CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 16 gennaio 2024
232.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e III)
COMUNICATO
Pag. 5

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Martedì 16 gennaio 2024.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 10.40 alle 10.50.

SEDE REFERENTE

  Martedì 16 gennaio 2024. — Presidenza del presidente della I Commissione, Nazario PAGANO. – Interviene il sottosegretario agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Maria Tripodi.

  La seduta comincia alle 11.10.

Ratifica ed esecuzione del Protocollo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei ministri della Repubblica di Albania per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria, fatto a Roma il 6 novembre 2023, nonché norme di coordinamento con l'ordinamento interno.
C. 1620 Governo.
(Seguito esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 15 gennaio 2024.

  Nazario PAGANO, presidente, dopo aver ricordato che nella seduta di ieri è stata pronunciata la declaratoria di inammissibilità di talune proposte emendative presentate, fa presente che sono pervenute 3 richieste di riesame della declaratoria, relative agli emendamenti Bonafè 1.3, 1.4 e 2.2. Avverte che le presidenze, effettuato un supplemento di istruttoria, confermano il giudizio di inammissibilità delle proposte emendative Bonafè 1.3 (e quindi degli identici Fratoianni 1.1 e Magi 1.2), Bonafè 1.4 e Bonafè 2.2 (e quindi dell'identico Magi Pag. 62.1) in quanto finalizzate direttamente o in via indiretta a sopprimere le clausole di autorizzazione alla ratifica e dell'ordine di esecuzione del Protocollo, le quali, per prassi consolidata dalla VIII legislatura, non possono essere oggetto di soppressione.
  Dopo aver constatato l'assenza di obiezioni, dispone l'apertura del circuito chiuso.
  Ricorda quindi che nella seduta di ieri si è svolta la discussione sul complesso delle proposte emendative e invita i relatori, onorevole Kelany per la I Commissione e onorevole Formentini per la III Commissione, a formulare i pareri sulle proposte emendative ammissibili.

  Sara KELANY (FDI), relatrice per la I Commissione, anche a nome del collega relatore per la III Commissione, onorevole Formentini, esprime parere contrario su tutte le proposte emendative presentate con due eccezioni: chiede infatti l'accantonamento degli emendamenti Lomuti 4.14 e Boschi 4.19.

  Il sottosegretario Maria TRIPODI esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Nazario PAGANO, presidente, dà conto delle sostituzioni.

  Matteo MAURI (PD-IDP) esprime delusione per la conferma dell'inammissibilità dell'emendamento Bonafè 1.4, rispetto alla quale chiede chiarimenti. Pur riconoscendo infatti che la prassi impedisce di intervenire sugli articoli del disegno di legge di ratifica relativi all'autorizzazione alla ratifica e all'ordine di esecuzione, oltre che di poter surrettiziamente modificare i contenuti del Protocollo oggetto di ratifica, afferma che la spessa prassi non impedisce di mettere in discussione il contenuto del disegno di legge. Propone dunque, laddove l'emendamento Bonafè 1.4 dal punto di vista formale riguardi un comma intoccabile, di riformularlo al fine di superare una inammissibilità che a suo dire scaturisce da motivazioni solo politiche.
  Chiede quindi ironicamente alla relatrice di ribadire quali emendamenti hanno il parere favorevole, rammentando come molti degli emendamenti presentati vadano nella direzione tracciata ieri dal Viceministro Cirielli nel suo intervento. Preannuncia che quando quegli emendamenti saranno trattati, sarà interessante vedere come la maggioranza e il Governo potranno argomentare il loro parere contrario.

  Nazario PAGANO, presidente, ricorda all'onorevole Mauri che le declaratorie di inammissibilità fanno seguito ad approfondite istruttorie svolte con l'ausilio degli uffici e che la prassi costante è quella di non ammettere emendamenti che sostituiscono o sopprimono l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione di un accordo internazionale.

  Alfonso COLUCCI (M5S) sottolinea come la relatrice abbia espresso tutti parere contrari, chiedendo l'accantonamento di soli due emendamenti e rileva come lo sciorinio delle contrarietà esprima plasticamente la debolezza del provvedimento all'esame delle Commissioni. Afferma che qualsiasi struttura che non si apre a modificazioni, che viene presentata come rigida, esprime in realtà la propria debolezza e fragilità. Ritiene che respingere tutti gli emendamenti sia una dimostrazione della debolezza delle politiche del Governo in tema di immigrazione e, più in particolare, dello specifico disegno di legge in esame. Ritiene che il provvedimento – che definisce inconsistente e pernicioso – riguarderà pochissimi migranti a fronte di enormi costi, e sarà l'ennesima dimostrazione del fallimento delle politiche migratorie del Governo Meloni.

