CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 3 aprile 2024
281.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 169

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 3 aprile 2024. — Presidenza del presidente Federico MOLLICONE. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione e il merito Paola Frassinetti.

  La seduta comincia alle 11.10.

Istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale.
C. 1691 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta di ieri.

  Federico MOLLICONE, presidente e relatore, avverte che il gruppo di FdI ha chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche attraverso il sistema di ripresa audiovideo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Ricorda, che nell'ultima riunione dell'ufficio di presidenza si è convenuto, in considerazione dell'elevato numero delle proposte emendative presentate, e tenuto conto del fatto che si tratta di un provvedimento già approvato dal Senato, di limitare i tempi relativi agli interventi sul complesso degli emendamenti a 5 minuti e a 1 minuto il tempo per l'illustrazione del singolo emendamento, in modo da poter esaminare con la dovuta attenzione tutte le proposte emendative presentate.
  Chiede quindi se vi siano deputati che intendano intervenire sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 1.

  Antonio CASO (M5S), intervenendo sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 1 evidenzia che proprio l'articolo 1 racchiude di fatto la riforma che, come testimoniato dai numerosi emendamenti presentati, il suo gruppo non condivide affatto.
  Osserva al riguardo che la riforma deriva dagli obiettivi indicati nel PNRR che però sono stati decisamente travisati. Il PNRR chiedeva di adeguare ai concetti di Industria 4.0 i curricula e le competenze richieste dal Paese. Qui si è andati ben oltre portando gli istituti tecnici e professionali a essere subordinati al contesto aziendale di un territorio specifico, con ciò tradendo i princìpi relativi all'istruzione e alla formazione. Tutto ciò si Pag. 170evince anche dal lessico utilizzato nel provvedimento che parla di «filiera formativa» e di «addestramento» degli studenti che vengono messi al servizio delle aziende anziché ricevere un adeguato sapere tecnico.
  Giudica, altresì, non condivisibile, il metodo adottato dal Governo e dalla maggioranza nell'elaborazione della riforma che oltretutto è stata bocciata da tutti i soggetti auditi e dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione: mentre il Senato approvava il disegno di legge, alla Camera il Governo ha anche emanato un nuovo schema di decreto sminuendo ancora di più il ruolo del Parlamento, prevedendo un'adesione da parte delle scuole che tuttavia non hanno aderito. In pratica questa riforma non fa altro che dare alle famiglie l'illusione che le scuole formeranno i giovani al lavoro ma invece si crea un ipersettorializzazione specializzando le persone a lavorare in una specifica azienda.
  Sottolinea, quindi come gli emendamenti presentati dal suo gruppo sono in gran parte soppressivi perché non si condivide il contenuto del provvedimento nel suo complesso, creando oltretutto un'evidente disparità territoriale in nome di un'autonomia differenziata del tutto sbagliata.
  Il provvedimento complica anche il reclutamento perché non si comprende quanta didattica sarà delegata agli esperti aziendali mentre la classe docente che dovrebbe poter svolgere il proprio lavoro non viene adeguatamente coinvolta nell'insegnamento. La riforma oltretutto diventa una formazione gratuita a vantaggio delle aziende.

  Elisabetta PICCOLOTTI (AVS), intervenendo sul complesso emendamenti riferiti all'articolo 1 evidenzia che non è un caso che il primo emendamento depositato dal suo gruppo sia soppressivo dell'intero articolo 1. Esprime quindi un orientamento decisamente contrario rispetto alla riforma della filiera formativa tecnologico professionale in esame sulla quale il loro dissenso è radicale e netto.
  Segnala, al riguardo, le varie disposizioni emanate dal Ministro che dividono gli studenti in due: i sommersi e i salvati, quelli che sono destinati a diventare classe dirigente e quelli che sono destinati a essere mano d'opera, manovalanza, precariato, sottopagati e per giunta senza diritto a essere formati. Ritiene, infatti che la riforma vada esattamente in questa direzione, stabilendo un percorso per i ragazzi che frequentano gli istituti tecnici che disegna un destino. Questo percorso non prepara per l'università, per diventare un cittadino consapevole, per comprendere il mondo nella sua complessità ma prevede una formazione professionalizzante che viene decisa dalle imprese del territorio. Dunque si decide il destino degli studenti e si scaricano i costi delle aziende sul bilancio dello Stato.
  Ricorda che in passato le aziende formavano i lavoratori mentre oggi le imprese non vogliono investire nella formazione dei lavoratori e pretendono che i ragazzi escano dalle scuole già formati rispetto allo specifico lavoro che dovranno svolgere nelle loro fabbriche.
  A Casarano, dove si trova il distretto delle calzature di lusso, i ragazzi impareranno a scuola a fare le scarpe rischiando che le loro competenze divengano rapidamente obsolete e inutili qualora il distretto della scarpa di lusso si spostasse in Cina o altrove.
  Giudica quindi inaccettabile l'impianto di fondo del provvedimento che rappresenta una truffa per le famiglie e una condanna per gli studenti che meritano invece di ricevere una formazione di qualità. Ritiene che si dovrebbe offrire più tempo alla scuola, più competenze e una prospettiva di vita fondata sulla libertà di scegliere perché a 14 anni non si è in grado di capire chi si vuole essere nella vita.

