CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 23 aprile 2024
294.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
Pag. 82

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 23 aprile 2024. — Presidenza del presidente Ciro MASCHIO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove.

  La seduta comincia alle 11.05.

Documento di economia e finanza 2024.
Doc. LVII, n. 2 e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Ciro MASCHIO, presidente, avverte che, in base alla programmazione dei lavori dell'Assemblea, la V Commissione Bilancio ha invitato le Commissioni di merito a rendere il parere entro le ore 12 della giornata odierna.

  Paolo PULCIANI (FDI), relatore, rammenta che il Documento di economia e finanza (DEF) relativo all'anno 2024 è stato trasmesso dalla Presidenza del Consiglio dei ministri il 12 aprile scorso, e predisposto ai sensi dell'articolo 10 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, con allegata la Relazione di cui all'articolo 6, comma 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 243.
  Con riguardo agli indicatori macroeconomici dell'intero periodo di riferimento, si prospetta una crescita del PIL per il 2025 all'1,2 per cento. Si tratta di un livello di crescita più sostenuto rispetto al 2024, ma al ribasso rispetto all'1,4 per cento previsto nella NADEF. Per i due anni successivi, la previsione di crescita è posta all'1,1 per Pag. 83cento per il 2026 e allo 0,9 per cento per il 2027.
  Con particolare riferimento al settore della giustizia, nel DEF 2024 il Governo stima che le riforme avviate potranno generare un incremento del PIL pari allo 0,4 per cento nel 2026, allo 0,6 per cento nel 2030, contribuendo ad una crescita pari allo 0,7 per cento nel lungo periodo rispetto allo scenario di base.
  Da questo punto di vista, le misure previste dal PNRR nell'ambito della riforma orizzontale della giustizia mirano a migliorare l'efficienza del sistema giudiziario, a ridurre i tempi di trattazione dei procedimenti civili e penali e ad aumentare la prevedibilità delle decisioni giudiziarie. Il Governo ricorda che nella Relazione Paese del Consiglio UE è stato riconosciuto l'impegno dell'Italia nel portare avanti queste riforme, particolarmente nel settore civile e dell'insolvenza, puntando al recupero di efficienza, competitività e attrattività. Difatti, attraverso il PNRR, sono stati stanziati 2,85 miliardi di euro per ridurre i tempi dei processi, diminuire l'arretrato civile, e investire nel capitale umano e nell'efficienza energetica degli edifici giudiziari.
  Secondo il documento in esame, i risultati finora ottenuti mostrano due note positive: una significativa riduzione degli arretrati dei procedimenti civili (tra il 2019 e il primo semestre 2023 gli arretrati presso i Tribunali e le Corti d'Appello sono diminuiti rispettivamente dell'81,3 per cento e del 94,4 per cento); una diminuzione dei tempi di trattazione sia civili che penali (rispettivamente del 19,2 per cento e del 29 per cento rispetto al 2019).
  Secondo quanto riportato nel Programma nazionale di riforma – allegato al DEF –, nel 2023 l'azione governativa si è concentrata sull'emanazione di sedici atti attuativi per il processo civile e penale, essenziali per l'efficientamento dei procedimenti e la semplificazione delle procedure e l'incremento della produttività degli uffici giudiziari.
  È stato altresì rafforzato il monitoraggio della riforma, con il decreto legislativo del 19 marzo 2024, n. 31 che ha introdotto misure volte, da un lato, a rafforzare il potere di controllo da parte del giudice penale per le indagini preliminari e, dall'altro, a semplificare la procedura per la determinazione delle pene sostitutive.
