CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 24 aprile 2024
295.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
Pag. 31

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 24 aprile 2024.

  L'Ufficio di presidenza si è riunito dalle 09.35 alle 9.55.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 24 aprile 2024. — Presidenza del presidente Nazario PAGANO. – Interviene il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli.

  La seduta comincia alle 9.55.

Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione.
C. 1665, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 23 aprile 2024.

  Nazario PAGANO, presidente, ricorda che nella precedente seduta la Commissione ha avviato l'esame delle proposte emendative. Nel comunicare che – secondo quanto convenuto nella riunione dell'ufficio di presidenza testé conclusa – nel prosieguo dell'esame su ciascun emendamento è consentita una dichiarazione di voto per non più di 5 minuti ad un deputato per gruppo secondo quanto previsto dall'articolo 85, comma 7, del Regolamento. Avverte quindi che l'esame riprende oggi dall'emendamento 1.10 sul quale il relatore e il rappresentante del Governo hanno espresso parere contrario.

  Enrica ALIFANO (M5S) fa presente che l'emendamento a sua prima firma 1.10 intende aggiungere al comma 1 dell'articolo 1, tra le finalità, anche il riferimento all'unità sociale oltre a quella economica già presente nel testo. L'inserimento del termine «sociale» rimanda alla compattezza Pag. 32del Paese e all'intenzione di garantire il benessere di tutti i cittadini e l'accesso ai servizi essenziali, e non solo a quelli. Rappresenta quindi la volontà di affrontare le disuguaglianze e non di acuirle, di dare supporto a tutti i territori e a tutte le persone, soprattutto a quelle più vulnerabili e di rafforzare il principio di solidarietà, gravemente compromesso dal disegno di legge in esame. Si tratta quindi di garantire a tutti i medesimi servizi in termini di assistenza sanitaria, istruzione, previdenza sociale, formazione professionale, e di conseguenza il medesimo livello di vita e la stessa dignità. Nel ribadire che il disegno di legge in esame privilegia i cittadini di alcune parti del Paese, dimenticando gli altri, ricorda che all'interno delle regioni del nord si sperimentano disuguaglianze tra aree metropolitane e aree interne. A suo parere la connotazione sociale dell'unità va introdotta nel testo, dal momento che siamo tutti soci della stessa Nazione, termine che sembra dimenticato dal testo di legge. Si appella quindi alla maggioranza, e in particolare a quella parte di essa che sempre si richiama a tale concetto.

  La Commissione respinge l'emendamento Alifano 1.10.

  Alfonso COLUCCI (M5S) ritiene particolarmente importante l'emendamento 1.11 della collega D'Orso che combina i due concetti fondamentali dell'unità da un lato e dell'esercizio dei diritti fondamentali esigibili dall'altro. Rammentato che i diritti esigibili sono quelli che trovano la loro fonte in una norma contrattuale e la cui violazione può essere fatta valere in giudizio, considera particolarmente importante che tale concetto sia inserito nel testo di legge, in un contesto di unità. Richiama tra gli altri il diritto all'istruzione garantito dagli articoli 32 e 33 della Costituzione, che lo configurano come un asset strategico per lo sviluppo dei cittadini, soprattutto di quelli più svantaggiati, per la coesione sociale e per la crescita economica del Paese, oltre che come segno di civiltà. Tale principio così declinato richiederebbe che lo Stato centrale concentrasse la propria azione proprio nelle zone più in difficoltà, che necessitano, di conseguenza, di un più efficace intervento formativo. Cita, a titolo esemplificativo, le aree montane dell'Abruzzo e i condizionamenti alla mobilità derivanti dall'orografia del territorio, rilevando l'importanza dell'accessibilità del presidio scolastico, dal momento che in caso contrario l'esigibilità concreta del diritto all'istruzione ne risulterebbe affievolita. Nel sottolineare pertanto l'esigenza di un intervento perequativo dello Stato in questo come in tanti altri casi, fa presente che il disegno di legge inverte la logica costituzionale, che vorrebbe prima la perequazione e soltanto dopo l'eventuale autonomia. Evidenzia come il testo in esame faccia esattamente il contrario, disponendo per prima cosa l'autonomia differenziata e dopo, se ci sono le risorse, l'attività perequativa dello Stato. Ritiene che in tal modo si renda in quale modo «costituzionale» l'odioso criterio della spesa storica, con violazione dei diritti garantiti dalla Costituzione e grave pregiudizio per le aree più in difficoltà.

  Toni RICCIARDI (PD-IDP), sollecitato dalle considerazioni del collega Alfonso Colucci, richiama l'esperienza della prima fase dell'Italia repubblicana, in cui si riuscì a colmare le grandi distanze tra le diverse parti del Paese attraverso il ricorso ad apposite cabine di regia che oggi definiremmo attuative. Richiama in particolare la grande intuizione della Cassa per il Mezzogiorno, di cui ancora oggi ci sarebbe bisogno se si considera il perdurante gap tra sud e nord, rivelato tra l'altro nelle difficoltà di attuazione del PNRR e di utilizzo dei relativi fondi. Ricorda inoltre l'impegno profuso in passato da alcuni Ministri per il sud, anche presenti in quest'aula, per colmare le disuguaglianze, consapevoli dell'esigenza di un intervento pubblico centrale per garantire diritti uguali a tutti i cittadini. Fa presente che questa prassi ha consentito di avviare negli anni sessanta la modernizzazione del Paese, ricordando come non fosse tanto grande la distanza tra un'area interna bellunese e il sud. Sottolineando il rischio concreto che la qualità del diritto che dovrebbe essere garantito dipenda dalla qualità del servizio fornito Pag. 33localmente, ritiene che l'attivazione dei connettori della sensibilità, dell'ascolto e del recepimento delle considerazioni altrui potrebbe rendere il lavoro parlamentare più proficuo e garantire un servizio migliore alla collettività.

  La Commissione respinge l'emendamento D'Orso 1.11.

  Nazario PAGANO, presidente, dà conto delle sostituzioni.

