CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 6 febbraio 2024
246.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e IV)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Martedì 6 febbraio 2024. — Presidenza del presidente della III Commissione, Giulio TREMONTI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Matteo Perego Di Cremnago.

  La seduta comincia alle 14.

DL 200/2023: Disposizioni urgenti per la proroga dell'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell'Ucraina.
C. 1666 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e conclusione).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 31 gennaio scorso.

  Giulio TREMONTI, presidente, dà conto delle sostituzioni. Avverte, quindi, che sono state presentate quattro proposte emendative (vedi allegato). Avverte, altresì, che sul provvedimento in esame la XIV Commissione ha espresso parere favorevole, il Comitato per la Legislazione, per la conformità ai parametri di cui agli articoli 16-bis e 96-bis del Regolamento, ha comunicato di non avere nulla da osservare, mentre la I Commissione è riunita in questo momento per l'espressione del parere e la V Commissione ha comunicato che esprimerà il parere nel corso dell'esame in Assemblea.
  Chiede, quindi, se qualcuno dei colleghi intenda intervenire sul complesso degli emendamenti.

  Nicola FRATOIANNI (AVS), in premessa, osserva che le proposte emendative presentate dal proprio gruppo e dal Movimento 5 Stelle hanno l'obiettivo comune di promuovere un dibattito, che è sin qui mancato, sull'approccio adottato sin dal febbraio 2022 rispetto alla guerra di aggressione russa all'Ucraina: al riguardo, osserva che la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari a Kiev è stata giustificata con la necessità di garantire l'equilibrio delle forze in campo ed opporsi alle mire espansioniste di Putin; tuttavia, oggi il conflitto si è trasformato in una guerra di posizione, che produce vittime e distruzione, mantenendo il mondo sull'orlo del disastro nucleare; progressivamente, è scomparsa dall'orizzonte ogni prospettiva di soluzione negoziata del conflitto, dopo gli iniziali tentativi – timidi e infruttuosi – mediati dalla Turchia.Pag. 5
  Preannunciando il voto favorevole del proprio gruppo su tutti e quattro gli emendamenti in esame, ribadisce l'esigenza di ridefinire la strategia di sostegno all'Ucraina, che finora non ha prodotto alcun risultato tangibile in termini di riconquista dei territori occupati dalle forze armate russe.

  Ettore ROSATO (AZ-PER-RE) apprezza la scelta del Governo di prorogare la cessione di armamenti all'Ucraina attraverso uno specifico provvedimento normativo, consentendo al Parlamento di poter svolgere su tale tema un approfondito dibattito.
  Ritiene che sia giusto proseguire sulla linea di netto e chiaro sostegno all'Ucraina, i cui abitanti stanno subendo una guerra d'invasione e sono i primi ad auspicare che il conflitto cessi quanto prima possibile. Condividendo, dunque, le disposizioni del decreto-legge, preannuncia il voto favorevole del proprio gruppo.

  Riccardo RICCIARDI (M5S), associandosi alle considerazioni del collega Fratoianni, esprime profonde riserve sulla linea adottata dall'Unione europea e dal Governo italiano, che considerano ineluttabile il protrarsi del conflitto: a suo avviso, solo il dibattito che si aprirà in vista delle prossime elezioni presidenziali americane potrebbe introdurre nuovi elementi di valutazione nella strategia europea e nazionale. Ritiene altresì inaccettabile accusare di contiguità con il regime di Putin quanti auspicano un rilancio del negoziato politico in luogo del supporto militare a Kiev: al riguardo, osserva che, in termini quantitativi, le Forze armate russe possono contare su risorse – anche in termini di uomini – di gran lunga superiori a quelle ucraine. Ciò comporta il rischio che l'invio di armi a Kiev debba protrarsi a tempo indeterminato, configurando a tutti gli effetti una «guerra per procura» che nuoce agli interessi della stessa Ucraina.
  Pertanto, ribadisce l'esigenza di avviare un serio dibattito sulle prospettive del conflitto, impegnando il Governo a promuovere una forte iniziativa diplomatica.

  Piero FASSINO (PD-IDP) concorda sulla necessità di un'ampia discussione e, in tal senso, ritiene opportuno porsi una serie di interrogativi. Quali sono le prospettive rispetto al conflitto, dal momento che sul piano militare ci si trova di fronte a una situazione di stallo? Su quali basi è possibile mettere in campo un'iniziativa diplomatica? La risposta a tali domande deve tenere conto della scelta operata da Putin di annettere i territori occupati, rendendo impossibile l'avvio di un negoziato, se non riconoscendo come definitiva la perdita degli stessi da parte dell'Ucraina. Considera, quindi, giusto insistere nel cercare di avviare un'iniziativa diplomatica, ma mette in guardia sulle difficoltà che derivano dall'individuazione dell'oggetto del negoziato. Conclude osservando che è fondamentale proseguire nel sostegno all'Ucraina dal momento che se i rapporti di forza sul campo dovessero cambiare a favore della Russia, non ci sarebbero più le condizioni per arrivare a un negoziato e preannuncia il voto favorevole del gruppo del Partito democratico sul provvedimento in esame.

