CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 23 aprile 2024
294.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
COMUNICATO
Pag. 323

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 23 aprile 2024. — Presidenza del presidente Ugo CAPPELLACCI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la salute Marcello Gemmato.

  La seduta comincia alle 11.

Documento di economia e finanza 2024.
Doc. LVII, n. 2 e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Ugo CAPPELLACCI, presidente, dà la parola al relatore, deputato Ciancitto, per lo svolgimento della relazione e per l'illustrazione della proposta di parere.
  Avverte che i deputati appartenenti ai gruppi Partito Democratico e Movimento 5 Stelle hanno presentato due proposte alternative di parere, che saranno poste in votazione solo ove fosse respinta la proposta di parere formulata dal relatore.

  Francesco Maria Salvatore CIANCITTO (FDI), relatore, fa presente che il Documento di economia e finanza (DEF) 2024, sul quale la Commissione è chiamata a esprimere il parere di competenza alla V Commissione (Bilancio), espone nella Sezione I «Programma di stabilità» l'analisi del quadro macroeconomico italiano relativo all'anno 2023 e le previsioni tendenziali per il 2024 e per il triennio successivo. Lo scenario a legislazione vigente esposto nel DEF 2024 riflette un quadro economico ancora condizionato dall'incertezza dovuta alle tensioni geopolitiche, che restano elevate, ma orientato verso una fase di graduale rafforzamento della crescita.Pag. 324
  Il DEF sottolinea come l'economia italiana nel corso del 2023 abbia dimostrato una resilienza superiore alle attese, nonostante un quadro macroeconomico connotato da instabilità politica, elevata inflazione e da un ciclo restrittivo di politica monetaria, registrando un incremento del PIL dello 0,9 per cento, superiore a quello della media dell'area euro (+0,4 per cento).
  Sulla base dei più recenti andamenti congiunturali, la crescita tendenziale del PIL per il 2024 è attesa all'1,0 per cento. La nuova proiezione macroeconomica tendenziale per il 2024 si caratterizza altresì per un tasso di inflazione significativamente inferiore a quanto previsto nella Nota di aggiornamento al DEF (NADEF) 2023. In particolare, la previsione di inflazione del DEF 2024 stima, per l'indice nazionale dei prezzi al consumo (NIC), un aumento all'1,1 per cento nel 2024, a fronte del 2,5 per cento ipotizzato nella NADEF, principalmente per via degli effetti della discesa dei prezzi dell'energia e dei prodotti intermedi.
  Passando alle competenze proprie della XII Commissione, a partire dal settore della salute, rinviando per ogni approfondimento alla documentazione predisposta dal Servizio Studi, segnala che il DEF prevede, per l'anno in corso, una spesa sanitaria corrente pari a 138.776 milioni di euro, con un tasso di crescita del 5,8 per cento rispetto all'anno precedente, pari al 6,4 per cento del PIL. Nel triennio 2025-2027, la spesa sanitaria è prevista crescere a un tasso medio annuo del 2 per cento: 141.814 milioni di euro nel 2025, 144.760 milioni di euro nel 2026 e 147.420 milioni di euro nel 2027.
  Nell'ambito del Programma nazionale di riforma (PNR), il Governo fa riferimento a «Un sistema sanitario più efficiente, resiliente ed inclusivo». Al riguardo, viene evidenziato che, negli ultimi anni, il sistema sanitario italiano è stato interessato da grandi cambiamenti. Agli investimenti che sono stati avviati per rafforzarlo, nella gestione della pandemia di COVID-19 e nel periodo successivo, si accompagnano diverse linee di trasformazione cui concorrono sia interventi previsti da tempo, sia misure e investimenti previsti nel PNRR.
  Tra gli assi portanti della strategia, viene indicata la riforma dell'assistenza territoriale: essa prevede l'istituzione e il potenziamento di un nuovo assetto istituzionale e organizzativo dell'assistenza sanitaria primaria, che renda il servizio sanitario più efficiente, accessibile ed efficace. A tal proposito, il Documento ricorda che nel PNRR sono stati previsti investimenti per la realizzazione delle Case della comunità, delle Centrali operative territoriali e degli Ospedali della comunità, e riferisce che i target intermedi, relativi a tali interventi, sono stati raggiunti nei tempi. Viene altresì riferito che a tali investimenti sono state affiancate ulteriori risorse, di carattere nazionale, per potenziare il personale, al fine di assicurare l'implementazione degli standard organizzativi, quantitativi, qualitativi e tecnologici ulteriori rispetto a quelli previsti dal PNRR. Tali risorse – precisa il Governo – sono state disposte anche per il 2024.
  Sono poi indicati i seguenti ulteriori obiettivi: implementare il sistema dei Percorsi diagnostico terapeutico assistenziali (PDTA); avviare l'adozione di un sistema oggettivo e scientificamente riconosciuto di riduzione dell'inappropriatezza prescrittiva; implementare il Nuovo sistema di garanzia (NSG), al fine di verificare che tutti i cittadini italiani ricevano le cure e le prestazioni rientranti nei Livelli essenziali di assistenza (LEA); attivare e implementare attività nuove o già in essere quali ad esempio nuovi modelli erogativi (telemedicina), nuovi attori nella rete di erogazione, canali di prenotazione innovativi, ridefinizione dei percorsi di tutela (assistenza domiciliare integrata), trasparenza e funzionalità dei siti web.
  Riguardo al potenziamento dell'assistenza domiciliare e della telemedicina, viene ricordato che il PNRR prevede un investimento specifico volto all'adozione di almeno un progetto di telemedicina per regione e si dà atto che tale target è stato raggiunto entro la scadenza prevista.
  Sono quindi richiamati i temi dell'innovazione, della ricerca e della digitalizzazione per un migliore Servizio sanitario nazionale. Viene riportato che, al fine di Pag. 325cogliere le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, sono state poste in essere le seguenti iniziative: si è provveduto a realizzare la mappatura e l'efficientamento delle principali fasi del processo amministrativo legato alle richieste di servizi sanitari nelle diverse regioni; si è investito nell'ammodernamento delle grandi apparecchiature sanitarie, di cui risulta perfezionato il 93 per cento degli ordini, dei quali circa il 51 per cento risulta consegnato e il 44 per cento collaudato; rispetto allo sviluppo delle competenze tecniche-professionali, digitali e manageriali del personale del sistema sanitario, l'assegnazione di 1.800 borse di studio per corsi specifici di medicina generale entro il 30 giugno 2023 è stata conseguita entro la scadenza prevista. A tali investimenti si accompagna l'intervento relativo al potenziamento dell'infrastruttura digitale dei sistemi sanitari per l'adozione e l'utilizzo del fascicolo sanitario elettronico, nonché ulteriori investimenti sulla ricerca e sulla formazione.
