CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 13 marzo 2024
268.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VII e IX)
COMUNICATO
Pag. 27

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 13 marzo 2024. — Presidenza del presidente della VII Commissione Federico MOLLICONE. – Interviene la sottosegretaria di Stato per la cultura Lucia Borgonzoni.

  La seduta comincia alle 14.10.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 208, recante il testo unico dei servizi di media audiovisivi in considerazione dell'evoluzione delle realtà del mercato, in attuazione della direttiva (UE) 2018/1808 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 novembre 2018, di modifica della direttiva 2010/13/UE.
Atto n. 109.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  Le Commissioni proseguono l'esame dello schema di decreto, rinviato nella seduta del 12 marzo scorso.

  Federico MOLLICONE, presidente e relatore per la VII Commissione, avverte che i gruppi di Fratelli d'Italia e del Partito Democratico hanno chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche attraverso il sistema di riprese audiovideo a circuito chiuso.
  Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Avverte altresì che la V Commissione Bilancio ha formulato in data odierna i propri rilievi sullo schema di decreto in esame.

  Enzo AMICH (FDI), relatore per la IX Commissione, anche a nome del deputato Mollicone, relatore per la VII Commissione, illustra preliminarmente quella che definisce una cronistoria del lavoro svolto e che è sotteso alla proposta di parere che formulerà.Pag. 28
  Ricorda che con la legge di delegazione europea del 2019-2020 è stata conferita delega al Governo per recepire la direttiva (UE) 2018/1808 in tema di servizi media audiovisivi. Tale delega è stata esercitata con decreto legislativo n. 208 del 2021 (c.d. TUSMA), che ha abrogato e sostituito la cosiddetta legge Gasparri del 2004-2005.
  Nel presente passaggio parlamentare le Commissioni stanno esaminando lo schema di decreto legislativo correttivo del n. 208 del 2021. Aggiunge che l'esame parlamentare degli schemi di decreto legislativo è una fase importante, che la stessa Corte costituzionale reputa rilevante ai fini della ricostruzione interpretativa delle leggi.
  Su questo schema nelle scorse settimane si sono svolte numerose audizioni di soggetti interessati alla normativa: in particolare, sono stati ascoltati fornitori di servizi audiovisivi e gruppi di produzione di film, nazionali e internazionali. Su questi aspetti il confronto è proseguito anche informalmente con i gruppi parlamentari, i quali hanno fatto pervenire le loro proposte, e con i soggetti interessati nonché ancora con il Governo. La nuova proposta di parere che formulerà è in gran parte è il frutto di questo confronto. Conclude richiamando il supporto degli uffici della Camera, che ringrazia per la totale dedizione al lavoro dimostrata anche in questa occasione.
  Formula quindi una nuova proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 1).

  La sottosegretaria Lucia BORGONZONI ringrazia in primo luogo le Commissioni per il lavoro svolto ed esprime un orientamento positivo sulla proposta di parere favorevole con osservazioni dei relatori.
  Interviene poi sulla questione dell'aumento della quota italiana e della diminuzione della quota europea, su cui gli stessi giornali hanno mostrato una certa confusione. Ricorda che la quota europea ricomprende anche Turchia e Regno Unito, cavallo di Troia attraverso il quale vengono spesso commercializzate produzioni americane, e che difendere la quota italiana appare dunque necessario. Menziona il caso della Spagna, Stato che mantiene bassa la quota nazionale ma riesce a creare una compensazione con la quota italiana.
  Per quanto riguarda l'animazione, occorre fare un grande lavoro per tutelare quella italiana, specialmente in termini di diritti IP. La produzione di documentari verrà salvaguardata tramite l'istituzione di una linea dedicata all'interno del tax credit, mutando anche la modulazione degli anticipi per garantire maggiore liquidità alle piccole imprese.
  Sull'intelligenza artificiale, si definirà l'obbligo di dichiarare nei titoli di coda dei prodotti audiovisivi cosa è stato fatto grazie ad essa, perché la grande paura è quella che le nuove generazioni non abbiano più idea di cosa sia un prodotto integralmente umano. Ciò varrà specialmente per il «sopra la linea», cioè la parte artistica delle produzioni (in primis autore, sceneggiatore e regista), la quale verrà garantita tramite lo strumento del tax credit.

  Federico MOLLICONE, presidente e relatore per la VII Commissione, avverte che il gruppo MoVimento 5 stelle, il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra e il gruppo del Partito Democratico hanno presentato tre proposte alternative di parere, che sono in distribuzione (vedi allegati 2, 3 e 4).
  Avverte che in caso di approvazione della proposta di parere dei relatori, le richiamate proposte alternative risulteranno precluse e non saranno poste in votazione.