  Roberto BAGNASCO (FI-PPE) ringrazia il collega Fassino per avere esposto con chiarezza il complicato quadro della situazione attuale e condivide il concetto che sia insostenibile ipotizzare l'avvio di un negoziato che parta dal presupposto di una mutilazione del territorio ucraino. Preannuncia, quindi, il sostegno del gruppo di Forza Italia al decreto-legge.

  Il sottosegretario Matteo PEREGO DI CREMNAGO ringrazia i colleghi intervenuti per avere dato vita a un dibattito assai articolato e desidera contribuire fornendo un quadro della situazione sul campo militare. Rileva, innanzitutto, che l'offensiva russa continua sia nel nord del Donbass sia nel sud dell'Ucraina e che, se non proseguisse il sostegno militare da parte dei Paesi dell'Unione europea, l'avanzata russa porterebbe le truppe sovietiche ad oltrepassare la cosiddetta linea di attrito. Considera dunque fondamentale cercare di mantenere invariato lo stato attuale sul campo. Osserva, poi, che non corrisponde al vero l'affermazione che non siano state avviate iniziative parallele all'azione militare. Cita, Pag. 6ad esempio, il piano di Zelensky in 10 punti per la pace; riferisce anche di alcune forme di dialogo per lo scambio dei prigionieri e, infine, ricorda le iniziative per promuovere l'adesione dell'Ucraina all'Unione europea. Evidenzia, poi, che se non sono prevedibili gli sviluppi dell'attuale situazione, è invece certo cosa accadrebbe qualora si decidesse di non continuare a supportare lo sforzo bellico dell'Ucraina, perché non ci sarebbe altra possibilità che la capitolazione della stessa Ucraina. Non è dunque sensato alimentare dubbi sull'utilità della cessione di armi all'Ucraina e condivide pienamente le considerazioni del deputato Fassino sulle basi del negoziato e sottolinea come l'intenzione di Putin sia quella di non fermarsi all'annessione dei territori già occupati.

  Giangiacomo CALOVINI (FDI, relatore per la III Commissione, anche a nome del collega Bicchielli, relatore per la IV Commissione, esprime parere contrario su tutte le proposte emendative presentate.

  Il sottosegretario Matteo PEREGO DI CREMNAGO esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Giulio TREMONTI, presidente, fa presente che si passa ora all'esame delle singole proposte emendative.

  Riccardo RICCIARDI (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua prima firma 1.1 e replicando, nel contempo, al collega Fassino, evidenzia che la controffensiva di Kiev non ha prodotto gli esiti sperati: alla stato attuale, dunque, appare assai difficile conseguire l'obiettivo di liberare il Donbass e ripristinare la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina; in caso di ulteriori cedimenti nella linea difensiva, si prospetta il serio rischio di indebolire ulteriormente la posizione negoziale di Kiev in vista di una possibile trattativa di pace.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD-IDP), esprimendo apprezzamento per l'approccio costruttivo e dialogante del rappresentante del Governo, replicando al collega Ricciardi sottolinea che il proprio gruppo ha mantenuto una posizione coerente con la linea espressa da entrambe le forze politiche quando sostenevano il Governo Draghi: pertanto, è il Movimento 5 Stelle che dovrebbe giustificare il proprio radicale cambio di prospettiva. Osserva, inoltre, che proseguire il sostegno militare a Kiev è indispensabile per contenere l'aggressività del regime di Putin, il quale ha pianificato da anni l'invasione dell'Ucraina, potenziando la produzione bellica in misura con comparabile con gli standard europei. Pertanto, pur condividendo gli auspici di pace richiamati da alcuni colleghi, invita tutti a valutare con realismo gli effetti che una eventuale affermazione dell'imperialismo russo potrebbe avere sugli equilibri del continente europeo.