  Viene altresì evidenziato che l'Italia sta partecipando alla negoziazione della proposta di Regolamento sullo Spazio europeo dei dati sanitari, proposta che mira a gestire l'accesso e il controllo dei singoli individui sui propri dati sanitari elettronici personali, sia a livello nazionale che a livello europeo, e a facilitare il riutilizzo dei dati per scopi di ricerca, innovazione, regolamentazione e politica pubblica dell'UE.
  Sempre nell'ambito della Sezione III del Documento, all'interno del paragrafo dedicato alle Politiche sociali sulla disabilità, viene ricordato che è stata approvato il decreto legislativo n. 29 del 2024, con il quale sono state introdotte nuove politiche e strumenti a tutela degli anziani non autosufficienti, tra l'altro in tema di integrazione tra ambito e servizi sanitari e sociali ed efficientamento delle forme di assistenza domiciliare e delle reti per le cure palliative.
  Nell'ambito del Programma nazionale di riforma, segnatamente nel paragrafo relativo all'accoglienza dei migranti, viene ricordato che la legge di bilancio per il 2024 ha previsto il rifinanziamento del Fondo per l'accoglienza dei migranti e l'incremento di un milione di euro annui della dotazione dell'Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà. Tali misure – evidenzia il Documento – mirano a potenziare l'attività di prevenzione ed assistenza sanitaria e sociosanitaria per coloro che versano in condizioni di vulnerabilità sociale ed economica.
  Sempre all'interno della Sezione III, il Documento si sofferma sugli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS), quali traguardi necessari del processo di riforma economica e sociale del Paese. In tale contesto, viene posto in rilievo che la performance dell'Italia risulta superiore a quella della media europea per quanto riguarda la salute e il benessere, citando come fonti la Commissione (Relazione per Paese del 2023) e il Rapporto Eurostat 2023.
  Con riferimento alle prossime linee di interventi, il Documento conferma l'elenco di disegni di legge da qualificare come collegati alle leggi di bilancio definito dalla precedente Nota di aggiornamento, integrato con la previsione di un disegno di legge recante norme di principio in materia di intelligenza artificiale. Riguardo all'elenco in precedenza definito, si ricorda (tralasciando i disegni di legge già all'esame delle Camere o comunque già approvati dal Consiglio dei ministri) la previsione di un disegno di legge in materia di riorganizzazione e potenziamento dell'assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale e dell'assistenza ospedaliera e di un disegno di legge di delega al Governo in materia di riordino delle professioni sanitarie e degli enti vigilati dal Ministero della salute.
  Passando alle misure di carattere sociale, il Documento evidenzia la continuità delle politiche a sostegno della natalità e delle famiglie, che sono indicate come temi al centro dell'agenda politica, al fine di renderle strutturali e strategiche nella programmazione degli interventi per contrastare il cosiddetto inverno demografico. Esse riguardano principalmente la semplificazione dell'utilizzo e la razionalizzazione, il riordino e il nuovo finanziamento delle risorse previste. A tali misure si associa il Pag. 326potenziamento dell'assegno unico universale, quale trasferimento monetario alle donne per il sostegno della natalità, il potenziamento dei servizi per la prima infanzia come misura di conciliazione dei temi di vita e di lavoro, insieme ai congedi parentali, oltre a diverse altre specifiche misure a sostegno del reddito delle famiglie.
  In base ai dati riportati dal DEF 2024, l'importo complessivo delle risorse erogate nel 2023 per l'assegno unico universale ammonta a 18 miliardi di euro, per oltre 10 milioni di figli a carico, su un totale di 8,9 milioni di domande accettate, in aumento rispetto ai 13,2 miliardi di euro erogati nel 2022. Il tasso di adesione della misura ha raggiunto la soglia dell'89 per cento degli aventi diritto, con un importo medio per bambino che varia tra 54 e 214 euro.
  Tra le misure di conciliazione dei tempi di vita e lavoro, il DEF 2024 inserisce le risorse per potenziare i servizi per l'infanzia, in accordo con gli investimenti previsti nell'ambito del PNRR per una migliore offerta educativa con 4,6 miliardi di euro per sovvenzionare nuovi posti su tutto il territorio nazionale per la fascia d'età compresa tra zero e sei anni. Allo stato, sono stati realizzati 150.480 nuovi posti per servizi educativi e di cura della prima infanzia.
  Come indicato dal Documento, sono stati innalzati a 3.600 euro (con riferimento ai nati dal 1° gennaio 2024) i bonus per il pagamento delle rette per la frequenza di asili nido, che di fatto consentirà la gratuità della retta a partire dal secondo figlio. Per il 2024 sono previsti contributi a favore dei comuni per l'erogazione del servizio di asilo nido pari a 230 milioni di euro, con un incremento di 55 milioni di euro rispetto allo stanziamento 2023 che ammontava a 175 milioni.
  Sui temi della disabilità e della non autosufficienza, si prevede l'attuazione delle riforme previste nel quadro degli interventi del PNRR, al fine di potenziare la tutela e il supporto a persone con disabilità e anziani.
  In tale ambito, si segnala l'istituzione, ad opera della legge di bilancio 2024, del Fondo unico per l'inclusione delle persone con disabilità, con la contestuale abrogazione di diversi fondi preesistenti (Fondo per l'inclusione delle persone con disabilità, Fondo per l'assistenza all'autonomia ed alla comunicazione degli alunni con disabilità, Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare e Fondo per l'inclusione delle persone sorde e con ipoacusia).
  Alla luce delle considerazioni svolte, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).

