CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 23 aprile 2024
294.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)
COMUNICATO
Pag. 296

INDAGINE CONOSCITIVA

  Martedì 23 aprile 2024. — Presidenza del presidente Salvatore DEIDDA.

  La seduta comincia alle 10.30.

Indagine conoscitiva sulle prospettive della mobilità verso il 2030: dalla continuità territoriale all'effettività del diritto alla mobilità extraurbana.

  Salvatore DEIDDA, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che mediante il resoconto stenografico, anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti dell'Associazione porti italiani.
(Svolgimento e conclusione).

  Salvatore DEIDDA, presidente, introduce l'audizione.

  Oliviero GIANNOTTI, segretario generale di Assoporti, svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

  Salvatore DEIDDA, presidente, ringrazia Oliviero Giannotti, segretario generale di Pag. 297Assoporti, per il suo intervento e dichiara quindi conclusa l'audizione.

Audizione, in videoconferenza, di Roberto Devoto, già professore di trasporti aerei presso l'Università di Cagliari, di Gianfranco Fancello, professore di progettazione di sistemi di trasporto presso l'Università di Cagliari e di Giovanni Dore, avvocato esperto di diritto comunitario.
(Svolgimento e conclusione).

  Salvatore DEIDDA, presidente, introduce l'audizione.

  Roberto DEVOTO, già professore di trasporti aerei presso l'Università di Cagliari, Gianfranco FANCELLO, professore di progettazione di sistemi di trasporto presso l'Università di Cagliari e Giovanni DORE, avvocato esperto di diritto comunitario, svolgono una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

  Intervengono, per porre quesiti e formulare osservazioni, i deputati Francesca GHIRRA (AVS) e il presidente Salvatore DEIDDA.

  Roberto DEVOTO, già professore di trasporti aerei presso l'Università di Cagliari, Gianfranco FANCELLO, professore di progettazione di sistemi di trasporto presso l'Università di Cagliari e Giovanni DORE, avvocato esperto di diritto comunitario, rispondono ai quesiti posti e rendono ulteriori precisazioni.

  Salvatore DEIDDA, presidente, ringrazia gli auditi per il loro intervento e dichiara quindi conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 11.25.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 23 aprile 2024. — Presidenza del presidente Salvatore DEIDDA. – Interviene la viceministra dell'ambiente e della sicurezza energetica Vannia Gava.

  La seduta comincia alle 12.

  Salvatore DEIDDA, presidente, avverte che il gruppo PD-IDP ha chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche attraverso il sistema di ripresa audiovideo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Documento di economia e finanza 2024.
Doc. LVII, n. 2 e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 16 aprile 2024.

  Salvatore DEIDDA, presidente, ricorda che nella seduta del 16 aprile è stata svolta la relazione introduttiva.

  Andrea CASU (PD-IDP), intervenendo sull'ordine dei lavori, fa presente che il ritardo del Governo ha causato uno slittamento della seduta di mezz'ora. Per una migliore organizzazione del dibattito chiede dunque di sospenderla e riprenderla al termine dei lavori pomeridiani dell'Aula, anche perché sta per svolgersi la seduta del Parlamento in seduta comune.

  Francesca GHIRRA (AVS), intervenendo sull'ordine dei lavori, si associa alla richiesta del collega Casu, visto che non vi è più il tempo di svolgere adeguatamente l'esame di un atto così importante come il DEF.

  Antonino IARIA (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, si unisce alla richiesta appena formulata, sottolineando che il rinvio dell'esame è un atto di rispetto dovuto alle opposizioni.

  Salvatore DEIDDA, presidente, si scusa personalmente per il ritardo. Ritiene però che i tempi a disposizione siano congrui, Pag. 298anche perché la chiama del Parlamento in seduta comune inizierà dai senatori.

  Carmine Fabio RAIMONDO (FDI), relatore, ricorda che nel corso dell'esame preliminare del provvedimento era presente solo la collega Ghirra in videoconferenza, che peraltro non è intervenuta.
  Illustra quindi una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).

