CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 12 ottobre 2023
182.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VI e X)
COMUNICATO
Pag. 3

SEDE REFERENTE

  Giovedì 12 ottobre 2023. — Presidenza del presidente della X Commissione Alberto Luigi GUSMEROLI. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Lucia Albano.

  La seduta comincia alle 9.

DL 131/2023: Misure urgenti in materia di energia, interventi per sostenere il potere di acquisto e a tutela del risparmio.
C. 1437 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 10 ottobre 2023.

  Alberto Luigi GUSMEROLI, presidente, ricorda che nella giornata di ieri si è concluso il ciclo di audizioni informali richieste dai Gruppi nell'ambito dell'esame del provvedimento.
  Segnala che i contributi scritti trasmessi dai soggetti auditi sono pubblicati sul sito della Camera dei deputati.
  Chiede quindi se vi siano richieste di intervento.

  Emma PAVANELLI (M5S), si rammarica che, nonostante la discussione abbia ad oggetto un decreto-legge che si occupa di rilevanti questioni, in seduta risultino presenti solo rappresentanti del suo gruppo e che si debba registrare nuovamente l'assenza del Governo. Ritiene che ciò sia un fatto grave perché su simili questioni ci si aspetta che la discussione sia partecipata e ampia.

  Alberto Luigi GUSMEROLI, presidente, segnala all'onorevole Pavanelli che sono collegati in videoconferenza alcuni membri delle Commissioni appartenenti ad altri gruppi e che la rappresentante del Governo è in procinto di collegarsi da remoto al completamento delle connesse fasi tecniche. Rappresenta altresì che il relatore per la VI Commissione, Guerino Testa, è presente in aula.

