CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 19 marzo 2024
272.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

  Martedì 19 marzo 2024. — Presidenza del presidente, Luca SBARDELLA. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'interno, Wanda Ferro.

  La seduta comincia alle 9.20.

Dichiarazione di monumento nazionale di teatri italiani.
Emendamenti Testo unificato C. 982-A.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Nulla osta).

  Il Comitato inizia l'esame degli emendamenti presentati in assemblea al provvedimento.

  Luca SBARDELLA, presidente, fa presente che il Comitato permanente per i pareri della I Commissione è chiamato a esaminare, ai fini dell'espressione del prescritto parere all'Assemblea, il fascicolo n. 1 degli emendamenti riferiti al testo unificato C. 982 e abb.-A, recante «Dichiarazione di monumento nazionale di teatri italiani».
  In sostituzione della relatrice, onorevole Montaruli, impossibilitata a partecipare alla seduta odierna, segnala come le predette proposte emendative non presentino criticità per quanto concerne il riparto di competenze legislative tra Stato e regioni ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione: pertanto appare possibile esprimere su di essi nulla osta.

  Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di nulla osta Pag. 29formulata dal presidente in sostituzione della relatrice.

Interventi in materia di sicurezza stradale e delega per la revisione del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.
Emendamenti C. 1435-A Governo e abb.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Nulla osta).

  Il Comitato inizia l'esame degli emendamenti presentati in Assemblea al provvedimento.

  Luca SBARDELLA, presidente, fa presente che il Comitato permanente per i pareri della I Commissione è chiamato a esaminare, ai fini dell'espressione del prescritto parere all'Assemblea, il fascicolo n. 3 degli emendamenti riferiti alla proposta di legge C. 1435-A e abb., recante «Interventi in materia di sicurezza stradale e delega per la revisione del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285».
  In sostituzione del relatore, onorevole Ziello, impossibilitato a partecipare alla seduta odierna, segnala come le predette proposte emendative non presentino criticità per quanto concerne il riparto di competenze legislative tra Stato e regioni ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione: pertanto appare possibile esprimere su di essi nulla osta.

  Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di nulla osta formulata dal presidente in sostituzione del relatore.

Disposizioni in tema di politiche sociali e di enti del Terzo settore.
Emendamenti C. 1532-ter-A.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Nulla osta).

  Il Comitato inizia l'esame del provvedimento.

  Luca SBARDELLA, presidente e relatore, fa presente che il Comitato permanente per i pareri della I Commissione è chiamato a esaminare, ai fini dell'espressione del prescritto parere all'Assemblea, il fascicolo n. 1 degli emendamenti riferiti al disegno di legge C. 1532-ter-A recante «Disposizioni in tema di politiche sociali e di enti del Terzo settore».
  In qualità di relatore, segnala come le predette proposte emendative non presentino criticità per quanto concerne il riparto di competenze legislative tra Stato e regioni ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione: pertanto appare possibile esprimere su di essi nulla osta. Formula una proposta di nulla osta.

  Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di nulla osta formulata dal relatore.

Modifiche al decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 198, in materia di considerazione dei costi di produzione per la fissazione dei prezzi nei contratti di cessione dei prodotti agroalimentari, e delega al Governo per la disciplina delle filiere di qualità nel sistema di produzione, importazione e distribuzione dei prodotti agroalimentari.
Emendamenti C. 851-A.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Nulla osta).

  Il Comitato inizia l'esame del provvedimento.

  Luca SBARDELLA, presidente e relatore, fa presente che il Comitato permanente per i pareri della I Commissione è chiamato a esaminare, ai fini dell'espressione del prescritto parere all'Assemblea, il fascicolo n. 1 degli emendamenti riferiti alla proposta di legge C. 851-A, recante «Modifiche al decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 198, in materia di considerazione dei costi di produzione per la fissazione dei prezzi nei contratti di cessione dei prodotti agroalimentari, e delega al Governo per la disciplina delle filiere di qualità nel sistema di produzione, importazione e distribuzione dei prodotti agroalimentari».Pag. 30
  In qualità di relatore, segnala come le predette proposte emendative non presentino criticità per quanto concerne il riparto di competenze legislative tra Stato e regioni ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione: pertanto appare possibile esprimere su di esse nulla osta.

  Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di nulla osta formulata dal relatore.

  La seduta termina alle 9.25.

SEDE REFERENTE

  Martedì 19 marzo 2024. — Presidenza del presidente Nazario PAGANO. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'interno, Wanda Ferro.

  La seduta comincia alle 9.40.

DL 7/2024: Disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali dell'anno 2024 e in materia di revisione delle anagrafi della popolazione residente e di determinazione della popolazione legale.
C. 1780 Governo, approvato dal Senato.
(Esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 18 marzo 2024.

  Nazario PAGANO, presidente e relatore, dopo aver dato conto delle sostituzioni, avverte che sono state presentate richieste di riesame della pronuncia di inammissibilità relative alle proposte emendative Gianassi 4.02 e 4.03. nonché Costa 4-septies.02. Avverte che la presidenza, a seguito di un supplemento di istruttoria, ritiene di: confermare il giudizio di inammissibilità delle proposte emendative Gianassi 4.02 e 4.03 in quanto relative alla disciplina sulla responsabilità politica e amministrativa dei sindaci e dei presidenti delle province, che è materia non riconducibile agli specifici oggetti del decreto-legge; riammettere la proposta emendativa Costa 4-septies.02 in quanto, intervenendo sulle cause di sospensione degli amministratori locali, incide comunque sulle condizioni per l'esercizio del mandato di tali amministratori, che è materia oggetto del decreto-legge. Ricorda che ieri si è svolta la discussione sul complesso degli emendamenti e che nella seduta odierna si procederà all'esame delle proposte emendative. Ricorda altresì che entro le ore 12 – come concordato nella riunione dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi – dovrà essere concluso l'esame in sede referente con la deliberazione del mandato al relatore, in considerazione dell'inizio della discussione in Assemblea alle ore 18 della giornata odierna. In qualità di relatore, esprime parere contrario su tutte le proposte emendative presentate ritenute ammissibili.

