legge di bilancio, di ciò che si vorrebbe fare proprio per cercare di sanare queste situazioni.
  Bisogna essere realisti, perché di fronte a questo genere di numeri non si può avere il libro dei sogni o promettere e dire che si farà qualcosa di sicuramente importante per il cambiamento di questo Paese, come prima diceva lei.
  Vengo dunque all'analisi dei numeri che ci ha fornito, partendo direttamente dall'aumento della spesa per le pensioni, dovuta all'indicizzazione delle pensioni stesse. Questa è sicuramente una misura importante che va ad impattare sui conti pubblici, ma la rivalutazione del potere di acquisto delle pensioni è certamente necessaria, anche alla luce dei rincari energetici.
  Le chiedo tuttavia, in nome di un principio di dignità per pensionati e lavoratori, come si preveda appunto di dare dignità alle persone che hanno lavorato e versato i contributi per quarantuno anni, senza al contempo ricorrere a politiche di puro assistenzialismo, come è invece accaduto con il reddito di cittadinanza, rispetto al quale ogni giorno leggiamo di truffe ai danni dello Stato e di episodi accertati di evasione.Pag. 47
  Ho infine due domande precise per quanto riguarda la politica fiscale ed economica. In particolare, le chiedo, da un lato, se – nell'ambito del processo di revisione del Patto di stabilità e crescita di cui lei ci ha parlato – possa fornirci anticipazioni in merito alla nuova configurazione delle regole della spesa, dall'altro, quali misure il Governo intenda adottare per mitigare l'impatto dell'inflazione.
  Lei parlava appunto di differenze in considerazione degli interventi messi in atto in altri Paesi, e in particolare di differenze tra il nord e il sud dell'Europa. Occorre infatti scongiurare allo stesso tempo una spirale recessiva, anche a seguito della politica monetaria attuata dalla Banca centrale europea.

  ANTONIO SALVATORE TREVISI. Auguro anzitutto buon lavoro al Ministro Giorgetti.
  Da quello che ho sentito questa mattina ci troviamo sicuramente di fronte a sfide difficili, però ciò che è mancato, o che io non ho capito bene, è l'indicazione delle ricette attraverso cui le dobbiamo affrontare, perché le ricette proposte sono in realtà già state sperimentate in passato e hanno sempre fallito.
  Quindi volevo alcuni chiarimenti al riguardo, anche se una domanda in tal senso è stata già posta. Lei, Ministro, pensa che il superbonus abbia generato solo costi, o che abbia generato anche dei benefici? Avete uno studio o un'analisi dei benefici del superbonus? Quanto ha creato in termini di PIL o di nuova occupazione, cioè in termini di persone che, grazie al superbonus, hanno trovato un lavoro e quindi hanno lasciato il reddito di cittadinanza o i sussidi di disoccupazione?
  I dati – almeno quelli ufficiali – parlano di circa 700.000 posti di lavoro in più.
  E quindi ogni considerazione non può partire da un solo punto di vista – lei ci ha fatto l'analisi dei costi, ma non dei Pag. 48benefici –, ma deve considerare ciò che ha funzionato e ciò che non ha funzionato. Sicuramente ci saranno stati dei benefici che, andando adesso a bloccare il superbonus, nei prossimi anni non ci saranno più.
  E quante imprese chiuderanno o falliranno in questi mesi e dovranno licenziare, proprio per colpa di questa cessione dei crediti? Su questo tema io non ho visto una risposta esaustiva.
  Avete pensato a un superbonus strutturale, magari anche ridimensionandolo? Per carità, gli interventi ipotizzabili sono tanti. Si potrebbe pensare di limitarlo solo ad interventi di isolamento termico dell'edificio o alle rinnovabili, magari eliminando le caldaie a gas, o si potrebbero finanziare solo le pompe di calore, individuando comunque quei due o tre interventi che consentano una riduzione dell'80 per cento dei consumi. E se noi riduciamo l'80 per cento dei consumi, perché non estendere tali interventi anche alle case di cura, alle imprese?
  Perché non pensiamo di stabilire una quota annua spendibile per il superbonus, proprio per evitare extracosti che magari il bilancio dello Stato non si può permettere? Allora programmiamolo, stabiliamo che si possono investire 10 o 15 miliardi di euro l'anno per il superbonus, programmiamo delle quote, troviamo un meccanismo tale da non sforare i costi preventivati, ma consentiamo a un sistema, quello edile, di svolgere le proprie attività.
  C'è in proposito uno studio condotto da Nomisma – non so se questi siano dei pazzi, non li conosco – secondo cui il superbonus è costato poco meno di 40 miliardi di euro e ne ha prodotti oltre il triplo in termini di benefici, con un rapporto quindi di uno a tre.Pag. 49
  Sono studi confutabili, ma almeno dateci l'opportunità di dimostrare, oppure fate voi un'analisi come Ministero per dimostrare che quello studio dice delle sciocchezze.
  Veniamo ora al discorso relativo alle trivelle. Abbiamo visto che il beneficio è minimo per l'estrazione del gas, dunque vi chiedo: avete fatto un'analisi dei rischi? Ad esempio, esistono rischi di subsidenza? Città o territori fragili, come Venezia, ovvero la costa romagnola potrebbero subire danni, anche irreversibili? Esistono studi di questo genere che consentano oggi di aprire alle trivelle? Era questa un'altra domanda che mi ero posto.
  Voi avete pensato di affrontare il caro energia dando l'uovo oggi. È giusto, no? C'è un'emergenza, le bollette sono insostenibili, dunque dobbiamo dare subito un segnale per abbassarle. E questo lo ritengo opportuno.
  Ma avete pensato anche di dare la gallina domani? Mi riferisco a misure come il reddito energetico in Puglia o in Basilicata, dove si prevede che alcuni impianti vengano dati gratuitamente ai cittadini, alle famiglie, alle imprese.
  Pensate a un fotovoltaico gratuito per tutte le imprese, oltre che per tutti i cittadini, ma il surplus che ne deriva – ossia l'energia che l'impresa non utilizza o il cittadino non utilizza, perché l'impresa non lavora sempre o il cittadino magari va al mare o va a lavorare – lo Stato può rivenderlo sul mercato dell'energia.
  Grazie a quel surplus, un intervento del genere non diventa più un costo per lo Stato, bensì si traduce in un investimento, giacché lo Stato rientra di quei 10-20 miliardi di euro l'anno che andrebbero stanziati per adottare questa misura almeno per quattro o cinque anni, garantendo un fotovoltaico gratuito o un solare termico gratuito, come stanno facendo sia la Basilicata che la Puglia, a tutti i cittadini e a tutte le imprese.Pag. 50
  In questo caso, noi daremmo non solo l'uovo oggi, ma anche la gallina domani, perché ricordiamoci che le fonti fossili sono comunque di provenienza estera, quindi hanno un costo sia in termini di inquinamento, sia in termini di bilancia dei pagamenti.
  Invece noi siamo ricchi di fonti rinnovabili, ma è una ricchezza che non siamo in grado oggi di convertire in denaro solo perché non investiamo nelle tecnologie, favorendo così quelle lobby che vogliono ancora che l'energia resti concentrata nelle mani di pochi, come la lobby delle trivelle, e non sia diffusa, diventando in tale ultimo caso una ricchezza per tutti.

