CAMERA DEI DEPUTATI
Venerdì 26 aprile 2024
296.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Venerdì 26 aprile 2024.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 11.30 alle 12.10, dalle 12.30 alle 13.45, dalle 15.55 alle 16.20 e dalle 22.20 alle 22.40.

SEDE REFERENTE

  Venerdì 26 aprile 2024. — Presidenza del presidente Nazario PAGANO. – Interviene il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli.

  La seduta comincia alle 13.45.

Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione.
C. 1665, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 24 aprile 2024.

  Nazario PAGANO, presidente, dopo aver dato conto delle sostituzioni, avverte che, come annunciato nella riunione dell'ufficio di presidenza testé concluso, si riprenderà dall'emendamento Auriemma 1.19.
  Avverte altresì che il deputato Pasqualino Penza ha chiesto l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  Alfonso COLUCCI (M5S) interviene per svolgere un richiamo al regolamento. Contesta che si possa procedere alla ripetizione della votazione dell'emendamento Auriemma 1.19, che elimina i termini «e autonomia» dal comma 1 dell'articolo 1 del disegno di legge in esame, per il semplice fatto che nella seduta del 24 aprile tale emendamento è stato approvato con 10 voti a favore contro 7 contrari. Fa presente che ignora se l'assenza dei componenti della maggioranza fosse dovuta a semplice «sciatteria» o piuttosto sottintendesse finalità e significati politici. Osserva, peraltro, che è del tutto evidente che il provvedimento all'esame è fortemente divisivo non solo tra le parti del Paese ma anche all'interno della stessa maggioranza, come si può evincere dalle forti critiche del Presidente della regione Calabria, Occhiuto, nonché dalle dichiarazioni dello stesso Ministro Tajani che evidenziano le criticità del provvedimento in materia di sanità.Pag. 4
  Quanto alla ripetizione del voto, ricorda che, a norma del regolamento, l'articolo 57, comma 1, prevede la possibilità per il presidente di annullare la votazione e disporre che sia immediatamente ripetuta quando si verifichino irregolarità e apprezzate le circostanze, condizioni che non si sono verificate nel corso della seduta dell'altro ieri quando il presidente non ha immediatamente ripetuto la votazione e quando comunque non è sembrata sussistere una condizione di irregolarità del voto. Sottolinea, peraltro, che in tale occasione il segretario della I Commissione, onorevole Penza, l'unico dei due segretari presente, ha provveduto ad effettuare il conteggio dei voti che sono risultati, come detto, 10 a favore e 7 contrari sull'emendamento e che il presidente non ha proceduto a proclamare il risultato nonostante tale proclamazione fosse un atto dovuto.
  Aggiunge che il termine «immediatamente», di cui al predetto articolo 57 del regolamento, va inteso non solo con riferimento al dato temporale, ma anche con riferimento alle condizioni e pertanto alla sussistenza dello stesso collegio che aveva effettuato la votazione da ripetere: in tal senso ritiene che ripetere oggi la votazione significherebbe farlo con un collegio differente. Fa presente, peraltro, che la lettera del 25 aprile con cui il Presidente della Camera si è pronunciato su quanto accaduto nella seduta del 24 aprile, sottolinea questi due elementi e cioè che la ripetizione va fatta subito e con lo stesso collegio, proprio per non causare alterazione della composizione preesistente del collegio. Evidenzia che tuttavia ciò non è accaduto e che l'eventuale ripetizione odierna avverrebbe quindi con un collegio variato, viste anche le numerose sostituzioni di cui il presidente ha dato conto, in violazione quindi del regolamento della Camera e dell'articolo 67 della Costituzione che, prevedendo il divieto di vincoli di mandato, indirettamente riconosce la possibilità che i deputati presenti oggi votino diversamente da coloro che si erano espressi nella seduta del 24 aprile.
  Fa poi presente che l'articolo 21, comma 2, del regolamento della Camera prevede che i segretari verificano i risultati delle votazioni e controllano la redazione del processo verbale. In tal senso evidenzia che al presidente è riservato l'atto di proclamazione del risultato del voto che è quindi un atto dovuto.
  Stante il dettato regolamentare chiede quindi il motivo per il quale al deputato segretario non è stato sottoposto il processo verbale della riunione del 24 aprile ai fini della relativa sottoscrizione. Ricorda che il processo verbale è un atto pubblico sottoscritto dal presidente e dal segretario della Commissione. Osserva altresì che quanto risulta dal resoconto sommario della seduta del 24 aprile pubblicato non può avere pregio certificatorio: evidenzia in tal senso che l'articolo 63 del regolamento della Camera assegna al resoconto sommario una funzione di mera pubblicità dei lavori mentre il processo verbale controfirmato dal segretario della Commissione ha la funzione di dare certezza su quanto avvenuto. Rammenta, ancora una volta, che l'unico segretario di Commissione presente al momento del voto era il deputato Penza.
  Rileva come la ricostruzione dei fatti fornita dal Presidente Pagano nella lettera inviata al Presidente della Camera sia viziata dal fatto di non aver dato conto del contraddittorio svoltosi nel corso della seduta, con particolare riferimento a quanto attestato dal Segretario di Presidenza e dai colleghi presenti.
  Invita quindi il Presidente, prima di procedere ad una nuova votazione dell'emendamento Auriemma 1.19, a ponderare con estrema cautela e prudenza l'atto che si accinge a compiere, in quanto rischia di realizzare una grave violazione dei principi democratici che dovrebbero governare i lavori della Commissione.
  Deve infine rilevare, a carico della Presidenza della Commissione, una gestione approssimativa dell'incidente occorso, che ha generato il dibattito odierno e che riduce il tempo a disposizione della Commissione per l'esame nel merito delle restanti proposte emendative.
  Chiede quindi al Presidente, al fine di garantire adeguato spazio all'esame delle proposte emendative, di prevedere un aggiornamentoPag. 5 dei tempi di lavoro della Commissione, così come della discussione del provvedimento in Assemblea, il cui avvio non può, alla luce di tali considerazioni, essere mantenuto per la giornata di lunedì 29 aprile.

  Filiberto ZARATTI (AVS) interviene sull'ordine dei lavori, al fine di evitare che la Presidenza della Commissione possa assumere decisioni che ne minerebbero la credibilità, e che soprattutto determinerebbero ulteriori difficoltà anche nel prosieguo dei lavori.
  Nel ribadire quanto già detto nella riunione dell'ufficio di presidenza della Commissione testé svoltosi, affinché alle questioni sollevate sia data adeguata pubblicità, evidenzia che la scelta che la Presidenza si accinge a compiere contrasta con l'articolo 48, comma 2, con l'articolo 21, comma 2, con l'articolo 57, comma 2 e con l'articolo 34 del Regolamento della Camera, nonché con l'articolo 67 della Costituzione, che stabilisce che ogni membro del Parlamento esercita le proprie funzioni senza vincolo di mandato.
  Rileva infatti che in apertura della seduta odierna lo stesso Presidente Pagano ha certificato – dando lettura delle sostituzioni – che l'attuale composizione della Commissione è difforme da quella che, nella seduta del 24 aprile scorso, ha votato l'emendamento Auriemma 1.19, con il risultato di 10 voti a favore e 7 voti contrari. Il mutamento nella natura della composizione della Commissione renderebbe il nuovo voto illegittimo e incostituzionale; richiama sul punto l'attenzione del Presidente e la sua responsabilità nell'andamento dei lavori della Commissione, invitandolo ad evitare l'assunzione di decisioni inappropriate, quale sarebbe la ripetizione della votazione dell'emendamento 1.19, che si porrebbe in contrasto con le norme costituzionali e regolamentari testé citate.
  Invita quindi la Presidenza ad ulteriori approfondimenti, poiché si tratta in questa occasione di garantire il rispetto delle procedure che regolano i lavori parlamentari, anche con riferimento al ruolo svolto dai segretari di Presidenza, ai sensi degli articoli 21, comma 2, e 48, comma 2, del Regolamento della Camera.
  Rammenta che nella lettera inviata al Presidente Pagano, il Presidente della Camera ha ribadito l'opportunità che la Presidenza della Commissione, laddove ritenga di interrompere, annullare, revocare o disporre la controprova di una votazione «assuma le conseguenti determinazioni procedurali quanto più possibile nell'immediatezza di tale decisione, evitando a tal fine anche di dare seguito a eventuali richieste di intervento, così da ridurre al massimo, tra l'altro, i rischi di alterazione della composizione preesistente del collegio». Tale alterazione è stata invece testé certificata, come detto, dal Presidente Pagano, ed è un elemento che non può che inficiare il voto che si intende nuovamente svolgere sull'emendamento Auriemma 1.19.
  Invita i colleghi della maggioranza a prendere atto del fatto che ciò che è accaduto è un mero incidente, peraltro frequentemente verificatosi nella storia parlamentare, rispetto al quale la maggioranza stessa può agevolmente rimediare, approvando un emendamento di senso opposto nel corso del successivo iter del provvedimento in Assemblea. La prova di forza, di arroganza e di prepotenza alla quale ora si assiste non serve a nulla, se non a creare un vulnus che avrà effetti anche in futuro, determinando un precedente che snatura il ruolo del Parlamento, attraverso una riscrittura di fatto delle regole democratiche.
  Rileva in conclusione che l'illegittimità di una ripetizione della votazione dell'emendamento Auriemma 1.19 appare così evidente che il suo gruppo, ove tale decisione fosse assunta, non parteciperà al voto.

  Nazario PAGANO, presidente, nel prendere atto di diverse richieste di intervento sull'ordine dei lavori avanzate dal Gruppo PD, segnala che sulla base del Regolamento tali interventi sono limitati nel numero, essendo consentiti, dopo il proponente, ad un oratore a favore e a un oratore contro. Intende in ogni caso dare la parola ai colleghi, invitandoli tuttavia a contenere i propri interventi in cinque minuti al massimo.

