CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 7 febbraio 2024
247.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
Pag. 105

AUDIZIONI INFORMALI

  Mercoledì 7 febbraio 2024.

Audizione informale, in videoconferenza, nell'ambito dell'esame della proposta di legge C. 304 Conte, recante disposizioni in materia di conflitti di interessi e delega al Governo per l'adeguamento della disciplina relativa ai titolari delle cariche di governo locali e ai componenti delle autorità indipendenti di garanzia, vigilanza e regolazione, nonché disposizioni concernenti il divieto di percezione di erogazioni provenienti da stati esteri da parte dei titolari di cariche pubbliche, di Andrea Pertici, professore di diritto costituzionale presso l'Università degli studi di Pisa.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 14.15 alle 14.35.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 7 febbraio 2024. — Presidenza del vicepresidente Riccardo DE CORATO. – Pag. 106Interviene il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli.

  La seduta comincia alle 14.35.

Modifiche alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1, recante Statuto speciale della Regione Friuli-Venezia Giulia.
C. 976 cost. Consiglio regionale Friuli-Venezia Giulia.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 31 gennaio 2024.

  Riccardo DE CORATO, presidente, dopo aver dato conto delle sostituzioni, ricorda che la Commissione, nella precedente seduta, ha esaminato tutte le proposte emendative presentate, fatta eccezione per l'articolo aggiuntivo Iezzi 2.01, del quale era stato disposto l'accantonamento. Chiede quindi alla relatrice se si possa procedere alla votazione dell'articolo aggiuntivo Iezzi 2.01 e, in tal caso, quale sia il relativo parere.

  Simona BORDONALI (LEGA), relatrice, esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Iezzi 2.01 dichiarando che si può dunque procedere alla sua votazione.

  Il Ministro Roberto CALDEROLI esprime un parere conforme a quello della relatrice.

  Alfonso COLUCCI (M5S) interviene in dichiarazione di voto sulla proposta emendativa, preannunciando il voto favorevole del suo gruppo sull'articolo aggiuntivo Iezzi 2.01. Ritiene infatti che la proposta emendativa rappresenti un passo in avanti rispetto alla formulazione del provvedimento, che risulta in generale privo di qualsiasi considerazione della volontà delle popolazioni interessate dalla riforma. Valuta quindi positivamente la previsione di un referendum sulla legge regionale che sarà eventualmente approvata, volto a dare finalmente spazio alla volontà dei cittadini, in generale mortificata dal complesso della proposta di legge costituzionale.

  La Commissione approva l'articolo aggiuntivo Iezzi 2.01 (vedi allegato 1).

  Riccardo DE CORATO, presidente, avverte che si è così concluso l'esame delle proposte emendative e che il testo della proposta di legge, come modificata, sarà trasmesso alle Commissioni competenti in sede consultiva. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Modifica all'articolo 5 della legge 3 marzo 1951, n. 178, in materia di revoca delle onorificenze dell'Ordine al merito della Repubblica italiana.
C. 110 Panizzut, C. 883 Rizzetto e C. 886 Rampelli.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 24 gennaio 2024.

  Riccardo DE CORATO, presidente, ricorda che nella seduta del 1° febbraio 2024 si è concluso il ciclo di audizioni programmato. Avverte quindi che nella seduta odierna si procederà alla discussione generale e all'adozione del testo base.
  Constatato che nessuno chiede di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare e chiede al relatore se è nelle condizioni di proporre un testo base.

  Alessandro URZÌ (FDI), relatore, a seguito di un'interlocuzione con i firmatari delle tre proposte di legge in esame, deposita un testo unificato delle tre proposte (vedi allegato 2), che propone di adottare come testo base per il prosieguo dell'esame.

  Federico FORNARO (PD-IDP), nel riservarsi di riflettere sui contenuti del testo unificato, fa presente tuttavia che il «nocciolo duro» dell'intervento normativo già presente nelle tre proposte di legge in esame viene sostanzialmente ripreso nella proposta di testo unificato del relatore. Richiama a tale proposito la questione già sollevata in ordine alla discrepanza tra il testo di legge, Pag. 107che è erga omnes, e la relazione di accompagnamento delle tre proposte di legge che fa chiaramente riferimento a una specifica personalità. Rileva in conclusione che per quanto gli consta il testo unificato non è invece accompagnato da una relazione illustrativa, chiedendone al contempo conferma al presidente.