  MARCO LISEI. Ringrazio anch'io il Ministro per la disponibilità.
  Le faccio alcune domande velocissime. La prima è se ci può spiegare i tempi con i quali è stata predisposta questa Nota di aggiornamento. Glielo chiedo perché a me risulta che lei abbia giurato il 22 ottobre 2022, ma ascoltando anche gli interventi dei colleghi magari ha giurato nel 2021, poiché sembra che abbia avuto a disposizione un tempo molto più lungo. Ma quello fu probabilmente un altro giuramento.
  In secondo luogo, le domando se eventualmente alcuni dei colleghi abbiano ricevuto documenti che io non ho avuto, perché mi sembra che molti interventi riguardino la legge di bilancio e molti dei provvedimenti che sono stati paventati probabilmente saranno inseriti in quel contesto, quindi francamente, come maggioranza, ci aspettiamo di entrare nel dettaglio di molti provvedimenti quando sarà presentato il disegno di legge di bilancio. Ma magari qualche collega l'ha già avuto, mentre noi non l'abbiamo ancora avuto. Io comunque la ringrazio per le anticipazioni e per le linee che ha esposto a nome del Governo rispetto a quello che sarà, in modo da far capire quali saranno gli intendimenti.Pag. 51
  Le faccio due domande, invece, più specifiche. Una riguarda il regime dei minimi, che viene spesso confuso con la flat tax, tanto che si parla allo stesso modo di flat tax e di minimi. Il regime dei minimi ha contribuito a ridurre il tax gap.
  Questo aspetto è descritto meglio a pagina 107 della Nota di aggiornamento, però non viene specificato in che modo esso abbia contribuito alla riduzione del tax gap.
  Nel prendere atto che c'è uno studio realizzato al riguardo dall'università degli studi dell'Insubria, le volevo semplicemente chiedere quali sono gli orizzonti temporali rispetto a questo studio, che diventa molto interessante per capire l'eventuale emersione.
  Le chiedo inoltre se non ritenga che il regime dei minimi – tale aspetto non viene infatti trattato – contribuisca non solo all'emersione economica e fiscale, ma anche a una semplificazione complessiva degli oneri dello Stato, perché chiaramente evita tutta una serie di incombenze a carico non soltanto del professionista e dell'azienda, ma anche dello Stato, e quindi se tale riduzione, sburocratizzazione, non rappresenti anche un surplus per l'economia.
  La seconda domanda è la seguente. È stata rilevata da alcuni colleghi la difficoltà in cui versa il sistema sanitario, una difficoltà che credo non potesse essere in alcun modo risolta nei diciassette giorni trascorsi da quando il Governo si è insediato e che è stata ereditata in parte anche dal precedente Governo.
  Lei giustamente ha fatto riferimento all'esplosione delle spese registrata nel sistema sanitario in relazione all'emergenza epidemiologica da COVID-19, quindi le chiedo, se c'è, una sua valutazione in merito a un'eventuale riduzione di tali spese.
  Ovviamente anche in questo caso occorrerebbe avere la sfera di cristallo per capire quale potrà essere lo scenario futuro della crisi pandemica. Ma soprattutto le chiedo quanto ha inciso Pag. 52sull'economia e sui bilanci della sanità pubblica l'aumento dei costi energetici, perché sembra che i costi energetici li paghino solo i cittadini, mentre essi sono pagati anche dallo Stato e dalle strutture pubbliche.
  Rispetto a questo, le chiedo altresì se verrà discussa eventualmente in sede di conferenza Stato-Regioni una ipotesi di spending review, che non colpisca ovviamente i lavoratori, ma riguardi anche l'efficientamento energetico della sanità pubblica. Ciò potrebbe anche creare degli spazi proprio per attribuire ai lavoratori che hanno fatto tanti sacrifici in tali comparti quei riconoscimenti che sino ad oggi il Ministro precedente non aveva loro riconosciuto.