  Marco FURFARO (PD-IDP) segnala che il suo gruppo si è trovato costretto a presentare una proposta alternativa di parere (vedi allegato 2) a causa della problematicità del Documento presentato dal Governo, a partire dalla mancanza in esso di un quadro programmatico degli interventi che si vogliono effettuare nel successivo triennio, cosa che normalmente accade solo nel caso di esecutivi dimissionari. Osserva in proposito che, al di là delle dichiarazioni fatte nei mesi passati, in alcuni casi rilasciate con tono arrogante, l'attuale maggioranza non è in grado, prima dello svolgimento delle elezioni europee, di dare indicazioni chiare e univoche su come reperire le risorse necessarie a finanziare misure ritenute importanti come la riduzione del cuneo fiscale o la semplificazione degli scaglioni dell'Irpef in una fase di crescita economica contenuta, senza aumentare la pressione fiscale o comprimere ulteriormente gli interventi di carattere sociale.
  A tal proposito rileva che l'apparente aumento della spesa sanitaria per l'anno in corso è appena sufficiente per affrontare i costi aggiuntivi determinati dall'inflazione e finanziare i rinnovi contrattuali e che, in prospettiva, la spesa in rapporto al PIL appare in continuo calo, ricordando che si giungerà, in assenza di interventi correttivi, a poco più del 6 per cento nel prossimo triennio. Nel segnalare che tutti i soggetti coinvolti hanno evidenziato la gravità di questo dato, ricorda che oramai più di 4 milioni di cittadini rinunciano alle cure a causa delle liste d'attesa troppo lunghe e di costi insostenibili per le prestazioni fornite dal settore privato.Pag. 327
  In ambito sociale, sottolinea che il venir meno del reddito di cittadinanza priva molte persone, in una situazione di difficoltà, di un sistema di protezione efficace, in un contesto nel quale la povertà appare in aumento. Anche la prestazione universale per gli anziani non autosufficienti risulta del tutto inadeguata in quanto i potenziali beneficiari sono solo una limitatissima frazione di coloro che avrebbero bisogno di un intervento di sostegno di ampia portata.