  Irene MANZI (PD-IDP) stigmatizza anzitutto l'iter frettoloso svolto al Senato che non ha consentito di prendere in considerazione le istanze emerse dalle audizioni. Oltre a ciò mentre si stava esaminando il provvedimento al Senato, con un nuovo schema di decreto, il Governo chiedeva alle Pag. 171scuole di avviare un'ulteriore sperimentazione.
  Ritiene che il provvedimento in esame presenti forti criticità dal momento che mancano le linee guida di carattere nazionale e gli obiettivi che i docenti dovranno seguire. Non basta ridurre un percorso formativo da 5 a 4 anni se non si ha in mente quali debbano essere le risorse per orientare gli studenti, per formare i docenti nell'ambito di questa nuova sperimentazione. Nel giudicare preoccupante che si voglia, anche in ambito formativo, prevedere una sorta di autonomia differenziata, osserva, altresì, come il testo risulti piuttosto confuso anche rispetto all'avvio dei campus nonché riguardo ai compiti attribuiti allo Stato e alle regioni. In tale contesto ribadisce che sarebbe stato di gran lunga preferibile che ci si prendesse il tempo necessario anche per la riforma dell'istruzione tecnica per mettere in campo una strategia con una visione più ampia che sia davvero utile per la scuola anche per prendere in considerazione le osservazioni critiche del Consiglio superiore dell'istruzione.

  Valentina GRIPPO (AZ-PER-RE) ringrazia la sottosegretaria Frassinetti e condivide la volontà di voler rimettere in ordine la formazione tecnico-professionale, sottolineando però come il testo in esame, così come è scritto, purtroppo non sembra risolvere il problema ma anzi pare aggiungere un tassello di complicazione. Pur valutando positivamente la valorizzazione della formazione professionale e il coinvolgimento delle aziende, ritiene necessario anzitutto chiedersi a cosa serva realmente la scuola superiore.
  In tale contesto ritiene che la scelta di accorpare gli ITS e la formazione professionale sia una scelta arbitraria e anacronistica. Rileva come la formazione impartita in età adolescenziale sia cosa ben diversa dall'istruzione superiore: nella fase adolescenziale l'educazione italiana non ha mai distinto tra gli studenti, prevedendo un'offerta comune che consentisse di avviarsi a qualunque percorso futuro e mentre gli Stati Uniti e la Francia ora prendono ad esempio tale modello per evitare che i giovani si trovino costretti a scegliere troppo presto, noi cambiamo rotta. Nella fase adolescenziale bisogna fornire agli studenti gli strumenti per poter poi scegliere in futuro e non precludere le scelte fin da questa fase.

  Federico MOLLICONE, presidente e relatore, invita al ritiro di tutte le proposte emendative riferite all'articolo 1.

  Il sottosegretario Paola FRASSINETTI esprime parere conforme a quello espresso dal relatore.

  Antonio CASO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.1 soppressivo dell'articolo 1 evidenziando l'importanza di non subordinare la scuola e la formazione superiore agli interessi delle aziende così come è emerso anche nel corso delle audizioni svolte. Richiama altresì le forti criticità espresse dal Consiglio Superiore della Pubblica istruzione sul provvedimento in esame.