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  Andrea CASU (PD-IDP), intervenendo per richiamo al Regolamento, ritiene che debbano essere consentiti interventi di più deputati di ciascun gruppo sull'ordine dei lavori, potendo avere tali interventi diverso oggetto.

  Piero DE LUCA (PD-IDP), intervenendo sull'ordine dei lavori, esprime forte preoccupazione per l'andamento dei lavori della Commissione, sul quale grava un enorme problema di legittimità. Ritiene che la Presidenza dovrebbe oggi limitarsi a certificare l'esito del voto svolto nella seduta del 24 aprile, e conclusosi con l'approvazione dell'emendamento Auriemma 1.19 con 10 voti a favore e 7 contrari, ma si assiste invece all'alterazione dell'esito di tale votazione, già conclusa.
  Occorre quindi parlare chiaramente: il Presidente non ha dichiarata chiusa la votazione sull'emendamento 1.19 perché i deputati di maggioranza non erano in numero sufficiente per respingerlo. Ed ha assunto tale decisione, mantenendo aperta la votazione, con una scelta del tutto discrezionale, attribuendosi una responsabilità che nessun presidente di Assemblea o di Commissione, in nessun Parlamento, ha il diritto di assumere. Le regole di svolgimento dei lavori parlamentari diverrebbero del tutto aleatorie se un presidente di Commissione, o anche il Presidente della Camera, potesse a suo piacimento tenere aperta una votazione, al solo fine di consentire l'accesso all'Aula dei deputati di maggioranza e di assestare o addirittura ribaltare l'esito di un voto.
  Quanto scritto dal Presidente Pagano al Presidente della Camera risente di tale forzatura: non è infatti vero – come riportato nella lettera – che nella seduta del 24 aprile la procedura di votazione sull'emendamento 1.19 non si sia conclusa, in quanto non si era completata l'espressione dei voti contrari né avviata la manifestazione delle astensioni. Si tratta di un'affermazione gravissima, poiché in realtà l'espressione dei voti contrari si era certamente conclusa, né vi erano astenuti da conteggiare, essendo tutti i voti espressi o favorevoli o contrari. Rileva peraltro che tale affermazione appare tanto più grave in quanto la risposta del Presidente della Camera si basa sugli elementi di conoscenza forniti dal Presidente della I Commissione, che ove non siano fedeli all'accaduto, non possono che falsare la ricostruzione dei fatti.
  Invita pertanto il Presidente Pagano a scrivere una nuova lettera al Presidente Fontana, al fine di correggere tale errata ricostruzione.
  Al fine di poter svolgere una più puntuale verifica chiede inoltre, come già fatto dai colleghi in sede di ufficio di presidenza, di poter avere copia del processo verbale della seduta del 24 aprile ed invita la Presidenza a spiegare i motivi per i quali tale documento non sia stato immediatamente fornito.
  Un ulteriore elemento riportato nella lettera al Presidente della Camera che non appare fedele agli eventi riguarda il fatto che il Presidente della I Commissione – così scrive – sarebbe stato costretto a sospendere la seduta a causa dell'estrema confusione, nell'impossibilità di riportare l'ordine in aula. Ciò non corrisponde al vero: la confusione si è determinata proprio in conseguenza della decisione del Presidente di non dichiarare conclusa la votazione – in grave violazione delle sue prerogative e della sua responsabilità – sebbene si fosse di fronte ad un chiaro esito del voto, anche certificato dal Segretario della Commissione. La chiusura della votazione era dunque un atto dovuto, la cui omissione appare di una gravità assoluta. Né si può richiamare quale giustificazione per la mancata chiusura dei voti la richiesta del deputato Urzì di intervenire, posto che l'articolo 50, comma 3, del Regolamento chiarisce che una volta iniziata la votazione, non è più concessa la parola fino alla proclamazione del voto.
  Per tali motivi la Presidenza non può che limitarsi a certificare l'esito del voto già correttamente svoltosi il 24 aprile. Ribadisce in ogni caso la richiesta di avere copia del processo verbale della citata seduta, la cui mancata consegna rappresenta a suo avviso un vero e proprio sopruso nei confronti dell'opposizione.

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  Nazario PAGANO (FI-PPE) si riserva di fornire copia del processo verbale, non appena disponibile.

  Piero DE LUCA (PD-IDP), nel rilevare come la risposta del Presidente alla sua richiesta non sia accettabile, chiede ancora una volta di poter avere immediatamente copia del processo verbale della seduta del 24 aprile, la cui visione costituisce un diritto per tutti i deputati della Commissione.

  Marco SARRACINO (PD-IDP), intervenendo sull'ordine dei lavori, si associa alle richieste dei colleghi che lo hanno preceduto nel chiedere il rispetto del risultato della votazione svoltasi nella seduta del 24 aprile scorso sull'emendamento Auriemma 1.19, approvato con 10 voti a favore e 7 voti contrari, senza alcuna astensione. Si è trattato di un risultato evidente a tutti coloro che partecipavano alla seduta, ivi compreso il Ministro Calderoli, al quale dà atto di aver seguito con assiduità tutti i lavori della Commissione e che certamente ha potuto constatare la presenza, in quell'occasione, di un solo deputato della propria forza politica.
  Invita quindi il Presidente Pagano a riflettere sugli effetti della posizione e delle decisioni da lui assunte, poiché nel coprire un errore del gruppo della Lega, che rappresenta la forza politica che più di tutte tiene all'approvazione del disegno di legge in discussione, rischia invece di far apparire Forza Italia come principale sostenitrice della riforma.
  Richiama quindi l'attenzione dei colleghi sulla ricostruzione della seduta del 24 aprile contenuta nel resoconto sommario della seduta, con particolare riferimento all'intervento del collega Fornaro, rilevando che tale intervento è avvenuto in un momento successivo della seduta e non durante le proteste, come emergerebbe dal resoconto, del quale chiede la rettifica. Chiede quindi a sua volta di poter avere copia del processo verbale della citata seduta.
  Invita infine la Commissione a prendere atto che quanto accaduto rappresenta un mero errore politico, che potrà essere affrontato nel corso del successivo esame in Assemblea; si corre altrimenti il rischio di affermare il principio per cui l'opposizione mai potrà approvare un emendamento, senza il consenso della maggioranza, poiché il Presidente di Commissione potrà sempre decidere di annullare e ripetere una votazione che andasse in una direzione sgradita alla maggioranza stessa.

  Andrea CASU (PD-IDP), nell'invitare a svolgere una riflessione pacata e costruttiva, si domanda se non sia il caso di mettere a confronto la situazione attuale con quella di analoghi episodi precedenti. In particolare, ricorda quando nella Commissione Trasporti, lo scorso 20 febbraio, venne posto in votazione un suo emendamento al codice della strada, sul quale i relatori e il Governo formularono un parere contrario, che venne approvato non essendo presente alla votazione l'intera maggioranza. Ricorda, quindi, che l'esito di quella votazione venne registrato dalla presidenza e che in Assemblea non fu poi ritenuto necessario intervenire nuovamente su quella votazione avendo riscontrato in sostanza un miglioramento del testo. Osserva, quindi, che la votazione sull'emendamento Auriemma 1.19, alla quale ha partecipato l'onorevole Fornaro che oggi sostituisce, rappresenta solo un incidente di percorso che può capitare e non ravvisa, invece, l'esistenza di un problema politico. Invita, quindi, a desistere dal porre nuovamente in votazione l'emendamento Auriemma 1.19, essendo possibile correggere l'errore, qualora si ritenesse necessario, durante l'esame in Assemblea. Al contrario, insistendo per votare nuovamente l'emendamento non soltanto si piegherebbe la realtà ai capricci della maggioranza, ma non si rispetterebbero più neanche le procedure regolamentari. Si domanda, dunque, il perché si insista con questa scelta e ribadisce l'invito a prendere tempo e trovare una soluzione diversa.

  Maria Elena BOSCHI (IV-C-RE) non comprende quali siano i presupposti sulla base dei quali la Commissione sia chiamata a ripetere la votazione sull'emendamento Pag. 8Auriemma 1.19. Non è infatti chiaro se ci siano state delle irregolarità oppure la votazione sia stata revocata perché nel frattempo sia stata tardivamente fatta la richiesta di intervento da parte del collega Urzì. Fa notare che in ogni caso ci si trova davanti ad una grave forzatura che avviene senza il consenso delle opposizioni. Rimarca come la decisione odierna della presidenza costituirà un precedente grave e pericoloso e sottolinea come non sia stata soddisfatta né la richiesta di investire la Giunta del regolamento, né quella di sospendere la seduta in attesa di conoscere le determinazioni della Conferenza dei Capigruppo. Sottolinea, inoltre, che nella lettera al Presidente della Camera è stata rappresentata una ricostruzione dei fatti che non corrisponde integralmente alla realtà: a tale riguardo fa notare che una prova indiretta del risultato della votazione ampiamente a favore delle opposizioni è fornita dalla decisione del presidente di non prendere parte alla votazione dal momento che ciò non avrebbe consentito di modificarne l'esito. Lamenta, inoltre, l'eccessiva compressione dei tempi del dibattito e rinnova le richieste di chiarimento fatte.