  Riccardo DE CORATO, presidente, fa presente che non è previsto che le proposte di testo unificato debbano essere corredate da relazione illustrativa.

  Alessandro URZÌ (FDI), relatore, nel ritenere che la precisazione del Presidente sia stata chiara, tiene a far presente che è comunque implicito il riferimento alle relazioni illustrative che accompagnano le tre proposte di legge in esame. Per essere ancora più chiaro in merito a dubbi espressi dai colleghi, nel ribadire il carattere di universalità dell'intervento normativo, fa presente tuttavia che esiste una chiara ispirazione che ha indirizzato i proponenti. Aggiunge a tale proposito che le stesse audizioni si sono concentrate sui drammatici fatti legati ai massacri delle foibe e all'esodo conseguente, verificatisi al confine orientale del Paese, e alle personalità che tali fatti hanno determinato. Ritiene quindi di aver spiegato in maniera sufficiente la propria posizione e la ratio del testo che a suo parere ben si giustifica e che richiede una rapida approvazione, considerato il filo rosso che lo lega al giorno del ricordo, la cui celebrazione è prevista per il prossimo 10 febbraio.

  Gianni CUPERLO (PD-IDP), valutando come un passo avanti la presentazione da parte del relatore di una proposta di testo unificato, avanza una domanda che potrebbe apparire incongrua. Precisato che non ha contrarietà nei confronti del contenuto del provvedimento, rileva tuttavia che l'articolo 1 risponde a criteri generici, senza stabilire quale sia la fonte per individuare l'eventuale commissione di crimini crudeli. Chiede quindi se esista la disponibilità a ragionare sulle considerazioni di merito svolte dalle opposizioni e a valutare alcune proposte emendative integrative e chiarificatrici del contenuto, anche in ragione della necessità odierna di esprimere un voto in ordine all'adozione del testo base.

  Filiberto ZARATTI (AVS) prende atto del fatto che il testo unificato non reca una relazione illustrativa.

  Alessandro URZÌ (FDI), relatore, interviene per chiarire che si può fare riferimento alle relazioni delle proposte di legge C. 110. C. 883 e C. 886.

  Filiberto ZARATTI (AVS) chiede chiarimenti in merito, rilevando che mentre le tre diverse relazioni di accompagnamento delle proposte di legge fanno riferimento a una vicenda storica specifica, l'articolato proposto dal relatore si presenta come avente una portata generale. Sottolinea che molte sono le vicende storiche che potrebbero essere richiamate per giungere alla conseguenza di revocare una onorificenza, ricordando in particolare come anche Mussolini abbia indubbiamente commesso crimini contro l'umanità. Ciò per evidenziare l'esigenza che le relazioni di accompagnamento di una modifica legislativa siano congrue con il suo contenuto. Si associa quindi alle considerazioni dell'onorevole Cuperlo circa l'esigenza di meglio definire e circoscrivere il concetto di crimini crudeli che, diversamente dai crimini contro l'umanità, non hanno una specifica codificazione. Si chiede poi se sia necessaria una sentenza per accertare la commissione di tali crimini e, in tal caso, chiede quale sia l'autorità giudiziaria che deve pronunciarla, se un'autorità nazionale o un tribunale internazionale. Se ciò non fosse richiesto, la decisione sulla revoca sarebbe rimessa a una valutazione discrezionale e alla diversa opinione che ciascuno può avere dei fatti storici. Ribadisce dunque la richiesta alla maggioranza di una più stretta definizione del concetto di crimine crudele di cui all'articolo 1 della proposta di testo unificato: teme infatti che un concetto eccessivamente ampio potrebbe ricomprenderePag. 108 un po' di tutto, anche la condotta di colui che investe un cane per strada.

  Massimiliano PANIZZUT (LEGA), interrompendo l'intervento dell'onorevole Zaratti, stigmatizza veementemente il fatto che egli abbia paragonato all'investimento di un animale i crimini commessi nei confronti di esseri umani, tra i quali alcuni componenti della sua famiglia.

  Filiberto ZARATTI (AVS) invita l'onorevole Panizzut a tacere e dichiara che dovrebbe vergognarsi di averlo interrotto fraintendendo le sue parole.

  Riccardo DE CORATO, presidente, invita tutti a mantenere la calma e l'onorevole Zaratti a svolgere il suo intervento.