  Salvatore DEIDDA, presidente, avverte che i gruppi Partito Democratico – Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle hanno presentato proposte alternative di parere (vedi allegati 2 e 3).

  La viceministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica Vannia GAVA esprime un orientamento positivo sulla proposta di parere favorevole del relatore, mentre esprime un orientamento negativo sulle proposte alternative di parere presentate.

  Andrea CASU (PD-IDP) lamenta il fatto che non sarà possibile intervenire adeguatamente nella presente occasione. Ritiene tuttavia che non sia il presidente a doversi scusare: la responsabilità è semmai del Governo, che non ha assicurato la propria presenza e ha di fatto mancato di rispetto non tanto e non solo alle opposizioni, ma al Parlamento nel suo complesso.
  Venendo al merito al DEF, richiama integralmente la proposta alternativa di parere, ribadendo che il documento è carente del quadro programmatico, pure previsto dall'articolo 10 della legge n. 196 del 2009, e ritiene le motivazioni per questo addotte dal Governo (precise indicazioni da parte della Commissione europea) del tutto insufficienti. Questa incertezza, essenzialmente dovuta alla fase elettorale che stiamo vivendo, investe la decisione di rifinanziare le cosiddette politiche invariate che andranno a scadenza a fine anno e sconta la contraddizione esistente fra la propaganda elettorale della maggioranza e le politiche effettivamente svolte da quest'ultima. Ricorda ancora che la spesa sanitaria scenderà al 6,2 per cento alla fine del periodo considerato, scelta che non può essere ignorata all'interno del dibattito pubblico.
  Ancora, le stime di crescita tendenziale del PIL appaiono francamente ottimistiche e forti preoccupazioni destano le previsioni sull'aumento del deficit, a proposito del quale la Commissione europea vuole aprire una procedura d'infrazione.
  La decisione, continua, da parte del Governo di non presentare il quadro programmatico non consente di svolgere degli effettivi confronti sulla situazione e un adeguato esame parlamentare dell'atto in argomento. Si rischia di perdere mesi preziosi, rimandando la discussione a dopo le elezioni europee. Preannunzia dunque voto contrario della sua forza politica sulla proposta di parere del relatore.

  Antonino IARIA (M5S) sottolinea che per la prima volta, in occasione di questo DEF, un Governo non dimissionario non fornisce previsioni sul disavanzo pubblico. Manca, inoltre, un orientamento programmatico sulle scelte economiche del futuro: il DEF è chiaramente ostaggio di una campagna elettorale permanente e di dinamiche interne della maggioranza, come dimostrato dalle evasive dichiarazioni del Ministro Giorgetti. Pure, il Governo è in carica da un anno e mezzo e dovrebbe dunque avere un forte controllo della situazione.
  Venendo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, si nota il definanziamento di molte opere ricadenti nel PNRR, particolarmente nel Mezzogiorno, che si unisce ai ritardi e alle numerose frodi che si sono registrate.
  Mancano gli investimenti nell'economia del mare: non è stato infatti rifinanziato il «marebonus» e nulla viene fatto in termini di continuità territoriale. Non è neppure toccato il tema della mobilità sostenibile, su cui gli enti locali pure hanno puntato molto: come dimostrato anche dalla revisione del codice della strada, che favorisce al massimo grado l'utilizzo delle automobili.
  Per quanto riguarda infine il ponte sullo Stretto di Messina, appare incomprensibile l'idea che esso possa rappresentare un motore di sviluppo: impedisce anzi la realizzazione di opere meno appariscenti ma Pag. 299assai più utili. Preannunzia dunque il voto contrario sulla proposta di parere del relatore del Movimento 5 Stelle, che voterà invece a favore delle due proposte alternative di parere.

