CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 17 gennaio 2024
233.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e III)
COMUNICATO
Pag. 9

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 17 gennaio 2024. — Presidenza del Presidente della III Commissione, Giulio TREMONTI. – Intervengono la sottosegretaria di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Maria Tripodi e il sottosegretario di Stato per l'interno, Emanuele Prisco.

  La seduta comincia alle 15.35.

Ratifica ed esecuzione del Protocollo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei ministri della Repubblica di Albania per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria, fatto a Roma il 6 novembre 2023, nonché norme di coordinamento con l'ordinamento interno.
C. 1620 Governo.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 16 gennaio 2024.

  Giulio TREMONTI, presidente, ricorda che nella seduta di ieri la Commissione ha proseguito l'esame delle proposte emendative e che il Governo aveva presentato l'emendamento 3.80 al quale non sono stati presentati subemendamenti. Dà quindi conto delle sostituzioni.

  Nicola FRATOIANNI (AVS) interviene sull'ordine dei lavori per porre due questioni. Quanto alla prima, chiede che i lavori delle Commissioni riunite si concludano entro le 16.15, dal momento che per quell'ora è prevista in Assemblea la commemorazione dell'onorevole Scalia alla quale il suo gruppo vorrebbe partecipare. In secondo luogo, ritiene che non vi siano le Pag. 10condizioni per lavorare in maniera adeguata, considerato che i deputati sono troppi rispetto alle dimensioni dell'aula della I Commissione. Chiede quindi al Presidente di valutare se sia opportuno lavorare per poco più di venti minuti nelle attuali condizioni o se non convenga rinviare direttamente il prosieguo dell'esame alla seduta già prevista a conclusione delle votazioni pomeridiane dell'Assemblea.

  Giulio TREMONTI, presidente, fa presente che si sta verificando la fattibilità di uno spostamento in altra aula.

  Emanuele LOPERFIDO (FDI), nel comprendere il richiamo del collega Fratoianni, ritiene che al contrario convenga accelerare i lavori, in modo tale che chi è in piedi soffra il meno possibile.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP) fa presente che, come i relatori ed i rappresentanti del Governo hanno potuto constatare nelle scorse sedute, l'opposizione sta lavorando in maniera seria all'esame del Protocollo dell'Albania. Non reputa quindi accettabile la proposta di proseguire comunque i lavori nonostante vi siano deputati in piedi, tanto più che ci si trova in Parlamento e dunque tutti i colleghi meritano di poter svolgere il proprio lavoro seduti e con un microfono a disposizione per intervenire. Considerato oltretutto che per le 16.15 è fissata la commemorazione dell'onorevole Scalia, ritiene più opportuno aggiornare i lavori alla seduta prevista per stasera, sottolineando che non si tratta di opposizione ma di buon senso.

  Alfonso COLUCCI (M5S) concorda con il «lodo Amendola», aggiungendo tuttavia una postilla, vale a dire quella di rinviare i lavori delle Commissioni riunite come richiesto, a meno che i due sottosegretari presenti non intendano preliminarmente fornire risposte alle molte domande che gli sono state rivolte nella seduta di ieri, considerato tra l'altro che hanno avuto tempo sufficiente a disposizione per la loro predisposizione. Si rivolge in particolare al sottosegretario Prisco che nella giornata di ieri, in fase di replica alle considerazioni svolte dall'opposizione, ha tentato di «camminare sulle acque» senza tuttavia riuscirci.

  Maria Elena BOSCHI (IV-C-RE) ritiene che dal tenore degli interventi fin qui svolti dall'opposizione si evinca che l'intenzione non è quella di fare ostruzionismo ma di affrontare in modo serio le questioni di merito poste dal provvedimento. Pur consapevole del fatto che la situazione, in assenza di locali alternativi, non è attribuibile alla responsabilità del presidente, il quale tra l'altro non poteva sapere che vi sarebbe stato un così consistente afflusso di deputati, non considera utile proseguire i lavori delle Commissioni riunite in condizioni così poco dignitose. Ritenendo infatti poco produttivo svolgere interventi per i restanti venticinque minuti, senza presumibilmente giungere ad alcuna votazione, suggerisce di aggiornare i lavori delle Commissioni riunite a stasera.

  Giulio TREMONTI, presidente, apprezzate le circostanze e considerati i vincoli temporali, ritiene di rinviare il prosieguo dell'esame alla seduta già convocata al termine delle votazioni pomeridiane dell'Assemblea, preannunciando che tale seduta sarà preceduta da una riunione degli Uffici di presidenza delle Commissioni riunite, integrati dai rappresentanti dei gruppi.

  La seduta termina alle 15.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 17 gennaio 2024.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 20.05 alle 20.55.

TESTO AGGIORNATO AL 23 GENNAIO 2024

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 17 gennaio 2024. — Presidenza del presidente della I Commissione, Nazario PAGANO, indi del presidente della III Commissione, Giulio TREMONTI. – Intervengono la sottosegretaria di Stato per l'interno, Pag. 11Wanda Ferro, e il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Giorgio Silli.

  La seduta comincia alle 20.55.

Ratifica ed esecuzione del Protocollo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei ministri della Repubblica di Albania per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria, fatto a Roma il 6 novembre 2023, nonché norme di coordinamento con l'ordinamento interno.
C. 1620 Governo.
(Seguito esame e conclusione).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato nella odierna seduta pomeridiana.

  Nazario PAGANO, presidente, dopo aver dato conto delle sostituzioni, ricorda che nelle ultime sedute la Commissione ha svolto l'esame delle proposte emendative fino all'emendamento Zaratti 3.22.
  Dà quindi la parola alla relatrice che ha chiesto di intervenire, comunicando che – secondo quanto convenuto nella riunione dell'Ufficio di presidenza, testé conclusa – sono ammessi un intervento per gruppo per una durata massima di cinque minuti su ciascuna proposta emendativa.

  Sara KELANY (FDI), relatrice per la I Commissione, ricorda che nella seduta di ieri è stato depositato l'emendamento 3.80 del Governo, rispetto al quale non sono stati presentati subemendamenti; ritiene che ciò sia dovuto al fatto che l'emendamento non aggiunge ulteriori elementi divisivi al dibattito in corso. Nel merito dell'emendamento, fa presente che esso interviene sul comma 1 dell'articolo 3 del disegno di legge e propone dunque di esaminarlo subito, formulando in merito, sentito il relatore per la III Commissione, un parere favorevole.

  Il sottosegretario Giorgio SILLI esprime un parere conforme a quello dei relatori.

  Alfonso COLUCCI (M5S) dissente rispetto alle affermazioni dell'onorevole Kelany circa la natura non divisiva dell'emendamento del Governo. Sottolinea infatti che la mancata presentazione di subemendamenti è facilmente spiegabile considerando la volontà delle opposizioni di votare contro l'emendamento, ritenendo che non sia migliorabile. Evidenzia come l'emendamento 3.80 del Governo, stando anche alla relazione di accompagnamento, sia motivato dall'estrema urgenza di provvedere all'attuazione del Protocollo e in merito ribadisce quanto già affermato nelle precedenti sedute circa l'inesistenza di un'urgenza posto che per l'attuazione occorrerà comunque attendere la decisione della Corte costituzionale albanese e la materiale costruzione delle strutture di accoglienza in Albania. Invita quindi la relatrice a esplicitare quali siano le autentiche ragioni di urgenza che motivano il Governo e la maggioranza.