  Filiberto ZARATTI (AVS) esprime perplessità sull'iter di approvazione di questo provvedimento, che pone enormi ostacoli di natura formale e di merito, riscontrati anche in Albania, come dimostra la pendenza del ricorso alla Corte costituzionale albanese. Evidenzia che tutto ciò avrebbe consigliato una discussione più approfondita e una maggiore apertura da parte della maggioranza, che ben avrebbe potuto rintracciare, tra i tanti emendamenti presentati, qualcuno volto a migliorare l'articolato del disegno di legge. Stigmatizza invece Pag. 7l'atteggiamento di chiusura della maggioranza, che insiste su un percorso che sa bene essere sbagliato. Ciò a suo avviso perché il Presidente del Consiglio sull'immigrazione ha promesso i fuochi d'artificio e dunque adesso è necessario almeno far scoppiare qualche petardo e gettare un po' di fumo negli occhi dei cittadini. Stigmatizza gli alti costi del provvedimento e ribadisce che tali soldi sarebbero stati meglio spesi se consegnati direttamente ai migranti, dati i costi pro-capite dell'attuazione del Protocollo. In conclusione ribadisce la propria perplessità sul modo di operare della maggioranza che, invece di aiutare il Governo a correggere provvedimenti palesemente inutili e dannosi, continua ad essere completamente asservita all'Esecutivo, senza manifestare una minima autonomia di pensiero.

  Nazario PAGANO, presidente, ricorda che la discussione generale sul complesso delle proposte emendative si è svolta ieri e invita dunque tutti a passare all'esame delle proposte emendative.

  Simona BONAFÈ (PD-IDP), pur ringraziando il Presidente per questa precisazione, sottolinea l'esigenza, prima di affrontare i singoli emendamenti, di esprimere qualche generale considerazione sul provvedimento e sull'iter accelerato per la sua approvazione. Ricorda, infatti, che nella seduta di ieri i commissari hanno a lungo atteso la presenza del Viceministro Cirielli al quale sono state poste alcune domande che ancora non hanno ricevuto risposta. Stigmatizza in merito la mancanza di attenzione e di rispetto di maggioranza e Governo nei confronti delle opposizioni. Evidenzia infine come, a fronte di misure che coinvolgono i diritti e la vita di persone, la maggioranza abbia espresso solo pareri contrari negando qualsiasi tipo di apertura e collaborazione alle opposizioni e ciò nonostante anche nel corso delle audizioni siano emerse le enormi criticità del provvedimento.

  Nazario PAGANO, presidente, chiede di passare ora all'esame delle singole proposte emendative, a partire da quelle riferite all'articolo 2, posto che gli emendamenti riferiti all'articolo 1 sono stati dichiarati inammissibili.

  Ettore ROSATO (AZ-PER-RE) illustra l'emendamento 2.3, del quale è primo firmatario, volto a prevedere un coinvolgimento delle Camere nella decisione di un eventuale rinnovo del Protocollo alla scadenza dei 5 anni di vigenza. Esprime stupore per il parere contrario di relatori e Governo su una iniziativa che si limita a valorizzare il ruolo del Parlamento nella fase di valutazione dei risultati prodotti dall'accordo con l'Albania. Ritiene la posizione della maggioranza sul punto irragionevole.

  Simona BONAFÈ (PD-IDP), nel chiedere di sottoscrivere l'emendamento Rosato 2.3, ribadisce quanto già detto in discussione generale circa l'inutilità e l'eccessiva onerosità del Protocollo, circa gli enormi problemi applicativi che esso determina, anche nei rapporti con l'Unione europea. Sottolinea che la maggioranza ha magnificato le sorti dell'accordo con l'Albania, affermando che avrebbe risolto tutti i problemi posti dall'immigrazione, sostanzialmente disconoscendo l'efficacia dei vari decreti-legge già approvati sul punto, per non ammettere il fallimento complessivo delle proprie politiche e ribadisce che i problemi posti dall'immigrazione sono complessi e non si possono risolvere con la mera propaganda.

  Nazario PAGANO, presidente, ricorda il contenuto dell'emendamento Rosato 2.3, invitando a ricondurre all'emendamento il merito della discussione.

