CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 24 aprile 2024
295.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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COMITATO PERMANENTE SULLA POLITICA ESTERA PER L'INDO-PACIFICO

INDAGINE CONOSCITIVA

  Mercoledì 24 aprile 2024. — Presidenza del presidente Paolo FORMENTINI.

  La seduta comincia alle 8.30.

Sulle tematiche relative alla proiezione dell'Italia e dei Paesi europei nell'Indo-pacifico.
Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti dell'Atlantic Council's Global China Hub.
(Svolgimento e conclusione).

  Paolo FORMENTINI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati. Introduce, quindi, l'audizione.

  Kaush ARHA, rappresentante dell'Atlantic Council's Global China Hub, svolge una relazione sui temi oggetto dell'indagine conoscitiva.

  Intervengono, quindi, per porre quesiti e formulare osservazioni Simone BILLI (LEGA), Deborah BERGAMINI (FI-PPE) e Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD-IDP), entrambe in videoconferenza, e Paolo FORMENTINI (LEGA), presidente.

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  Kaush ARHA, rappresentante dell'Atlantic Council's Global China Hub, risponde ai quesiti posti e fornisce ulteriori precisazioni.

  Paolo FORMENTINI, presidente, dichiara conclusa l'audizione.

Audizione, in videoconferenza, di Céline Pajon, ricercatrice dell'Istituto francese delle relazioni internazionali (IFRI).
(Svolgimento e conclusione).

  Paolo FORMENTINI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati. Introduce, quindi, l'audizione.

  Céline PAJON, ricercatrice dell'Istituto francese delle relazioni internazionali (IFRI), svolge una relazione sui temi oggetto dell'indagine conoscitiva.

  Intervengono, quindi, per porre quesiti e formulare osservazioni Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD-IDP), in videoconferenza, Simone BILLI (LEGA), Elisabetta GARDINI (FDI), Naike GRUPPIONI (IV-C-RE) e Paolo FORMENTINI (LEGA), presidente.

  Céline PAJON, ricercatrice dell'Istituto francese delle relazioni internazionali (IFRI), risponde ai quesiti posti e fornisce ulteriori precisazioni.

  Paolo FORMENTINI, presidente, dichiara conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.50.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 24 aprile 2024. — Presidenza del presidente Giulio TREMONTI. – Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Giorgio Silli.

  La seduta comincia alle 10.05.

Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione.
C. 1665 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla I Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Giulio TREMONTI, presidente, dà conto delle sostituzioni.