  La sottosegretaria Wanda FERRO esprime parere conforme a quello del relatore.

  Alfonso COLUCCI (M5S) fa presente preliminarmente che il provvedimento in oggetto è stato licenziato dal Consiglio dei ministri il 29 gennaio 2024, per poi passare all'esame del Senato che lo ha approvato il 13 marzo scorso. Nel ricordare che il decreto-legge è stato assegnato alla Commissione Affari costituzionali nella giornata di giovedì scorso e che già oggi pomeriggio è prevista la discussione sulle linee generali da parte dell'Assemblea, evidenzia l'impossibilità per la Camera dei deputati di svolgere un reale esame dei suoi contenuti. Nel rilevare che si tratta ormai di un monocameralismo formalizzato e non più di fatto, si domanda quale fine abbia fatto l'impegno assunto dal presidente Pagano a tutela delle prerogative dei deputati a fronte della proliferazione dei provvedimenti d'urgenza e della compressione dei tempi di esame. Aggiunge che il decreto-legge all'esame della Commissione presenta un contenuto assolutamente eterogeneo tanto da rendere la valutazione di ammissibilità delle proposte emendative operata dalla presidenza un esercizio di coraggio piuttosto che di tecnica. Fa inoltre presente che il numero degli articoli del provvedimento è aumentato significativamente dopo l'esame da parte Pag. 31dell'altro ramo del Parlamento e che la maggior parte delle modifiche sono state introdotte dall'Assemblea, evidenziando quindi che la Commissione Affari costituzionali della Camera non può neanche avvalersi dell'approfondimento svolto dall'omologa Commissione del Senato. Sottolinea che il Comitato per la legislazione, di cui fa parte, ha licenziato un parere sul provvedimento in cui si evidenzia la necessità di un approfondimento con riguardo alla coerenza e alla ratio unitaria dei suoi contenuti, soprattutto relativamente all'articolo 4-quinquies che interviene sui trattamenti degli amministratori delle forme particolari e più accentuate di decentramento. Rileva che il provvedimento, rispondente inizialmente all'esigenza di rivedere le anagrafi della popolazione residente e di determinare la popolazione legale, è stato arricchito da disposizioni incidenti sul Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, che non hanno alcuna attinenza con il contenuto originario. A suo parere anche le ragioni di necessità ed urgenza, che l'articolo 77 della Costituzione impone per un ricorso legittimo al decreto-legge, sono tutte da verificare considerato il provvedimento interviene a ben tre mesi dalle elezioni europee. Pertanto ritiene che il decreto-legge in esame, oltre a mortificare la Costituzione e le pronunce della Corte costituzionale, costituisca un oltraggio allo stesso Presidente della Repubblica che in più occasione si è riferito all'eccessivo ricorso alla decretazione d'urgenza. Quanto all'emendamento Pavanelli 1.1, fa presente che esso è volto ad incrementare l'indennità prevista per i soggetti che operano nei seggi elettorali.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Pavanelli 1.1 e 1.2.

  Alfonso COLUCCI (M5S) sottoscrive l'emendamento Zaratti 1.3.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Zaratti 1.3 e gli articoli aggiuntivi Baldino 1.01, Pavanelli 1.02, Toni Ricciardi 1.04 e Di Sanzo 1.05.

  Alfonso COLUCCI (M5S) illustra l'articolo aggiuntivo Pavanelli 1.06 che intende destinare contributi ai comuni che individuino strutture alternative agli edifici scolastici da destinare al funzionamento dei seggi elettorali. Ritiene infatti che per quanto possibile vada garantita la continuità didattica, soprattutto nei casi in cui, come per le elezioni del Parlamento europeo, la tornata elettorale si svolge sul finire dell'anno scolastico.

  La sottosegretaria Wanda FERRO interviene per far presente che una proposta emendativa analoga presentata durante l'esame al Senato è stata ritirata per essere trasformata in un ordine del giorno. Suggerisce quindi anche in questo caso di adottare analoga soluzione.

  Alfonso COLUCCI (M5S) dichiara di non voler ritirare la proposta emendativa Pavanelli 1.06.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Pavanelli 1.06.

  Simona BONAFÈ (PD-IDP) fa presente che l'emendamento 1-ter.1, analogamente all'emendamento 1-ter.7, entrambi a prima firma dell'onorevole Madia, è molto importante per il Partito democratico, dal momento che, riprendendo i contenuti della proposta di legge presentata dalla medesima collega, estende la disciplina sperimentale introdotta dal decreto-legge in esame anche ai soggetti che si trovino fuori sede per ragioni di lavoro o di cura. Ricorda che la richiamata proposta di legge fu, nel corso dell'esame da parte della Commissione Affari costituzionali, completamente svuotata di contenuti e trasformata in una delega al Governo. Apprezzando quindi il primo passo compiuto con il provvedimento in esame, ribadisce che per il Partito democratico è importante consentire l'esercizio del voto a tutti i soggetti che siano domiciliati fuori sede per motivi di studio, lavoro e cura.

  Alfonso COLUCCI (M5S), nel far presente che alla proposta di legge della collegaPag. 32 Madia era abbinata una analoga proposta di legge del Movimento 5 Stelle presentata dalla deputata Pavanelli, ribadisce che entrambe sono state svuotate di contenuti e trasformate in una delega al Governo, peraltro ancora non attuata. Fa presente che la soluzione introdotta dal decreto-legge in esame, per quanto apprezzabile, è limitata, sia in quanto sperimentale e transitoria sia perché rivolta ai soli soggetti che sono domiciliati fuori sede per motivi di studio. Nel rilevare oltretutto che tali soggetti sono comunque costretti per esercitare il voto fuori sede a recarsi presso il capoluogo della regione in cui sono domiciliati, domanda come mai la disciplina per quanto sperimentale non sia stata estesa anche alle consultazioni elettorali nazionali, referendarie e amministrative. Evidenzia dunque che la proposta avanzata nel decreto-legge in esame è insufficiente soprattutto in ragione dell'effettivo bisogno di favorire la partecipazione al voto, dal momento che il grave fenomeno dell'astensionismo si deve non soltanto alla lontananza dei cittadini dalla politica ma anche a difficoltà oggettive legate alla maggiore mobilità dell'elettorato. Chiede quindi di approvare l'emendamento Madia 1-ter.1.