  Gianni CUPERLO (PD-IDP) evidenzia che la maggioranza dispone dei numeri per approvare con tutta tranquillità il provvedimento in esame e sottolinea come anche il Ministro Salvini abbia riconosciuto che l'approvazione dell'emendamento Auriemma 1.19 sia stato un incidente. Non ritiene, quindi, che esista un problema politico e, pertanto, tutto potrebbe essere risolto facilmente. La questione che, dunque, si pone oggi con l'insistere nel ripetere la votazione costituisce una sgrammaticatura istituzionale che porta, persino, a non riconoscere il ruolo di segretario svolto dal collega Penza e ad accusarlo di falsità. Ricorda che anche il Presidente Gianfranco Fini, in occasione della commemorazione della Presidente Nilde Iotti, ebbe modo di affermare l'imparzialità con cui ella ricoprì la carica e il ruolo di garanzia che seppe svolgere, promuovendo sempre il buon funzionamento della Camera. Rivolge, dunque, un appello sincero affinché, pur nel comprensibile anche se non giusto intento di immolarsi a beneficio della propria parte politica, non si avalli una menzogna e si riconosca, invece, l'esito della votazione, lasciando ai successivi passaggi parlamentari la possibilità di ritornare indietro sulle decisioni. Si unisce, infine, alle richieste di poter visionare il processo verbale della seduta di mercoledì, magari in tempi non biblici.

  Carmela AURIEMMA (M5S) si associa, a sua volta, alla richiesta di poter prendere visione del processo verbale della precedente seduta e ricorda che tale processo verbale non viene redatto solamente nel caso di seduta segreta. Ritiene che con la scelta di ripetere la votazione dell'emendamento aurienna 1.19 la maggioranza di governo voglia rimediare ad un errore con una soluzione che peggiora la situazione. Sottolinea quindi quanto sia pericoloso ripetere una votazione quando sono oramai trascorse già 48 ore. Condivide le considerazioni del collega Zaratti e conviene che, consentendo di prendere parte alla seduta a parlamentari che non erano presenti a quella votazione, attraverso il meccanismo della sostituzione, si rischia di violare l'articolo 67 della Costituzione che espressamente prevede che ogni membro del Parlamento eserciti le sue funzioni senza vincoli di mandato. Invita, dunque, a desistere da questa scelta, salvaguardando così l'autorevolezza della Commissione.

  Nazario PAGANO, presidente, comunica che sospende la seduta al fine di consentire la partecipazione alla Conferenza dei Presidenti di gruppo immediatamente convocata, al termine della quale i lavori della Commissione riprenderanno.

  La seduta sospesa alle 15 riprende alle 15.40.

  Nazario PAGANO, presidente, chiarendo che la seduta successiva alla sospensione deve intendersi come nuova seduta, dà conto delle sostituzioni ad essa relative.
  Avverte inoltre che il deputato Andrea Casu ha chiesto l'attivazione dell'impianto Pag. 9audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  Enrica ALIFANO (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, osserva che al momento della sospensione dei lavori, il presidente aveva comunicato la ripresa degli stessi al termine dello svolgimento della Conferenza dei Presidenti di gruppo, la quale non ha però poi avuto luogo. Per tale motivo ritiene che i lavori dovrebbero riprendere dopo la riunione della Conferenza ora convocata per le ore 21.

  Nazario PAGANO, presidente, ritiene per chiarezza di dover ricordare che al momento della sospensione aveva comunicato la ripresa dei lavori al termine della Conferenza dei Presidenti di gruppo ipotizzando che quest'ultima avesse luogo immediatamente. Poiché in seguito è stato reso noto che la Conferenza dei Presidenti di gruppo si sarebbe tenuta alle ore 21, ritiene che i lavori potranno proseguire per essere poi sospesi nell'imminenza della predetta Conferenza.

  Enrica ALIFANO (M5S) eccepisce che così facendo si impedisce la partecipazione ai molti colleghi che sono, al momento, assenti in quanto informati che i lavori sarebbero ripresi solo dopo lo svolgimento della Conferenza dei Presidenti di gruppo.

  Nazario PAGANO, presidente, segnala alla deputata Alifano che il messaggio di ripresa dei lavori è stato inviato per le vie ordinarie a tutti i commissari e non solo a quelli attualmente presenti.

  Simona BONAFÈ (PD-IDP), intervenendo sull'ordine dei lavori, ripete quanto da lei già rappresentato nella riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti gruppi, in ordine all'eventuale ripetizione della votazione sull'emendamento Auriemma 1.19, già votato e approvato nella seduta del 24 aprile, e cioè che si tratterebbe di un errore e di una forzatura del regolamento della Camera, in quanto non sussiste l'elemento della irregolarità del voto medesimo che giustificherebbe una sua ripetizione e, quindi, non ci sarebbero gli estremi per farlo, considerato anche che il segretario di Commissione, onorevole Penza, ha avuto modo in quella sede di conteggiare i voti espressi e di rilevare che l'emendamento in questione aveva ottenuto 10 voti a favore e 7 contrari.
  Evidenzia che l'esito di tale votazione è stato determinato dal fatto che erano assenti alcuni colleghi della maggioranza, in particolare del gruppo Lega. Reitera peraltro la richiesta che sia messo a disposizione il processo verbale della seduta giacché nutre forti perplessità circa la ricostruzione dei fatti recata sia nel resoconto sommario della seduta che nella lettera inviata al Presidente della Camera da parte della presidenza.
  Ritiene che questa ulteriore forzatura, che si aggiunge ad altre, non giovi alla serenità dei lavori che riguardano, peraltro, un provvedimento assai divisivo. Invita quindi a considerare che, mentre il Senato ha avuto a disposizione oltre sei mesi per l'esame del disegno di legge in titolo, alla Camera vengono, di fatto, concesse solo un paio di settimane, un tempo che ritiene davvero insufficiente per l'esame del testo e delle proposte emendative dei deputati. Su quest'ultimo tema, inoltre, evidenzia che il gruppo Partito Democratico ha presentato solo 250 emendamenti privi di qualsiasi natura ostruzionistica.
  Stigmatizza che la maggioranza non solo affronta l'esame delle proposte emendative con l'intenzione pregiudiziale di respingerle tutte, ma intende anche ripetere il voto qualora l'esito non la soddisfi. Fa presente che «incidenti» parlamentari di questo tipo possono capitare e che essi possono essere risolti in altro modo, considerato peraltro che il provvedimento in esame è un collegato alla manovra di finanza pubblica.
  Rileva che si sarebbe aspettata un ruolo di terzietà effettiva da parte del presidente, come peraltro aveva assicurato finora, ma constata come in questo frangente tale ruolo stia venendo meno, cosa che rappresenta un grave vulnus, che mette in difficoltà le opposizioni.Pag. 10
  Conclude auspicando che nella Conferenza dei Presidenti di gruppo, che si terrà in serata, venga riportata l'effettiva verità dei fatti.

  Nazario PAGANO, presidente, avverte che l'onorevole Alfonso Colucci ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori constatando, tuttavia, che egli ha già avuto modo di farlo.

  Alfonso COLUCCI (M5S) ricorda che precedentemente è intervenuto per un richiamo al regolamento e non sull'ordine dei lavori. Segnala quindi quella che è, a suo avviso, un'evidente contraddizione. Ricorda infatti che nel primo pomeriggio la seduta era stata sospesa ed era stato annunciato che sarebbe ripresa all'esito della Conferenza dei Presidenti di gruppo, intendendosi il suo svolgimento, ed il suo esito, come una condizione per la ripresa dei lavori della Commissione. Si chiede come sia possibile che quella che era una condizione alle 14.30 non lo sia più un'ora dopo.

  Nazario PAGANO, presidente, interrompendo l'intervento del deputato Colucci, prende atto del fatto che gli interventi che si susseguono vertono tutti sul medesimo tema, ripetendo posizioni già note che non tengono conto che la Conferenza dei Presidenti di gruppo, che al momento della sospensione dei lavori della Commissione era ritenuta imminente, si svolgerà solamente questa sera dalle 21, ciò che ha modificato le condizioni e che impone, nelle more, di proseguire i lavori della Commissione. Ritiene, peraltro, necessario convocare immediatamente una riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

  Alfonso COLUCCI (M5S) esprime veementi proteste per l'interruzione del suo intervento che evidenzia, a suo dire, una totale mancanza di rispetto non solo per un deputato della Repubblica, quale egli è, ma per il gruppo MoVimento 5 Stelle.

  Nazario PAGANO, presidente, propone di sospendere brevemente la seduta per lo svolgimento di una riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, che è immediatamente convocato.

  La Commissione consente.

  La seduta, sospesa alle 15.55, riprende alle 16.20.

  Andrea CASU (PD-IDP), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede che sia dato seguito alla richiesta, già avanzata nel corso della giornata odierna, di poter acquisire i precedenti verificatisi presso altre Commissioni di situazioni analoghe a quella occorsa nella seduta del 24 aprile scorso, in tema di revoca o ripetizione delle votazioni.

  Nazario PAGANO, presidente, segnala che una verifica dei precedenti è stata già compiuta dalla Presidenza a ridosso della più volte citata seduta del 24 aprile.

  Andrea CASU (PD-IDP) chiede se in tale verifica si sia tenuto conto di quanto accaduto presso la IX Commissione Trasporti lo scorso 20 febbraio, precedente già da lui prima richiamato.

  Nazario PAGANO, presidente, evidenzia come si tratti di due casi assai differenti poiché, a differenza di quanto avvenuto nella seduta della I Commissione del 24 aprile, nella richiamata seduta della Commissione Trasporti l'esito del voto era stato proclamato.