  Le Commissioni approvano l'emendamento 3.80 del Governo (vedi allegato 1).

  Nazario PAGANO, presidente, comunica che a seguito dell'approvazione dell'emendamento 3.80 del Governo, la votazione dell'emendamento Zaratti 3.12, in precedenza accantonato, è precluso.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA) interviene in dichiarazione di voto sul suo emendamento 3.23, ricordando preliminarmente i contenuti del comma 2 dell'articolo 3 del disegno di legge: si tratta della disposizione che specifica quali siano i soggetti che potranno essere condotti nelle aree albanesi, facendo riferimento a persone imbarcate su mezzi delle autorità italiane all'esterno del mare territoriale dello Stato italiano o di altri Stati dell'Unione europea, anche a seguito di operazioni di soccorso. Sottolinea come l'emendamento intenda sopprimere la parola «anche» per affermare, conseguentemente, che potranno essere condotti in Albania solo i migranti imbarcati su navi italiane a seguito di operazioni di soccorso. Chiede al Governo di specificare quali siano le diverse circostanze che potrebberoPag. 12 comportare un imbarco di migranti su navi delle autorità italiane, volendo escludere che possa trattarsi di migranti prelevati dal territorio italiano.

  Nazario PAGANO, presidente, in assenza di obiezioni dispone l'attivazione del circuito chiuso, come richiesto per le vie brevi.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP) chiede di sottoscrivere l'emendamento Magi 3.23 e si associa alle richieste di chiarimento presentate dal collega Magi. Rivolgendosi in particolare al rappresentante del Ministero degli esteri, chiede che si facciano delle verifiche presso gli uffici per appurare il significato della disposizione, chiedendo al contempo di valutare l'accantonamento dell'emendamento.

  Alfonso COLUCCI (M5S) interviene sull'emendamento 3.24, a sua prima firma e identico all'emendamento Magi 3.23, sottolineando che il comma 2 dell'articolo 3 del disegno di legge spicca per genericità e maldestro confezionamento. Ritiene infatti che la disposizione da una parte affermi un concetto di esclusività – solo persone imbarcate su navi italiane in mare internazionale – ma, dall'altro, contraddittoriamente, aggiunga la parola «anche», che lascia intendere ulteriori possibilità non esplicitate dalla norma (es. migranti salvati da altre operazioni di soccorso, da navi mercantili civili o ONG, magari salvati in altre acque). Evidenzia che lo status giuridico del migrante muta a seconda della nazionalità della nave che lo trae in salvo e del luogo nel quale il salvataggio è effettuato e conseguentemente critica quella che definisce una insanabile incoerenza interpretativa della norma.

  Maria Elena BOSCHI (IV-C-RE) ritiene fondamentale chiarire quale sia il soggetto a cui si possono applicare le disposizioni del disegno di legge. In merito evidenzia che la parola «anche» potrebbe essere stata una svista – e allora invita la maggioranza a correggere questo errore – oppure potrebbe avere una sua motivazione che però deve essere esplicitata. Rivolgendosi ai rappresentanti del Governo, chiede chi abbia svolto l'istruttoria sugli emendamenti e li invita a dare lettura degli appunti che generalmente gli uffici del Governo elaborano per motivare un parere contrario.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), nel silenzio dei rappresentanti del Governo, ipotizza che con la parola «anche» il provvedimento alluda al fatto che potrebbero essere a bordo dei mezzi delle autorità italiane migranti che, pur non avendo fatto richiesta di soccorso, sono stati raccolti in mare perché trovati sulla rotta italiana e con l'obiettivo di impedire loro di raggiungere l'Italia.

  Nazario PAGANO, presidente, fa presente che è stata formalmente presentata una richiesta di accantonamento degli identici emendamenti Magi 3.23 e Alfonso Colucci 3.24, sulla quale chiede ai relatori di esprimersi.

  Paolo FORMENTINI (LEGA), relatore per la III Commissione, non potendo consultarsi con l'onorevole Kelany, che si è momentaneamente assentata, si esprime a favore della richiesta di accantonamento dei due identici emendamenti.

  Matteo MAURI (PD-IDP) interviene sull'emendamento Bonafè 3.25, evidenziando come esso sia volto a precisare che non potranno essere condotti in Albania minori non accompagnati, donne incinte o persone bisognose di cure urgenti ed essenziali. Ricorda che anche il Viceministro Cirielli, nel suo intervento presso le Commissioni riunite, del quale lo ringrazia pubblicamente, ha espressamente escluso che i vulnerabili possano essere condotti nei centri albanesi. Invita pertanto la maggioranza a valutare, in un'ottica politica di apertura verso le opposizioni, il cambiamento di parere su una serie di emendamenti – tra i quali l'emendamento Bonafè 3.25 – che, senza stravolgere il disegno di legge, intervengono sul provvedimento per esplicitare quanto già dichiarato dal Governo attraverso il Viceministro Cirielli. Sottolinea che Pag. 13questi emendamenti – che si dichiara pronto a individuare insieme ai colleghi delle altre opposizioni – potrebbero rappresentare una base di dialogo con la maggioranza.

  Alfonso COLUCCI (M5S) interviene sull'emendamento Bonafè 3.25, richiamando per analogia di contenuti anche l'emendamento Bonafè 3.26. Sottolinea, infatti, come entrambi escludano i soggetti vulnerabili dall'applicazione delle disposizioni del Protocollo in esame. Sottolinea la necessità di accogliere tali emendamenti anche in ragione della discutibile previsione dell'articolo 9, comma 3, del Protocollo, che, riferendosi espressamente alle nascite all'interno dei centri di permanenza, non esclude evidentemente le donne incinte dalle categorie oggetto delle disposizioni del Protocollo. In conclusione, quindi, auspica che la maggioranza e il Governo rivedano il parere espresso sui due emendamenti Bonafè 3.25 e 3.26.

  Filiberto ZARATTI (AVS) richiama, citandolo testualmente, il testo dell'intervento del Viceministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Edmondo Cirielli, nella seduta delle Commissioni I e III del 15 gennaio 2024, nel corso del quale il rappresentante del Governo ha fornito chiarimenti in ordine ai soggetti vulnerabili. Ritiene, pertanto, che, alla luce delle affermazioni del Viceministro, il Governo dovrebbe esprimere un parere favorevole sugli emendamenti in questione.

  Maria Elena BOSCHI (IV-C-RE), prima di entrare nel merito dell'emendamento in esame, formula una richiesta di carattere procedurale collegata al precedente intervento del deputato Mauri. Auspica altresì un confronto interno alla maggioranza volto ad approvare alcune proposte emendative avanzate dalle opposizioni.

  Nazario PAGANO, presidente, ricorda che è stata avanzata una richiesta di accantonamento dell'emendamento Bonafè 3.25, sulla quale chiede il parere della relatrice.