  Marianna RICCIARDI (M5S) precisa che il Movimento 5 Stelle ha deciso di presentare una proposta alternativa di parere (vedi allegato 3) anche in considerazione della mancanza nel Documento di un coerente quadro programmatico, nel contesto di una situazione economica estremamente incerta e con una crescita attesa intorno all'1 per cento e, quindi, inferiore a quanto previsto dalla NADEF approvata lo scorso anno. Reputa fuori luogo e basate su dati non verificati la gran parte delle critiche relative all'impatto del superbonus sul bilancio pubblico, osservando che non viene tenuto nella dovuta considerazione l'apporto fornito da tale strumento alla ripresa economica nel difficile contesto pandemico.
  Lamenta, quindi, l'assenza di validi interventi di sostegno alle persone in condizione di povertà, segnalando che anche l'utilizzo delle risorse derivanti dal PNRR è condotto in maniera poco efficace. Nell'evidenziare le lacune del documento in discussione per quanto concerne il contrasto all'emergenza climatica, rileva che la soppressione del reddito di cittadinanza ha avuto effetti anche sul calo dei consumi e, quindi, sulla crescita complessiva dell'economia.
  Per quanto concerne la spesa sanitaria, osserva che l'aumento previsto nel 2024 deriva in parte sia da un rinvio di spese per oneri contrattuali già previsto per l'anno precedente sia dall'anticipo di alcune risorse che avrebbero dovuto essere utilizzate nel 2025, senza prevedere in realtà nuove forme di finanziamento. In questo quadro, ribadisce che vi sono oltre 4 milioni di persone che non hanno accesso alle cure e che, in particolare nel Mezzogiorno, l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza appare del tutto inadeguata.
  Il Documento denota, a suo avviso, l'assenza di una volontà di rilancio del Servizio sanitario nazionale, in particolare per quanto riguarda alcuni aspetti particolarmente delicati come la medicina di emergenza, la riduzione delle liste d'attesa, il rilancio della medicina territoriale, il potenziamento dei consultori e la sperequazione a livello territoriale, rilevato che quest'ultima non potrà che essere aggravata dall'introduzione dell'autonomia differenziata.