  Enrica ALIFANO (M5S) interviene per richiamo al Regolamento, con riferimento agli articoli 8 e seguenti. Sulla base di quanto detto dal presidente, in relazione alle verifiche già svolte, vi sarebbero quindi dei precedenti a supporto della sua decisione, che in tal caso però si porrebbero in contrasto con le norme regolamentari. Rileva che la Presidenza non possa limitarsi ad un richiamo generico a precedenti, ma debba darne conto in modo puntuale.
  Evidenzia come si tratti di una questione di fondamentale importanza, poiché attraverso il richiamo a presunti precedenti Pag. 11si stravolge di fatto il Regolamento della Camera.
  In ogni caso, le decisioni assunte oggi rischiano di creare un nuovo precedente. Sebbene tale circostanza possa, in futuro, favorire coloro che oggi sono all'opposizione e che potranno trovarsi in maggioranza, il suo gruppo rifiuta la possibilità di beneficiarne, poiché ciò che per il M5S rileva sono i principi di lealtà, di verità e di legalità, attestati dal Regolamento della Camera.
  Richiama in proposito gli articoli 21, comma 2, e 34, che prevedono che delle sedute sia redatto il processo verbale, il cui controllo è attribuito ai Segretari di Commissione, che verificano i risultati delle votazioni. Il Presidente della Commissione, nel proclamare il risultato del voto, compie dunque un atto di pubblicità e non un atto di certificazione dell'esito della votazione, che compete, come detto, ai Segretari di Presidenza.

  Simona BONAFÈ (PD-IDP), intervenendo sull'ordine dei lavori, avanza una proposta, già formulata in sede di ufficio di presidenza, in ordine alla possibilità di accantonare l'emendamento Auriemma 1.19, al fine di attendere gli esiti della Conferenza dei Presidenti di Gruppo, convocata alle 21 di oggi dal Presidente della Camera, che appositamente rientrerà da Bruxelles. Si eviterebbero in tal modo ulteriori forzature, anche considerato che nel frattempo la Commissione potrebbe procedere con la votazione delle restanti proposte emendative.
  Ritiene che su tale proposta la Commissione debba esprimersi con una votazione.

  Nazario PAGANO (FI-PPE) chiede ai relatori di esprimersi sulla proposta di accantonamento dell'emendamento Auriemma 1.19, sulla quale darà poi la parola ad un oratore a favore e ad uno contro.

  Alberto STEFANI (LEGA) esprime, anche a nome dei relatori Paolo Emilio Russo e Alessandro Urzì, parere contrario sulla proposta di accantonamento dell'emendamento Auriemma 1.19.

  Filiberto ZARATTI (AVS) ammette di avere avuto l'impressione che la presidenza fosse disponibile a ragionare sulla proposta avanzata dalla collega Bonafè, che ritiene logica e di buon senso. Sottolinea, quindi, che anche il Presidente della Camera Fontana ha preso in debita considerazione l'appello fatto dalle opposizioni, rientrando da Bruxelles e convocando la Conferenza dei Presidenti di gruppo. Si domanda, quindi, quale sia il senso di far votare nuovamente la Commissione sull'emendamento Auriemma 1.19, rendendo così inutile la convocazione della stessa Conferenza dei Presidenti di gruppo.

  Andrea CASU (PD-IDP) evidenzia come la proposta di accantonamento avanzata dalla collega Bonafè mostri che il gruppo del Partito democratico è disponibile a proseguire nell'esame del provvedimento in attesa che la Conferenza dei Presidenti di gruppo si esprima sull'episodio contestato. Non comprende, quindi, il motivo per cui la maggioranza di governo non sia disponibile ad accantonare la proposta emendativa Auriemma 1.19 ed invita a riflettere evitando ulteriori forzature.

  Alessandro URZÌ (FDI) prende atto che le opposizioni, con i loro interventi, stanno dipingendo un quadro non corrispondente alla realtà e sottolinea come la convocazione della Conferenza dei Presidenti di gruppo non sia in alcun modo legata alle decisioni sulle procedure da adottare in merito alla votazione dell'emendamento Auriemma 1.19.

  Carmela AURIEMMA (M5S) ritiene che la proposta della collega Bonafè sia una proposta di buon senso, anche se il M5S avrebbe preferito sospendere i lavori in attesa delle determinazioni della Conferenza dei Presidenti di gruppo. Rileva, poi, che la maggioranza non è disposta a ragionare e stigmatizza la forzatura dei lavori, che dimostra mancanza di rispetto per il ruolo della Presidenza e della stessa Conferenza dei Presidenti di gruppo.

  Simona BONAFÈ (PD-IDP), intervenendo per un richiamo al regolamento, sottolinea Pag. 12la pericolosità dello sgarbo istituzionale che la Commissione sta perpetrando non acconsentendo di accantonare l'emendamento Auriemma 1.19 e mettendolo comunque in votazione prima che si riunisca la Conferenza dei Presidenti di gruppo.

  Nazario PAGANO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, pone in votazione la proposta di accantonamento dell'emendamento Auriemma 1.19.

  La Commissione respinge la richiesta di accantonamento dell'emendamento Auriemma 1.19.

  Filiberto ZARATTI (AVS), intervenendo per dichiarazioni di voto sull'emendamento Auriemma 1.19, rimarca la decisione illegittima di porre nuovamente in votazione la proposta emendativa, violando il regolamento e la Costituzione e preannuncia che il proprio gruppo abbandonerà i lavori della Commissione e non parteciperà a tale voto.

  (Il deputato Zaratti lascia l'Aula)

  Alfonso COLUCCI (M5S) preannuncia che anche il gruppo del M5S abbandonerà i lavori della Commissione e sottolinea come tale gesto non sia solo un gesto simbolico, ma costituisca una denuncia del comportamento gravemente illegittimo adottato dalla maggioranza e contrario all'etica delle Istituzioni. Evidenzia che la frattura che si è oggi determinata nell'ambito dell'esame del provvedimento è una frattura difficile da sanare e che mina i rapporti futuri. Conclude sottolineando che l'amara decisione di non partecipare oltre ai lavori della Commissione nasce dalla necessità di rispettare i principi di lealtà istituzionale.

  (I deputati del gruppo del M5S abbandonano l'aula)

  Simona BONAFÈ (PD-IDP) preannuncia che il gruppo del Partito democratico non parteciperà alla nuova votazione dell'emendamento Auriemma 1.19 che non considera legittima e valida. Si tratta di un'evidente forzatura del regolamento, che non consente di sviluppare un clima di leale collaborazione. Non solo è un precedente pericolosissimo, ma oltretutto si piega a una ricostruzione dei fatti non veritiera e tendente a seguire orientamenti di parte.

  (I deputati del gruppo del PD abbandonano l'aula)

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Auriemma 1.19, Bonafè 1.20 e Ilaria Fontana 1.21.

  Andrea CASU (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Tucci 1.22, testé sottoscritto, invita ad approvare una proposta emendativa di buon senso sulla quale tutti dovrebbero essere d'accordo.

  La Commissione respinge l'emendamento Tucci 1.22.

  Andrea CASU (PD-IDP), nel sottoscrivere l'emendamento Auriemma 1.23, ne raccomanda l'approvazione in quanto si tratta di un emendamento che migliorerebbe il testo del provvedimento: esso infatti richiama il principio di uguaglianza sostanziale e formale previsto dall'articolo 3 della Costituzione e questo principio dovrebbe essere riconosciuto anche nel testo del provvedimento in esame.

  La Commissione respinge l'emendamento Auriemma 1.23.

  Arturo SCOTTO (PD-IDP), nel sottoscrivere l'emendamento Zaratti 1.24, ne raccomanda l'approvazione, nello spirito di una battaglia comune delle opposizioni e in nome del principio che l'Italia è una e indivisibile, nel cui ambito esiste, tuttavia, un pluralismo fatto di diverse realtà che non devono essere abbandonate a loro stesse. Rileva come la maggioranza, oltre al vizio di far rivotare quando perde – e auspica che ciò non accada anche in caso di sconfitta alle prossime elezioni – abbia anche la tendenza a non avere a cuore la pluralità del Paese, dei suoi territori e delle sue specificità locali. Dichiara che si tratta un Pag. 13vulnus inaccettabile, così come inaccettabile è non ascoltare le critiche che vengono un po' da tutte le parti: dalla Conferenza episcopale italiana, dalle federazioni sportive, da tutto l'arco dei costituzionalisti passando per tutti i sindacati confederati e autonomi.
  Comprende tuttavia la difficoltà, per un partito come la Lega, a rinunciare all'istanza secessionista che è sempre stata al centro della sua retorica: al riguardo richiama la candidatura alle elezioni europee del generale Vannacci che, pur non avendo rilasciato dichiarazioni sull'autonomia differenziata, molto ha detto sui diritti civili e individuali di alcune categorie di cittadini. Da tutto ciò appare evidente il disinteresse della maggioranza per la coesione sociale e territoriale del Paese. Dichiara pertanto il voto favorevole sull'emendamento Zaratti 1.24.

  La Commissione respinge l'emendamento Zaratti 1.24.

  Marco SARRACINO (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Bonafè 1.25, rileva come questo sia volto a dare importanza agli enti locali che sono stati del tutto estromessi dal provvedimento. Ritiene opportuno che gli enti locali vengano resi protagonisti, tenuto conto delle funzioni fondamentali che svolgono; riterrebbe parimenti necessario avviare una riflessione sulle funzioni delle province, che sono state oggetto di una riforma incompleta negli ultimi anni, nonché su quelle delle città metropolitane. Il provvedimento inciderà sulla vita dei comuni e degli enti locali, che ritiene debbano pertanto essere coinvolti in quanto se, da una parte, viene conferito un grande potere alle regioni, gli enti di prossimità – che sono quelli più vicini ai cittadini – sono del tutto esclusi. Chiede pertanto un supplemento di riflessione su questo tema. Sottolinea al riguardo come alcune delle proposte emendative in esame siano state suggerite dall'ANCI, che non è un'associazione di parte e che vede coinvolti anche i comuni di centro-destra.
  Ritiene dunque che su questo emendamento si potrebbe avviare un dibattito costruttivo e chiede che vengano almeno chiarite le ragioni per le quali gli enti locali sono stati esclusi.