  MARCO LOMBARDO. Ringrazio anch'io il Ministro Giorgetti, al quale auguro buon lavoro.
  Sarò sintetico, perché i tempi volgono al termine, ma apprezzo il confronto franco che il Ministro ha voluto avere, anche entrando nel merito delle questioni, così come apprezzo il suo approccio prudente e realistico.
  Ma, come molti miei colleghi, lamento una forte carenza nella parte programmatica della NADEF. Nessuno sta chiedendo di «spoilerare» le misure della manovra di bilancio, ma abbiamo bisogno di capire alcuni elementi proprio perché quello che ci chiedete oggi – dallo scostamento di bilancio, che avviene in un momento in cui i tassi di interessi sul debito aumentano, all'approvazione della relazione sulla NADEF – ovviamente ci impone un surplus di responsabilità. Quindi vado subito alle domande dirette.
  Lei ha confermato che l'intero ammontare di 21 miliardi di euro verrà utilizzato per la mitigazione del prezzo dell'energia in favore di imprese e famiglie più vulnerabili. La modalità di intervento mi pare di aver capito che è quella del credito di imposta e della riduzione delle accise. Ma non avete piuttosto Pag. 53pensato di considerare un meccanismo diverso come quello del price cap nazionale, in attesa che a livello europeo venga adottato un intervento di questo tipo? Perché, a nostro avviso, esso potrebbe costituire un meccanismo più strutturale per ottenere quell'obiettivo della mitigazione dei prezzi.
  Lei inoltre ci ha detto che la spesa pensionistica incrementerà di 50 miliardi di euro nei prossimi anni, anche a causa dell'indicizzazione all'inflazione. Quindi possiamo considerare archiviata l'ipotesi di «quota 41»? O, quanto meno, possiamo considerare che nell'elenco delle priorità questa non rientri tra le priorità?
  Infine lei ha detto, proprio da ultimo, nel primo giro di risposte, che il meccanismo del credito di imposta sarà rivisto in modo selettivo.
  Per il superbonus lei ha parlato di maggiori oneri per circa 37 miliardi di euro, e il clima di incertezza e disorientamento tra investitori e risparmiatori l'hanno citato anche altri colleghi; abbiamo capito che probabilmente verrà limitato alla prima casa, e forse anche limitato nella quantità, cioè nel tetto, ma la selettività – questa è la domanda – implicherà anche una fascia di reddito sotto la quale, o sopra la quale, si sarà inclusi nella platea dei beneficiari?
  Lo chiedo perché non sono solo gli interventi sull'efficienza energetica a determinare un risparmio, ma anche gli interventi sulla parte del consolidamento antisismico. E anche alla luce di quello che è successo, e di quello che succede oggi in un territorio così fragile, io penso che gli investitori, e anche i cittadini, abbiano bisogno di un sistema solido, strutturale per poter fare interventi di consolidamento antisismico. Credo che questa parte dell'intervento sia stata ampiamente sottovalutata, e forse necessita un ripensamento.

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  PIERANTONIO ZANETTIN. Ringrazio il Ministro Giorgetti per l'illustrazione del documento di natura economica che oggi ci ha proposto, nonché per lo stile, la sobrietà e il realismo con cui ci ha esposto le linee di politica economica di questo Governo.
  Io non posso che apprezzare la prudenza con la quale il Governo affronta i prossimi anni che, come abbiamo tutti riconosciuto, saranno molto impegnativi, speriamo non drammatici, ma certamente fra i più complicati della storia che abbiamo vissuto. Quindi un atteggiamento pragmatico e di grande prudenza, quale quello che ci è stato esposto, non può che essere condiviso da parte nostra.
  Sottolineo gli aspetti positivi, che fanno parte anche del patrimonio culturale di Forza Italia, tra cui il fatto che vediamo un'attenuazione della pressione fiscale che, pur in un contesto difficile, rappresenta una scelta politica che noi assolutamente condividiamo.
  Richiamo, inoltre, l'attenzione rivolta alle fasce deboli, con particolare riguardo alle pensioni, che – giova ricordarlo – vanno a tutela di soggetti anziani che meritano certamente il sostegno da parte dello Stato e del sistema e che hanno anche una capacità di consumo che può costituire un volano per lo sviluppo economico più in generale.
  Devo dire che ho anche apprezzato – però le chiederei di essere magari ancora più preciso a tal proposito – quanto da lei affermato replicando alle domande che le ha posto il collega Rosso sul superbonus, laddove ha garantito quanto meno un regime transitorio.
  Noi capiamo, né siamo certo stati fra quelli che hanno tessuto lodi entusiastiche al superbonus per come è stato voluto dai precedenti Governi, ma certamente da uomini che vivono la realtà economica dobbiamo preservare i diritti acquisiti e Pag. 55comunque le aspettative nel frattempo maturate. Quindi il fatto che lei abbia, in replica al collega Rosso, citato normative transitorie ci tranquillizza e rappresenta un elemento che sottolineiamo in modo positivo.
  Molte cose sono già state dette, quindi io mi sono riservato una sola domanda che non ho ritrovato negli interventi precedenti.
  Negli indirizzi che sono stati esposti, per finanziare la flat tax si parla di un riordino di esenzioni, detrazioni, crediti di imposta, e – cito più o meno testualmente – tale riordino porterebbe al dimezzamento degli attuali limiti di reddito oltre i quali non spetterebbe alcuna detrazione. Quindi potremmo assistere a una riduzione, addirittura a un dimezzamento dei limiti di reddito.
  Allora la raccomandazione che le rivolgo è questa, ma io faccio la domanda proprio perché voglio che lei mi rassicuri e rassicuri tutti i cittadini: è del tutto evidente che questo rapporto deve comportare comunque un vantaggio fiscale e non può tradursi, pur nelle buone intenzioni, in uno svantaggio fiscale per i soggetti che beneficiano della flat tax. In questo senso, le vorrei chiedere di rassicurarci tutti che questo calcolo verrà effettuato e che quindi questo rischio paventato non sussiste.