  La sottosegretaria Wanda FERRO sottolinea che la disciplina sperimentale introdotta dal decreto-legge in esame rappresenta un primo passo per comprendere le criticità e le difficoltà organizzative connesse con l'esercizio del voto fuori sede, in vista della sua auspicabile estensione anche a chi si trovi domiciliato in altra regione anche per motivi diversi dallo studio. Nel sottolineare la delicatezza della materia elettorale, ricordando altresì il caso delle lunghe file fuori dai seggi verificatosi con un precedente Ministro, richiama anche la sperimentazione del voto elettronico per il rinnovo dei comitati degli italiani all'estero che se da un lato ha consentito di registrare un incremento fino al 20 per cento dei votanti dall'altro ha prodotto circa 9 mila tra intromissioni ed hackeraggi, Ribadisce quindi che la disposizione introdotta nel provvedimento rappresenta una prima sperimentazione, volta anche a comprendere quali siano i numeri reali del fenomeno, considerato che i dati riportati nel Libro bianco sembrano non essere del tutto affidabili. Nel sottolineare l'importanza che anche il Governo attribuisce al tema, ricordando che la delega prevista nel provvedimento richiamato dall'onorevole Bonafè deve essere esercitata entro diciotto mesi, precisa che per quanto riguarda le consultazioni politiche, con l'attuale legge elettorale, si tratterebbe tra l'altro di prevedere ben 221 schede diverse in luogo delle 5 relative alle elezioni europee. Sottolinea a tale proposito che ciò richiede una organizzazione solida tale da evitare i rischi connessi all'esercizio del voto da parte degli italiani all'estero. Ritiene in conclusione che la disciplina sperimentale prodotta costituisca un buon punto di partenza, aggiungendo che se la sperimentazione andrà a buon fine, tale disciplina si estenderà in sede di attuazione della delega. Evidenzia quindi come il Governo abbia mantenuto la parola data.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Madia 1-ter.1, Zaratti 1-ter.2, 1-ter.3 e 1-ter.4.

  Alfonso COLUCCI (M5S) ringrazia la sottosegretaria Ferro per la disponibilità e la competenza con cui interagisce con la Commissione dichiarando che gli sarebbe piaciuto avere il tempo di svolgere un esame vero del provvedimento invece che un esercizio formale per responsabilità in maggioranza. Illustra quindi i contenuti dell'emendamento Pavanelli 1-ter.5 che estende l'esercizio del voto fuori sede anche a chi sia domiciliato in una regione diversa per motivi di lavoro o di cure mediche, sottolineando come sull'argomento sia stato già detto tanto.

  La Commissione respinge l'emendamento Pavanelli 1-ter.5.

  Maria Elena BOSCHI (IV-C-RE) intende lasciare agli atti la posizione del suo gruppo sull'argomento, oltre che con le proposte emendative presentate, anche con il proprio intervento. Evidenzia quindi che il suo gruppo ha presentato proposte emendative, Pag. 33volte ad estendere il voto fuori sede a tutti i soggetti temporaneamente domiciliati in un'altra regione, sia alla Camera sia al Senato, dove avrebbe avuto senso approfondire il tema, considerato che vi è stata la possibilità di un confronto in Commissione. Dichiara inoltre che il suo gruppo vede positivamente l'intervento del Governo, pur rammentando che le proposte di legge dell'opposizione in tema di voto fuori sede sono state svuotate di contenuti e trasformate in una delega al Governo dai tempi peraltro molto ampi. Pur rammentando la propria perplessità in merito all'«avocazione» del tema presso il Governo, si dichiara comunque favorevole alla disposizione introdotta dal decreto-legge, sottolineando che evidentemente se c'è la volontà la questione può essere affrontata con una soluzione complessiva. Nel rilevare dunque che manca attualmente tale volontà da parte del Governo, si augura tuttavia che quest'ultimo possa prendere una nuova iniziativa, eventualmente anche con un altro decreto-legge, al fine di favorire la partecipazione al voto per tutte le competizioni elettorali e soprattutto per quelle politiche.

  La Commissione respinge l'emendamento Boschi 1-ter.6.

  Alfonso COLUCCI (M5S) interviene per una precisazione a seguito dell'intervento della collega Boschi, facendo presente che il tema elettorale è stato sì affrontato al Senato ma concentrandosi su aspetti diversi dall'esercizio del voto fuori sede. Evidenzia in primo luogo che la Commissione Affari costituzionali del Senato è stata impegnata per vari giorni sul tema del terzo mandato, o meglio sull'interrogativo se Zaia dovesse o meno diventare nuovamente governatore del Veneto. Aggiunge che il confronto in Senato ha prodotto tra l'altro l'introduzione di casi di ineleggibilità, oltre tutto relativi alle competizioni elettorali regionali e non europee, e di disposizioni sul limite del mandato per i sindaci, tutti argomenti inconferenti rispetto al contenuto del provvedimento. In conclusione sottolinea che in Senato è stato dedicato un tempo marginale ai veri temi del decreto-legge, concentrandosi invece su questioni di spartizione politica che sono del tutto estranee al suo contenuto.

  La Commissione respinge l'emendamento Madia 1-ter.7.

  Nazario PAGANO, presidente, constata l'assenza della presentatrice dell'emendamento Carfagna 1-ter.8; s'intende che vi abbia rinunciato.

  La Commissione respinge l'emendamento Pavanelli 1-ter.9.

