CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 12 marzo 2024
267.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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AUDIZIONI INFORMALI

  Martedì 12 marzo 2024.

Audizione informale di Giovanna De Minico, professoressa di diritto costituzionale presso l'Università Federico II di Napoli, di Sandro Staiano, professore di diritto costituzionale presso l'Università Federico II di Napoli e di Giovanni Guzzetta, professore di diritto pubblico presso l'Università Tor Vergata di Roma (in videoconferenza), nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 1665, approvato dal Senato, recante «Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione»

  L'audizione informale è stata svolta dalle 10.05 alle 11.30.

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COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

  Martedì 12 marzo 2024. — Presidenza del presidente Luca SBARDELLA.

  La seduta comincia alle 14.50.

DL 4/2024 Disposizioni urgenti in materia di amministrazione straordinaria delle imprese di carattere strategico.
Emendamenti C. 1759 Governo, approvato dal Senato.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Nulla osta).

  Il Comitato inizia l'esame degli emendamenti presentati in Assemblea al provvedimento.

  Luca SBARDELLA, presidente e relatore, dopo aver dato conto delle sostituzioni, fa presente che il Comitato è chiamato a esaminare, ai fini del parere all'Assemblea, il fascicolo n. 1 degli emendamenti riferiti al disegno di legge C. 1759 e segnala, in qualità di relatore, come le predette proposte emendative non presentino criticità per quanto concerne il riparto di competenze legislative tra Stato e regioni ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione. Propone pertanto di esprimere su di essi nulla osta.

  Il Comitato approva la proposta di nulla osta formulata dal relatore.

Interventi in materia di sicurezza stradale e delega per la revisione del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.
Emendamenti C. 1435-A Governo e abb.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Nulla osta).

  Il Comitato inizia l'esame degli ulteriori emendamenti presentati in Assemblea al provvedimento.

  Luca SBARDELLA, presidente, fa presente che il Comitato è chiamato a esaminare, ai fini del parere all'Assemblea, il fascicolo n. 2 degli emendamenti riferiti al disegno di legge C. 1435-A e abbinati.

  Edoardo ZIELLO (LEGA), relatore, rileva che le predette proposte emendative non presentano criticità per quanto concerne il riparto di competenze legislative tra Stato e regioni ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione. Propone pertanto di esprimere nulla osta.

  Il Comitato approva la proposta di nulla osta formulata dal relatore.

  La seduta termina alle 14.55.

SEDE REFERENTE

  Martedì 12 marzo 2024. — Presidenza del presidente Nazario PAGANO. – Intervengono il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli e la sottosegretaria di Stato per i rapporti con il Parlamento, Giuseppina Castiello.

  La seduta comincia alle 14.55.

Modifiche alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1, recante Statuto speciale della Regione Friuli-Venezia Giulia.
C. 976 cost. Consiglio regionale Friuli-Venezia Giulia.
(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 28 febbraio 2024.