  Anna Laura ORRICO (M5S), intervenendo per illustrare la proposta alternativa di parere presentata dal gruppo del MoVimento 5 Stelle, preannuncia il voto contrario a nome del suo gruppo sulla proposta di parere elaborata dai relatori esprimendo un orientamento decisamente contrario sul provvedimento all'esame delle Commissioni. Pur apprezzando lo sforzo dei relatori, che peraltro hanno recepito solo una delle indicazioni presentate dal suo gruppo, stigmatizza anzitutto le scelte compiute in tema di tutela dei minori nonché sulla produzione cinematografica e sul tema del linguaggio.
  Con particolare riferimento in secondo luogo, all'articolo 4 del TUSMA, che reca i Pag. 29princìpi generali, viene inserito, con la lettera h), il principio del contrasto alla cancel culture, definita come «la tendenza contemporanea di distruggere o ridimensionare gli elementi o simboli della storia e della tradizione della Nazione».
  Al riguardo segnala che tale preoccupazione non è stata accompagnata da notizie di cronaca o fatti quotidiani che potessero richiedere l'adozione di provvedimenti d'urgenza, tanto da considerarla prioritaria rispetto ad altre materie che richiederebbero altrettanta celerità, come ad esempio il contrasto alla violenza sulle donne; ritiene pertanto che l'aggiunta della lettera h) appare puramente strumentale, finalizzata ad alimentare in maniera propagandistica un dibattito pubblico attorno ad un concetto apparentemente pericoloso, ma che in sostanza risulta meramente teorico e non supportato dai fatti; sarebbe, invece, considerevolmente più appropriato e prioritario inserire tra i princìpi generali del sistema dei servizi di media audiovisivi e della radiofonia la valorizzazione della rappresentazione femminile e delle sue eccellenze, nonché la promozione del riconoscimento sociale della parità di genere e il contrasto ad ogni tipologia e forma di violenza nei confronti delle donne, anche a seguito del susseguirsi di episodi di violenza verbale, quali l'utilizzo di un linguaggio aggressivo e di espressioni irrispettose, nei confronti delle professionalità femminili ospiti di trasmissioni televisive e radiofoniche e sui servizi di piattaforma per la condivisione di video.
  Riguardo al tema della tutela dei minori osserva che l'articolo 8, così come modificato dallo schema di decreto legislativo in oggetto, sostituisce il Comitato di applicazione del Codice di autoregolamentazione media e minori con un comitato consultivo interistituzionale, le cui modalità di funzionamento e partecipazione allo stesso sono definite con successivo decreto ministeriale; tale sostituzione non trova fondamento nemmeno ai sensi di quanto esposto dalla relazione illustrativa, secondo cui la ratio risiederebbe «nell'opportunità di creare un organo che renda più snello il processo di studio e ricerca sulla tematica dell'alfabetizzazione digitale, rafforzando il principio di collaborazione tra le varie amministrazioni».
  Al riguardo osserva che, mentre il precedente Comitato per l'applicazione del Codice godeva di una triplice rappresentanza (istituzioni, emittenti e utenti) ponendosi così come un importante co-attore nella vigilanza sulle violazioni del Codice a tutela dei minori, esercitando anche d'ufficio i propri poteri che potevano sfociare in una denuncia all'AGCOM con conseguente sanzione, questo impianto verrebbe superato con la modifica normativa, in quanto all'articolo 38, comma 1, viene eliminato il riferimento al suddetto Comitato in materia di vigilanza e applicazione delle sanzioni a tutela dei minori; inoltre, se la finalità della modifica è quella di snellire il processo di studio e ricerca, non si comprende come essa possa essere conseguita affidando al MIMIT, ma anche ad altri Ministeri (Cultura, Università e Istruzione) le iniziative di promozione dell'alfabetizzazione in via sperimentale, che prima collaboravano all'interno del Comitato.
  Evidenzia inoltre che l'istituendo comitato consultivo, la cui composizione resta ignota in quanto demandata ad un successivo decreto, sostituirebbe il precedente Comitato di applicazione del Codice media e minori anche per l'adozione della disciplina di dettaglio per la tutela dei minori nella programmazione audiovisiva e radiofonica, la quale verrebbe definita non solo dall'AGCOM, d'intesa con il MIMIT, sentiti l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza e il citato comitato, ma anche dall'Autorità politica con delega alla famiglia, un'aggiunta politica di cui non si comprende la ratio essendo già presente l'organismo imparziale e indipendente dell'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza.
  Per quanto concerne il Codice di autoregolamentazione a tutela dei minori, nella precedente versione del TUSMA i fornitori di servizi di media diffusi tramite qualsiasi canale o piattaforma erano obbligati ad osservare le disposizioni previste dal Codice. In altre parole, il Codice era vincolante per tutti gli operatori del settore, a Pag. 30prescindere dalla sottoscrizione dello stesso e dalla tipologia di piattaforma utilizzata; tuttavia, le modifiche apportate dalla nuova formulazione obbligherebbero ogni singolo fornitore di servizi di media diffusi tramite qualsiasi canale o piattaforma a dotarsi di un loro Codice di autoregolamentazione, facendo venire meno la vincolatività del precedente Codice e frammentando l'adozione di disposizioni a tutela dei minori; inoltre, lo stesso articolo 37, al comma 10, così come modificato, non prevederebbe più l'istituto dell'intesa con l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, la quale verrebbe, invece, sostituita dal verbo «sentire», riducendo il soggetto terzo e indipendente a mero organo consultivo e lasciando la realizzazione delle iniziative scolastiche per un uso corretto e consapevole del mezzo televisivo tutta in capo all'autorità politica (MIMIT e MIM).
  Con riferimento alla delicata questione delle quote e delle sotto quote osserva che lo schema di decreto legislativo in oggetto opera una revisione errata e limitativa del sistema delle quote e delle sotto quote relative ad obblighi di programmazione e investimento in opere europee e nazionali, la cui finalità risiede nella tutela delle industrie europee e nazionali dell'audiovisivo che devono competere nel mercato internazionale con colossi del settore, come l'industria statunitense, senza limitare, però, la libera circolazione dei servizi nel mercato unico europeo.
  Al riguardo ricorda che il mercato dell'audiovisivo italiano è composto principalmente da produttori indipendenti, ossia quelle figure professionali che si occupano della produzione e realizzazione di contenuti audiovisivi senza vincoli societari rispetto ai fornitori di servizi media audiovisivi; questi produttori lavorano spesso su produzioni a basso o medio budget, ma sono in grado di fornire prodotti di alta qualità creativa e tecnica. La figura del produttore audiovisivo indipendente in Italia ha sempre rappresentato una vera occasione di sviluppo per l'industria audiovisiva, poiché dev'essere in grado di trovare risorse e incentivi economici e deve avere una buona conoscenza del mercato e delle esigenze del pubblico.
  In proposito segnala che in Francia e in Portogallo sono previste quote pari al 20 per cento e che recentemente anche la Germania, proprio sull'esempio dell'Italia ha previsto un sistema di quote che rappresenta un'importante forma di tutela per la produzione nazionale.
  Con riferimento alla riforma del tax credit, citata anche dalla sottosegretaria Borgonzoni evidenzia come tale intervento non prevede risorse finanziarie neanche per i richiamati settori dei documentari e dell'animazione.
  Si chiede, infine, se il Governo e la maggioranza vogliano davvero tutelare le produzioni italiane e se invece di «Fratelli d'Italia», da oggi, non sarà piuttosto opportuno parlare di «Fratelli di Hollywood».
  Per le ragioni esposte preannuncia il voto contrario del Movimento Cinque Stelle sulla proposta di parere predisposta dai relatori.