  Paolo FORMENTINI (LEGA), relatore, in premessa, segnala che il provvedimento – già approvato dal Senato – si compone di undici articoli, che riassume brevemente.
  L'articolo 1, comma 1 illustra le finalità, ovvero la definizione dei princìpi generali per l'attribuzione alle regioni a statuto ordinario di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, nonché le relative modalità procedurali di approvazione delle intese tra lo Stato e le singole regioni. Nel corso dell'esame in prima lettura al Senato le finalità perseguite sono state ulteriormente specificate e integrate, inserendo fra le medesime il riferimento al rispetto dell'unità nazionale ed alla finalità di rimuovere discriminazioni e disparità di accesso ai servizi essenziali sul territorio, nonché il riferimento al rispetto dei princìpi di coesione economica, sociale e territoriale, anche con riferimento all'insularità.
  Rileva che il successivo comma 2 stabilisce che l'attribuzione di funzioni, con riguardo a materie riferibili ai diritti civili e sociali – che devono essere garantiti equamente su tutto il territorio nazionale – è consentita subordinatamente alla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) di cui all'articolo 117, primo comma, lettera m), della Costituzione, e nel Pag. 67rispetto dei vincoli economici e finanziari derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea, sanciti dall'articolo 119 della Costituzione.
  Osserva che l'articolo 2 disciplina il procedimento di approvazione delle intese tra Stato e regione, prevedendo che sia la regione, sentiti gli enti locali e nelle forme stabilite nell'ambito della propria autonomia statutaria, a deliberare la richiesta di attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia. Al termine del procedimento, il Consiglio dei Ministri delibera un disegno di legge di approvazione dell'intesa – della quale quest'ultima costituisce un allegato – che viene trasmesso alle Camere per la deliberazione, ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione: pertanto, trattandosi di una legge rinforzata, è previsto che ciascuna Camera la approvi a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti.
  Fa presente che l'articolo 3 delinea la procedura per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni nelle materie di cui all'articolo 116, terzo comma, della Costituzione. La procedura ruota intorno al potere del Governo di adottare, entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore del disegno di legge in esame, uno o più decreti legislativi, i cui schemi sono trasmessi alle Camere per l'espressione del parere da parte delle Commissioni parlamentari competenti per materie, nonché di quelle competenti per i profili finanziari.
  Sottolinea che l'articolo demanda a tali decreti legislativi, inoltre, la determinazione delle procedure e delle modalità operative per il monitoraggio dell'effettiva garanzia, in ciascuna regione, della erogazione dei LEP, che devono poi essere periodicamente aggiornati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sui cui relativi schemi sono acquisiti i pareri delle Commissioni parlamentari competenti per materia. Nelle more dell'entrata in vigore dei suddetti decreti legislativi, si continuano ad applicare le disposizioni previste dalla legge di bilancio 2023, che ha istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, una Cabina di regia incaricata di predisporre uno o più schemi di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri con cui sono determinati i LEP e i correlati costi e fabbisogni standard.
  Precisa che non tutte le materie di legislazione concorrente sono state incluse tra le materie o gli ambiti di materie rispetto alle quali deve procedersi alla determinazione dei LEP. Per quanto concerne le materie di specifica competenza della nostra Commissione, rimangono esclusi dall'opera di determinazione dei LEP i rapporti internazionali e con l'Unione europea e il commercio con l'estero. Menziona, altresì, che è fatto salvo l'esercizio del potere sostitutivo del Governo ai sensi dell'articolo 120, secondo comma, della Costituzione.
  Evidenzia che l'articolo 4 stabilisce i princìpi per il trasferimento delle funzioni, che può avvenire soltanto dopo la determinazione dei LEP e dei relativi costi e fabbisogni standard e nei limiti delle risorse rese disponibili in legge di bilancio. Qualora dalla determinazione dei LEP derivino nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, è previsto che possa procedersi al trasferimento delle funzioni solo dopo l'entrata in vigore dei provvedimenti legislativi di stanziamento delle risorse finanziarie, volte ad assicurare i medesimi livelli essenziali delle prestazioni sull'intero territorio nazionale, ivi comprese le regioni che non hanno sottoscritto le intese.
  Rileva che l'articolo 5 disciplina l'istituzione di una Commissione paritetica Stato-regione-autonomie locali, con il compito di formulare proposte per l'individuazione dei beni e delle risorse umane, strumentali e finanziarie necessarie per l'esercizio da parte della regione delle ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia oggetto di conferimento. Inoltre, indica come fonte di finanziamento delle funzioni conferite la compartecipazione al gettito di uno o più tributi erariali a livello regionale mentre per l'individuazione dei tributi e per la disciplina specifica rinvia all'intesa.
  Osserva che l'articolo 6 prevede che le funzioni trasferite alla regione possono essere attribuite, nel rispetto del principio di leale collaborazione, a comuni, province e città metropolitane dalla medesima regione,Pag. 68 in conformità all'articolo 118 della Costituzione.
  Evidenzia che l'articolo 7 disciplina la durata delle intese, durata che ciascuna di esse dovrà individuare, comunque, in un periodo non superiore a dieci anni; l'eventuale rinnovo deve essere comunicato almeno dodici mesi prima della scadenza.
  Sottolinea che l'articolo 8 prevede una valutazione annuale da parte della Commissione paritetica degli oneri per la regione derivanti dall'esercizio delle funzioni trasferite, i cui esiti sono riferiti alla Conferenza unificata e alle Camere; stabilisce, altresì, che la Commissione paritetica debba provvedere annualmente alla ricognizione dell'allineamento tra fabbisogni di spesa e andamento del gettito dei tributi oggetto di compartecipazione. Inoltre, è previsto Corte dei conti riferisca annualmente alle Camere sui controlli effettuati in merito alla congruità degli oneri finanziari conseguenti al trasferimento di competenze rispetto agli obiettivi di finanza pubblica e al rispetto del principio dell'equilibrio di bilancio ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
  Precisato che l'articolo 9 introduce una clausola di invarianza finanziaria, segnala che l'articolo 10 introduce misure perequative e di promozione della coesione e della solidarietà sociale.
  L'articolo 11, infine, reca le disposizioni transitorie e finali, prevedendo che gli atti di iniziativa delle regioni in materia di autonomia differenziata già presentati al Governo vengono esaminati secondo quanto previsto dalle pertinenti disposizioni del provvedimento e che le norme del presente provvedimento anche alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e di Bolzano, ai sensi dell'articolo 10 della legge costituzionale n. 3 del 2001.
  Conclude rilevando che gli aspetti di competenza della Commissione Affari esteri sono estremamente limitati, essendo salvaguardato, come già detto, il rispetto dei vincoli economici e finanziari derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea, sanciti dall'articolo 119 della Costituzione
  Alla luce delle considerazioni svolte, presenta una proposta di parere favorevole sul provvedimento in esame (vedi allegato 1).