  Nazario PAGANO, presidente, ricorda che nell'ultima seduta, dopo che la Presidenza aveva dato conto della conclusione dell'esame delle proposte emendative e dei pareri pervenuti, l'onorevole Alfonso Colucci aveva sollevato alcune obiezioni circa la compatibilità con la legge costituzionale n. 2 del 2001 e con l'articolo 138 della Costituzione, del procedimento legislativo in corso, e segnatamente del conferimento del mandato alla relatrice – che in quell'occasione la Commissione si apprestava a deliberare – sulla proposta di legge costituzionale in esame, presentata dalla regionePag. 15 Friuli Venezia Giulia e il cui testo è stato modificato a seguito dell'approvazione di proposte emendative.
  Ricorda in particolare che nella citata seduta l'onorevole Alfonso Colucci aveva richiamato il precedente dell'esame presso il Senato, nel corso della XVII legislatura, della proposta di legge costituzionale, poi divenuta legge costituzionale n. 1 del 2016, di modifica dello Statuto speciale della regione Friuli-Venezia Giulia, ricordando che all'epoca presso la Commissione Affari costituzionali dell'altro ramo del Parlamento si valutò se acquisire sul testo modificato in Commissione il parere del Consiglio regionale interessato.
  Fa presente che a seguito del rilievo avanzato dall'onorevole Alfonso Colucci è stato effettuato un approfondimento, dal quale risulta, in primo luogo, che nel corso della XVII legislatura, e precisamente nel corso dell'esame presso la Commissione Affari costituzionali del Senato dei disegni di legge costituzionale recanti modifiche alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1 (A.S. 1289, d'iniziativa del Consiglio regionale, e abbinata), prima del conferimento del mandato al relatore, si era svolto un breve dibattito circa la necessità, a seguito delle modifiche introdotte dalla Commissione, di trasmettere il testo al Consiglio regionale per l'acquisizione di un parere, in ossequio al principio di leale collaborazione e al fine di non correre il rischio per le Regioni di subire una modifica statutaria non preventivamente concordata (seduta della 1a Commissione del Senato del 6 maggio 2015). In secondo luogo, risulta che la Commissione Affari costituzionali del Senato aveva poi conferito, nella medesima seduta in cui si era svolto il citato dibattito, il mandato al relatore a riferire in Assemblea, ritenendosi quindi alla fine che vi fosse da parte del Parlamento una competenza piena nell'approvazione delle leggi costituzionali per l'adozione degli Statuti speciali. Successivamente, a seguito della trasmissione alla Camera del disegno di legge costituzionale approvato dal Senato (A.C. 3224), nel corso dell'esame in sede referente presso la Commissione Affari costituzionali, il sottosegretario Bressa aveva rilevato, con riferimento all'iter del provvedimento presso l'altro ramo del Parlamento, come, dopo le modifiche apportate dalla 1a Commissione del Senato, la Presidente della Commissione medesima, la senatrice Anna Finocchiaro, avesse sentito l'esigenza di proporre alla Commissione di trasmettere il testo modificato al Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia affinché ne avesse contezza e come il Consiglio, nella seduta del 9 settembre 2015, avesse approvato una mozione nella quale, nel prendere atto del testo modificato dal Senato, aveva affermato l'esigenza di una modifica della procedura di revisione dello Statuto da varare senza indugio (seduta della I Commissione della Camera del 27 gennaio 2016). Evidenzia quindi che, sulla base delle verifiche effettuate presso gli uffici della 1a Commissione del Senato, non risulta una trasmissione formale del testo del disegno di legge costituzionale A.S. 1124, come modificato dagli emendamenti, al Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia. In merito, la mozione del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia richiamata dal sottosegretario Bressa (mozione n. 145 del 9 settembre 2015) – considerato l'iter presso il Senato del disegno di legge costituzionale di modifica dello Statuto e delle modifiche introdotte – segnalava in particolare le carenze delle procedure attuali per un nuovo pronunciamento del Consiglio regionale sulle modifiche statuarie intervenute nell'iter parlamentare. Fa presente che, dalla ricostruzione sopra riportata del precedente richiamato dall'onorevole Colucci, emerge quindi come de iure condito non vi siano elementi ostativi alla deliberazione del mandato alla relatrice a riferire in Assemblea sulla proposta di legge costituzionale oggi all'esame della Commissione, in considerazione del fatto che la consultazione del Consiglio regionale interessato sulle modifiche introdotte nel corso dell'esame parlamentare non può considerarsi una fase indefettibile e necessaria del procedimento di approvazione delle leggi costituzionali di modifica degli statuti delle regioni a statuto speciale. Sottolinea che, diversamente, si realizzerebbe una forma «pattizia» del procedimento di approvazione di tali leggi costituzionaliPag. 16 che non trova alcun riscontro né nell'articolo 138 della Costituzione, che non prevede alcun procedimento speciale per le modifiche agli Statuti delle regioni a statuto speciale rispetto a quello previsto per le altre leggi costituzionali, né nella legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1, recante lo Statuto speciale della regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, come modificata dalla legge costituzionale n. 2 del 2001 richiamata dallo stesso onorevole Colucci.
  Con riferimento al predetto Statuto fa notare che l'articolo 63, dopo aver precisato che l'iniziativa per le modificazioni appartiene anche al Consiglio regionale, prevede solo che «i progetti di modificazione del presente Statuto di iniziativa governativa o parlamentare sono comunicati dal Governo della Repubblica al Consiglio regionale, che esprime il suo parere entro due mesi».
  Conclude evidenziando che nello Statuto non è quindi contemplata alcuna disposizione che preveda la trasmissione al Consiglio regionale, ai fini di un parere, delle modificazioni alle proposte di legge di modifica dello Statuto, sia qualora tali proposte di legge siano presentate dal medesimo Consiglio regionale – come nel caso della proposta di legge oggi in esame (e in quello della XVII legislatura) – sia nel caso in cui esse provengano dal Governo o da membri del Parlamento.
  Ciò premesso, chiede quindi se vi sono interventi in sede di dichiarazione di voto sul conferimento del mandato alla relatrice, onorevole Bordonali, a riferire in Assemblea.