  Elisabetta PICCOLOTTI (AVS), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.2 ne illustra le finalità evidenziando come nel parere espresso dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione sullo schema di decreto già esaminato se si è evidenziato che la mancata presenza degli sei nella prevista sperimentazione rappresenti una visione ancorata la separazione tra l'istruzione liceale quella tecnica limitando i passaggi dalla sperimentazione tra indirizzi percorsi differenti. Al riguardo stigmatizza l'intenzione di voler separare i percorsi formativi degli studenti scelta che a suo giudizio è molto grave.

  Anna Laura ORRICO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.1 stigmatizza il ruolo attribuito alle aziende del percorso formativo tecnico ritenendo sbagliato che gli studenti diventino di fatto lavoratori dipendenti delle aziende coinvolte anziché seguire le proprie inclinazioni personali.

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  Gaetano AMATO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.1 giudica assai sbagliata la scelta di delegare la formazione tecnico professionale alla formazione svolta nell'ambito di specifiche aziende presenti sul territorio in cui risiede l'Istituto tecnico. Nel ricordare come in passato i destini esistevano centri di formazione professionale a livello nazionale si chiede se anticipare una formazione altamente specializzata rischi di non tener conto dei progressi e delle innovazioni tecnologiche proprio in ambito produttivo.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Caso 1.1 e Piccolotti 1.2.

  Antonio CASO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.3 ne illustra le finalità evidenziando il rischio che gli studenti a seguito della formazione ricevuta nell'ambito di uno specifico territorio siano poi di fatto obbligati a rimanere legati a quel territorio per essere inseriti nel mondo del lavoro.

  Gaetano AMATO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.3 ricorda come la formazione superiore della scuola italiana sia stata sempre presa ad esempio in quanto finalizzata a fornire uno spirito critico nella costruzione degli individui. Al riguardo osserva che l'impianto della riforma in discussione avrà come conseguenza che i ragazzi che studieranno nei territori più disagiati avranno una formazione più scadente.

  Anna Laura ORRICO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.3 stigmatizza in particolare la formulazione del comma 2 del nuovo articolo 25-bis che dispone che all'attuazione della riforma si provveda ad invarianza delle dotazioni organiche del percorso quinquennale e comunque in assenza di esuberi di personale. Al riguardo stigmatizza il fatto che neanche con questa riforma sarà possibile assumere i docenti precari.

  Valentina GRIPPO (AZ-PER-RE), sottoscrive l'emendamento Caso 1.3 richiamando l'attenzione del Governo sull'esclusione dei licei dalla prevista formazione in ambito aziendale, scelta che comporterà che i licei non avranno nulla a che fare con il mondo del lavoro.

  Elisabetta PICCOLOTTI (AVS), sottoscrive l'emendamento Caso 1.3 stigmatizzando come al comma 2 del nuovo articolo 25-bis sia previsto che la riforma avvenga ad invarianza delle dotazioni organiche e oltretutto senza ulteriori risorse finanziarie.

  La Commissione respinge l'emendamento Caso 1.3.

  Antonio CASO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.4 sottolinea che alla riforma prevista nel provvedimento in esame si sovrappone la sperimentazione prevista dallo schema di decreto del Governo recentemente esaminato dalla Commissione Cultura. Tale circostanza creerà certamente una situazione di totale caos dal momento che nello stesso istituto potranno aver luogo contemporaneamente sperimentazioni diverse.

  Gaetano AMATO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.4 evidenzia come la maggioranza con i provvedimenti recenti relativi alla formazione tecnica professionale voglia dimostrare di essere particolarmente fattiva ma in realtà non riesce a prevedere interventi che abbiano una loro coerenza e razionalità. In particolare evidenzia come resti abbastanza fumoso il ruolo attribuito agli esperti delle aziende che dovrebbero essere coinvolti nella formazione come peraltro evidenziato anche dai sindacati che, esprimendo un orientamento decisamente contrario alla riforma, hanno oltretutto evidenziato il rischio relativo alla riduzione di posti di lavoro per i docenti.

  Anna Laura ORRICO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.4 evidenzia come la riforma prevista per la formazione tecnica e professionale rappresentiPag. 173 un'anticipazione dell'autonomia differenziata assai pericolosa.

  Elisabetta PICCOLOTTI (AVS), sottoscrive l'emendamento Caso 1.4 evidenziando come con la riforma in esame si metta in discussione la competenza statale in materia di istruzione. Al riguardo ritiene che tale scelta rappresenti un crinale pericoloso e invita la maggioranza a riflettere.

  La Commissione respinge l'emendamento Caso 1.4.

