CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 3 aprile 2024
281.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
Pag. 24

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 3 aprile 2024. — Presidenza del vicepresidente Giovanni Luca CANNATA. – Intervengono la sottosegretaria di Stato per i rapporti con il Parlamento Matilde Siracusano e la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Lucia Albano.

  La seduta comincia alle 12.

DL 19/2024: Ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
C. 1752 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 26 marzo 2024.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, comunica preliminarmente che è in distribuzione un fascicolo che contiene le proposte emendative segnalate dai gruppi, nonché le proposte emendative ammissibili presentate dai deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle, che non ha invece provveduto alla segnalazione delle proprie proposte emendative (vedi allegato 1).
  Avverte, inoltre, che le proposte emendative Peluffo 12.49, Comaroli 12.50, Marattin 38.012 e 36.04 del Governo sono state ritirate.
  Informa, altresì, che il deputato Casasco sottoscrive gli emendamenti D'Attis 20.24 e 20.26, i deputati Bonetti e D'Alessio sottoscrivono l'emendamento Rosato 20.7 e i deputati Matera e Testa sottoscrivono l'emendamento De Bertoldi 38.69.
  Chiede dunque se vi siano colleghi che intendano intervenire sul complesso degli emendamenti al provvedimento in esame.

  Marco GRIMALDI (AVS), nel riservarsi di illustrare più dettagliatamente le singole proposte emendative presentate dal suo gruppo nel corso delle successive fasi di esame del provvedimento, osserva che tali Pag. 25proposte sono essenzialmente volte ad intervenire sui contenuti del decreto-legge ritenuti maggiormente problematici.
  Richiama, anzitutto, le disposizioni recate dagli articoli da 5 a 7 del decreto-legge, che prevedono la nomina di Commissari straordinari per il conseguimento di specifici obiettivi afferenti o riconducibili all'attuazione del PNRR, segnalando, in particolare, come la previsione di tali figure commissariali denoti una volontà di accentramento dei poteri e delle funzioni inerenti alla realizzazione di tali interventi da parte del Governo, che confligge tuttavia, in larga misura, con la natura medesima delle problematiche che attraverso gli interventi medesimi si intendono affrontare.
  Evidenzia, altresì, che nei suddetti casi non sussistono, a suo avviso, quelle circostanze oggettive che di norma giustificano la nomina di Commissari straordinari, che si legano al grado di complessità delle opere oggetto di realizzazione o alla tempistica degli interventi da effettuare.
  Per quanto concerne, in particolare, la previsione di un Commissario straordinario per il conseguimento dello specifico obiettivo del PNRR relativo alla realizzazione di nuovi posti letto destinati agli studenti universitari, di cui all'articolo 5 del provvedimento, osserva che l'introduzione di una simile disciplina è suscettibile di interferire sia con l'autonomia istituzionalmente riconosciuta agli atenei, sia con il delicato ruolo svolto in tale ambito dagli enti territoriali, nonché con i compiti attribuiti, in fase di attuazione dello stesso PNRR, a soggetti privati.
  Con riferimento, invece, alla nomina di un Commissario straordinario per il conseguimento dello specifico obiettivo del PNRR volto al superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura, di cui al successivo articolo 7, avrebbe auspicato un maggiore coinvolgimento delle parti sociali nella fase decisoria, anzitutto attraverso il confronto diretto con le organizzazioni sindacali, al fine di pervenire ad una disciplina normativa più ampia e organica del predetto fenomeno, che presenta evidentemente un carattere strutturale che mal si concilia con la decisione di prevedere una gestione commissariale, più adatta invece a situazioni emergenziali.
  Per quanto riguarda, inoltre, le disposizioni dell'articolo 29, in materia di contrasto del lavoro irregolare negli appalti pubblici e privati, fa presente che alcune proposte emendative presentate dal suo gruppo sono volte a sostituire, quale parametro per il trattamento economico da corrispondere al personale impiegato negli appalti medesimi, il richiamo al contratto collettivo nazionale e territoriale maggiormente applicato al settore di riferimento con quello, più appropriato, ai contratti stipulati dalle organizzazioni sindacali e datoriali maggiormente rappresentative, anche alla luce delle valutazioni emerse nel corso delle audizioni dei rappresentanti delle sigle sindacali CGIL e UIL e dell'associazione «Comma 2 – Lavoro è dignità».
  Nella medesima direzione, segnala che ulteriori proposte emendative del suo gruppo sono finalizzate a sterilizzare il fenomeno delle cosiddette catene di subappalti, prevedendo al contempo l'equiparazione dei contratti per le imprese vincitrici di appalto o subappalto.
  Segnala, infine, che altre proposte emendative presentate dal gruppo AVS sono volte, a titolo esemplificativo, ad intervenire sulla questione relativa al progetto del ponte sullo Stretto di Messina, a prorogare al 2024 l'utilizzo delle risorse per il rinnovo del parco auto, a confermare le condizionalità occupazionali per i giovani e le donne previste trasversalmente dal PNRR, a sanare il trattamento discriminatorio concernente oltre 3.000 contratti del personale scolastico ATA, ad estendere la platea dei soggetti interessati dalle disposizioni in materia di personale del Ministero della giustizia, nonché a prevenire abusi e frodi nel campo della realizzazione di residenze per gli studenti universitari e a risolvere i vincoli imposti agli enti locali, tenuto conto delle specifiche decisioni assunte in materia dalla sezione delle autonomie della Corte dei conti e delle sollecitazioni in tal senso provenienti dall'ANCI.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) si limita ad alcune sintetiche considerazioni Pag. 26sul complesso delle proposte emendative presentate dal suo gruppo, riservandosi di intervenire più puntualmente nel corso della fase di votazione delle stesse. Intende, in particolare, focalizzarsi sulle principali problematiche che ha già avuto modo di sottoporre, assieme ad altri colleghi, ai rappresentanti del Governo in occasione di un incontro informale svoltosi nei giorni passati, auspicando che su tali specifiche questioni possa avere luogo una approfondita discussione nel merito, volta alla ricerca di soluzioni migliorative rispetto ai contenuti del provvedimento licenziato dall'Esecutivo.
  Si sofferma, anzitutto, sulla necessità di individuare, sulla base di un confronto diretto con le regioni, le modalità tramite cui reintegrare le risorse destinate alla realizzazione dell'obiettivo del PNRR denominato «Verso un ospedale sicuro e sostenibile», di cui il provvedimento in esame dispone la riduzione per un importo pari a 1,2 miliardi di euro, nonché le risorse, pari a circa 4 miliardi di euro, complessivamente distratte dal Fondo per lo sviluppo e la coesione per finalità di copertura di quota parte degli oneri derivanti dal provvedimento medesimo.
  Richiama, altresì, l'esigenza di intervenire con maggiore decisione ed efficacia sul tema assai rilevante della sicurezza nei luoghi di lavoro, affrontato in maniera a suo avviso non adeguata dall'articolo 29 del decreto-legge in esame, da un lato superando il riferimento ai contratti collettivi nazionali di lavoro maggiormente applicati nel settore tramite il richiamo ai contratti stipulati dalle organizzazioni sindacali e datoriali maggiormente rappresentative e, dall'altro, implementando la disciplina della cosiddetta patente a punti, di cui al comma 19 del medesimo articolo 29, estendendone in particolare l'ambito di applicazione.
  Ritiene infine indispensabile prevedere la cumulatività, anche solo parziale, tra il credito d'imposta riferito agli investimenti ricompresi nel piano Transizione 5.0, di cui all'articolo 38 del provvedimento in esame, e quello riconosciuto alle imprese operanti nella zona economica speciale unica istituita nel Mezzogiorno ai sensi dell'articolo 9 del decreto-legge n. 124 del 2023, dal momento che tale soluzione appare la sola in grado di introdurre un elemento di selettiva differenziazione in favore dei soggetti ricadenti in un'area del Paese oggettivamente bisognosa di apposite politiche di sostegno.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara conclusa la discussione sul complesso delle proposte emendative.
  Rinvia, quindi, il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

  La seduta termina alle 12.20.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 3 aprile 2024. — Presidenza del vicepresidente Giovanni Luca CANNATA. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Lucia Albano.

  La seduta comincia alle 12.55.

Dichiarazione di monumento nazionale di teatri italiani.
C. 982 e abb.-A.
(Parere all'Assemblea).
(Parere su emendamenti).

  La Commissione inizia l'esame di ulteriori proposte emendative riferite al provvedimento.

  Andrea MASCARETTI (FDI), relatore, avverte che l'Assemblea ha trasmesso in data odierna il fascicolo n. 5 degli emendamenti che, rispetto al precedente fascicolo n. 4 già esaminato dalla Commissione Bilancio nella seduta del 27 marzo 2024, contiene gli emendamenti 1.510 e 1.511 della Commissione. Segnala che l'Assemblea ha altresì trasmesso i subemendamenti Mollicone 0.1.510.1 e Manzi 0.1.511.1.
  Al riguardo, segnala che il subemendamento Manzi 0.1.511.1 subordina l'eventuale dichiarazione di monumento nazionale dei teatri italiani in possesso dei requisiti previsti dall'emendamento 1.511 della Pag. 27Commissione alla previa valutazione di una Commissione costituita presso il Ministero della cultura.
  In proposito, ritiene necessario che il Governo chiarisca se all'attuazione del predetto subemendamento possa provvedersi nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
  Propone invece di esprimere nulla osta sulle restanti proposte emendative trasmesse, dal momento che le stesse non appaiono presentare profili problematici dal punto di vista finanziario.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere contrario sul subemendamento Manzi 0.1.511.1, posto che la costituzione di una apposita commissione presso il Ministero della cultura incaricata di effettuare la previa valutazione della rispondenza ai prescritti requisiti dei teatri italiani oggetto della declaratoria di monumento nazionale appare suscettibile di determinare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica privi di quantificazione e copertura. Non ha, invece, rilievi da formulare sulle restanti proposte emendative trasmesse dall'Assemblea.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) dichiara la propria perplessità rispetto al parere contrario formulato dalla rappresentante del Governo sul subemendamento Manzi 0.1.511.1, considerato che le iniziative legislative sottoposte all'esame in sede consultiva della Commissione Bilancio prevedono frequentemente l'istituzione di nuovi organismi, comitati o commissioni a vario titolo operanti, senza che a tale previsione sia associata, solitamente, l'insorgenza di oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica.

  Andrea MASCARETTI (FDI), relatore, preso atto dei chiarimenti forniti dalla rappresentante del Governo, propone pertanto di esprimere parere contrario sul subemendamento 0.1.511.1, in quanto suscettibile di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura, nonché di esprimere nulla osta sugli emendamenti 1.510 e 1.511 e sul subemendamento 0.1.510.1.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO concorda con la proposta di parere del relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 13.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 3 aprile 2024. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Federico Freni.

  La seduta comincia alle 20.25.

Sull'ordine dei lavori.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), pur prendendo atto delle scuse informalmente presentate a nome proprio e dell'intero Governo dal sottosegretario Freni, rileva che il posticipo della seduta prevista alle ore 15 della giornata odierna, dovuta all'assenza del rappresentante del Governo, ha rappresentato non solo una grave forma di mancanza di correttezza nei confronti dei gruppi di opposizione ma anche una evidente assenza di rispetto nei confronti della Commissione Bilancio nel suo complesso, considerato che esiste una pluralità di sottosegretari che può assicurare la presenza dell'Esecutivo ai lavori della Commissione.
  Nel ricordare che, nel corso della precedente legislatura, al verificarsi di analoghe situazioni, il deputato Trancassini protestava vivamente contro il Governo e la maggioranza, chiede che, attraverso una più coordinata programmazione dei lavori delle omologhe Commissioni parlamentari delle due Camere, si eviti quanto più possibile la sovrapposizione degli orari di convocazione, in modo da consentire adeguati tempi di svolgimento delle sedute, assicurandoPag. 28 la necessaria dignità ai lavori della Commissione Bilancio.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), replicando al deputato Ubaldo Pagano, evidenzia che il Governo non ha inteso in alcun modo limitare le prerogative del Parlamento, come ha dimostrato il sottosegretario Freni che, a differenza di suoi predecessori, si è scusato per il contrattempo, dovuto al protrarsi dei lavori della Commissione Bilancio del Senato della Repubblica.
  Nel sottolineare che si tratta, probabilmente, del primo caso in cui nel corso della legislatura corrente la sovrapposizione dei lavori delle omologhe Commissioni dei due rami del Parlamento ha comportato l'esigenza di posticipare i lavori di questa Commissione, fa presente che il sottosegretario Freni aveva seguito l'istruttoria governativa sui provvedimenti in esame nella giornata odierna, con particolare riferimento allo schema di decreto relativo all'alienazione di una quota della partecipazione azionaria nella società Poste italiane, e pertanto era utile una sua partecipazione alla seduta della Commissione.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), pur riconoscendo l'impegno del sottosegretario Freni e pur apprezzando il fatto che si sia scusato nei confronti della Commissione, fa presente che l'episodio verificatosi ha dimostrato una più generale difficoltà di organizzazione dei lavori parlamentari delle omologhe Commissioni, che si augura sia superata in futuro.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, nel ringraziare il sottosegretario Freni per aver porto le sue scuse alla Commissione, ritiene che l'episodio sia stato chiarito, dichiarandosi certo che il Governo assicurerà in futuro la propria qualificata partecipazione ai lavori della Commissione.

Delega al Governo per la riforma della disciplina in materia di conflitto di interessi per i titolari di cariche di governo statali, regionali e delle province autonome di Trento e di Bolzano e per i presidenti e i componenti delle autorità indipendenti di garanzia, vigilanza e regolazione.
C. 304-A.
(Parere all'Assemblea).
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 26 marzo 2024.