  TINO MAGNI. Vorrei essere molto breve, anche se è la prima volta che intervengo in un'aula parlamentare, in quanto sono un neo eletto. Vorrei essere abbastanza sintetico e porre alcune domande. Alcune le ha poste già il collega Grimaldi, quindi su queste non ritornerò.
  Però vorrei sottolineare un dato. Sulle entrate, ad esempio, non ho sentito una discussione relativa alla questione degli extraprofitti, e in questo documento non c'è scritto nulla al riguardo.Pag. 56
  Parliamo ovviamente di spesa, e quindi di intervenire sulla questione per quanto riguarda il caro bollette e non solo, ma siamo di fronte al fatto che alcune imprese, non solo energetiche, hanno realizzato, in questa situazione, degli extraprofitti. Questo è il dato fondamentale.
  C'è chi parla di un'aliquota al 40 per cento, chi al 50 per cento, però sta di fatto che dovevano pagare una quota e non l'hanno pagata; bisognerebbe discuterne, e noi ovviamente, che siamo un po' estremisti, pensiamo al 100 per cento di tassazione. Certamente non stiamo parlando di tassare i profitti, bensì di tassare gli extraprofitti. Quindi lei cosa intende fare? Questo è il primo ragionamento.
  In secondo luogo, alcune di queste imprese ovviamente sono assoggettate al diritto privato, altre invece sono anche pubbliche. Penso all'ENI, che nei prossimi giorni si appresta a distribuire un dividendo enorme, visto che nell'ultimo trimestre ha conseguito un risultato eccezionale.
  Come diceva lei, paradossalmente i prezzi del gas sono calati. Quindi ci sono alcuni elementi che producono, in questo caso, dal punto di vista finanziario e speculativo, un incremento di questi prezzi, che andrebbero tassati alla fonte.
  La nostra Costituzione prevede che le società hanno non solo il diritto di fare profitti, ma anche un dovere di responsabilità sociale. È possibile ragionare su questo?
  Ho accennato ad ENI, ma ci sono molte aziende pubbliche o parapubbliche che stanno facendo guadagni, ma poi il pubblico deve intervenire a sanare e quindi a distribuire. Su questo bisognerebbe provare a intervenire, o almeno provare a porsi il problema. Questo dato non è ovviamente posto. Quindi questo è un primo ragionamento sulle entrate.
  Il secondo è il problema relativo alle disuguaglianze. L'onorevole Marco Grimaldi è già intervenuto sulla questione e lei ha Pag. 57risposto – per la verità nel documento nulla viene detto – affermando che ritiene quello dei lavoratori e delle lavoratrici dipendenti un problema serio.
  Pongo un'altra questione che è molto presente, ad esempio, nelle grandi città. Durante il periodo della pandemia già si sono registrate situazioni di crisi, cui ora si è aggiunto il problema che uno deve decidere se fare la spesa o pagare l'affitto, e se non si paga l'affitto ci sono molti sfratti. Si assiste quindi ad una serie di sfratti, con la possibilità che la dimensione di questo fenomeno si estenda.
  Adesso il problema è che ad una condizione di fragilità, perché molto spesso sono le famiglie più deboli che affrontano questi problemi, si aggiunge un'ulteriore fragilità, rappresentata dal rischio della morosità. Forse è bene intervenire. È già stato fatto in passato, ad esempio attraverso il blocco degli sfratti per un determinato periodo di tempo.
  Concludo infine sulla questione dell'approvvigionamento energetico, già richiamata da un collega intervenuto in precedenza. Tralascio la polemica che pure potrei fare sul fatto che il primo Ministro aveva indicato che bisognava votare «sì» al blocco delle trivelle, mentre adesso la volontà del Governo è quella di intervenire sulle trivelle.
  Il risultato però tra questo ragionamento sulle trivelle e i tempi in cui si realizza una parte del fabbisogno non ha nessun rapporto rispetto al fatto che bisognerebbe intervenire sulle molte proposte già pronte nel nostro Paese sul terreno, ad esempio, delle energie rinnovabili, che risultano invece bloccate per questioni burocratiche, per alcuni cavilli burocratici e via discorrendo.
  Forse è meglio intervenire velocemente su questi aspetti, la cui risoluzione assicurerebbe una maggiore produzione di energiaPag. 58 e quindi, in prospettiva, una maggiore autonomia del nostro Paese anche nei confronti degli Stati esteri.

  PRESIDENTE. Avverto che i gruppi hanno così esaurito i tempi a loro disposizione, che avevamo definito inizialmente. Darei comunque la parola – ma sarò abbastanza rigido nel garantire il rispetto dei tempi – al collega Gusmeroli, al collega Dell'Olio e al senatore Castelli, per un intervento di massimo tre minuti ciascuno.
  Vi chiedo davvero di rimanere nei tempi, perché entro dieci minuti dobbiamo concludere per dare al Ministro la possibilità di replicare.

  ALBERTO LUIGI GUSMEROLI. Sarò rapidissimo, anche perché il Ministro, nella sua relazione e ancor più in sede di replica, ha veramente chiarito molti aspetti.
  Mi soffermerò, in particolare, su tre temi. Uno è quello del caro energia, con la destinazione integrale della cifra di 21 miliardi di euro a imprese e famiglie. In proposito, caldeggio anche l'appello che ha fatto il presidente dell'IFEL, Alessandro Canelli, sul tema relativo ai comuni, perché è stato stimato un problema non solo per il 2022, ma anche per il 2023 e il 2024, valutato in circa un miliardo di euro.
  Passando al secondo aspetto, mi ha fatto molto piacere l'intervento del Ministro sul superbonus. Non possiamo nascondere che, allo stato attuale, esiste un problema enorme di rischio di fallimento per tante imprese che hanno cassetti fiscali pienissimi ma scarsissima liquidità e che, pur avendo un cassetto fiscale enorme, non riescono neppure a pagare i loro dipendenti.
  Quindi l'attenzione massima che ha dichiarato giustamente il Ministro su questo tema è senz'altro un passaggio molto positivo.Pag. 59
  Volevo caldeggiare inoltre la questione relativa alle villette, perché il blocco per quattro o cinque mesi della cessione del credito ha, giocoforza, impedito a molti beneficiari del superbonus proprietari di villette di ultimare i lavori o di rispettare i termini del 30 settembre e del 31 dicembre.
  Dalle parole del Ministro mi sembra di aver colto un'estrema attenzione rispetto ai momenti di scadenza che stanno arrivando.
  Per il futuro esiste già un décalage stabilito dalla legge, quindi ho colto con favore le parole del Ministro circa l'opportunità di evitare interventi che possano creare ulteriori problematiche per ciò che riguarda il futuro. Per esempio, per quanto concerne i condomini tante delibere assembleari sono già state adottate per lavori che verranno eseguiti nel 2023, oppure sono già stati stipulati contratti, quindi rischi di cambiamento possono creare difficoltà.
  Concludendo, volevo giusto informare l'onorevole Grimaldi che sia i macellai che i barbieri non sono più soggetti ad IRAP dal 1° gennaio 2022, o non ne erano soggetti neppure precedentemente, perché in regime forfettario.

