CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 19 marzo 2024
272.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e IV)
COMUNICATO
Pag. 14

ESAME DI DELIBERAZIONI DEL GOVERNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 3 DELLA LEGGE 21 LUGLIO 2016, N. 145

  Martedì 19 marzo 2024. — Presidenza della vicepresidente della IV Commissione, Monica CIABURRO.

  La seduta comincia alle 11.30.

Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita all'anno 2023, anche al fine della relativa proroga per l'anno 2024.
(Doc. XXVI, n. 2).
(Esame e rinvio).

  Le Commissioni iniziano l'esame del provvedimento.

  Paolo FORMENTINI (LEGA), relatore per la III Commissione, in premessa, avverte che, d'intesa con la collega Chiesa, relatrice per la Commissione Difesa, che si soffermerà sui profili militari e strategici richiamati dal documento in esame, intende sviluppare alcune riflessioni sul quadro politico-internazionale nel quale si colloca la partecipazione dell'Italia a numerose operazioni multilaterali, oltre che qualche indicazione sulla sezione della Relazione relativa alla cooperazione internazionale, che costituisce materia di particolare interesse per la Commissione Esteri.
  In via generale, rileva che il quadro geopolitico delineato nella introduzione alla Relazione analitica ripropone, in buona parte, gli scenari e gli obiettivi contenuti nel documento trasmesso al Parlamento nel 2023. Il contesto internazionale, del resto, rimane caratterizzato da una marcata instabilità, che determina effetti diretti sulla nostra sicurezza nazionale. Il conflitto in Ucraina si conferma un evento spartiacque, che ha scosso in profondità le fondamenta stesse del sistema internazionale. Allo stesso tempo, le crisi in Medio Oriente e nel Mar Rosso scoppiate nella seconda metà del 2023 hanno accentuato la polarizzazione della Comunità internazionale e messo in serio pericolo la tenuta dell'ordine internazionale.
  In questo quadro, sottolinea che l'Italia, che detiene anche la presidenza del G7, mantiene come caposaldo della sua azione la sua appartenenza all'Unione Europea e all'Alleanza atlantica, oltre al multilateralismoPag. 15 imperniato sul sistema delle Nazioni Unite. In questo quadro, si individuano le priorità strategiche più immediate del nostro Paese, vale a dire Mediterraneo e Balcani.
  Osserva che l'azione esterna si esplicita tanto attraverso la realizzazione di missioni bilaterali quanto tramite la partecipazione a missioni di organizzazioni come Nazioni Unite, Unione Europea e NATO, con l'obiettivo della tutela della pace e della sicurezza internazionali in una cornice di collaborazione internazionale aperta ed inclusiva.
  Evidenzia che un primo e fondamentale ambito di operatività delle missioni internazionali italiane è il Mediterraneo. Le missioni mirano, in particolare, a contribuire alla stabilizzazione dei Paesi che si affacciano sulle sponde sud ed est del Mediterraneo, abbinando la componente civile e militare.
  In tale contesto, l'Italia persegue la stabilizzazione della Tunisia, che attraversa una difficile fase economica, in ragione non solo del rilevante interscambio commerciale, culturale e politico, ma anche nell'ottica dell'efficace gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo. Particolarmente importante in questo senso è il ruolo dell'Unione europea, che l'Italia sostiene nel quadro del partenariato strategico istituito dal Memorandum UE-Tunisia – firmato a Tunisi a luglio 2023 – finalizzato alla stabilizzazione macroeconomica del Paese.
  Passando alla Libia, l'Italia sostiene con convinzione l'azione del Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Abdoulaye Bathily, e della Missione UNSMIL, per promuovere un dialogo intra-libico finalizzato allo svolgimento di elezioni parlamentari e presidenziali libere, trasparenti e inclusive.
  Rileva, quindi, che il Vicino Oriente è al centro di concomitanti crisi geopolitiche internazionali, in un contesto reso ancor più complesso dall'impatto della guerra in Ucraina e, da ultimo, dal conflitto tra Israele e Hamas il 7 ottobre 2023. Per quanto riguarda la questione israelo-palestinese, il conflitto in corso rende ancora più complessa la prospettiva di una ripresa dei negoziati diretti tra le parti. Rispetto alla situazione specifica della Striscia di Gaza si pone la necessità di prefigurare uno scenario politico post-bellico che tenga conto dell'esigenza, da un lato, di porre fine al controllo di Hamas sulla Striscia e, dall'altro, di assicurare una forma di amministrazione interinale del territorio stesso, volta a preparare un assetto di lungo periodo legato alla realizzazione della soluzione «due popoli, due Stati». In tale contesto, assume particolare rilievo lo sforzo che l'UE potrà mettere in campo per il rafforzamento istituzionale dell'Autorità Palestinese, attraverso le proprie Missioni civili EUPOL COPPS ed EUBAM Rafah.
  Osserva che la recrudescenza del conflitto israelo-palestinese ha prodotto i suoi effetti anche sul Libano: la «Linea Blu», lungo il confine meridionale con Israele, è sempre più esposta a scontri tra Hezbollah e le Israeli Defence Forces, mentre dal punto di vista interno la grave crisi economica, sociale e politica amplifica le spinte centrifughe e la frammentazione del Paese. Pertanto, la stabilizzazione del Paese tramite il sostegno alle Forze armate e di sicurezza libanesi resta prioritaria per l'azione italiana.