  Irene MANZI (PD-IDP) illustra sinteticamente la proposta alternativa di parere presentata dal gruppo del partito democratico evidenziando come la proposta elaborata dai relatori non contenga alcuni elementi che il suo gruppo giudica irrinunciabili, a cominciare dalla questione dell'aggiornamento della definizione di produttore indipendente che tenga conto dell'attuale contesto tecnologico e di mercato per i quali andrebbero previsti appositi meccanismi di sostegno al fine di rafforzarne le capacità di investimento anche al fine di rendere il mercato più pluralista competitivo e innovativo. Ritiene altresì irrinunciabile che siano introdotte ulteriori misure di sostegno pubblico come il tax credit e le agevolazioni per gli investimenti in ricerca e innovazioni per contribuire alla crescita della quantità e della diversità culturale e produttiva delle opere. Richiama altresì l'importanza che sia prevista un'adeguata valorizzazione della rappresentazione femminile delle sue eccellenze anche al fine di garantire una più aderente rappresentazione della realtà sociale e favorire il riconoscimento di effettiva parità nonché una Pag. 31maggiore attenzione sulla violenza di genere il ruolo dei media nella creazione di una cultura del rispetto. Nel condividere i dubbi della collega Orrico sull'effettiva volontà del Governo e della maggioranza di difendere le produzioni nazionali cosiddette del «made in Italy» preannuncia il voto contrario del gruppo del Partito democratico sulla proposta di parere elaborata dai relatori.