  GIANMAURO DELL'OLIO. Ringrazio il signor Ministro. Il bello di intervenire alla fine è che si può condensare il discorso, perché tante domande sono già state fatte.
  Sugli extraprofitti voglio dire solo una cosa. Cosa intendete fare, ammesso che vogliate davvero intervenire, visto che nel corso dell'esame parlamentare del decreto-legge n. 144 del 2022, meglio noto come «Aiuti-ter», è stato bocciato proprio un nostro emendamento che cercava, invece, di superare il problema, di andare oltre e quindi di aumentare l'importo, considerato che dei 9 miliardi di euro ne è arrivato solo uno, e si spera che arrivi altro.Pag. 60
  Sulla questione del superbonus si è parlato di cosa fare in futuro, e questo va anche bene, ma a me interessa il presente. È stato detto qualcosa, ma nel presente il problema è che, Ministro, lei ha ricevuto in eredità il blocco da parte del Presidente Draghi, perché pensava che tutte le truffe fossero sul superbonus, mentre l'Agenzia delle entrate ha stabilito che le truffe sul superbonus sono pari a circa 130 milioni di euro, mentre tutto il resto riguarda il bonus facciate.
  La mia impressione è che il Ministero dell'economia e delle finanze e la Ragioneria generale dello Stato non abbiano piacere a vedere questi crediti di imposta che possono circolare liberamente, perché di fatto permettevano alle aziende di avere liquidità. Ora il problema serio è questo.
  Diciamo che in questa fase, oggi non mi interessa quello che volete fare sul superbonus domani – e non è vero, perché è comunque interessante – ma è più interessante, Ministro, cosa volete fare sul problema attuale del blocco dei crediti, perché quei 6 miliardi di euro impatteranno sull'andamento futuro, dal momento che, se quei 6 miliardi di euro di crediti che hanno le aziende in pancia sono veri, sono buoni, allora devono potere andare in giro.
  Io non voglio dare soluzioni, però credo che, poiché Cassa depositi e prestiti Spa ha smesso di comprare crediti – forse ha ricevuto qualche telefonata, non lo so –, se CDP ricominciasse ora a comprare crediti, e credo che abbia quella capacità che le banche non hanno di potere accettare, forse la situazione si sbloccherebbe.
  Poste italiane Spa – lasciamo perdere quello che è successo ieri – ha smesso di comprare crediti dalle imprese, e li acquista solo dai privati. Se Poste ricevesse una telefonata della serie «comprati un sistema come quelli delle altre banche, cioè quelli fatti, ad esempio, da KPMG, che sono sistemi che sostanzialmentePag. 61 vanno a vedere anche il colore dei calzini di chi fa il superbonus, e quindi non hanno problemi», probabilmente anche Poste potrebbe ricominciare a comprare dalle aziende con i crediti buoni, ci sarebbe maggiore competizione tra le banche e quindi si abbasserebbero quei livelli.
  Concludo con due rapidi quesiti. Una prima domanda è se intendete ripartire dal lavoro istruttorio fatto nella precedente legislatura sulla delega fiscale, che credo sia un buon lavoro.
  La seconda domanda riguarda la questione delle truffe. È stato detto prima delle truffe, dell'evasione fiscale e si è parlato anche delle truffe relative al reddito di cittadinanza.
  È vero, ci sono state delle truffe, però la Guardia di finanza ha detto che ammontano a circa 130 milioni di euro. Sono più preoccupato degli altri 14 miliardi di euro di truffe di cui ha detto la Guardia di finanza, nonché dei 100 miliardi di euro e passa di evasione fiscale. Ecco sono più interessato a questo che non ai 130 milioni di euro, su cui pure sono d'accordo che si debba intervenire.

  GUIDO CASTELLI. Signor Ministro, le sottopongo una sollecitazione che torna ancora sul superbonus, ma limitatamente a una situazione particolare, al fatto cioè che già opera, nel nostro ordinamento, una norma che ha prorogato fino al 2025 la possibilità di ricorrere al superbonus nelle aree del cratere sismico.
  Do per scontato che questa misura sarà mantenuta senza décalage, ma volevo chiederle se avete valutato, nell'ambito di questa revisione, la possibilità di una rimodulazione che tenga anche conto delle zone sismiche o ad alto rischio idrogeologico, discorso che, ahimè, oggi vale ancora di più, considerato quello che è successo al largo delle Marche con una scossa di 5,7.
  Torno solo per un secondo nell'ambito del sisma anche per farle una sollecitazione. Lei sa che nelle nostre zone del sisma Pag. 622016 opera una forte contribuzione a valere sul Fondo complementare per le aree sisma, sia sotto il profilo pubblico delle infrastrutturazioni, sia per quanto riguarda il sostegno alle imprese.
  Vi sono delle milestone, tutte fissate dal Ministero dell'economia e delle finanze al 31 dicembre 2020, che probabilmente sarebbe utile convenientemente spostare, anche solo di tre mesi in avanti, perché l'importante credo sia quello di raggiungere l'obiettivo, e non solo di risultare formalmente tempestivi. Quindi confido nella possibilità che vi sia un'attenzione particolare anche da questo punto di vista.
  Anche perché lei sa che, per effetto di una direttiva del Ministero dell'economia e delle finanze, la possibilità di aggiornare i prezzi di alcune opere pubbliche è stata limitata solo a coloro i quali non avevano ancora emanato il bando di gara. Paradossalmente, sono risultati puniti coloro i quali erano stati più tempestivi e sono rimasti cornuti – e forse mazziati – coloro i quali, invece, lo erano stati di meno. Se si vuole raggiungere l'obiettivo, i formalismi di certe milestone vanno ragionevolmente governati.