  Riguardo alla ormai ultradecennale crisi siriana, sottolinea che essa vede, da un lato, uno stallo nel processo sotto guida ONU ed una gravissima crisi economica ed umanitaria; dall'altro, il tentativo di rilancio di un'iniziativa politica da parte dei maggiori Paesi arabi, che nel maggio 2023 ha portato al reintegro della Siria nella Lega Araba. In questo contesto, l'Italia sostiene il rilancio di una soluzione politica in linea con la risoluzione ONU n. 2254 del 2015, in base alla quale «l'unica soluzione sostenibile alla crisi in Siria è attraverso un processo politico inclusivo e guidato dai siriani, anche attraverso la costituzione di un governo di transizione con pieni poteri esecutivi, che sia formato sulle basi del mutuo consenso, assicurando la continuità delle istituzioni governative».
  Per quanto riguarda il terrorismo mediorientale, ricorda che l'Italia è impegnata nei principali contesti internazionali (ONU, UE, G7, Coalizione Globale anti-Daesh, GlobalPag. 16 Counter Terrorism Forum) per promuovere azioni di contrasto, nonché attività di stabilizzazione tese ad evitare che aree liberate da Daesh in Siria ed Iraq restino in condizioni di disagio socio-economico tali da renderle vulnerabili a nuova penetrazione o reclutamento.
  Sempre nel quadro dell'impegno nella lotta alle principali galassie terroristiche (Al Qaeda e Daesh), segnala che l'Italia è tra i principali contributori in Iraq in termini di unità militari. In ambito civile, l'Italia partecipa alle attività dei gruppi di lavoro della Coalizione e co-presiede, con Stati Uniti e Arabia Saudita, il gruppo per il contrasto al finanziamento di Daesh.
  Nel quadro della sicurezza delle rotte di navigazione tra lo Stretto di Hormuz e il Mediterraneo osserva che l'Italia partecipa alla missione europea EMASOH (European-led Maritime Awareness in the Strait of Hormuz), operativa da gennaio 2020 e confluita, insieme alla missione EUNAVFOR Atalanta, nella nuova e più ampia Operazione militare UE EUNAVFOR Aspides, autorizzata dalla Camera il 5 marzo scorso, il cui comando tattico è affidato al nostro Paese.
  Evidenzia che la sicurezza dell'area è strettamente connessa anche alle politiche ostili dell'Iran, che alimenta la mobilitazione delle componenti sciite delle popolazioni locali, a partire dagli Houthi nel Mar Rosso. Preoccupano, inoltre, la fornitura di armi alla Russia e le attività di arricchimento dell'uranio in violazione del Piano d'azione congiunto globale, comunemente noto come «Accordo sul nucleare iraniano». In questo contesto, l'Italia mantiene una posizione di ferma condanna, pur lasciando aperti canali di comunicazione.
  Passando all'Afghanistan, fa presente che l'approccio del nostro Paese si attiene alla linea concordata in sede UE, aperta all'interazione con le Autorità di fatto talebane nello sforzo di stabilire un dialogo costruttivo, ma ancorata al tempo stesso a princìpi internazionali in materia di diritti umani e di inclusione. Pertanto, se da un lato si continua a rigettare l'ipotesi di un riconoscimento del Governo impostosi nel Paese, dall'altro prosegue un'interazione pragmatica con lo scopo di migliorare le condizioni di vita della popolazione.
  Oltre al Mediterraneo allargato sono molti gli ulteriori ambiti di operatività dell'azione politico-diplomatica dell'Italia, per i quali si limita a brevi cenni.
  Per quanto attiene ai Balcani occidentali, il completamento del percorso di adesione all'Unione europea rimane obiettivo prioritario della diplomazia italiana, nonostante la persistenza di nodi politici ancora aperti: dalla stabilizzazione della Bosnia-Erzegovina al processo di normalizzazione dei rapporti tra Serbia e Kosovo. Risulta essenziale, dunque, il contributo alla stabilità fornito dalla Missione NATO KFOR, di cui l'Italia è chiamata a assumere il Comando da ottobre 2024.
  Quanto all'Africa, evidenzia che le problematiche di sviluppo si intrecciano con l'instabilità politica e istituzionale che caratterizza numerosi Paesi, a causa della rapida crescita demografica, della corruzione endemica e delle minacce alla sicurezza connesse al fenomeno terroristico, degli effetti degli eventi climatici estremi e della questione migratoria, che mantiene un'importanza prioritaria e trasversale. La situazione è stata ulteriormente aggravata dall'aggressione della Russia all'Ucraina, che ha generato rilevanti ostacoli all'approvvigionamento di cereali e di fertilizzanti. Desta inoltre particolare preoccupazione il crescente ruolo assunto da nuovi attori, tra cui la stessa Russia, la Turchia e i Paesi del Golfo, oltre che la Cina. Occorre quindi affrontare le cause profonde dell'instabilità in Africa con un approccio comprensivo, che è alla base del «Piano Mattei» del Governo, in via di avanzata definizione.