  Francesco Maria Salvatore CIANCITTO (FDI), relatore, in risposta agli interventi dei colleghi di opposizione, segnala che il documento in esame indica alcuni parametri in miglioramento rispetto alla NADEF 2023, a partire da quello relativo all'inflazione prevista.
  Quanto all'assenza di un quadro programmatico, ricorda che è in corso il riassetto della governance finanziaria a livello europeo e che, pertanto, una definizione troppo vincolante degli obiettivi in questa fase avrebbe potuto portare potenzialmente a un contrasto con le istituzioni dell'Unione europea. Fa presente che la prossima NADEF costituirà uno strumento di programmazione più appropriato, in quanto il suo contenuto sarà poi trasferito all'interno del disegno di legge di bilancio.
  In relazione alla spesa sanitaria, osserva che la Banca d'Italia ha confermato che essa rimane sostanzialmente invariata, mentre dal 2010 al 2019 è stata oggetto di continue misure di riduzione. Evidenzia come vi sia una chiara volontà da parte delle forze di maggioranza di potenziare il Servizio sanitario nazionale anche in termini di finanziamento, ricordando che purtroppo il quadro di bilancio esistente è condizionato fortemente dalla spesa per il superbonus, per la quale è prevista una stima in rialzo superiore agli 80 miliardi di euro, e, pertanto, l'attuale situazione impone misure graduali. Segnala in proposito che è in corso un tentativo di distribuire l'impatto della spesa per gli interventi di ristrutturazione edilizia su un periodo più Pag. 328ampio, al fine di evitare di gravare in maniera eccessiva sul bilancio dello Stato.
  In ambito sociale, pone in rilievo il costante progresso nell'implementazione dell'assegno unico universale che è percepito da quasi il 90 per cento delle famiglie aventi diritto.

  Marco FURFARO (PD-IDP), intervenendo in dichiarazione di voto e replicando a quanto affermato dal relatore, riconosce che la riduzione della spesa sanitaria rappresenta un fenomeno di lungo periodo che ha caratterizzato anche situazioni politiche diverse da quella attuale, ma in ogni caso ribadisce che un'inversione di tendenza è responsabilità del Governo in carica. Rileva, inoltre, che i dati forniti da autorevoli istituzioni di ricerca evidenziano che i tagli più rilevanti sono stati effettuati tra il 2010 e il 2012, quando era Presidente del Consiglio Berlusconi e la Presidente del Consigli attualmente in carica ricopriva un incarico di governo.
  Ricorda che il superbonus è stato introdotto quando al Governo erano presenti anche forze politiche facenti parte della attuale maggioranza e che l'esplosione delle spese da esso derivanti è avvenuta soprattutto nell'ultimo anno e mezzo, senza che vi fosse un'azione di contrasto efficace da parte dell'Esecutivo.
  In relazione all'assenza di un quadro programmatico, ribadisce che essa, a suo avviso, è connessa più alla necessità di non indicare prima delle elezioni quali sono gli interventi correttivi necessari piuttosto che a presunte richieste provenienti dalle istituzioni europee.
  Preannuncia, pertanto, il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

  Luciano CIOCCHETTI (FDI), riallacciandosi all'intervento svolto dal relatore, segnala che il Ministro dell'economia Giorgetti, nell'audizione svolta presso la Commissione Bilancio nella giornata precedente, ha confermato che gli oneri derivanti dal superbonus riducono in maniera significativa la possibilità di destinare risorse a servizi e prestazioni sociali e che il Governo è alla ricerca di soluzioni per rendere tali oneri meno impattanti sulle prossime annualità di bilancio.
  Ricorda, quindi, che è allo studio una riorganizzazione del Servizio sanitario nazionale, anche al fine di ridurre gli sprechi, obiettivo che è altrettanto importante rispetto all'individuazione di risorse aggiuntive. Ribadisce che l'impostazione programmatica meno approfondita delineata dal DEF è dovuta all'elaborazione in corso di un nuovo quadro regolatorio finanziario a livello dell'Unione, che dovrebbe essere completato entro la metà dell'anno, al quale potrà adeguarsi la NADEF.

  Andrea QUARTINI (M5S) rileva preliminarmente il poco tempo disponibile per esaminare un provvedimento complesso come il Documento di economia e finanza.

  Ugo CAPPELLACCI, presidente, ricorda che i tempi d'esame del Documento sono stati concordati in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo.