  Inoltre, sono in corso di adozione ulteriori interventi normativi correttivi riguardanti il decreto legislativo n. 149 del 2022 al fine di potenziare i procedimenti di risoluzione stragiudiziale delle controversie e la gestione della crisi d'impresa.
  Altro fronte di intervento riguarda la digitalizzazione del sistema giudiziario che, secondo quanto riportato nel Programma nazionale di riforma ha raggiunto, nel corso del 2023, oltre 3,5 milioni di fascicoli giudiziari. Sono stati inoltre avviati i lavori per lo sviluppo di un data lake per la giustizia, oltre a numerosi provvedimenti per lo sviluppo del processo telematico e l'introduzione di nuovi applicativi per il funzionamento del medesimo processo civile telematico, per la gestione elettronica obbligatoria dei documenti, la digitalizzazione delle indagini preliminari (ad esclusione dell'udienza preliminare) e la creazione di una banca dati delle decisioni civili gratuita, pienamente accessibile e consultabile.
  Nel medesimo documento sono quindi richiamati i significativi investimenti realizzati nel rafforzamento della capacità amministrativa e tecnica del sistema giudiziario.
  Uno degli aspetti richiamati riguarda il supporto all'Ufficio per il processo nel suo ruolo di supporto al magistrato e alla giurisdizione. Si cita, al riguardo, l'assunzione di nuovi dipendenti (3.978 nuovi dipendenti con profili giuridico-amministrativi e tecnici in aggiunta agli 8.330 funzionari addetti all'Ufficio per il Processo stesso) per supportare le linee di progetto in tema di digitalizzazione e di edilizia giudiziaria, oltre all'indizione di concorsi per l'assunzione di magistrati ordinari civili.
  Ancora, il Governo ricorda l'adozione di misure specifiche per affrontare le criticità dei tribunali meno efficienti e premiare gli Uffici giudiziari più virtuosi.
  Infine, in questa sezione sono richiamati gli interventi in materia di edilizia giudiziaria.Pag. 84
  Nel documento in esame, infine, il Governo dichiara di reputare fondamentale il percorso avviato in tema di giustizia tributaria, quale volano di crescita del Paese. In particolare, il Governo ricorda le azioni che mirano a velocizzare la risoluzione dei litigi fiscali e a rendere il sistema più efficiente e tecnologicamente avanzato quali: la creazione di un Dipartimento specifico per la giustizia tributaria all'interno del Ministero dell'economia e delle finanze; l'aumento del numero dei magistrati tributari mediante concorsi con modalità semplificate; l'abolizione della mediazione obbligatoria per ridurre i tempi del contenzioso tributario; la possibilità di conciliazione giudiziaria per i giudizi pendenti in Cassazione; le misure per digitalizzare il contenzioso tributario, rendendo obbligatorio l'uso delle forme telematiche e della firma digitale; le norme per rafforzare gli strumenti di tutela nel processo, come l'appello cautelare e disposizioni sul litisconsorzio necessario e il divieto di nova in appello, con ulteriori dettagli tecnici da definirsi in seguito.
  A completamento della manovra di bilancio 2025-2027, il Governo ha confermato quali collegati alla decisione di bilancio i disegni di legge già indicati nel precedente Documento programmatico. Tra questi, per i profili di competenza, vengono in rilievo i disegni di legge di: revisione delle circoscrizioni giudiziarie, anche con riferimento al Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie; rimodulazione delle piante organiche del personale amministrativo degli uffici giudiziari e ridefinizione dei profili professionali, anche con riferimento al Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie; interventi di rifunzionalizzazione degli istituti di prevenzione e pena.
  Ciò premesso, propone di esprimere sul provvedimento in esame parere favorevole (vedi allegato 1).