  Osserva che nel Sahel la situazione della sicurezza appare critica in Niger, Mali e Burkina Faso e nell'area del bacino del Lago Ciad (in cui confluiscono Nigeria, Niger, Camerun e Ciad), dove si assiste ad un aumento delle attività terroristiche nei confronti delle popolazioni civili. A ciò si aggiunge la crescente ostilità anti-francese ed anti-occidentale, alimentata dalla politica di disinformazione condotta dai russi. L'aggravarsi del quadro regionale rende impensabilePag. 17 un disimpegno da parte dell'UE; d'altro canto, la presenza nella regione è resa ancor più necessaria dalla crisi degli strumenti di cooperazione regionale nel Sahel, con la dissoluzione del G5 Sahel ed il recesso di Mali, Burkina Faso e Niger dalla Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS).
  Rileva che la regione del Corno d'Africa rimane esposta a numerosi fattori di instabilità e perduranti tensioni sociali ed etniche. Il 1 gennaio 2024 è stata annunciata la conclusione di un'intesa fra il Primo Ministro etiopico, Abiy Ahmed, ed il Presidente della autoproclamata Repubblica del Somaliland, Muse Bihi, per la cessione in affitto di circa venti chilometri di aree costiere nell'area della città portuale di Berbera, in cambio di un possibile riconoscimento del Somaliland. Ciò ha provocato un incremento della tensione nella regione, poiché la Somalia ha affermato che l'intesa minaccia la sovranità e l'integrità territoriale del Paese (che l'Italia e la comunità internazionale sostengono).
  In Etiopia, l'Italia e la comunità internazionale sono determinate a sostenere il processo di pacificazione e di ricostruzione avviato con la firma dell'accordo di pace tra Governo etiopico e Fronte Popolare di Liberazione del Tigray (TPFL): il contesto resta tuttavia assai fragile, aggravato da una crisi sociale ed economica che sconta gli anni del conflitto.
  Continua a suscitare preoccupazione la situazione nel Sudan – dove è in corso, di fatto, una sanguinosa guerra civile –, mentre in Somalia i progressi nell'ambito del consolidamento istituzionale, nel dialogo tra Governo federale e Stati federati e nel contrasto ad Al Shabaab, suscitano un misurato ottimismo per la stabilizzazione del Paese, che l'Italia e la comunità internazionale sono determinate a sostenere, soprattutto in vista del passaggio di consegne tra l'African Union Transition Mission to Somalia e l'Esercito nazionale somalo previsto per la fine del 2024.
  Per quanto concerne la Regione dei Grandi Laghi, evidenzia che essa si presenta come un'area di crisi complessa, a causa della presenza di gruppi terroristici e organizzazioni criminali, di crisi umanitarie e di scontri fra Stati confinanti, come, da ultimo, fra Repubblica Democratica del Congo (RDC) e Ruanda e tra Ruanda e Burundi. In questo contesto, l'impegno italiano si inserisce nell'ambito di un'azione internazionale con gli attori regionali e in sinergia con le Nazioni Unite, al fine di affrontare le cause profonde dell'instabilità e sfruttare il potenziale economico della regione. Vi sono, inoltre, progetti di politica migratoria finanziati direttamente dall'Italia attraverso il Fondo di premialità per le politiche di rimpatrio ed il Fondo migrazioni in zone di particolare interesse strategico (Libia, Tunisia, Sudan, Niger, Costa d'Avorio).
  Osserva che in America Latina e Caraibi si sono compiuti negli ultimi anni significativi progressi democratici e di sviluppo economico, con le significative eccezioni del Venezuela, di Haiti, di El Salvador, del Guatemala e dell'Honduras e soprattutto del Nicaragua, Paese caratterizzato da diffuse violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Una menzione specifica va riservata a Cuba, Paese nel quale, anche dopo l'uscita di scena dei fratelli Castro, permane un regime non democratico, nel quale il dissenso è represso duramente. In via generale, osserva che l'attuale scenario globale si è sovrapposto a diversi elementi critici endogeni della regione latinoamericana, tra cui gli effetti della crisi climatica, le forti diseguaglianze sociali, nel contesto di una marcata fragilità istituzionale, a cui si associano la ramificata presenza di organizzazioni criminali a vocazione transnazionale e una pervasiva incidenza della corruzione.
  Rileva che l'Asia continua a vivere una fase di sviluppo economico e crescente peso geostrategico, ma anche di volatilità e crisi nei rapporti politici. Ricorda, a questo proposito, la crescente polarizzazione tra Stati Uniti e Cina; l'aumento della tensione nello Stretto di Taiwan; le sfide legate alla libertà e alla sicurezza dei mari, in primis i Mari Cinesi meridionale e orientale (dove passano i due terzi dei traffici mondiali) e, più in generale, alle catene di approvvigionamento globali; le preoccupazioni per lo Pag. 18stallo di processi democratici che sembravano ormai avviati, come nel Myanmar; il rischio di proliferazione nucleare a causa delle politiche aggressive del regime della Corea del Nord.
  Una menzione specifica merita la regione dell'Indo-pacifico, su cui il Governo intende investire in termini di sicurezza e stabilità: al riguardo, segnala che è in fase di aggiornamento il documento nazionale, pubblicato nel febbraio 2022, attuativo della Strategia UE per la regione indo-pacifica. L'obiettivo è quello di consolidare il posizionamento dell'Italia nell'area, con un'attenzione particolare per gli organismi regionali maggiormente rappresentativi, ovvero l'Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN), l'Associazione rivierasca dell'Oceano Indiano (IORA) e, infine, il Forum delle isole del Pacifico (PIF); peraltro, con tali organismi regionali, e con i rispettivi Paesi Membri, l'Italia svolge già da diversi anni rilevanti attività di partenariato nei settori più diversi.