  Antonio CASO (M5S), intervenendo sull'emendamento 1.7 ne illustra le finalità evidenziando come anche la prevista riforma degli ITS non sia stata completamente attuata in alcune regioni.

  Anna Laura ORRICO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.7 evidenzia come il riferimento agli obiettivi del Piano nazionale Industria 4.0 sia assai incomprensibile dal momento che tale piano è stato definanziato.

  Gaetano AMATO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.7 giudica del tutto sbagliata la scelta di voler programmare la formazione specialistica degli studenti così in anticipo senza tener conto che alla conclusione del percorso formativo proprio l'azienda specifica coinvolta nella formazione potrete essere stata chiusa. Al riguardo cita il caso degli stabilimenti Stellantis e della Peugeot.

  Elisabetta PICCOLOTTI (AVS), sottoscrive l'emendamento Caso 1.7 evidenziando come la riforma in esame non risponde assolutamente alle esigenze educative culturali e professionali delle giovani generazioni.

  Valentina GRIPPO (AZ-PER-RE), sottoscrive l'emendamento Caso 1.7 sottolineando l'importanza che ha avuto il Piano nazionale Industria 4.0 che oggi viene erroneamente legato alla riforma della formazione tecnologico-professionale.

  La Commissione respinge l'emendamento Caso 1.7.

  Antonio CASO (M5S), intervenendo sull'emendamento 1.9 ne illustra le finalità evidenziando come la riforma in esame non abbia assolutamente presenti le esigenze formative e di istruzione degli studenti.

  Irene MANZI (PD-IDP), sottoscrive l'emendamento Orrico 1.9 evidenziando l'importanza che la riforma in esame tenga nella debita considerazione le esigenze formative degli studenti. Più in generale stigmatizza il ruolo che la riforma attribuisce alle regioni senza peraltro prevedere delle linee guida di intervento in un settore come quello dell'istruzione in cui la competenza dello Stato è prevalente.

  Elisabetta PICCOLOTTI (AVS), sottoscrive l'emendamento Orrico 1.9 preannunciando il voto favorevole del suo gruppo.

  La Commissione respinge l'emendamento Orrico 1.9.

  Anna Laura ORRICO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.10 ne illustra le finalità ribadisce l'importanza che gli istituti tecnici e professionali forniscano agli stridenti delle competenze adeguate giudicando assai sbagliata la scelta di prevedere che gli studenti diventino di fatto gli operai delle aziende del territorio coinvolte nella formazione.

  Gaetano AMATO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.10 evidenzia come la scelta di programmare in anticipo una formazione professionale altamente specializzata rischia di andare nella direzione opposta a quella che ci si vuole prefiggere.

  Elisabetta PICCOLOTTI (AVS), sottoscrive l'emendamento Orrico 1.10 ritenendo opportuno che si faccia riferimento alle esigenze formative degli studenti piuttosto che a quelle professionali.

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  Valentina GRIPPO (AZ-PER-RE), sottoscrive l'emendamento Orrico 1.10 invitando il Governo e la maggioranza a prendere in considerazione almeno alcune delle proposte emendative presentate al fine di dare maggiore rilievo e spazio al futuro delle giovani generazioni.

  La Commissione respinge l'emendamento Orrico 1.10.

  Antonio CASO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.11 ne illustra le finalità evidenziando come la scuola debba fornire saperi e competenze anche tecnici e dare strumenti agli studenti ma non fornire una formazione strettamente professionalizzante.

  La Commissione respinge l'emendamento Orrico 1.11.

  Anna Laura ORRICO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.12 ne illustra le finalità evidenziando come nella formazione dell'orientamento degli studenti dovrebbe essere dato il giusto ruolo anche alle imprese culturali e ricreative.

  Antonio CASO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.12 ritiene condivisibile l'obietto tipo di rimodulare il percorso formativo scolastico in ambito tecnologico e professionale ma giudica riferimento agli obiettivi del Piano Nazionale Industria 4.0 del tutto fuorviante giudicando, altresì, eccessivamente vago il ruolo che viene attribuito agli esperti delle aziende nella formazione degli studenti.

  Elisabetta PICCOLOTTI (AVS), sottoscrive l'emendamento Orrico 1.12 evidenziando l'opportunità di espungere dal testo della riforma il riferimento alle esigenze delle singole aziende.