  Alfonso COLUCCI (M5S), nel ringraziare il Presidente per la ricostruzione proposta, evidenzia che tutti gli argomenti evidenziati, con particolare riferimento al contenuto dell'articolo 63 dello Statuto speciale, dovrebbero condurre a una soluzione opposta rispetto a quella profilata dal Presidente, ovvero alla sospensione dei lavori in attesa di acquisire il parere del Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia e a stabilire, successivamente, se tale parere abbia natura solo obbligatoria o anche vincolante. Rammenta, infatti, che il provvedimento all'esame della Commissione, di iniziativa del Consiglio regionale, è stato modificato con l'approvazione di un emendamento di iniziativa parlamentare, che rappresenta un elemento novativo rispetto alla proposta del Consiglio regionale.
  Per quanto attiene alla negazione della natura pattizia delle norme che approvano e modificano gli statuti speciali, evidenzia una insanabile contraddizione nelle posizioni della maggioranza che, da un lato, nega tale natura quando si tratta delle modifiche allo statuto del Friuli-Venezia Giulia, ma, dall'altra e contemporaneamente, introduce un regime pattizio per l'attuazione dell'autonomia differenziata prevista dall'articolo 116, terzo comma, della Costituzione. Invita dunque la maggioranza a decidere se debba prevalere un sovranismo centralizzatore, che fa sì che lo Statuto della regione Friuli-Venezia Giulia possa essere modificato dal Parlamento senza interloquire con il Consiglio regionale, ovvero se debba prevalere il localismo autonomistico della Lega, che invece richiede intese pattizie per le devoluzioni relative all'autonomia differenziata.

  Gianni CUPERLO (PD-IDP), nel condividere le obiezioni avanzate dall'onorevole Alfonso Colucci, preannuncia, laddove la maggioranza intenda comunque procedere al conferimento del mandato alla relatrice, il voto contrario del Partito democratico e ne enuncia le motivazioni. Evidenzia anzitutto come il legislatore sia da tempo dinanzi a un duplice problema: come distribuire risorse, poteri e risorse finanziarie e umane tra i livelli di Governo e come garantire a territori anche vasti un principio effettivo di rappresentanza dopo una serie di riforme – da quella delle province alle leggi elettorali di Camera e Senato per arrivare al taglio dei parlamentari – che hanno inciso sulla rappresentanza stessa. In merito, ribadisce – anche al Ministro Calderoli – la piena disponibilità del Partito democratico a una riflessione condivisa sulle possibili soluzioni per colmare le lacune degli ultimi anni e ricorda i contenuti di una legge regionale del Friuli-Venezia Giulia, approvata quando la Presidente della regione era l'onorevole Serracchiani, che Pag. 17operava un riassetto di deleghe di funzioni attraverso l'istituzione di enti intermedi di coordinamento tra più comuni (UTI, Unioni Territoriali Intercomunali), con competenze sulla manutenzione stradale piuttosto che sulla gestione del personale. Ritiene che tale legge sia emblematica del fatto che il Partito democratico non è pregiudizialmente contrario a intervenire sulla materia dei cosiddetti enti di area vasta.
  Sottolinea infatti che l'odierna contrarietà è motivata dalla logica irricevibile della riforma, che prende le mosse dall'elezione diretta dei vertici degli enti intermedi, rinviando a una legge regionale successiva la determinazione delle funzioni che i medesimi enti dovranno assolvere, e non – come sarebbe corretto per realizzare il decentramento – dalla preliminare definizione dei ruoli, delle funzioni e delle risorse che si intendono delegare. Ritiene che il provvedimento all'esame della Commissione creerà confusione nelle competenze, oltre a una moltiplicazione delle poltrone.
  Infine, manifesta la contrarietà del suo gruppo su un ulteriore profilo del provvedimento, relativo alla modifica dell'articolo 12 dello Statuto speciale in tema di referendum sulle leggi elettorali regionali. Fa presente che a seguito dell'approvazione di un emendamento dei colleghi della Lega, infatti, il testo prevede ora il diritto della maggioranza di turno di modificare la legge elettorale senza un referendum confermativo, che invece attualmente è previsto quando la legge elettorale sia approvata dalla maggioranza assoluta dei componenti del consiglio regionale e ne faccia richiesta un cinquantesimo degli elettori o un quinto dei consiglieri regionali. Togliendo questa previsione dallo Statuto, l'emendamento rinvia a una legge regionale la disciplina del referendum, che potrà dunque essere nella disponibilità della maggioranza regionale, predisposta su misura di un interesse di parte. Ipotizza che anche questa mossa rientri nel gioco interno alla maggioranza di Governo sull'ipotesi del terzo mandato e stigmatizza il fatto che questa misura, che sovverte le regole ed i contrappesi attuali, sia introdotta in occasione del 60° anniversario dello Statuto di autonomia del Friuli-Venezia Giulia.
  Nel ribadire la disponibilità del Partito democratico al confronto nel merito delle riforme possibili, non condividendo modalità e logica ispiratrici del provvedimento, ribadisce il voto contrario del proprio gruppo.