  Sara KELANY (FDI), relatrice per la I Commissione, esprime parere contrario sulla richiesta di accantonamento.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Bonafè 3.25.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA), intervenendo sull'emendamento Bonafè 3.26, chiede di sottoscriverlo. Condivide la proposta del deputato Mauri di individuare alcuni emendamenti delle opposizioni sui quali la maggioranza ed il Governo potrebbero esprimere parere favorevole e conseguentemente approvarli. Non comprende le ragioni per le quali invece non vengano approvati questi emendamenti migliorativi.

  Toni RICCIARDI (PD-IDP) riferendosi direttamente al sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale, Giorgio Silli, sottolinea come l'emendamento in esame sancisca in definitiva la tutela di un diritto universale. Richiede l'accantonamento dell'emendamento Bonafè 3.26, al fine di favorire un dialogo costruttivo tra maggioranza e opposizione.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Bonafè 3.26.

  Matteo MAURI (PD-IDP) stigmatizza fortemente la mancata approvazione delle proposte emendative Bonafè 3.25 e 3.26. Auspica, intervenendo sull'ordine dei lavori, che nel seguito dell'esame del provvedimento possano essere accolte le proposte emendative dell'opposizione.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Bonafè 3.27 e richiamando le precisazioni fornite dal Viceministro Cirielli in ordine alle categorie di soggetti vulnerabili, alle quali non si applicano le disposizioni del Protocollo, sottolinea, tuttavia, come nel testo questi profili non siano formalmente esplicitati. Chiede pertanto che il Governo fornisca chiarimenti in particolare in ordine alle modalità dei trasbordi e alle procedure di identificazione. Raccomanda, pertanto, l'approvazione dell'emendamento Bonafè 3.27.

  La sottosegretaria Wanda FERRO, pur esprimendo apprezzamento per l'approccio costruttivo delle opposizioni, ritiene che le Pag. 14proposte emendative in esame siano pleonastiche. Infatti, come già segnalato dal Viceministro Cirielli nella seduta del 15 gennaio scorso, al fine di chiarire l'esclusione dei vulnerabili di cui all'articolo 17, comma 1, del decreto legislativo n. 142 del 2015, occorre innanzitutto fare riferimento alle procedure previste dal Protocollo. Ebbene, l'articolo 4, paragrafo 3, dell'Intesa stabilisce che l'ingresso in Albania è consentito al solo fine di effettuare le procedure di frontiera di rimpatrio previste dalla normativa italiana ed europea. Tenuto conto di tale previsione, l'articolo 3, comma 3, del disegno di legge di ratifica in esame equipara le aree concesse in uso all'Italia da parte dell'Albania alle zone di frontiera o di transito individuate dal decreto del Ministero dell'interno del 5 agosto 2023, emanato ai sensi dell'articolo 28-bis del decreto legislativo n. 25 del 2008, che disciplina le procedure accelerate di frontiera. Al riguardo, ricorda che lo stesso articolo 28-bis esclude, al comma 6, dall'applicazione delle procedure accelerate i minori non accompagnati e gli stranieri di cui al citato articolo 17 del decreto legislativo 142 del 2015 tra i quali i minori, i disabili, gli anziani, le donne, i genitori singoli con figli minori, eccetera.
  Evidenzia altresì che, oltre alle citate procedure accelerate, nella struttura in Albania, equiparata ad hotspot, potranno essere svolte le procedure di screening prodromiche alle citate procedure accelerate e, in caso di assenza dei presupposti della permanenza sul territorio nazionale, i migranti potranno essere trattenuti nella struttura equiparata a CPR ai fini del rimpatrio. Chiarisce, inoltre, che i minorenni ultrasedicenni, ai quali possono essere applicate le procedure accelerate, non possono essere trattenuti presso i CPR ai sensi dell'articolo 19, comma 4, del citato decreto legislativo n. 142 del 2015. Peraltro, ricorda che sulla base delle recenti modifiche di legge gli ultrasedicenni possono essere ospitati in accoglienza, anziché presso i centri specifici per i minori, eccezionalmente presso i cosiddetti CAS adulti, ma in una sezione a loro dedicata e per un periodo non superiore a novanta giorni, prorogabile al massimo di ulteriori sessanta giorni.
  Sulla scorta di queste considerazioni, ribadisce che potranno dunque essere sottoposti alle procedure accelerate di frontiera di cui sopra gli stranieri di sesso maschile, maggiorenni e non vulnerabili in caso di: provenienza da Paesi sicuri; presentazione della domanda di protezione internazionale alla frontiera; domanda presentata dal richiedente dopo essere stato fermato in condizioni di soggiorno irregolare, al solo scopo di ritardare o impedire l'esecuzione di un provvedimento di espulsione o di respingimento.
  In conclusione, sottolinea che la normativa nazionale in vigore prevede ampie tutele per le categorie vulnerabili, a partire dai minori, che saranno regolarmente applicate anche ai migranti soccorsi in mare in attuazione del Protocollo, i quali dunque non potranno essere trasferiti in Albania. La tutela di tali categorie, infatti, costituisce un obiettivo prioritario del Governo, come dimostrano gli interventi normativi ad hoc introdotti negli ultimi mesi.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP), pur apprezzando la disponibilità della sottosegretaria ad interloquire con l'opposizione, osserva che le proposte emendative in esame mirano proprio a recepire nel testo del provvedimento le precisazioni sue e del Viceministro Cirielli in tema di soggetti vulnerabili: l'approvazione di tali emendamenti appare indispensabile in considerazione del fatto che si sta ratificando un accordo internazionale, che pone obblighi giuridici anche in capo alla controparte albanese. Ribadisce, quindi la richiesta di accantonare l'emendamento Bonafè 3.27 e le altre proposte emendative di contenuto analogo.

  Carmela AURIEMMA (M5S), associandosi alle considerazioni del collega Amendola, ritiene necessario integrare il disegno di legge con le modifiche proposte dalle opposizioni, proprio in ragione della efficacia extra-territoriale dell'intesa.

  Filiberto ZARATTI (AVS), associandosi all'apprezzamento per l'approccio dialogantePag. 15 della sottosegretaria Ferro, evidenzia che le sue considerazioni, analogamente a quelle del Viceministro Cirielli, confermano l'opportunità di approvare le proposte emendative in esame, al fine di garantire che la tutela delle categorie vulnerabili sia assicurata anche dalla controparte albanese. Qualora la maggioranza e il Governo non intendessero accogliere l'emendamento dell'opposizione, suggerisce ai relatori o allo stesso Esecutivo di presentare una propria proposta alternativa.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA), condividendo la necessità di garantire che l'applicazione del Protocollo assicuri anche in territorio albanese le stesse tutele previste dall'ordinamento italiano, rileva che nell'attuale formulazione, contrariamente a quanto dichiarato dal Governo, l'accordo non esclude la possibilità di trasferire in Albania donne in stato di gravidanza: tale discrasia conferma che il testo è stato redatto in maniera approssimativa, e solo a seguito delle interlocuzioni con la Commissione europea è emersa la necessità di esplicitare talune clausole di salvaguardia previste dall'ordinamento nazionale ed europeo.