  Filiberto ZARATTI (AVS), nel dichiarare il voto favorevole del suo gruppo all'emendamento Rosato 2.3, ne sottolinea la ragionevolezza chiedendo come possano le Commissioni esprimersi contro un emendamento che si limita a prevedere un coinvolgimento del Parlamento alla scadenza del quinquennio di vigenza del Protocollo. Pag. 8Ritiene sul punto che il parere contrario di relatori e Governo sia incomprensibile.

  Alfonso COLUCCI (M5S) annuncia il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento Rosato 2.3 rilevando come il carattere farraginoso del disegno di legge di ratifica del Protocollo imponga un coinvolgimento del Parlamento nella valutazione dell'efficacia dell'accordo, alla sua scadenza. A titolo esemplificativo, sottolinea uno dei problemi principali derivanti dal Protocollo e relativo all'applicabilità della normativa italiana ed europea sulla protezione internazionale. Ricorda, infatti, che sulla base delle convenzioni internazionali e del codice della navigazione, le navi italiane sono territorio italiano nel quale si applicano tanto il diritto italiano quanto quello dell'Unione europea; i capitani delle navi militari non sono però autorizzati a ricevere le domande di asilo internazionale, che dovranno essere presentate una volta effettuato lo sbarco a terra; a terra, le aree albanesi individuate dal Protocollo non sono territorio italiano, ma sono solo concesse in uso allo Stato italiano. A suo parere dunque una volta formalizzata la domanda di asilo a terra, il migrante dovrà essere riportato a bordo della nave per essere condotto in Italia perché dovrà applicarsi l'articolo 9 della direttiva n. 32 del 2013, che afferma il diritto di rimanere nello Stato membro durante l'esame della domanda. Sottolinea come questa sia una delle prime criticità del provvedimento, che saranno fonte di infinito contenzioso e ritiene per questo di buon senso prevedere che sugli esiti dell'attuazione del Protocollo si pronuncino le Camere.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP) invita i relatori a valutare l'opportunità di richiedere l'accantonamento dell'emendamento Rosato 2.3, la cui approvazione consentirebbe al Parlamento di esprimersi sul rinnovo del Protocollo in esame, esercitando le proprie prerogative di indirizzo e controllo. Del resto, a suo avviso, ogni accordo internazionale deve essere sottoposto a un costante monitoraggio, al fine di verificarne l'efficacia alla luce di eventuali mutamenti di contesto.

  Paolo FORMENTINI (LEGA), relatore per la III Commissione, anche a nome della collega Kelany, relatrice per la I Commissione, propone di accantonare l'emendamento Rosato 2.3.

  Nazario PAGANO, presidente, dispone l'accantonamento dell'emendamento Rosato 2.3.

  Simona BONAFÈ (PD-IDP) chiede di sottoscrivere l'emendamento Rosato 2.3 a nome di tutti i membri del gruppo del Partito Democratico delle due Commissioni.

  Benedetto DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA) sottoscrive l'emendamento Magi 2.4.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Magi 2.4.

  Matteo MAURI (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Bonafè 3.2, di cui è cofirmatario, soppressivo dell'articolo 3 del disegno di legge di ratifica, ribadisce l'incompatibilità del Protocollo con le norme del diritto internazionale ed europeo. Al riguardo, rileva che le risposte alle obiezioni avanzate dalle opposizioni, fornite della seduta di ieri del viceministro Cirielli, risultano parziali e lacunose.

  Nazario PAGANO, presidente, auspicando che l'interlocuzione con l'Esecutivo possa svolgersi in un clima di collaborazione serena e proficua, invita la sottosegretaria Tripodi ad integrare, se del caso, le considerazioni del viceministro Cirielli.

  La sottosegretaria Maria TRIPODI, evidenziando che il Viceministro ha fornito già nella giornata di ieri molti chiarimenti, rileva che ulteriori delucidazioni, specie se attinenti a aspetti di competenza di quel Ministero, potranno essere illustrate da un rappresentante del Ministero dell'interno nelle prossime sedute di esame del provvedimento. Sul tema dei costi di attuazione del Protocollo, sollevato dall'onorevole Alfonso Colucci, precisa che per il primo Pag. 9anno è prevista una spesa di 140 milioni di euro, destinata peraltro a ridursi negli anni successivi.

  Matteo MAURI (PD-IDP), precisando che sul tema degli oneri finanziari ci sarà modo di confrontarsi nel prosieguo dell'esame, chiede di accantonare tutte le proposte emendative relative all'articolo 3, che attengono ai profili di competenza del Ministero dell'interno, in attesa di un confronto con un rappresentante di tale dicastero.

  Sara KELANY (FDI), relatrice per la I Commissione, anche a nome del collega Formentini, relatore per la III Commissione, ribadisce l'opportunità di procedere nell'esame degli emendamenti.