  Enrica ALIFANO (M5S) interviene sull'emendamento Pavanelli 1-ter.10 per citare alcuni numeri che chiariscono l'esigenza di venire incontro ai soggetti che si trovino fuori sede al momento delle competizioni elettorali. Richiama quindi il report sull'astensionismo commissionato nel 2018 dall'allora Ministro dei rapporti con il Parlamento, segnalando che all'epoca gli elettori fuori sede per motivi di studio erano circa 519 mila mentre ammontavano a 4,9 milioni i cittadini italiani titolari di diritto di voto temporaneamente domiciliati fuori dalla propria regione. Ritiene quindi che si debba intervenire con urgenza ricordando tra l'altro che i maggiori cali nell'affluenza alle urne si sono registrati nelle regioni meridionali e in Sardegna, dove nel corso degli ultimi anni è più diffuso il fenomeno della migrazione verso altre zone del Paese. A suo parere, la vera regione dell'astensionismo è da ricercare più che in una disaffezione verso una classe politica in una diversa mobilità dei nostri cittadini, sottolineando che il problema non può essere affrontato con norme temporanee e limitate nell'applicazione. Raccomanda quindi l'approvazione dell'emendamento Pavanelli 1-ter.10.

  Filiberto ZARATTI (AVS) dichiara in primo luogo che lo sforzo realizzato al Senato dal Governo in maggioranza è positivo ma non sufficiente, come dimostrano i numeri citati dalla collega Alifano. Fa presente quindi che dietro la discussione in corso vi sono milioni di italiani che si sono Pag. 34dovuti spostare dai luoghi di residenza in ragione dei cambiamenti del Paese e del mercato del lavoro e che non sono nelle condizioni di esercitare il diritto di voto. Ritenendo che ciò rappresenti un vulnus della democrazia, ritiene che molto ancora vi sia da fare per rimuovere gli ostacoli all'esercizio di un diritto costituzionalmente garantito. Nel manifestare la propria stima alla sottosegretaria Ferro per come affronta gli argomenti e si rapporta ai parlamentari, pur riconoscendo che diverse problematiche sono emerse in sede di esercizio del voto degli italiani all'estero, si sarebbe aspettato che la sperimentazione riguardasse anche tale aspetto, tanto più che in particolare secondo il Governo vi sarebbero diversi deputati e senatori eletti all'estero con modalità ritenute inidonee. Nel rilevare quindi che tale problema dovrebbe rappresentare una priorità del Governo, dichiara di non comprendere per quale motivo la disciplina sperimentale vada bene per i soggetti fuori sede per motivi di studio e non invece per chi è fuori sede per motivi di salute. Si dichiara quindi preoccupato per questa iniziativa del Governo che affronta solo una piccola parte del problema e che rappresenta un'occasione persa, anche in ragione della discussione sviluppatasi in Commissione sulla proposta di legge della collega Madia, ricordando come in quell'occasione si sia registrato un muro contro un muro a fronte della dichiarata convinzione della maggioranza che una soluzione non si potesse trovare.

  Igor IEZZI (LEGA) interviene nel suo ex ruolo di relatore sulla proposta della collega Madia in materia di esercizio del voto fuori sede, precisando che in quell'occasione non si disse che non si poteva fare ma piuttosto che occorreva valutare gli aspetti critici. Per usare un paradosso, ritiene che l'introduzione dell'articolo 1-ter nel decreto-legge in esame rappresenta sostanzialmente un'attuazione della delega attribuita al Governo rilevando che, se tutti sono teoricamente d'accordo sull'esistenza di un problema e sulla necessità di trovare una soluzione, esiste tuttavia una difficoltà legata alla realizzazione pratica. Richiamando in particolare le considerazioni della sottosegretaria Ferro con riguardo alle 221 circoscrizioni elettorali in occasione delle elezioni politiche a fronte delle 5 previste per le elezioni europee, ribadisce che sull'argomento vi sono problematiche serie da risolvere. Nel ricordare il dibattito svolto in Commissione sul voto online e sul voto per corrispondenza, ricorda che all'epoca era stata prospettata come unica soluzione al momento praticabile quella relativa alle elezioni europee che sono esattamente l'oggetto della disciplina sperimentale introdotta dal decreto. Evidenzia quindi che il Governo, e non soltanto la sottosegretaria Ferro, diversamente da quanto si sostiene, ascolta i dibattiti in Commissione e procede anche sulla base dei suggerimenti derivati dal nostro lavoro, individuando questa come una soluzione immediata da mettere in piedi per risolvere, per quanto solo parzialmente, il problema.

  Enrica ALIFANO (M5S) interviene per sottolineare che in materia elettorale dovrebbe intervenire il legislatore ordinario come previsto dal quarto comma dell'articolo 72 della Costituzione e dall'articolo 15 della legge 400 del 1988, mentre in questo caso lo si fa con un provvedimento di urgenza che contrasta con la nostra Costituzione e con le pronunce della Corte costituzionale.

  Nazario PAGANO, presidente, fa presente alla collega Alifano che le ha consentito eccezionalmente di intervenire nuovamente in dichiarazione di voto considerando il suo attuale intervento un'appendice di quello precedente.

  Simona BONAFÈ (PD-IDP) interviene per svolgere alcune ulteriori considerazioni su un argomento che sta molto a cuore al Partito democratico rilevando in particolare come il dato dell'astensionismo registrato nelle ultime consultazioni elettorali regionali sia molto preoccupante e induca a mettere in campo tutti gli strumenti a disposizione. Pur riconoscendo il passo in avanti rappresentato dall'articolo 1-ter, con riferimento alle considerazioni svolte dal collega Iezzi fa presente che la delega attribuitaPag. 35 dal Governo non prevedeva l'introduzione di una disciplina sperimentale di cui le proposte emendative del Partito democratico chiedono la stabilizzazione. Precisa quindi che l'attuazione della delega prevede di andare oltre le elezioni europee e di non limitarsi soltanto ai soggetti fuori sede per motivi di studio. Pur non volendo trascurare le problematiche organizzative, ritiene valesse la pena di fare un passo in avanti più compiuto.

  La Commissione respinge l'emendamento Pavanelli 1-ter.10.