  Maria Elena BOSCHI (IV-C-RE), ringraziando la sottosegretaria Ferro per la sua sensibilità istituzionale e l'attenzione nei riguardi delle opposizioni, considera indispensabile approvare le proposte emendative in esame al fine di evitare dubbi interpretativi e possibili, futuri contenziosi. Chiede, altresì, alla rappresentante del Governo se l'accertamento dell'età dei presunti minori verrà effettuato secondo la fattispecie dell'urgenza, e dunque con procedure accelerate e semplificate; inoltre, chiede di chiarire se la verifica dei requisiti di vulnerabilità dei migranti verrà effettuata a bordo delle imbarcazioni che hanno effettuato il soccorso ovvero nel centro di permanenza per il rimpatrio allestito in Albania.

  La sottosegretaria Wanda FERRO precisa che, come già evidenziato dal Viceministro Cirielli, la fattibilità dell'anticipazione, a bordo degli assetti navali a disposizione delle autorità statali, delle attività di screening connesse all'attuazione del Protocollo, è attualmente in fase di approfondimento tecnico-operativo, con particolare riferimento ad eventuali trasbordi da effettuare, come necessario, in piena sicurezza. A suo avviso, si tratta di un'ipotesi volta ad evitare di portare in Albania migranti immediatamente individuabili come vulnerabili o comunque riducendo il numero di stranieri da trasferire in Italia in un momento successivo, in relazione alle diverse posizioni accertate. Rispondendo anche ad uno specifico quesito dell'onorevole Boldrini, precisa che eventuali, ulteriori valutazioni di condizioni di vulnerabilità, non rilevate durante le attività di screening a bordo, potranno essere effettuate successivamente allo sbarco in Albania nella struttura adibita alle funzioni di hotspot. Per quanto concerne i minori, ribadisce che gli stessi non potranno essere ospitati presso le strutture di trattenimento collocate in Albania, in quanto soggetti vulnerabili. In caso di dubbio sull'effettiva età dell'asserito minore e/o di impossibilità di effettuare l'accertamento dell'età, si applica la normativa nazionale, pertanto lo straniero è considerato minore. Quanto all'effettuazione dei trasporti tra Italia ed Albania a seguito della definizione delle singole posizioni dei migranti, precisa che si tratta di un'esigenza evidente, strettamente connessa alla necessità di assicurare ogni tutela e garanzia del rispetto dei diritti dei migranti e delle procedure ad essi applicabili e, quindi, insita nell'attuazione del Protocollo.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) ritiene irrealistico effettuare lo screening a bordo, in assenza delle necessarie strumentazioni tecnologiche, ma soprattutto del personale qualificato in grado di svolgere attività di mediazione culturale ed assistenza psicologica per i migranti vittime di violenza e torture. Peraltro, osserva che, a differenza di quanto dichiarato dal Viceministro Cirielli, nel Protocollo si prevede che le procedure di verifica della condizione di vulnerabilità siano svolte nell'hotspot in Albania. Al riguardo, ricorda che i tribunali italiani hanno già ritenuto illegittimo, nella Corte di cassazione,Pag. 16 il trattenimento negli hotspot dei richiedenti asilo provenienti da Paesi sicuri: pertanto, la detenzione a cui sarebbero sottoposti i migranti in Albania produrrebbe un'inaccettabile discriminazione.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Bonafè 3.27.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA) fa presente che l'emendamento a sua firma 3.28, che ripropone questioni già affrontate in proposte emendative di altri gruppi dell'opposizione, gli consente di tentare in extremis e con poche speranze di modificare la volontà politica di Governo e maggioranza. In merito all'accordo bilaterale con l'Albania richiama quanto avvenuto qualche settimana fa nella Conferenza dei presidenti di gruppo, in occasione della quale a fronte della richiesta delle opposizioni di consentire al Parlamento di autorizzare la ratifica, il Presidente Fontana dichiarò che il Governo aveva fatto gli opportuni approfondimenti concludendo che tale ratifica non fosse necessaria. Pur avendo le opposizioni conquistato il rispetto della Costituzione e in particolare dell'articolo 80, ottenendo che vi fosse l'autorizzazione alla ratifica, ritiene che l'episodio conservi tutta la sua gravità e che il Parlamento non debba chinarsi inerme alle imposizioni del Governo. Si spiega pertanto, alla luce di quanto appena ricordato, l'assoluta mancanza di volontà da parte della maggioranza di accogliere suggerimenti di miglioramento del testo. Ritiene inoltre che alla base di tale mancanza di volontà vi sia la piena consapevolezza che l'accordo non funzionerà, che lo screening non si potrà fare sulle navi né a bordo potranno essere accolte le domande di protezione internazionale e che dunque i vulnerabili approderanno in Albania. Riscontra pertanto una volontà elusiva da parte della maggioranza che non desidera esplicitare gli aspetti ambigui del testo e preferisce nascondersi nella zona grigia del Protocollo.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) fa presente che l'emendamento Bonafè 3.29 intende chiarire chi possa o meno essere trattenuto in Albania, escludendo in maniera esplicita alcune categorie. Precisa che il trattenimento generalizzato per i richiedenti asilo è in contrasto con la direttiva europea che considera tale soluzione come extrema ratio, rammentando che in Italia si è smesso di ricorrervi dopo che sono stati presentati i primi ricorsi. Richiama quindi il contenuto della nota del Viceministro Cirielli in merito all'esecuzione dello screening direttamente a bordo delle navi, sottolineando che si tratta a suo avviso di una soluzione impraticabile e criminale, che rischia peraltro di essere foriera di rivolte e disordini. Rileva inoltre che nella nota si farebbe intendere che tale impostazione sia stata avallata dalla Commissione europea, eventualità che non le risulta e che considera inimmaginabile. Implora pertanto Governo e maggioranza di non ricorrere a tale procedura.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Magi 3.28 e Bonafè 3.29.

  Toni RICCIARDI (PD-IDP) nel far presente che l'emendamento Bonafè 3.30 intende preservare la posizione dei richiedenti la protezione internazionale, richiama in merito alla fattibilità di procedure di identificazione direttamente a bordo la risposta fornita in sede di Commissione Schengen dal Ministro Tajani, che avrebbe ipotizzato la creazione di un apposito ufficio sulle navi, con ciò divergendo dai chiarimenti offerti dal Ministro Piantedosi. Plaude inoltre ironicamente al fatto che il Governo abbia inteso mettere nero su bianco l'investimento di risorse finanziarie per salvare i naufraghi nelle acque internazionali, cosa che neanche la sinistra ha avuto il coraggio di fare. Tuttavia rileva l'incongruenza del Protocollo secondo cui, nella narrazione offerta dal Governo, ai richiedenti asilo in Albania verrebbe tecnicamente applicato il diritto italiano.

  Le Commissione respingono l'emendamento Bonafè 3.30.