  Enrica ALIFANO (M5S), intervenendo sull'emendamento Bonafè 1.25, rileva come si sia posto l'accento su un emendamento di grande valore e importanza in quanto il ruolo degli enti locali sarà importante nell'attuazione di questa riforma poiché l'articolo 6 individua gli enti locali come i soggetti preposti all'erogazione dei servizi.
  Ricorda in proposito che l'estromissione degli enti locali è stata anche stigmatizzata dai costituzionalisti ascoltati nel corso delle audizioni. Fa notare che l'articolo 2 del provvedimento prevede che gli schemi di intese tra lo Stato e la regione siano sottoposti agli enti locali, ma considera priva di effetti tale consultazione, in quanto non sembrano previste conseguenze concrete in caso di espressione di un parere contrario in contrasto con un contesto normativo che dovrebbe invece portare alla valorizzazione dei piccoli centri. Evidenzia come ciò avvenga nonostante nel provvedimento stesso venga richiamato il principio di sussidiarietà: di fatto i princìpi enunciati nell'articolo 1 restano poi lettera morta nel seguito del testo.
  Auspica dunque un ripensamento nel senso di dare maggior voce a chi alla fine dovrà erogare i servizi.

  Arturo SCOTTO (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Bonafè 1.25, in dissenso dal proprio gruppo, ricorda di non aver votato, a suo tempo, la riforma delle province. In dissenso dal collega Sarracino ritiene velleitario ricostruire quella dimensione istituzionale e trova incomprensibile che chi ha proposto l'abolizione delle province oggi torni sui propri passi senza fare una riflessione sulle ragioni di fondo. Sarebbe al riguardo necessario individuare una sede e un modo (quanto meno un convegno, un dibattito sui social media) per svolgere un approfondimento sul tema, chiarendo l'errore dell'abolizione delle province e avviando così una riflessione nel Paese. Invita pertanto la presentatrice a ritirare l'emendamento, anche se si rende Pag. 14conto di essere in una posizione di minoranza nel suo gruppo.

  La Commissione respinge l'emendamento Bonafè 1.25.

  Carmela AURIEMMA (M5S), nel sottoscrivere l'emendamento Penza 1.28, rileva come questo sia volto a introdurre l'elemento della temporaneità della riforma. Nel corso delle audizioni il professor Staiano ha rilevato come questa riforma introduca concetti che non appartengono alla nostra forma costituzionale: pertanto l'elemento della temporaneità della riforma consentirebbe un eventuale, successivo ripensamento della riforma stessa. Ritiene infatti che la riforma non migliorerà la gestione da parte delle regioni e degli enti di prossimità, perché dove la devolution è già presente – come ad esempio nella sanità – non c'è stata affatto una migliore gestione e, anzi, aver messo la sanità nella disponibilità delle regioni ha creato un sistema clientelare che ha depauperato la sanità pubblica. Rileva come queste siano già prove del fatto che gli obiettivi che la maggioranza spera di ottenere sono ben lungi dal poter essere raggiunti.

  Enrica ALIFANO (M5S), intervenendo in dissenso dal suo gruppo, chiede di poter ritirare la propria firma dall'emendamento Penza 1.28, ritenendo che tale riforma – come in generale la legislazione – richieda stabilità, mentre l'eventuale aggiunta dell'avverbio «temporanea» creerebbe, al contrario, incertezza. Questo comprometterebbe la regolarità delle contrattazioni e la stabilità stessa del sistema economico.
  Rileva come già l'articolo 3 del provvedimento, che consente l'aggiornamento dei LEP, peraltro senza controllo parlamentare, sia un elemento di instabilità e dunque sarebbe opportuno evitare di introdurne altri.

  Andrea CASU (PD-IDP), nel sottoscrivere l'emendamento Penza 1.28, rileva come, pur condividendo le preoccupazioni della collega Alifano, vada considerato che nel quadro del sistema giuridico italiano – sebbene evidentemente la temporaneità sia in sé un elemento di instabilità – spesso si arriva a legiferare in assenza di istruttorie approfondite: dunque, l'inserimento di clausole di temporaneità consentirebbe di non rendere irreversibili eventuali errori e tornare indietro sulle scelte effettuate, qualora si verifichi che l'impatto della normativa adottata non sia rispondente a ciò che ci si attendeva.
  Naturalmente si tratta di una provocazione e come tale intende sottoscriverla: ma non va comunque trascurato il rischio che, posto che la discussione di questo provvedimento è stata costretta nei tempi strettissimi dati dalla calendarizzazione in Aula per il 29 aprile, vengano successivamente alla luce criticità che dovranno essere risolte.
  Osserva che il provvedimento, il cui nome è «autonomia differenziata», non è in realtà sull'autonomia ma è solo una bandiera elettorale, che peraltro il suo partito non condivide: ritiene infatti importante difendere le autonomie, ma non in questo modo. Confida che ci saranno ancora molti passaggi da fare e che in seguito – una volta terminata la campagna elettorale – si potranno sanare eventuali errori che potrebbero avere anche conseguenze terribili.

  Arturo SCOTTO (PD-IDP) chiede di intervenire in dissenso al suo gruppo sull'emendamento Penza 1.28.

  Nazario PAGANO, presidente, ricorda che per gli interventi in dissenso è previsto un minuto di tempo.

  Arturo SCOTTO (PD-IDP) chiede alla presidenza di precisare la norma regolamentare in base alla quale viene definita la durata degli interventi in dissenso, giudicando opportuno convocare al riguardo l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

  Nazario PAGANO, presidente, in risposta al deputato Scotto, fa presente che nella sua lettera del 9 agosto 2013 l'allora Presidente della Camera chiariva che secondo la prassi dell'Assemblea gli eventuali interventiPag. 15 a titolo personale, in numero comunque inferiore alla metà dei componenti di un gruppo, hanno di regola la durata di un minuto.

  Arturo SCOTTO (PD-IDP) interviene sull'emendamento Penza 1.28 in dissenso dal suo gruppo, non condividendo la finalità di tale proposta emendativa.

  Alfonso COLUCCI (M5S), intervenendo per un richiamo al regolamento, ritiene irrituale che la presidenza incida sull'organizzazione dei lavori e sulla durata degli interventi senza convocare l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

  Nazario PAGANO, presidente, ribadisce di aver agito secondo una prassi parlamentare consolidata dalla Presidenza della Camera.

  Gianni CUPERLO (PD-IDP) preannuncia il suo voto favorevole sull'emendamento Penza 1.28.

  La Commissione respinge l'emendamento Penza 1.28.

  Alfonso COLUCCI (M5S), intervenendo sull'emendamento Auriemma 1.29, fa notare che il provvedimento in esame presenta profili di dubbia legittimità costituzionale, dal momento che rischia di derogare con una legge ordinaria, seppur rafforzata, alle norme previste all'articolo 117 della Costituzione, che riguardano la ripartizione delle competenze legislative per materia fra Stato e regioni. Osserva che l'emendamento in discussione, oltre a precisare che il trasferimento attiene a specifiche funzioni o a singoli compiti riconducibili alle materie, mira a riaffermare il principio di sussidiarietà, garantendo il rispetto delle competenze amministrative degli enti locali.

  Arturo SCOTTO (PD-IDP) dopo aver dichiarato di sottoscrivere l'emendamento Auriemma 1.29, fa notare che il gruppo della Lega persegue una sorta di centralismo regionale che rischia di ledere l'autonomia degli enti locali più prossimi ai cittadini.

  La Commissione respinge l'emendamento Auriemma 1.29.

  Carmela AURIEMMA (M5S) illustra l'emendamento Alfonso Colucci 1.30, di cui è cofirmataria, che ritiene si ponga a garanzia degli enti locali. Ritiene che il provvedimento in esame rischia di pregiudicare l'autonomia degli enti territoriali, anche perché non è accompagnato da una riforma dei medesimi enti locali, che dovrebbe consentire loro di potenziare le piante organiche in conseguenza del trasferimento di nuove funzioni.

  La Commissione respinge l'emendamento Auriemma 1.30.

  Arturo SCOTTO (PD-IDP), intervenendo sull'ordine dei lavori, richiama un'agenzia di stampa secondo la quale il Ministro per i rapporti con il Parlamento avrebbe dichiarato che il Governo non ha alcun ruolo sulla questione della votazione dell'emendamento Auriemma 1.19, lasciando dunque intendere che si tratterebbe di una dinamica strettamente parlamentare estranea all'Esecutivo. Ritiene inconcepibile che un Ministro possa scaricare tutte le responsabilità sul Parlamento su una questione così delicata, che riguarda l'esame di un provvedimento di iniziativa governativa.

  Alfonso COLUCCI (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, fa notare che le agenzie di stampa fanno riferimento anche ad altre dichiarazioni del Ministro per i rapporti con il Parlamento, secondo le quali si andrebbe verso uno slittamento di qualche giorno dell'avvio della discussione del provvedimento in Assemblea. Ritiene grave che i componenti della Commissione vengano a conoscenza delle tempistiche relative all'organizzazione dei lavori tramite certe fonti.

  Nazario PAGANO, presidente, fa notare che le agenzie di stampa non possono formare oggetto di discussione in tale sede, ricordando che spetta alla Conferenza dei Pag. 16presidenti di gruppo definire l'organizzazione dei lavori parlamentari.

  Enrica ALIFANO (M5S) illustra l'emendamento Marianna Ricciardi 1.31, di cui è cofirmataria, facendo presente che esso mira ad escludere la tutela della salute dalle materie oggetto di autonomia differenziata. Ricorda che il diritto alla salute ha una valenza universale che non può ammettere diseguaglianze nei territori, precisando che altrimenti si andrebbe incontro ad una sempre maggiore diffusione del fenomeno della migrazione sanitaria, conducendo lo Stato ad abdicare al suo ruolo a vantaggio del privato.