  Francesca GHIRRA (AVS) manifesta il proprio stupore per il fatto che la Commissione non abbia rinviato il voto sul DEF, visto il ritardo con cui è iniziata la seduta. Dichiara che non è sua intenzione strozzare i tempi del proprio intervento per via del voto del Parlamento in seduta comune.

  Salvatore DEIDDA, presidente, risponde alla collega Ghirra che tutti i deputati hanno avuto tempi molto ampi per il proprio interventi e così sarà anche per lei, visto che i lavori della Commissione potranno svolgersi anche durante la chiama dei senatori.

  Francesca GHIRRA (AVS) prende atto con disappunto della indisponibilità dimostrata dalla maggioranza. Ricorda polemicamente che quest'ultima ha sempre dimostrato scarsa attenzione per il DEF e difatti l'anno scorso è persino stata sconfitta in una delle relative votazioni.
  Si unisce alle considerazioni già svolte negli interventi precedenti sulla mancanza di elementi essenziali nel DEF; aggiunge che il Governo va chiaramente nella direzione dell'indebitamento e che le naturali conseguenze, quali l'aumento della pressione fiscale, si vedranno solo dopo le elezioni europee.
  Ricorda poi i costi esorbitanti della realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, che supereranno i 13,5 miliardi di euro. Ancora, sulla sicurezza stradale, viene assunta come cardine la revisione del codice della strada, che ha suscitato le critiche di soggetti fra loro molto distanti, depotenziato l'autonomia dei comuni e disincentivato la mobilità dolce. Manifesta invece l'orientamento della sua forza politica a rafforzare la sicurezza tramite il trasporto pubblico di massa e le cosiddette «città 30». Non vengono finanziati poi gli interventi sulle ciclovie, con il rischio tra l'altro di indebolire le prospettive anche turistiche connesse alla mobilità ciclistica. Viene trascurato il Meridione, su cui bisognerebbe invece investire in primo luogo in termini infrastrutturali, specialmente per quanto riguarda la continuità territoriale delle isole maggiori, oggi così carente: ricorda che le tariffe del trasporto aereo e marittimo stanno raggiungendo livelli insostenibili.
  Conclude affermando che avrebbe avuto molto altro da dire e che non può farlo a causa dei tempi ristretti che le sono concessi. Preannunzia quindi il voto contrario sulla proposta di parere del relatore.

  Giorgio FEDE (M5S) ricorda che il DEF è giunto all'esame della Commissione senza quadro programmatico e senza una prospettiva chiara sull'evoluzione dei conti pubblici. Aggiunge che la stessa disattenzione è stata dimostrata dalla maggioranza nella gestione dei lavori della Commissione, nonché in merito alla pubblicità dei documenti sulla realizzazione del ponte sullo Stretto. Prende atto dell'impossibilità di approfondire, ipotizzando che ciò rientri in una strategia generale di poca chiarezza.

  Ouidad BAKKALI (PD-IDP) lamenta il ritardo con cui la seduta è iniziata, che non può che naturalmente strozzare il normale andamento dei lavori della Commissione.
  Per quanto riguarda il merito del DEF, fa menzione dell'Allegato II, in cui non si trovano indicazioni puntuali e strategiche su tre punti di competenza della Commissione: trasporto pubblico locale, Piano nazionale aeroporti e trasporto marittimo e portualità. Sottolinea il grandissimo problema rappresentato, anche in termini di risorse sottratte al bilancio, dal ponte sullo Stretto, nonché i gravi ritardi nell'utilizzo dei fondi del PNRR: il Servizio ricerche del Parlamento europeo ha riscontrato che al 31 dicembre 2023 l'Italia, sui 102 miliardi di fondi erogati, ne ha spesi 43, vale a dire il 42 per cento del totale. Su tutti questi punti occorrevano tempi di confronto più ampi, che purtroppo sono mancati.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di Pag. 300parere favorevole del relatore (vedi allegato 1).

  Salvatore DEIDDA, presidente, dichiara conseguentemente preclusa la votazione delle proposte alternative di parere dei gruppi Partito Democratico – Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle (vedi allegati 2 e 3).

Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione.
C. 1665 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla I Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Erik Umberto PRETTO (LEGA), relatore, riferisce che il disegno di legge di iniziativa governativa, collegato alla manovra di finanza pubblica e già approvato dal Senato, fa seguito a un'ampia discussione sull'attuazione dell'autonomia differenziata, svoltasi già a partire dalla fine della XVII legislatura, a seguito delle iniziative intraprese dalle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna nel 2017.
  Esso delinea le coordinate fondamentali della procedura per l'accesso delle regioni ordinarie a ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di legislazione concorrente e alcune materie attribuite alla potestà legislativa esclusiva dello Stato.
  All'articolo 1, il disegno di legge individua le finalità dell'intervento legislativo, esplicitando che l'attribuzione di funzioni relative alle ulteriori forme di autonomia, con riguardo a materie o ambiti di materie riferibili ai diritti civili e sociali che devono essere garantiti equamente su tutto il territorio nazionale, è consentita subordinatamente alla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP), ivi inclusi quelli connessi alle funzioni fondamentali degli enti locali.
  Ai fini dell'individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni, l'articolo 3 contiene una delega al Governo ad adottare, entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi, sulla base dei principi e criteri direttivi stabiliti dalla legge di bilancio 2023 (art. 1, commi da 791 a 801-bis, legge 29 dicembre 2022, n. 197), i cui schemi sono trasmessi alle Camere per l'espressione del parere da parte delle Commissioni parlamentari competenti.
  L'articolo 3, comma 3, indica le materie in cui devono essere determinati i LEP, tra cui rilevano in particolare, ai fini delle competenze della Commissione, le materie «porti e aeroporti civili», «grandi reti di trasporto e di navigazione» e «ordinamento della comunicazione».
  Il disegno di legge demanda inoltre ai richiamati decreti legislativi la determinazione delle procedure e delle modalità operative per il monitoraggio dell'effettiva garanzia in ciascuna regione della erogazione dei livelli essenziali delle prestazioni. Si prevede, altresì, che i LEP siano periodicamente aggiornati con DPCM, sui cui schemi sono acquisiti i pareri della Conferenza unificata e delle Commissioni parlamentari competenti.
  Nelle more dell'entrata in vigore dei suddetti decreti legislativi, continuano ad applicarsi, ai fini della determinazione dei LEP nelle materie che possono essere oggetto di autonomia differenziata, le disposizioni previste dalla legge di bilancio 2023 (articolo 1, commi da 791 a 801-bis).
  L'articolo 2 disciplina il procedimento di approvazione delle intese, stabilendo che l'atto di iniziativa per l'attribuzione di competenze sia adottato dalla regione interessata, sentiti gli enti locali, secondo le modalità previste nell'ambito della propria autonomia statutaria. L'iniziativa di ciascuna regione può riguardare una o più materie o ambiti di materie. Segue il negoziato tra il Governo e la regione per la definizione di uno schema di intesa preliminare. La richiesta deve essere trasmessa al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, il quale, acquisita la valutazione dei Ministri competenti per materia e del Ministro dell'economia e delle finanze, e in Pag. 301ogni caso entro i successivi sessanta giorni, avvia il negoziato con la regione richiedente. Lo schema di intesa preliminare tra Stato e regione, corredato di una relazione tecnica, è approvato dal Consiglio dei ministri: sullo stesso deve essere acquisito il parere della Conferenza unificata da rendere entro sessanta giorni. Trascorso tale termine, lo schema preliminare viene comunque trasmesso alle Camere per l'esame da parte dei competenti organi parlamentari: questi si esprimono al riguardo con atti di indirizzo, secondo i rispettivi regolamenti, entro novanta giorni, udito il Presidente della Giunta regionale interessata.
  Alla luce del parere e degli atti di indirizzo, il Presidente del Consiglio o il Ministro predispongono lo schema di intesa definitivo, ove necessario al termine di un ulteriore eventuale negoziato. Là dove il Presidente del Consiglio dei ministri ritenga di non conformarsi, in tutto o in parte, agli atti di indirizzo, riferisce alle Camere con apposita relazione, nella quale fornisce adeguata motivazione della scelta effettuata.