  Valentina GRIPPO (AZ-PER-RE), sottoscrive l'emendamento Orrico 1.12 giudicando fuorvianti e stridenti rispetto agli obiettivi le definizioni utilizzate dal testo in esame. Al riguardo ritiene opportuno intervenire con un provvedimento di riforma della formazione tecnica ma non condivide la scelta di limitarla ad uno specifico settore produttivo.

  La Commissione respinge l'emendamento Orrico 1.12.

  Antonio CASO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.13 ne illustra le finalità ritenendo necessario sopprimere il riferimento alle esigenze del settore produttivo al fine di non incastrare gli studenti in un percorso predefinito.

  Gaetano AMATO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.13 evidenzia come gli interessi industriali siano assai diversi tra le regioni e che l'obiettivo di una riforma di un settore importante dell'istruzione debba essere quello di assicurare l'unità della formazione su tutto il territorio nazionale.

  Anna Laura ORRICO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.13 stigmatizza la scelta del Governo di asservire la scuola alle aziende cui viene attribuito un ruolo del tutto fuorviante nella formazione. Richiama quindi l'attenzione del Governo e della maggioranza sui principi costituzionali in materia di istruzione.

  Elisabetta PICCOLOTTI (AVS), sottoscrive l'emendamento Caso 1.13 ribadendo l'importanza di riconoscere un ruolo anche alle imprese culturali.

  Irene MANZI (PD-IDP), sottoscrive l'emendamento Caso 1.13 evidenziando l'importanza che le finalità formative prevalgano sulle esigenze produttive delle aziende territoriali.

  Valentina GRIPPO (AZ-PER-RE), sottoscrive l'emendamento Caso 1.13 condividendone le finalità e giudicando la formulazione del testo del tutto priva di senso. Al riguardo sottolinea l'importanza che il diritto all'istruzione degli studenti vada tutelato in modo adeguato.

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  La Commissione respinge l'emendamento Caso 1.13.

  Antonio CASO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.15 ne illustra le finalità evidenziando come il richiamo al Piano nazionale Industria 4.0 non determini il rischio di un'eccessiva settorializzazione delle competenze degli studenti impedendo la formazione di un sapere critico autentico.

  Gaetano AMATO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.15 invita il Governo e la maggioranza a riflettere sugli effetti complessivi della riforma in esame che rischia di far uscire i ragazzi da tale percorso con una formazione eccessivamente ristretta.

  Elisabetta PICCOLOTTI (AVS), sottoscrive l'emendamento Orrico 1.15 condividendo le considerazioni svolte dal collega Caso. Ritiene infatti che la riforma non aiuti gli studenti ad aprire la mente ma, al contrario, ostacoli il pensiero astratto. Al riguardo ricorda come l'imprenditore Marchionne avesse una laurea in filosofia.

  Valentina GRIPPO (AZ-PER-RE), sottoscrive l'emendamento Orrico 1.15 ribadendo come gli obiettivi della riforma degli istituti tecnologici e professionali non possano essere quelli del Piano nazionale 4.0 ormai assai risalente nel tempo.

  La Commissione respinge l'emendamento Orrico 1.15.

  Antonio CASO (M5S), illustra le finalità dell'emendamento a sua firma 1.16

  Gaetano AMATO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.16 richiama l'attenzione circa l'importanza di assicurare agli studenti la costruzione del proprio futuro evitando la creazione di semplici luoghi di addestramento professionale.

  La Commissione respinge l'emendamento Orrico 1.16

  Antonio CASO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.17 evidenzia l'importanza di rinviare l'inizio della sperimentazione almeno all'anno scolastico 2025/2026 al fine di consentire a tutti gli istituti di adeguarsi alla nuova disciplina.

  Irene MANZI (PD-IDP), sottoscrive l'emendamento Orrico 1.17 giudicando assai condivisibile il rinvio al prossimo anno scolastico della sperimentazione della nuova riforma.

  Elisabetta PICCOLOTTI (AVS), sottoscrive l'emendamento Orrico 1.17 ricordando quanto espresso nel parere dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione circa il rischio che la riforma in esame abbia come unico risultato quello di abbreviare il percorso formativo a quattro anni.

  Gaetano AMATO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.17 sottolinea l'estrema brevità del termine previsto per l'avvio della sperimentazione della riforma, termine che non consentirà l'avvio delle classi. Al riguardo si chiede perché non si possa rinviare al prossimo anno scolastico.