  Ciro MASCHIO, presidente, avverte che sono state presentate proposte alternative di parere da parte del gruppo del Movimento 5 Stelle (vedi allegato 2) e del Partito democratico (vedi allegato 3).

  Federico CAFIERO DE RAHO (M5S) illustra la proposta alternativa di parere del suo gruppo, sottolineando come la funzione principale del Documento di economia e finanza sia quella di fornire un'idea di massima dell'orientamento dell'Esecutivo per l'anno successivo, con un anticipo sufficiente per consentire una programmazione alle famiglie ed alle imprese.
  Ricorda che l'articolo 10 della legge n. 196 del 2009, cosiddetta legge di contabilità e finanza pubblica, prevede espressamente che il Documento di economia e finanza contenga gli obiettivi da conseguire per accelerare la riduzione del debito pubblico nonché le previsioni di finanza di lungo periodo e gli interventi che si intendono adottare per garantire la sostenibilità. Rileva, tuttavia, come invece nel documento in esame venga meno l'essenza stessa del documento di programmazione, in quanto esso si limita a fornire una fotografia dell'esistente, replicando quanto già annunciato con la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza del 2023.
  Reputa pertanto particolarmente grave che, in una stagione economica segnata dall'erosione stipendiale e dalla riduzione delle prestazioni, il Governo decida di non esprimersi sugli obiettivi programmatici, prevedendo, per il 2024, un saldo del settore pubblico di – 152.608 milioni di euro (pari al -7,1 per cento del prodotto interno lordo), in peggioramento di 47.058 milioni di euro rispetto al risultato del 2023. Osserva, in proposito, che la tendenza negativa del saldo previsto per il 2024 è riconducibile sia alla stima in diminuzione degli incassi finali, sia a quella in aumento dei pagamenti finali.
  Sottolinea come i dati Istat dimostrino che la povertà in Italia rappresenti attualmente un fenomeno strutturale che coinvolge quasi un residente ogni dieci e che pertanto si contano nel territorio nazionale più di 5 milioni di persone in stato di povertà assoluta. Rileva, quindi come il Documento in esame non contenga alcun piano programmatico per contrastare tale fenomeno che costituisce, invece, il primo problema del Paese.Pag. 85
  Per quanto attiene, in particolare, al settore della giustizia, ritiene che il Documento di economia e finanza per il 2024 rifletta un'impostazione assolutamente pavida, sottolineando l'esiguità delle risorse stanziate per la maggior parte degli interventi previsti, dall'edilizia carceraria alla digitalizzazione.
  Osserva, inoltre, come il documento non faccia alcuna menzione in merito allo stanziamento di adeguate risorse aggiuntive per le assunzioni di magistrati, di funzionari giuridico-pedagogici negli istituti penitenziari, di personale di polizia penitenziaria, quest'ultimo in particolare sofferenza. Sottolinea, inoltre, la mancanza di previsione di interventi di copertura delle gravissime carenze negli Uffici di esecuzione penale esterna, che, anche in considerazione delle riforme intervenute, hanno funzioni e compiti maggiori.
  Constata, altresì, come anche dal testo del provvedimento si evinca che non risulta essere una priorità dell'Esecutivo il potenziamento degli strumenti di contrasto alle mafie già esistenti, così come il rafforzamento dei principali presidi antimafia, quale il regime speciale del 41-bis, nonché le misure di prevenzione personali e patrimoniali e lamenta la mancanza di stanziamento di risorse aggiuntive necessarie a proseguire nella politica di contrasto alle mafie e alle agromafie.
  Sottolineando, in fine, come la proposta alternativa di parere presentata dal suo gruppo individui ben diciotto punti sui quali il Governo non ha ritenuto di doversi impegnare, dichiara il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore.