  Filiberto ZARATTI (AVS), nel considerare del tutto fondate le considerazioni svolte dal collega Alfonso Colucci nella scorsa seduta, rileva come il chiaro riferimento al contenuto dell'articolo 63 dello Statuto speciale della regione autonoma Friuli Venezia Giulia contenuto nelle dichiarazioni del presidente abbia poi condotto la medesima presidenza a conclusioni illogiche oltre che prive di fondamento. Richiama quindi i contenuti delle dichiarazioni del Presidente in cui si fa notare che l'articolo 63, dopo aver precisato che l'iniziativa per le modificazioni appartiene anche al Consiglio regionale, prevede solo che «i progetti di modificazione del presente Statuto di iniziativa governativa o parlamentare sono comunicati dal Governo della Repubblica al Consiglio regionale, che esprime il suo parere entro due mesi». Nell'evidenziare quindi la chiarezza della norma in merito alla procedura da seguire, dichiara di non comprendere per quali ragioni il Presidente sia giunto alla illogica e incongrua conclusione che «non è quindi contemplata alcuna disposizione che preveda la trasmissione al Consiglio regionale, ai fini di un parere, delle modificazioni alle proposte di legge di modifica dello Statuto». Ritiene che in maniera analoga la gran parte dei cittadini italiani, a patto che si interessino all'argomento, troverebbe incomprensibile la conclusione cui è giunta la presidenza, che invita ad una maggiore riflessione, sollecitando un supplemento di studio e di fantasia per motivare meglio il diniego alla trasmissione del testo al Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. Rivolgendosi in particolare al Ministro Calderoli, rileva come, alla luce dell'interpretazione fornita dal Presidente Pagano, si debba concludere che Parlamento e Governo possono fare ciò che vogliono degli Statuti delle regioni a statuto speciale, compresoPag. 18 approvarli in una nuova formulazione senza ascoltare il parere del Consiglio regionale interessato. Pur consapevole del fatto che siamo in una fase di riforme e di innovazioni creative, suggerisce una maggiore prudenza con riguardo al settore specifico di intervento, rilevando come la creatività possa rivelarsi in politica una cattiva consigliera. Nel ribadire che la richiesta del collega Alfonso Colucci di acquisire il parere del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia appare del tutto in linea con le norme costituzionali oltre che con il buonsenso politico, fa presente che sull'argomento non vi è alcun intento ostruzionistico, dal momento che si parla di Statuti di regioni a statuto speciale, che sostiene fortissimamente. Sottolinea in particolare di non concordare con le considerazioni del collega Cuperlo, dichiarando che se i cosiddetti enti intermedi sono previsti dalla norma, allora essi devono essere eletti direttamente dai cittadini, non potendo condividere in alcun modo la soluzione di una forma elettorale di «secondo grado» in cui elettorato attivo e passivo coincidono. Nel rilevare come sarebbe proprio quest'ultima soluzione a determinare un sistema «partitocratico», fa presente che la democrazia ha i suoi costi e che diminuire il numero delle cariche eleggibili significa restringere gli ambiti di espressione dei cittadini e i loro margini di partecipazione. Considera doveroso un supplemento di riflessione sugli enti intermedi, sulle loro funzioni e sulle risorse a essi destinati, rammentando il significativo contributo che essi hanno dato per esempio in materia di viabilità locale, di edilizia scolastica, di tutela dell'ambiente e di programmi di area vasta. In conclusione, nel sottolineare la necessità di salvaguardare l'autonomia vera delle regioni, ritiene che su tale materia non si possa giocare su due tavoli diversi, con regole contrapposte, tanto più in un Paese democratico e di grande tradizione come l'Italia e soprattutto da parte di un partito che a livello nazionale conta poco più del 3 per cento.