  Simona BONAFÈ (PD-IDP), rilevato che anche l'emendamento a sua prima firma Pag. 173.31 intende meglio precisare il contenuto del comma 2 dell'articolo 3 del disegno di legge in esame, si domanda per quale motivo maggioranza e Governo non intendano accogliere i suggerimenti dell'opposizione. Fa presente che tali proposte non introducono alcun nuovo concetto, limitandosi ad esplicitare quanto già previsto dalla normativa, ovvero che nei centri in Albania possono essere trattenuti soltanto coloro che non hanno titolo per accedere alla protezione internazionale. Ritenendo che se vi fosse una reale volontà di collaborare la maggioranza dovrebbe accogliere i suggerimenti volti a migliorare il testo, conclude che l'unica intenzione è quella di concludere l'accordo soltanto per avere una bandiera da sventolare, anche ignorando la decisione della Corte costituzionale albanese. Nel sottolineare che in caso di decisione contraria, il lavoro del Parlamento italiano sarebbe vanificato e bisognerebbe ricominciare, invita ad un supplemento di riflessione.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Bonafè 3.31 e Carotenuto 3.32.

  Alfonso COLUCCI (M5S) illustra l'emendamento a sua prima firma 3.33, che intende escludere dalla permanenza dei centri in Albania i soggetti vulnerabili o con problemi di salute, assicurando nel contempo servizi socio-sanitari in grado di verificare periodicamente la sussistenza di tali condizioni. Fa presente che l'emendamento è volto ad affrontare il tema della tutela dei vulnerabili e delle procedure attraverso le quali discriminare tali soggetti dagli altri, sottolineando come a tale ultimo proposito il Protocollo non fornisca alcuna indicazione. Chiede quindi ai sottosegretari presenti rassicurazioni in merito alle procedure che si intende adottare per la selezione, precisando con quali strumenti, in quali luoghi e a carico di quali soggetti responsabili. Richiama quindi le considerazioni svolte in sede di audizioni da un illustre professore universitario il quale ha fatto presente che gli accertamenti devono necessariamente essere svolti in Italia, trasferendo in un secondo momento in Albania i soggetti che non dovessero risultare vulnerabili. In conclusione fa presente che anche su questo aspetto si evidenziano la farraginosità e la lievitazione dei costi che contraddistinguono il protocollo in esame.

  Il sottosegretario Giorgio SILLI richiama il contenuto del comma 9 dell'articolo 5 del disegno di legge, in merito alle funzioni di assistenza svolte dall'Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto della povertà, precisando che non si sta in alcun modo lucrando sui soggetti deboli o vulnerabili. Nel far presente che la tutela di tali soggetti è garantita anche in altri articoli del disegno di legge in esame, pur comprendendo che l'opposizione fa legittimamente il proprio lavoro, tiene a precisare che quello in esame non è in alcun modo punitivo nei confronti dei vulnerabili.

  Federico FORNARO (PD-IDP) ha l'impressione che si siano persi di vista l'importanza e il significato dei lavori parlamentari, rammentando a tale proposito che agli atti delle Commissioni ricorrono studiosi, esegeti dei testi legislativi e financo giudici della Corte costituzionale. Nel precisare che nessuno degli interventi o delle proposte emendative dell'opposizione hanno un intento ostruzionismo, aggiunge che a suo parere è andato perduto anche il valore della dialettica politica e della possibilità di migliorare e di arricchire i testi anche con il contributo della minoranza, senza che questo rappresenti una vittoria di qualcuno a discapito di altri. Rivolgendosi ai presidenti, ai sottosegretari e ai relatori, fa presente che il Protocollo con l'Albania tenta di tracciare i confini di un territorio inesplorato rispetto al quale non ci sono precedenti e che proprio per questo è assolutamente necessario il confronto, al fine di risolvere gli aspetti ambigui. Ritiene che se, nonostante il diktat dall'alto, vi fosse un sussulto di dignità parlamentare, sarebbe ancora possibile svolgere un lavoro proficuo su elementi concreti, migliorando un testo che pure l'opposizione considera costoso e sbagliato.

Pag. 18

  Le Commissioni respingono l'emendamento Alfonso Colucci 3.33.

  Sara KELANY (FDI), relatrice per la I Commissione, anche a nome del relatore per la III Commissione, onorevole Formentini, evidenzia che le proposte emendative Zaratti 3.34 e Boschi 3.35 necessitano di un ulteriore approfondimento. Chiede pertanto ai rispettivi proponenti di ritirarle ai fini di una loro ripresentazione in Assemblea.

  Filiberto ZARATTI (AVS) non acconsente alla richiesta dei relatori, sottolineando come l'emendamento a sua firma 3.34 sia volto a introdurre nel testo del provvedimento una specifica garanzia costituzionale che riguarda il diritto di accesso dei parlamentari nei centri di accoglienza.
  Sottolinea come non consentire l'accesso a tali aree, infatti, contrasti con la normativa.
  Ritiene pertanto inaccettabile la richiesta di ritirare un emendamento sul quale invece ci si sarebbe atteso un ripensamento da parte dei relatori e del Governo.
  Osserva infine che l'ostinazione dell'Esecutivo, che risponde a tutte le richieste che vengono poste dalle opposizioni affermando che non è necessario introdurre nel testo in esame alcuna precisazione in quanto si tratta di disposizioni già previste in altre norme, di fatto rende inutile il dibattito che si sta svolgendo.

  Sara KELANY (FDI), relatrice per la I Commissione, anche a nome del relatore per la III Commissione, onorevole Formentini, preso atto della risposta del collega Zaratti, chiede che venga accantonato l'esame degli emendamenti Zaratti 3.34 e Boschi 3.35, nonché dell'emendamento Boschi 3.36.

  Nazario PAGANO, presidente, dispone l'accantonamento degli emendamenti Zaratti 3.34 e Boschi 3.35 e 3.36.

  Maria Elena BOSCHI (IV-C-RE) nel ringraziare i relatori per la disponibilità a valutare ulteriormente le proposte emendative Zaratti 3.34 e Boschi 3.35 e 3.36, ritiene che sia necessario disporre l'accantonamento anche dell'emendamento Fratoianni 3.37 in quanto – attenendo alle visite a coloro che nei centri sono sottoposti a regime detentivo da parte degli avvocati, dei loro ausiliari, delle organizzazioni internazionali e delle agenzie dell'Unione europea che prestano consulenza e assistenza ai richiedenti protezione internazionale – è di contenuto sovrapponibile a quello delle altre proposte accantonate.

  Nazario PAGANO, presidente, ritiene che la proposta emendativa Fratoianni 3.37 non presenti un contenuto del tutto identico a quello delle altre proposte emendative accantonate.