  Debora SERRACCHIANI (PD-IDP), rammentando che anche il Partito Democratico ha presentato una proposta alternativa di parere, dichiara il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere presentata dal relatore.
  Sottolinea come il documento in esame dovrebbe tracciare, nel contesto del semestre europeo, una prospettiva di medio-lungo termine degli impegni e degli indirizzi al fine di promuovere il coordinamento e la convergenza delle politiche economiche degli Stati membri dell'Unione europea e di garantire la stabilità. Osserva come, invece, l'Esecutivo abbia presentato soltanto il quadro tendenziale e non quello programmatico che ha invece rinviato al prossimo Piano fiscale-strutturale di medio termine.
  Evidenzia come la decisione di non presentare un documento programmatico è stata in passato assunta soltanto da Governi dimissionari, mentre questo Esecutivo è nel pieno delle sue funzioni politiche.
  Sottolinea quindi come tutti i provvedimenti economici fin qui assunti dal Governo Meloni siano stati caratterizzati da una scarsa programmazione, a partire dalla prima manovra sulla quale si è detto che non si poteva intervenire essendo di fatto già stata impostata dal precedente Governo. Ma anche nella successiva legge di bilancio la ripartizione delle risorse da parte dell'Esecutivo non è stata efficace, sottraendo risorse alla lotta alla povertà e assumendo scelte non condivisibili sul fronte delle politiche in materia di giustizia.
  In proposito, fa presente che i membri del suo gruppo quotidianamente verificano di persona la carenza di strutture, di personale e di spazi trattamentali all'interno delle carceri e sottolinea come il provvedimento in esame non disponga risorse per l'edilizia carceraria.
  Manifesta, quindi, la preoccupazione del suo gruppo in relazione alla procedura d'infrazione per deficit eccessivo che la Commissione europea si appresta ad aprire nei confronti del nostro Paese e sottolinea come il nuovo Patto di stabilità non farà altro che appesantire le casse dello Stato.
  Con riferimento alla paventata procedura d'infrazione, sottolinea, poi come sarà necessario – nonostante le rassicurazioni del Ministro Giorgetti – varare una manovra correttiva che inciderà su settori di rilievo come la sanità, la giustizia e l'istruzione per i quali si dovranno prevedere dei tagli per coprire il deficit.
  Sottolinea inoltre come la decisione del Governo di svendere quote di Poste Italiane con il solo scopo di fare cassa, oltre a non risolvere il problema del deficit, sia poco comprensibile, anche in considerazione della Pag. 86natura sovranista del Governo che vanta tra i vari Dicasteri anche quello del Made in Italy.
  Rileva come anche i dati contenuti nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza per il 2023 non siano rassicuranti e ritiene che anche il Governo sia consapevole di dover effettuare dei tagli ma che stia aspettando la scadenza elettorale del 9 giugno per intervenire.
  Sottolineando come il Documento in esame non sia adeguato, ribadisce, pertanto, il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

  Devis DORI (AVS) dichiara il voto contrario sulla proposta di parere del relatore, sottolineando come il suo gruppo non condivida il provvedimento nel suo complesso.