  Simona BONAFÈ (PD-IDP), richiamando le motivazioni del voto contrario del suo gruppo, come esplicitate dall'onorevole Cuperlo, sottolinea la contraddizione tra l'iter parlamentare del provvedimento in esame e quello del provvedimento sull'autonomia differenziata. Chiede quindi al Ministro Calderoli se non percepisca anch'egli la contraddizione tra il disegno di legge sull'autonomia differenziata – che prevede il ruolo secondario se non superfluo del Parlamento nel procedimento che porta attraverso le intese a delegare materie alle regioni – e il provvedimento in esame di modifica dello Statuto del Friuli-Venezia Giulia, nel quale si consente al Parlamento di modificare liberamente la proposta del Consiglio regionale, senza neanche interpellarlo.

  Nazario PAGANO, presidente, dà conto delle sostituzioni.

  La Commissione delibera di conferire il mandato alla relatrice, onorevole Bordonali, a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento in esame, come modificato a seguito dell'approvazione di proposte emendative. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Nazario PAGANO, presidente, avverte che la Presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

Disposizioni in materia di conflitti di interessi e delega al Governo per l'adeguamento della disciplina relativa ai titolari delle cariche di governo locali e ai componenti delle autorità indipendenti di garanzia, vigilanza e regolazione, nonché disposizioni concernenti il divieto di percezione di erogazioni provenienti da Stati esteri da parte dei titolari di cariche pubbliche.
C. 304 Conte.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 21 febbraio 2023.

  Nazario PAGANO, presidente, comunica che il 7 marzo scorso è scaduto il termine Pag. 19per la presentazione di proposte emendative alla proposta di legge e che ne sono state presentate 82 (vedi allegato). Ricorda quindi che, a norma dell'articolo 89 del Regolamento, sono inammissibili le proposte emendative relative ad argomenti affatto estranei all'oggetto della discussione.
  Considerato che il provvedimento in esame, oltre a incidere sul divieto di percezione di erogazioni provenienti da Stati esteri da parte dei titolari di cariche pubbliche, reca disposizioni in materia di conflitto di interessi per i titolari di cariche di governo statali, regionali o locali, nonché per il presidente e i componenti delle autorità indipendenti di garanzia, vigilanza e regolazione, annuncia che la presidenza ritiene inammissibile per estraneità di materia l'emendamento Boschi 7.5, in quanto estende l'obbligo di astensione ai deputati e ai senatori componenti di commissioni parlamentari d'inchiesta che partecipano alle sedute aventi ad oggetto temi e argomenti che riguardino, ovvero siano riconducibili, ad attività dagli stessi svolte, a qualsiasi titolo, prima dell'assunzione del mandato parlamentare, stabilendosi in caso di violazione che il Presidente della Camera proceda alla sostituzione. Con riferimento a tale proposta emendativa, fa altresì presente che essa presenta dubbi di legittimità costituzionale in relazione ai principi dell'ordinamento parlamentare e in particolare allo status del parlamentare che non può essere definito con legge.
  Comunica quindi che il termine per la richiesta di riesame della proposta emendativa, che incide sull'articolo 7, è fissato alle ore 16.30 della giornata odierna.
  In assenza di richieste di intervento sul complesso delle proposte emendative, invita il relatore, onorevole Paolo Emilio Russo, a esprimere il parere sulle proposte emendative presentate.

  Paolo Emilio RUSSO (FI-PPE), relatore, fa presente che il Governo ha comunicato di non aver completato l'istruttoria sulle proposte emendative e di non essere conseguentemente in condizione di esprimere i propri pareri. Chiede pertanto di rinviare l'esame del provvedimento ad una successiva seduta.

  Nazario PAGANO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, preso atto della richiesta del relatore, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.30.