  Filiberto ZARATTI (AVS) illustra l'articolo aggiuntivo a sua firma 1-ter.01 che prevede il rimborso totale delle spese sostenute dagli studenti domiciliati per motivi di studio in altra regione per i viaggi sostenuti per la partecipazione all'elezione dei membri del Parlamento europeo. Evidenzia quindi che tale proposta interviene sul medesimo argomento precedentemente affrontato vale a dire quello di favorire l'esercizio del diritto di voto mettendo in campo tutte le iniziative possibili. Aggiunge che nella maggior parte dei casi si tratta di studenti che sono generalmente privi di risorse finanziarie e le cui famiglie fanno grandi sacrifici per mantenerli agli studi. Ritiene di conseguenza che sia compito dello Stato assicurarsi che tali soggetti possano esercitare realmente il diritto di voto tanto più che non si tratta di numeri così grandi da mettere in difficoltà il bilancio del Paese. Nel sottolineare che i soldi spesi per la democrazia sono soldi spesi bene, ritiene che la proposta emendativa in esame sia del tutto ragionevole e che contribuisca al miglioramento del testo.

  Maria Rosaria CARFAGNA (AZ-PER-RE) invita Governo e maggioranza a riflettere su quanto detto dal collega, sottolineando la necessità di non penalizzare gli studenti e di garantire loro il rimborso totale delle spese sostenute, al fine di consentire l'esercizio del fondamentale diritto di voto. Ritornando sull'argomento precedentemente affrontato, nel sottolineare che la soluzione proposta dall'articolo 1-ter del decreto-legge in esame è limitata ai soli soggetti fuori sede per motivi di studio, invita maggioranza e Governo a un supplemento di istruttoria. Faticando a credere che tali tematiche non siano condivise, sollecita uno sforzo ulteriore per garantire l'esercizio del voto.

  Alfonso COLUCCI (M5S) dichiara di voler sostenere le proposte emendative in esame con il proprio voto favorevole e anche con il proprio intervento, evidenziando che la normativa sperimentale introdotta dal decreto-legge obbliga comunque i soggetti fuori sede a recarsi presso il capoluogo di regione per esercitare il diritto di voto. Considera quindi necessario prevedere il rimborso totale delle spese sostenute per lo spostamento, tanto più alla luce dei rincari del costo della vita e delle tasse universitarie, al fine di dare un contributo oltre che al diritto di voto anche all'altrettanto importante diritto allo studio.

  La Commissione respinge gli identici articoli aggiuntivi Zaratti 1-ter.01 e Carfagna 1-ter.02.

  Nazario PAGANO, presidente, sospende brevemente la seduta.

  La seduta, sospesa alle 10.25, è ripresa alle 10.35.

  La Commissione respinge gli identici articoli aggiuntivi Zaratti 1-ter 0.3 e Onori 1-ter 04.

  Alfonso COLUCCI (M5S) illustrando l'articolo aggiuntivo Auriemma 1-ter.05, di cui è cofirmatario, ne raccomanda l'approvazione in quanto volto ad ampliare la partecipazione al voto, agevolandone l'esercizio al personale impegnato in operazioni di soccorso e di sostegno in luoghi colpiti da calamità naturali.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli articoli aggiuntivi Auriemma 1-ter 05 e Baldini 1-ter 06.

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  Filiberto ZARATTI (AVS), illustrando il suo emendamento 2.1, fa presente che esso mira a garantire l'eguaglianza tra uomini e donne, eliminando la distinzione tra questi due generi che attualmente si concretizza nella presenza di due liste elettorali separate. Ritiene che tale distinzione sia ormai anacronistica e superata da ragioni storiche. Auspica dunque un ripensamento del Governo a riguardo, giudicando incomprensibile esprimere un parere contrario su una simile proposta di modifica.

  Maria Elena BOSCHI (IV-C-RE) condivide la finalità dell'emendamento in esame, giudicando necessario eliminare una separazione tra uomini e donne che appare ormai storicamente superata. Nell'augurarsi che non vi siano motivazioni politiche di altra natura, non connesse alle presunte difficoltà pratiche che, a detta di alcuni, potrebbero derivare dalla predisposizione di elenchi elettorali unici, auspica che il Governo possa quantomeno impegnarsi ad accettare un ordine del giorno su tale questione.

  La sottosegretaria Wanda FERRO ritiene che la predisposizione di elenchi unici determinerebbe un sovraccarico di adempimenti per i comuni che sarebbe difficilmente gestibile in prossimità delle elezioni, a fronte di organici già carenti. Fa notare in ogni caso che il Governo è disponibile ad affrontare questa ed altre questioni in altra sede, nell'ambito della riforma del TUEL.

  Alfonso COLUCCI (M5S) ritiene che gli identici emendamenti Zaratti 2.1 e Boldrini 2.2 siano condivisibili in quanto mirano a sancire l'uguaglianza tra donne e uomini, venendo incontro anche alle esigenze dei soggetti che non si riconoscono in nessuno dei due generi, trovandosi in una condizione di transizione da uno all'altro.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Zaratti 2.1 e Boldrini 2.2.

  Enrica ALIFANO (M5S), intervenendo sull'emendamento 2-bis.1 a sua prima firma, nonché su quelli successivi di analogo tenore, osserva che essi mirano a scongiurare una possibile distorsione degli esiti elettorali, che potrebbe essere determinata, a suo avviso, dal mantenimento di due discipline parallele in materia di simboli politici registrati, paventando infatti il rischio di un utilizzo del marchio d'impresa a fini elusivi della disciplina sul silenzio elettorale. Fa notare che i suoi successivi emendamenti, come gli emendamenti 2-bis.3 e 2-bis.4, mirano da un lato a garantire l'applicazione delle norme che regolano la propaganda elettorale, dall'altro a limitare l'utilizzo di tali marchi d'impresa negli ultimi trenta giorni o nel giorno precedente la votazione e durante tutto il periodo di apertura dei seggi.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Alifano 2-bis.1 e Zaratti 2.bis.2.

  Alfonso COLUCCI (M5S), illustrando l'emendamento Alifano 2-bis.3, ne raccomanda l'approvazione, in quanto volto a chiarire la portata della disposizione recata dal provvedimento in esame.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Alifani 2-bis.3, 2-bis.4 e 2-bis.5.