  Ciro MASCHIO, presidente, non essendovi altre richieste di intervento, pone in votazione la proposta di parere del relatore, rammentando che dalla sua approvazione discende la preclusione delle proposte alternative di parere.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione.
C. 1665 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla I Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Ingrid BISA (LEGA), relatrice, fa presente che il provvedimento si compone di 11 articoli e reca disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione (il cui testo recita «Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell'articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all'organizzazione della giustizia di pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei princìpi di cui all'articolo 119. La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la regione interessata».
  L'articolo 1 indica la finalità del provvedimento, che, in sintesi, è quella di definire i princìpi generali per l'attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia in attuazione del citato terzo comma dell'articolo 116, della Costituzione, nonché le relative modalità procedurali di approvazione delle intese fra lo Stato e una regione.
  L'attribuzione di ulteriori condizioni di autonomia è tuttavia subordinata, per le materie LEP, ai sensi del comma 2 dell'articolo 1, alla determinazione – sulla base delle procedure definite dal successivo articolo 3 – dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, cosiddetti LEP.
  L'articolo 2 disciplina il procedimento di approvazione delle intese fra Stato e Regione, indicando che sullo schema preliminare i competenti organi parlamentari, si esprimono con atti di indirizzo. Lo schema di intesa definitivo è invece trasfuso in un disegno di legge su cui le Camere sono chiamate ad esprimersi a maggioranza assoluta dei componenti, ai sensi della citata norma costituzionale.
  Per quanto di specifica competenza della Commissione, si segnala che figura l'organizzazione della giustizia di pace (lettera l) del secondo comma dell'articolo 117 della Costituzione), tra le materie che possono formare oggetto di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia ai sensi del richiamo recato dall'articolo 116, terzo comma, nonché, sia pure per i soli profili «ordinistici», la materia delle professioni (articolo 117 della Costituzione, comma 3).
  Per completezza, si richiamano sinteticamente gli ulteriori contenuti del provvedimento.Pag. 87
  L'articolo 3 delinea la procedura per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni nelle materie di cui all'articolo 116, terzo comma, della Costituzione.
  L'articolo 4, disciplina il trasferimento delle funzioni attinenti a materie o ad ambiti di materie riferibili ai LEP.
  L'articolo 5 stabilisce i criteri generali per l'individuazione dei beni e delle risorse finanziarie, umane, strumentali e organizzative necessarie per l'esercizio da parte della Regione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia
  L'articolo 6 prevede che le funzioni amministrative trasferite alla regione in attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, possono essere attribuite dalla regione medesima a comuni, province e città metropolitane.
  L'articolo 7 disciplina la durata delle intese
  L'articolo 8 disciplina il monitoraggio da parte della Commissione paritetica Stato-regione-autonomie locali di cui all'articolo 5
  L'articolo 9 reca la clausola di invarianza finanziaria e le ulteriori disposizioni relative a tale ambito.
  L'articolo 10 stabilisce che lo Stato promuove misure perequative per l'esercizio effettivo dei diritti civili e sociali che devono essere garantiti dallo Stato e dalle amministrazioni regionali e locali nell'esercizio delle funzioni riconducibili ai livelli essenziali delle prestazioni o alle funzioni fondamentali.
  L'articolo 11 prevede che gli atti di iniziativa delle regioni in materia di autonomia differenziata già presentati al Governo vengono esaminati secondo quanto previsto dalle pertinenti disposizioni del provvedimento in esame.
  Ciò premesso, preannuncia la presentazione, nella seduta di domani, di una proposta di parere favorevole.

  Carla GIULIANO (M5S) preannuncia la presentazione, da parte del suo gruppo, di una proposta alternativa di parere sul provvedimento in esame, che, a suo avviso, contiene disposizioni preoccupanti non solo per quanto attiene al settore della giustizia ma in linea generale.
  Evidenzia come, infatti, nel corso delle audizioni svoltesi nella Commissione di merito, numerosi soggetti auditi abbiano messo in guardia circa il rischio che il provvedimento acuisca il divario tra le varie regioni e tra le aree periferiche e le grandi città.
  In particolare, con riferimento al settore della salute, ritiene che il disegno di legge in discussione possa minare la tenuta del Servizio sanitario nazionale. Evidenzia infatti come i dati dell'ultimo Rapporto Gimbe certifichino che a seguito della riforma del 2001 si sono formati ventuno diversi sistemi sanitari – addirittura con propri tariffari per i farmaci – e sottolinea come l'attribuzione alle singole regioni di differenti poteri sulla materia non farà altro che aumentare le disparità tra queste.
  Rammenta, inoltre, come le regioni del Sud scontino una preoccupante mobilità passiva in ambito sanitario e richiama in merito i relativi dati della Corte dei conti, rilevando come tale mobilità finisca con l'aggravare anche i servizi sanitari delle regioni più virtuose che – in ragione dell'elevato numero di pazienti che ad essi ricorrono – non saranno più nelle condizioni di assicurare i servizi offerti.
  Reputa inoltre particolarmente grave delegare alle regioni la competenza di settori strategici come la scuola e l'istruzione, sottolineando come un indebolimento di tali comparti renderà meno efficace anche la lotta alla mafia e alla corruzione. Osserva infatti come vi sia una forte connessione tra la dispersione scolastica e il reclutamento dei giovani nel circuito della criminalità.
  Stigmatizza, inoltre, l'estromissione dai meccanismi di controllo del Parlamento sancita dal provvedimento in discussione.
  Nel ricordare come il suo gruppo abbia espresso in ogni sede, anche al di fuori delle aule parlamentari, la propria contrarietà sul provvedimento, si riserva di intervenire nuovamente nella prossima seduta per illustrare puntualmente la proposta di parere che ha preannunciato di presentare.