  Elisabetta PICCOLOTTI (AVS) preannuncia il voto contrario a nome del suo gruppo sulla proposta di parere elaborata dai relatori evidenziando come le osservazioni avanzate dal suo gruppo non siano state tenute nella debita considerazione. Nel condividere gli interventi dei colleghi fin qui intervenuti, evidenzia come nella proposta di parere dei relatori non siano neanche state tenute in considerazioni le criticità emerse nel corso delle audizioni svolte a cominciare dalla questione delicata della definizione di produttore indipendente che viene rinviata ad un momento successivo. Nello stigmatizzare come la maggioranza non abbia colto l'occasione per risolvere le numerose criticità rileva come si renda manifesta piuttosto la volontà di impedire il rafforzamento dei produttori indipendenti. Più in generale ritiene che siano incomprensibili le scelte relative alla cosiddetta cancel culture questione che non esiste in Italia e che rappresenta, evidentemente, un tema del tutto ideologico. Stigmatizza al contrario il fatto che si faccia scomparire il tema del contrasto alla violenza di genere e le discriminazioni ricordando come il femminicidio rappresenti una piaga nazionale sulla quale la maggioranza avrebbe dovuto dare un segnale forte. Giudica altresì grave la prevista sostituzione del Comitato per la tutela dei minori con un nuovo organismo cui sono attribuiti compiti assai diversi riducendo altresì i poteri di vigilanza e di intervento.
  Al riguardo giudica sbagliata la scelta di affidarsi ad un comitato interistituzionale che non garantisce alcuna terzietà di giudizio e che manca il dovuto riferimento alla carta di Treviso, parte integrante del Codice di tutela dei minori. Osserva, oltretutto, come l'obbligo per tutti i produttori di adottare un proprio codice di autoregolamentazione faccia venire meno l'effettività della tutela apprestata per i soggetti minori.
  Dichiara, altresì, di non condividere le norme relative alla richiesta di rettifica che complicano notevolmente il lavoro delle redazioni aumentando il rischio di querele temerarie non essendo oltretutto previsto l'obbligo di trasmettere i comunicati pubblici.
  Con riferimento alla questione del servizio pubblico evidenzia come, di fatto, riducendo dal 7 al 6 per cento il limite di affollamento pubblicitario, venga inferto un colpo non banale al bilancio della Rai, oltre alla recente riduzione del canone. Pertanto, nel chiedersi se effettivamente la maggioranza sia diventata quella dei «Fratelli di Hollywood», come osservato dalla collega Orrico, ritiene che certamente rappresenti oggi i «Fratelli di Mediaset».
  Ribadisce pertanto il parere contrario a nome del suo gruppo sulla proposta di parere dei relatori.

  Valentina GRIPPO (AZ-PER-RE) ringrazia i colleghi relatori e la sottosegretaria Borgonzoni perché il parere di maggioranza oggi presentato si mostra assai diverso da quello originale, grazie al lavoro comune di ascolto su istanze che rappresentano gli interessi delle diverse categorie che operano nel comparto della produzione di media audiovisivi. Fa poi presente che la sua forza politica aveva preparato una proposta di parere, che ha poi scelto di non presentare per dare un segnale di collaborazione. In ogni modo, preannunzia che essa si asterrà dal voto.
  Manifesta soddisfazione per l'intervento effettuato sul meccanismo delle quote: strumento che nessuno astrattamente vorrebbe, ma che pure appare ancora necessario. D'altro canto, bisogna che l'Italia sia un Paese competitivo, in grado di attrarre investimenti: dunque le semplificazioni introdotte sugli articoli 52 e seguenti sono utili, anche se vi è un eccessivo rinvio a decreti attuativi.
  Considera poi inopportuni i richiami al contrasto della cancel culture, che si traducono in un vero e proprio atto di indirizzoPag. 32 editoriale, andando oltre la competenza delle Commissioni.
  Infine, plaude alla valorizzazione del tax credit come strumento di politica culturale, ricordando peraltro che pochi mesi fa il Ministro parlava degli sprechi nel cinema e della necessità di tagliare risorse, mentre bisognerebbe dare certezze di lungo periodo ai produttori.

  Roberto GIACHETTI (IV-C-RE) chiede alla Presidenza quale sia il tempo concesso ai deputati per svolgere le dichiarazioni di voto sul provvedimento in esame. Preannuncia quindi l'astensione dal voto, a nome del suo gruppo, sulla proposta di parere elaborata dai relatori.

  Le Commissioni approvano la proposta di parere favorevole con osservazioni dei relatori (vedi allegato 1).

  Federico MOLLICONE, presidente, dichiara conseguentemente precluse le proposte alternative di parere dei gruppi MoVimento 5 stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico (vedi allegati 2, 3 e 4).

  La seduta termina alle 14.55.