  Per quanto concerne l'area del Caucaso e dell'Asia centrale, precisa che l'esigenza di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico ha reso questa regione di particolare importanza per l'Italia, che ha mantenuto un approccio equilibrato ed inclusivo rispetto alle tensioni tra Armenia e Azerbaigian, nuovamente cresciute dopo il riassorbimento della regione del Nagorno Karabakh, che ha portato al drammatico esodo di migliaia di abitanti di etnia armena.
  Passando, infine, alla dimensione multilaterale, nell'ambito delle Nazioni Unite, sottolinea che l'approccio dell'Italia pone un'enfasi particolare sulla prevenzione dei conflitti, anche mediante il ricorso sistematico allo strumento della mediazione e alle attività di stabilizzazione post-conflitto. In tale quadro si inserisce l'azione italiana a favore dell'incremento delle iniziative e delle capacità delle Nazioni Unite in aree geografiche di primario interesse per il nostro Paese (Mediterraneo, Libia, Siria, Yemen, Sahel e Corno d'Africa), mediante contribuiti al Fondo fiduciario del Dipartimento per gli affari politici e il consolidamento della pace (DPPA), al Fondo per il consolidamento della pace (Peacebuilding Fund), all'Alto Commissariato ONU per i diritti umani, all'Ufficio ONU per la prevenzione del genocidio e delle altre atrocità di massa, ai Dipartimenti per le operazioni di pace (DPO) e per il supporto operativo (DOS), nonché agli Uffici e organismi del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) in Libia. Nella stessa ottica, si ritiene opportuno sostenere le Organizzazioni internazionali attive nei settori del disarmo e della non proliferazione, con particolare riferimento all'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA), all'Organizzazione per il Trattato per la messa al bando dei test nucleari (CTBTO) e all'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC).
  Passando alla NATO, rileva che, a seguito dell'aggressione russa all'Ucraina, il suo ruolo come pilastro delle politiche di sicurezza e difesa dei Paesi dell'area euro-atlantica ne è uscito molto rafforzato. In questo quadro le mutate condizioni di sicurezza ad Est hanno spinto i Paesi membri dell'Alleanza a decidere un progressivo rafforzamento della postura di deterrenza e difesa sul fianco orientale, nei domini terrestre, aereo e marittimo. Il Vertice di Washington del luglio 2024 segnerà un'ulteriore tappa in questo processo di adattamento della NATO.
  Evidenzia che un altro fondamentale ambito ove si sviluppa la nostra azione è l'impegno nelle operazioni e missioni – militari e civili – dell'Unione Europea, orientato ad un duplice obiettivo: rafforzare l'azione per la sicurezza del nostro Paese e sostenere la politica di sicurezza e difesa europea, per consentire alla UE di incrementare la propria capacità di agire sulla scena internazionale, in uno spirito di complementarietà con la NATO. Questo approccio, peraltro, è in linea con la Bussola Strategica approvata nel 2022 – che l'Italia sostiene con convinzione –, ossia il documento tramite cui gli Stati Membri dell'UE hanno fissato le indicazioni operative, con relative scadenze, per il rilancio della Politica di sicurezza e difesa comune (PSDC) nei prossimi 5-10 anni. Anche quale seguito della stessa Bussola, l'Italia opera per modernizzarePag. 19 il crisis management civile dell'UE, ampliando le possibili materie di intervento dagli ambiti tradizionali a quelli di più recente manifestazione, quali le minacce cibernetiche, il traffico di esseri umani e la protezione del patrimonio culturale.
  Per quanto concerne l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), le cui attività hanno subito un forte impatto a causa dell'invasione russa dell'Ucraina, sottolinea che l'Italia si impegnerà a promuovere obiettivi di: rivitalizzazione dell'architettura di verifica e controllo degli armamenti convenzionali; riattivazione dei processi negoziali facilitati dall'OSCE; rafforzamento del dialogo mediterraneo in seno all'OSCE, in dialogo con i sei Stati partner (Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Marocco e Tunisia). L'Italia, inoltre, continuerà inoltre a sostenere l'azione del Consiglio d'Europa come foro pan-europeo a presidio dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto.
  Per quanto concerne le iniziative di cooperazione allo sviluppo, ricorda che le risorse previste dalla Deliberazione del Consiglio dei ministri del 1° maggio 2023 ammontavano complessivamente a 358.668.800 euro, corrispondenti al 20 cento circa del totale delle missioni finanziate con il Fondo missioni internazionali nel 2023 (1.720.424.576 euro). Per il 2024, si registra un leggero incremento, dal momento che gli stanziamenti sono pari a circa 361,5 milioni di euro.