  Massimiliano PANIZZUT (LEGA) ribadisce con veemenza che l'onorevole Zaratti dovrebbe vergognarsi di quanto dichiarato.

  Filiberto ZARATTI (AVS) afferma che l'onorevole Panizzut ha capito male il senso del suo intervento perché vuole capire male. Lo invita a stare attento.

  Massimiliano PANIZZUT (LEGA), veementemente chiede a cosa debba stare attento.

  (l'onorevole Zaratti si alza dalla sua postazione e raggiunge il banco ove è seduto l'onorevole Panizzut)

  Riccardo DE CORATO, presidente, richiama all'ordine l'onorevole Panizzut e invita l'onorevole Zaratti a tornare al suo posto per concludere il suo intervento.

  Filiberto ZARATTI (AVS) afferma che se il collega ha frainteso il senso delle parole che ha pronunciato, sentendosi conseguentemente offeso, gli porge le proprie scuse. Sottolinea infatti che non era sua intenzione paragonare le vittime umane – in questo caso delle foibe – agli animali, ma semplicemente invitare la maggioranza a tener conto del fatto che l'espressione crimini crudeli è generica perché il concetto di crudeltà è soggettivo e ricomprende tante possibili varianti. Chiede quindi alla maggioranza se ci sia spazio in sede emendativa per meglio circoscrivere il concetto.

  Enrica ALIFANO (M5S), nel salutare i colleghi della Commissione Affari costituzionali di cui è appena entrata a far parte, interviene per disinnescare la miccia accesasi in modo improvviso e soprattutto per sostenere le considerazioni del collega Zaratti, il quale non intendeva fare un paragone tra l'investimento di un animale e la morte di tante persone vittime di rappresaglia. Ciò premesso, permettendosi di esprimere un parere di natura tecnica, fa presente che ci troviamo di fronte a un elemento costitutivo della fattispecie, precisando che così il diritto penale avrebbe qualificato l'inciso dell'articolo 1 del testo riferito a colui che si sia macchiato di crimini crudeli contro l'umanità. Si domanda a tale proposito chi valuti e in che modo la crudeltà della condotta di colui al quale andrebbe revocata l'onorificenza e se tale valutazione derivi dalla sentenza di una Corte internazionale, dal diritto positivo o da un giudizio storico. Nel dichiarare di avere appreso dagli interventi dei colleghi il fatto che le relazioni illustrative si riferiscono specificamente alla figura del Maresciallo Tito, ribadisce che dalla lettura della norma non si evince chi sia titolato a stabilire che la condotta è crudele. Sottolinea pertanto in conclusione l'esigenza di introdurre opportune precisazioni al testo in esame.

  Walter RIZZETTO (FDI), nel ricordare di essere il primo firmatario di una delle proposte di legge in esame, dichiara di essere sconcertato rispetto ad alcune posizioni dei colleghi dell'opposizione. Dichiarando di parlare a titolo personale, considera chiaro che la proposta del collega Cuperlo possa essere percorsa, precisando che non compete ai proponenti o al relatore dare il via libera alla presentazione di eventuali proposte emendative. Nel dichiarare la disponibilità ad esprimere in qualità di proponente la propria opinione sulle eventuali proposte emendative dell'opposizione,Pag. 109 nel caso in cui il relatore Urzì volesse richiederla, ritiene che al momento vi siano scarse possibilità che qualche emendamento possa essere approvato. Considera, con riguardo alla vicenda specifica, il riferimento alla commissione di crimini crudeli contro l'umanità una fattispecie ben chiara, invitando coloro i quali avessero bisogno di ulteriori prove ad andarle a cercare. A suo parere ne troveranno a migliaia, a cominciare dal gran numero di «titini» inquisiti per i drammatici fatti verificatesi al confine orientale dell'Italia nell'immediato dopoguerra. Aggiunge che ulteriore conforto è rappresentato dalla legge 30 marzo 2004, n. 92, che ha istituito il giorno del ricordo, e dalla foto del Presidente Mattarella mano nella mano con il presidente sloveno Pahor presso la foiba di Basovizza nonché dalle migliaia di pagine di documenti certificati sulle torture e sugli omicidi di massa a cui è stata sottoposta la popolazione locale, per il solo fatto di essersi dichiarata italiana. A riprova ulteriore dei fatti richiamati, invita chi lo vorrà a recarsi sabato prossimo alla foiba di Basovizza e a salire subito dopo sul treno della memoria. Quanto alle parole del collega Zaratti, il quale ha utilizzato un paragone improprio, precisa che se egli vuole è libero di presentare una proposta di legge volta ad inquisire per la commissione di un crimine crudele chi abbia eventualmente investito un cane. Nel ritenere che non si possa nella stessa frase accostare fattispecie che ad oggi non sono previste dal nostro ordinamento a fatti certificati e documentati, sottolinea che da tale improprio paragone è derivata la sua indignazione personale e quella del collega Panizzut, che è sin troppo garbato nel non ricordare la tragica storia della sua famiglia. Nel sottolineare il tentativo della maggioranza di coinvolgere anche altri, richiamando al contrario i molti ricercatori cosiddetti negazionisti rispetto alle foibe e all'esodo giuliano-dalmata e alla drammaticità della vicenda, ritiene che alcune parti politiche abbiano finalmente fatto i conti con la storia e onorino ogni luogo in cui le barbarie sono state commesse. Aggiunge in conclusione un elemento tecnico sottolineando che, come evidenziato dal relatore, le relazioni illustrative delle tre proposte di legge sono naturalmente riferibili al testo in esame, che ne costituisce l'unificazione, e che, per quanto lo riguarda, le premesse di tali proposte restano granitiche. Nel far presente che se qualcuno vuole presentare proposte emendative al testo, sarà cura del relatore fornire una risposta a ciò che l'opposizione vorrà chiedere, ritiene che ognuno debba avere il coraggio di votare come vuole senza calcoli, che in questo caso a suo parere sono da evitare.