  Alfonso COLUCCI (M5S) illustra il suo emendamento 4.2, che è volto a sopprimere il comma 1 dell'articolo 4. Ritiene infatti sbagliato eliminare completamente il limite di mandato per i sindaci dei comuni più piccoli, dal momento che si rischia di determinare un'eccessiva concentrazione di potere in capo a figure monocratiche, senza più alcun contrappeso. Fa notare che la stessa Corte costituzionale ha rilevato tale rischio, che appare ancora maggiore considerata la contiguità che si riscontra nell'ambito dei comuni più piccoli tra eletto ed elettori. Ritiene, inoltre, ci sia una certa incoerenza tra quanto previsto nel provvedimento in esame e quanto è stabilito nell'ambito del provvedimento di riforma costituzionale sul premierato, attualmente all'esame del Senato, laddove invece si prevede un limite di due mandati per il Pag. 37Presidente del Consiglio, nonostante esso presieda un organo collegiale.

  Filiberto ZARATTI (AVS) ritiene grave eliminare il limite di mandato che è proprio previsto come forma di garanzia per attenuare la particolare concentrazione di potere di cui è titolare il sindaco eletto direttamente, concentrazione di potere che appare ancora più evidente nell'ambito dei comuni più piccoli. Ritiene si rischi di favorire l'affermazione di piccoli potentati e di compromettere il ricambio della classe dirigente, facendo notare che, se proprio si volesse intervenire in materia, sarebbe più ragionevole tornare a un sistema proporzionale, che in quel caso non richiederebbe la previsione di particolari contrappesi.

  Federico FORNARO (PD-IDP) giudica incomprensibile intervenire sulla materia oggetto dell'emendamento in discussione, attraverso la decretazione d'urgenza, osservando che sarebbe auspicabile piuttosto rinviarne l'esame in altra sede, nell'ambito di una riforma del TUEL, dove sarebbe possibile quantomeno un confronto adeguato tra gli schieramenti politici. Nel merito della questione, ritiene sia un errore rimuovere il limite dei mandati nei comuni più piccoli, considerato che tale tetto è stato previsto proprio per bilanciare l'elezione diretta del sindaco. Giudica scorretto intervenire su tale materia, alterando le regole del gioco, con un decreto-legge che si sottrae a qualsiasi logica di dialogo.

  La sottosegretaria Wanda FERRO fa presente che con la disposizione in esame il Governo, lungi dal voler imporre d'autorità qualsiasi scelta, ha inteso semplicemente dare ascolto alle sollecitazioni provenienti dall'ANCI e dall'Associazione nazionale dei piccoli comuni, che hanno fatto notare le difficoltà riscontrate nel reperire candidati nell'ambito dei piccoli comuni. Ribadisce la propria disponibilità nell'approfondire la questione in altra sede, nell'ambito della riforma del TUEL.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Zaratti 4.1, Alfonso Colucci 4.2 e Bonafè 4.3.

  Maria Elena BOSCHI (IV-C-RE) fa notare che il suo emendamento 4.5 pone la questione della previsione del terzo mandato per i sindaci sopra i 15 mila abitanti e per i presidenti di regione, aspetto peraltro affrontato separatamente dalle sue successive proposte emendative. Osserva che il suo gruppo ritiene necessario prevedere in quel caso la possibilità del terzo mandato, giudicando opportuno che anche gli altri gruppi chiariscano la propria posizione a riguardo. Ritiene che su tale questione certe ambiguità non siano ammissibili, non comprendendo, ad esempio, come il gruppo del Partito Democratico, che non sembra avere una posizione unitaria al proprio interno su tale punto, possa esprimere contrarietà su certi emendamenti della Lega, come avvenuto al Senato, solamente per ragioni strumentali e propagandistiche. Nell'osservare che un intervento di tale portata è stato richiesto anche dall'ANCI, non ritiene sia una forzatura prevedere una disposizione simile nell'ambito di un decreto-legge, in prossimità delle elezioni.

  Federico FORNARO (PD-IDP), ricollegandosi ad alcune osservazioni svolte dalla deputata Boschi, fa notare che la posizione del Partito Democratico è sempre stata chiara e coerente, ritenendo sia sbagliato intervenire su tale materia attraverso un decreto-legge piuttosto che nell'ambito di una riforma organica del TUEL. Osserva che la proposta di rinviare tale discussione in altra sede, nell'ambito di una riforma del TUEL, non rappresenti un rinvio tattico quanto un segno di serietà volto a valorizzare il ruolo centrale del Parlamento, giudicando invece puramente strumentale e propagandistico intervenire con una proposta emendativa nell'ambito di un esame di un decreto-legge.

  Igor IEZZI (LEGA) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sia sull'emendamento Boschi 4.5 sia sulle proposte emendative successive di analogo tenore, a prima firma della deputata Boschi, ritenendo che, soprattutto in relazione ai comuni più piccoli, non vi sia alcun rischio di eccessivo potere in capo a figure monocratiche, trattandosiPag. 38 piuttosto di garantire la continuità amministrativa degli enti territoriali, a fronte della difficoltà di reperire candidati nell'ambito di tali contesti più ristretti.

  Pasqualino PENZA (M5S) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sull'emendamento Boschi 4.5 e su quelli successivi di analogo tenore, a prima firma della deputata Boschi, facendo notare che il suo gruppo ha espresso sempre con chiarezza la propria contrarietà al terzo mandato ad ogni livello.

  Francesco MICHELOTTI (FDI) ritiene che estendere eccessivamente l'orizzonte temporale di una carica di Governo oltre il secondo mandato, per quanto riguarda gli ambiti territoriali più grandi, rappresenti un rischio che potrebbe nuocere alla stessa attuazione del programma di Governo, al contempo ostacolando il ricambio della classe dirigente. Ritiene che il Governo stia seguendo un percorso virtuoso, condividendo la scelta di rimuovere tale limite per i comuni più piccoli e di prevedere il terzo mandato per i comuni con popolazione fino ai 15 mila abitanti. Ritiene che qualsiasi altra iniziativa normativa debba essere assunta nell'ambito di una riforma organica del TUEL.