  Andrea QUARTINI (M5S), intervenendo in dichiarazione di voto, dichiara che risulta evidente la continua riduzione della spesa sanitaria che è oramai giunta, in termini percentuali sul prodotto interno lordo, al livello più basso dal 2007, e segnala che è la stessa Banca d'Italia a confermare che nel 2027 essa sarà pari a poco più del 6 per cento. Reputa strumentale l'utilizzo del superbonus come alibi per giustificare l'assenza di interventi in ambito sanitario, ricordando che, quando si tratta di costruire il ponte sullo Stretto o di acquistare nuovi armamenti, le risorse vengono individuate. Tra i problemi della sanità, ricorda l'esodo sanitario, l'incremento delle liste d'attesa, la necessità per le famiglie di contrarre prestiti per avere accesso alle cure, il permanere del tetto alle assunzioni e l'invecchiamento del personale sanitario. Ricorda che in Paesi come la Francia e la Germania la spesa sanitaria supera il 10 per cento del Pil, in Gran Bretagna è di poco superiore al 9 per cento e anche la Spagna assicura un livello di finanziamento di un punto percentuale superiorePag. 329 a quello italiano. Le famiglie sono costrette ad effettuare mediamente quasi 1.000 euro di spesa sanitaria nel settore privato ogni anno, che ormai rappresenta oltre il 20 per cento di quella totale, dato anch'esso estremamente superiore rispetto a quello di altri Paesi europei.
  Per quanto concerne gli interventi di carattere sociale, segnala l'assenza di misure in favore della disabilità e dei progetti di vita indipendente, osservando che la prestazione unica per gli anziani non autosufficienti riguarda solo una percentuale ridottissima degli aventi bisogno.
  Inoltre, è stato effettuato un definanziamento significativo degli interventi per la realizzazione delle case e degli ospedali di comunità nonché per gli asili nido. In conclusione, nel convenire sul fatto che i tagli alla spesa sanitaria rappresentano un fenomeno ormai ultradecennale, con l'eccezione del periodo dell'emergenza pandemica, invita l'attuale maggioranza ad assumersi le proprie responsabilità, posto che ad essa ora spetta il compito di allocare le risorse disponibili. Dichiara pertanto il voto contrario del Movimento 5 Stelle sulla proposta di parere formulata dal relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  Ugo CAPPELLACCI, presidente, fa presente che risultano pertanto precluse le proposte alternative di parere presentate dai deputati dei gruppi Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.

Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione.
C. 1665 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla I Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Ugo CAPPELLACCI, presidente, avverte che, secondo quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento, i deputati possono partecipare alla seduta odierna in videoconferenza, non essendo previste votazioni.
  Dà, quindi, la parola al relatore, deputato Panizzut, per lo svolgimento della relazione.