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP) avvertendo che il gruppo del Partito Democratico ha presentato una proposta alternativa di parere (vedi allegato 2), stigmatizza l'eccessiva compressione dei tempi di esame del provvedimento, che rischia di aggravare i profondi divari tra Nord e Sud del Paese nell'erogazione dei servizi pubblici essenziali. Riconoscendo che la stessa riforma del Titolo V, promossa nel 2001 da una maggioranza di centrosinistra, ha evidenziato diverse criticità, rileva che gli stessi Presidenti di centrodestra delle regioni meridionali hanno espresso riserve sul progetto di riforma.
  A suo avviso, l'approvazione del provvedimento in esame è frutto di un compromesso al ribasso tra la Lega – unico vero sponsor dell'autonomia differenziata in seno alla maggioranza – e Fratelli d'Italia, che intende concludere la prima lettura della riforma del premierato prima delle prossime elezioni europee di giugno.
  Sul piano delle competenze della III Commissione, osserva che devolvere alle regioni le funzioni di sostegno alla internazionalizzazione delle imprese rischia di nuocere alla promozione del nostro export, da sempre punto di forza dell'economia italiana. Ricordando che in alcuni Statuti regionali, il regionalismo è indicato come meccanismo per salvaguardare l'unità nazionale e superare i divari Nord-Sud, ribadisce che il proprio partito intende condurre, anche in Aula, un'opposizione dura ed intransigente sul provvedimento.

  Nicola FRATOIANNI (AVS), preannunciando il voto contrario del proprio gruppo sulla proposta di parere del relatore ed il voto favorevole sulla proposta alternativa del Partito Democratico, si associa alle considerazioni del collega Amendola e ribadisce che la riforma in esame rischia di spaccare il Paese in fase storica in cui le dinamiche geopolitiche richiedono, al contrario, a promuovere forme di integrazione sovranazionale. In un Paese nel quale la stessa aspettativa di vita varia drammaticamente a seconda della regione nella quale si vive, il Governo dovrebbe assumere l'impegno prioritario di ridurre le disuguaglianze anziché aggravarle. Anche sul piano Pag. 69del metodo, stigmatizza la lesione delle prerogative del Parlamento e la totale assenza di dialogo con i partiti di maggioranza, confermata dal fatto che, in sede referente, i relatori hanno espresso un parere contrario, in blocco, su tutte le prossime emendative presentate dalle opposizioni.
  Ribadisce, inoltre, che la corsia preferenziale riservata al disegno di legge in esame è conseguenza di uno scambio politico tra Lega e Fratelli d'Italia, che vogliono presentarsi alle prossime elezioni europee sventolando, rispettivamente, il vessillo dell'autonomia differenziata e del premierato. Rilevando che materie così delicate non dovrebbero essere oggetto di compromessi al ribasso, preannuncia che il proprio gruppo intende ricorrere a tutti gli strumenti previsti dal Regolamento della Camera per impedire l'approvazione del provvedimento.
  Infine, si dichiara disponibile a confrontarsi sui temi del regionalismo e dell'autonomia, a cui non è pregiudizialmente contrario, ma nell'ambito di un dibattito approfondito e scevro da strumentalizzazioni elettorali.