  Simona BONAFÈ (PD-IDP), intervenendo sull'ordine dei lavori, richiama le regole in materia di sostituzioni dei componenti della Commissione, sulle quali si era convenuto in una precedente riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi. A tale proposito fa notare come il Presidente avesse evidenziato la necessità che le comunicazioni relative ad eventuali sostituzioni pervengano ad inizio seduta.

  Nazario PAGANO, presidente, precisa che per un suo errore ha dato conto soltanto nel momento attuale di una comunicazione pervenuta nella giornata di ieri.

  Filiberto ZARATTI (AVS) interviene sull'ordine dei lavori per fare presente che alle 14.30 è convocato l'Ufficio di Presidenza della Camera del quale è membro. Chiede quindi se il presidente possa organizzare i lavori pomeridiani della Commissione in modo da consentirgli di assolvere ad entrambi gli impegni.

  Nazario PAGANO, presidente, nel prendere atto della richiesta, si riserva di effettuare le opportune valutazioni all'esito delle quali informerà i membri della Commissione.

  La Commissione respinge l'emendamento Caramiello 1.13.

  Carmela AURIEMMA (M5S) illustra l'emendamento 1.14 della collega Ilaria Fontana che molto opportunamente intende inserire nel comma 1 anche il riferimento alla promozione di pratiche ambientalmente sostenibili. Nel richiamare la natura costituzionale della tutela dell'ambiente, ricordando altresì le critiche rivolte al trasferimento alle regioni di materie come l'ambiente che travalicano i confini nazionali, e a maggior ragione quelli regionali, rileva la grande miopia del provvedimento. Fa presente che il testo in esame, come si evince dal ciclo di audizioni svolto, è riuscito a scontentare sia le associazioni di tutela come il WWF, che hanno evidenziato la portata mondiale della sfida ambientale, sia chi come Confindustria vede nell'ambiente un'occasione di sviluppo economico. A tale ultimo proposito ricorda che sono state evidenziate in sede di audizione le ulteriori criticità cui a seguito della riforma si troverebbero di fronte le imprese, chiamate ad orientarsi tra normative e procedure diverse a seconda della regione di interesse.

  Nazario PAGANO, presidente, su richiesta dell'onorevole Alfonso Colucci, in assenza di obiezioni, dispone l'attivazione del circuito chiuso.

  Filiberto ZARATTI (AVS) ritiene che l'emendamento Ilaria Fontana 1.14, sottoscritto da tanti colleghi, è ragionevole e pregno di significato rispondendo tra l'altro all'impianto costituzionale degli articoli 9 e 41 della Costituzione. Ritiene infatti che la rilevanza costituzionale della tutela dell'ambiente, su cui tutti si sono detti d'accordo, deve trovare una collocazione in tutti i provvedimenti di portata significativa come quello in esame. A suo parere è dunque sbagliato non accogliere il suggerimento di inserire le pratiche sostenibili dal punto di vista ambientale all'articolo 1, tra le finalità del testo. Richiamando la discrasia del disegno di legge tra l'enunciazione di buoni principi all'articolo 1 e la loro mancata applicazione nel resto dell'articolato, ritiene che ciò sia ancora più rilevante in caso di completa assenza di un esplicito riferimento ai singoli principi tra le finalità dell'intervento. Comprende le difficoltà della maggioranza, impossibilitata a parlare, a confrontarsi sui temi e a modificare il testo in esame, ricordando come la Costituzione Pag. 34esalti il ruolo del parlamentare in qualità di rappresentante della Nazione, il quale ha il diritto e il dovere di intervenire su tutti i provvedimenti legislativi per il benessere comune. Ritiene quindi la situazione attuale anomala e discutibile dal punto di vista costituzionale, considerato che si espropriano i parlamentari della possibilità di modificare un testo di legge, tanto più che si tratta non di un provvedimento d'urgenza ma di una riforma che non ha vincoli di tempo per la sua approvazione. In conclusione, fa presente che la collega Ilaria Fontana ha scritto un emendamento ragionevole che non potrà essere esaminato per la costrizione imposta ai colleghi della maggioranza.

  Simona BONAFÈ (PD-IDP), chiedendo di sottoscrivere l'emendamento Ilaria Fontana 1.14, sottolinea che è discutibile che il Governo non abbia inserito il tema della promozione della sostenibilità ambientale nell'ampio catalogo di principi contenuto al comma 1 dell'articolo 1. Ritiene che ciò sia discutibile anche alla luce del rilievo che questo tema sta invece avendo a livello europeo, dopo che la Commissione presieduta da Ursula von der Leyen ha fatto del Green Deal europeo un volano di sviluppo della competitività dell'Unione. Ricordando la battaglia fatta dal Parlamento nella scorsa legislatura per inserire la tutela dell'ambiente in Costituzione, esprime dunque disappunto per la mancata inclusione di un riferimento all'ambiente tra i principi che orientano la riforma dell'autonomia differenziata. Preannuncia sul punto vari emendamenti del Partito democratico. Sottolinea in particolare come alcuni di essi siano volti ad escludere le funzioni di promozione dell'ambiente da quelle che possono essere oggetto di ulteriori forme di autonomia regionale, nella convinzione che sull'ambiente la politica di tutela debba avere una prospettiva più ampia.

  La Commissione respinge l'emendamento Ilaria Fontana 1.14.

  Marco SARRACINO (PD-IDP), chiede di sottoscrivere l'emendamento Zaratti 1.15, volto ad aggiungere al riferimento all'insularità anche una specifica considerazione per le comunità montane. Esprime stupore per il parere contrario del Governo su questo emendamento, alla luce di recenti affermazioni del Ministro Calderoli circa l'esigenza di riconoscere e promuovere le peculiarità delle zone realmente montane, assicurando la tutela dei diritti civili-sociali in quei territori e garantendo un reale godimento dei servizi pubblici essenziali ai cittadini come scuola e sanità. Chiede quindi ai relatori di valutare l'accantonamento di questo emendamento anche al fine di consentire al Ministro di rivedere, per coerenza con quanto affermato, la sua posizione.