  Arturo SCOTTO (PD-IDP), nel sottoscrivere l'emendamento Marianna Ricciardi 1.31, osserva criticamente che, come riportato dagli organi di stampa, il Ministro per i rapporti con il Parlamento, in genere assai poco assiduo alle riunioni degli organi parlamentari, avrebbe annunciato la prossima calendarizzazione presso il Senato del disegno di legge relativo al premierato per il prossimo 6 maggio. Passando al merito dell'emendamento, sottolinea che esso affronta un tema centrale, quello della sanità, che è una grande questione aperta e che, proprio per questo motivo, andrebbe espunta dalla riforma dell'autonomia. A suo avviso, anche se il Governo ha dimostrato di non essere in grado di governare efficacemente il sistema sanitario, la soluzione agli annosi problemi di quest'ultimo non risiede certo nella devoluzione di ulteriori poteri alle regioni. Occorrerebbe invece una svolta nelle politiche sanitarie, come quella prefigurata dalla proposta di legge a prima firma Schlein, che intende porre un freno alla decrescita della spesa sanitaria. Chiede dunque alla maggioranza di accogliere l'emendamento, sottolineando che, ove ciò avvenisse, il proprio gruppo politico potrebbe rivedere la propria posizione sul complesso del provvedimento in esame.

  Filiberto ZARATTI (AVS) interviene sull'ordine dei lavori per chiedere di convocare l'ufficio di presidenza della Commissione al fine di deliberare un nuovo calendario dei lavori che consenta di recuperare il tempo impiegato nella discussione relativa alla questione della ripetizione della votazione dell'emendamento Auriemma 1.19.

  Nazario PAGANO, presidente, chiarisce che il tema potrà essere affrontato in una riunione dell'ufficio di presidenze al termine della riunione della Conferenza dei capigruppo.

  Filiberto ZARATTI (AVS), intervenendo sull'emendamento 1.31, dichiara di sottoscriverlo, rilevando che esso affronta un tema di cruciale importanza. Solo pochi giorni fa, si è appreso infatti che la percentuale della spesa sanitaria sul prodotto interno lordo del nostro Paese è particolarmente bassa, un dato che pone l'Italia agli ultimi posti nell'Unione europea. In una situazione così difficile, la devoluzione di poteri alle regioni non costituisce una vera soluzione, perché esistono differenziali molto ampi tra di esse. Occorrerebbe invece far tesoro dell'esperienza della pandemia e procedere a cospicui investimenti nel sistema sanitario, superando la logica dell'invarianza di spesa.

  La Commissione respinge l'emendamento Marianna Ricciardi 1.31.

  Andrea CASU (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Barbagallo 1.32., osserva che il provvedimento in esame va a minare la competenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nelle tematiche dei sistemi aeroportuali, di trasporto e di navigazione. Rilevando che la politica dei trasporti ha un evidente valore nazionale, chiede alla maggioranza di non procedere oltre nella direzione della frammentazione del settore. A suo avviso, infatti, la riforma si limita a fotografare la situazione esistente, con le sue forti asimmetrie e le sue non poche criticità.

  Enrica ALIFANO (M5S) chiede di sottoscrivere l'emendamento in esame. Rileva che la definizione dei LEP in questa materia è particolarmente complessa, data la Pag. 17frammentazione che caratterizza il trasporto pubblico e la generale arretratezza che connota le aree interne e quelle insulari. A suo avviso, lo sviluppo delle grandi rete di trasporto è intimamente connesso con lo sviluppo dell'economia ed è quindi una grande questione nazionale.

  La Commissione respinge l'emendamento Barbagallo 1.32.

  Andrea CASU (PD-IDP) interviene sull'emendamento Morassut 1.33, segnalando che, in questo caso il centro dell'emendamento è rappresentato dalla navigazione marittima, un settore di particolare importanza perché è elemento costitutivo della funzione dell'Italia nel mondo. L'Italia è una piattaforma logistica naturale, ma già ora stenta ad affermarsi come tale e svolge una funzione inferiore alle sue potenzialità, proprio perché manca una coerente politica nazionale ed integrata. Il provvedimento in esame andrà ad accentuare le fragilità del sistema, ostacolando l'intermodalità, che è elemento necessario di una coerente politica dei trasporti. Chiede quindi alla maggioranza di svolgere un supplemento di riflessione su questi temi.

  Carmela AURIEMMA (M5S) chiede di poter sottoscrivere l'emendamento Morassut 1.33, che considera una proposta emendativa di buon senso. Esprime quindi perplessità sulla devoluzione alla normativa regionale del settore dei trasporti e della navigazione. Ritiene che in materia ci debba essere una disciplina nazionale, altrimenti si rischia una visione meramente localistica. Ribadisce che si tratta di una scelta assai discutibile affidare alle regioni la regolamentazione dei trasporti. Preannuncia quindi il proprio voto favorevole sull'emendamento in esame.

  Arturo SCOTTO (PD-IDP) interviene in dissenso rispetto alla formulazione dell'emendamento, che avrebbe dovuto prevedere l'esclusione anche del Ponte sullo Stretto dalla disciplina dell'autonomia differenziata.

  La Commissione respinge l'emendamento Morassut 1.33.

  Andrea CASU (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Ghio 1.34, osserva che è volto ad escludere dalla disciplina dell'autonomia differenziata anche la materia dei porti e aeroporti civili. Rileva la necessità di una regia nazionale nella predetta materia, in considerazione del ritardo drammatico per quanto riguarda l'intermodalità.

  Enrica ALIFANO (M5S), dopo aver chiesto di poter intervenire, dichiara di rinunciare all'intervento.

  Nazario PAGANO, presidente, chiede se qualcun altro intende intervenire sull'emendamento Ghio 1.34, prima di metterlo in votazione.

  (Forti proteste da parte dei parlamentari di opposizione)

  Marco SARRACINO (PD-IDP) ritiene che il Presidente abbia temporeggiato per non passare alla votazione della proposta emendativa, che sarebbe stata approvata in caso di votazione, essendosi allontanati dall'aula alcuni commissari della maggioranza.

  (Proteste continue e animato confronto tra parlamentari di maggioranza e di opposizione)

  Nazario PAGANO, presidente, ordina l'allontanamento dall'aula della Commissione del deputato Penza, in considerazione degli atteggiamenti di intemperanza adottati dallo stesso.

  (Urla dell'opposizione)

  Gianni CUPERLO (PD-IDP) ritiene evidente ciò che è accaduto: il Presidente Pagano ha prima indetto la votazione, poi essendosi reso conto che la maggioranza potesse non avere i numeri nella votazione per respingere l'emendamento, ha temporeggiato nell'attesa del rientro dei deputati di maggioranza che si erano allontanati Pag. 18dall'aula. Invita quindi a una diversa conduzione dei lavori, ritenendo difficile proseguirli in considerazione degli atteggiamenti di prevaricazione della maggioranza.

  Alessandro URZÌ (FDI) non concorda con le considerazioni dell'opposizione, ritenendo che si tratta di percezioni prive di fondamento.

  Gianni CUPERLO (PD-IDP) osserva inoltre come il Presidente Pagano sia stato precipitoso nell'espellere un deputato di opposizione, ritenendolo poco consono ad una equilibrata conduzione dei lavori.

  Francesco MURA (FDI) ritiene che il Presidente Pagano abbia condotto i lavori con estrema correttezza, giudicando quindi pretestuose le lamentele delle opposizioni in questa circostanza.

  Arturo SCOTTO (PD-IDP) ravvisa nelle considerazioni del deputato Mura sulla vicenda odierna l'ammissione che nella votazione dell'emendamento Auriemma 1.19 nella precedente seduta la maggioranza fosse andata effettivamente sotto nella votazione.

  Filiberto ZARATTI (AVS) ritiene che il presidente, essendosi reso conto che la maggioranza poteva non avere i numeri nella votazione per respingere l'emendamento Ghio 1.34, abbia temporeggiato nel far effettuare la votazione dell'emendamento, nell'attesa del rientro dei deputati di maggioranza che si erano allontanati dall'aula. Osserva come a causa dello stress di questi giorni stia scemando la serenità della presidenza nella conduzione dei lavori. Invita quindi il presidente a soprassedere nella conduzione del prosieguo dei lavori.

  Nazario PAGANO, presidente, ritiene estremamente offensivo nei confronti della presidenza quanto affermato dal deputato Zaratti. Osserva come nelle ultime ore l'atteggiamento dell'opposizione nei suoi confronti abbia travalicato i limiti della dialettica parlamentare, manifestando una mancanza di rispetto verso la Presidenza. Ribadisce di ritenere estremamente ingiuste le offese di alcuni esponenti dell'opposizione nei suoi confronti.

  Filiberto ZARATTI (AVS) osserva che, mentre in altri casi si è complimentato per la conduzione dei lavori da parte della presidenza, questa volta non è stata garantito pienamente il ruolo dell'opposizione. Invita quindi ad una pausa di riflessione, data l'importanza del provvedimento in esame.

  Alfonso COLUCCI (M5S) invita ad evitare un ulteriore deterioramento della situazione. Ritiene quindi che tutti abbiano visto come il presidente, essendosi reso conto che la maggioranza potesse non avere i numeri per respingere l'emendamento Ghio 1.34, abbia temporeggiato nel far effettuare la votazione dell'emendamento. Giudica inoltre ingiusta l'espulsione dall'aula del deputato Penza, invitando il presidente ad un ripensamento al riguardo. Invita inoltre ad evitare il superamento di un punto di non ritorno e di ulteriore deterioramento della situazione, correggendo a tal fine l'atteggiamento fin qui adottato nella conduzione dei lavori, che dovrebbe essere improntato a criteri di lealtà e fiducia, rispettando il ruolo dell'opposizione.