  Per le fasi successive, si prevede l'approvazione dell'intesa definitiva da parte della regione, assicurando la consultazione degli enti locali interessati, e la deliberazione da parte del Consiglio dei ministri dell'intesa definitiva e del disegno di legge di approvazione dell'intesa. Il disegno di legge di approvazione dell'intesa è immediatamente trasmesso alle Camere per la deliberazione, ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, che prescrive che ciascuna Camera approvi la legge a maggioranza assoluta dei componenti.
  Ai sensi dell'articolo 7, le intese devono indicare la loro durata, che non può comunque essere superiore a dieci anni. Ciascuna intesa individua i casi in cui le disposizioni statali vigenti nelle materie oggetto di intesa con una regione, approvata con legge, continuano ad applicarsi nei relativi territori della regione fino alla data di entrata in vigore delle disposizioni regionali disciplinanti gli ambiti oggetto dell'intesa. L'intesa può essere modificata su iniziativa dello Stato o della regione e può prevedere i casi e le modalità con cui lo Stato o la regione possono chiederne la cessazione, da deliberare con legge a maggioranza assoluta delle Camere. L'iniziativa di modificare le intese può essere adottata anche sulla base di atti di indirizzo adottati dalle Camere secondo i rispettivi regolamenti. Alla scadenza del termine, l'intesa si intende rinnovata per un uguale periodo, salvo diversa volontà dello Stato o della regione, manifestata almeno un anno prima della scadenza.
  In relazione ai principi applicabili al trasferimento delle funzioni, l'articolo 4 prevede che il trasferimento delle funzioni, con le relative risorse umane, strumentali e finanziarie, attinenti a materie o ambiti di materie riferibili ai LEP, può avvenire nei limiti delle risorse rese disponibili in legge di bilancio. Per le funzioni relative a materie o ambiti di materie diverse da quelle riferibili ai LEP, il trasferimento può essere effettuato nei limiti delle risorse previste a legislazione vigente. Ai sensi dell'articolo 6, le funzioni amministrative trasferite alla regione possono essere attribuite, nel rispetto del principio di leale collaborazione, a comuni, province e città metropolitane dalla medesima regione, in conformità all'articolo 118 della Costituzione.
  L'articolo 5 disciplina inoltre l'istituzione di una Commissione paritetica Stato-regione-autonomie locali, con il compito di formulare proposte per l'individuazione dei beni e delle risorse umane, strumentali e finanziarie necessarie per l'esercizio da parte della regione delle ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia oggetto di conferimento, sulla base dei criteri definiti nell'ambito dell'intesa tra Stato e regione. Il finanziamento dovrà comunque essere basato sulla compartecipazione regionale ad uno o più tributi erariali.
  Ai sensi dell'articolo 8, la Commissione paritetica procede annualmente alla valutazione degli oneri finanziari derivanti, per ciascuna regione interessata, dall'esercizio delle funzioni e dall'erogazione dei servizi connessi alle ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, mentre spetta alla Corte dei conti riferire annualmente alle Camere sui controlli effettuati.Pag. 302
  L'articolo 9 reca la clausola di invarianza finanziaria con riferimento all'attuazione della legge in esame e di ciascuna intesa che ne derivi, disponendo che il finanziamento dei LEP sulla base dei relativi costi e fabbisogni standard è attuato nel rispetto delle norme vigenti in materia di copertura finanziaria delle leggi e degli equilibri di bilancio, e garantisce, per le singole regioni che non siano parte delle intese, l'invarianza finanziaria nonché il finanziamento delle iniziative finalizzate ad attuare le previsioni di cui all'articolo 119, terzo, quinto e sesto comma, della Costituzione.
  Al contempo, l'articolo 10 stabilisce che lo Stato adotti misure perequative e di promozione dello sviluppo economico, della coesione, della solidarietà sociale. Tra di esse rilevano in particolare, ai fini delle competenze della Commissione: l'unificazione delle diverse fonti aggiuntive o straordinarie di finanziamento statale di conto capitale, destinate alla promozione dello sviluppo economico, della coesione e della solidarietà sociale, alla rimozione degli squilibri economici e sociali, all'eliminazione del deficit infrastrutturale tra le diverse aree del territorio nazionale, ivi compreso quello riguardante il trasporto pubblico locale e i collegamenti con le isole; l'effettuazione di interventi speciali di conto capitale, ivi compresi quelli finalizzati ad eliminare il deficit infrastrutturale tra le diverse aree del territorio nazionale e a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità; l'individuazione delle misure che concorrano a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità, promuovendo il diritto alla mobilità e alla continuità territoriale per tutte le isole e la perequazione infrastrutturale.