  Più nel dettaglio, rileva che la scheda n. 43 individua il fabbisogno finanziario relativo ad iniziative di cooperazione allo sviluppo e di sminamento umanitario, che ammontano complessivamente a 251 milioni di euro, di cui 243 milioni destinati a iniziative di cooperazione e 8 milioni allo sminamento umanitario. Gli stanziamenti richiesti per le iniziative di cooperazione allo sviluppo sono suddivisi per aree geografiche. Nel corso dell'anno, tuttavia, in considerazione dell'imprevedibilità del quadro internazionale, la programmazione potrà subire variazioni: saranno possibili, pertanto, rimodulazioni sia tra diverse aree geografiche sia rispetto alle somme assegnate allo sminamento umanitario, nel rispetto del limite complessivo dell'importo assegnato alla scheda in esame, sempre nel quadro dei criteri rientranti nella definizione dell'Aiuto Pubblico allo Sviluppo condivisi in ambito OCSE-DAC.
  Evidenzia, inoltre, che alla luce delle esigenze di sicurezza del personale incaricato di svolgere i programmi di cooperazione, come già nel 2023, una quota non superiore al 4,5 per cento dello stanziamento per gli interventi (escluso sminamento) sarà assegnata alla copertura delle spese di funzionamento dell'Agenzia per la cooperazione allo sviluppo.
  Precisa che, in base alla Relazione tecnica, l'Africa continua a costituire una priorità, con uno stanziamento di 94 milioni di euro nei Paesi individuati come prioritari (Etiopia, Somalia, Sudan, Burkina Faso, Mali, Niger, Mauritania, Libia, Egitto e Tunisia).
  Con riferimento al Medio Oriente la richiamata Relazione tecnica indica 76 milioni per interventi a sostegno del processo di pace e della stabilizzazione. In particolare, in Palestina, a seguito del conflitto iniziato con l'attacco di Hamas il 7 ottobre 2023 e alla crisi umanitaria che ne è conseguita, l'Italia e gli altri principali donatori sono chiamati a dare un importante contributo sul canale umanitario e di emergenza, ma anche nel ristabilire le infrastrutture distrutte o danneggiate durante il conflitto e l'erogazione di servizi di base per la popolazione.
  Segnala che le risorse assegnate al continente asiatico ammontano a 12 milioni di euro e saranno utilizzate, in primo luogo, in risposta al nuovo scenario di crisi in Afghanistan, per proseguire il sostegno sul canale umanitario sia in territorio afghano che nei Paesi limitrofi.
  Riguardo agli stanziamenti per interventi di cooperazione in Europa, rileva che essi ammontano a 61 milioni di euro, prevalentemente destinati a contribuire allo sforzo della Comunità internazionale per rispondere agli accresciuti bisogni umanitari della popolazione ucraina direttamente colpita dagli eventi bellici.
  Si intende, poi, finanziare nuovi progetti nell'area dei Balcani occidentali, coerentementePag. 20 con il forte impegno dell'Italia a favore della stabilizzazione e del loro progressivo ingresso nell'Unione Europea.
  Segnala che la scheda 44 fa a sua volta riferimento ad interventi di sostegno ai processi di pace, stabilizzazione e rafforzamento della sicurezza in Nord Africa e Medio Oriente, Afghanistan, Africa sub-sahariana, America latina e caraibica, Europa e Paesi non UE dei Balcani occidentali. Per tali esigenze, la quantificazione del fabbisogno finanziario per l'anno 2024 è di 28.850.000 euro.
  Osserva che la successiva scheda 45 riguarda la partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per la pace e la sicurezza. L'area geografica di riferimento comprende: Nord Africa, Medio Oriente, Sahel ed altre aree di crisi in cui l'ONU svolge attività di prevenzione dei conflitti e sostegno ai processi di pace, stabilizzazione e transizione democratica; Paesi destinatari di programmi della NATO di rafforzamento delle istituzioni e degli enti di sicurezza e difesa; Paesi in cui si svolgono le Missioni civili dell'OSCE; Paesi della sponda sud del Mediterraneo partner dell'OSCE e membri dell'Unione per il Mediterraneo; Paesi in cui si svolgono le Missioni civili dell'UE; Paesi dell'Iniziativa Centro-Europea/InCE e dell'Iniziativa Adriatico-Ionica; Paesi in Asia, Africa e Sud-Est Europa beneficiari di iniziative di prevenzione e contrasto dell'estremismo violento. Per tali esigenze, la quantificazione del fabbisogno finanziario per l'anno 2024 è pari a 21.747.000 euro.
  Rileva che la scheda 46 concerne gli stanziamenti per rafforzare i sistemi di protezione delle sedi diplomatico-consolari, degli istituti italiani di cultura, delle scuole italiane all'estero e delle organizzazioni internazionali dislocate nelle aree più a rischio. Si prevede, tra l'altro, l'adeguamento dei dispositivi di sicurezza attiva e passiva, anche mediante l'utilizzo di militari dell'Arma dei Carabinieri e il trasferimento del personale in edifici più sicuri, laddove non sia possibile portare a termine gli interventi necessari in tempi brevi. Per tali esigenze, la quantificazione del fabbisogno finanziario relativa all'anno 2024 è pari a 60 milioni di euro.
  In conclusione, auspica che l'esame parlamentare possa costituire l'occasione per una puntuale valutazione dell'efficacia della nostra proiezione internazionale nel perseguimento degli interessi strategici del nostro Paese, ma anche per ribadire una visione unitaria e coerente della nostra politica estera, al di là delle fisiologiche distinzioni tra maggioranza e opposizione.