  Filiberto ZARATTI (AVS), facendo seguito alle dichiarazioni del Ministro sulle zone montane, come riportate dall'onorevole Sarracino, si dice convinto che nel frattempo il Ministro abbia cambiato idea sull'esigenza di promuovere le peculiarità di tali aree. Sottolinea come l'emendamento abbia ad oggetto zone montane, comunità montane e zone interne che risultano attualmente abbandonate a se stesse, oggetto di spopolamento e conseguentemente in difetto di manutenzione del territorio, in preda quindi al dissesto idrogeologico causato anche dai cambiamenti climatici; zone che dunque meritano una specifica considerazione in quanto misure volte a incentivare la popolazione a permanere in tali aree potrebbero garantire la tenuta del territorio e rappresenterebbero una garanzia per tutti i cittadini. Spera quindi che il Ministro confermi l'interesse per tali aree e che anche il Presidente Pagano, che – in quanto abruzzese – ben conosce le difficoltà della montagna, si interessi al tema.
  Evidenzia quindi come la mancata considerazione nel disegno di legge per le comunità montane si aggiunga alle altre numerose mancanze sin qui evidenziate dal dibattito, sottolineando come il testo meriterebbe varie modifiche che purtroppo però non potranno essere apportate in quanto, avendo uno dei partiti di maggioranza blindato il testo, non è consentito a tutti i parlamentari di concorrere alla stesura della riforma.

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  Alessandro URZÌ (FDI) precisa, in relazione alle ultime affermazioni dell'onorevole Zaratti, che il testo in esame è frutto di un articolato lavoro di merito che è stato svolto con la piena partecipazione e condivisione di tutti i partiti che compongono la coalizione di governo. Ricorda quindi ai colleghi che tutti i parlamentari di maggioranza vivono l'iter legislativo non come meri testimoni, ma aderendo completamente alla formulazione del testo, che è stata ampiamente condivisa.

  Alfonso COLUCCI (M5S) prende atto del fatto che, nonostante l'apporto compatto di tutti i parlamentari di maggioranza, il testo prodotto da cotanto lavoro palesi ampie criticità. Inoltre, sempre facendo seguito alle considerazioni dell'onorevole Urzì, sottolinea che il fatto che la maggioranza abbia potuto, nelle segrete stanze, concorrere alla redazione del testo, e che altrettanto sia stato fatto nel corso dell'esame in prima lettura al Senato, mentre tutto ciò è precluso ai deputati della I Commissione della Camera. Ricordando i contenuti dell'articolo 72 della Costituzione, che prevede che ciascun provvedimento debba essere discusso e votato articolo per articolo, rammenta che la Corte costituzionale ha interpretato tale disposto come diritto/dovere di ciascun deputato di discutere e votare ciascun nucleo omogeneo di argomento di cui si componga il progetto di testo normativo, più che ciascuna partizione numerica del testo, sottolineando che tale possibilità sembra peraltro esclusa nel dibattito attuale. Passando brevemente al merito dell'emendamento Zaratti 1.15, ne sottolinea la rilevanza aprendo il testo alle esigenze di tutela delle comunità montane.

  Nazario PAGANO, presidente, preso atto che né i relatori né il rappresentante del Governo accedono alla richiesta di accantonamento dell'emendamento Zaratti 1.15, lo pone in votazione.

  La Commissione respinge l'emendamento Zaratti 1.15.

  Franco MANES (MISTO-MIN.LING.) chiede di intervenire per illustrare l'emendamento 1.16 a sua prima firma.

  Nazario PAGANO, presidente, fa presente che sono in corso le dichiarazioni di voto sugli emendamenti e che, conseguentemente, possono prendere la parola solo i componenti della Commissione o i parlamentari che sostituiscano componenti della Commissione. Non figurando l'onorevole Manes tra tali deputati, non gli consente di prendere la parola.

  Toni RICCIARDI (PD-IDP) chiede di sottoscrivere l'emendamento Manes 1.16, volto a inserire nel comma 1 il riferimento ai territori transfrontalieri. Evidenzia che l'emendamento coglie bene l'importanza e le difficoltà di queste aree, tra le quali i comuni della provincia di Como, che vivono una penalizzazione economico-sociale e l'aggravamento della scelta incomprensibile della c.d. tassa sulla sanità. Ritiene che questo emendamento vada sostenuto perché coglie la necessità di valutare specificamente il rapporto tra centro o aree urbane e periferie, e spera che i relatori vogliano motivare il proprio parere contrario.

  Alfonso COLUCCI (M5S) pur sottolineando quanto l'emendamento sui territori transfrontalieri sia rilevante, decide di utilizzare i cinque minuti a sua disposizione per la dichiarazione di voto per stigmatizzare il fatto che i parlamentari della Commissione Affari costituzionali non possano partecipare al dibattito che sta avendo luogo in Assemblea sul contenuto del DEF. Consapevole del fatto che la presidenza sta agendo comunque nel rispetto del regolamento, sottolinea infatti l'importanza per i parlamentari di poter esprimere la propria posizione su un documento divisivo come il DEF, soprattutto all'indomani dell'approvazione in Europa – con l'astensione della maggioranza e il voto contrario del Movimento 5 Stelle – del nuovo Patto di stabilità. Evidenziando quanto i vincoli posti dal nuovo Patto siano stringenti per il Paese, critica la gestione dei negoziati in Europa da parte del Governo italiano e afferma che solo adesso il Ministro Giorgetti sembra rendersi conto delle conseguenze di quel Patto, che ha determinato l'impossibilità di Pag. 36riempire di contenuti il DEF e obbligherà il Paese a una manovra correttiva entro il mese di giugno. Esprime quindi nuovamente il proprio disagio per non essere nelle condizioni di esprimere sul punto la propria opinione in Assemblea.

  Filiberto ZARATTI (AVS) ringrazia il collega Urzì per avere mostrato, con il suo intervento, di avere rispetto del monologo che l'opposizione sta conducendo in questo dibattito e avere avuto il coraggio di ammettere che la discussione sull'autonomia differenziata è stata condotta dalla maggioranza nelle segrete stanze e non in quest'aula parlamentare. Osserva, quindi, che questo metodo di procedere svuota il Parlamento delle sue competenze poiché la formazione delle leggi viene demandata dalla Costituzione agli eletti dal popolo e non agli accordi tra i partiti.
  Venendo al merito dell'emendamento Zaratti 1.15, condivide la finalità di tutelare i territori transfrontalieri e di montagna, i quali patiscono problematiche peculiari che necessitano di un sostegno, anche finanziario, da parte dello Stato e conclude auspicandone l'approvazione.