  Federico FORNARO (PD-IDP) interviene per un richiamo al regolamento, chiedendo se la proposta di testo unificato debba essere corredata da una relazione di accompagnamento. Ritiene infatti che, diversamente da quanto affermato dall'onorevole Rizzetto, la relazione non possa essere implicita. Evidenzia che se dal punto di vista politico sono chiare a tutti le ragioni per le quali la maggioranza propone questa modifica legislativa, altra cosa è chiarire dal punto di vista regolamentare se questa esplicitazione debba essere contenuta o meno nel testo unificato proposto dal relatore visto che il testo fa sintesi di tre proposte diverse, ciascuna corredata di una propria relazione illustrativa.

  Riccardo DE CORATO, presidente, chiarisce che quando è presentato un testo unificato delle diverse proposte di legge all'esame della Commissione non è prevista la redazione di una relazione di accompagnamento.

  Federico FORNARO (PD-IDP) sottolinea dunque che, se una relazione di accompagnamento del testo unificato non c'è, non può neanche essere implicita e che dunque gli intenti perseguiti dal legislatore potranno essere esplicitati, dopo l'approvazione in Commissione, quando il relatore illustrerà il testo all'Assemblea.

  Riccardo DE CORATO, presidente, conferma quanto detto dall'onorevole Fornaro ricordando come lo stesso relatore Urzì avesse correttamente subito dichiarato che Pag. 110il testo unificato non è accompagnato da una relazione.

  Filiberto ZARATTI (AVS) avverte l'esigenza di intervenire dopo che anche il collega Rizzetto, con modi garbati, ha richiamato le sue precedenti affermazioni, per tornare nuovamente a scusarsi con l'onorevole Panizzut che si è sentito offeso avendo frainteso le parole dette. Ribadisce che l'esempio sull'uccisione di animali – che, riconosce, avrebbe potuto essere posto diversamente e in modo più chiaro – era volto ad esemplificare la mancanza di chiarezza dell'espressione crimini crudeli, senza alcun intento di paragone di un evento del genere con qualsiasi altro reato, men che meno con la tragedia delle foibe che non ha minimamente inteso negare o minimizzare essendo ampiamente provata dagli storici di ogni opinione. Ribadisce che non intendeva assolutamente paragonare ciò che è imparagonabile, per drammaticità e serietà. Ciò premesso, ricorda che la legge è erga omnes e che dunque, se l'intento della maggioranza è quello di intervenire specificamente sulla vicenda storica delle foibe, dovrebbe promuovere una disciplina specifica, dichiarando tale intento apertamente; rammenta infatti che l'istituto della revoca delle onorificenze è suscettibile di trovare applicazione in relazione a molti e diversi eventi storici accaduti non solo nel nostro Paese, non necessariamente solo in relazione alle foibe. Evidenzia nuovamente, anche per preservare i rapporti interpersonali con i colleghi, come il suo intervento attenesse esclusivamente alla tecnica legislativa, e come egli stesso avverta chiaramente la gravità dei massacri commessi in Istria in danno di migliaia di vittime innocenti, che vanno onorate e ricordate.