  Emma PAVANELLI (M5S), riprendendo il suo intervento, esprime, quindi, perplessità circa la mancata convocazione in audizione delle organizzazioni sindacali di Alitalia, considerato che il decreto-legge all'esame contiene una specifica norma, l'articolo 6, che di fatto è stata scritta per risolvere talune problematiche sorte in merito al fatto che vi sia o meno una discontinuità aziendale tra Alitalia-Società Aerea Pag. 4Italiana e ITA-Italia Trasporto Aereo S.p.a, per quanto la rubrica del medesimo articolo 6 si riferisca, genericamente, a disposizioni di interpretazione autentica in materia di cessione di complessi aziendali da parte di aziende ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria.
  In merito sottolinea, innanzitutto, che la predetta norma sembra del tutto estranea alla natura del decreto-legge che reca misure urgenti in materia di energia nonché interventi per sostenere il potere di acquisto e a tutela del risparmio. Essa riguarda invece, come già ricordato, la cessazione di Alitalia-Società Aerea Italiana. Evidenzia peraltro che i lavoratori dell'azienda sono stati destinatari di altri provvedimenti di urgenza, a volte in modo che ritiene irrituale, come nel caso del cosiddetto decreto-legge «asset» che ha inserito norme riguardanti la cassa integrazione. Rileva, quindi, che anche in quest'occasione viene inserita una disposizione del tutto estranea rispetto all'oggetto del decreto-legge. Rimarca che le sue affermazioni vogliono esprimere la preoccupazione che si stiano così violando le regole costituzionali nonché che si stia costituendo un pericoloso precedente per i lavoratori delle aziende che verranno cedute. Ricorda, inoltre, che gli accordi iniziali prevedevano che ITA-Italia Trasporto Aereo S.p.a assorbisse tutti i lavoratori di Alitalia-Società Aerea Italiana, come invece non è accaduto e non sta accadendo.
  Espone poi altre criticità riguardanti il decreto-legge all'esame. In primo luogo evidenzia come dal ciclo di audizioni svolto emerga con chiarezza che il sistema di agevolazioni recato dal provvedimento sia in realtà piuttosto problematico in quanto collegato a requisiti di fatto irragionevoli. Osserva, infatti, che legare il diritto alle agevolazioni ai requisiti di composizione familiare e di ISEE, nel senso previsto dal decreto, rischia di lasciare fuori dalla platea dei beneficiari molti soggetti che invece ne avrebbero bisogno. Si riferisce ad esempio a tanti lavoratori poveri e senza figli nonché alle famiglie che superano i livelli ISEE solo perché in possesso di vecchie case ereditate, senza poi contare l'inopportuno limite dei quattro figli a carico, nel caso di un limite ISEE più alto, per il godimento delle agevolazioni tariffarie sulla fornitura di energia elettrica e gas per i clienti con disagio economico. In relazione alle condizioni riferite al nucleo familiare, ritiene che sia molto difficile poter spacciare queste misure come un «aiuto alle famiglie», nonostante ciò sia rivendicato dalle forze di maggioranza e dal Governo. Evidenzia, peraltro, che in un recente passato, ma con altro Governo, nelle situazioni di emergenza gli aiuti sono stati riconosciuti a tutte le famiglie, mentre ora ciò non avviene nonostante sia del tutto evidente che condizioni di emergenza sussistano, considerato l'andamento dei prezzi dei prodotti energetici nonché lo stato e le prospettive dell'economia nazionale.
  Constata, quindi, che gli aiuti previsti sono del tutto insufficienti, soprattutto in un quadro emergenziale precario, come anche sottolineato dai molti soggetti ascoltati in audizione. Segnala peraltro che la stessa Confindustria ritiene necessario gestire il passaggio dalle politiche congiunturali sull'energia a quelle strutturali, in particolare alle fonti rinnovabili di energia, con efficacia, soprattutto per supportare i settori industriali energivori che innervano, direttamente o indirettamente, tutte le filiere produttive italiane e che sono esposti alla concorrenza internazionale e quindi a rischio delocalizzazione. Sul punto sottolinea che invece siamo in ritardo su tutti i fronti: su quello delle comunità energetiche, nonostante grazie al Movimento 5 Stelle il Paese a suo tempo si sia mosso in anticipo; sulla transizione energetica, nonostante grazie al Movimento 5 Stelle il Paese abbia a disposizione 209 miliardi di risorse che dovranno essere utilizzate da parte di questo Governo; sulle fonti di energia alternativa derivate dalla forza dei venti e del mare, per le quali l'Italia è drammaticamente immobile al contrario di altri Paesi hanno proceduto per tempo, ad esempio la Spagna che riesce a vendere le proprie eccedenze energetiche alla Francia.
  Osserva perciò che è sempre più urgente passare a politiche strutturali che consentano di guardare al futuro e di non focalizzarsi solamente sull'emergenza. Ritiene, Pag. 5peraltro, che il decreto all'esame sia insufficiente anche solo pensando a ciò che si prevede per il prossimo futuro e, soprattutto, se si rivolge lo sguardo alle condizioni geopolitiche attuali e alla loro probabile evoluzione. A tale proposito constata che si è passati dalla dipendenza energetica dalla Russia a quella da Paesi sottoposti a instabilità politica o comunque soggetti a frizioni geopolitiche serie.
  Crede inoltre che non sia più rinviabile la questione dell'emergenza climatica che va affrontata con decisione utilizzando tutti i fondi disponibili del PNRR, e quindi procedere all'adozione dei decreti attuativi delle diverse disposizioni esistenti, aiutando fattivamente le imprese che vogliono fare la transizione energetica e aiutando le famiglie che, grazie alle fonti rinnovabili e alternative, potranno godere del conseguente reddito energetico. Ritiene anche che siano indispensabili investimenti sulla rete elettrica per rendere possibile l'integrazione della produzione di energia da fonti rinnovabili. Ribadisce peraltro che, praticamente, tutti i soggetti ascoltati in audizione hanno chiesto di rendere effettivamente possibile la produzione di energia rinnovabile e ciò al fine anche di evitare che le imprese italiane «viaggino con il freno a mano tirato» e restino indietro rispetto a quelle degli altri Paesi.