  Massimiliano PANIZZUT (LEGA), relatore, fa presente che il provvedimento di cui la Commissione avvia l'esame, ai fini dell'espressione del parere alla I Commissione (Affari costituzionali), si compone di 11 articoli.
  L'articolo 1 ne illustra le finalità, precisando come esso sia volto a definire i princìpi generali per l'attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, nonché le relative modalità procedurali di approvazione delle intese tra lo Stato e le singole regioni. L'attribuzione di funzioni relative alle ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con riguardo a materie o ambiti di materie riferibili ai diritti civili e sociali che devono essere garantiti equamente su tutto il territorio nazionale, è consentita subordinatamente alla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) ai sensi dell'articolo 117, primo comma, lettera m), della Costituzione. Tali livelli indicano la soglia costituzionalmente necessaria e costituiscono il nucleo invalicabile per rendere effettivi i predetti diritti su tutto il territorio nazionale e per erogare le prestazioni sociali di natura fondamentale, per assicurare uno svolgimento leale e trasparente dei rapporti finanziari fra lo Stato e le autonomie territoriali, nonché per favorire un'equa ed efficiente allocazione delle risorse e pieno superamento dei divari territoriali nel godimento delle prestazioni inerenti ai diritti civili e sociali.
  L'articolo 2 disciplina il procedimento di approvazione delle intese tra Stato e Regione, che viene attivato sulla base di una richiesta della Regione interessata, sentiti gli enti locali. All'avvio del negoziato si procede dopo che sia stata acquisita la valutazione dei Ministri competenti per materia e del Ministro dell'economia e delle finanze. Prima dell'avvio del negoziato il Presidente del Consiglio o il Ministro per Pag. 330gli affari regionali da lui delegato informa le Camere e la Conferenza Stato-regioni dell'atto di iniziativa.
  Gli atti d'iniziativa di ciascuna Regione possono concernere una o più materie o ambiti di materie e le relative funzioni. Al fine di tutelare l'unità giuridica o economica, nonché quella di indirizzo rispetto a politiche pubbliche prioritarie, come specificato durante l'esame al Senato, il Presidente del Consiglio può limitare l'oggetto del negoziato ad alcune materie o ambiti di materie individuati dalla Regione nell'atto d'iniziativa.
  L'articolo 3, sostituito dal Senato, delinea la procedura per la determinazione dei LEP nelle materie di cui all'articolo 116, terzo comma, della Costituzione. In particolare, il Governo è delegato ad adottare, entro ventiquattro mesi dall'entrata in vigore del provvedimento in esame, uno o più decreti legislativi per l'individuazione dei LEP, sulla base dei princìpi e criteri direttivi stabiliti dall'articolo 1, commi da 791 a 801-bis, della legge di bilancio 2023 (comma 1). Il comma 2 concerne il procedimento per l'adozione dei decreti legislativi, mentre il comma 3 specifica quali sono, tra le materie di cui all'articolo 116, terzo comma, della Costituzione – vale a dire, le materie suscettibili di attribuzione alle Regioni in attuazione dell'autonomia differenziata –, quelle in riferimento alle quali i predetti decreti legislativi provvederanno alla determinazione dei LEP. Per quanto concerne le competenze della Commissione Affari sociali, segnalo che tra di esse rientrano la tutela della salute e la tutela e la sicurezza del lavoro.
  Il comma 4 demanda a tali decreti legislativi, inoltre, la determinazione delle procedure e delle modalità operative per il monitoraggio dell'effettiva garanzia in ciascuna Regione dell'erogazione dei livelli essenziali delle prestazioni, in condizioni di appropriatezza e di efficienza nell'utilizzo delle risorse, mentre il comma 5 prevede che la Conferenza unificata, sulla base degli esiti dell'attività di monitoraggio, adotti le necessarie raccomandazioni alle Regioni interessate, al fine di superare le criticità riscontrate. Si fa salvo, in ogni caso, l'esercizio del potere sostitutivo del Governo ai sensi dell'articolo 120, secondo comma, della Costituzione. È prevista la trasmissione di una relazione annuale alle Camere sull'esito delle procedure di monitoraggio (comma 6). Il comma 7 prevede che i LEP possano essere periodicamente aggiornati in coerenza e nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, anche al fine di tenere conto della necessità di adeguamenti tecnici conseguenti al mutamento del contesto socio-economico o dell'evoluzione della tecnologia. Il comma 8 stabilisce che i costi e i fabbisogni standard sono determinati e aggiornati con cadenza almeno triennale con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri. Nelle more dell'entrata in vigore dei decreti legislativi, continuano ad applicarsi, ai fini della determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni nelle materie suscettibili di autonomia differenziata, le citate disposizioni di cui all'articolo 1, commi da 791 a 801-bis, della legge di bilancio 2023 (comma 9).
  L'articolo 4 disciplina il trasferimento delle funzioni attinenti a materie o ad ambiti di materie riferibili ai LEP, al quale si può procedere soltanto successivamente alla determinazione dei medesimi LEP e dei relativi costi e fabbisogni standard e nei limiti delle risorse rese disponibili in legge di bilancio (comma 1). Con una modifica approvata nel corso dell'esame al Senato, è stato specificato che le suddette risorse sono volte ad assicurare i medesimi livelli essenziali delle prestazioni sull'intero territorio nazionale, ivi comprese le Regioni che non hanno sottoscritto le intese, al fine di scongiurare disparità di trattamento tra Regioni.