  Nazario PAGANO, presidente, fa presente che il deputato Penza può riprendere parte ai lavori.

  Arturo SCOTTO (PD-IDP) esprime apprezzamento per la decisione del Presidente Pagano di riammettere nei lavori dell'aula il deputato Penza, ritenendo che ciò potrebbe svelenire il clima che si è creato ed aiutare il regolare prosieguo dei lavori. Ribadisce di aver ravvisato nelle considerazioni del deputato Mura sulla vicenda odierna l'ammissione che nella votazione dell'emendamento Auriemma 1.19 nella precedente seduta la maggioranza fosse andata sotto nella votazione: la maggioranza certificherebbe quindi come nella precedente seduta si sia consumato un vulnus alle prerogative delle opposizioni e alla regolarità dei lavori. Comprende che la Presidenza debba garantire l'approvazione Pag. 19del provvedimento, ma allo stesso tempo dovrebbe tutelare anche le prerogative dell'opposizione.

  Francesco MICHELOTTI (FDI) esprime solidarietà al Presidente Pagano a nome del gruppo di Fratelli d'Italia, giudicando pretestuosi e immotivati gli attacchi di alcuni membri dell'opposizione. Ritiene che il Presidente abbia sempre portato avanti una conduzione dei lavori rispettosa del regolamento e delle prerogative delle opposizioni. Vi è stato un ampio dibattito nell'esame del provvedimento, pertanto ritiene ingenerosi gli attacchi alla Presidenza. Fa presente che si è trascorso quasi tutto il tempo della seduta odierna a discutere di questioni regolamentari sulla seduta precedente, invece di soffermarsi sul merito delle proposte emendative. Rimarcato che il gruppo di Fratelli d'Italia partecipa ai lavori odierni nonostante la Conferenza programmatica del partito a Pescara, invita gli esponenti dell'opposizione a non mancare di rispetto alla maggioranza e soprattutto alla Presidenza, a cui ribadisce tutto il sostegno e la solidarietà.

  Maria Elena BOSCHI (IV-C-RE) sottolinea come, a suo giudizio, in precedenti interventi di esponenti dei gruppi di minoranza non sia stata rivolta alcuna offesa personale al presidente Nazario Pagano, limitandosi piuttosto questi ultimi a valutazioni del tutto legittime di carattere politico-istituzionale circa l'efficace conduzione dei lavori odierni, giacché è del tutto evidente che oggi, come già avvenuto nella seduta di mercoledì scorso, in prossimità della votazione dell'emendamento Ghio 1.34 lo schieramento di maggioranza è apparso in chiara difficoltà numerica.
  Auspicando pertanto che possa essere quanto prima ripristinato un clima di maggiore fiducia reciproca tra le diverse forze politiche nonché di rigoroso rispetto delle procedure regolamentari, apprezza comunque lo spirito della decisione assunta dallo stesso presidente Pagano di consentire al deputato Penza la partecipazione ai lavori della presente seduta.
  Quanto invece all'accenno contenuto nell'intervento dell'onorevole Michelotti circa l'impossibilità per i componenti del gruppo di Fratelli d'Italia a presenziare nella giornata di oggi al concomitante appuntamento programmatico del proprio partito a Pescara a causa della presunta volontà dei gruppi di opposizione di prolungare i tempi della discussione degli emendamenti, fa presente che tale circostanza deriva non già da una scelta compiuta dai medesimi gruppi di opposizione quanto piuttosto da dissidi interni alla stessa maggioranza parlamentare in ordine ai contenuti del disegno di legge in materia di autonomia differenziata ora all'esame della Commissione.
  In merito, inoltre, alla presunta riluttanza degli stessi gruppi di opposizione a svolgere interventi che attengano strettamente al merito delle proposte emendative presentate, osserva che i rappresentanti in Commissione del gruppo del Partito Democratico si sono invece concentrati esattamente sul contenuto dei peraltro assai poco numerosi emendamenti, pari a circa una trentina, anche raccogliendo le tante considerazioni critiche espresse sul testo in esame dai soggetti auditi dalla Commissione medesima.
  Osserva che ciò è tanto più vero se solo si considera che le opposizioni hanno al contrario ritenuto opportuno prevedere tempi più ampi per la discussione in Commissione, proprio al fine di approfondire le questioni poste dalle singole proposte emendative, dichiarandosi altresì disponibili a ridurre il numero degli emendamenti su cui concretamente porre l'attenzione, a condizione naturalmente che la maggioranza stessa rinunci alla pretesa di avviare comunque la discussione sulle linee generali in Assemblea del provvedimento nella giornata di lunedì prossimo 29 aprile, trattandosi di una data evidentemente troppo ravvicinata e poco ragionevole.
  A tale proposito, segnala peraltro che dalle ultime agenzie di stampa sarebbe emersa una sostanziale disponibilità in tal senso da parte di un autorevole esponente del principale partito di maggioranza, ossia il Ministro per i rapporti con il Parlamento Ciriani, che a suo avviso meriterebbe di essere attentamente valutata.

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  Andrea CASU (PD-IDP), associandosi alle valutazioni svolte dalla deputata Boschi sul punto, evidenzia come la concomitanza tra i lavori odierni della Commissione e l'avvio a Pescara della conferenza programmatica di Fratelli d'Italia sia ad ogni evidenza il frutto non già di una presa di posizione dei gruppi di opposizione quanto della pervicace volontà della maggioranza di avviare con inusitata fretta, dettata da ovvie ragioni di tenuta della coalizione di Governo, la discussione in Assemblea sulle linee generali del provvedimento.
  Ciò premesso, porge al presidente Nazario Pagano le proprie scuse per i toni forse troppo accesi tenuti nel corso della precedente discussione, osservando tuttavia come tale comportamento fosse derivato dalla netta sensazione che, come già avvenuto nella seduta di mercoledì scorso, la presidenza stessa, una volta esauriti gli interventi, non abbia intenzionalmente avviato la procedura di votazione sull'emendamento Ghio 1.34, una volta apprezzata la dubbia consistenza numerica dello schieramento di maggioranza, in ciò compiendo a suo avviso una palese violazione delle regole parlamentari.

  Igor IEZZI (LEGA) reputa assolutamente chiaro quanto sta ora avvenendo in Commissione, evidenziando al contempo l'ennesimo tentativo da parte dei gruppi di sinistra di creare false notizie prive di alcun fondamento reale, come del resto già avvenuto due giorni prima.
  Rimarca piuttosto la palese difficoltà dei gruppi di opposizione a discutere nel merito di un disegno di legge in materia di autonomia differenziata che cerca, tra l'altro, di porre rimedio alle gravi storture introdotte nell'ordinamento giuridico italiano dalla riforma del Titolo V della Costituzione, deliberata a maggioranza nel 2001 dalla stessa sinistra e rispetto alla quale avrebbe considerato ragionevole udire una qualche autocritica da parte dell'attuale schieramento di minoranza.
  Tanto premesso, si unisce alla solidarietà espressa dal deputato Michelotti al presidente Nazario Pagano, che a suo giudizio ha saputo gestire in modo sempre assolutamente ordinato e rispettoso delle regole anche fasi particolarmente concitate della seduta. Rivolge, altresì, analoga espressione di solidarietà agli uffici della Camera, segnalando come siano prive di qualsiasi fondamento e assai poco dignitose le varie insinuazioni che sono state strumentalmente svolte circa, in particolare, una presunta scarsa aderenza ai fatti occorsi nella seduta di questa Commissione dello scorso mercoledì 24 aprile, come invece fedelmente riportati e pubblicati nel resoconto sommario della seduta stessa.

  Pasqualino PENZA (M5S) osserva che il presidente Nazario Pagano ha in effetti saputo gestire più che egregiamente i lavori della Commissione, considerato che per ben due volte ha evitato che la maggioranza potesse soccombere nella votazione degli emendamenti. Prende atto che solo adesso, dopo circa un anno e più dal varo del disegno di legge in materia di autonomia differenziata, è possibile ascoltare anche interventi di esponenti della maggioranza parlamentare di Governo. Invita quindi il deputato Mura, che interrompendolo fuori microfono gli sta sostanzialmente suggerendo di non proseguire oltre, ad avere piuttosto il coraggio di difendere di fronte agli italiani i contenuti assai discutibili del provvedimento ora all'esame della Commissione.

  Nazario PAGANO (FI-PPE), presidente, invita tutti i componenti della Commissione a moderare i toni della discussione.

  Alessandro URZÌ (FDI), relatore, manifesta la piena solidarietà del suo gruppo nei confronti del presidente Nazario Pagano, che ha sinora dimostrato nella corretta conduzione dei lavori anche doti di encomiabile pazienza rispetto a talune provocazioni.
  Reputa, viceversa, molto grave e assolutamente censurabile il comportamento tenuto dal deputato Penza, tanto più in considerazione del ruolo di segretario di Commissione dallo stesso ricoperto, giacché non ha esitato a divulgare alle agenzie di stampa notizie del tutto false, prive di qualsiasi attinenza con la realtà e frutto Pag. 21esclusivamente della propria fantasia, circa il fatto che la maggioranza nel corso della presente seduta sarebbe risultata in una condizione di inferiorità numerica all'atto della votazione di una proposta emendativa. Fa infatti presente che, al contrario di quanto asserito del deputato Penza, i gruppi di maggioranza presidiano costantemente i lavori e sono pertanto in grado di assicurare in qualsiasi momento i numeri necessari alla reiezione delle proposte emendative presentate.
  Invita quindi ciascuno dei componenti della Commissione al pieno rispetto delle regole, evidenziando, da un lato, la legittimità del dibattito parlamentare e, dall'altro, il diritto della maggioranza di poter giungere comunque ad una decisione. A tale proposito, osserva che nella seduta di oggi i gruppi di opposizione non sono mai entrati nel merito delle questioni, limitandosi esclusivamente ad interventi di carattere ostruzionistico che non rendono onore ad una leale dialettica parlamentare.