  Riccardo RICCIARDI (M5S), avvertendo che il gruppo del Movimento 5 Stelle ha presentato una proposta alternativa di parere (vedi allegato 3) e preannunciando il voto contrario sulla proposta di parere del relatore, sottolinea che il processo di decentramento delle competenze verso i poteri regionali e locali ha già prodotto evidenti disfunzioni, dal momento che l'attribuzione di nuove responsabilità non è stata accompagnata dall'assegnazione di adeguate risorse finanziarie, specialmente ai comuni. Con la riforma in esame si rischia seriamente di aggravare queste criticità, in particolare nel settore sanitario. Del resto, in anni recenti la pandemia ha dimostrato l'inefficienza di un sistema frammentato ed incapace di offrire servizi efficienti ed uniformi su tutto il territorio nazionale.
  Associandosi alle riserve già espresse dai colleghi, aggiunge che l'attribuzione alle regioni del potere di stipulare accordi commerciali rappresenta una evidente anomalia in un contesto globale basato su grandi blocchi economici, integrati su scala sovranazionale.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), associandosi alle critiche sulla totale indisponibilità della maggioranza a dialogare sulle questioni poste dall'opposizione, ribadisce il rischio che l'autonomia differenziata aggravi le già profonde disparità territoriali e sociali che affliggono l'Italia. A suo avviso, inoltre, il progetto di riforma indebolisce l'Italia come sistema Paese, così come la riforma del premierato ridimensiona il ruolo delle due Istituzioni più importanti, ovvero la Presidenza della Repubblica ed il Parlamento. Ribadendo che si tratta, a tutti gli effetti, di un patto scellerato all'interno della maggioranza ai danni del Paese, rileva che la devoluzione delle competenze in materia di commercio estero rischia di pregiudicare l'afflusso di investimenti stranieri in Italia e di minare la competitività delle imprese italiane all'estero.
  Sollecita infine i colleghi di maggioranza a riflettere sugli appelli che provengono dai Presidenti delle regioni meridionali, indipendentemente dalla loro appartenenza politica, e rileva la necessità di mobilitare l'opinione pubblica su tutti i danni che l'autonomia differenziata, in combinato disposto con il premierato, può produrre sulla tenuta del Paese.

  Paolo FORMENTINI (LEGA) si duole che taluni esponenti della sinistra rinneghino la riforma in senso federalista promossa nel 2001: in tal modo, cancellano una parte importante della propria tradizione politica, da sempre sensibile alle istanze autonomiste, nonché l'eredità storica dei federalisti del Risorgimento. A suo avviso, occorre riconoscere che l'Italia è costituita da diverse identità, che la riforma in esame intende valorizzare, introducendo le necessarie misure perequative per ridurre le eventuali disuguaglianze.

  Giuseppe PROVENZANO (PD-IDP) replicando al relatore, evidenzia che la Lega, una volta archiviata la secessione, si è intestata la battaglia dell'autonomia differenziata: tuttavia, in un Paese come l'Italia, Pag. 70segnato da un evidente «divario di cittadinanza», il primo obiettivo da conseguire dovrebbe essere l'uniforme erogazione dei servizi essenziali su tutto il territorio nazionale. Al contrario, il provvedimento in esame introduce una nuova forma di centralismo regionale, che stravolge il disegno dei padri costituenti. Tra le altre cose, mina il principio dell'interesse nazionale, solo a parole sbandierato dalle forze di maggioranza. Accantonando lo «Stato minimo» a suo tempo sostenuto da diversi partiti di Centro-Destra, si prospetta la nascita di una sorta di «Stato Arlecchino», in cui conviverebbero regioni a statuto ordinario, regioni a statuto speciale e regioni ad autonomia differenziata, a deterimento dell'efficienza e dell'efficacia dell'azione di governo e della crescita complessiva del Paese.
  Associandosi alle riserve espresse sulla riforma del titolo V della Costituzione, ribadisce che il progetto di autonomia risulta anacronistico in una fase storica in cui si auspica maggiore integrazione europea, quantomeno nei settori strategici. Auspica, dunque, un supplemento di riflessione della maggioranza, appellandosi alle sensibilità dei colleghi che non condividono gli obiettivi della riforma, e che dovrebbero avere l'onestà intellettuale di ammetterlo.