  Nicola FRATOIANNI (AVS) riconosce un fondamento nei ragionamenti dei colleghi Fassino e Quartapelle, tuttavia rimarca come il dibattito che si sta sviluppando abbia a che fare con l'ipocrisia indotta dalla realpolitik. Se è vero che l'invio di armi all'Ucraina sta contribuendo a mantenere il conflitto in una situazione di stallo, si domanda perché non si voglia riconoscere il fatto che le iniziative per i negoziati sono mancati anche prima che Putin decidesse l'annessione alla Russia dei territori occupati. Se l'invio delle armi consentisse di arrivare a una rapida pacificazione sarebbe disposto a votare a favore del provvedimento in esame, ma non è così. Appare invece evidente che l'invio di forniture militari servirebbe soltanto a protrarre ancora più a lungo il conflitto. Rimane quindi colpito dal fatto che non ci sia alcuna riflessione su questo aspetto e che, invece, ci si affretti ad affermare che, se non sarà sostenuta l'Ucraina, Putin arriverà fino ai confini con la Polonia. Non ci si rende conto che proseguendo sulla strada di colmare il gap delle forze belliche dell'Ucraina rispetto alla Russia si porta il mondo sempre più sull'orlo di una guerra mondiale. Conclude lamentando l'assenza di iniziative per contribuire alla cessazione del conflitto.

  Giuseppe PROVENZANO (PD-IDP) sottolinea che alla base della scelta di continuarePag. 7 a sostenere militarmente l'Ucraina non c'è solo un calcolo politico, ma anche l'aderenza ai princìpi dell'articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, che sancisce, nel caso di un attacco armato, il diritto naturale di autotutela individuale o collettiva. A suo avviso, evocare la «guerra per procura» significa non riconoscere l'alto valore morale della resistenza del popolo ucraino, che con il proprio eroismo ha impedito a Putin di marciare su Kiev a far trionfare la sua politica di potenza; in caso di interruzione dei rifornimenti militari, l'Ucraina sarebbe destinata a capitolare, precludendo ogni possibilità di addivenire ad una pace giusta e rispettosa dei suoi legittimi diritti. Tuttavia, condivide l'esigenza di accompagnare il sostegno militare con un più deciso impulso al processo negoziale, coinvolgendo adeguatamente la comunità internazionale e cercando di isolare Putin: in questa chiave, un ruolo decisivo dovrebbe essere giocato dall'Unione europea, che nasce come grande progetto di pace sulle ceneri della seconda guerra mondiale.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Riccardo Ricciardi 1.1 e Fratoianni 1.5.

  Marco PELLEGRINI (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua prima firma 1.2, rimarca come si sia entrati nel terzo anno di guerra e sottolinea che, se è stato giusto aiutare l'Ucraina quando si è trovata nella situazione di doversi difendere dall'invasione russa, oggi la situazione è diversa. Evidenzia anche che inizialmente furono fatti importanti sforzi per trovare una soluzione diplomatica al conflitto. Questi, tuttavia, non hanno avuto esito positivo e, successivamente, non sono stati ripetuti. Si rammarica, dunque, che l'Italia non abbia fatto tutto il possibile per cercare di porre fine a questa guerra. Non condivide, quindi, la linea politica che spinge nella direzione di insistere nell'invio di armi all'Ucraina, continuando ad agire sempre nello stesso modo ed auspica che, nonostante le oggettive difficoltà, prevalga il tentativo di trovare una soluzione negoziata.

  Piero FASSINO (PD-IDP) ribadisce che per lavorare ad una concreta prospettiva negoziale occorre garantire l'equilibrio delle forze in campo: pertanto, in previsione di un probabile ridimensionamento del sostegno militare assicurato dagli Stati Uniti, l'Unione europea deve confermare e rafforzare il proprio contributo alla resistenza ucraina, in assenza del quale Kiev è destinata a soccombere militarmente e, dunque, ad essere penalizzata in una eventuale trattativa di pace.

  Stefano GRAZIANO (PD-IDP) ritiene che, se è innegabile che tutte le forze politiche desiderano la pace, è però evidente è che la guerra in Ucraina potrà essere fermata solo se si ferma Putin, poiché non è certo interesse dell'Ucraina protrarre la guerra. Conviene sul fatto che sia mancata un'azione diplomatica forte dell'Europa e sottolinea come l'Italia debba aumentare gli sforzi diplomatici proprio perché l'attuale contesto geopolitico la vede al centro di una serie di conflitti che rendono instabili le aree di confine dell'Europa. Ribadisce quanto evidenziato dal collega Fassino riguardo l'impossibilità di condurre una trattativa qualora l'Ucraina si trovasse a negoziare da una posizione di inferiorità e preannuncia il voto favorevole sul provvedimento.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Pellegrini 1.2 e Fratoianni 1.6.

  Giulio TREMONTI, presidente, comunica che nel frattempo è pervenuto il parere favorevole della I Commissione.

  Le Commissioni deliberano di conferire il mandato ai relatori a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento in esame. Deliberano altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Giulio TREMONTI, presidente, avverte che le Presidenze si riservano di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 14.55.