  Carmela AURIEMMA (M5S), riprendendo le considerazioni dei colleghi Zaratti e Alifano, ritiene che sia responsabilità del legislatore porsi, in fase di redazione di una norma, domande relative alla sua applicabilità. Domanda quindi quale sia il significato del termine «macchiato» utilizzato all'articolo 1 del testo unificato e se tale eventualità sia desunta e certificata per esempio da una condanna. Nel sottolineare dunque la superficialità e la nebulosità della formulazione adottata, che pone questioni di ordine giuridico, aggiunge che analoghe caratteristiche presenta anche l'espressione «contro l'umanità». Sottolinea che il concetto di «crimini contro l'umanità», per quanto utilizzato per la prima volta a proposito del genocidio armeno e ripreso dettagliatamente nelle convenzioni de L'Aia e di Ginevra, è tutt'oggi utilizzato dal tribunale internazionale in una interpretazione estensiva. Nel fare riferimento a tale proposito all'estensione di tale concetto anche ai reati contro l'ambiente, ribadisce l'importanza di definire un chiaro perimetro dell'intervento normativo. Sottolinea che nessuno vuole rinnegare o modificare la storia, in maniera particolare lei stessa che è originaria di Acerra dove si è verificata una strage nazista la cui vittima più piccola aveva appena un anno (commenti del deputato Rizzetto). In conclusione, si dichiara a sua volta sconcertata dalle risate del collega Rizzetto.

  Walter RIZZETTO (FDI) interviene sull'ordine dei lavori per un chiarimento, ribadendo che le premesse da lui richiamate dal precedente intervento non si toccano e che, in sede di avvio della discussione del provvedimento in Assemblea, esso sarà illustrato dal relatore. Acclarato quindi il combinato disposto della relazione illustrativa e del corpo del testo di legge, chiede se ha compreso bene e se la collega Auriemma cerchi comunque responsabilità certificate.

  Carmela AURIEMMA (M5S) ribadisce la sua richiesta di una spiegazione in particolare in ordine all'utilizzo del termine «macchiato».

  Riccardo DE CORATO, presidente, fa presente alla collega Auriemma che è comunque nella sua facoltà presentare proposte emendative volte ad integrare il testo.

  Carmela AURIEMMA (M5S) a proposito della precisazione del presidente, ricorda la fine ben nota che fanno le proposte emendative dell'opposizione.