  Il sottosegretario Federico FRENI rappresenta l'esigenza di ulteriori approfondimenti istruttori in merito ai profili finanziari del provvedimento in esame, al fine di fornire i chiarimenti richiesti.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, considerata l'esigenza manifestata dal rappresentante del Governo, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo in materia di coproduzione cinematografica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Serbia, con Allegato, fatto a Belgrado il 21 marzo 2023.
C. 1745 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Carmen Letizia GIORGIANNI (FDI), relatrice, osserva che il disegno di legge in esame, di iniziativa governativa e approvato dal Senato della Repubblica, ha ad oggetto la ratifica e l'ordine di esecuzione dell'Accordo in materia di coproduzione cinematografica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Serbia, con Allegato, fatto a Belgrado il 21 marzo 2023.
  Nel segnalare che il testo del disegno di legge presentato presso l'altro ramo del Parlamento è corredato di relazione tecnica, segnala che l'Accordo ora in esame sostituisce il vigente Accordo del 1968 sulle relazioni cinematografiche tra la RepubblicaPag. 29 Italiana e la Repubblica Federativa di Jugoslavia, reso esecutivo con decreto del Presidente della Repubblica n. 1293 del 1972, tuttora efficace nei rapporti bilaterali. Secondo la relazione tecnica la ratifica dell'Accordo non comporta alcun nuovo o maggior onere a carico della finanza pubblica, ad eccezione dell'articolo 12, che prevede l'istituzione di una Commissione Mista quale organo consultivo di vigilanza sulla regolarità dell'applicazione dell'Accordo: la medesima relazione esplicita i dati e le ipotesi sulla cui base è verificabile l'onere, che viene valutato in 2.850 euro ogni quattro anni a decorrere dal 2025.
  Constata che la relazione tecnica ribadisce la neutralità finanziaria delle eventuali riunioni straordinarie della Commissione, che è confermata anche da una nota del Governo presentata nel corso dell'esame presso la Commissione Bilancio del Senato della Repubblica, e il carattere del tutto eventuale e improbabile di riunioni presso Paesi terzi, ai cui oneri si provvederà comunque all'occorrenza con apposito provvedimento legislativo.
  Rileva che il disegno di legge provvede dunque, all'articolo 3, alla quantificazione e alla copertura dell'onere derivante dall'articolo 12 dell'Accordo per le riunioni ordinarie e, quanto agli eventuali oneri per le riunioni presso un Paese terzo, rinvia a un apposito futuro provvedimento legislativo.
  Nella seduta del 30 gennaio 2024, la Commissione Bilancio del Senato ha espresso parere non ostativo, condizionato ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione a un aggiornamento dei riferimenti temporali della copertura finanziaria, ma non degli oneri oggetto di copertura: la condizione è stata recepita nel testo ora all'esame.
  In proposito, alla luce dei predetti elementi non formula osservazioni circa gli oneri annui derivanti dall'articolo 12 dell'Accordo, prendendo atto degli elementi forniti dalla relazione tecnica. Rileva, tuttavia, che dovrebbe comunque essere valutata l'opportunità di differire la decorrenza degli oneri dal 2025 al 2026, posto che l'Accordo non è entrato in vigore nel 2023, e che pertanto la seconda riunione della Commissione mista dovrebbe verosimilmente aver luogo in Serbia non prima del 2026, anziché nel 2025, come invece ipotizzato dalla relazione tecnica, a meno che non si ritenga, anche in considerazione dei tempi ancora occorrenti per la ratifica e la successiva entrata in vigore dell'Accordo in esame, di far svolgere la prima riunione della predetta Commissione nel 2025 e che tale riunione possa aver luogo in Serbia e non in Italia; non ha osservazioni da formulare circa l'articolo 2 dell'Accordo il quale ammette, al sussistere dei presupposti, le coproduzioni italo-serbe ai benefici previsti dalla legislazione nazionale, sia in quanto la norma è sostanzialmente riproduttiva di quanto già previsto dall'articolo 1 del vigente Accordo di coproduzione cinematografica stipulato nel 1968 con la Jugoslavia, sia in quanto tale disposizione, consueta negli Accordi internazionali di analogo oggetto, è stata costantemente considerata neutrale dal punto di vista finanziario; non ha osservazioni da formulare circa le restanti disposizioni dell'Accordo stante il loro carattere ordinamentale.
  In merito ai profili di copertura finanziaria, fa presente che l'articolo 3, comma 2, del disegno di legge in esame provvede agli oneri derivanti dal comma 1 del medesimo articolo, relativo all'istituzione di una Commissione Mista per l'attuazione dell'Accordo, valutati in 2.850 euro annui ogni quattro anni a decorrere dal 2025, mediante corrispondente riduzione, a decorrere dal medesimo anno 2025, delle proiezioni dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente relativo al bilancio triennale 2024-2026 di competenza del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Al riguardo, nel rilevare che il citato accantonamento reca le necessarie disponibilità, non ha osservazioni da formulare.
  Segnala, inoltre, che il comma 3 dispone che agli eventuali oneri per le missioni della Commissione mista in un Paese terzo, di cui all'articolo 12, comma 2, dell'Accordo oggetto di ratifica, si farà fronte con apposito provvedimento legislativo.Pag. 30
  Infine osserva che il successivo comma 4 autorizza il Ministro dell'economia e delle finanze ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

  Il sottosegretario Federico FRENI, in risposta alle richieste di chiarimento formulate dalla relatrice, precisa che la prima riunione della Commissione mista di cui all'articolo 12 dell'Accordo oggetto di ratifica potrà svolgersi in Serbia nel corso dell'anno 2025.

  Carmen Letizia GIORGIANNI (FDI), relatrice, preso atto dei chiarimenti forniti dal rappresentante del Governo, formula la seguente proposta di parere:

  «La V Commissione,

   esaminato il disegno di legge C. 1745, approvato dal Senato della Repubblica, recante ratifica ed esecuzione dell'Accordo in materia di coproduzione cinematografica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Serbia, con Allegato, fatto a Belgrado il 21 marzo 2023;

   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che la prima riunione in Serbia della Commissione mista di cui all'articolo 12 dell'Accordo oggetto di ratifica potrà svolgersi nel corso dell'anno 2025,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE».

  Il sottosegretario Federico FRENI concorda con la proposta di parere formulata dalla relatrice.

  La Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo in materia di coproduzione cinematografica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Giappone, con Allegato, fatto a Tokyo il 28 giugno 2023.
C. 1746 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Carmen Letizia GIORGIANNI (FDI), relatrice, osserva che il disegno di legge in esame, di iniziativa governativa e approvato dal Senato della Repubblica, ha ad oggetto la ratifica e l'ordine di esecuzione dell'Accordo in materia di coproduzione cinematografica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Giappone, con Allegato, fatto a Tokyo il 28 giugno 2023.
  Nel rilevare che il disegno di legge presentato presso l'altro ramo del Parlamento è corredato di relazione tecnica, osserva che al provvedimento, corredato da una generale clausola di invarianza finanziaria, non sono ascritti effetti sui saldi di finanza pubblica. Constata che la relazione tecnica fa presente che la Commissione mista di cui all'articolo 13 dell'Accordo, incaricata di verificare l'attuazione dell'Accordo stesso, si riunirà con la modalità della videoconferenza, non richiedendo pertanto la copertura di spese di missione, come, invece, previsto per analoghi Accordi internazionali sulla materia. Il disegno di legge dispone altresì che ai componenti della Commissione non siano dovuti emolumenti comunque denominati. Rileva che la clausola di esclusione degli emolumenti è stata introdotta dal Senato in recepimento della condizione posta, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, dalla Commissione Bilancio.
  In proposito, alla luce dei predetti elementi, non ha osservazioni da formulare circa l'articolo 13 dell'Accordo, prendendo atto degli elementi forniti dalla relazione tecnica e della consueta clausola di esclusione degli emolumenti; non ha osservazioni da formulare circa l'articolo 4 dell'Accordo, che ammette, al sussistere dei presupposti ivi indicati, le coproduzioni italo-giapponesi ai benefici previsti dalla Pag. 31legislazione nazionale, in quanto tale disposizione, consueta negli Accordi internazionali di analogo oggetto, è stata costantemente considerata neutrale dal punto di vista finanziario non ha osservazioni da formulare circa le restanti disposizioni dell'Accordo stante il loro carattere ordinamentale.
  In merito ai profili di copertura finanziaria, rileva che i commi 1 e 2 dell'articolo 3 del disegno di legge in oggetto recano una clausola di invarianza finanziaria ai sensi della quale dall'attuazione del provvedimento in esame non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e le amministrazioni interessate provvederanno alle relative attività con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente. Evidenzia che il successivo comma 3 dispone che ai componenti della Commissione mista di cui all'articolo 13 dell'Accordo oggetto di ratifica, designati dalla Parte italiana, non spettano compensi, gettoni di presenza, rimborsi di spese o altri emolumenti comunque denominati.
  Ciò posto, propone di esprimere parere favorevole sul provvedimento in esame.

  Il sottosegretario Federico FRENI concorda con la proposta di parere formulata dalla relatrice.

  La Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

  La seduta termina alle 20.40.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 3 aprile 2024. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Federico Freni.

  La seduta comincia alle 20.40.

Schema di decreto legislativo concernente disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 149, recante attuazione della legge 26 novembre 2021, n. 206, recante delega al Governo per l'efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie e misure urgenti di razionalizzazione dei procedimenti in materia di diritti delle persone e delle famiglie nonché in materia di esecuzione forzata.
Atto n. 137.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto.

  Nicola OTTAVIANI (LEGA), relatore, osserva preliminarmente che lo schema di decreto reca disposizioni correttive e di coordinamento del decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 149, evidenziando che l'articolo 1, comma 3, della legge delega 26 novembre 2021, n. 206, consente, entro due anni dalla data di entrata in vigore dell'ultimo dei decreti legislativi adottati in attuazione della delega, l'adozione di più decreti legislativi integrativi e correttivi da parte del Governo.
  Nel segnalare che il provvedimento è corredato di relazione tecnica, in relazione all'articolo 1, per i profili di quantificazione, conviene con la relazione tecnica in ordine al tenore di mero rilievo ordinamentale delle modifiche in questione. Allo stesso modo, in relazione all'articolo 2, convenendo con la relazione tecnica in merito al tenore ordinamentale delle disposizioni, non ha osservazioni da formulare al riguardo. In relazione all'articolo 3, sulle modifiche legate alla digitalizzazione del processo, di cui al comma 1, lettere b), c), i), ed o), comma 2, lettere da a) a g) e da l) a oo), comma 3, lettera b), comma 4, lettera a), comma 5, comma 7 e comma 8, pur considerando la loro natura procedurale, rileva che andrebbero forniti elementi di conferma in merito al completamento delle procedure di digitalizzazione del processo civile presso gli uffici giudiziari e all'adeguatezza delle dotazioni informatiche delle cancellerie degli uffici giudiziari, con specifico riferimento alla prevista obbligatorietà del deposito telematico degli atti, al fine di comprovarne la piena sostenibilitàPag. 32 a valere sulle risorse già previste dalla legislazione vigente, tenuto conto della particolare incisività di tale soluzione procedurale nel riordino dei servizi di cancelleria degli uffici giudiziari.
  Inoltre, posto che la relazione tecnica indica la dotazione del capitolo 7503 dello stato di previsione del Ministero della giustizia iscritto nel bilancio 2024-2026 come riferimento per le risorse disponibili a legislazione vigente, e considerato che tale stanziamento afferisce sia alle esigenze relative alla digitalizzazione del settore civile, di quello penale e dell'amministrazione centrale, osserva che andrebbero forniti chiarimenti in merito alla quota parte di risorse che sia riferibile alla digitalizzazione del solo processo civile. A tale proposito osserva che il predetto capitolo, riferito a spese classificate in conto capitale per il bilancio dello Stato in relazione ai fabbisogni di informatizzazione, consta di ben sedici piani gestionali e presenta una dotazione complessiva di 269,6 milioni per il 2024, di 236 milioni per il 2025 e di 146 milioni per il 2026.
  Con riferimento al comma 6, considerato che la relazione tecnica assicura riguardo al carattere procedurale delle disposizioni, finalizzate a determinare benefici in termini di smaltimento dell'arretrato e di riduzione dei tempi processuali per la realizzazione degli obiettivi fissati nel PNRR, con relativi effetti positivi per la finanza pubblica, non ha osservazioni da formulare.
  Per quanto attiene al comma 8, lettera a), premesso che la disposizione è finalizzata a definire il concetto di «prova scritta» da presentare nel corso del procedimento per decreto ingiuntivo, che potrà essere costituita anche da fatture elettroniche trasmesse attraverso il Sistema di interscambio istituito dal Ministero dell'economia e delle finanze e gestito dall'Agenzia delle entrate, rileva che andrebbero fornite conferme in merito alla utilizzabilità e archiviabilità di tali documenti da parte degli uffici giudiziari, avvalendosi delle sole risorse umane e strumentali già previste dalla legislazione vigente.
  Relativamente all'articolo 4, recante modifiche alle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile e disposizioni transitorie, evidenzia che la relazione tecnica assicura che le modificazioni rientrano fra le modalità ordinarie di digitalizzazione del settore giustizia civile, in ottica di raggiungimento degli obiettivi del PNRR, e che tali modifiche non sono suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Posto che la relazione tecnica fa riferimento ad eventuali aggiornamenti dei sistemi informativi che verranno eseguiti avvalendosi delle risorse disponibili, rileva che sarebbe comunque utile chiarire quali delle operazioni telematiche previste siano già state realizzate, illustrando altresì il grado di avanzamento degli interventi di digitalizzazione degli uffici giudiziari a fronte delle risorse già previste in bilancio ai sensi della legislazione vigente.
  Per quanto concerne, invece, l'articolo 5, recante modifiche al codice penale, rileva che la relazione tecnica evidenzia che la norma apporta modifiche al codice penale per introdurre una modifica di coordinamento, al fine di inserire il corretto riferimento normativo, contenuto ora nell'articolo 473-bis.70, comma 1, del codice di procedura civile, con riguardo alla norma incriminatrice relativa alla violazione dell'ordine di protezione di cui all'articolo 342-ter, primo comma, del codice civile. Osserva, infine, che secondo la relazione tecnica, la disposizione ha carattere ordinamentale e precettivo e non determina oneri aggiuntivi per la finanza pubblica.
  In riferimento all'articolo 6, recante modifiche a leggi speciali, pur non avendo generali osservazioni da formulare, rileva, quanto al comma 5, posto che la relazione tecnica evidenzia che l'abrogazione del comma 3 dell'articolo 131 del Testo unico sulle spese di giustizia tratta casi residuali e che gli effetti acceleratori della spesa sono già stati scontati negli anni precedenti in applicazione della sentenza n. 217 del 2019 della Corte costituzionale, che andrebbero comunque forniti ulteriori dati e informazioni, evidenziando gli effetti che si sono già registrati.Pag. 33
  Con riguardo all'articolo 7, recante disposizioni transitorie, in generale, posto che la relazione tecnica riferisce che si tratta di norme che consentono di accelerare la definizione del processo in funzione dell'abbattimento dell'arretrato determinando, pertanto, effetti positivi per la finanza pubblica, non ha osservazioni da formulare. Sul comma 4, prendendo atto degli elementi informativi forniti dalla relazione tecnica in merito agli effetti acceleratori sulla definizione dei procedimenti esecutivi che sarebbero suscettibili di riflessi positivi per la finanza pubblica, sebbene allo stato non quantificabili e prudenzialmente non stimati, non ha osservazioni da formulare. Inoltre, posto che la relazione tecnica assicura che le norme sono dirette a snellire l'attività processuale e procedimentale e ad anticipare o derogare l'applicabilità di norme che possono essere utili per accelerare le fasi del processo, contribuendo all'obiettivo finale di rilievo anche per il raggiungimento dei target, fissati dal PNRR, di abbattimento dell'arretrato e di semplificazione delle procedure giudiziarie, osserva che sarebbero utili dati aggiornati in merito al grado di conseguimento degli obiettivi.
  In merito all'articolo 8, recante la clausola di invarianza finanziaria, ribadisce, con riguardo ai profili di copertura, che la mera apposizione di clausole di invarianza finanziaria non costituisce mai di per sé garanzia dell'assenza di nuovi o maggiori oneri, se non alla luce della puntuale esposizione in relazione tecnica di dati inerenti gli elementi informativi nonché finanziari e contabili che siano idonei a comprovarne la sostenibilità, come rilevato anche dalla Corte dei conti, al fine di preservare la piena sostenibilità nel tempo degli equilibri di finanza pubblica. Pur considerando che la relazione tecnica informa che la completa digitalizzazione degli uffici di cancelleria dell'amministrazione giudiziaria relativamente al settore della giurisdizione civile troverà attuazione nell'ambito delle sole risorse umane, strumentali e finanziarie già iscritte nel bilancio del Ministero della giustizia ai sensi della legislazione vigente, compresi eventuali ulteriori interventi di implementazione e aggiornamento che potranno essere garantiti attraverso le risorse finanziarie destinate alla digitalizzazione del settore giustizia, segnala quanto riportato nell'ultima Relazione annuale sull'amministrazione della giustizia presentata in Parlamento. Il documento evidenzia infatti criticità sulle risorse disponibili ai sensi della legislazione vigente ai fini del completamento della digitalizzazione dell'attività giudiziaria, rilevando che in relazione alla «strategia (digitale) è necessario però disporre di un consistente programma di investimenti e leve finanziarie, che allo stato non risultano adeguate.». La relazione prosegue affermando che «praticamente l'intera riforma della giustizia è totalmente basata sull'introduzione massiva della digitalizzazione dei procedimenti e del processo civile e penale, ma tali significative modifiche sono tutte da apportare “ad invarianza di spesa” come tutte le modifiche richieste per il Codice Civile, il Codice Penale, il Codice di Procedura Civile ed il Codice di Procedura Penale». È evidente che questo enorme impatto sui sistemi e sui processi potrà essere attuato solo in presenza di adeguate coperture finanziarie, allo stato non sufficienti per l'azione di trasformazione digitale della giustizia.
  Osserva come, d'altra parte, secondo la Relazione sullo stato di attuazione del PNRR riferita al secondo semestre 2023, l'obiettivo della gestione elettronica di tutti i documenti e del processo civile interamente telematico è stato raggiunto.
  Sul punto, rileva che andrebbero pertanto fornite rassicurazioni in merito ai fabbisogni di spesa da sostenersi per il completamento della digitalizzazione del processo civile, con dati aggiornati degli interventi che si rendono ancora necessari da raffrontare con le risorse disponibili a legislazione vigente.