  Gianni CUPERLO (PD-IDP) rileva che, sia nel corso delle audizioni sia nel corso della discussione, i rappresentanti dei gruppi di opposizione sono invece sempre intervenuti nel merito delle questioni, ponendo in risalto le tante aporie e incongruenze costituzionali del provvedimento in esame.
  Respinge, inoltre, al mittente le critiche che il relatore Urzì ha prima indirizzato al deputato Penza, ritenuto responsabile di avere gravemente falsificato i fatti, e rammenta come sia stato proprio l'onorevole Urzì ad averlo di recente pubblicamente accusato di una sorta di collusione sul piano ideale con il generale iugoslavo Tito, macchiatosi, come noto, di atroci crimini contro l'umanità, in ciò deformando e travisando completamente il senso di un suo intervento in una seduta di questa Commissione, che stava allora esaminando un controverso provvedimento sulla revoca delle onorificenze.

  Alfonso COLUCCI (M5S) esprime rammarico per come è stato stigmatizzato il precedente intervento del collega Penza, che ha senz'altro utilizzato anche toni veementi ma mai offensivi e al quale addirittura il deputato Mura avrebbe invece consigliato di non esporre oltre il proprio pensiero.

  Nazario PAGANO, presidente, osserva che, qualora la circostanza richiamata dal deputato Alfonso Colucci fosse realmente accaduta, la presidenza non esiterebbe a censurarne la gravità.

  Alfonso COLUCCI (M5S) conferma la veridicità di quanto ha appena riferito.

  Nazario PAGANO, presidente, nel prendere atto di un malfunzionamento delle apparecchiature microfoniche, dispone una breve sospensione della seduta al fine di consentire l'intervento dei tecnici e ripristinare il corretto funzionamento dei dispositivi.

  La seduta sospesa alle 19.25 è ripresa alle 19.35.

  Nazario PAGANO, presidente, avverte che, se non vi sono obiezioni, i lavori proseguiranno fino alle 20.30 e riprenderanno con una riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, che sarà convocato all'esito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.

  Alfonso COLUCCI (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, stigmatizza il comportamento del presidente, sia per alcune sue esternazioni verbali verso l'opposizione, sia per il fatto che non censura i deputati della maggioranza quando si rivolgono in termini offensivi nei confronti di esponenti della minoranza, come avvenuto nei riguardi del deputato Penza. Ritiene che il presidente dovrebbe garantire uno svolgimento dei lavori ispirato a principi di lealtà e correttezza, circostanza che ritiene non si sia verificata.

  Nazario PAGANO, presidente, dichiara di non condividere quanto affermato dal deputato Alfonso Colucci.

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  Francesco MURA (FDI) intende precisare di essersi rivolto al deputato Penza in precedenza, con spirito ironico, senza alcuna volontà di offendere ma semplicemente per sottolineare che non fossero vere certe affermazioni circa il presunto poco spazio per i gruppi di opposizione. Esprime il proprio dispiacere per quanto avvenuto rivolgendo le sue scuse al deputato Penza.

  Gianni CUPERLO (PD-IDP), nell'apprezzare l'atteggiamento mostrato dal deputato Mura, lo invita in ogni caso ad utilizzare le parole in modo più appropriato, in modo da evitare fraintendimenti in futuro.

  Pasqualino PENZA (M5S) dichiara di accettare le scuse del deputato Mura.

  Simona BONAFÈ (PD-IDP) illustra l'emendamento Ghio 1.34, di cui è cofirmataria, facendo notare che esso mira ad escludere i porti e gli aeroporti civili dall'ambito dell'autonomia differenziata, a fronte della necessità di tutelare opere di importanza strategica nazionale. Fa notare che, nonostante le forzature e le accelerazioni imposte dalla maggioranza, il suo gruppo intende confrontarsi nel merito sulle questioni più importanti.

  Maria Elena BOSCHI (IV-C-RE) osserva che l'emendamento Ghio 1.34 intende salvaguardare l'importanza strategica nazionale di certe infrastrutture, come gli aeroporti civili e i porti, che ritiene non possano essere fatti rientrare nell'ambito dell'autonomia differenziata, formando oggetto di un accordo discrezionale tra Stato e regioni. Fa presente che tale questione è stata sollevata anche nel corso delle audizioni svolte in Commissione da diversi soggetti, che peraltro hanno richiamato il rischio di possibili effetti distorsivi sulla concorrenza.

  Alfonso COLUCCI (M5S), nel dichiarare di sottoscrivere l'emendamento Ghio 1.34, ritiene opportuno tutelare l'importanza strategica di certe opere alla luce del loro ruolo strategico essenziale per lo sviluppo economico del Paese, considerata anche la grande valenza del turismo in Italia. Ritiene che il provvedimento in esame rischia di penalizzare anche i territori del Nord.

  Arturo SCOTTO (PD-IDP), intervenendo in dissenso dal gruppo, rileva che l'emendamento Ghio 1.34 è tecnicamente mal formulato, in quanto avrebbe dovuto fare riferimento ai «porti civili» e non semplicemente ai «porti». Per questo motivo non potrà esprimersi favorevolmente su di esso.

  La Commissione respinge l'emendamento Ghio 1.34.

  Filiberto ZARATTI (AVS), intervenendo sull'emendamento 1.35 a sua prima firma, auspica che esso possa trovare il pieno consenso della Commissione, in quanto affronta il tema centrale dei diritti civili e sociali. Rileva che gli emendamenti presentati dalle opposizioni non hanno finalità ostruzionistiche, ma affrontano questioni di merito e sono basati sull'interesse generale del Paese. Le principali perplessità rispetto all'autonomia differenziata risiedono proprio nell'incapacità, che si verrebbe a creare, di promuovere la reale uguaglianza dei diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale. Già ad oggi esistono divari significativi e si richiederebbe una maggiore capacità di pianificazione, ad esempio nella sanità, ma anche rispetto alle condizioni lavorative e di vita. Se invece si entra in una logica secondo cui i diritti possono avere livelli diversi secondo le regioni, si distrugge il concetto stesso di Stato unitario e di patria. Osserva che, se la discussione avesse potuto svolgersi nel merito, l'opposizione avrebbe probabilmente mantenuto la sua contrarietà rispetto all'impianto complessivo del provvedimento, ma alcuni miglioramenti avrebbero potuto essere introdotti rispetto a norme che andranno pesantemente a incidere sulla vita delle persone.

  Enrica ALIFANO (M5S) chiede di sottoscrivere l'emendamento Zaratti 1.35, in quanto esso ha un contenuto particolarmente pregnante. L'emendamento, infatti, rimanda al concetto di equità che, insieme Pag. 23a quello di solidarietà, è uno dei cardini della Costituzione. Rimanda inoltre al concetto di efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa. Rileva che se si esaminano le ragioni profonde che stanno dietro al provvedimento in esame, esse possono essere individuate in una esigenza di razionalizzazione ed efficienza. Tali elementi però non sono, allo stato, verificabili. A suo avviso, l'approvazione del provvedimento in esame aprirà uno scenario oscuro, che quasi certamente comporterà un peggioramento dei divari territoriali, non solo quelli che riguardano le regioni del Sud, ma anche quelli che riguardano le regioni del Centro Italia, caratterizzato da un tessuto di piccoli comuni, spesso collocati in aree interne. La riforma non affronta la questione, rischia anzi di favorire lo spopolamento di intere aree del Paese.

  Marco SARRACINO (PD-IDP) si rammarica di non aver presentato lui stesso l'emendamento Zaratti 1.35, che ha il merito di affrontare una questione nodale, quella della disuguale distribuzione delle risorse nel Paese. L'emendamento non si limita infatti a prospettare una uguale distribuzione delle risorse, ma prospetta «il superamento dei divari territoriali nel godimento delle prestazioni inerenti i diritti civili e sociali». Ricorda a tale proposito le analoghe proposte avanzate nella Commissione Lavoro insieme al collega Scotto, ed in particolare la proposta di una politica di assunzioni della pubblica amministrazione. Invita quindi le altre forze di opposizione a fare propria questa battaglia, rivolgendosi in particolare ai deputati provenienti da aree interne.

  Maria Elena BOSCHI (IV-C-RE) dichiara di ritenere l'emendamento necessario e corrispondente alle finalità della riforma come espresse anche da autorevoli esponenti dei partiti di governo. Segnala l'incoerenza che si sta realizzando con una riforma che finirà per accentuare le differenze territoriali, proprio mentre le politiche attuate con i fondi del PNRR cercano di ridurle. Rivolgendosi alle forze di maggioranza, le invita a considerare l'importanza di beni primari, come la salute, che anche allo stato attuale non sono ugualmente disponibili in tutto il territorio nazionale, come del resto sottolineato in molte delle audizioni svolte nella fase istruttoria. Il lavoro istruttorio, a suo avviso, avrebbe dovuto tradursi in un'attività emendativa, che sembra invece preclusa. Lamenta a tale proposito che si impedisca alla Camera di emendare una legge che, pur essendo di natura ordinaria, ha una evidente dimensione costituzionale.

  Pasqualino PENZA (M5S) chiede di sottoscrivere l'emendamento in esame.

  La Commissione respinge l'emendamento Zaratti 1.35.

  Nazario PAGANO, presidente, rammenta che si era convenuto di interrompere i lavori alle 20.30 e che quindi non ci sarebbe il tempo per esaminare un ulteriore emendamento. Comunica che sarà convocata una riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, alle ore 21.45, che dovrebbe essere verosimilmente l'orario di conclusione della Conferenza dei Presidenti di gruppo. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 20.27.