  Maria Elena BOSCHI (IV-C-RE), intervenendo sull'emendamento Fratoianni 3.37, sottolinea come il tema della garanzia dell'accesso agli avvocati ai centri sia particolarmente rilevante e rammenta come nel corso delle audizioni svolte sia emersa la necessità di esplicitare tale garanzia all'interno del testo del disegno di legge in esame. Sottolinea quindi come sarebbe particolarmente grave non garantire questo diritto e chiede ai rappresentanti del Governo di chiarire perlomeno se una previsione analoga sia già contenuta in un'altra disposizione in vigore.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP) reitera la richiesta già avanzata dalla collega Boschi di accantonare anche l'esame dell'emendamento Fratoianni 3.37 che – oltre a garantire il diritto di difesa attraverso l'accesso ai centri da parte degli avvocati – riguarda anche le organizzazioni internazionali e le agenzie dell'Unione europea che prestano consulenza e assistenza ai richiedenti protezione internazionale. Ritiene pertanto illogica la decisione della presidenza di non accedere all'accantonamento anche di tale proposta emendativa.
  Con riferimento, inoltre, alle considerazioni del sottosegretario Silli in merito al fatto che l'articolo 5 del Protocollo contiene già le disposizioni richieste dalle opposizioniPag. 19 in merito all'organizzazione delle strutture, fa presente che le stesse non riguardano il funzionamento dei centri.

  Carmela AURIEMMA (M5S) sottolinea che per assicurare il diritto di difesa è necessario garantire l'accesso ai centri da parte degli avvocati. Ritiene quindi particolarmente pericoloso respingere un emendamento che precisa tale diritto. A suo avviso infatti, un respingimento dell'emendamento Fratoianni 3.37 cristallizzerebbe, attraverso l'interpretazione degli atti parlamentari, la contrarietà del legislatore all'accesso ai centri da parte degli avvocati.

  Sara KELANY (FDI), relatrice per la I Commissione, non condivide la richiesta di accantonare l'esame dell'emendamento Fratoianni 3.37.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Fratoianni 3.37.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP), intervenendo sull'ordine dei lavori, alla luce della indisponibilità dei relatori all'accantonamento dell'emendamento Fratoianni 3.37, il cui contenuto a suo avviso è sovrapponibile a quello dell'emendamento Zaratti 3.34, ritiene inutile il dibatto che si sta svolgendo.

  Maria Elena BOSCHI (IV-C-RE) non intende contestare le valutazioni per le quali le presidenze non hanno acceduto alla richiesta di accantonamento da lei avanzata, rileva tuttavia come, anche in ragione della tarda ora, appaia inverosimile che gli uffici legislativi dei ministeri coinvolti siano ancora operativi.
  Chiede quindi ai relatori se ritengano di poter procedere all'esame delle proposte accantonate già nella seduta in corso sottolineando come, qualora invece nelle prossime ore non dovessero essere effettuate le valutazioni in merito alle proposte accantonate, sarebbe più opportuno rinviare l'esame ad altra seduta.

  Sara KELANY (FDI), relatrice, sottolinea come la richiesta iniziale di ritirare gli emendamenti Zaratti 3.34 e Boschi 3.35, al fine di ripresentarli in Assemblea, fosse stata fatta dai relatori proprio per effettuare un supplemento d'istruttoria in tempi congrui. Sottolinea come, non avendo i proponenti acceduto a tale richiesta, si stia cercando ora di effettuare quest'attività in tempi ridotti. Ritiene comunque che le Commissioni possano tranquillamente proseguire con l'esame del provvedimento.

  Filiberto ZARATTI (AVS) ritiene che la risposta della relatrice sia insufficiente e chiede di conoscere con certezza entro quanto tempo i relatori saranno in grado di affrontare l'esame delle proposte accantonate. Sottolinea infatti che, qualora gli stessi non fossero nelle condizioni di formulare il parere su tali proposte nella seduta odierna, sarebbe opportuno che le presidenze rinviassero l'esame del provvedimento ad altra seduta.

  Nazario PAGANO, presidente, non condivide la richiesta del collega Zaratti.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP) pur non contestando la valutazione effettuata dagli uffici in base alla quale le presidenze hanno ritenuto di non accantonare l'esame dell'emendamento Fratoianni 3.37, dichiara di non condividerla, in quanto a suo avviso tale proposta emendativa, ad eccezione del riferimento agli avvocati, è del tutto sovrapponibile all'emendamento Zaratti 3.34.

  Filiberto ZARATTI (AVS) ritiene che il voto contrario espresso dalle Commissioni sull'emendamento Fratoianni 3.37 di fatto già pregiudichi la votazione che si dovrà svolgere sull'emendamento a sua prima firma 3.34, per lo meno, per la parte relativa alle organizzazioni internazionali e alle agenzie dell'Unione europea che prestano consulenza e assistenza ai richiedenti protezione internazionale.
  Intervenendo quindi sull'emendamento a sua prima firma 3.38, rammenta come l'articolo 4 del codice della navigazione preveda che le navi italiane in alto mare siano considerate territorio italiano. Osserva quindi che le persone imbarcate in Pag. 20acque internazionali a seguito di salvataggio su mezzi della marina militare sono da considerarsi su territorio italiano. Si domanda quindi in base a quale previsione di legge il provvedimento in esame stabilisca che i migranti imbarcati su una nave italiana possano essere trasferiti in un Paese extracomunitario.
  Ritiene pertanto che le disposizioni di cui al comma 2 dell'articolo 3 del disegno di legge in esame, essendo in contrasto con il diritto internazionale e con il codice della navigazione, siano inapplicabili. Evidenzia quindi che l'emendamento a sua prima firma 3.38 è volto a limitare la permanenza dei migranti sul territorio albanese soltanto per il tempo strettamente necessario a svolgere le procedure di frontiera e di rimpatrio.

  Carmela AURIEMMA (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, ritiene che nell'esame dell'emendamento Fratoianni 3.37 non sia stata tenuta in debita considerazione la necessità di garantire il diritto di difesa attraverso l'accesso ai centri da parte degli avvocati. A suo avviso si tratta di una grave dimenticanza che inficerà il diritto di difesa dei migranti.

  Nazario PAGANO, presidente, preso atto dei rilievi avanzati dai colleghi, dispone l'annullamento della votazione dell'emendamento Fratoianni 3.37, che contestualmente accantona, per parziale identità del suo contenuto con quello delle altre proposte emendative accantonate.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) interviene sull'emendamento Zaratti 3.38, finalizzato ad affermare che il trattenimento non può essere prolungato in Albania, pena la sua illegittimità. Sottolinea infatti i gravi pregiudizi al diritto di difesa dei migranti, evidenziando in particolare che nel Protocollo è previsto che gli avvocati sono contattabili soltanto per via telematica, così come per via telematica si svolge l'udienza. Evidenzia sul punto una grave disparità di trattamento rispetto ai migranti trattenuti in Italia.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Zaratti 3.38 e Fratoianni 3.39.

  Maria Elena BOSCHI (IV-C-RE) interviene sull'emendamento Fratoianni 3.40, anch'esso volto a escludere che i soggetti vulnerabili possano essere condotti in Albania, dovendo invece, al più presto, essere portati in Italia. Nonostante la bocciatura degli analoghi emendamenti precedenti, invita la maggioranza a tornare sui propri passi e a valutare l'approvazione di questa previsione.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP), chiedendo preliminarmente di sottoscrivere l'emendamento Fratoianni 3.40, evidenzia come non solo le affermazioni del viceministro Cirielli dei giorni scorsi, ma anche le disposizioni citate oggi dalla sottosegretaria Ferro trovino riscontro e traduzione nell'emendamento. Rassicura il Governo circa il fatto che non è tautologico, non è ossessivo, non è ripetitivo e non è una vittoria delle opposizioni approvare questo emendamento per meglio specificare che i vulnerabili sono esclusi dal trattenimento in Albania. Chiede in particolare che la maggioranza valuti l'accantonamento di questa previsione al fine di eventualmente riformularla, anche limitandosi a richiamare le previsioni normative citate dalla sottosegretaria.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Fratoianni 3.40 e 3.41.