  Paola Maria CHIESA (FDI), relatrice per la IV Commissione, osserva che le missioni di cui il Governo ha proposto la proroga con la deliberazione del 26 febbraio 2024 fanno riferimento a un contesto geostrategico caratterizzato dal moltiplicarsi di focolai di crisi di crescente rilevanza e complessità.
  In particolare, per quanto riguarda la partecipazione di personale delle Forze armate, rileva che, nel continente europeo, i nostri militari continueranno ad essere presenti nei Balcani occidentali oltre che con la missione NATO denominata Joint Enterprise (scheda 1/2024), volta a dare attuazione agli accordi sul cessate il fuoco nonché a fornire assistenza umanitaria e supporto per il ristabilimento delle istituzioni civili, anche con la missione dell'Unione europea denominata EUFOR ALTHEA in Bosnia-Erzegovina (scheda 2/2024), il cui contingente è stato incrementato da 195 a 247 unità di personale. Sempre con riferimento all'Europa, la Relazione evidenzia il ruolo guida che l'Italia svolge fino a giugno 2025 nell'ambito della missione civile dell'Unione europea EULEX Kosovo (scheda 37/2024) e che, da ottobre 2024, svolgerà attraverso il Comando annuale della missione NATO in Kosovo (KFOR), ora inserita nella scheda 34/2024 in funzione dell'ottimizzazione del contributo della Difesa alle missioni civili organizzate dal Servizio europeo di azione esterna in ambito PESC-PSDC. Prosegue, poi, l'impegno italiano nell'isola di Cipro con la missione delle Nazioni Unite UNFICYP (United Nations Peacekeeping Force in Cyprus – scheda 3/2024), e la partecipazione di personale all'operazione NATO di sicurezza marittima nel Mar Mediterraneo denominata Sea GuardianPag. 21 (scheda 4/2024), nonché all'operazione dell'Unione europea EUNAVFOR MED Irini, finalizzata all'attuazione dell'embargo sulle armi imposto dall'ONU nei confronti della Libia (scheda 5/2024), la cui consistenza massima del contingente nazionale impiegato è incrementata da 406 a 459 unità di personale.
  Viene altresì confermata la partecipazione italiana alle missioni operanti nei Paesi del sud-est dell'Alleanza e nel quadrante nord-orientale. Nello specifico, oltre alla proroga della missione dell'Unione europea di assistenza militare a sostegno dell'Ucraina EUMAM Ucraina (scheda 6/2024), viene prorogata la partecipazione di personale militare italiano al dispositivo della NATO per la sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza (scheda 29/2024), a quello per la sorveglianza navale dell'area sud dell'Alleanza (scheda 30/2024) anche se la consistenza massima del contingente impiegato è ridotta da 567 del 2023 alle attuali 452 unità, al dispositivo volto a preservare l'integrità dello spazio aereo europeo dell'Alleanza (Air Policing e Air Shielding scheda 31/2024), al potenziamento della presenza della NATO nell'area sud-est dell'Alleanza (Enhanced Vigilance Activities – Forward Land Forces scheda 32/2024) la cui consistenza massima del contingente, avendo l'Italia assunto il ruolo di nazione quadro del dispositivo multinazionale in Bulgaria, è incrementata a 2.340 unità (2.120 unità lo scorso anno), e al dispositivo per la presenza in Lettonia (Enhanced Forward Presence – Forward Land Forces scheda 33/2024), il cui contingente massimo di personale autorizzato nel 2024 è ridotto dalle 370 unità del 2023 a 303 unità.
  Nel Medio Oriente, tornato ad essere epicentro di attenzione a partire dal 7 ottobre 2023, con l'attacco di Hamas nel sud di Israele e il conseguente riaccendersi del conflitto nella Striscia di Gaza, prosegue la partecipazione di personale militare alla missione delle Nazioni Unite volta alla creazione di condizioni di pace e sicurezza in Libano denominata UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon – scheda 7/2024), fissando la consistenza massima del contingente nazionale in 1.292 unità rispetto alle 1.169 unità del 2023, e la missione bilaterale di addestramento delle forze armate libanesi MIBIL (scheda 8/2024), ma con una consistenza massima del contingente impiegato di 105 unità, in diminuzione rispetto alle 190 del 2023. Viene prorogata anche la missione bilaterale di addestramento delle forze di sicurezza palestinesi (scheda 9/2024), nonché la partecipazione di personale militare alla Coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh (scheda 10/2024), alla missione NATO di sostegno al Governo iracheno denominata NATO Mission in Iraq (scheda 11/2024), alla missione degli osservatori delle Nazioni Unite per il rispetto dell'accordo sul cessate il fuoco tra India e Pakistan UNMOGIP (United Nations Military Observer Group in India and Pakistan – scheda 12/2024) e del personale militare impiegato negli Emirati Arabi Uniti, in Kuwait, in Bahrain, Qatar e a Tampa per le esigenze connesse con le missioni in Medio Oriente e Asia (scheda 13/2024).