  Il sottosegretario Federico FRENI si riserva di fornire i chiarimenti richiesti dal relatore in una successiva seduta.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, nessuno chiedendo di Pag. 34intervenire, rinvia il seguito dell'esame dello schema di decreto ad altra seduta.

Schema di decreto legislativo recante revisione del sistema sanzionatorio tributario.
Atto n. 144.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto.

  Andrea MASCARETTI (FDI), relatore, osserva preliminarmente che lo schema di decreto legislativo in esame reca la revisione del sistema sanzionatorio tributario in attuazione degli articoli 1 e 20 della legge n. 111 del 2023.
  Nel rilevare che il provvedimento è corredato di relazione tecnica, in relazione all'articolo 1, in merito ai profili di quantificazione, evidenzia preliminarmente che l'articolo in esame apporta modificazioni alla disciplina dei reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto. Evidenzia che tra i principali interventi, la norma: al comma 1, lettera a), introduce la definizione di crediti non spettanti e di crediti inesistenti; al comma 1, lettere b) e c); prolunga i termini previsti per la configurazione del reato di omesso versamento di ritenute dovute o certificate, nonché di omesso versamento dell'imposta sul valore aggiunto, prevedendo altresì alcune cause di esclusione; al comma 1, lettera d), prevede una causa di non punibilità del reato di indebita compensazione di crediti non spettanti nel caso di obiettiva incertezza circa la spettanza del credito; al comma 1, lettera e), esclude il sequestro a fini di confisca qualora sia in corso l'estinzione del debito tributario mediante rateizzazione; ai commi 3 e 4 prevede che, in presenza di reati tributari, l'Agenzia delle entrate, ricevuta comunicazione da parte del pubblico ministero dell'esercizio dell'azione penale, sia tenuta a fornire senza ritardo al competente Comando della Guardia di finanza un'attestazione relativa allo stato di definizione della violazione tributaria; al comma 5 disciplina l'istituto della compensazione di crediti con somme dovute a titolo di sanzioni e interessi per mancati versamenti di imposte su redditi regolarmente dichiarati. Rileva che all'articolo non sono ascritti effetti finanziari. In particolare, con riferimento al comma 1, la relazione tecnica afferma che le modifiche si limitano a esplicitare alcune definizioni e aspetti procedurali incidendo su requisiti di punibilità ed elementi costitutivi del reato, oppure sono rivolte, in particolare, a regolare il rapporto tra i procedimenti tributario e penale. In proposito evidenzia che, seppur tenendo conto che le modifiche previste dal citato comma 1 non appaiono suscettibili di determinare effetti diretti sul gettito, correlati all'aggravamento o alla riduzione delle sanzioni esistenti ovvero alla introduzione di nuove sanzioni o alla eliminazione di fattispecie, le stesse non appaiono di mera natura procedurale come invece segnalato dalla relazione tecnica. Le modifiche incidono infatti su disposizioni poste a presidio dell'effettività dell'adempimento degli obblighi tributari, prevalentemente abbassandone il livello. L'effetto dell'innalzamento delle soglie di punibilità, ad esempio, appare suscettibile di ridurre l'efficacia deterrente della sanzione penale, determinando possibili effetti negativi sul gettito. Pertanto osserva che, pur considerando che i predetti effetti sarebbero esclusivamente di natura indiretta, sarebbe tuttavia opportuno acquisire, da parte del Governo, una valutazione più approfondita, anche supportata eventualmente da dati quantitativi o, ove possibile, da elementi quantitativi riferiti ad esperienze pregresse, che permetta di valutare la concreta portata applicativa delle modifiche disposte e gli eventuali riflessi sul gettito fiscale.
  Inoltre, con riferimento alla nuova fattispecie introdotta dal comma 5 relativa alla compensazione dei crediti con somme dovute a titolo di sanzioni e interessi per mancati versamenti di imposte su redditi regolarmente dichiarati, nuovo articolo 28-sexies del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, evidenzia che la relazione tecnica afferma che la misura in esame non determina effetti finanziari, assicurando in ogni caso l'accertamentoPag. 35 e il versamento delle sanzioni e degli interessi oggetto di compensazione, con recupero dell'anticipazione effettuata dalla contabilità speciale a carico degli enti statali debitori. In proposito rileva che andrebbe confermato che il predetto recupero dalla contabilità speciale escluda effetti negativi in termini di cassa con riferimento al gettito relativo alle fattispecie sanzionatorie scontato ai fini dei tendenziali. In merito ai profili di copertura finanziaria, fa presente che il comma 7 dell'articolo 1 prevede una clausola di invarianza finanziaria secondo la quale dall'attuazione del medesimo articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e le amministrazioni interessate provvedono ai relativi adempimenti nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. In proposito, sotto il profilo della formulazione della disposizione, non ha osservazioni.
  Relativamente agli articoli 2 e 5, in merito ai profili di quantificazione, evidenzia preliminarmente che gli articoli in esame apportano numerose modifiche al decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471, di riforma del sistema delle sanzioni tributarie non penali in materia di imposte dirette, di imposta sul valore aggiunto e di riscossione dei tributi. Le modifiche intervengono principalmente sugli importi delle sanzioni, che vengono prevalentemente ridotte. Sottolinea che alle disposizioni sono ascritti effetti negativi in termini di gettito derivanti dalla predetta riduzione delle sanzioni. In proposito evidenzia che la relazione tecnica quantifica il minor gettito a partire dal dato a disposizione dell'Agenzia delle entrate, relativo alle sanzioni riscosse annualmente mediante i versamenti da F24 su tributi statali dalla stessa amministrati, pari a 2.267 milioni di euro, a cui aggiunge le sanzioni applicate sui tributi territoriali, pari a 113 milioni di euro, e sottrae le sanzioni relative alle diverse rate versate a seguito dell'applicazione, negli ultimi anni, degli istituti definitori, pari a 770 milioni di euro, ottenendo un ammontare totale pari a 1.610 milioni di euro. Rileva che la relazione tecnica considera quindi come perdita di gettito il solo 10 per cento di tale ammontare, affermando che le modifiche contenute nell'articolo in esame di fatto riducono nel complesso di circa il 10 per cento le sanzioni attualmente applicate, abbattuto del 50 per cento, considerando un comportamento più collaborativo da parte dei contribuenti, in virtù della riduzione delle sanzioni, e un incremento dell'efficacia dei controlli. Osserva che la relazione tecnica esclude implicitamente dal calcolo le sanzioni riferite ai tributi territoriali, senza esplicitare le ragioni della scelta. In proposito, tenuto conto che le modifiche prevedono una riduzione delle sanzioni, ponendole, prevalentemente, in misura fissa e pari al minimo previsto a legislazione vigente, evidenzia che l'applicazione di una percentuale del 10 per cento, operato dalla relazione tecnica, potrebbe non risultare congrua ai fini della stima. Sul punto sottolinea che sarebbe quindi opportuno acquisire da parte del Governo dati ed elementi informativi di maggior dettaglio che permettano di verificare la prudenzialità della stima effettuata. Quanto all'abbattimento operato dalla relazione tecnica in misura pari al 50 per cento, sempre al fine di valutare la prudenzialità della stima, rileva che, essendo lo stesso, sulla base delle informazioni contenute nella relazione tecnica, riferito anche ad aspetti comportamentali dei contribuenti, andrebbero indicati i dati statistici e le ipotesi previsionali alla base della sua determinazione. Da ultimo, rileva che andrebbero esplicitate le ragioni per le quali nei calcoli della relazione tecnica non si considerano le sanzioni riferite a tributi territoriali, delle quali pure si dà conto allorché si espone il complesso delle sanzioni interessate.
  Con riguardo agli articoli 3 e 5, in merito ai profili di quantificazione, evidenzia preliminarmente che gli articoli in esame apportano alcune modifiche alla disciplina prevista dal decreto legislativo n. 472 del 1997, in materia di sanzioni amministrative per le violazioni di norme tributarie. In particolare, le modifiche intervengono anche sulla disciplina del ravvedimento operoso. Osserva che, in relazione a tali modifiche,Pag. 36 la relazione tecnica stima una perdita di gettito. In proposito rileva che appare opportuno che vengano forniti i dati e gli elementi sottostanti la quantificazione dell'onere nella misura indicata dal testo, al fine di consentire la verifica dell'onere medesimo. In particolare, osserva che andrebbe chiarito a quali fattispecie sanzionatorie si riferisca l'ammontare indicato in misura pari a 181 milioni ed esplicitati i passaggi e le ipotesi utilizzate per stimare l'onere in misura pari a 16,4 milioni di euro. In proposito evidenzia che il suddetto onere si desume dall'applicazione dell'abbattimento, indicato dalla relazione tecnica in misura pari al 50 per cento e dall'applicazione di una percentuale di circa il 18 per cento sulla quale la relazione tecnica non fornisce alcuna informazione al fine di verificarne la prudenzialità.
  Con riferimento agli articoli 4 e 5, in merito ai profili di quantificazione, evidenzia preliminarmente che gli articoli in esame modificano la disciplina sulle sanzioni amministrative relative a violazioni concernenti le imposte di registro, sulle successioni, ipotecaria, di bollo, sugli spettacoli, la tassa sulle concessioni governative, nonché per le violazioni delle disposizioni tributarie in materia di assicurazioni, prevedendo in linea generale, una riduzione delle sanzioni previste a legislazione vigente. In relazione a tali riduzioni, osserva che la relazione tecnica quantifica una perdita di gettito a partire dall'ammontare di sanzioni riscosse annualmente relativamente ai versamenti sui tributi interessati pari a circa 113 milioni di euro. La relazione tecnica, in linea con la metodologia adottata per la stima degli effetti derivanti dall'articolo 2, considera quindi come perdita di gettito il solo 15 per cento di tale ammontare, affermando che le modifiche contenute nell'articolo in esame di fatto riducono nel complesso di circa il 15 per cento le sanzioni attualmente applicate, abbattuto del 50 per cento, considerando un comportamento più collaborativo da parte dei contribuenti, in virtù della riduzione delle sanzioni, e un incremento dell'efficacia dei controlli. In proposito rinvia a quanto già osservato con riferimento all'articolo 2 in ordine alla necessità che siano forniti maggiori elementi informativi circa le ipotesi utilizzate al fine di verificare la prudenzialità della stima effettuata.
  In relazione all'articolo 6, fa presente che la disposizione provvede alla copertura degli oneri derivanti dagli articoli 2, 3, lettere f) e g), e 4, valutati in 8 milioni di euro per l'anno 2024, 32,9 milioni di euro per l'anno 2025, 57,9 milioni di euro per l'anno 2026, 82,8 milioni di euro per l'anno 2027 e 99,8 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2028, mediante corrispondente riduzione del fondo istituito dall'articolo 62, comma 1, del decreto legislativo 27 dicembre 2023, n. 209. Al riguardo, quanto all'indicazione degli oneri prende atto che essi corrispondono a quelli indicati dalla relazione tecnica con riferimento alle disposizioni oggetto di copertura, fermo restando che, sotto il profilo formale, per quanto attiene all'articolo 3, osserva che andrebbe precisato che si fa riferimento al comma 1 del medesimo articolo. Quanto alla copertura finanziaria indicata, rileva che il citato articolo 62, comma 1, del decreto legislativo n. 209 del 2023 ha istituito nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze – in attuazione di quanto previsto dall'articolo 22, comma 3, secondo periodo, della legge n. 111 del 2023, recante delega al Governo per la riforma fiscale – il Fondo per l'attuazione della delega fiscale con una dotazione di 373,9 milioni di euro per l'anno 2025, di 423,7 milioni di euro per l'anno 2026, di 428,3 milioni di euro per l'anno 2027, di 433,1 milioni di euro per l'anno 2028, di 438 milioni di euro per l'anno 2029, di 450,1 milioni di euro per l'anno 2030, di 463,5 milioni di euro per l'anno 2031, di 477,7 milioni di euro per l'anno 2032 e di 492,2 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2033. Al riguardo, ricorda preliminarmente che al predetto Fondo affluiscono, per espressa previsione del citato articolo 22, comma 3, della legge n. 111 del 2023, le maggiori entrate o i risparmi di spesa derivanti dai decreti legislativi adottati ai sensi della delega conferita al Governo per la riforma fiscale e che a valere su tali risorse potrà essere assicurata – in Pag. 37alternativa all'applicazione del meccanismo stabilito dall'articolo 17, comma 2, della legge n. 196 del 2009 in materia di contabilità pubblica – la copertura dei decreti attuativi della delega stessa da cui discendano nuovi o maggiori oneri che non trovino compensazione al proprio interno o mediante parziale utilizzo delle risorse del Fondo di cui all'articolo 1, comma 2, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, eventualmente integrate in base a quanto previsto dal comma 5 del medesimo articolo 1.
  In proposito, ricorda che, successivamente, alla sua costituzione, l'ammontare delle risorse del Fondo è stato oggetto di rideterminazione ad opera di ulteriori provvedimenti attuativi della delega fiscale.
  Segnala, in particolare: l'articolo 6, comma 1, del decreto legislativo n. 216 del 2023, recante l'attuazione del primo modulo di riforma delle imposte sul reddito delle persone fisiche e altre misure in tema di imposte sui redditi, che ne ha previsto l'incremento in misura pari a 3.482,3 milioni di euro per l'anno 2025, a 2.681,9 milioni di euro per l'anno 2026, a 2.842,7 milioni di euro per l'anno 2027 e a 2.853,6 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2028; l'articolo 26, comma 1, del decreto legislativo n. 1 del 2024, recante razionalizzazione e semplificazione delle norme in materia di adempimenti tributari, che ne ha previsto la riduzione in misura pari a 1,2 milioni di euro a decorrere dal 2025; l'articolo 40, comma 1, del decreto legislativo n. 13 del 2024, recante disposizioni in materia di accertamento tributario e di concordato preventivo biennale, che ne ha incrementato la dotazione in misura pari a 59.328.334 euro per l'anno 2024 e a 130.828.334 euro annui a decorrere dall'anno 2025.
  Rileva, altresì, che – al di fuori dell'attuazione della delega fiscale – l'articolo 13, commi 3-ter e 3-quater, del decreto-legge n. 215 del 2023, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi, ha previsto la riduzione del predetto fondo in misura pari a 220,1 milioni di euro per l'anno 2025 e a 130,3 milioni di euro per l'anno 2026 e l'incremento in misura pari a 89,8 milioni di euro per l'anno 2027.
  Allo stesso modo, il decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, recante ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), in corso di conversione presso la Commissione Bilancio della Camera dei deputati, all'articolo 30, comma 16, prevede una ulteriore riduzione del citato Fondo in misura pari a 50,4 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2025.
  Nel prendere atto che la destinazione delle risorse del Fondo posto a copertura è congrua rispetto alle finalità previste dalla legge istitutiva del medesimo, non ha osservazioni da formulare.

  Il sottosegretario Federico FRENI si riserva di fornire i chiarimenti richiesti dal relatore in una successiva seduta.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame dello schema di decreto ad altra seduta.

  La seduta termina alle 20.50.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 3 aprile 2024. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, indi del vicepresidente Giovanni Luca CANNATA. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Federico Freni.

  La seduta comincia alle 20.50.

Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri concernente l'alienazione di una quota della partecipazione detenuta dal Ministero dell'economia e delle finanze nel capitale di Poste italiane S.p.A.
Atto n. 136.
(Rilievi alla IX Commissione).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, e conclusione – Valutazione favorevole con rilievo).

Pag. 38

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto, rinviato nella seduta del 25 marzo 2024.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), relatrice, anche alla luce dei contenuti dell'audizione svolta dal Ministro Giorgetti lo scorso 27 marzo, segnala l'esigenza di acquisire chiarimenti dal rappresentante del Governo in ordine ai profili finanziari del provvedimento in esame.