  La Commissione respinge l'emendamento Manes 1.16.

  Federico FORNARO (PD-IDP), intervenendo sull'ordine dei lavori, manifesta il proprio disagio per non poter pienamente partecipare ai lavori della Commissione, dovendosi assentare per seguire l'importante discussione in Assemblea sul Documento di economia e finanza. Evidenzia, quindi, che alle Commissioni è possibile riunirsi durante le discussioni dell'Aula per ragioni di necessità ed urgenza, come per esempio nel caso della conversione di un decreto-legge in scadenza, ma non ne ravvisa i presupposti nella discussione in esame ed invita la presidenza a valutare la possibilità di sospendere i lavori almeno per consentire ai membri della Commissione di potere seguire la replica del Ministro dell'economia e delle finanze che si svolgerà al termine degli interventi in discussione generale sul DEF 2024.

  Nazario PAGANO, presidente, accogliendo la richiesta del deputato Fornaro, avverte che la Commissione sospenderà i propri lavori alle ore 11.30 per consentire ai membri della Commissione di seguire la replica del Ministro Giorgetti in Assemblea.

  Simona BONAFÈ (PD-IDP) sottoscrive l'emendamento Simiani 1.17 sottolineando l'importanza di inserire nel testo del provvedimento anche la tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi.
  Ricorda quindi la battaglia condotta dal Partito democratico per inserire il tema della sostenibilità ambientale nella Costituzione mostrando attenzione verso le generazioni future ed auspica che ci possa essere un supplemento di riflessione, anche in considerazione dell'interesse strategico che riveste tale tema, il cui inserimento nei vari disegni di legge considera cruciale.

  Enrica ALIFANO (M5S) sottolinea come la tutela dell'ambiente sia un tema caldo verso cui è alta l'attenzione delle forze di opposizione e si meraviglia, invece, del disinteresse che la maggioranza sta dimostrando. Il fatto che non si tenga conto degli effetti dell'aumento della popolazione mondiale sui cambiamenti climatici evidenzia la miopia della maggioranza che si accinge ad approvare un provvedimento che nasce già vecchio ed esprime sconcerto per la folle presunzione di volere regionalizzare la disciplina sull'ambiente evidenziando, altresì, le gravi ripercussioni che questa scelta produrrà sull'attività delle aziende. Conclude sottolineando anche lo stretto collegamento che esiste tra la tutela dell'ambiente e i danni provocati dal dissesto idrogeologico ed auspica, quindi, un ripensamento sul valore che riveste la proposta emendativa.

  Filiberto ZARATTI (AVS) ritiene che l'emendamento Simiani 1.17 sia una proposta emendativa di buon senso e assai valida e condivide i precedenti interventi delle colleghe che hanno rimarcato l'attenzione da prestare al tema della tutela dell'ambiente. Fa presente che in passato le catastrofi ambientali sembravano circoscritte ad alcunePag. 37 lontane zone del pianeta e sottolinea, invece, come oggi gli effetti devastanti del cambiamento climatico sono sotto i nostri occhi. Rimarca, quindi, l'urgenza di dotarsi di un Piano di adattamento climatico sottolineando gli enormi costi che si dovranno sopportare qualora non si affronti il tema della transizione e del contrasto ai fattori che inducono i cambiamenti climatici. Si tratta di un tema prioritario che, come già evidenziato, dovrebbe informare tutti i provvedimenti che vengono varati.

  La Commissione respinge l'emendamento Simiani 1.17.

  Carmela AURIEMMA (M5S) sottoscrive l'emendamento Scutellà 1.18, osservando che la contrarietà al provvedimento non è motivata solo dai profili di criticità emersi anche nel corso dell'attività conoscitiva, ma altresì da ragioni socio-culturali. Per questo ritiene che sia necessario introdurre nel testo del provvedimento anche il concetto di coesione sociale e sottolinea l'importanza che lo Stato si prenda cura di tutti.

  Filiberto ZARATTI (AVS) osserva che con il tema posto dall'emendamento sarebbe possibile migliorare il provvedimento, andando ad aggiungere qualcosa su cui tutti potrebbero essere d'accordo. Si tratta, dunque, di un atto doveroso e si stupisce che la maggioranza di governo non abbia già introdotto questo elemento nel testo originario, invitando ad assumersi la responsabilità di non volere approvare un emendamento condivisibile e che consentirebbe di fare un salto di qualità.

  Marco SARRACINO (PD-IDP), nel sottoscrivere l'emendamento Scutellà 1.18, rimarca la necessità di prevedere espressamente tra i princìpi al cui rispetto dovranno attenersi le finalità perseguite dal presente disegno di legge quello della coesione sociale, che involge al tempo stesso un tema di ineludibile attualità. In proposito, osserva infatti come lo stesso Piano nazionale di ripresa e resilienza avrebbe potuto costituire un'occasione pressoché unica per ridurre i divari territoriali all'interno del nostro Paese, ma l'impostazione fornitagli dal Governo in carica e lo stesso provvedimento in esame in materia di autonomia differenziata in favore delle regioni a statuto ordinario confliggono chiaramente con il raggiungimento del predetto obiettivo, tenuto conto che il Governo medesimo non appare particolarmente interessato né alle esigenze di un'effettiva coesione sociale né alle richieste di una oramai improcrastinabile transizione ecologica.
  In tale quadro, sottolinea come un Paese come l'Italia, caratterizzato da profonde disuguaglianze a livello territoriale, potrà difficilmente riuscire ad essere competitivo nei nuovi scenari globali.
  Evidenzia, inoltre, che il tema della coesione sociale appare drammaticamente attuale anche sul versante della sanità pubblica italiana, che nelle odierne condizioni non è in grado di assicurare in maniera omogenea il diritto costituzionale tutelato a ricevere cure adeguate, come ampiamente dimostrato del fenomeno della migrazione interna per motivi di salute dalle regioni meridionali, ivi inclusa la Calabria, verso ospedali e istituti di cura situati nelle regioni settentrionali, che si riflette peraltro in malfunzionamento delle strutture sanitarie di queste ultime, causato da un inevitabile allungamento delle liste di attesa.
  Segnala, altresì, che al tema della coesione sociale risulta intrinsecamente collegato quello della previsione di appropriati meccanismi di perequazione, come ad esempio avvenuto, in termini assai positivi, nell'esperienza tedesca, nonché a quello della previa definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, che richiede tuttavia l'apposito stanziamento di congrue risorse finanziarie, come evidenziato anche dalla Fondazione Gimbe nel corso della sua recente audizione parlamentare.
  Ritiene utile a tale ultimo riguardo che il Ministro Calderoli possa nella presente sede fornire maggiori ragguagli circa le risorse finanziarie effettivamente disponibili per la definizione dei citati LEP.