  Alfonso COLUCCI (M5S) ricollegandosi ad alcune osservazioni svolte dal deputato Iezzi, fa notare che il rischio di concentrazione di potere nei comuni più piccoli esiste, a fronte di quanto affermato dalla stessa Corte costituzionale, che ha fatto proprio riferimento alla più stretta contiguità che si determina in alcuni ambiti territoriali più ristretti.
  Evidenzia come vi sia da parte della maggioranza una certa approssimazione, testimoniata dal fatto che al Senato si è tentato di far approvare una proposta emendativa che avrebbe escluso il ballottaggio in caso del raggiungimento del 40 per cento dei consensi, nei comuni sopra i 15 mila abitanti.

  Filiberto ZARATTI (AVS) ritiene che la discussione in corso rischi di non essere compresa dai cittadini e di apparire come propria di una casta politica, rilevando la necessità di ragionare piuttosto su questioni più concrete che riguardano, ad esempio, la necessità di attribuire risorse agli amministrazioni locali, che svolgono un servizi essenziale a oggi non adeguatamente remunerato.

  La Commissione respinge l'emendamento Boschi 4.5.

  Maria Elena BOSCHI (IV-C-RE), sebbene avesse preannunciato un unico intervento sulle proposte emendative a sua firma 4.5, 4.6 e 4.01, ritiene necessario, a seguito del dibattito intercorso, intervenire nuovamente. In primo luogo, con riferimento alle osservazioni del collega Michelotti, ritiene che la posizione del gruppo di Fratelli d'Italia sul terzo mandato non sia molto coerente con quella assunta dal Governo che, dall'inizio della legislatura, è intervenuto – con lo strumento del decreto-legge – in maniera asistematica su tematiche anche più delicate quali quelle relative all'immigrazione o alla libertà personale. Sottolinea inoltre di non comprendere le ragioni in base alle quali il provvedimento in esame permetta un terzo mandato per le elezioni nei comuni sotto i 5 mila abitanti mentre non lo consenta per quelle negli altri enti locali.
  Nel replicare quindi alle considerazioni svolte dal collega Fornaro in merito all'emendamento a sua firma 4.5, contesta la posizione del Partito Democratico sul tema, rammentando come invece siano stati proprio i sindaci di quel partito i principali sostenitori della proposta che l'ANCI ha sottoposto al suo gruppo. Ricorda in proposito come invece in altre occasioni il Partito Democratico non si sia fatto alcuna remora nel sostenere iniziative dell'ANCI stessa. Osserva quindi che evidentemente in tali occasioni il Partito Democratico non ha ritenuto tale associazione un portatore di interessi. Non ritiene inoltre accettabili affermazioni volte a sostenere che una proposta emendativa di un altro gruppo abbia lo scopo di «rosicchiare dei voti» in vista delle elezioni.Pag. 39
  Nel precisare di non aver registrato una posizione netta da parte del Partito Democratico in merito al terzo mandato dei presidenti delle regioni o dei sindaci dei comuni più grandi, osserva che, sebbene sia legittima tale scelta, non lo è certamente quella di attaccare altre forze politiche che invece hanno assunto convintamente una posizione chiara sul tema.
  Rileva infatti che il suo gruppo, nel presentare le proposte emendative all'articolo 4, ha deciso di assumere una posizione chiara sul tema e sottolinea che fare politica significa anche assumere una posizione politica per creare delle difficoltà ad una maggioranza non coesa.
  Osserva, da ultimo, che la maggioranza dei sindaci dei comuni italiani non appartiene al suo schieramento politico e che pertanto il suo gruppo non può essere certo accusato di aver voluto presentare tali proposte emendative per un interesse di parte.

  Federico FORNARO (PD-IDP) precisa preliminarmente che non era sua intenzione offendere la sensibilità della collega Boschi ma ribadisce di non considerare corretto l'atteggiamento di quelle forze politiche che, in luogo dell'argomentazione delle proprie tesi, tentano di mettere in luce le difficoltà interne a un altro partito.
  Rileva inoltre che il suo intervento non era volto a criticare la proposta emendativa suggerita dall'ANCI bensì la modalità con la quale la stessa è stata argomentata. Stigmatizza, infatti, il tentativo di disegnare un quadro nel quale da una parte vi sono i riformisti, a favore del terzo mandato, e dall'altra i conservatori.
  Per quanto attiene poi alle sue dichiarazioni in base alle quale l'ANCI è un portatore di interessi, evidenziando come sia naturale che tale associazione abbia una posizione propria, rivendica il dovere del legislatore di avere una visione più complessa e completa. Ribadisce inoltre di essere convinto che – per una logicità di sistema – sulla materia non si debba intervenire con un emendamento a un decreto-legge che stabilisce le date delle verifiche elettorale, ma attraverso la riforma del Testo unico degli enti locali. Osserva infatti che, quando si interviene sul cuore della democrazia, è dovere del Parlamento riflettere attentamente sugli eventuali interventi da fare.

  Alfonso COLUCCI (M5S) rileva l'incoerenza dell'Esecutivo che, mentre propone con la «madre di tutte le riforme» il limite di due legislature per il premier, è aperto in questa sede al ragionamento sul limite dei mandati per i sindaci.

  La Commissione respinge l'emendamento Boschi 4.6.

  Maria Elena BOSCHI (IV-C-RE) illustra l'articolo aggiuntivo a sua firma 4.01 volto a prevedere, pur rimanendo nell'ambito dei mandati dei presidenti delle regioni, l'innalzamento da due a tre del numero dei mandati stessi. Ritiene, nel replicare ad alcuni colleghi precedentemente intervenuti per sottolineare come un innalzamento del numero dei mandati potrebbe determinare un allontanamento dei cittadini dalla politica, che spetta ai partiti valutare se confermare o meno le candidature e sottolinea come numerosi presidenti di regione, di diversi schieramenti politici, hanno dimostrato di registrare un consenso molto forte.
  Precisa quindi di non ritenere giusta l'obiezione di alcuni in base alla quale anche i presidenti di regione non dovrebbero essere sottoposti a vincolo di mandato come accade per i parlamentari, osservando che gli stessi svolgono ruoli diversi. Rileva tuttavia che non costituisce un attentato alla democrazia innalzarne il numero dei mandati.
  Comprende, inoltre, la posizione del Movimento 5 Stelle, da sempre coerente sul tema ma sottolinea come lo stesso non sia parimenti coerente quando si tratti di individuare le modalità con le quali scegliere il Presidente del Consiglio dei ministri. Osserva infatti che solo per tale carica il Movimento 5 Stelle ritiene che non si debba ricorrere al «voto dal basso».
  Precisa quindi che, essendo il suo gruppo favorevole all'elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri, ha pertantoPag. 40 coerentemente proposto l'articolo aggiuntivo in discussione.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'articolo aggiuntivo Boschi 4.01 e l'emendamento Zaratti 4-bis.1.