  Il sottosegretario Giorgio SILLI, sottolineando la legittimità dei compromessi politici raggiunti in seno alla maggioranza, ritiene stimolanti alcuni spunti offerti dai colleghi di opposizione, in particolare dalla deputata Boldrini, che ha posto la questione di un eventuale indebolimento del sistema-Paese: al riguardo, ricorda dei diversi membri del G7 e del G20 hanno una forma di Stato federale ovvero sono strutturati sulla base di una forte autonomia regionale. Associandosi alle considerazioni del relatore Formentini, ribadisce il pieno impegno del Governo a garantire l'attuazione equa ed efficace della riforma.

  Giulio TREMONTI, presidente, ricorda che già all'Assemblea costituente, su proposta di Calamandrei, era stata inserita l'ipotesi d'una ulteriore devoluzione di funzioni alle regioni. Peraltro, osserva che la sovrapposizione tra la cosiddetta «riforma Bassanini» e la riforma del titolo V della Costituzione – approvata, tra l'altro, con ristretto margine di voti in Parlamento – ha prodotto evidenti discrasie e contraddizioni, che devono essere affrontate e risolte con un nuovo impianto normativo, più organico e strutturato.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore, risultando conseguentemente precluse le proposte alternative di parere sottoscritte, rispettivamente, dai deputati Amendola e Riccardo Ricciardi

  La seduta termina alle 10.50.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 24 aprile 2024. — Presidenza del vicepresidente Paolo FORMENTINI. – Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Giorgio Silli.

  La seduta comincia alle 14.35.

7-00214 Formentini: Sulla creazione di un nuovo corridoio infrastrutturale India-Medio Oriente-Europa (Imec).
(Discussione e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione della risoluzione.

  Paolo FORMENTINI, presidente, in qualità di primo firmatario, illustra la risoluzione in titolo.

  Emanuele LOPERFIDO (FDI) sottolinea il pieno sostegno del proprio Gruppo all'atto di indirizzo in esame, sottoscritto dal capogruppo, onorevole Calovini.

  Patrizia MARROCCO (FI-PPE) conferma l'appoggio di Forza Italia, sanito dalla firma del deputato Orsini.

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  Franco TIRELLI (NM(N-C-U-I)-M), a sua volta, ribadisce il sostegno della propria componente politica.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD-IDP), ringraziando il collega Formentini per l'iniziativa assunta e convenendo sull'opportunità di un impegno più incisivo dell'Italia nella regione dell'Indo-pacifico, si riserva di approfondire taluni dettagli della risoluzione prima di esprimere una valutazione definitiva. In particolare, ritiene utile che il Governo fornisca alcuni chiarimenti sul ruolo svolto dagli inviati speciali fin qui designati, dato che l'atto di indirizzo in esame suggerisce l'istituzione di una nuova figura incaricata di seguite sviluppo del progetto Imec.

  Il sottosegretario Giorgio SILLI, esprimendo un parere complessivamente positivo sulla risoluzione, concorda sulla opportunità di ulteriori approfondimenti, anche nell'ambito indicato dalla deputata Quartapelle.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP) chiede chiarimenti circa l'assenza dell'Oman nell'elenco dei paesi interessati dall'opera infrastrutturale.

  Paolo FORMENTINI, presidente, si riserva di approfondire il tema posto dal collega Amendola. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.45.