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  Ciro MASCHIO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 11.30.

SEDE REFERENTE

  Martedì 23 aprile 2024. — Presidenza del presidente Ciro MASCHIO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove.

  La seduta comincia alle 11.30.

Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all'ordinamento giudiziario e al codice dell'ordinamento militare.
C. 1718 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 3 aprile 2024.

  Ciro MASCHIO, presidente, ricorda che il provvedimento risulta iscritto nel programma dei lavori dell'Assemblea per il mese di maggio.
  Comunica che sono state presentate 111 proposte emendative (vedi allegato 4).
  Con riguardo ai profili di ammissibilità, ricorda che l'articolo 89, comma 1, del Regolamento, riserva al presidente il compito di dichiarare inammissibili gli emendamenti e articoli aggiuntivi che siano relativi ad argomenti affatto estranei all'oggetto della discussione.
  Alla luce dei suddetti criteri del richiamato articolo 89 del Regolamento, dichiara l'inammissibilità delle seguenti proposte emendative:

   Silvestri Francesco 1.2, che reca una disciplina ordinamentale dell'attività di relazioni istituzionali per la rappresentanza di interessi;

   Gianassi 1.6, limitatamente alla parte consequenziale che modifica il testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali in materia di responsabilità dei sindaci e dei presidenti di provincia, nonché dei dirigenti;

   Gianassi 1.7, limitatamente alla parte consequenziale che modifica il testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali e il decreto-legge n. 76 del 2020, in materia di responsabilità dei sindaci e dei presidenti di provincia, nonché dei dirigenti;

   D'Orso 1.14, in quanto modifica l'art. 159 c.p., prevedendo che il corso della prescrizione rimanga sospeso nel tempo che intercorre tra la pronunzia della sentenza di primo grado o del decreto di condanna fino alla data della loro esecutività, e abroga gli articoli 344-bis c.p.p. (Improcedibilità per superamento dei termini di durata massima del giudizio di impugnazione) e 165-ter delle disposizioni attuative del codice di procedura penale (Monitoraggio dei termini di cui all'articolo 344-bis c.p.);

   Ascari 1.31, che modifica il reato di istigazione a delinquere, introducendovi la fattispecie di apologia di associazione di tipo mafioso ai sensi dell'art. 416-bis;

   Borrelli 1.32, che introduce il reato di apologia di associazione criminale;

   Giuliano 1.33, che rende procedibile d'ufficio taluni delitti (lesioni personali, nonché alcuni delitti contro la libertà personale, a tutela dell'inviolabilità del domicilio, nonché furto e danneggiamento);

   Giuliano 1.34, che rende procedibile d'ufficio il reato di furto quando ricorrono una o più circostanze aggravanti e quando alla persona offesa è stato procurato un danno patrimoniale di rilevante gravità, nonché il reato di danneggiamento quando riguarda beni demaniali pubblici;

   Giuliano 1.35, che abroga il reato di invasione di terreni o edifici con pericolo per la salute pubblica o l'incolumità pubblica (art. 633-bis);

   Dori 1.01, che modifica il testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali Pag. 89in materia di responsabilità dei sindaci e dei presidenti di provincia, nonché dei dirigenti;

   Dori 1.02, che modifica il testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali in materia di responsabilità penale degli amministratori locali;

   Giuliano 2.37, in quanto volto ad abrogare l'articolo 344-bis c.p.p. (Improcedibilità per superamento dei termini di durata massima del giudizio di impugnazione), l'articolo 578, commi 1-bis e 1-ter, c.p.p. (Decisione sugli effetti civili nel caso di improcedibilità per superamento dei termini di durata massima del giudizio di impugnazione), l'articolo 578-ter c.p.p. (Decisione sulla confisca e provvedimenti sui beni in sequestro nel caso di improcedibilità per superamento dei termini di durata massima del giudizio di impugnazione), nonché il comma 7 dell'articolo 628-bis (richiesta per l'eliminazione degli effetti pregiudizievoli delle decisioni adottate in violazione della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali o dei Protocolli addizionali);