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  Gianni CUPERLO (PD-IDP), nel ringraziare il collega Rizzetto per aver risposto con schiettezza alla sua precedente domanda in ordine alla proposizione di proposte emendative, manifestando la propria stima per la sua persona, intende rassicurarlo sul fatto che non vi è alcun approccio negazionista da parte dell'opposizione in ordine alle foibe. Precisa che vi è al contrario la necessità e la volontà di cogliere la complessità delle vicende storiche verificatesi sul confine orientale dell'Italia, ricordando che egli nel 1989 fu il primo esponente dell'allora partito comunista italiano a recarsi, non senza polemiche, a Basovizza per rendere omaggio alle vittime. Nel richiamarsi dunque alla complessità della storia, dichiara di ricordare, come il collega Rizzetto, l'immagine di Mattarella mano nella mano con il Presidente sloveno Pahor, i quali subito dopo essere stati a Basovizza si sono recati al cippo di Opicina che ricorda la fucilazione di quattro partigiani sloveni. Sottolineata, a maggior ragione, la complessità degli intrecci nazionali e nazionalistici nelle terre di confine, fa presente che uno dei quattro fucilati era di madre italiana, ricordando che l'irredentista italiano Oberdan era di madre slovena. La complessità di tali vicende richiede quindi a suo parere un approccio diverso, che non significa in alcun modo negare il crimine compiutosi nel maggio 1945, quando gli iugoslavi occuparono Trieste per quaranta giorni. Considerato dunque che il testo è erga omnes, mentre le relazioni introduttive e gli interventi dei colleghi prefigurano una norma ad personam, in relazione ad una pagina specifica, l'intento dell'opposizione è quello di farsi carico delle implicazioni legate all'attuazione della legge. Fa presente quindi che chiedere l'introduzione di criteri più stringenti significa aiutare la maggioranza non a rinunciare all'obiettivo politico che si è proposta ma a darle un contesto per rendere tutto più logico e più razionale.
  Richiamato quindi il contenuto dell'articolo 1 del testo in ordine alla perdita dell'onorificenza, ricorda che a Trieste, oltre alla foiba di Basovizza, c'è anche la bellissima piazza dell'Unità dove il 3 settembre 1938 il capo del fascismo promulgò le leggi razziali che portarono allo sterminio di centinaia di migliaia di persone, aggiungendo che Benito Mussolini è ancora cavaliere di gran croce dell'Ordine militare d'Italia, insieme a trenta cosiddetti eroi d'Italia. Pertanto, si domanda quale legge si intenda approvare e quali saranno le conseguenze di un provvedimento, che riguarderà certamente il Maresciallo Tito e le sue responsabilità storiche ma che non può essere immaginato come una norma ad personam, per quanto nei confronti di chi si è macchiato di indiscussi crimini nel contesto tragico del Novecento europeo. Si tratta al contrario, perché questa è la natura delle norme erga omnes, di aprire – anche attraverso l'introduzione di criteri stringenti – anche ad una serie di altri atti che non potranno non essere presi in considerazione da una misura legislativa con queste caratteristiche.
  Ribadendo che non c'è da parte dell'opposizione alcun atteggiamento ostativo al riconoscimento della drammaticità dei fatti richiamati, dichiara di apprezzare il collega Zaratti per le scuse espresse in ordine a una sua affermazione impropria e inopportuna. Nel dichiararsi convinto che il resoconto sommario della seduta darà conto di quanto avvenuto, si augura di non dover leggere domani mattina sulla rassegna stampa titoli quali «le opposizioni paragonano le vittime delle foibe ai cani». Ritenendo che tale espressione sia impropria in ragione della chiarezza con cui il collega Zaratti ha spiegato il senso del suo intervento, rileva che le opposizioni, nel riconoscimento di quanto accaduto sul confine orientale dell'Italia, stanno tentando di ragionare serenamente sulle implicazioni che quelle vicende hanno avuto sotto molti punti di vista, senza limitarsi a considerarne soltanto uno.

  Massimiliano PANIZZUT (LEGA) si scusa preliminarmente con la presidenza e con il collega Zaratti per la sua precedente reazione, che teme possa aver concorso ad alimentare un clima di odio che invece ritiene tutti intendano combattere. Tornando al tema delle proposte, chiede ai parlamentari di opposizione per quale ragionePag. 112 non abbiano presentato una propria proposta di legge, corredata da una propria relazione illustrativa. Afferma che l'intento della proposta di legge che ha presentato è quello di prevedere un meccanismo che consenta la revoca delle onorificenze date a coloro che si sono macchiati di gravi crimini e dichiara che, se l'entrata in vigore della legge consentirà di togliere onorificenze, oltre che al Maresciallo Tito, anche ad altre persone che quelle onorificenze non meritano, come ad esempio esponenti del Partito fascista oppure anche qualche padano leghista, tanto meglio sarà. Ritiene infatti inammissibile che lo Stato italiano conservi onorificenze per criminali e si stupisce del fatto che le opposizioni se la prendano tanto perché nelle relazioni illustrative si fa riferimento alla revoca dell'onorificenza per un comunista jugoslavo, neanche si trattasse di un comunista italiano.

  Gianni CUPERLO (PD-IDP) interrompe l'onorevole Panizzut dichiarando che l'espressione «comunista jugoslavo» rappresenta una scivolata, paragonabile a quella dell'onorevole Zaratti.

  Massimiliano PANIZZUT (LEGA), pur dichiarando di non intendersi di storia, e rilevando l'impossibilità di chiamare il Maresciallo Tito a rispondere delle sue condotte, essendo morto da tempo, ricorda come la Storia lo abbia già giudicato, al pari di quanto ha fatto il Parlamento italiano con l'approvazione della legge istitutiva del Giorno del ricordo.