  PRESIDENTE. A questo punto procederei con la replica del Ministro. Vorrei solamente aggiungere una mia riflessione a quanto già detto dal collega Gusmeroli e mi permetto anch'io di chiedere al Ministro, essendo stato lui stesso sindaco e molto attento alle esigenze del territorio, come preveda di aiutare un comparto che in questo momento è veramente in grosse difficoltà, ossia quello dei comuni.
  È vero che lo studio IFEL evidenzia una necessità molto forte, è vero che con il Governo Draghi sono state stanziate delle risorse, ma come il Ministro ben sa sono insufficienti rispetto all'aumento dei costi che oggi ricade sui territori.Pag. 63
  Quindi chiedo anch'io come intende procedere e quali sono le iniziative che il Governo vuole mettere in campo per assecondare le giuste e doverose richieste che arrivano da parte dei territori.
  Do quindi la parola al Ministro Giorgetti per la sua replica.

  GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dell'economia e delle finanze. Grazie ancora a tutti quelli che hanno contribuito con stimoli e critiche, che sono sempre utili.
  Comincio dall'onorevole Guerra. La manovra lorda sarà chiarissima nel documento di bilancio che sarà presentato, immagino, nell'arco massimo di tre settimane da ora.
  Naturalmente ringrazio quelli che hanno compreso lo sforzo che abbiamo fatto in così poco tempo a produrre i documenti di bilancio previsti dalla legge nell'ambito di una procedura che – ricordo – deve anche essere in qualche modo condivisa in sede europea, giacché la Commissione europea rivendica il diritto di esaminare per tempo i nostri documenti di bilancio. Quindi non dobbiamo soltanto, ahimè, rispondere al Parlamento, ma anche ad altre istituzioni.
  Credo che l'onorevole Guerra conosca bene queste procedure, perché in qualche modo conosce il Ministro dell'economia e delle finanze.
  Sull'aggiornamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ribadisco la nostra ferma determinazione a portarlo a terra nel modo migliore possibile e nei tempi più brevi possibili.
  Posso dire una cosa con relativa tranquillità. A quadro normativo attuale il Piano, così come è stato approvato, non si riesce a realizzare nei tempi previsti, anche a causa, come sappiamo, dell'aumento dei costi.
  Quindi urge, al fine di attuare quel Piano, una modifica del quadro normativo, con l'auspicio che la discussione che in sede europea è stata avviata, in particolare sul RePowerEU, e tutti i Pag. 64suoi connessi e correlati, arrivi il più presto possibile a una positiva conclusione.
  Questo ci permetterebbe in qualche modo di non rinnegare alcunché e di rendere realistico e implementabile il Piano stesso, operando nell'ambito, per così dire, anche di un quadro normativo in sede europea compatibile con questo tipo di volontà.
  Ribadisco che, per quanto riguarda il cuneo fiscale, si tratta di un argomento che ovviamente faceva parte del programma di Governo della maggioranza. Ribadisco che è un argomento di quelli che tratteremo oggi.
  È evidente che questo tipo di intervento, che ahimè scade il 31 dicembre, ha una dimensione di costo che non sfugge, onorevole Guerra, in quanto credo che l'abbia in qualche modo promosso e difeso nel precedente Governo.
  È dunque una di quelle misure che noi intendiamo in qualche modo riproporre, ma che tuttavia deve trovare compensazione – come ho detto, e ribadisco – nell'ambito della stessa voce. Non piace il termine «comparto», però questo è quello che mi sento di ribadire.
  Quanto alla flat tax, gli effetti della tassa piatta e del regime dei minimi sono controversi e, come la vicenda del superbonus, trovano diversi tipi di interpretazione, lettura e valutazione.
  Sicuramente ha comportato una semplificazione e un'emersione anche dell'economia sommersa, ma certamente la valutazione in ordine alla scelta di aumentare il regime forfettario in termini di reddito dovrà anche considerare gli aspetti, diciamo così, redistributivi di tutta la manovra.
  Ma, ribadisco, la valutazione dell'introduzione della tassa piatta – a mio giudizio, che naturalmente è discrezionale e sindacabile – è positiva.Pag. 65
  Per quanto riguarda la domanda posta dall'onorevole Murelli, che mi chiede rassicurazioni rispetto all'introduzione di misure di pensionamento per coloro che hanno quarantuno anni di contribuzione, posso dire che ovviamente questa misura non è esclusa e rientra esattamente nella logica che ho ripetutamente annunciato, e che ribadisco anche in sede parlamentare, in forza della quale nell'ambito della voce ci dovrà essere qualche forma di compensazione.
  Naturalmente, a titolo meramente indicativo, può darsi che qualche economia possa derivare dal reddito di cittadinanza, dalla sua manutenzione, e qualche altra voce potrà essere in qualche modo finanziata, ma sempre all'interno di questo tipo di compatibilità.
  Mi ha stimolato il richiamo alla revisione del Patto di stabilità e crescita, che oggi verrà annunciata dalla Commissione europea. Naturalmente noi disponiamo di alcune anticipazioni contenute in un paper, ma non siamo entrati nel merito, tuttavia posso già in qualche modo immaginare, e ne ho già avuta diretta percezione, che la proposta della Commissione europea troverà dei contrari, nel senso che alcuni la riterranno, come noi, magari in qualche modo eccessivamente ossessiva nei confronti dei Paesi sovraindebitati, altri, come i cosiddetti Paesi nordici, la riterranno, invece, inutilmente lasca. Ci sarà quindi una difficile, secondo me, negoziazione.
  Credo di potere anticipare che, sostanzialmente, la proposta dovrebbe riguardare una negoziazione diretta tra Commissione europea e singoli Stati sovraindebitati, per un rientro giudicato responsabile, perché rientra nella responsabilità degli Stati, ma che in qualche modo soddisfi gli obiettivi.
  Quindi immagino che avrà luogo una negoziazione su un programma di rientro che, come riferimento, ha l'obiettivo della riduzione del debito in un orizzonte temporale di quattro o Pag. 66sette anni, prevedendo, in cambio di questa capacità negoziale, una maggiore capacità di osservazione e di intervento da parte della Commissione europea, un po' mutuando quello che è avvenuto con il Next Generation EU, al netto del debito comune, nel senso che uno si impegna a fare delle cose, ma poi vengono a controllare sostanzialmente che tu effettivamente le fai.
  Il punto di riferimento fondamentale, al netto della dimensione fiscale, è quello della spesa primaria, più o meno in qualche modo nettizzata da altri fenomeni.
  Quello della spesa primaria è un aggregato che io mi sento di condividere, anche perché è calcolato al netto della spesa per gli interessi, che altrimenti, nel nostro caso, ci metterebbe fuori partita.
  E l'avanzo primario, che l'onorevole Lucaselli ha prima richiamato, va esattamente in questo tipo di direzione.
  Colgo l'occasione per riprendere il tema del recupero dell'inflazione, che più volte in qualche modo è stato toccato qua e là. Sicuramente una misura che stiamo valutando è quella di introdurre la possibilità di una sorta di premio o indennità, collegata per così dire all'inflazione, fino a 3.000 euro da parte delle imprese che volessero, in esenzione totale da contributi e tasse, riconoscere detto beneficio ai propri dipendenti.
  È un'indennità che è già stata in qualche modo sperimentata, o verrà sperimentata, in Germania. Ne ho parlato con il Ministro tedesco e la riproporremo tale e quale anche nel nostro Paese. Su questo intervento noi confidiamo molto, e almeno nella mia esperienza diretta sul terreno ho trovato tantissime realtà di imprenditori disponibili ad accogliere questo tipo di iniziativa, e in questo senso lo Stato sostanzialmente riconoscerà, al netto totale, l'eventuale sforzo fatto dalle imprese.Pag. 67