  La sottosegretaria Maria TRIPODI si associa alle valutazioni dei relatori.

  Matteo MAURI (PD-IDP) sottolinea che l'indisponibilità di maggioranza e Governo ad accedere alle ragionevoli richieste dell'opposizione rischia di inficiare il clima di collaborazione e rispetto reciproco che dovrebbe caratterizzare i lavori parlamentari.

  Filiberto ZARATTI (AVS) si associa alla richiesta del collega Mauri di accantonare le proposte emendative riferite all'articolo 3, in attesa dell'intervento di un rappresentante del dicastero competente per materia, ovvero il Ministero dell'interno.

  Nazario PAGANO, presidente, precisa che la sottosegretaria Tripodi rappresenta in questa sede l'intero Esecutivo.

  Alfonso COLUCCI (M5S), intervenendo sugli identici emendamenti Magi 3.1, Bonafè 3.2 e Boschi 3.3, evidenzia che con la soppressione dell'articolo 3 si intendono affrontare, tra gli altri, i nodi dei costi eccessivi connessi all'attuazione del Protocollo, nonché del mancato rispetto dei diritti fondamentali dei migranti. Al riguardo, ribadisce che le procedure previste dal Protocollo rischiano di minare gravemente il diritto d'asilo, sancito dalla nostra Costituzione, oltre che dal diritto internazionale e dal diritto europeo; inoltre, le attività svolte da personale impiegato all'estero implicano una inevitabile lievitazione dei costi per la finanza pubblica. A tale riguardo, chiede alla sottosegretaria Tripodi se il Governo abbia provveduto ad elaborare un'analisi costi/benefici dell'accordo, indispensabile per valutarne l'efficienza operativa.

  Federico FORNARO (PD-IDP), intervenendo sull'ordine dei lavori, si associa alla richiesta avanzata dal collega Mauri di accantonare le proposte emendative riferite all'articolo 3: tale proposta non ha finalità ostruzionistiche né intende sminuire l'autorevolezza della sottosegretaria Tripodi, bensì ha lo scopo di ottenere risposte esaustive dall'amministrazione competente per materia, ovvero il Ministero dell'interno.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP), associandosi alle considerazioni dei colleghi Fornaro e Alfonso Colucci, rileva altresì che il Viminale potrebbe fornire chiarimenti anche sul rischio che il nostro Paese possa perdere, parzialmente, l'accesso alle risorse europee per le politiche migratorie, dal momento che il Protocollo con l'Albania introduce un nuovo modello di cooperazione bilaterale, al di fuori della cornice dell'UE.

  Nazario PAGANO, presidente, osserva che entrambi i relatori hanno già espresso la propria contrarietà ad accantonare gli emendamenti all'articolo 3.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli identici emendamenti Magi 3.1, Bonafè 3.2 e Boschi 3.3, nonché l'emendamento Alfonso Colucci 3.4 e gli identici emendamenti Magi 3.5 e Bonafè 3.6.

  Filiberto ZARATTI (AVS), illustrando l'emendamento a sua prima firma 3.7, sottolinea la necessità di assicurare a ciascun migrante il diritto di ricorso, individuando la Procura della Repubblica di Roma quale giurisdizione responsabile per i provvedimenti di competenza.

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  Alfonso COLUCCI (M5S), preannunciando il voto favorevole del proprio gruppo sull'emendamento in esame, ribadisce che l'individuazione del giudice è il primo presupposto per garantire il diritto del migrante alla presunzione di innocenza. A suo avviso, una delle lacune più evidenti dell'intesa in esame risiede proprio nel fatto che le strutture di accoglienza possono diventare luoghi di detenzione per chi commette reati all'interno delle strutture stesse, impedendo di fatto l'espletamento della funzione rieducativa della pena.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Zaratti 3.7.

  Nazario PAGANO, presidente, sospende brevemente la seduta a seguito di una richiesta in tal senso del rappresentante del Governo.

  La seduta, sospesa alle 12.25, riprende alle 12.30.