  Enrico CAPPELLETTI (M5S), condivide le critiche evidenziate dai soggetti ascoltati in audizione sul provvedimento il cui titolo, a suo avviso, potrebbe essere cambiato in «condono su scontrini e mini-mancetta sui carburanti». Sottolinea che l'Italia si avvia verso un periodo di recessione, con un rialzo dell'inflazione e un calo della produzione industriale ed evidenzia che è atteso un ulteriore rialzo dei costi energetici vista la instabilità geopolitica internazionale. A fronte di questo, giudica assolutamente insufficiente la risposta data dal provvedimento.
  Desidera, per inciso, ricordare che l'Italia importa gran parte del gas da Paesi amici della Russia e di Hamas, rendendoci così di fatto finanziatori di entrambe.
  Quanto al contenuto del provvedimento, relativamente, in particolare, alla proroga del bonus bollette per i redditi più bassi, sottolinea che alla copertura finanziaria della misura si provvede: parte mediante la soppressione di un altro contributo e parte gravando sul bilancio della CSEA. In sostanza le risorse per finanziare la proroga del bonus bollette si recuperano attraverso l'aumento delle bollette stesse. Relativamente alla riduzione dell'IVA sul gas, ricorda il paradosso secondo cui gran parte della misura sarà coperta attraverso lo svuotamento di un fondo già istituito a favore dei clienti domestici per finanziare disposizioni a favore dei clienti domestici. Rileva inoltre che il bonus benzina si limita a un contributo una tantum destinato ad una platea ridotta di beneficiari e ricorda, al riguardo, che questa maggioranza in campagna elettorale aveva promesso la cancellazione delle accise. Sottolinea che le accise, non soltanto sono rimaste in vigore, ma il Governo non ha provveduto neppure alla loro sterilizzazione.
  Passando poi alla sanatoria degli scontrini e delle fatture non corretti, sottolinea la gravità di una previsione che vanifica l'effetto deterrente della sanzione. In sostanza si premiano ancora una volta i «furbetti», umiliando i commercianti che hanno diligentemente pagato le tasse. Quanto al tema della discontinuità tra Alitalia-Società Aerea Italiana e ITA-Italia Trasporto Aereo S.p.a, sottolinea l'abnormità di un intervento senza precedenti, illegittimo sia rispetto alla Costituzione sia alle europee. Si fa, infatti, riferimento nel testo ad una norma interpretativa senza, tuttavia, indicare quale sia effettivamente la norma da interpretare. L'effetto dell'articolo 6, a suo avviso, è solo quello di permettere allo Stato, che è parte in causa in un rapporto di lavoro, di imporre per legge al giudice la soluzione che preferisce per mettere fine a un contenzioso. Conclude dando lettura degli aspetti critici, che il suo gruppo condivide in toto, contenuti nelle memorie depositate agli atti delle Commissioni riunite dai soggetti ascoltati in audizione, in particolare quelle di Confindustria, delle associazioni dei consumatori, dei sindacati, di Confcommericio, di CNA, di Casartigiani,Pag. 6 di Confartigianato, nonché di Ecco Climate.