  Per quanto riguarda le questioni sollevate dal senatore Trevisi, su alcune vicende relative alle trivelle io onestamente sono sovraccarico di lavoro, non vorrei entrarci, né è mia competenza, ma ho le mie idee.
  Però torno sul tema del superbonus al 110 per cento, che più volte è stato richiamato, per esporre ancora una volta il mio pensiero. È chiaro che è una norma che, diciamo così, in tanti difendono, ma, per sintetizzare, io non ho mai visto una norma che è costata così tanto per così pochi. Ribadisco: così tanto per così pochi.
  Allora bisogna non eliminare tale misura, bensì gestire la fase della transitorietà. Io non ho parlato di eliminazione, ho parlato di razionalizzazione, perché così com'è non funziona.
  Poi naturalmente noi, come Ministero dell'economia e delle finanze, abbiamo le nostre stime, altri ne hanno fatte altre, ma siamo disponibili a una sessione specifica e puntuale su questo punto.
  Per quanto riguarda il phasing out rispetto alla dimensione dell'offerta, che ovviamente mi preoccupa come e forse di più per quanto riguarda il mio approccio a tutte le imprese che sono nate e hanno approfittato di questa misura per sviluppare la propria attività economica, io penso che dobbiamo ragionare.
  In questo senso voglio rispondere al senatore Trevisi e ad altri ancora che hanno posto il tema, nonché all'onorevole Lisei per quanto riguarda la sanità.
  Io credo che abbiamo una grande possibilità offerta dal RePowerEU, naturalmente quando verrà approvato, per realizzare una grande operazione simile al 110 per cento su tutti gli edifici pubblici.
  Noi dobbiamo sostanzialmente dirottare, in qualche modo, tutta l'offerta che si è venuta a creare nella dimensione dell'edilizia al fine di mettere in condizioni di risparmio energetico Pag. 68tutta una serie di edifici pubblici, a partire, non so, dalla Camera dei deputati – anche se noi non c'entriamo niente perché qui, come è noto, costituzionalmente ci pensa qualcun altro – fino ad arrivare ai comuni, agli ospedali, alle scuole e alle palestre. E lì c'è la possibilità concreta, da parte dello Stato, in qualche modo, di finanziare questo tipo di investimenti. Naturalmente l'idea è quella di dirottare gradualmente l'offerta verso questo tipo di domanda, che sarà una domanda di lavori pubblici non più privata, ma pubblica, e in questo modo di nettizzare quello che potrebbe essere un rischio concreto di uscita dal sistema per quanto riguarda le imprese che lavorano nel mondo dell'edilizia.
  Per altro faccio semplicemente notare che abbiamo anche, a proposito di PNRR, un problema molto serio per quanto riguarda l'offerta, e mi riferisco alle imprese che partecipano o che sono in grado di partecipare alle gare per realizzare le infrastrutture che abbiamo previsto.
  A tale proposito, dovrebbe essere messo in campo uno sforzo anche nella direzione di qualificare o riqualificare il tipo di industria edilizia relativa alle opere pubbliche italiane, che oggi ovviamente ha un sacco di problemi anche in relazione agli aggiornamenti dei costi sotto ogni tipo di aspetto. Al senatore Lisei credo di avere risposto.
  Il senatore Lombardo ha accennato al price cap nazionale, una bellissima cosa. Stiamo ragionando come in qualche modo aggiornare il tipo di interventi.
  Lo ribadisco: da qui alla fine dell'anno non c'è tempo dunque non creiamo ulteriori «casini» – consentitemi questo termine – e arriviamo così come siamo messi, poi dal 1° gennaio vediamo cosa fare. Ribadisco: c'è questa proposta che sta emergendo a livello europeo, che noi non rifiutiamo, che ci sembra anzi abbia un senso; se in qualche modo venisse Pag. 69raccomandata e anche, oserei dire, incentivata dall'Europa, potremmo aderirvi.
  Ad esempio, c'è lo sforzo che sta facendo l'INPS per anticipare, con una sorta di ISEE precompilato.
  Vedo il senatore Patuanelli, con cui ne avevamo discusso in Consiglio dei ministri, al fine di evitare che i contribuenti più fragili debbano fare la coda ai CAF per farsi fare l'ISEE.
  Può darsi che a ciò si giunga dal 1° gennaio prossimo, anzi io sono sicuro che l'INPS farà di tutto per arrivare a questo traguardo e sarà in grado di offrire un ISEE precompilato, e quindi in automatico riconoscere i benefici e i bonus sociali alle famiglie più bisognose. E su questo credo che valga la pena insistere.
  Per quanto riguarda i bonus edilizi, noi parliamo sempre di quello al 110 per cento, ma è chiaro che ci sono bonus e bonus. Ci sono bonus di diverse nature. C'è, ad esempio, il bonus antisismico, che merita un'attenzione specifica, e ahimè oggi c'è qualche notizia in proposito che ci conferma la situazione particolare del nostro Paese su questi temi.
  Lo ribadisco, il termine che ho usato e che ora ripeto, è «razionalizzazione». Ricordo che gli incentivi di ristrutturazione edilizia esistono almeno dal 1997, con forme percentuali diverse, e continueranno ad esistere in quelle forme; probabilmente, però, non nelle forme che esistono oggi.
  All'onorevole Dell'Olio rispondo che io ho parlato di «razionalizzazione» e non di «eliminazione», però stiamo attenti ed evitiamo di dire che questi crediti di imposta devono circolare liberamente: non dobbiamo proprio dirla questa cosa qua. È meglio per tutti, per lo Stato italiano in particolare.
  Ringrazio il senatore Zanettin, che ora non vedo più, e lo volevo rassicurare che per quanto riguarda il riordino delle detrazioni è una valutazione che stiamo facendo.Pag. 70
  Ci sono delle detrazioni e delle deduzioni che sono da riconoscere a tutti per la loro valenza e la loro qualità, mentre vi sono altri tipi di detrazioni che nel corso del tempo si sono venute a creare e che forse potrebbero essere riconosciute in qualche modo alle famiglie bisognose, e meno a chi percepisce redditi alti. Già oggi c'è un meccanismo di questo tipo.
  È una valutazione, non abbiamo ancora assunto determinazioni conclusive. Siccome però, come vi ho detto prima, all'interno della stessa voce alla fine la quadratura deve arrivare, è un'ipotesi che in qualche modo stiamo valutando. Come? Per quanto concerne, ad esempio, il tema degli extraprofitti – e qui rispondo al senatore Magni e all'onorevole Dell'Olio –, il Viceministro Leo ci sta già lavorando, poiché abbiamo intenzione di intervenire.
  La norma che è stata approvata, come abbiamo capito, non funziona, o meglio ha funzionato molto meno bene di quello che speravamo, ma il tema degli extraprofitti rimane.
  È un tema su cui noi siamo convinti che si debba in qualche modo agire. E quindi sicuramente ci sarà una proposta da parte del Governo sul tema degli extraprofitti, sperando di fare un intervento più incisivo e anche, se vogliamo, più effettivo, perché si fa la norma, si stimano 10 miliardi di euro di incassi, ma poi se ne incassano 2 o 3 e abbiamo dei contenziosi a livello giurisdizionale che potrebbero far cadere tutto. Stiamo cercando di mettere a terra un sistema che funzioni e produca risultati.
  Avviandomi alla conclusione, sottolineo che evidentemente il discorso relativo al sisma merita un trattamento e un'attenzione diversa rispetto ad altri.
  Presidente Pella, le assicuro tutta l'attenzione che serve anche sul tema degli enti locali. E, ribadisco, l'operazione che si deve fare e che io vedo associata al RePowerEU, è una mega Pag. 71operazione simile al 110 per cento, tanto per capirci, ma legata davvero ai comuni, a tutti gli edifici comunali, alle scuole e agli ospedali, per fare in modo che tutto il patrimonio pubblico italiano sia green, prima ancora che l'edilizia privata.
  Poi volevo precisare, proprio per chiudere, che io smentisco totalmente: io non ho mai fatto, né mai farò, alcuna telefonata presso istituti privati o simili per fare delle cose contro l'interesse aziendale. Io le notizie che sono apparse ieri le ho apprese come voi dalle agenzie, quindi non credo che sia opportuno, per tanti motivi, fare interventi di questo tipo, che smentisco categoricamente.