  Il sottosegretario Federico FRENI, in risposta alle richieste di chiarimento concernenti i profili finanziari dello schema di decreto formulate dalla relatrice, ricorda in primo luogo che la dismissione oggetto dello schema di decreto in esame rientra nel piano programmatico di vendite sul mercato di quote di partecipazioni detenute dallo Stato nell'orizzonte 2024-2026 finalizzato a concorrere alla riduzione del rapporto debito/PIL, contenuto nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2023, il cui valore è prudenzialmente stimato in misura pari a circa un punto percentuale di PIL.
  Evidenzia che l'operazione di alienazione autorizzata dallo schema di decreto in esame individua un valore minimo della partecipazione dello Stato al capitale sociale di Poste italiane S.p.A. non inferiore al 35 per cento, anche per il tramite di società direttamente o indirettamente controllate dal Ministero dell'economia e delle finanze, che potrà essere raggiunto progressivamente e in più fasi.
  Osserva che, nell'ipotesi di cessione dell'intera partecipazione direttamente detenuta dal Ministero dell'economia e delle finanze, il controvalore desumibile, alla luce dei dati di mercato attualmente disponibili, ammonterebbe a circa 4,4 miliardi di euro. Aggiunge, peraltro, che la determinazione del suddetto valore di mercato risulta strettamente connessa al fatto che l'aumento del flottante di Poste italiane S.p.A. sarà suscettibile di determinare un incremento del valore del titolo, come avvenuto, del resto, in passato in occasione di analoghi processi di privatizzazione. In proposito, ricorda segnatamente la cessione delle partecipazioni detenute dallo Stato in ANAS Spa, che fu realizzata per alienazione successiva di una pluralità di quote, la quale produsse come effetto un incremento del valore del titolo ad ogni susseguente alienazione.
  Per fugare alcuni dubbi sollevati nel corso dell'audizione del Ministro Giorgetti, evidenzia, altresì, che, a differenza delle privatizzazioni realizzate negli anni Novanta, nel caso della operazione di alienazione di una quota azionaria di Poste italiane S.p.A., oggetto del provvedimento in esame, lo Stato non dismette il controllo sociale, proprio allo scopo di continuare a garantire l'espletamento dei servizi di prossimità territoriale anche a vantaggio delle località più remote del Paese, secondo le finalità a cui si ispira, ad esempio, il progetto Polis.
  Prosegue assicurando che il Ministero dell'economia e delle finanze realizzerà l'operazione di dismissione oggetto dello schema di decreto in esame secondo una tempistica che assicuri la massimizzazione dell'introito realizzabile, anche per alienazioni di pacchetti successivi di partecipazioni, cercando di conciliare le condizioni del mercato con le esigenze di finanza pubblica.
  In riferimento alla questione posta al Ministro Giorgetti nel corso dell'audizione sul rapporto tra il valore dei mancati dividendi che lo Stato percepirà sulla partecipazione alienata, da un lato, e i ricavi derivanti dalla cessione della quota di partecipazione, i risparmi dovuti alla corrispondente riduzione del debito e dei relativi interessi passivi, dall'altro, ricorda che il Ministro Giorgetti ha risposto che, nel caso di realizzazione dell'intera operazione di alienazione agli attuali valori di mercato, si potrebbe realizzare un trade-off negativo di circa 100 milioni di euro. Al riguardo precisa, peraltro, che la dichiarazione del Ministro corrisponde a una valutazione meramente contabile, che deve essere tenuta distinta da una più ampia valutazione economica dell'operazione che deve, invece, tenere conto di tutti gli effetti vantaggiosi derivanti dalla medesima, tra i quali figura, Pag. 39anzitutto, l'incremento del valore del titolo, cui ha fatto riferimento in precedenza.
  Conclude, pertanto, che le risorse che potranno concretamente essere ottenute dalla realizzazione dell'operazione dipenderanno dall'ammontare della quota azionaria che sarà collocata sul mercato e dalle relative tempistiche.
  Precisa, inoltre, che l'andamento degli incassi da dividendi contenuto nelle previsioni tendenziali costituisce una mera previsione, al pari del calcolo dei minori interessi passivi che deriveranno dalla riduzione del debito conseguente all'operazione di alienazione.
  Rileva che nella valutazione degli effetti economici complessivi dell'operazione dovrà tenersi conto, oltre che del prevedibile rafforzamento del titolo azionario di Poste italiane S.p.A. in conseguenza dell'operazione di alienazione, anche dei possibili effetti positivi della medesima operazione sul collocamento dei titoli del debito pubblico.
  Garantisce che il Governo opererà un monitoraggio degli effetti delle operazioni oggetto del presente provvedimento e darà progressivamente evidenza dei relativi esiti nei documenti di finanza pubblica nei quali sarà declinato il piano di dismissioni già prospettato nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2023.
  Con riferimento agli oneri correlati alle operazioni di cessione, che ai sensi della legislazione vigente sono posti a carico dei relativi proventi, fa presente che, in occasione dell'IPO di Poste Italiane, il Ministero dell'economia e delle finanze aveva corrisposto al consorzio di collocamento e garanzia una commissione lorda pari allo 0,45 per cento del controvalore incassato, a cui si è aggiunta una commissione di greenshoe pari allo 0,25 per cento del medesimo controvalore e, considerando l'interesse delle banche a sostenere l'operazione, è verosimile ritenere che tali commissioni possano ulteriormente ridursi.
  Ritiene opportuno, infine, prevedere esplicitamente che i proventi derivanti dalla dismissione prevista dal provvedimento in esame debbano essere destinati al Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), relatrice, ritenuti pienamente esaustivi i chiarimenti forniti dal rappresentante del Governo, formula la seguente proposta di deliberazione:

  «La V Commissione (Bilancio, tesoro e programmazione),

   esaminato, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri concernente l'alienazione di una quota della partecipazione detenuta dal Ministero dell'economia e delle finanze nel capitale di Poste italiane S.p.A. (Atto n. 136);

   rilevato che il provvedimento in esame è adottato in attuazione del decreto-legge n. 332 del 1994, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 474 del 1994 e che l'articolo 13 del medesimo decreto prevede che i proventi derivanti dalle operazioni di cessione delle partecipazioni siano destinati al Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato di cui all'articolo 2 della legge 27 ottobre 1993, n. 432;

   preso atto degli elementi forniti dal Ministro dell'economia e delle finanze nell'ambito dell'audizione svolta il 27 marzo 2024, nonché degli ulteriori chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che:

    la dismissione oggetto dello schema di decreto in esame rientra nel piano programmatico di vendite sul mercato di quote di partecipazioni detenute dallo Stato nell'orizzonte 2024-2026 finalizzato a concorrere alla riduzione del rapporto debito/PIL, contenuto nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2023, il cui valore è prudenzialmente stimato in misura pari a circa un punto percentuale di PIL;

    l'operazione di alienazione autorizzata dallo schema di decreto in esame individua un valore minimo della partecipazione dello Stato al capitale sociale di Poste italiane Spa non inferiore al 35 per cento, anche per il tramite di società direttamentePag. 40 o indirettamente controllate dal Ministero dell'economia e delle finanze, che potrà essere raggiunto progressivamente e in più fasi;

    il Ministero dell'economia e delle finanze realizzerà l'operazione di dismissione oggetto dello schema di decreto in esame secondo una tempistica che assicuri la massimizzazione dell'introito realizzabile, cercando di conciliare le condizioni del mercato con le esigenze di finanza pubblica;

    le risorse che potranno essere ottenute dalla realizzazione dell'operazione dipenderanno dall'ammontare della quota azionaria che sarà collocata sul mercato;

    nell'ipotesi di cessione dell'intera partecipazione direttamente detenuta dal Ministero dell'economia e delle finanze, il controvalore desumibile, alla luce dei dati di mercato attualmente disponibili, ammonterebbe a circa 4,4 miliardi di euro;

    l'andamento degli incassi da dividendi contenuto nelle previsioni tendenziali costituisce una mera previsione, al pari del calcolo dei minori interessi passivi che deriveranno dalla riduzione del debito conseguente all'operazione di alienazione;

    nella valutazione degli effetti economici complessivi dell'operazione dovrà tenersi conto anche del prevedibile rafforzamento del titolo azionario di Poste italiane Spa in conseguenza dell'operazione di alienazione, nonché dei possibili effetti positivi della medesima operazione sul collocamento dei titoli del debito pubblico;

    il Governo opererà un monitoraggio degli effetti delle operazioni oggetto del presente provvedimento e darà progressivamente evidenza dei relativi esiti nei documenti di finanza pubblica nei quali sarà declinato il piano di dismissioni già prospettato nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2023;

    con riferimento agli oneri correlati alle operazioni di cessione, che ai sensi della legislazione vigente sono posti a carico dei relativi proventi, in occasione dell'IPO di Poste italiane il Ministero dell'economia e delle finanze aveva corrisposto al consorzio di collocamento e garanzia una commissione lorda pari allo 0,45 per cento del controvalore incassato, a cui si è aggiunta una commissione di greenshoe pari allo 0,25 per cento del medesimo controvalore e, considerando l'interesse delle banche a sostenere l'operazione, è verosimile ritenere che tali commissioni possano ulteriormente ridursi;

   segnalata l'opportunità di prevedere esplicitamente che i proventi derivanti dalla dismissione prevista dal provvedimento in esame debbano essere destinati al Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato,

VALUTA FAVOREVOLMENTE

   lo schema di decreto in oggetto e formula il seguente rilievo sulle sue conseguenze di carattere finanziario:

   sia esplicitamente previsto che i proventi derivanti dalla dismissione della partecipazione detenuta dal Ministero dell'economia e delle finanze nel capitale di “Poste Italiane S.p.a.” affluiscono allo stato di previsione dell'entrata per essere riassegnati al Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato di cui all'articolo 2 della legge 27 ottobre 1993, n. 432».

  Il sottosegretario Federico FRENI concorda con la proposta della relatrice.

  Luigi MARATTIN (IV-C-RE), replicando al sottosegretario Freni, premette, anzitutto, che negli anni Novanta le alienazioni delle partecipazioni statali in ENI ed ENEL furono realizzate secondo modalità del tutto analoghe alla dismissione prevista dal provvedimento in esame.
  In secondo luogo, critica la difesa del ruolo della proprietà dello Stato in società incaricate dell'esercizio dei servizi pubblici, ricordando che il servizio pubblico universale erogato da Poste italiane Spa può essere benissimo assicurato attraverso appaltiPag. 41 di servizi assegnati con procedure ad evidenza pubblica.
  Fa notare, infine, che la considerazione secondo la quale tanto l'andamento degli incassi da dividendi quanto il calcolo dei minori interessi passivi sul debito costituiscono mere previsioni, qualora fosse ritenuta condivisibile, priverebbe di fondamento qualsiasi analisi economico-finanziaria effettuata tanto da soggetti pubblici quanto da soggetti privati.
  Ciò premesso, precisa che la questione che ha rivolto al Ministro Giorgetti nel corso dell'audizione non concerneva il raffronto tra il valore dei ricavi realizzati una tantum dall'operazione di privatizzazione e il valore dei dividendi che non saranno percepiti dallo Stato, bensì invece il raffronto tra due flussi, quello dei benefici e quello dei costi derivanti dalla cessione.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S) chiede al sottosegretario Freni quali siano le valutazioni economico-giuridiche sulla base delle quali ha potuto affermare che lo Stato continuerà ad esercitare il controllo su Poste italiane Spa mantenendo una partecipazione pari, nel suo limite minimo, al 35 per cento del capitale sociale. In particolare, nel chiedere se la normativa in materia di golden power trovi applicazione nel settore in esame, osserva che tale disciplina, in ogni caso, non interverrebbe nell'ambito della gestione della società, bensì nelle sole ipotesi di cessione di quote della medesima.
  Inoltre, come già richiesto dal deputato Marattin, chiede che il Governo chiarisca come è stata calcolata la differenza tra i costi e i ricavi derivanti dall'operazione di alienazione in esame.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), a differenza di quanto affermato dal Ministro Giorgetti e dal sottosegretario Freni, ritiene che i gruppi di opposizione non si siano soffermati su questioni formali o meramente contabili, ma abbiano cercato di acquisire elementi utili a una valutazione seria e ponderata dell'interesse economico dell'operazione di alienazione in esame. Condividendo la questione posta dal deputato Marattin, domanda se il trade-off negativo di 100 milioni di euro, indicato dal ministro Giorgetti come risultato della cessione della partecipazione dello Stato in Poste italiane Spa, derivi da un raffronto tra flussi di valori oppure tra il flusso attualizzato dei mancati dividendi e l'incasso presumibile della vendita.
  Nel criticare, in particolare, l'affermazione del sottosegretario secondo la quale i dividendi di cui si tiene conto nelle previsioni tendenziali di finanza pubblica costituiscono una mera previsione, fa notare che è del tutto naturale che nell'ambito delle previsioni tendenziali si formulino delle stime.
  Chiede infine se, attraverso il richiamo ai possibili effetti positivi dell'operazione sul collocamento dei titoli del debito pubblico, il sottosegretario abbia inteso far riferimento alla diminuzione degli interessi sul debito conseguente alla destinazione dei circa 4 miliardi di euro di proventi, derivanti dall'alienazione, alla riduzione del debito pubblico medesimo. In merito ritiene, infatti, che, considerata l'entità del debito pubblico italiano, tale effetto positivo sarebbe di portata estremamente limitata.

  Il sottosegretario Federico FRENI tiene a ribadire che l'operazione di alienazione autorizzata dallo schema di decreto in esame deve essere considerata nel più ampio piano programmatico di vendite sul mercato di quote di partecipazioni detenute dallo Stato nell'orizzonte 2024-2026, contenuto nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2023, e nasce dall'esigenza prioritaria di ridurre il rapporto esistente tra debito pubblico e PIL, al fine di ricondurlo sotto il valore del 140 per cento.
  Osserva come il raggiungimento e il mantenimento di tale specifico obiettivo sia destinato a incidere positivamente sulla sostenibilità della finanza pubblica nonché sull'affidabilità internazionale del nostro Paese, con conseguenti effetti positivi sulla spesa per interessi passivi.
  Per quanto concerne invece più specificatamente la questione del mantenimento di un controllo effettivo da parte dello Pag. 42Stato su Poste italiane Spa, anche a seguito della citata operazione di vendita, in precedenza richiamata dall'onorevole Dell'Olio, garantisce che la quota del 35 per cento dell'azionariato individuata dal provvedimento in esame come soglia minima della partecipazione detenuta dallo Stato nel capitale della medesima società sarà più che sufficiente ad assicurare l'esercizio del predetto controllo, anche tenuto conto della distribuzione parcellizzata delle azioni possedute dagli investitori di mercato, che naturalmente si esprimerà anche nella definizione degli indirizzi di politica industriale cui la società stessa dovrà uniformarsi.
  Replicando, invece, alle richieste formulate in particolare dall'onorevole Marattin, precisa nuovamente che allo stato non è possibile quantificare il risparmio atteso, in termini di minore spesa per interessi passivi, dall'operazione di alienazione, in considerazione, da un lato, dell'impossibilità di stimare l'andamento futuro dei tassi di interesse e, dall'altro, di compiere una valutazione separata degli effetti finanziari derivanti della dismissione della quota del capitale di Poste italiane Spa detenuta del Ministero dell'economia e delle finanze rispetto a quelli attesi dalla realizzazione del più ampio piano programmatico di vendite sul mercato di quote di partecipazioni detenute dallo Stato nell'orizzonte 2024-2026, cui ha fatto in precedenza cenno. Sottolinea, infatti, come una stima effettuata sulla base degli attuali valori di mercato non rappresenterebbe efficacemente gli effetti dell'operazione sui saldi di finanza pubblica.

  Luigi MARATTIN (IV-C-RE) osserva che, qualora fossero veritiere le affermazioni da ultimo rese dal sottosegretario Freni, il Governo non sarebbe con tutta probabilità in grado di elaborare le previsioni circa gli andamenti della spesa per interessi passivi che figurano tra i contenuti del Documento di economia e finanza che il Parlamento si accinge ad esaminare. Rinnova, pertanto, la richiesta di ricevere dal Governo i dati quantitativi relativi, da un lato, ai minori dividendi che si presume lo Stato incasserà a seguito dell'alienazione di una quota di Poste italiane Spa e, dall'altro, al risparmio conseguente alla minore spesa per interessi passivi associata alla predetta operazione, che a suo giudizio potrebbe ricavarsi senza troppe difficoltà sottraendo allo stock del debito pubblico l'ammontare degli introiti rivenienti dalla citata alienazione.