  La Commissione respinge l'emendamento Scutellà 1.18.

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  Nazario PAGANO, presidente, in accoglimento della richiesta in precedenza formulata in tal senso dal deputato Fornaro, sospende l'esame delle proposte emendative riferite al provvedimento, rinviando il seguito della discussione alla seduta della Commissione già prevista per le ore 14.30 di oggi.

  Maria Rosaria CARFAGNA (AZ-PER-RE) segnala l'opportunità di posticipare la ripresa dei lavori pomeridiani in ordine al provvedimento in esame in modo da consentirle di prendere parte alla riunione dell'Ufficio di Presidenza della Camera.

  Filiberto ZARATTI (AVS) si associa alla richiesta formulata dalla deputata Carfagna.

  Nazario PAGANO, presidente, nel prendere atto delle richieste avanzate dai deputati Carfagna e Zaratti, comunica che sarà comunque sua cura informare tempestivamente i componenti della Commissione in merito alla fissazione dell'orario dell'odierna seduta pomeridiana già prevista in convocazione.

  La seduta termina alle 11.35.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 24 aprile 2024. — Presidenza del presidente Nazario PAGANO. – Interviene il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli.

  La seduta comincia alle 15.05.

Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione.
C. 1665, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta antimeridiana odierna.

  Nazario PAGANO, presidente, ricorda che nella precedente seduta la Commissione ha avviato l'esame delle proposte emendative. Dopo aver dato conto delle sostituzioni, avverte che si riprende dall'emendamento 1.19 sul quale il relatore e il rappresentante del Governo hanno espresso parere contrario. Dopo aver chiesto se qualche deputato intenda intervenire, lo pone in votazione, chiedendo dapprima di esprimere i voti a favore e successivamente i voti in senso contrario.

  Alessandro URZÌ (FDI) fa presente di aver chiesto di intervenire prima dell'indizione del voto.

  (Forti proteste da parte dei parlamentari di opposizione).

  Pasqualino PENZA (M5S) protesta affermando di aver chiaramente contato 10 voti favorevoli e 7 voti contrari.

  Nazario PAGANO, presidente, fa presente di avere soltanto posto in votazione l'emendamento e chiesto di esprimere i voti a favore e i voti contrari, senza aver avuto modo di conteggiare questi ultimi in considerazione della situazione di grave confusione determinatasi in aula.

  (Ulteriori vivaci proteste da parte dei parlamentari di opposizione)

  Alessandro URZÌ (FDI) ribadisce di aver alzato la mano per chiedere di intervenire prima che fosse indetta la votazione, senza che il presidente gli concedesse la parola.

  Nazario PAGANO, presidente, afferma che la votazione era ancora in corso e non si era conclusa, ribadendo di aver solo chiesto di esprimere i voti favorevoli e poi di aver fatto altrettanto con i voti contrari senza aver avuto però modo di conteggiare questi ultimi.

  Pasqualino PENZA (M5S) conferma di aver conteggiato 10 voti favorevoli e 7 voti contrari.

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  Marco SARRACINO (PD-IDP) fa presente che all'atto della votazione i parlamentari della Lega erano assenti.

  Alfonso COLUCCI (M5S), contestando la presidenza, fa presente che la votazione si è conclusa con l'approvazione dell'emendamento, come è stato certificato dal segretario di Commissione, onorevole Penza.

  Nazario PAGANO, presidente, dà la parola all'onorevole Urzì.

  (Vive proteste dei deputati Fornaro, Colucci, Sarracino e altri)

  Alessandro URZÌ (FDI) ribadisce di aver alzato la mano per chiedere di intervenire sull'emendamento 1.19.

  (Urla dell'opposizione)

  Federico FORNARO (PD-IDP) fa presente che è ancora in corso la votazione.

  (Proteste continue e animato confronto tra parlamentari di maggioranza e di opposizione)

  Nazario PAGANO, presidente, invita l'onorevole Penza a mantenere la calma, ricordando di non avergli mai chiesto di procedere al conteggio dei voti, e sollecita l'onorevole Urzì a svolgere il proprio intervento.

  Filiberto ZARATTI (AVS) afferma che l'onorevole Urzì può solo intervenire sull'emendamento Bonafé 1.20, essendo già stato approvato il precedente.

  Nazario PAGANO, presidente, dichiara di non aver chiuso la votazione sull'emendamento Auriemma 1.19 e conseguentemente invita l'onorevole Urzì a svolgere la propria dichiarazione di voto su tale emendamento.

(Vive proteste dei gruppi di opposizione)

  Nazario PAGANO, presidente, chiarisce ulteriormente di non aver chiuso la votazione, né di averne proclamato il risultato.

  (Animato confronto tra parlamentari di maggioranza e di opposizione)

  Nazario PAGANO, presidente, dopo aver tentato invano di riportare la calma in aula, preso atto delle circostanze, sospende la seduta.

  La seduta, sospesa alle 15.10, riprende alle 16.05.