  LUIGI MARATTIN. Presidente, chiedo scusa, è possibile intervenire sull'ordine dei lavori relativi alla prossima sessione di bilancio per porre una sola questione?

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI MARATTIN. Mi è sembrato di aver capito che il Ministro abbia detto che il Documento programmatico di bilancio (DPB) verrà presentato entro tre settimane, se ho capito bene.
  Siccome il DPB va presentato prima del disegno di legge di bilancio, questo significa che il disegno di legge di bilancio quando ci arriverà?

  GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dell'economia e delle finanze. Io ho detto e ribadisco i termini che ho usato: «al massimo entro tre settimane da oggi». L'auspicio è di fare prima e di presentare il prima possibile al Parlamento il documento di bilancio.
  Dopo di che, se riesco a farlo domani mattina sono contento; se lo faccio la settimana prossima sono contento lo stesso; se ci Pag. 72impiego tre settimane non sono contento, ma vuol dire che c'erano dei motivi che ci hanno impedito di farlo prima.
  Quindi quello che posso garantire è che lo sforzo nostro – che non è neanche di tipo politico, nel senso che politicamente credo che abbiamo già le idee, non dico chiare, che mi sembrerebbe una presunzione dire che abbiamo le idee chiare – sarà massimo. Ma, come ben sa la collega che siede al suo fianco, ci sono dei problemi anche di tipo meramente tecnico per costruirlo.
  Chiaramente le strutture sono già al lavoro al massimo delle capacità e delle potenzialità. Ho dato un termine massimo, ma ragionevolmente, essendo oggi il 9 di novembre, due settimane mi sembra un target realistico. Su questo raccolgo la sensibilità e la spinta, e quindi metteremo la macchina a lavorare al 110 per cento, e non al 100 per cento.

  PRESIDENTE. Ringrazio veramente di cuore, anche a nome del collega senatore Calandrini, Presidente della Commissione speciale del Senato, il Ministro Giancarlo Giorgetti per questa sua importante audizione, e soprattutto per la disponibilità e la concretezza in quelle che sono state le domande e le risposte che sono arrivate. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 11.40.