   D'Orso 2.40, che modifica l'art. 444 c.p.p. in materia di presupposti per l'applicazione della pena su richiesta delle parti;

   Giuliano 2.01, che reca una norma di interpretazione autentica dell'art. 13, comma 1, del decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, in materia di presupposti per l'autorizzazione di intercettazioni in relazione a indagini per delitti di criminalità organizzata;

   Giuliano 3.2 in quanto abroga l'articolo 165-ter delle disposizioni attuative del codice di procedura penale (Monitoraggio dei termini di cui all'articolo 344-bis c.p.) relativo all'improcedibilità per superamento dei termini di durata massima del giudizio di impugnazione);

   Del Barba 3.03, in quanto introduce disposizioni in materia di liberazione anticipata, prevedendo la detrazione di pena in caso di violazione della ragionevole durata del processo;

   Del Barba 3.04, in quanto introduce disposizioni in materia di liberazione anticipata, prevedendo la detrazione di pena in caso di violazione della ragionevole durata del processo;

   Ascari 5.08, in quanto riproduce i contenuti dell'articolo 22, commi 1 e 2, del decreto-legge n. 19 del 2024 in corso di conversione;

   Gianassi 5.09, in quanto riproduce sostanzialmente i contenuti dell'articolo 22, comma 1, del decreto-legge n. 19 del 2024 in corso di conversione.

  Propone, quindi, di fissare per le ore 18 della giornata odierna il termine per l'eventuale richiesta di riesame.

  Debora SERRACCHIANI (PD-IDP) chiede di fissare il predetto termine per le richieste di riesame alle ore 13 della giornata di domani, sottolineando come il provvedimento non sia un decreto-legge e come pertanto non è necessario prevedere un calendario d'esame così stringente.

  Ciro MASCHIO, presidente, sottolinea come sia prevista per la giornata di domani una seduta nella quale la presidenza darà conto dell'esito degli eventuali ricorsi. Ritiene pertanto che sia più opportuno mantenere nella giornata odierna il termine per la presentazione delle richieste di riesame. Tuttavia, per consentire ai gruppi di disporre di un tempo maggiore per la predisposizione di tali richieste, fissa tale termine per le ore 20 della giornata odierna.

  Valentina D'ORSO (M5S), rammentando come nella settimana in corso, oltre al vaglio di ammissibilità sugli emendamenti riferiti al provvedimento in esame, i commissari potrebbero essere chiamati a presentare ricorso anche avverso le declaratorie di ammissibilità riferite agli emendamenti su altri due provvedimenti – uno dei quali esaminato congiuntamente alla CommissionePag. 90 Affari costituzionali – invita comunque a definire termini che consentano agli uffici legislativi di poter lavorare in modo ordinato.

  Ciro MASCHIO, presidente, ricorda che le declaratorie di inammissibilità sulla proposta di legge Giachetti C. 552, in materia di liberazione anticipata, avverrà nella seduta di domani e contestualmente sarà definito in quella sede il termine per la proposizione di eventuali ricorsi.
  Per quanto attiene invece al disegno di legge del Governo C. 1717, in materia di cybersicurezza, essendo esaminato in sede congiunta con la I Commissione, le declaratorie di inammissibilità avverranno nella seduta odierna e contestualmente sarà fissato il termine per la presentazione di eventuali ricorsi, d'intesa con il presidente Pagano. Ritiene, comunque, plausibile che in tale sede si provvederà a fissare un termine compatibile con le esigenze di entrambe le Commissioni, impegnate singolarmente su diversi provvedimenti.
  Ciò premesso, nessun altro chiedendo di intervenire, fissa il termine per la presentazione di richieste di riesame per le ore 20 della giornata odierna e rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 11.40.