  Emiliano FENU (M5S) ringrazia i colleghi per gli interventi svolti, che sono da lui condivisi. Preannuncia l'intenzione di concentrarsi sugli aspetti fiscali del provvedimento che appaiono, rispetto al complesso delle disposizioni del decreto-legge, alquanto marginali.
  Una prima considerazione riguarda l'articolo 4 del decreto-legge: esso, rammenta, concede la facoltà di avvalersi del ravvedimento operoso ai contribuenti che, dal 1° gennaio 2022 e fino al 30 giugno 2023, hanno commesso una o più violazioni in materia di certificazione dei corrispettivi. Ricorda inoltre che detta sanatoria si inserisce nella fase intercorrente tra la constatazione dell'esistenza della violazione e la constatazione della stessa, ovvero nella fase che precede l'invio del verbale di accertamento. Evidenzia al riguardo come la maggior parte di tali constatazioni emergano a seguito dell'incrocio dei dati derivanti dai pagamenti mediante POS con l'effettiva emissione del documento fiscale, in pratica per i casi in cui l'esercente abbia utilizzato il POS e poi non abbia emesso regolare scontrino.
  A prescindere, dunque, dalla sanatoria prevista dal provvedimento in esame, la ratio della norma consente di capire come l'unica strada percorribile per contrastare l'evasione fiscale sia la promozione dei pagamenti tracciabili e, contestualmente, l'abbattimento della pressione fiscale sui piccoli esercenti attività di impresa.
  Tale strada non sembra invece essere negli intendimenti del Governo, che sinora ha attuato una strategia – a suo avviso destinata a rivelarsi fallimentare – di uso massiccio di condoni fiscali, che al contrario quanto ingenerano nel contribuente l'aspettativa che le violazioni commesse verranno in futuro comunque sanate.
  Per di più, nella legge di delega per la riforma fiscale, il Governo indica come strumento principale di lotta all'evasione il concordato preventivo biennale. Ricorda che una misura simile era stata già proposta venti anni fa dal ministro Tremonti, rivelandosi poi inefficace. A suo avviso, sembra che l'amministrazione finanziaria stia già raccogliendo i dati necessari per presentare al contribuente una proposta di adesione al concordato– come emerso anche durante le audizioni in Commissione finanze – e ritiene che il tema della sanatoria prevista dal provvedimento in esame, così come l'invio in questi giorni di lettere di compliance ai contribuenti forfettari, siano propedeutici a creare le basi di dati per procedere in futuro a siffatta proposta.
  A suo parere, l'unica strada per contrastare efficacemente l'evasione fiscale è implicitamente indicata dal provvedimento in esame, ovvero la promozione dei pagamenti tracciabili, che ha l'ulteriore vantaggio di sortire un effetto deterrente: l'uso del POS induce nella maggior parte dei casi a emettere il relativo documento fiscale. Il concordato previsto dalla legge di delega, per contro, è un istituto che non sembra avere benefici reali per i contribuenti – dal momento che rimangono fermi gli adempimenti contabili e gli obblighi di pagamento già previsti a legislazione vigente – e rischia, invece, di creare confusione e moltiplicare gli adempimenti sia per i contribuenti, sia per i professionisti. Come sottolineato anche dalla stampa specializzata, esso potrebbe inoltre creare una sorta di clima di polizia.
  Evidenzia come la promozione dei pagamenti tracciabili debba essere accompagnata da una riduzione dei limiti dell'uso del contante; l'uso del contante è a suo avviso uno strumento che favorisce l'evasione, in quanto i pagamenti in contanti sono facilmente occultabili.
  Con riferimento alle tematiche già affrontate in precedenza, rammenta anzitutto che al crescere del prezzo del carburante aumenta anche il gettito incassato dallo Stato a titolo di imposte, con riferimento agli oneri legati all'IVA e alle accise; ricorda inoltre che l'IVA sui carburanti è calcolata anche sulle accise.
  Una prima proposta che il proprio gruppo intende avanzare è una modifica al cosiddetto meccanismo dell'accisa mobile; esso prevede la riduzione dell'accisa in considerazione dell'aumento del prezzo del carburante, sulla base dell'innalzamento del Pag. 7gettito IVA. Attualmente il meccanismo è ancorato al prezzo del greggio, che tuttavia si è mantenuto tendenzialmente stabile negli ultimi tempi; ciò non ha consentito di attivare il predetto meccanismo. La proposta del proprio gruppo parlamentare è quella di modificare l'accisa mobile ancorandone l'attivazione non più al prezzo del greggio, bensì al prezzo del carburante alla pompa.
  Sotto un diverso profilo, un'altra proposta emendativa che il proprio gruppo intende presentare riguarda il già anticipato metodo di calcolo dell'IVA sui carburanti, affinché essa non venga computata anche sulle accise dovute per tali prodotti energetici.

  Alberto Luigi GUSMEROLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare del provvedimento e ricorda che il termine per la presentazione delle proposte emendative è fissato a martedì 17 ottobre, alle ore 12.
  Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 9.55.