  Filiberto ZARATTI (AVS) interviene sull'emendamento Fratoianni 3.42, che nuovamente esclude che possano essere condotti in Albania soggetti vulnerabili, affermando che si tratta di un emendamento molto banale, che afferma principi scontati, sui quali – peraltro – come ha dichiarato la sottosegretaria, tutti sono d'accordo.
  Per questo, a fronte del parere contrario espresso dai relatori, si dice sconcertato dall'andamento dei lavori in sede referente: ritiene infatti che anche quando una maggioranza è fortemente motivata a giungere Pag. 21all'approvazione di un proprio provvedimento, non dovrebbe mai dimenticare l'importanza del confronto con le opposizioni, l'importanza di valutare gli emendamenti che sono proposti al fine di migliorare un testo o correggerne alcuni errori. Ricorda infatti che per la vetrina delle posizioni politiche c'è l'Assemblea della Camera, mentre il lavoro di Commissione è fatto per dialogare e migliorare il contenuto dei provvedimenti legislativi. Afferma di non aver mai voluto accedere alle argomentazioni di alcuni colleghi circa l'impossibilità di apportare modifiche a questo disegno di legge, a causa di un veto che giungerebbe direttamente dalla Presidenza del Consiglio, perché ritiene queste affermazioni lesive delle prerogative dei parlamentari; confessa però, a fronte dell'attuale chiusura della maggioranza, di cominciare ad avere qualche dubbio sulla piena possibilità dei parlamentari di maggioranza di svolgere appieno il loro ruolo.

  Federico FORNARO (PD-IDP) chiede per quali ragioni non sia possibile approvare l'emendamento Fratoianni 3.42, tenuto conto che anche la sottosegretaria Ferro nel suo intervento ha detto che il Governo intende tutelare i soggetti vulnerabili. Esprime il dubbio che alla base del parere contrario su questi emendamenti vi sia un diktat del vertice del Governo che impone alla maggioranza parlamentare di non accogliere emendamenti delle opposizioni.

  La sottosegretaria Wanda FERRO, rivolgendosi anzitutto all'onorevole Fornaro, con il quale condivide una lunga esperienza politica, afferma che non c'è nessun diktat e rivendica il proprio percorso dentro le istituzioni e la propria identità. Ribadisce che sul tema dei vulnerabili il Governo ha già fornito ampie rassicurazioni, prima con l'intervento del Viceministro Cirielli e oggi con i richiami che essa stessa ha fatto alla legislazione applicabile. Richiamando il precedente dibattito circa l'accantonamento dell'emendamento Fratoianni 3.37, evidenzia come la contrarietà espressa dalla relatrice onorevole Kelany fosse semplicemente motivata dal fatto che già l'articolo 9, paragrafo 2, del Protocollo afferma il diritto di accesso di avvocati e organizzazioni e agenzie internazionali ed europee nelle strutture albanesi per assicurare il diritto di difesa. In conclusione, nega il mancato dialogo della maggioranza con le opposizioni, facendo presente che semplicemente alcune delle previsioni che le opposizioni vorrebbero inserire nel disegno di legge sono già vincolanti perché previste dal Protocollo. Auspica che le rassicurazioni offerte da due esponenti del Governo siano ritenute sufficienti, a meno che l'opposizione non ritenga i rappresentanti del Governo non attendibili.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Fratoianni 3.42.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) interviene sull'emendamento Zaratti 3.43, volto a prevedere espressamente che i minori non accompagnati non possano essere condotti in Albania ma debbano essere portati senza indugio in Italia. Tornando alle dichiarazioni della sottosegretaria, circa il rispetto dei diritti di difesa nei centri collocati in Albania, e circa il contenuto dell'articolo 9 del Protocollo, puntualizza che nei centri albanesi quei diritti di difesa potranno essere esercitati per via telematica, diversamente da quanto accade in Italia. Ribadisce dunque che sul punto esiste una inaccettabile disparità di trattamento tra i migranti che si trovano in Italia e quelli che saranno collocati nelle strutture messe in Albania.

  Alfonso COLUCCI (M5S), intervenendo sull'emendamento Zaratti 3.43, ne richiama le finalità, invitando il Governo a esplicitare formalmente, attraverso l'approvazione di tale emendamento l'esclusione della categoria dei minori non accompagnati. Rimarca inoltre la differenza, sul piano dell'efficacia giuridica e quindi del rapporto tra le fonti del diritto, tra il disegno di legge di ratifica (avente natura di fonte ordinaria) e il Protocollo che è fonte subordinata. Ricorda che la convenzione ONU sui diritti dei minori espressamente vieta che il minore possa essere «confuso» tra i Pag. 22maggiorenni nei centri di permanenza. L'emendamento in esame mira dunque ad escludere i minori accompagnati dall'applicazione delle disposizioni del Protocollo.

  Filiberto ZARATTI (AVS) ribadisce la ratio dell'emendamento 3.43 a sua firma, raccomandandone l'approvazione.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Zaratti 3.43.

  Toni RICCIARDI (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Zaratti 3.44, ne ricorda la ratio ultima, che è quella di non separare i nuclei familiari, pena il rischio di nuove radicalizzazioni. Richiamando vicende trascorse, ricorda i casi nei quali era negato il diritto di ricongiungimento familiare di italiani migrati. Invita «sommessamente» i deputati a riflettere sulla portata della questione. Chiede l'accantonamento dell'emendamento Zaratti 3.44.

  Filiberto ZARATTI (AVS) ringrazia il collega Ricciardi che ha colto l'essenza dell'emendamento 3.44 a sua firma, che è in definitiva quella di tutelare i nuclei familiari.

  Carmela AURIEMMA (M5S) chiede di sottoscrivere l'emendamento Zaratti 3.44 dal momento che esso, oltre ad avere una grande carica valoriale, mira a preservare l'integrità dei nuclei familiari. Ne, chiede, quindi, l'accantonamento.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Zaratti 3.44.

  Sara KELANY (FDI), relatrice per la I Commissione, modificando il parere precedentemente espresso, propone una riformulazione degli emendamenti Zaratti 3.34 e Boschi 3.35, nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Filiberto ZARATTI (AVS), nel motivare il mancato accoglimento della proposta di riformulazione, sottolinea, in particolare, come le organizzazioni internazionali siano escluse dalla possibilità di esercitare un'attività di controllo sul rispetto dei diritti fondamentali nelle strutture di permanenza. In secondo luogo, ritiene ultronea la riformulazione, nella parte in cui si garantisce l'accesso ai parlamentari italiani, dal momento che questi ultimi possono già accedere alle strutture italiane in Albania.