  Passando al continente africano, la relazione sottolinea che il Nord Africa è probabilmente la regione in questo momento maggiormente contendibile e di crescente interesse per molteplici attori internazionali e, in tale regione, rivestono particolare interesse per il nostro Paese gli sviluppi in Tunisia e nella vicina Libia, Paesi verso i quali è opportuno esercitare le leve di una crescente influenza nazionale. Va peraltro ricordato che le condizioni in Nord Africa sono direttamente correlate a ciò che succede nell'Africa subsahariana, sia nella sua appendice saheliana e nel Golfo di Guinea sia nell'area orientale, che vede nella regione dei Grandi Laghi e nel Corno d'Africa delle aree da tenere sotto costante monitoraggio. Viene pertanto proposta la proroga della missione delle Nazioni Unite volta a fornire supporto alle principali istituzioni libiche e a monitorare e segnalare abusi e violazioni dei diritti umani e violazioni del diritto internazionale umanitario UNSMIL (United Nations Support Mission in Libya – scheda 14/2024) e della missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (scheda 15/2024), nell'ambito della quale rientra anche Pag. 22il personale italiano di collegamento con la missione EUBAM Libya, nonché il personale impiegato nell'ambito della Forza di Gendarmeria Europea (EUROGENDFOR). Inoltre, allo scopo di tutelare maggiormente la sicurezza e l'incolumità del personale schierato, è previsto l'impiego di assetti aerei nazionali, convenzionali e a pilotaggio remoto, nonché di mezzi navali, a supporto diretto della missione e delle relative attività nell'ambito delle unità del dispositivo nazionale Mediterraneo Sicuro (scheda 26/2024). Vengono altresì prorogate la missione bilaterale di cooperazione in Tunisia (scheda 16/2024), la missione bilaterale di formazione, addestramento e consulenza alle forze armate nigerine (scheda 17/2024), la missione delle Nazioni Unite per la preparazione di un referendum nel Sahara occidentale, denominata MINURSO (United Nations Mission for the Referendum in Western Sahara – scheda 18/2024), la partecipazione di personale militare all'organizzazione internazionale indipendente istituita per il mantenimento della pace nel Sinai MFO (Multinational Force and Observers in Egitto – scheda 19/2024), la missione di formazione dell'Unione europea volta a contribuire alla costituzione e al rafforzamento delle forze armate nazionali somale, denominata EUTM Somalia (European Union Training Mission Somalia – scheda 20/2024), la missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane, dei funzionari yemeniti e delle forze armate gibutiane (scheda 21/2024), la partecipazione di personale impiegato presso la base militare nazionale nella Repubblica di Gibuti (scheda 22/2024), la missione di formazione dell'Unione europea volta a rafforzare le capacità delle forze armate del Mozambico nel contrasto alle forze terroristiche attive nella regione di Cabo Delgado EUTM Mozambico (scheda 23/2024), la missione di partenariato militare in Niger EUMPM Niger, condotta dall'Unione europea al fine di sostenere il Niger nella lotta, nel rispetto del diritto in materia di diritti umani e del diritto internazionale umanitario, contro i gruppi terroristici armati (scheda 24/2024), nonché la missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Burkina Faso (scheda 25/2024).
  A completamento del quadro delle missioni in Africa, segnala che la partecipazione italiana alle missioni MINUSMA in Mali (scheda 18/2023) e EUCAP Sahel Mali (scheda 19/2023) si era già conclusa il 31 maggio 2023 per i noti eventi politici nel Paese e che nella medesima data si era interrotta anche la partecipazione italiana alla missione ONU in Somalia denominata UNSOM – United Nations Assistance Mission (scheda 27/2023). Per quanto riguarda invece le schede relative a EUCAP Sahel Niger (scheda 20/2023), EUCAP Somalia (scheda 26/2023) ed EUBAM Libya (scheda 16-bis/2023), queste sono ora confluite, insieme ad altre iniziative PESC-PSDC a connotazione civile in altre aree del mondo, nella già richiamata scheda 34/2024, con la funzione di ottimizzare il contributo della Difesa alle missioni civili in ambito PESC-PSDC. Sempre per quanto riguarda il continente africano, la scheda relativa alla partecipazione alla missione EUNAVFOR Atalanta (scheda 24/2023) è confluita, insieme a quella del dispositivo aeronavale nazionale per attività di presenza, sorveglianza e sicurezza nello Stretto di Hormuz nell'ambito dell'iniziativa multinazionale europea denominata EMASOH (scheda 33/2023), nella scheda 26-bis/2024 relativa alla nuova missione ASPIDES, contenuta nella delibera relativa alle nuove missioni da avviare nel 2024 (Doc. XXV n. 2, già esaminato da queste Commissioni nelle giornate del 29 febbraio e del 4 marzo 2024). Infine, viene prorogato anche l'impiego di un dispositivo aeronavale nazionale per attività di presenza, sorveglianza e sicurezza nel Golfo di Guinea (scheda 27/2024) e del dispositivo NATO a favore dei Paesi partner situati lungo il Fianco sud dell'Alleanza (Implementation of the Enhancement of the Framework for the South – scheda 28/2024).