  Il sottosegretario Federico FRENI ribadisce che il Governo non è allo stato nelle condizioni di poter quantificare il risparmio atteso in termini di minore spesa per interessi passivi dall'operazione di alienazione delle quote di Poste italiane Spa, giacché risulta impraticabile isolare gli effetti derivanti da tale operazione di dismissione dal più vasto contesto del citato piano programmatico di vendite sul mercato di quote di partecipazioni detenute dallo Stato nel triennio 2024-2026. Ciò posto, ritiene comunque di poter fornire sostanziali rassicurazioni circa il fatto che in occasione della prossima presentazione alle Camere del nuovo Documento di economia e finanza il Governo potrà dettagliare maggiormente gli effetti finanziari associati alla realizzazione del citato piano programmatico complessivamente inteso, anche con riferimento alla specifica questione dei minori costi che saranno sostenuti per il servizio del debito pubblico.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), intervenendo ad integrazione delle considerazioni già svolte dal collega Marattin, evidenzia che con ogni probabilità il Governo è già in possesso di una puntuale valutazione sugli effetti finanziari complessivamente associati all'operazione di alienazione autorizzata dallo schema di decreto in esame, anche in termini di minori interessi passivi sul debito pubblico e di minori dividendi percepibili in futuro. A suo avviso, infatti, gli uffici del Ministero dell'economia e delle finanze sono perfettamente in grado di ricostruire gli effetti sui saldi di finanza pubblica dell'operazione prevista. Ritiene tuttavia che il Governo stesso intende evidentemente non rendere pubblica tale valutazione, in quanto molto probabilmente gli effetti finanziari derivanti dall'operazione di vendita sul mercato non risultano vantaggiosi per il bilancio dello Stato.

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  Luigi MARATTIN (IV-C-RE) invita l'attuale maggioranza parlamentare ad apprezzare il comportamento estremamente responsabile tenuto nella presente circostanza dai gruppi di opposizione, dal momento che, a fronte della sostanziale reticenza manifestata dal Governo e della scarsa attendibilità degli elementi di chiarimento forniti dal sottosegretario Freni a dispetto di richieste puntualmente formulate, sarebbe stato lecito utilizzare toni assai più accesi di quelli, estremamente pacati, impiegati nella discussione odierna. Ritiene, tuttavia, che non possa non stigmatizzarsi l'evasività delle risposte fornite dall'Esecutivo su un provvedimento di tale delicatezza.

  Marco GRIMALDI (AVS), intervenendo per dichiarazione di voto, illustra la proposta alternativa di deliberazione da lui presentata (vedi allegato 2). In particolare, evidenzia preliminarmente come l'operazione di alienazione autorizzata dallo schema di decreto in esame costituisca una scelta disastrosa ed estremamente dannosa per il nostro Paese, traducendosi in sostanza in un'operazione di mera cassa, finalizzata ad abbattere il debito pubblico di insignificanti decimali, attraverso un mero trasferimento di quote dalla proprietà pubblica a fondi speculativi completamente indifferenti alla salvaguardia dei livelli occupazionali e alla vocazione sociale di Poste italiane. Nel ritenere perlomeno surreali gli elementi di risposta forniti dal rappresentante del Governo, ricorda la ferma contrarietà rispetto ad ogni forma di ulteriore privatizzazione manifestata dall'attuale Presidente del Consiglio dei ministri, solo pochi anni fa, quando il Governo allora in carica tentò la cessione di un secondo pacchetto azionario di Poste italiane Spa. Rileva, altresì, che finché l'asset di Poste italiane Spa rimarrà a controllo pubblico, continuerà ad assicurare la presenza dello Stato in ogni angolo della penisola, mentre l'ingresso di ulteriori capitali privati finirà inevitabilmente per imporre all'azienda le logiche del profitto, anteponendole agli interessi delle comunità e snaturandone il ruolo storico fino ad oggi esercitato dalla società.
  Richiama, quindi, l'attenzione sul rischio molto serio che operazioni di questo genere non rappresentino in alcun modo una garanzia rispetto al fatto che il nostro Paese sarà in grado di centrare gli obiettivi del Patto di stabilità e crescita, anche nella sua versione riformata, né contribuiscano ad affrontare le sfide che attendono il bilancio dello Stato nell'immediato futuro, a partire dalla necessità di reperire già con la prossima manovra di finanza pubblica in via strutturale circa 40 miliardi di euro per far fronte alle diverse, ineludibili esigenze di spesa.
  Evidenzia che dal punto di vista finanziario l'operazione prefigurata dal provvedimento in esame non ha senso né per la riduzione del debito pubblico, né in un'ottica di risparmio sul costo del debito stesso. Nel sottolineare l'insussistenza delle ragioni finanziarie per cui tale operazione è stata annunciata, giudica macroscopicamente illogico e irrazionale dismettere un asset strategico che garantisce un flusso di dividendi rilevante, pari a circa 250 milioni di euro all'anno, attraverso il quale, peraltro, lo Stato risparmia sull'erogazione di servizi delle pubbliche amministrazioni, per perseguire l'obiettivo di incamerare, una tantum, risorse di fatto irrilevanti a fronte di un indebitamento superiore a 2.800 miliardi di euro. Sottolinea altresì come l'obiettivo dichiarato della riduzione del debito pubblico attraverso un gettito stimato nel triennio 2024-2026 pari a complessivi 20 miliardi di euro, che rappresenta solo lo 0,71 per cento del debito totale, appare difficilmente centrabile.
  Rileva, quindi, che il piano di dismissione del Governo prevede che una quota del collocamento azionario di Poste italiane Spa, per un valore pari a 1,5 miliardi di euro, sarà riservata ai dipendenti dell'azienda. In proposito, al fine di dare maggiori garanzie di controllo pubblico sul futuro aziendale, ritiene che sarebbe auspicabile affiancare alla golden share dello Stato un controllo sociale esercitato dai dipendenti attraverso la previsione di una quota di azionariato riservata loro prioritariamente pari almeno al 5 per cento.Pag. 44
  Ravvisa peraltro che la quota del 35 per cento di azioni di Poste italiane Spa che rimarrà, agli esiti dell'operazione di cessione, sotto il controllo indiretto dello Stato attraverso Cassa depositi e prestiti Spa potrebbe innescare un pericoloso conflitto d'interessi degli investitori istituzionali con la medesima società, giacché potrebbe verificarsi che Cassa depositi e prestiti Spa, maggiore azionista di Poste, sia contemporaneamente controparte contrattuale nella definizione del rapporto economico tra emittente e collocatore. Osserva, del resto, che la stessa Cassa depositi e prestiti Spa è in parte controllata dalle fondazioni bancarie, naturali competitors di Poste italiane Spa, ritenendo pertanto verosimile che anche la quota del 35 per cento di titolarità di Cassa depositi e prestiti Spa verrà in breve tempo messa sul mercato, con ciò determinando la totale privatizzazione del gruppo.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), intervenendo per dichiarazione di voto, richiama in primo luogo i chiarimenti forniti dal sottosegretario Freni in merito alla percentuale della partecipazione azionaria volta ad assicurare il controllo effettivo di Poste italiane Spa da parte dello Stato. In particolare, ricorda che il flottante della società medesima ammonta a circa il 34 per cento, di cui oltre il 20 per cento risulta detenuto da importanti investitori istituzionali, con la conseguenza che, qualora tali ultimi soggetti acquistassero anche la quota alienata dallo Stato, il controllo da esso esercitato sarebbe nei fatti privo di ogni sostanza.
  In tale quadro, considera estremamente deludente la proposta formulata dalla relatrice, che non consente minimamente di appurare le dimensioni finanziarie dell'operazione di alienazione in esame, tanto più che anche l'asserito rafforzamento del titolo azionario di Poste italiane Spa in conseguenza della citata operazione di alienazione, nonché i possibili effetti positivi dell'operazione stessa sul collocamento dei titoli del debito pubblico, non risultano con ogni evidenza essere stati computati.
  Nel rammentare le valutazioni fortemente critiche sul programma di dismissioni espresse, in occasione dell'esame della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, da soggetti terzi come la Corte dei conti e l'Ufficio parlamentare di bilancio, osserva come l'operazione di alienazione oggetto del provvedimento in esame si intersechi in maniera assai preoccupante con la concomitante operazione di acquisizione delle azioni della società PagoPA da parte della stessa Poste italiane Spa, con conseguente, potenziale rischio per la sicurezza dei dati gestiti dalla medesima società PagoPA, una volta che quest'ultima finisse anche indirettamente sul mercato.
  Nel ritenere pertanto l'intera operazione poco opportuna, anche tenuto conto dell'impatto sostanzialmente risibile da essa derivante in termini di riduzione del debito pubblico, evidenzia in proposito la mancanza di una seria politica industriale, nonché il rischio che parte dei 42.000 sportelli di Poste italiane Spa presenti sul territorio nazionale per effetto della sostanziale privatizzazione della società possano essere destinati alla chiusura, con grave nocumento dei servizi erogati alla cittadinanza.
  Osserva, altresì, come lo stesso consiglio di amministrazione della società Poste italiane avesse per tempo manifestato profonde perplessità rispetto alla paventata alienazione della quota detenuta dello Stato.
  In tale contesto, ritiene che i circa 4 miliardi di euro che si ipotizza di incassare per effetto dell'integrale dismissione della partecipazione al capitale sociale di Poste italiane facente capo al Ministero dell'economia e delle finanze si sarebbero potuti ottenere tramite soluzioni alternative, a suo giudizio preferibili, ad esempio ricorrendo alla tassazione degli extraprofitti bancari.
  Ricollegandosi alle considerazioni in precedenza svolte dal deputato Grimaldi, ricorda peraltro che solo pochi anni fa, nel 2016, l'attuale Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, nel contrapporsi apertamente all'ipotesi di un'ulteriore privatizzazione della società aveva rivendicato come Poste italiane Spa costituisce una sorta di vero e proprio gioiello di famiglia che doveva saldamente rimanere in mano italiana e pubblica, quale presidio di legalità, mentre ora la maggioranza parlamentare assiste silenziosamente alla manifesta Pag. 45svendita di tale prezioso patrimonio, a danno degli interessi delle nostre comunità.
  Per il complesso delle ragioni sopra esposte, dichiara pertanto il voto convintamente contrario del gruppo M5S sulla proposta della relatrice.

  Silvia ROGGIANI (PD-IDP), intervenendo per dichiarazione di voto, illustra la proposta alternativa di deliberazione presentata dal proprio gruppo (vedi allegato 3) evidenziando, in primo luogo, che con la cessione delle quote autorizzata del provvedimento si rischia di determinare un capovolgimento dei rapporti di forza all'interno della compagine societaria di Poste italiane, in quanto la quota detenuta dagli operatori di mercato e dai fondi di investimento rappresenterebbe circa i due terzi del totale delle azioni, con un peso doppio rispetto a quello della quota detenuta da Cassa depositi e prestiti. Da questo punto di vista, a suo avviso, sarebbe stato preferibile seguire l'orientamento delineato dal Ministro Urso, che, in sede di risposta ad un atto di sindacato ispettivo presentato da deputati del gruppo del Partito Democratico, aveva garantito il mantenimento della maggioranza assoluta del 51 per cento da parte dello Stato.
  Giudica, inoltre, del tutto insoddisfacenti le indicazioni fornite dal Governo con riferimento all'impatto dell'operazione sui saldi di finanza pubblica, anche alla luce di una relazione tecnico-illustrativa che reputa profondamente lacunosa. A suo avviso, sarebbe stato estremamente agevole porre in maniera trasparente a confronto i dati relativi alle spese per interessi che si ipotizza di risparmiare con quelli relativi ai mancati introiti da dividendi conseguenti alla dismissione delle quote azionarie di titolarità del Ministero dell'economia e delle finanze. Ritiene, invece, che il Governo abbia deciso in modo consapevole di non rendere disponibili tali dati in quanto, con ogni evidenza, avrebbero confermato che l'operazione di dismissione non è economicamente conveniente, ma è finalizzata esclusivamente a fare cassa per reperire risorse da destinare a una modesta riduzione del debito pubblico. Reputa che si tratti di una gravissima mancanza di trasparenza, che impedisce al Parlamento di pronunciarsi con piena consapevolezza su scelte strategiche di politica economica e industriale.
  Più in generale, richiama, inoltre, le riserve espresse dalla Corte dei conti e dall'Ufficio parlamentare di bilancio con riferimento al piano programmatico di dismissioni contenuto nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza per il 2023, ricordando come in quella sede furono espressi forti dubbi sulla portata del piano prefigurato dall'Esecutivo. In questo contesto di incertezza, ritiene che non siano chiari gli effetti della dismissione sul piano industriale della società, esprimendo la preoccupazione che il nuovo assetto azionario possa nuocere tanto ai livelli di servizio quanto alla condizione dei lavoratori della società.
  Osserva, peraltro, che il Governo non ha fornito alcun chiarimento in ordine alla tutela del risparmio postale, che rappresenta un patrimonio da tutelare, considerando che Poste italiane nell'anno 2023 ha raccolto 6.115 milioni di euro di Buoni postali e quasi 1 miliardo di euro di giacenze sui libretti postali. Parimenti, esprime una valutazione critica in ordine al coinvolgimento forzato dei dipendenti di Poste italiane Spa nell'acquisizione di azioni della medesima società, sottolineando come non sia stata fornita alcuna garanzia dei futuri livelli occupazionali nell'ambito dell'azienda. Da ultimo, sottolinea come il provvedimento in esame si intrecci con la cessione, in favore di Poste italiane, di una quota pari al 49 per cento della società PagoPA, sottolineando come il Governo stia con ogni evidenza utilizzando la più grande azienda di servizi italiana come fonte di finanziamento per le proprie politiche.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, pone in votazione la proposta di deliberazione formulata dalla relatrice, avvertendo che, in caso di sua approvazione, le proposte alternative presentate dal deputato Grimaldi e dai deputati del gruppo del Partito Democratico – Italia Democratica e Progressista dovranno intendersi precluse.

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  La Commissione approva la proposta della relatrice, intendendosi conseguentemente precluse le proposte alternative presentate dal deputato Grimaldi e dai deputati del gruppo del Partito Democratico – Italia Democratica e Progressista.

Schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 18/2023, denominato «Sistemi di simulazione di nuova generazione», relativo al potenziamento capacitivo dello strumento terrestre nel campo della simulazione addestrativa.
Atto n. 140.
(Rilievi alla IV Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, e conclusione – Valutazione favorevole con rilievo).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto.