  Nazario PAGANO, presidente, scusandosi per la durata della sospensione, fa presente di aver dovuto procedere a tale sospensione al fine di garantire il ripristino delle condizioni minime per un ordinato svolgimento dei lavori e valutare quanto accaduto. Ricostruendo le circostanze determinatesi, fa notare di aver indetto la votazione sull'emendamento Auriemma 1.19 chiamando i deputati dapprima ad esprimere i voti a favore e successivamente quelli contrari e di non aver potuto conteggiare questi ultimi né tanto meno avviare la manifestazione delle astensioni, a causa del disordine determinatosi in aula. Precisa inoltre che i segretari di Commissione intervengono per accertare l'esito delle votazioni solo previa richiesta da parte del presidente; richiesta che, nel caso specifico, non è stata avanzata, non essendo stato peraltro proclamato alcun esito della votazione. Aggiunge che nel corso dell'espressione dei voti in senso contrario l'onorevole Urzì aveva chiesto di intervenire sull'emendamento Auriemma 1.19. Dichiarandosi dispiaciuto per quanto accaduto, ritiene che si debba ripetere la procedura di votazione che non si è conclusa ed è stata interrotta a seguito delle circostanze intervenute.

  Alfonso COLUCCI (M5S), intervenendo per un richiamo al regolamento, contesta la ricostruzione dei fatti riportata dal presidente, facendo in particolare presente che il segretario di Commissione, onorevole Penza, dopo la richiesta di espressione dei Pag. 40voti in senso contrario, aveva immediatamente accertato l'esito della votazione.

  Nazario PAGANO, presidente, fa presente che il segretario della Commissione verifica i risultati delle votazioni nella misura in cui il presidente ne richiede l'intervento e che peraltro nel caso di specie non c'è stata la proclamazione di alcun risultato.

  Alfonso COLUCCI (M5S) ricorda che, in base all'articolo 57, comma 1, del regolamento della Camera, il presidente, quando si verificano irregolarità, può annullare la votazione e disporre che sia immediatamente ripetuta. Fa presente che il termine «immediatezza» afferisce sia al dato temporale sia alle condizioni nelle quali si è svolta la prima votazione. Ciò implica che la ripetizione deve svolgersi rebus sic stantibus e che dunque alla votazione ripetuta devono partecipare solo coloro che erano originariamente presenti. Pertanto fa notare che, se si procedesse alla votazione nel senso prospettato dal presidente, si tratterebbe di una nuova votazione e non della ripetizione della precedente. Infine, sostiene che, ove pure si ritenesse di accedere alla tesi avanzata dal presidente, che tuttavia non ha il pregio dell'oggettività, bisognerebbe ristabilire le condizioni del momento in cui la votazione si è svolta.

  Pasqualino PENZA (M5S) chiede l'attivazione del circuito.

  Nazario PAGANO, presidente, in assenza di obiezioni, dispone l'attivazione del circuito.

  Pasqualino PENZA (M5S) dichiara che la maggioranza sta cercando di sovvertire gli esiti della votazione, rilevando che, assolvendo al suo ruolo di segretario di Commissione, ha verificato l'approvazione dell'emendamento con uno scarto di 3 voti.

  Alessandro URZÌ (FDI) chiede quanti siano stati gli astenuti.

  Pasqualino PENZA (M5S), affermando di considerare astenuti tutti gli altri, rileva come tale dato sia ininfluente sull'esito della votazione.

  Alessandro URZÌ (FDI) afferma di essere interessato al completamento della procedura di votazione.

  Pasqualino PENZA (M5S) ritiene che la votazione potrebbe essere annullata solo in caso di esito incerto, sulla base di una divergenza di conteggi tra i due segretari della Commissione, che non si è realizzata nel caso di specie in quanto l'altro segretario di Commissione, onorevole Bordonali, non era presente al momento del voto. Conclude quindi il proprio intervento con una espressione in napoletano.

  (Commenti della deputata Gardini)

  (Vive proteste da parte dei deputati dell'opposizione)

  Pasqualino PENZA (M5S) stigmatizza il fatto di essere stato attaccato per aver utilizzato un'espressione in napoletano, ricordando come anche il napoletano sia italiano.

  (Commenti del deputato De Luca)

  Nazario PAGANO, presidente, rassicura l'onorevole Penza sulla possibilità di esprimersi in napoletano invitandolo a concludere il proprio intervento.

  Pasqualino PENZA (M5S) ribadisce l'esito della votazione con 10 voti a favore e 7 contrari invitando il presidente Pagano a non assumersi la responsabilità di sovvertire questo risultato.

  Filiberto ZARATTI (AVS) sottolinea come la censura dell'uso del dialetto da parte dell'onorevole Penza sarebbe definita, anche in ambito calcistico, una discriminazione territoriale. Richiamando la propria esperienza in Assemblea come Segretario di Presidenza, fa presente che tale ruolo comporta la funzione di certificazione dell'esitoPag. 41 del voto, funzione che non è in Assemblea propria del Presidente bensì attribuita espressamente al Segretario. Invita quindi il presidente Pagano a prendere atto di questa circostanza riconoscendo la funzione svolta dal segretario Penza, che ha attestato gli esiti della votazione.