  Valentina GRIPPO (AZ-PER-RE), sottoscrive l'emendamento Orrico 1.17 richiamando l'attenzione della Commissione anche sul fenomeno dell'abbandono scolastico da parte degli studenti delle scuole medie. Al riguardo ritiene doveroso immaginare un percorso di riforma che renda attrattive i nuovi percorsi formativi.

  Elisabetta PICCOLOTTI (AVS), intervenendo sull'ordine dei lavori richiama l'attenzione della Presidenza sulla concomitanza della convocazione della Commissione antimafia che la costringe ad abbandonare i lavori su un provvedimento assai rilevante. Chiede pertanto alla Presidenza di riferire al Presidente della Camera la questione della concomitanza dei lavori tra diversi organismi parlamentari, circostanza che per i gruppi minori rappresenta davveroPag. 176 una limitazione delle prerogative parlamentari.

  Gaetano AMATO (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori si associa alle considerazioni svolte dalla collega Piccolotti circa l'estrema difficoltà di garantire la presenza nei diversi organismi parlamentari da parte dei componenti dei gruppi di minore consistenza.

  Federico MOLLICONE, presidente e relatore, nel comprendere la questione posta dai colleghi intervenuti sull'ordine dei lavori si impegna a riferire anche al Presidente della Camera le criticità sollevate.

  La Commissione respinge l'emendamento Orrico 1.17.

  Antonio CASO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.18 ne illustra le finalità evidenziando che anche il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione abbia evidenziato l'impossibilità di avviare la sperimentazione a partire dall'anno scolastico 2024/2025.

  La Commissione respinge l'emendamento Orrico 1.18.

  Antonio CASO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.19 ne illustra le finalità evidenziando come sia doveroso rinviare l'entrata in vigore della sperimentazione per il rispetto dovuto alla scuola ai docenti e alle famiglie.

  La Commissione respinge l'emendamento Orrico 1.19.

  Antonio CASO (M5S), intervenendo sull'emendamento 1.21 ribadisce l'importanza di avviare la riforma prevedendo tempi di adeguamento da parte degli istituti congrui rispetto alla complessità della nuova disciplina senza salti nel vuoto.

  La Commissione respinge l'emendamento Caso 1.21.

  Antonio CASO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.22 osserva come il ruolo attribuito agli esperti aziendali dovrebbe prevedere la redazione di linee guida cui uniformarsi. Rileva altresì come sia opportuno prevedere tempi adeguati per la formazione dei docenti in vista dell'avvio della riforma.

  La Commissione respinge l'emendamento Caso 1.22.

  Irene MANZI (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento 1.23 ne illustra le finalità evidenziando che se si consentisse lo slittamento dell'avvio della riforma all'anno scolastico 2025/2026 sarebbe possibile anche conoscere i risultati delle precedenti sperimentazioni.

  Antonio CASO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.24 evidenzia come anche il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione ha sottolineato la necessità di garantire tempi adeguati per l'avvio della riforma anche in considerazione del ruolo attribuito a diversi soggetti che dovranno cooperare nella formazione e in vista della creazione dei previsti campus.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Manzi 1.23, Caso 1.24 e Piccolotti 1.25.

  Antonio CASO (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.26 ne illustra le finalità evidenziando la necessità di espungere il riferimento ai percorsi formativi relativi agli Istituti tecnologici superiori al fine di non legare la formazione del secondo ciclo di istruzione a quella superiore.

  La Commissione respinge l'emendamento Orrico 1.26.

  Antonio CASO (M5S), illustra le finalità dell'emendamento a sua firma 1.27 volto a sopprimere il riferimento ai percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore dal testo in esame.

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  Valentina GRIPPO (AZ-PER-RE), sottoscrive l'emendamento Orrico 1.27 giudicando un errore legare il liceo tecnico professionale ai percorsi universitari.

  La Commissione respinge l'emendamento Orrico 1.27.

  Federico MOLLICONE, presidente e relatore, nell'imminenza della ripresa dei lavori dell'Assemblea rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 12.30.

COMITATO DEI NOVE

  Mercoledì 3 aprile 2024.

Dichiarazione di monumento nazionale di teatri italiani.
C. 982-1214-1347-1584-1639-1677-1685-1754-A.

  Il Comitato si è riunito dalle 12.30 alle 12.35.