  Maria Rosaria CARFAGNA (AZ-PER-RE) illustra l'emendamento a sua firma 4-bis.2 volto a prevedere che la nuova disciplina più restrittiva prevista dal decreto-legge sulla raccolta delle firme si applichi alle elezioni successive al quelle già previste per il 2024.

  La Commissione respinge l'emendamento Carfagna 4-bis.2.

  Alfonso COLUCCI (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 4-ter.2, desidera in primo luogo replicare alla collega Boschi che non è possibile esprimersi con degli slogan quando si affrontano temi rilevanti quale quello dell'elezione diretta del premier.
  Per quanto attiene al merito della proposta emendativa in discussione volta a sopprimere l'articolo 4-ter, ritiene che le disposizioni previste in tale articolo siano vergognose. Ritiene infatti che tale articolo contenga una norma ad personam, regolando una materia che non è mai stata oggetto di contenzioso e intervenendo sui requisiti di eleggibilità soggettivi soltanto in relazione ai consiglieri regionali e non anche per i consiglieri degli altri enti locali. Rammenta in proposito che l'articolo 51 della Costituzione garantisce le pari opportunità per l'accesso alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza.
  Sottolinea inoltre come le norme che stabiliscono le condizioni di inammissibilità e di ineleggibilità debbono essere formulate in maniera chiara, al contrario dell'articolo in discussione che a suo avviso sarà foriero di confusione giurisprudenziale e che non trova neanche la giusta sedes materiae nel provvedimento in esame.
  Rileva inoltre come tale disposizione rechi anche dei profili di incostituzionalità sottolineando che sulla materia elettorale non si deve intervenire attraverso lo strumento del decreto-legge.
  Nel ricordare altresì che l'articolo 4-ter è stato introdotto nel corso dell'esame da parte del Senato con l'approvazione di un emendamento del senatore Lotito, chiede di conoscere chi sia il beneficiario di tale disposizione.

  La sottosegretaria Wanda FERRO si dichiara dispiaciuta per i termini molto forti utilizzati dal deputato Colucci nel suo intervento. Precisa che la proposta emendativa del senatore Lotito inizialmente estendeva l'ambito di applicazione anche ai consiglieri comunali e provinciali ma che, all'esito di una valutazione bipartisan in Commissione, nella quale si era convenuto che nel decreto-legge non dovevano rientrare argomenti disciplinati dal Testo unico sugli enti locali, si è ritenuto di riformulare tale proposta per non esprimere sulla stessa il parere contrario.
  Osserva quindi che il parere formulato su quella proposta emendativa da parte del Ministero degli affari regionali è stato chiarissimo e può quindi affermare con fermezza che non si tratta certo di una disposizione ad personam.
  Ricordando inoltre come il collega Colucci abbia spesso fatto riferimento alla sentenza della Corte costituzionale n. 60, ritiene che sia doveroso tenere in considerazione anche quanto la Corte costituzionale precisa nella sentenza n. 61 del 2022, laddove si stabilisce che, se una disposizione non ha valore di interpretazione autentica, la stessa si applica da quando entra in vigore.
  Fa quindi presente come sia evidente che pertanto la disposizione non riguarda situazione già in essere e come lo scopo della disposizione non sia quella di allargare le maglie per i dirigenti ma riguardi quei singoli dipendenti che, pur non svolgendo una funzione apicale, possono entrare in una posizione di conflitto.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Zaratti 4-ter.1 e Alfonso Colucci 4-ter.2.

  Maria Rosaria CARFAGNA (AZ-PER-RE) illustra l'articolo aggiuntivo a sua firma Pag. 414-septies.01 volto a ridurre la soglia minima della sanzione amministrativa pecuniaria prevista nel caso di mancato deposito del rendiconto per i candidati per i consigli regionali, sottolineando come attualmente tale sanzione sia la medesima prevista per i candidati al Parlamento.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Carfagna 4-septies.01.

  Maria Rosaria CARFAGNA (AZ-PER-RE) illustra l'articolo aggiuntivo Enrico Costa 4-septies.02, del quale è cofirmataria, che, modificando il decreto legislativo n. 235 del 2012, è volto a ripristinare il principio della presunzione di non colpevolezza fino a sentenza definitiva anche per chi riveste cariche negli enti locali e nelle regioni.

  Nazario PAGANO, presidente, precisa che il collega Enrico Costa gli ha manifestato per le vie brevi l'intenzione di presentare un ordine del giorno in merito nel corso dell'esame in Assemblea.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Enrico Costa 4-septies.02.

  Nazario PAGANO, presidente, essendo conclusa la fase emendativa, sospende la seduta in attesa che la Commissione Cultura esprima il prescritto parere sul provvedimento in esame.

  La Commissione, sospesa alle 12, è ripresa alle 12.30.

  Nazario PAGANO, presidente, avverte che, unitamente al parere espresso dal Comitato per la legislazione, è pervenuto il parere favorevole della VII Commissione (Cultura) sul provvedimento in esame. Ricorda inoltre che la Commissione V (Bilancio) si esprimerà ai fini della discussione in Assemblea, mentre le Commissioni II (Giustizia), XI (Lavoro), XIV (Politiche UE) e la Commissione parlamentare per le questioni regionali hanno comunicato di non volersi esprimere in sede consultiva sul provvedimento in esame.

  Federico FORNARO (PD-IDP) dichiara il voto contrario del gruppo PD-IDP, riservandosi in Assemblea di chiarire bene le motivazioni che ne sono alla base.

  La Commissione delibera di conferire il mandato al relatore, onorevole Pagano, a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Nazario PAGANO, presidente, avverte che la Presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 12.35.