  Il trasferimento delle funzioni relative a materie o ambiti di materie diversi da quelli riferibili ai LEP può essere effettuato nei limiti delle risorse previste a legislazione vigente, secondo le modalità, le procedure e i tempi indicati nelle singole intese (comma 2).
  L'articolo 5, modificato dal Senato, prevede che i criteri per l'individuazione dei beni e delle risorse finanziarie, umane, strumentali e organizzative necessarie per l'esercizio da parte della Regione di ulterioriPag. 331 forme e condizioni particolari di autonomia sono stabiliti nell'intesa Stato-Regione di cui all'articolo 2 del disegno di legge in esame.
  La concreta determinazione di tali beni e risorse è operata con decreto del Presidente del Consiglio, su proposta del Ministro per gli affari regionali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e i Ministri interessati per materia, su proposta di una Commissione paritetica Stato-Regione-Autonomie locali disciplinata dall'intesa stessa.
  L'articolo 6 prevede che le funzioni amministrative trasferite alla Regione in attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione possono essere attribuite dalla Regione medesima, contestualmente alle relative risorse umane, strumentali e finanziarie, a comuni, province e città metropolitane, sulla base dei princìpi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza di cui al primo comma dell'articolo 118 della Costituzione. Restano, in ogni caso, ferme le funzioni fondamentali degli enti locali, con le connesse risorse umane, strumentali e finanziarie, di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera p), della Costituzione.
  L'articolo 7, al comma 1, stabilisce la durata delle intese in un periodo non superiore a dieci anni. Con le medesime modalità previste per la loro conclusione, le intese possono essere modificate su iniziativa dello Stato o della Regione interessata, anche sulla base di atti di indirizzo adottati dalle Camere secondo i rispettivi Regolamenti.
  A seguito di una modifica introdotta dal Senato, la cessazione dell'intesa può essere sempre deliberata – con legge approvata a maggioranza assoluta delle Camere – in caso di esercizio del potere sostitutivo da parte dello Stato qualora ricorrano motivate ragioni a tutela della coesione e della solidarietà sociale, conseguenti alla mancata osservanza, direttamente imputabile alla Regione, dell'obbligo di garantire i LEP. Il successivo comma 2 prevede il rinnovo dell'intesa alla scadenza, salvo diversa volontà dello Stato o della Regione, mentre il comma 3 prevede che ciascuna intesa individui le disposizioni di legge statale che cessano di avere efficacia, nel territorio regionale, con l'entrata in vigore delle leggi regionali attuative dell'intesa. Il comma 4 prevede, inoltre, che la Presidenza del Consiglio dei ministri-Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie, il Ministero dell'economia e delle finanze o la Regione possano disporre, anche congiuntamente, verifiche e monitoraggi sugli aspetti concernenti il raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni. Il comma 5 stabilisce, infine, che le disposizioni statali successive alla data di entrata in vigore delle leggi di approvazione di intese sono tenute a osservare le competenze legislative e l'assegnazione delle funzioni amministrative e le ulteriori disposizioni contenute nelle intese.
  L'articolo 8 prevede che la Commissione paritetica Stato-Regione-Autonomie locali di cui all'articolo 5 debba procedere annualmente alla valutazione degli oneri finanziari derivanti, per ciascuna Regione interessata, dall'esercizio delle funzioni e dall'erogazione dei servizi connessi alle ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, secondo quanto previsto dall'intesa, in coerenza con gli obiettivi programmatici di finanza pubblica e, comunque, garantendo l'equilibrio di bilancio. La Commissione paritetica informa la Conferenza Unificata e le Camere degli esiti della valutazione.
  Ai sensi dell'articolo 9, dall'applicazione del provvedimento in esame e di ciascuna intesa tra Stato e Regione non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Viene garantita, inoltre, l'invarianza dell'entità e della proporzionalità delle risorse da destinare a ciascuna delle altre Regioni, anche in relazione ad eventuali maggiori risorse destinate all'attuazione dei LEP, nonché la perequazione per i territori con minore capacità fiscale per abitante.
  L'articolo 10, come modificato nel corso dell'esame al Senato, stabilisce che, al fine di garantire l'unità nazionale nonché la promozione dello sviluppo economico, della coesione e della solidarietà sociale, dell'insularità, della rimozione degli squilibri economiciPag. 332 e sociali, anche nei territori delle Regioni che non concludono le intese, lo Stato promuove l'esercizio effettivo dei diritti civili e sociali che devono essere garantiti dallo Stato e dalle amministrazioni regionali e locali nell'esercizio delle funzioni riconducibili ai livelli essenziali delle prestazioni o alle funzioni fondamentali di cui all'articolo 117, secondo comma, lettere m) e p), della Costituzione, previa ricognizione delle risorse allo scopo destinabili.
  Fa presente, infine, che l'articolo 11 reca le disposizioni transitorie e finali.

  Ugo CAPPELLACCI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 12.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.55 alle 15.