  Alessandro URZÌ (FDI), relatore, alla luce del dibattito che si è sviluppato ritiene necessario sottolineare alcuni punti fermi. Anzitutto, fa presente che lo spirito dell'iniziativa è quello di definire la procedura corretta per poter revocare onorificenze della Repubblica date a personalità che, colpendo i diritti dell'umanità, hanno gravato sulla storia del nostro Paese e segnatamente per poterla revocare al Maresciallo Tito – dittatore che si è macchiato di crimini crudeli e contro l'umanità – rimuovendo una situazione che tuttora genera sconcerto nella popolazione. In secondo luogo, in risposta ai parlamentari che hanno sottolineato l'esigenza di specificare bene i presupposti per la revoca, fa presente come la modifica legislativa intervenga sulla legge n. 178 del 1951 che, all'articolo 1, istituisce l'ordine al merito della Repubblica Italiana, destinato a dare una particolare attestazione a coloro che abbiano speciali benemerenze verso la Nazione e come la decisione su chi abbia tali speciali benemerenze sia rimessa alla discrezionalità di chi concede l'onorificenza, senza ulteriori specificazioni. Sottolinea come, analogamente, la proposta di legge in esame preveda la revoca dell'onorificenza in caso di crimini crudeli e contro l'umanità, risultando peraltro impossibile pretendere una sentenza passata in giudicato rispetto a un defunto. In conclusione auspica che, come la legge istitutiva del Giorno del Ricordo ha unito il Paese, analogamente possa fare questo provvedimento nell'affermazione del principio in base al quale non è ammissibile che la Repubblica onori un dittatore feroce. In merito, stigmatizza il fatto che uno degli esperti auditi informalmente dalla Commissione nei giorni scorsi, invitato da parlamentari del Partito democratico, abbia qualificato quel feroce dittatore come un grande statista.

  Federico FORNARO (PD-IDP), interrompendo l'intervento del collega, fa presente che il soggetto di cui parla il relatore è uno stimato professore di storia che ha ampiamente contestualizzato e spiegato quella affermazione. Chiede con foga all'onorevole Urzì di non essere scorretto nei confronti di un soggetto che è stato invitato in audizione e di dire la verità, attenendosi alla verità.

  Alessandro URZÌ (FDI) afferma di voler continuare il proprio intervento perché spetta a lui la parola e intende continuare a esprimere il proprio pensiero.

  Federico FORNARO (PD-IDP) inveisce a voce alta contro l'onorevole Urzì affermando che si sta comportando in modo Pag. 113scorretto e che intende difendere l'onore di un docente universitario.

  Riccardo DE CORATO, presidente, invita i parlamentari a mantenere la calma.

  Walter RIZZETTO (FDI), alzando a sua volta la voce, chiede all'onorevole Fornaro di tacere perché sta parlando l'onorevole Urzì e, a seguito delle proteste dell'onorevole Fornaro, gli rivolge un insulto.

  Federico FORNARO (PD-IDP) concitatamente ricorda all'onorevole Rizzetto che si trova in Parlamento e non al bar, chiedendogli di usare un linguaggio più adeguato a sede e ruolo.

  Riccardo DE CORATO, presidente, apprezzate le circostanze, sospende la seduta.

  La seduta, sospesa alle 15.25, riprende alle 15.30.

  Riccardo DE CORATO, presidente, in considerazione del clima nel quale si è sviluppato il dibattito e dei successivi impegni della Commissione, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 7 febbraio 2024.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.35 alle 15.45 e dalle 15.50 alle 15.55.

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

  Mercoledì 7 febbraio 2024. — Presidenza del presidente Luca SBARDELLA.

  La seduta comincia alle 15.45.

DL 200/2023: Disposizioni urgenti per la proroga dell'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell'Ucraina.
Emendamenti C. 1666 Governo, approvato dal Senato.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Nulla osta).

  Il Comitato inizia l'esame degli emendamenti.

  Luca SBARDELLA, presidente e relatore, fa presente che il Comitato è chiamato ad esprimere il parere all'Assemblea sul fascicolo n. 1 degli emendamenti riferiti al disegno di legge C. 1666, approvato dal Senato. Al riguardo segnala come le predette proposte emendative non presentino criticità per quanto concerne il riparto di competenze legislative tra Stato e regioni ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione e propone dunque di esprimere su di essi nulla osta.

  Il Comitato approva la proposta di nulla osta del relatore.

  La seduta termina alle 15.50.