  Federico FORNARO (PD-IDP), intervenendo per un richiamo al regolamento, ricorda i contenuti dell'articolo 57, comma 1, sottolineando come il Presidente Pagano non abbia nel corso della seduta rilevato irregolarità, che costituiscono il presupposto a norma di regolamento per la ripetizione del voto. Pur dando atto del fatto che il presidente non ha invitato a esprimere i voti di astensione né ha proclamato gli esiti della votazione, ritiene che il presidente avrebbe dovuto immediatamente annullare la votazione e disporne la ripetizione, cosa che non ha fatto. Aderendo alla ricostruzione dell'onorevole Colucci, fa presente che alla ripetizione in questo momento parteciperebbero colleghi che non erano presenti alla precedente votazione.
  Evidenziando come ciò rappresenti una questione sostanziale e regolamentare, aggiunge che un ulteriore problema attiene ai rapporti tra maggioranza e opposizione in Commissione. Sottolinea infatti che il collega Urzì aveva chiesto di parlare sull'emendamento 1.19 mentre si stava votando e solo perché si era reso conto della difficoltà numerica della maggioranza. Stigmatizza ricostruzioni diverse che giungono dalle agenzie di stampa, fornite da chi non era neanche presente in Commissione, ritenendo che ciò sia inaccettabile. Si dice convinto che si sia trattato di un semplice incidente della maggioranza, come se ne sono registrati tanti, motivato da ragioni organizzative e non politiche, a fronte del quale la maggioranza avrebbe dovuto semplicemente accettare quanto accaduto per poi correggere l'errore in Assemblea piuttosto che proporre una ricostruzione distorta. Sottolinea nuovamente che la maggioranza dei presenti aveva votato a favore dell'approvazione dell'emendamento, e che dunque aggrapparsi a elementi di irregolarità che non c'erano, significa forzare il regolamento. Rivolgendosi al presidente, lo avverte che, se procederà ad indire una nuova votazione, dovrà farlo con coloro che erano originariamente presenti; altrimenti, per quanto lo riguarda, verrà meno il rapporto minimo di fiducia.
  Fa presente, infatti, che l'opposizione è consapevole che, in quanto minoranza, i propri emendamenti sono destinati ad essere respinti, ma pretende l'onestà intellettuale della maggioranza di accettare che quando, per un caso fortuito, un emendamento è approvato, ciò sia riconosciuto. A maggior ragione pretende che ciò accada per un provvedimento sul quale non deve essere posta la fiducia in Assemblea e che pertanto può, in quella sede, essere ulteriormente modificato. Invita quindi la maggioranza a non forzare ulteriormente, inquinando i pozzi dei rapporti con l'opposizione ai quali si dovrà ancora attingere per molti mesi, e il presidente a chiudere la seduta, come già concordato, per riprendere l'esame del provvedimento venerdì 26.

  Nazario PAGANO, presidente, dichiarando di aver sempre ascoltato con attenzione l'onorevole Fornaro, che è un fine conoscitore del regolamento, ribadisce il dato oggettivo che ha già comunicato anche ai vertici della Camera, ovvero che la procedura del voto non si era conclusa, come confermato dal fatto di non aver potuto chiedere la manifestazione delle astensioni, a causa del disordine intervenuto. Ribadisce quindi di non essere assolutamente in grado di comunicare gli esiti della votazione perché non è stato messo in condizione di accertarli. Fa presente che, finché il presidente non chiede se vi siano astenuti, chiunque può alzare la mano per esprimere un voto contrario. Essendosi pertanto determinata una interruzione della procedura di votazione per il disordine in aula, fa presente di non aver potuto fare altro che sospendere la seduta. Ribadendo il proprio dispiacere per l'accaduto, in considerazione del suo ruolo di presidente chiamato a garantire un ordinato svolgimento dei lavori, ribadisce nuovamente che la procedura di votazione non si è conclusa e che pertanto occorre ripeterla. Quanto alla nuova votazione, che ritiene debba essere effettuata prima di chiudere la sedutaPag. 42 odierna, afferma di non essere in grado di ricostruire quali parlamentari fossero presenti alla precedente votazione e dunque di ripristinare la situazione precedente.

  Maria Elena BOSCHI (IV-C-RE), intervenendo sull'ordine dei lavori, evidenzia la gravità della situazione e, sottoscrivendo le conclusioni dell'intervento dell'onorevole Fornaro, invita la maggioranza a garantire il mantenimento della fiducia reciproca, prendendo atto che i numeri non erano sufficienti a respingere l'emendamento che conseguentemente è stato approvato, i cui effetti potranno essere cancellati nel corso dell'esame in Assemblea. Avverte che, laddove la maggioranza propenda invece per una soluzione diversa, si assumerà la responsabilità di compromettere i rapporti con l'opposizione. Per quanto riguarda il ruolo del presidente, sostiene che la sua prima preoccupazione dovrebbe essere quella di garantire il rispetto del regolamento e dei ruoli di maggioranza e opposizione, e che dunque in questo caso egli sia chiamato a una scelta politica tra restare il presidente di tutti o divenire il presidente della sola maggioranza. Infine, ricordando che la seduta della Commissione doveva concludersi entro le 16.15, e che il presidente l'ha sospesa per quasi un'ora per svolgere propri approfondimenti, propone di aggiornare i lavori a venerdì preannunciando nel frattempo di aver chiesto la convocazione sia della Conferenza dei presidenti di gruppo che della Giunta per il regolamento.

  Federico FORNARO (PD-IDP) ritiene che il Presidente stia agendo in violazione dell'articolo 57, comma 1, del Regolamento, perché non ha proceduto all'immediata ripetizione della votazione, lamentando come procedere adesso alla ripetizione del voto ne alteri l'esito a vantaggio della maggioranza. Ritiene ciò inaccettabile e preannuncia l'intenzione del Partito democratico di segnalare questa scorrettezza in ogni occasione.

  Nazario PAGANO, presidente, sottolinea come nel momento in cui ha dovuto interrompere le operazioni di voto non aveva altra scelta che sospendere la seduta, non essendoci le condizioni minime per procedere nei lavori.

  Toni RICCIARDI (PD-IDP), riferendosi alla formulazione dell'articolo 57, comma 1, e riprendendo il precedente dibattito sull'uso del dialetto, sottolinea come l'italiano sia sempre italiano, anche quando si ha una cadenza borbonica.

  Alfonso COLUCCI (M5S) ribadisce che il requisito dell'immediatezza implica che le condizioni della ripetizione devono essere identiche a quelle originarie mentre, ripetendo ora la votazione, le condizioni numeriche sarebbero diverse e dunque si tratterebbe di una nuova votazione che, in base al regolamento, non è consentita. Sottolinea quindi che il presidente sta violando in maniera evidente la norma regolamentare alterando pretestuosamente la realtà dei fatti. Evidenzia come ciò non faccia onore né alla Commissione né al suo presidente.

  Elena BONETTI (AZ-PER-RE), richiamando il presidente alla responsabilità del suo ruolo, ricorda che la seduta è stata sospesa senza rilevare irregolarità e senza annullare il voto; stigmatizza la gravità del precedente che viene ora creato disponendo, alla ripresa della seduta, l'annullamento della votazione sul presupposto di irregolarità dichiarate solo successivamente. Facendo un parallelo con quanto accade in Assemblea, evidenzia che sarebbe come se il Presidente della Camera annullasse una votazione avendo constatato sul tabellone luminoso che i voti espressi non corrispondono all'esito sperato della votazione.