  Antonino IARIA (M5S) ricorda che il relatore dell'atto precedente ha criticato le opposizioni per non aver partecipato all'esame preliminare; adesso è la maggioranza a non essere presente all'esame preliminare sull'atto in argomento.
  Venendo al merito, parlare di LEP senza colmare il divario fra Nord e Sud e senza destinare risorse aggiuntive è palesemente assurdo, specialmente in materia di trasporti: in questa condizione l'autonomia differenziata non potrà che spaccare ulteriormente il Paese. Inoltre, l'autonomia non si ferma mai, ma scatena automaticamente nuove richieste in una crescita inarrestabile che si rivela solo una forma di egoistico opportunismo delle aree più fortunate. Ciò impedirà qualsiasi tipo di efficace proiezione del sistema Italia in Europa e nel mondo. Consiglia dunque alla Lega di dismettere l'idea dell'autonomia differenziata, adeguata forse negli anni Novanta, ma ormai anacronistica in un mondo che è completamente cambiato.

  Andrea CASU (PD-IDP) auspica che l'esame possa continuare ulteriormente nella giornata di domani, con una più ampia partecipazione dei commissari.
  Dichiara poi che è evidente che la maggioranza vuole accelerare sul provvedimento in esame visto il clima elettorale. Il dibattito sulle riforme va invece, stante la sua importanza, affrontato con la giusta ponderazione; quello che si sta facendo in questo momento, cioè presentare tre temi cari alle tre forze di maggioranza, come il premierato, l'autonomia differenziata e la riforma della giustizia ostentando un'armonia interna che in realtà non esiste, non fa altro che impedire un confronto serio e non politicizzato. Rivendica dunque un ruolo più incisivo della Camera nel dibattito su questi temi.
  Ricorda ancora che, mentre il premierato accentua il ruolo del Presidente del Consiglio, l'autonomia differenziata demolisce dalle fondamenta il ruolo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, di fatto privando la collettività di uno strumento nazionale per superare i divari esistenti fra i territori. Conclude manifestando la forte contrarietà della propria forza politica sul provvedimento in esame.