  Andrea TREMAGLIA (FDI), relatore, avverte che il Ministro della difesa, in data 12 marzo 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 536, comma 3, lettera b), del Codice dell'ordinamento militare di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, la richiesta di parere parlamentare in ordine allo schema di decreto del Ministro della difesa, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, che reca l'approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 18/2023, denominato «Sistemi di simulazione di nuova generazione», relativo al potenziamento capacitivo dello strumento terrestre nel campo della simulazione addestrativa.
  Ricorda che la Commissione Bilancio è chiamata a esprimersi sul provvedimento, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento della Camera, ai fini della trasmissione di rilievi sui profili di natura finanziaria alla Commissione Difesa, alla quale il provvedimento è assegnato in sede primaria.
  Rileva che la scheda illustrativa redatta dallo Stato maggiore della Difesa e allegata allo schema di decreto in esame evidenzia che il programma pluriennale riguarda la realizzazione di un ambiente addestrativo globale integrato tramite l'acquisizione di sistemi di nuova generazione, nonché l'adeguamento e l'ammodernamento della componente informatica e infrastrutturale.
  Per quanto riguarda i profili di carattere finanziario, segnala che il programma pluriennale in esame, di cui si prevede l'avvio nell'anno 2025 e la conclusione nell'anno 2034, reca un onere complessivo di 159 milioni di euro alle condizioni economiche sussistenti nell'anno 2023. Fa presente che la scheda tecnica evidenzia che la prima fase del programma è finalizzata all'acquisizione, in ottica di autoconsistenza, di sistemi di simulazione e materiali hardware e software, volti anche all'addestramento degli equipaggi di veicoli da combattimento della fanteria e della cavalleria, di supporto logistico integrato, di un'architettura di integrazione e scambio dati e di adeguamenti infrastrutturali, con un onere pari a 98,68 milioni di euro, cui si provvede a valere sugli stanziamenti disponibili a legislazione vigente nell'ambito dei capitoli di investimento del bilancio del Ministero della difesa attraverso le risorse afferenti al capitolo 7120, piano gestionale n. 23 e piano gestionale n. 3 dello stato di previsione del medesimo Ministero.
  In proposito, evidenzia che, alla luce del decreto di ripartizione in capitoli delle unità di voto parlamentare relative al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2024 e per il triennio 2024-2026, la dotazione del piano gestionale n. 23 è pari, in termini di competenza, a 24.584.738 euro per l'anno 2024, a 37.032.307 euro per l'anno 2025 e a 14.967.042 euro per l'anno 2026, mentre quella del piano gestionale n. 3 è pari, in termini di competenza, a 967.687.362 euro per l'anno 2024, 1.211.418.717 per l'anno 2025 e a 1.214.637.358 per l'anno 2026.
  Fa presente che la scheda tecnica specifica, inoltre, che il cronoprogramma previsionale dei pagamenti è meramente indicativo e verrà attuato, sia in termini di volume sia di estensione temporale, a valle del perfezionamento dell'iter negoziale, secondo l'effettiva esigenza di pagamento. Si specifica, inoltre, che, in linea con quanto Pag. 47previsto dalla legge n. 196 del 2009 in materia di contabilità e finanza pubblica, la ripartizione della spesa per ciascun esercizio potrà essere rimodulata in funzione dell'effettiva esigibilità contrattuale dei pagamenti come emergente al completamento dell'attività tecnico-amministrativa, compatibilmente con gli effetti sui saldi di finanza pubblica.
  Rileva che la scheda tecnica precisa altresì che, in considerazione della priorità del programma, la relativa copertura finanziaria potrà ulteriormente essere garantita a valere sulle risorse iscritte nella missione «Difesa e sicurezza del territorio», programma «Pianificazione generale delle Forze Armate e approvvigionamenti militari» dello stato di previsione della spesa del Ministero della difesa, opportunamente rese disponibili anche a mezzo di preventiva rimodulazione o revisione di altre spese concordata con il Ministero dell'economia e delle finanze.
  A tale riguardo, osserva che il ricorso a tale forma di copertura dovrà garantire il rispetto dei vincoli di spesa derivanti dagli oneri inderogabili di cui all'articolo 21, comma 5, lettera a), della legge n. 196 del 2009, come del resto assicurato dal Governo in occasione dell'esame di precedenti programmi pluriennali di spesa. Sul punto, ritiene, in ogni caso, utile una conferma da parte del Governo.
  Infine, specifica che il completamento del programma, finalizzato al completamento delle dotazioni e all'acquisizione del supporto logistico pluriennale integrato, per il restante valore previsionale complessivo di 60,32 milioni di euro, sarà contrattualizzato subordinatamente all'identificazione delle necessarie risorse.
  A tale proposito, rileva che – a differenza di quanto specificato dal Governo in occasione di precedenti provvedimenti di analogo contenuto – secondo quanto indicato nelle premesse del presente schema di decreto, oggetto di approvazione sarebbe il programma pluriennale nella sua interezza e non invece la sola prima fase del programma stesso. Sul punto, sembrerebbe opportuno, a suo avviso, in analogia ai richiamati precedenti, esplicitare che lo schema di decreto è circoscritto alla prima fase del programma e che il completamento del programma pluriennale formerà oggetto di uno o più successivi schemi di decreto che verranno sottoposti alle Camere, una volta reperite le necessarie risorse finanziarie, al fine di consentire la verifica in sede parlamentare della relativa copertura. Al riguardo, ritiene quindi necessario acquisire l'avviso del Governo.
  Evidenzia che nella scheda tecnica si precisa, inoltre, che, qualora si rendesse necessario un superamento del limite di spesa previsto per la prima fase, alla necessaria integrazione si provvederà con un nuovo decreto, che seguirà il medesimo iter del provvedimento ora all'esame della Commissione. Ciò posto, nel prendere atto che le risorse previste a copertura del programma in esame appaiono congrue rispetto ai costi da sostenere indicati nella scheda tecnica, appare in ogni caso necessario, a suo avviso, acquisire dal Governo una conferma circa la disponibilità delle risorse utilizzate a copertura del programma in esame per tutte le annualità di attuazione del programma stesso, nonché alla compatibilità del loro utilizzo con ulteriori interventi eventualmente già programmati a legislazione vigente a valere sulle medesime risorse, anche considerando che la spesa prevista per l'anno 2027 a valere sul piano gestionale n. 23 del capitolo 1720 dello stato di previsione del Ministero della difesa eccede lo stanziamento previsto, con riferimento al medesimo piano gestionale, per l'ultima annualità del triennio in corso.

  Il sottosegretario Federico FRENI, in risposta alle richieste di chiarimento formulate dal relatore, fa presente che il programma in esame rientra nella programmazione elaborata dal Ministero della difesa relativa all'impiego ottimale delle risorse stanziate a legislazione vigente.
  Ricorda che, in tale contesto, il Ministero della difesa ha operato la più bilanciata ripartizione delle risorse disponibili, orientandole a favore di programmi massimamente qualificanti ai fini delle esigenze di sicurezza nazionale, nonché di contribuzione a quella internazionale.Pag. 48
  Rileva, altresì, che le risorse destinate alla copertura degli oneri relativi alla prima fase del programma in esame risultano disponibili per tutte le annualità di riferimento e il loro utilizzo non è suscettibile né di pregiudicare precedenti impegni di spesa, né di interferire con la realizzazione di ulteriori interventi già programmati a legislazione vigente a valere sulle medesime risorse.
  Evidenzia, poi, che il completamento del programma, per il restante valore di 60,32 milioni di euro, sarà realizzato, attraverso successivi provvedimenti, subordinatamente al reperimento delle risorse necessarie.
  Sottolinea, infine, che all'eventuale rimodulazione degli stanziamenti di bilancio che potrà rendersi necessaria in relazione all'attuazione del programma in esame, si provvederà nel rispetto dei vincoli di spesa derivanti dagli oneri inderogabili di cui all'articolo 21, comma 5, lettera a), della legge 31 dicembre 2009, n. 196.

  Andrea TREMAGLIA (FDI), relatore, preso atto dei chiarimenti forniti dal rappresentante del Governo, formula la seguente proposta di deliberazione:

  «La V Commissione (Bilancio, tesoro e programmazione),

   esaminato, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, lo schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 18/2023, denominato “Sistemi di simulazione di nuova generazione”, relativo al potenziamento capacitivo dello strumento terrestre nel campo della simulazione addestrativa (Atto n. 140);

   premesso che:

    il programma oggetto del presente provvedimento, di cui si prevede l'avvio nell'anno 2025 e si prospetta la conclusione nell'anno 2034, comporterà un onere complessivo stimato in 159 milioni di euro;

    il citato programma sarà suddiviso in più fasi, la prima delle quali determinerà una spesa complessiva di 98,68 milioni di euro, da sostenere negli anni dal 2025 al 2032, mentre il completamento del programma comporterà un ulteriore onere di 60,32 milioni di euro;

    il provvedimento in esame individua le risorse da utilizzare a copertura solo limitatamente alla prima fase del programma, ponendole a carico dei piani gestionali nn. 3 e 23 del capitolo 7120 dello stato di previsione del Ministero della difesa;

   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che:

    il programma in esame rientra nella programmazione elaborata dal Ministero della difesa relativa all'impiego ottimale delle risorse stanziate a legislazione vigente;

    in tale contesto, il Ministero della difesa ha operato la più bilanciata ripartizione delle risorse disponibili, orientandole a favore di programmi massimamente qualificanti ai fini delle esigenze di sicurezza nazionale, nonché di contribuzione a quella internazionale;

    le risorse destinate alla copertura degli oneri relativi alla prima fase del programma in esame risultano disponibili per tutte le annualità di riferimento e il loro utilizzo non è suscettibile né di pregiudicare precedenti impegni di spesa, né di interferire con la realizzazione di ulteriori interventi già programmati a legislazione vigente a valere sulle medesime risorse;

    il completamento del programma, per il restante valore di 60,32 milioni di euro, sarà realizzato, attraverso successivi provvedimenti, subordinatamente al reperimento delle risorse necessarie;

    all'eventuale rimodulazione degli stanziamenti di bilancio che potrà rendersi necessaria in relazione all'attuazione del programma in esame, si provvederà nel rispetto dei vincoli di spesa derivanti dagli Pag. 49oneri inderogabili di cui all'articolo 21, comma 5, lettera a), della legge 31 dicembre 2009, n. 196;

   rilevata la necessità di precisare che l'oggetto dello schema di decreto in esame è circoscritto alla prima fase del programma, rispetto alla quale sono state già individuate le relative risorse finanziarie, mentre le ulteriori fasi del programma stesso dovranno formare oggetto di uno o più successivi schemi di decreto, da sottoporre all'esame delle Camere, una volta reperite le necessarie risorse finanziarie,

VALUTA FAVOREVOLMENTE

   lo schema di decreto in oggetto e formula il seguente rilievo sulle sue conseguenze di carattere finanziario:

    sia precisato che lo schema di decreto è circoscritto alla prima fase del programma e che il completamento del medesimo programma dovrà successivamente formare oggetto di uno o più schemi di decreto, da sottoporre all'esame delle Camere, una volta reperite le necessarie risorse finanziarie, al fine di consentire la verifica in sede parlamentare della relativa copertura finanziaria, in coerenza con quanto previsto dall'articolo 536, comma 3, lettera b), del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66».

  Il sottosegretario Federico FRENI concorda con la proposta di deliberazione del relatore.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), considerando che il rilievo formulato dal relatore riproduce analoghi rilievi già contenuti nelle deliberazioni adottate dalla Commissione con riferimento a precedenti programmi pluriennali di armamento, invita il rappresentante del Governo a voler segnalare l'esigenza di modificare i futuri schemi dei provvedimenti da sottoporre all'esame parlamentare al fine di tenere conto dei rilievi costantemente formulati da questa Commissione.

  Il sottosegretario Federico FRENI prende atto di quanto rilevato dalla deputata Guerra e assicura che provvederà a segnalare la questione da lei richiamata.

  La Commissione approva la proposta del relatore.

Schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 20/2023, denominato «Piano rinnovamento arsenali», relativo all'adeguamento e ammodernamento degli arsenali e degli stabilimenti di lavoro della Marina militare.
Atto n. 141.
(Rilievi alla IV Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, e conclusione – Valutazione favorevole con rilievo).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto.

  Andrea TREMAGLIA (FDI), relatore, avverte che il Ministro della difesa, in data 12 marzo 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 536, comma 3, lettera b), del Codice dell'ordinamento militare di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, la richiesta di parere parlamentare in ordine allo schema di decreto del Ministro della difesa, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, che reca l'approvazione del programma pluriennale di ammodernamento e rinnovamento n. SMD 20/2023, denominato «Piano rinnovamento arsenali», relativo all'adeguamento e ammodernamento degli arsenali e degli stabilimenti di lavoro della Marina militare.
  Ricorda che la Commissione Bilancio è chiamata a esprimersi sul provvedimento, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento della Camera, ai fini della trasmissione di rilievi sui profili di natura finanziaria alla Commissione Difesa, alla quale il provvedimento è assegnato in sede primaria.
  Fa presente che la scheda illustrativa redatta dallo Stato maggiore della Difesa e allegata allo schema di decreto in esame evidenzia che il programma pluriennale si pone quale obiettivo principale l'adeguamentoPag. 50 delle capacità produttive delle odierne infrastrutture degli arsenali militari marittimi e degli stabilimenti di lavoro per la manutenzione navale e del munizionamento avanzato alle impellenti esigenze operative delle Forze armate e della difesa nazionale.
  Per quanto riguarda i profili di carattere finanziario, segnala che il programma pluriennale in esame reca un costo complessivo di 233 milioni di euro. Rileva che, secondo quanto espressamente previsto nelle premesse del provvedimento, la prima fase del programma, di cui era previsto l'avvio nell'anno 2023 con presumibile conclusione nell'anno 2032, comporta una spesa pari a 143,58 milioni di euro e sarà integralmente finanziata a valere sugli stanziamenti disponibili a legislazione vigente nell'ambito del capitolo 7120, piani gestionali nn. 1, 20, 26 e 31, dello stato di previsione del Ministero della difesa, relativo a spese di investimento. Evidenzia che, in base a quanto previsto dal cronoprogramma riportato nella scheda tecnica, gli oneri derivanti dalla prima fase saranno posti a carico dei piani gestionali n. 1 e 20, per un importo pari, rispettivamente, a 1 milione di euro per l'anno 2032; del piano gestionale n. 26, quanto a 3,68 milioni di euro per l'anno 2023, a 3,56 milioni di euro per l'anno 2024, a 7,36 milioni di euro per l'anno 2025, a 35,08 milioni di euro per l'anno 2027, a 36,5 milioni di euro per l'anno 2028, a 23 milioni di euro per l'anno 2029, a 15 milioni di euro per l'anno 2030 e a 4 milioni di euro per l'anno 2031; del piano gestionale n. 31, per importi pari a 0,21 milioni di euro per l'anno 2024, a 1,23 milioni di euro per l'anno 2025, a 2,37 milioni di euro per l'anno 2026, a 4,85 milioni di euro per l'anno 2027 e a 4,75 milioni di euro per l'anno 2028.
  Al riguardo, rappresenta che sui piani gestionali n. 26 e n. 31 è affluita quota parte delle risorse assegnate al Ministero della difesa a seguito della ripartizione del Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, istituito dall'articolo 1, comma 140, della legge n. 232 del 2016 e successivamente rifinanziato dall'articolo 1, comma 1072, della legge n. 205 del 2017. In proposito, evidenzia che – alla luce del decreto di ripartizione in capitoli delle unità di voto parlamentare relative al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2024 e per il triennio 2024-2026 – la dotazione del piano gestionale n. 26 è pari a 38.475.041 euro per l'anno 2024, a 68.827.003 euro per l'anno 2025 e a 12.271.482 euro per l'anno 2026, mentre il piano gestionale n. 31 reca una dotazione pari a 52.621.188 euro per l'anno 2024, a 38.667.906 euro per l'anno 2025 e a 20.000.000 euro per l'anno 2026.
  Con riferimento al profilo temporale dell'intervento, segnala la scheda tecnica specifica che il cronoprogramma previsionale dei pagamenti contenuto nella medesima scheda è meramente indicativo e verrà attualizzato, in termini sia di volume sia di estensione temporale, a valle del perfezionamento dell'iter negoziale, secondo l'effettiva esigenza di pagamento. Viene inoltre specificato che, in linea con quanto previsto dalla legislazione in materia di contabilità e finanza pubblica, la ripartizione delle spese per ciascun esercizio potrà essere rimodulata in funzione dell'effettiva esigibilità contrattuale dei pagamenti come emergente al completamento dell'attività tecnico-amministrativa, compatibilmente con gli effetti sui saldi di finanza pubblica.
  Per quanto attiene all'indicazione nell'ambito del cronoprogramma di spese relative all'anno 2023, rileva che la scheda tecnica precisa espressamente che le disponibilità non impiegate relative a tale esercizio saranno rese disponibili per l'attuazione del programma in esame, attraverso il mantenimento in bilancio nell'anno 2024 quali residui di stanziamento riferiti a spese in conto capitale non ancora impegnate, ai sensi dell'articolo 34-bis, comma 3, della legge n. 196 del 2009, ovvero la reiscrizione nella competenza degli esercizi successivi ad opera della seconda sezione della legge di bilancio, ai sensi dell'articolo 30, comma 2, lettera b), della medesima legge n. 196 del 2009.
  Fa presente che la scheda tecnica precisa altresì che, in considerazione della priorità del programma, la relativa coperturaPag. 51 finanziaria potrà ulteriormente essere garantita a valere sulle risorse iscritte nella missione «Difesa e sicurezza del territorio», programma «Pianificazione generale delle Forze Armate e approvvigionamenti militari» dello stato di previsione della spesa del Ministero della difesa, opportunamente rese disponibili anche a mezzo di preventiva rimodulazione o revisione di altre spese concordata con il Ministero dell'economia e delle finanze.
  Al riguardo, osserva che il ricorso a tale forma di copertura dovrà garantire il rispetto dei vincoli di spesa derivanti dagli oneri inderogabili di cui all'articolo 21, comma 5, lettera a), della legge n. 196 del 2009, come del resto assicurato dal Governo in occasione dell'esame di precedenti programmi pluriennali di spesa. Sul punto, ritiene, in ogni caso, utile una conferma da parte del Governo.
  La scheda tecnica rappresenta, altresì, che il programma sarà in ogni caso gestito in modo tale da renderlo compatibile con le risorse complessivamente disponibili a legislazione vigente ovvero rimodulato attraverso la progressiva attuazione o ridefinizione della tempistica sottesa e che il completamento del programma medesimo, per il restante valore previsionale complessivo di 89,42 milioni di euro, sarà realizzato attraverso successivi provvedimenti e che, nel rispetto di una logica incrementale e progressiva, nonché del criterio dell'autoconsistenza, i relativi interventi potranno essere contrattualizzati subordinatamente al loro eventuale finanziamento.
  A tale proposito, rileva che, a differenza di quanto specificato dal Governo in occasione di precedenti provvedimenti di analogo contenuto, secondo quanto indicato nelle premesse del presente schema di decreto, oggetto di approvazione sarebbe il programma pluriennale nella sua interezza e non invece la sola prima fase del programma stesso. Sul punto, sembrerebbe dunque opportuno, a suo avviso, in analogia ai richiamati precedenti, esplicitare che il completamento del programma pluriennale formerà oggetto di uno o più successivi schemi di decreto che verranno sottoposti alle Camere, una volta reperite le necessarie risorse finanziarie, al fine di consentire la verifica in sede parlamentare della relativa copertura. Al riguardo, ritiene quindi necessario acquisire l'avviso del Governo.
  Fa presente che nella scheda tecnica si precisa, infine, che, qualora si rendesse necessario un superamento del limite di spesa complessivo previsto per la realizzazione del programma, alla necessaria integrazione si provvederà con un nuovo decreto, che seguirà il medesimo iter del provvedimento ora all'esame della Commissione. Ciò premesso, nel prendere atto che le risorse previste a copertura del programma in esame appaiono congrue rispetto ai costi da sostenere indicati nella scheda tecnica, ritiene comunque necessario acquisire dal Governo – anche alla luce dei programmi d'arma già esaminati nel corso della presente legislatura con oneri coperti a valere sulle medesime risorse – una conferma in ordine alla disponibilità di tali risorse per ciascuna delle annualità di attuazione del programma stesso, nonché alla compatibilità del loro utilizzo con ulteriori interventi eventualmente già programmati a legislazione vigente a valere sulle medesime risorse, anche tenuto conto della riduzione delle somme attribuite al Ministero della difesa, ai sensi, tra l'altro, dell'articolo 1, comma 140, della legge n. 232 del 2016 e dell'articolo 1, comma 1072, della legge n. 205 del 2017, disposta dall'articolo 1, comma 8, lettera f), del decreto-legge n. 19 del 2024, recante ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), attualmente all'esame della Camera dei deputati.