  Simona BONAFÈ (PD-IDP) invita il presidente a confermare il proprio ruolo di terzietà, sin qui ampiamente svolto, e a non inquinare il rapporto con l'opposizione. Propone inoltre di rispettare la programmazione dei lavori concordata per consentire a tutti di partecipare alla celebrazione del 25 aprile, concludendo la seduta senza prendere ulteriori decisioni. Nel richiamare il rispetto dell'articolo 57, comma 1, Pag. 43del regolamento, evidenzia come sia stato violato anche l'articolo 50, comma 3, che prevede che, una volta aperta, la votazione non sia più concessa la parola fino alla proclamazione del voto; conseguentemente sottolinea che l'onorevole Urzì non sarebbe potuto intervenire. Ritiene che quanto accaduto contrasti con le regole del gioco democratico e che il presidente avrebbe dovuto prendere atto dell'esito sfavorevole del voto alla maggioranza.

  Nazario PAGANO, presidente, ribadisce che non è stata annullata alcuna votazione in quanto la procedura di voto non si era conclusa. Dichiara quindi di aver dovuto interrompere la procedura di votazione, e di non aver quindi mai proclamato alcun esito della stessa in quanto erano venute meno le condizioni per proseguire. Ribadisce che, come confermato dall'onorevole Fornaro, non è stato possibile chiedere se vi fossero astensioni in quanto ancora in corso la manifestazione del voto contrario.

  (Proteste dei deputati del gruppo Partito democratico)

  (Commenti del deputato Amich)

  Filiberto ZARATTI (AVS) invita tutti a recuperare un clima di discussione politica, come hanno cercato di fare i colleghi Fornaro, Boschi e Bonafè. Ricordando che incidenti come quello odierno possono essere recuperati in Assemblea, senza inficiare l'approvazione del provvedimento, invita a valutare in che forma far proseguire i rapporti tra maggioranza e opposizione in Commissione e invita il presidente ad attenersi al regolamento della Camera ed a rispettare il ruolo del segretario di Commissione. Propone quindi di accedere alle proposte dei deputati Fornaro, Bonafè e Boschi, interrompendo i lavori anche in attesa che si pronuncino il Presidente della Camera e la Giunta per il regolamento, chiamati a confermare la validità dell'interpretazione che ha inteso dare il presidente Pagano. Invita quindi il Presidente a non assumersi la responsabilità di quello che evidentemente è stato solo un incidente determinato dall'assenza dei parlamentari della Lega, sovvertendo le regole democratiche e umiliando le opposizioni.

  Federico FORNARO (PD-IDP) puntualizza come il regolamento preveda la votazione e non disciplini invece la procedura di votazione, ricordando anche che in Assemblea il Presidente, se si rende conto che un parlamentare che ha chiesto la parola non è potuto intervenire, annulla la votazione e lo fa parlare. Sottolinea che il Presidente Pagano avrebbe dovuto fare altrettanto. Lo invita dunque a riflettere ulteriormente rimandando ogni decisione a venerdì, senza forzare la situazione né inasprire i rapporti, tenendo conto che dopo l'avvio della discussione generale in Assemblea il 29 aprile, ci saranno ancora circa tre anni di legislatura.

  Alfonso COLUCCI (M5S), affermando di non essere interessato alla distinzione tra procedura di votazione e votazione, sottolinea come una votazione si sia svolta e abbia visto prevalere i voti favorevoli, in assenza di astensioni perché tutti i presenti hanno votato a favore o contro, come immediatamente attestato dal segretario della Commissione. Evidenzia che l'unica fase non conclusa è quella della proclamazione del risultato che, peraltro, rappresenta un mero atto dovuto, certificatorio a meno che non si denuncino subito irregolarità. Fa presente che si sta parlando di una Commissione parlamentare, dotata di formalità e pubblicità, nell'ambito della quale si è formato l'atto parlamentare di approvazione di quell'emendamento, la cui alterazione non è compatibile con la natura pubblica delle funzioni che i parlamentari svolgono. Ricorda come tutto ciò riguardi direttamente i cittadini italiani che seguono i lavori parlamentari e che non si possa dare loro questa immagine di qualcuno che confonde le carte.

  Alessandro URZÌ (FDI) sottolinea la gravità delle accuse che sta muovendo l'onorevole Alfonso Colucci.

  Alfonso COLUCCI (M5S) conferma che le accuse sono gravi perché gli atti parlamentariPag. 44 sono atti pubblici, non verbali di condominio, e chiede al presidente di accordare anche alle opposizioni un lasso di tempo per svolgere approfondimenti con gli uffici su quanto accaduto e per assumere le opportune iniziative nei confronti del Presidente della Camera. Chiede dunque di rinviare il seguito dell'esame a venerdì, dopo le ore 13.

  Alessandro URZÌ (FDI) afferma che ciascuna forza politica trarrà le proprie conclusioni da ciò che è accaduto ribadendo la propria ricostruzione dei fatti. Ricorda di aver chiesto, in fase di avvio della votazione, di intervenire, forse anche confondendo i colleghi che potrebbero aver scambiato quella mano alzata per l'espressione di un voto contrario. Stigmatizza il fatto che siano state riportate alle agenzie di stampa ricostruzioni fantasiose dell'esito della votazione, ribadendo come fossero presenti tutti e otto i componenti del gruppo Fratelli d'Italia e altri parlamentari di maggioranza, arrivando almeno a 10 unità.

  (Vive proteste dei deputati del gruppo Partito democratico)

  Alessandro URZÌ (FDI) puntualizza che la sua ricostruzione è volta a lasciare agli atti quanto accaduto anche per superare le storture di alcune dichiarazioni alla stampa, alla quale la minoranza avrebbe comunicato l'esito, peraltro falso, di una votazione che in realtà non c'è mai stata.

  (Vive proteste dei deputati appartenenti ai gruppi di opposizione)

  Nazario PAGANO, presidente, ribadendo che la votazione non si è conclusa a causa del caos prodottosi in Commissione, accedendo alle richieste in tal senso, rinvia quindi il seguito dell'esame alla seduta già convocata per venerdì 26 alle 11.30.

  La seduta termina alle 17.