  Elena MACCANTI (LEGA) stigmatizza il comportamento dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, che dopo aver svolto il proprio intervento hanno lasciato l'aula della Commissione.
  Risponde poi al collega Casu facendogli presente che le regioni che maggiormente Pag. 303chiedono di accelerare sull'autonomia differenziata sono, come emerso dall'istruttoria svolta dalla Commissione per le questioni regionali, Emilia-Romagna e Toscana, governate dal Partito Democratico. Nel richiamare l'approvazione del riconoscimento costituzionale dell'autonomia differenziata da parte della maggioranza di centrosinistra nel 2001, ricorda inoltre che il maggiore impulso all'autonomia si è avuto sotto il governo Gentiloni, quando il sottosegretario Bressa aveva firmato intese preliminari con le tre regioni che avevano richiesto forme ulteriori di autonomia, anche su materie delicate come sanità e istruzione. Quello che oggi vi è in più è un disegno di legge che fa da cornice alle intese che già si stavano definendo, nonché l'introduzione dei LEP, dei quali si era già iniziato a discutere sotto il Governo Draghi. Non si tratta dunque di una bandiera della Lega, bensì di una diffusa volontà di ben 14 regioni. Nel richiamare l'assenza del Partito democratico nel corso dell'audizione sul tema del presidente della Conferenza delle Regioni Fedriga in Commissione per le questioni regionali, ribadisce che in quella sede è emersa la volontà degli amministratori locali anche del Partito democratico.
  Quanto alla compressione dei tempi della discussione, ricorda che sono stati presentati sul provvedimento più di 2000 emendamenti. Ricordando che si tratta di un disegno di legge attuativo della riforma costituzionale del 2001, conclude esortando le opposizioni a non fare propaganda e ad affrontare il tema sul piano tecnico.

  Valentina GHIO (PD-IDP) ricorda alla collega Maccanti che la situazione negli ultimi anni è molto cambiata, dopo la pandemia e alla luce delle crisi internazionali in corso; inoltre, l'idea di autonomia differenziata portata innanzi dal PD era assai diversa rispetto a quella oggi attuata.
  In primo luogo, il provvedimento porterà a diseguaglianze accresciute e a una società meno equa, con riferimento soprattutto a scuola e sanità. Lo hanno confermato con chiarezza, nel corso delle audizioni svolte, il presidente della Fondazione GIMBE e i rappresentanti del mondo della scuola.
  In secondo luogo, è del tutto irragionevole pensare che una riforma così incisiva possa essere portata avanti senza alcuna risorsa aggiuntiva: tutte le regioni maggiormente in difficoltà non potranno che trovarsi con ancora meno risorse.
  In terzo luogo, non vi sono elementi di urgenza che giustificano una accelerazione così marcata dell'iter della legge.
  In quarto luogo, quanto ai LEP, l'Ufficio parlamentare di bilancio ha rilevato come questi ultimi in numerosi ambiti riescano a disegnare solo un andamento tendenziale, di fatto non utilizzabile in concreto. I LEP, inoltre, non sono finanziati; non sarà dunque possibile garantirli.
  In quinto luogo, la Commissione ha discusso per molti mesi di una riforma della portualità; si è registrato con chiarezza che tutti gli attori del settore hanno chiesto a gran voce l'istituzione di una strategia unica nazionale, e non la sopravvivenza di tante monadi incapaci di comunicare fra loro e di competere nel mercato internazionale. Con l'autonomia differenziata si fa l'esatto opposto, spezzettando la portualità in tante diverse politiche regionali. Queste sono alcune delle ragioni, conclude, per cui la sua forza politica è molto preoccupata dal provvedimento.

  Ouidad BAKKALI (PD-IDP) risponde alla collega Maccanti che verificherà il contenuto delle audizioni svolte dalla Commissione per le questioni regionali; cita però una forte dichiarazione contro l'autonomia differenziata rilasciata dal presidente della regione Emilia-Romagna alcuni mesi fa, in base alla quale essa trasformerebbe il Paese in un Paese «Arlecchino». Chiede invece una seria riflessione sul regionalismo, a partire dalla sua introduzione negli anni Settanta, su cui bisognerebbe tornare. Quello che la regione Emilia-Romagna ha comunque semmai chiesto è stato una maggiore autonomia nella gestione dei fondi PNRR, soprattutto per reagire ai grandi ritardi accumulatisi.
  Di fronte alla situazione di crisi attraversata dal Paese, questo sarebbe semmai il momento di restare uniti, entrando nel merito del regionalismo non in chiave ideologica,Pag. 304 bensì partendo dai problemi concreti dei cittadini.

  Salvatore DEIDDA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già convocata per la giornata di domani.

  La seduta termina alle 13.15.