  Per quanto riguarda, invece, le missioni delle Forze di polizia, della Guardia di finanza e del personale della Magistratura, per il periodo 1° gennaio 2024 – 31 dicembre 2024, è intendimento del Governo prorogare la partecipazione alle missioni in Pag. 23Kosovo dell'Unione europea EULEX Kosovo (European Union Rule of Law Mission in Kosovo – scheda 37/2024), delle Nazioni Unite UNMIK (United Nations Mission in Kosovo – scheda 38/2024), della missione bilaterale di cooperazione delle Forze di polizia italiane in Albania e nei Paesi dell'area balcanica (scheda 39/2024), della missione dell'Unione europea nei territori palestinesi EUPOL COPPS (European Union Police Mission for the Palestinian Territories – scheda 40/2024), della missione di assistenza alle autorità libiche nel rafforzamento delle strutture statuali preposte alla sicurezza, in particolare nei settori della gestione delle frontiere e della giustizia penale, al fine di contribuire agli sforzi per smantellare le reti della criminalità attive nel traffico di migranti, nella tratta di esseri umani e nel terrorismo denominata EUBAM LIBYA (European Union Border Assistance Mission in Libya – scheda 41/2024) e della missione bilaterale di assistenza alla Guardia costiera della Marina militare libica ed alla General Administration for Coastal Security (scheda 42/2024).
  Conclude osservando che, per lo svolgimento delle missioni di cui si propone la proroga nell'anno 2024, la consistenza massima annuale complessiva dei contingenti delle Forze armate impiegati nei teatri operativi è pari a 11.166 unità e che il corrispondente fabbisogno finanziario a carico del Ministero della difesa è pari a 1.365.148.673 euro, di cui 1.075.798.673 per obbligazioni esigibili nell'esercizio finanziario 2024 e 289.350.000 euro per obbligazioni esigibili nell'esercizio finanziario 2025. Al riguardo ricorda che per lo svolgimento delle missioni internazionali previste dalla deliberazione del Consiglio dei ministri del 1° maggio 2023, la consistenza massima annuale complessiva dei contingenti di personale delle Forze armate impiegato nei teatri operativi risultava pari a 11.495 unità, mentre il fabbisogno finanziario, per il Ministero della Difesa, ammontava complessivamente a 1.313.114.005 euro più 30 milioni per il dispositivo info-operativo dell'Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna (AISE). Ricorda anche che per lo svolgimento delle nuove missioni relative alla deliberazione del 26 febbraio 2024 (Doc XXV n. 2) la consistenza massima annuale complessiva dei contingenti delle Forze armate impiegati è pari a 834 unità, mentre il fabbisogno finanziario complessivo richiesto è di euro 45.863.901. La consistenza massima dei contingenti nazionali impiegati nelle missioni per l'anno 2024 raggiunge quindi le 12.000 unità.
  Per il 2024, inoltre, agli oneri a carico del Ministero della difesa vanno poi aggiunti 30 milioni a carico della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il mantenimento del dispositivo info-operativo dell'AISE (Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna – scheda 36/2024), 3.864.387 euro a carico del Ministero dell'interno, per le missioni delle Forze di polizia di cui alle schede da 37 a 41 del 2024, 83.897 euro a carico del Ministero della giustizia (scheda 40/2024), 18.816.279 euro a carico del Ministero dell'economia e delle finanze, per il coinvolgimento della Guardia di finanza nelle missioni di cui alle schede 39 e 42 del 2024, e 361.597.000 euro a carico del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per le attività relative alle schede da 43 a 46 del 2024. Il totale complessivo delle spese per le missioni nel 2024, dato dalla somma tra il totale delle proroghe e delle nuove missioni, è pertanto di euro 1.825.440.680 euro, di cui 1.525.440.680 euro per obbligazioni esigibili nell'esercizio finanziario 2024 e 300 milioni per obbligazioni esigibili nell'esercizio finanziario 2025, leggermente superiore al fabbisogno finanziario complessivo per la proroga delle missioni nel 2023, che ammontava a 1.779.510.23 euro.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD-IDP), pur esprimendo apprezzamento per l'ampia ed esauriente illustrazione fornita dai relatori – che sarà oggetto di un'ulteriore approfondimento attraverso il previsto ciclo di audizioni – rileva l'opportunità di menzionare, nell'ambito della scheda 45/2024, relativa alla partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per la pace e la sicurezza, il finanziamento per l'attuazione del IV Piano d'azione nazionale su «Donne, Pace e Sicurezza» 2020-2024, finalizzato a prevenire e Pag. 24rispondere agli episodi di violenza in contesti di crisi, promuovere l'empowerment femminile e la parità di genere. Si tratta, infatti, di una chiara correzione di rotta da parte del Governo, che non aveva previsto tale stanziamento nella legge di bilancio per il 2024, e che pertanto merita di essere menzionata.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) chiede chiarimenti sulla scheda 21/2024, che prevede la proroga della partecipazione di personale militare alla missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane, dei funzionari yemeniti e delle forze armate gibutiane, precisando che il Governo dovrebbe, a suo avviso, specificare, in particolare, quali funzionari yemeniti intende formare, dal momento che, allo stato attuale, nel Paese in questione operano le milizie Houthi, la cui azione sta gravemente destabilizzando tutta la regione.
  Inoltre, ritiene opportuno precisare finalità e contenuti della missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger, di cui alla scheda 17/2024, dal momento che altri alleati occidentali – in primis, Francia e Stati Uniti – stanno operando un graduale disimpegno dal Paese. Al riguardo, ricorda che, a seguito del colpo di Stato, le autorità nigerine hanno interrotto, di fatto, le relazioni con le Istituzioni sovranazionali.

  Monica CIABURRO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 12.20.