  Il sottosegretario Federico FRENI, in risposta alle richieste di chiarimento formulate dal relatore, ricorda che il programma in esame rientra nella programmazione elaborata dal Ministero della difesa relativa all'impiego ottimale delle risorse stanziate a legislazione vigente.
  Rileva che, in tale contesto, il Ministero della difesa ha operato la più bilanciata ripartizione delle risorse disponibili orientandole a favore di programmi massimamente qualificanti ai fini delle esigenze di Pag. 52sicurezza nazionale nonché di contribuzione a quella internazionale.
  Assicura quindi che le risorse destinate alla copertura degli oneri relativi alla prima fase del programma in esame risultano disponibili per tutte le annualità di riferimento e il loro utilizzo non è suscettibile né di pregiudicare precedenti impegni di spesa né di interferire con la realizzazione di ulteriori interventi già programmati a legislazione vigente a valere sulle medesime risorse.
  Fa presente, altresì, che il completamento del programma, per il restante valore di 89,42 milioni di euro, sarà realizzato attraverso successivi provvedimenti subordinatamente al reperimento delle risorse necessarie.
  Sottolinea, da ultimo, che all'eventuale rimodulazione degli stanziamenti di bilancio che potrà rendersi necessaria in relazione all'attuazione del programma in esame, si provvederà nel rispetto dei vincoli di spesa derivanti dagli oneri inderogabili di cui all'articolo 21, comma 5, lettera a), della legge 31 dicembre 2009, n. 196.

  Andrea TREMAGLIA (FDI), relatore, preso atto dei chiarimenti forniti dal rappresentante del Governo, formula la seguente proposta di deliberazione:

  «La V Commissione (Bilancio, tesoro e programmazione),

   esaminato, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, lo schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 20/2023, denominato “Piano rinnovamento arsenali”, relativo all'adeguamento e ammodernamento degli arsenali e degli stabilimenti di lavoro della Marina militare (Atto n. 141);

   premesso che:

    il programma oggetto del presente provvedimento, di cui si prevedeva l'avvio nell'anno 2023 e si prospetta la conclusione nell'anno 2032, comporterà un onere complessivo stimato in 233 milioni di euro;

    il citato programma sarà suddiviso in più fasi, la prima delle quali determinerà una spesa complessiva di 143,58 milioni di euro, da sostenere negli anni dal 2023 al 2032, mentre il completamento del programma comporterà un ulteriore onere di 89,42 milioni di euro;

    il provvedimento in esame individua le risorse da utilizzare a copertura solo limitatamente alla prima fase del programma, ponendole a carico del capitolo 7120, piani gestionali nn. 1, 20, 26 e 31, dello stato di previsione del Ministero della difesa;

    per quanto attiene all'indicazione nell'ambito del cronoprogramma di spese relative all'anno 2023, la scheda tecnica precisa espressamente che le disponibilità non impiegate relative a tale esercizio saranno rese disponibili per l'attuazione del programma in esame, attraverso il mantenimento in bilancio nell'anno 2024 quali residui di stanziamento riferiti a spese in conto capitale non ancora impegnate, ai sensi dell'articolo 34-bis, comma 3, della legge n. 196 del 2009, ovvero la reiscrizione nella competenza degli esercizi successivi ad opera della seconda sezione della legge di bilancio, ai sensi dell'articolo 30, comma 2, lettera b), della medesima legge n. 196 del 2009;

   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che:

    il programma in esame rientra nella programmazione elaborata dal Ministero della difesa relativa all'impiego ottimale delle risorse stanziate a legislazione vigente;

    in tale contesto, il Ministero della difesa ha operato la più bilanciata ripartizione delle risorse disponibili orientandole a favore di programmi massimamente qualificanti ai fini delle esigenze di sicurezza nazionale nonché di contribuzione a quella internazionale;

    le risorse destinate alla copertura degli oneri relativi alla prima fase del programmaPag. 53 in esame risultano disponibili per tutte le annualità di riferimento e il loro utilizzo non è suscettibile né di pregiudicare precedenti impegni di spesa né di interferire con la realizzazione di ulteriori interventi già programmati a legislazione vigente a valere sulle medesime risorse;

    il completamento del programma, per il restante valore di 89,42 milioni di euro, sarà realizzato attraverso successivi provvedimenti subordinatamente al reperimento delle risorse necessarie;

    all'eventuale rimodulazione degli stanziamenti di bilancio che potrà rendersi necessaria in relazione all'attuazione del programma in esame, si provvederà nel rispetto dei vincoli di spesa derivanti dagli oneri inderogabili di cui all'articolo 21, comma 5, lettera a), della legge 31 dicembre 2009, n. 196;

   rilevata la necessità di precisare che l'oggetto dello schema di decreto in esame è circoscritto alla prima fase del programma, rispetto alla quale sono state già individuate le relative risorse finanziarie, mentre le ulteriori fasi del programma stesso dovranno formare oggetto di uno o più successivi schemi di decreto, da sottoporre all'esame delle Camere, una volta reperite le necessarie risorse finanziarie,

VALUTA FAVOREVOLMENTE

   lo schema di decreto in oggetto e formula il seguente rilievo sulle sue conseguenze di carattere finanziario:

    sia precisato che lo schema di decreto è circoscritto alla prima fase del programma e che il completamento del medesimo programma dovrà successivamente formare oggetto di uno o più schemi di decreto, da sottoporre all'esame delle Camere, una volta reperite le necessarie risorse finanziarie, al fine di consentire la verifica in sede parlamentare della relativa copertura finanziaria, in coerenza con quanto previsto dall'articolo 536, comma 3, lettera b), del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66».

  Il sottosegretario Federico FRENI concorda con la proposta del relatore.

  La Commissione approva la proposta del relatore.

Schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 28/2023, denominato «Acquisizione di un'unità di appoggio alle operazioni speciali, di supporto alle operazioni subacquee e per il soccorso a sommergibili sinistrati e relativa integrazione di una centrale operativa subacquea avanzata e un simulatore abissale evoluto».
Atto n. 142.
(Rilievi alla IV Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, e conclusione – Valutazione favorevole con rilievo).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto.

  Andrea TREMAGLIA (FDI), relatore, avverte che il Ministro della difesa, in data 12 marzo 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 536, comma 3, lettera b), del Codice dell'ordinamento militare di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, la richiesta di parere parlamentare in ordine allo schema di decreto del Ministro della difesa, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, che reca l'approvazione del programma pluriennale di ammodernamento e rinnovamento n. SMD 28/2023, denominato «Acquisizione di un'unità di appoggio alle operazioni speciali, di supporto alle operazioni subacquee e per il soccorso a sommergibili sinistrati e relativa integrazione di una centrale operativa subacquea avanzata e un simulatore abissale evoluto».
  Ricorda che la Commissione Bilancio è chiamata a esprimersi sul provvedimento, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento della Camera, ai fini della trasmissione di rilievi sui profili di natura finanziaria alla Commissione Difesa, alla Pag. 54quale il provvedimento è assegnato in sede primaria.
  Fa presente che la scheda illustrativa redatta dallo Stato maggiore della Difesa e allegata allo schema di decreto in esame evidenzia che il programma pluriennale è volto, in particolare, all'acquisizione di una centrale operativa subacquea avanzata, da installare presso un'unità navale appositamente attrezzata, e di un simulatore abissale evoluto, ponendosi in una linea di diretta continuità rispetto al programma pluriennale SMD 3/2019 approvato nella scorsa legislatura.
  Per quanto riguarda i profili di carattere finanziario, segnala che il programma pluriennale in esame reca un costo complessivo di 60 milioni di euro. Secondo quanto espressamente previsto nelle premesse del provvedimento, la prima fase del programma, di cui si prevede l'avvio nel 2024 e la conclusione nel 2027, comporta una spesa pari a 16 milioni di euro e sarà integralmente finanziata a valere sugli stanziamenti disponibili a legislazione vigente nell'ambito del capitolo 7120, piano gestionale n. 1, dello stato di previsione del Ministero della difesa, relativo a spese di investimento.
  In particolare, rileva che, alla luce del cronoprogramma riportato nella scheda tecnica, gli oneri saranno pari a 0,5 milioni di euro per l'anno 2024, a 2 milioni di euro per l'anno 2025, a 9,5 milioni di euro per l'anno 2026 e a 4 milioni di euro per l'anno 2027. In proposito, evidenzia che – in base al decreto di ripartizione in capitoli delle unità di voto parlamentare relative al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2024 e per il triennio 2024-2026 – la dotazione del citato piano gestionale è pari, in termini di competenza, a 544.463.770 euro per l'anno 2024, a 639.235.444 euro per l'anno 2025 e a 830.312.710 euro per l'anno 2026. Con riferimento al profilo temporale dell'intervento, rileva che la scheda tecnica specifica che il cronoprogramma previsionale dei pagamenti contenuto nella medesima scheda è meramente indicativo e verrà attualizzato, in termini sia di volume sia di estensione temporale, a valle del perfezionamento dell'iter negoziale, secondo l'effettiva esigenza di pagamento. Specifica, inoltre, che, in linea con quanto previsto dalla legislazione in materia di contabilità e finanza pubblica, la ripartizione delle spese per ciascun esercizio potrà essere rimodulata in funzione dell'effettiva esigibilità contrattuale dei pagamenti come emergente al completamento dell'attività tecnico-amministrativa, compatibilmente con gli effetti sui saldi di finanza pubblica. Fa presente che la scheda tecnica precisa, altresì, che il programma sarà in ogni caso gestito in modo tale da renderlo compatibile con le risorse complessivamente disponibili a legislazione vigente ovvero rimodulato attraverso la progressiva attuazione o ridefinizione della tempistica sottesa.
  Specifica inoltre che il completamento del programma, per il restante valore previsionale complessivo di 44 milioni di euro, sarà realizzato attraverso successivi provvedimenti e che, nel rispetto di una logica incrementale e progressiva, i relativi interventi potranno essere contrattualizzati subordinatamente al loro eventuale finanziamento. A tale proposito, rileva che, a differenza di quanto specificato dal Governo in occasione di precedenti provvedimenti di analogo contenuto, secondo quanto indicato nelle premesse del presente schema di decreto, oggetto di approvazione sarebbe il programma pluriennale nella sua interezza e non invece la sola prima fase del programma stesso. Sul punto, sembrerebbe dunque opportuno, a suo avviso, in analogia ai richiamati precedenti, esplicitare che il completamento del programma pluriennale formerà oggetto di uno o più successivi schemi di decreto che verranno sottoposti alle Camere, una volta reperite le necessarie risorse finanziarie, al fine di consentire la verifica in sede parlamentare della relativa copertura. Al riguardo, ritiene quindi necessario acquisire l'avviso del Governo.
  Nella scheda tecnica si precisa, infine, che, qualora si rendesse necessario un superamento del limite di spesa complessivo previsto per la realizzazione del programma, alla necessaria integrazione si provvederà con un nuovo decreto, che seguirà il medesimoPag. 55 iter del provvedimento ora all'esame della Commissione.
  Ciò premesso, nel prendere atto che le risorse previste a copertura del programma in esame appaiono congrue rispetto ai costi da sostenere indicati nella scheda tecnica, ritiene comunque necessario acquisire dal Governo, anche alla luce dei programmi d'arma già esaminati nel corso della presente legislatura con oneri coperti a valere sulle medesime risorse, una conferma in ordine alla disponibilità di tali risorse per ciascuna delle annualità di attuazione del programma stesso, nonché alla compatibilità del loro utilizzo con ulteriori interventi eventualmente già programmati a legislazione vigente a valere sulle medesime risorse.

  Il sottosegretario Federico FRENI, in risposta alle richieste di chiarimento del relatore, ricorda che il programma in esame rientra nella programmazione elaborata dal Ministero della difesa relativa all'impiego ottimale delle risorse stanziate a legislazione vigente.
  Rileva che, in tale contesto, il Ministero della difesa ha operato la più bilanciata ripartizione delle risorse disponibili orientandole a favore di programmi massimamente qualificanti ai fini delle esigenze di sicurezza nazionale nonché di contribuzione a quella internazionale.
  Assicura quindi che le risorse destinate alla copertura degli oneri relativi alla prima fase del programma in esame risultano disponibili per tutte le annualità di riferimento e il loro utilizzo non è suscettibile né di pregiudicare precedenti impegni di spesa né di interferire con la realizzazione di ulteriori interventi già programmati a legislazione vigente a valere sulle medesime risorse.
  Fa presente, altresì, che il completamento del programma, per il restante valore di 44 milioni di euro, sarà realizzato attraverso successivi provvedimenti subordinatamente al reperimento delle risorse necessarie.