  Maria Elena BOSCHI (IV-C-RE), pur apprezzando lo sforzo della relatrice, non accetta la riformulazione proposta per le stesse motivazioni del collega Zaratti. In particolare, evidenzia come non sia contemplata la possibilità di visita a coloro che sono in regime di detenzione.

  Sara KELANY (FDI), relatrice per la I Commissione, ribadisce il parere contrario sugli emendamenti Zaratti 3.34 e Boschi 3.35.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP), intervenendo in dichiarazione di voto, rimarca l'inadeguatezza della maggioranza e del Governo nel proporre riformulazioni in grado di inserire nel disegno di legge di ratifica disposizioni dell'ordinamento giuridico italiano. Conseguentemente, stante la attuale «sterilità» dell'esame del provvedimento in sede referente, preannuncia la presentazione da parte del Partito Democratico di emendamenti direttamente in Assemblea.

  Alfonso COLUCCI (M5S) evidenzia che la proposta di riformulazione avanzata dalla relatrice Kelany, di fatto, non recepisce la sostanza degli emendamenti in esame: infatti, limita l'accesso alle strutture di accoglienza in Albania ai soli parlamentari italiani ed europei, che già dispongono di questa facoltà in base alla normativa italiana, escludendo invece i rappresentanti delle organizzazioni internazionali e delle agenzie dell'Unione europea. A suo avviso, si tratta di una scelta che compromette ogni possibilità di collaborazione con l'opposizione.

  Simona BONAFÈ (PD-IDP), associandosi alle considerazioni svolte dal collega Amendola circa la mancanza delle condizioniPag. 23 minime per continuare l'esame del provvedimento nel rispetto dei diritti dell'opposizione, preannuncia che il proprio gruppo intende abbandonare i lavori della Commissione.

  Filiberto ZARATTI (AVS), stigmatizza la netta chiusura del Governo ad ogni ipotesi di modifica del disegno di legge, che impedisce alla stessa maggioranza di concorrere al miglioramento del provvedimento ledendo le prerogative parlamentari e generando un profondo senso di frustrazione. Si associa, quindi, alle considerazioni del collega Amendola preannunciando l'intenzione di ripresentare in Assemblea le proposte emendative nell'auspicio di un dibattito più proficuo che coinvolga anche l'opinione pubblica. Ritiene tuttavia che la totale indisponibilità di maggioranza e Governo a recepire le ragionevoli proposte dell'opposizione produce un vulnus che rischia di inficiare anche il proseguimento dell'attività della Commissione.

  Le Commissioni respingono con distinte votazioni l'emendamento Zaratti 3.34, nonché gli emendamenti a prima firma Boschi 3.35 e 3.36.

  I deputati dei gruppi del Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Italia Viva-Il Centro-Renew Europe abbandonano i lavori delle Commissioni.

  Nazario PAGANO, presidente, in assenza dei presentatori dichiara decadute, oltre alle proposte emendative accantonate, le seguenti proposte emendative: l'emendamento Fratoianni 3.45, gli identici emendamenti Magi 3.46 e Bonafè 3.47, gli identici emendamenti Magi 3.48 e Bonafè 3.49, l'emendamento Boschi 3.50, gli identici emendamenti Magi 3.51 e Bonafè 3.52, nonché gli identici emendamenti Magi 3.53 e Bonafè 3.54, gli emendamenti Bonafè 3.55 e 3.56, gli identici emendamenti Magi 3.57, Alfonso Colucci 3.58 e Bonafè 3.59, gli emendamenti Bonafè 3.60 e 3.61, gli identici emendamenti Magi 3.62, Boschi 3.63 e Bonafè 3.64, gli emendamenti Alfonso Colucci 3.65, Bonafè 3.66, Boschi 3.67, gli identici emendamenti Zaratti 3.68 e Alfonso Colucci 3.69, gli emendamenti Fratoianni 3.71, Alfonso Colucci 3.72, gli identici emendamenti Magi 3.73, Alfonso Colucci 3.74, Bonafè 3.75, gli emendamenti Alfonso Colucci 3.76, Boschi 3.77, Onori 3.78, Alfonso Colucci 3.79, gli identici emendamenti Magi 4.1, Bonafè 4.2, Grupponi 4.3, gli emendamenti Bonafè 4.4, Zaratti 4.5, Rosato 4.6, gli identici emendamenti Fratoianni 4.7, Lomuti 4.8, Bonafè 4.9, Magi 4.10, gli emendamenti Lomuti 4.14, Fratoianni 4.15, Alfonso Colucci 4.16, Fratoianni 4.17, Bonafè 4.18, Boschi 4.19, Zaratti 4.22, Magi 4.23, Bonafè 4.24, Magi 4.25, Alfonso Colucci 4.26, Bonafè 4.27 e 4.28, Lomuti 4.29, Bonafè 4.30, 4.31, 4.32, 4.33 e 4.34, Boschi 4.35, Bonafè 4.36, gli identici emendamenti Fratoianni 4.37 e Bonafè 4.38, gli emendamenti Bonafè 4.39, Alfonso Colucci 4.40, Bonafè 4.41, 4.42, 4.43, 4.44 e 4.45, Zaratti 4.46, Bonafè 4.47 e 4.48, Fratoianni 4.49, Bonafè 4.50, Zaratti 4.51, Bonafè 4.52, 4.53, 4.54, 4.55, 4.56, 4.57, 4.58 e 4.59, Boschi 4.60, Alfonso Colucci 4.61, gli identici emendamenti Magi 5.1, Boschi 5.2 e Bonafè 5.3, gli emendamenti Bonafè 5.4, Fratoianni 5.5, Zaratti 5.6, Bonafè 5.7, Fratoianni 5.8, Bonafè 5.9, 5.10, 5.11, 5.12, 5.13 e 5.14, Boschi 5.15, Bonafè 5.16, 5.17 e 5.18, l'articolo aggiuntivo Rosato 5.02, gli identici emendamenti Magi 6.1 e Bonafè 6.2, l'emendamento Bonafè 6.3, gli identici emendamenti Magi 6.4 e Bonafè 6.5, gli emendamenti Magi 6.6 e 6.7, Bonafè 6.8, 6.9 e 6.10, gli identici emendamenti Bonafè 6.11 e Magi 6.12, gli emendamenti Alfonso Colucci 6.15, Magi 6.13, 6.17, 6.18, 6.19, 6.20, 6.21 e 6.22, Bonafè 6.23, 6.24 e 6.25, Alfonso Colucci 6.27 e gli identici emendamenti Magi 7.1 e Bonafè 7.2.
  Avverte che si è concluso l'esame delle proposte emendative. Comunica, altresì, che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni II, IV, IX, XI, XII e XIV, mentre la V Commissione esprimerà il proprio orientamento ai fini della discussione in Assemblea. Segnala che il gruppo Misto ha comunicato per le vie brevi che intende designare l'onorevole Magi quale relatore di minoranza in Assemblea.

Pag. 24

  Le Commissioni deliberano di conferire il mandato ai relatori a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento in esame, come modificato dalla proposta emendativa approvata. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.
  Avverte che la Presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 00.45 del 18 gennaio 2024.