  Andrea TREMAGLIA (FDI), relatore, preso atto dei chiarimenti forniti dal rappresentante del Governo, formula la seguente proposta di deliberazione:

  «La V Commissione (Bilancio, tesoro e programmazione),

   esaminato, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, lo schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 28/2023, denominato “Acquisizione di un'unità di appoggio alle operazioni speciali, di supporto alle operazioni subacquee e per il soccorso a sommergibili sinistrati e relativa integrazione di una centrale operativa subacquea avanzata e un simulatore abissale evoluto” (Atto n. 142);

   premesso che:

    il programma oggetto del presente provvedimento, di cui si prevede l'avvio nell'anno 2024 e si prospetta la conclusione nell'anno 2030, comporterà un onere complessivo stimato in 60 milioni di euro;

    il citato programma sarà suddiviso in più fasi, la prima delle quali determinerà una spesa complessiva di 16 milioni di euro, da sostenere negli anni dal 2024 al 2027, mentre il completamento del programma comporterà un ulteriore onere di 44 milioni di euro;

    il provvedimento in esame individua le risorse da utilizzare a copertura solo limitatamente alla prima fase del programma, ponendole a carico del capitolo 7120, piano gestionale n. 1, dello stato di previsione del Ministero della difesa;

   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che:

    il programma in esame rientra nella programmazione elaborata dal Ministero della difesa relativa all'impiego ottimale delle risorse stanziate a legislazione vigente;

    in tale contesto, il Ministero della difesa ha operato la più bilanciata ripartizionePag. 56 delle risorse disponibili orientandole a favore di programmi massimamente qualificanti ai fini delle esigenze di sicurezza nazionale nonché di contribuzione a quella internazionale;

    le risorse destinate alla copertura degli oneri relativi alla prima fase del programma in esame risultano disponibili per tutte le annualità di riferimento e il loro utilizzo non è suscettibile né di pregiudicare precedenti impegni di spesa né di interferire con la realizzazione di ulteriori interventi già programmati a legislazione vigente a valere sulle medesime risorse;

    il completamento del programma, per il restante valore di 44 milioni di euro, sarà realizzato attraverso successivi provvedimenti subordinatamente al reperimento delle risorse necessarie;

   rilevata la necessità di precisare che l'oggetto dello schema di decreto in esame è circoscritto alla prima fase del programma, rispetto alla quale sono state già individuate le relative risorse finanziarie, mentre le ulteriori fasi del programma stesso dovranno formare oggetto di uno o più successivi schemi di decreto, da sottoporre all'esame delle Camere, una volta reperite le necessarie risorse finanziarie,

VALUTA FAVOREVOLMENTE

   lo schema di decreto in oggetto e formula il seguente rilievo sulle sue conseguenze di carattere finanziario:

    sia precisato che lo schema di decreto è circoscritto alla prima fase del programma e che il completamento del medesimo programma dovrà successivamente formare oggetto di uno o più schemi di decreto, da sottoporre all'esame delle Camere, una volta reperite le necessarie risorse finanziarie, al fine di consentire la verifica in sede parlamentare della relativa copertura finanziaria, in coerenza con quanto previsto dall'articolo 536, comma 3, lettera b), del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66».

  Il sottosegretario Federico FRENI concorda con la proposta del relatore.

  La Commissione approva la proposta del relatore.

Schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 31/2023, denominato «Nuova scuola elicotteri Viterbo – Segmento operativo», costituito dal «segmento volo» Light Utility Helicopter (LUH) – elicottero multiruolo per la difesa, relativo all'acquisizione di nuovi elicotteri leggeri in sostituzione delle flotte legacy e la realizzazione del «segmento terra», denominato «Ground based training system (GBTS)», per la formazione dei piloti dell'Aeronautica militare, delle Forze armate e dei Corpi dello Stato.
Atto n. 143.
(Rilievi alla IV Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, e conclusione – Valutazione favorevole).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto.

  Andrea TREMAGLIA (FDI), relatore, avverte che il Ministro della difesa, in data 12 marzo 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 536, comma 3, lettera b), del Codice dell'ordinamento militare di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, la richiesta di parere parlamentare in ordine allo schema di decreto del Ministro della difesa, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, che reca l'approvazione del programma pluriennale di ammodernamento e rinnovamento n. SMD 31/2023, denominato «Nuova scuola elicotteri Viterbo – Segmento operativo, costituito dal segmento volo Light Utility Helicopter (LUH) – elicottero multiruolo per la Difesa, relativo all'acquisizione di nuovi elicotteri leggeri in sostituzione delle flotte legacy e la realizzazione del segmento di terra, denominato “Ground based training system (GBTS)”, per la formazione dei piloti dell'AeronauticaPag. 57 militare, delle Forze armate e dei Corpi dello Stato».
  Ricorda che la Commissione Bilancio è chiamata a esprimersi sul provvedimento, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento della Camera, ai fini della trasmissione di rilievi sui profili di natura finanziaria alla Commissione Difesa, alla quale il provvedimento è assegnato in sede primaria. Osserva preliminarmente che – come indicato nella scheda tecnica redatta dallo Stato maggiore della Difesa e allegata allo schema di decreto in esame – oggetto del provvedimento in esame è la seconda fase del programma medesimo, già sottoposto, con riferimento alla prima tranche realizzativa, all'approvazione del Parlamento nella scorsa legislatura, volta a garantire la realizzazione delle infrastrutture e l'acquisto dei simulatori del Ground based training system e di parte dei dispositivi didattici. Per quanto riguarda i profili di carattere finanziario, rileva che la seconda fase del citato programma pluriennale, di cui si prevede l'avvio nel 2024 e la conclusione nel 2027, reca un costo complessivo di 40 milioni di euro e sarà integralmente finanziata a valere sugli stanziamenti disponibili a legislazione vigente nell'ambito del capitolo 7120, piano gestionale n. 2, dello stato di previsione del Ministero della difesa, relativo a spese di investimento.
  In particolare, alla luce del cronoprogramma riportato nella scheda tecnica, rileva che gli oneri saranno pari a 10 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2027. In proposito, evidenzia che, in base al decreto di ripartizione in capitoli delle unità di voto parlamentare relative al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2024 e per il triennio 2024-2026, la dotazione del citato piano gestionale è pari, in termini di competenza, a 1.841.546.503 euro per l'anno 2024, a 1.800.361.390 euro per l'anno 2025 e a 2.218.253.961 euro per l'anno 2026.
  Con riferimento al profilo temporale dell'intervento, fa presente che la scheda tecnica specifica che il cronoprogramma previsionale dei pagamenti contenuto nella medesima scheda è meramente indicativo e verrà attualizzato, in termini sia di volume sia di estensione temporale, a valle del perfezionamento dell'iter negoziale, secondo l'effettiva esigenza di pagamento. Essa specifica inoltre che, in linea con quanto previsto dalla legislazione in materia di contabilità e finanza pubblica, la ripartizione della spesa per ciascun esercizio potrà essere rimodulata in funzione dell'effettiva esigibilità contrattuale dei pagamenti come emergente al completamento dell'attività tecnico-amministrativa, compatibilmente con gli effetti sui saldi di finanza pubblica.
  Evidenzia, altresì, che, stante il rinvio operato dal punto 7 della scheda tecnica allegata al presente schema di decreto a quanto indicato nel citato schema di decreto ministeriale approvato nella scorsa legislatura, avente ad oggetto la prima fase di attuazione del programma stesso, al provvedimento in esame sembrerebbero comunque doversi ritenere applicabili le previsioni finanziarie di carattere generale riferite alla realizzazione complessiva del programma, in forza delle quali, da un lato, il programma medesimo sarà in ogni caso gestito in modo tale da renderlo compatibile con le risorse complessivamente disponibili a legislazione vigente ovvero rimodulato attraverso la progressiva attuazione o ridefinizione della tempistica sottesa e, dall'altro, tenuto conto della priorità ad esso ascritta, la relativa copertura finanziaria potrà ulteriormente essere garantita a valere sulle risorse iscritte nella missione «Difesa e sicurezza del territorio», programma «Pianificazione generale delle Forze Armate e approvvigionamenti militari» dello stato di previsione della spesa del Ministero della difesa, opportunamente rese disponibili anche a mezzo di preventiva rimodulazione o revisione di altre spese concordata con il Ministero dell'economia e delle finanze.
  Osserva che, analogamente, sempre per effetto del predetto rinvio, resterebbe fermo che, qualora si rendesse necessario un superamento del limite di spesa complessivo previsto per la realizzazione del programma, alla necessaria integrazione si provvederà con un nuovo decreto, che seguirà il medesimoPag. 58 iter del provvedimento ora all'esame della Commissione.
  Tanto considerato, ritiene necessario che il Governo fornisca una conferma in merito alla correttezza di tale ricostruzione nonché circa il fatto che l'eventuale ricorso all'ulteriore modalità di copertura finanziaria a valere sulle risorse iscritte nella predetta missione «Difesa e sicurezza del territorio» dello stato di previsione del Ministero della difesa dovrà comunque garantire il rispetto dei vincoli di spesa derivanti dagli oneri inderogabili di cui all'articolo 21, comma 5, lettera a), della legge n. 196 del 2009, come del resto assicurato dal Governo in occasione dell'esame di precedenti programmi pluriennali di spesa.
  Fa presente che la scheda tecnica precisa, inoltre, che il completamento del programma, per il restante valore previsionale complessivo di 568 milioni di euro, sarà realizzato attraverso successivi provvedimenti e che, nel rispetto di una logica incrementale e progressiva, nonché del criterio dell'autoconsistenza, i relativi interventi potranno essere contrattualizzati subordinatamente al loro eventuale finanziamento.
  Ciò premesso, nel prendere atto che le risorse previste a copertura del programma in esame appaiono congrue rispetto ai costi da sostenere indicati nella scheda tecnica, ritiene comunque necessario acquisire dal Governo, anche alla luce dei programmi d'arma già esaminati nel corso della presente legislatura con oneri coperti a valere sulle medesime risorse, una conferma in ordine alla disponibilità di tali risorse per ciascuna delle annualità di attuazione del programma stesso, nonché alla compatibilità del loro utilizzo con ulteriori interventi eventualmente già programmati a legislazione vigente a valere sulle medesime risorse.

  Il sottosegretario Federico FRENI, in risposta alle richieste di chiarimento formulate dal relatore, ricorda preliminarmente che il programma in esame rientra nella programmazione elaborata dal Ministero della difesa relativa all'impiego ottimale delle risorse stanziate a legislazione vigente.
  Fa presente che in tale contesto, il Ministero della difesa ha operato la più bilanciata ripartizione delle risorse disponibili orientandole a favore di programmi massimamente qualificanti ai fini delle esigenze di sicurezza nazionale nonché di contribuzione a quella internazionale.
  Assicura, pertanto, che le risorse destinate alla copertura degli oneri relativi alla seconda fase del programma in esame risultano disponibili per tutte le annualità di riferimento e il loro utilizzo non è suscettibile né di pregiudicare precedenti impegni di spesa né di interferire con la realizzazione di ulteriori interventi già programmati a legislazione vigente a valere sulle medesime risorse.
  Segnala, poi, che il completamento del programma, per il restante valore di 568 milioni di euro, sarà realizzato attraverso successivi provvedimenti subordinatamente al reperimento delle risorse necessarie.
  Evidenzia che, in virtù del rinvio operato dalla scheda tecnica allegata al presente provvedimento a quanto previsto dal decreto ministeriale che reca l'approvazione del programma pluriennale n. SMD 10/2022, avente ad oggetto la prima fase di attuazione del medesimo intervento, al provvedimento in esame si applicano le previsioni finanziarie di carattere generale riferite alla realizzazione complessiva del programma, che, tenuto conto della priorità ad esso ascritta, consentono in particolare che la relativa copertura finanziaria possa ulteriormente essere garantita a valere sulle risorse iscritte nella missione «Difesa e sicurezza del territorio», programma «Pianificazione generale delle Forze Armate e approvvigionamenti militari» dello stato di previsione della spesa del Ministero della difesa, opportunamente rese disponibili anche a mezzo di preventiva rimodulazione o revisione di altre spese concordata con il Ministero dell'economia e delle finanze.
  Garantisce, infine, che all'eventuale rimodulazione degli stanziamenti di bilancio che potrà rendersi necessaria in relazione all'attuazione del programma in Pag. 59esame, si provvederà, comunque, nel rispetto dei vincoli di spesa derivanti dagli oneri inderogabili di cui all'articolo 21, comma 5, lettera a), della legge 31 dicembre 2009, n. 196.

  Andrea TREMAGLIA (FDI), relatore, preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, formula la seguente proposta di deliberazione:

  «La V Commissione (Bilancio, tesoro e programmazione),

   esaminato, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, lo schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 31/2023, denominato “Nuova scuola elicotteri Viterbo – Segmento operativo”, costituito dal “segmento volo” Light Utility Helicopter (LUH) – elicottero multiruolo per la difesa, relativo all'acquisizione di nuovi elicotteri leggeri in sostituzione delle flotte legacy e la realizzazione del “segmento terra”, denominato “Ground based training system (GBTS)”, per la formazione dei piloti dell'Aeronautica militare, delle Forze armate e dei Corpi dello Stato (Atto n. 143);

   premesso che:

    il programma oggetto del presente provvedimento, di cui si prevede l'avvio nell'anno 2024 e si prospetta la conclusione nell'anno 2027, comporterà un onere complessivo stimato in 40 milioni di euro;

    il citato programma costituisce la seconda fase del programma pluriennale n. SMD 10/2022, il cui schema è già stato sottoposto alle Camere ai fini dell'acquisizione del parere da parte delle competenti Commissioni parlamentari, mentre il completamento del programma comporterà un ulteriore onere di 568 milioni di euro;

    il provvedimento in esame individua le risorse da utilizzare con finalità di copertura della seconda fase del programma, ponendole a carico del capitolo 7120, piano gestionale n. 2, dello stato di previsione del Ministero della difesa;

   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che:

    il programma in esame rientra nella programmazione elaborata dal Ministero della difesa relativa all'impiego ottimale delle risorse stanziate a legislazione vigente;

    in tale contesto, il Ministero della difesa ha operato la più bilanciata ripartizione delle risorse disponibili orientandole a favore di programmi massimamente qualificanti ai fini delle esigenze di sicurezza nazionale nonché di contribuzione a quella internazionale;

    le risorse destinate alla copertura degli oneri relativi alla seconda fase del programma in esame risultano disponibili per tutte le annualità di riferimento e il loro utilizzo non è suscettibile né di pregiudicare precedenti impegni di spesa né di interferire con la realizzazione di ulteriori interventi già programmati a legislazione vigente a valere sulle medesime risorse;

    il completamento del programma, per il restante valore di 568 milioni di euro, sarà realizzato attraverso successivi provvedimenti subordinatamente al reperimento delle risorse necessarie;

    in virtù del rinvio operato dalla scheda tecnica allegata al presente provvedimento a quanto previsto dal decreto ministeriale che reca l'approvazione del programma pluriennale n. SMD 10/2022, avente ad oggetto la prima fase di attuazione del medesimo intervento, al provvedimento in esame si applicano le previsioni finanziarie di carattere generale riferite alla realizzazione complessiva del programma, che, tenuto conto della priorità ad esso ascritta, consentono in particolare che la relativa copertura finanziaria possa ulteriormente essere garantitaPag. 60 a valere sulle risorse iscritte nella missione “Difesa e sicurezza del territorio”, programma “Pianificazione generale delle Forze Armate e approvvigionamenti militari” dello stato di previsione della spesa del Ministero della difesa, opportunamente rese disponibili anche a mezzo di preventiva rimodulazione o revisione di altre spese concordata con il Ministero dell'economia e delle finanze;

    all'eventuale rimodulazione degli stanziamenti di bilancio che potrà rendersi necessaria in relazione all'attuazione del programma in esame, si provvederà, comunque, nel rispetto dei vincoli di spesa derivanti dagli oneri inderogabili di cui all'articolo 21, comma 5, lettera a), della legge 31 dicembre 2009, n. 196,

VALUTA FAVOREVOLMENTE

   lo schema di decreto in oggetto».

  Il sottosegretario Federico FRENI concorda con la proposta del relatore.

  La Commissione approva la proposta del relatore.

  La seduta termina alle 21.55.