  Nazario PAGANO, presidente, avverte che i lavori riprendono dall'esame dell'emendamento Magi 3.8.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA), illustrando l'emendamento a sua firma 3.8, sottolinea che esso, analogamente ai successivi 3.9, 3.10 e 3.11, mira a correggere, almeno parzialmente, le numerose anomalie giuridiche del Protocollo, incentrate sul presupposto – sbagliato – di estendere la giurisdizione italiana sul territorio di un Paese terzo, peraltro non membro dell'Unione europea. Come già evidenziato nella discussione sul complesso degli emendamenti svoltasi ieri, è infatti impensabile che il Governo riesca a garantire un adeguato screening dei migranti per individuare i soggetti vulnerabili, nonché ad assicurare una corretta istruttoria delle domande di protezione internazionale, con l'effetto di produrre forme di inaccettabile discriminazione tra i migranti stessi.
  A suo avviso, la ratifica dell'intesa in esame persegue finalità meramente propagandistiche, con l'obiettivo di massimizzare il consenso in vista delle prossime elezioni europee; peraltro, è assai grave che siano già in corso i sopralluoghi del Ministero dell'interno in territorio albanese nei siti individuati per la costruzione delle strutture di accoglienza, prima ancora che il Parlamento abbia ratificato l'accordo e che la Corte costituzionale albanese si sia pronunciata sulla sua legittimità.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Magi 3.8.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA), illustrando l'emendamento a sua firma 3.9, ribadisce che le norme del disegno di legge creeranno inevitabilmente gravi difficoltà alle amministrazioni che dovranno applicarle, costringendole ad operare in un clima di incertezza giuridica. Ritiene, inoltre, che i chiarimenti forniti dal Governo nella seduta di ieri non siano sufficienti a rimuovere tutte le riserve sulla tutela dei diritti fondamentali dei migranti, i quali sul territorio albanese non potranno ricevere la stessa assistenza garantita in caso di approdo in Italia. Peraltro, la stessa Commissaria europea agli affari interni, Ylva Johansson, ha confermato che il Protocollo si colloca al di fuori della cornice giuridica dell'UE, ed è dunque privo delle salvaguardie e delle tutele da essa previste.

  Alfonso COLUCCI (M5S) nel far presente che l'emendamento 3.9 del collega Magi, analogamente ai successivi, è del tutto condivisibile in quanto volto ad eliminare i molti elementi critici del testo, emersi anche nel corso delle audizioni e relativi in particolare alla creazione di uno statuto speciale per i migranti accolti in Albania, che contravviene tra l'altro al dettato dell'articolo 10 della Costituzione e dell'articolo 3 della CEDU. Rilevato che le disposizioni introdotte dal disegno di legge in esame rendono molto difficile l'esercizio del diritto di asilo, dal momento che il soggetto interessato è costretto a fare riferimento ad autorità statuali lontane, sottolinea che l'emendamento Magi 3.9 tende a sanare le disparità di trattamento introdotte dal Governo con riguardo alla possibilità di esercitare diritti di natura costituzionale.Pag. 11 Esprime la convinzione che gli italiani siano molto migliori di come le malferme norme in esame tendano a rappresentarli, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo e sollecita maggioranza e Governo ad un supplemento di riflessione.

  Matteo MAURI (PD-IDP), nell'associarsi alle considerazioni del collega Alfonso Colucci, e anticipando il voto favorevole del Partito democratico sull'emendamento Magi 3.9, chiede per il tramite della presidenza se vi sia da parte di relatori e Governo l'intenzione di presentare eventuali proposte emendative.

  Filiberto ZARATTI (AVS) dichiara in primo luogo di sostenere la richiesta del collega Mauri, dal momento che avere contezza circa le intenzioni di Governo e relatori può essere di aiuto anche nella futura programmazione dei lavori delle Commissioni riunite. Ritiene che l'emendamento Magi 3.9 consenta di svolgere un ragionamento sul complesso del provvedimento, evidenziandone debolezze ed incongruenze. Fa presente a tale proposito che le disposizioni del Governo sono riuscite addirittura a creare migranti di serie A, vale a dire coloro che sono accolti in Italia e pertanto beneficiano dei livelli di protezione del diritto nazionale ed europeo, e migranti di serie B che, in quanto accolti in Albania, non vedono garantito l'esercizio dei propri diritti, oltre ad essere soggetti ad una giurisdizione non chiara. Aggiunge che, agli evidenti limiti in termini di rispetto dei principi costituzionali e del diritto dell'Unione europea, fa riscontro l'assoluta mancanza di vantaggi del Protocollo, dal momento che le misure in esso contenute non sono esaustive e non risolveranno in alcun modo la questione migratoria. Nel ritenere giusta un'ulteriore riflessione, pur comprendendo l'esigenza dei partiti di maggioranza di vincere la concorrenza interna per conquistare una manciata di voti di più in vista delle prossime elezioni europee, rincorrendosi a destra e mostrandosi sempre più feroci verso chi scappa da guerre, siccità, violenze e disastri ambientali, ritiene che vi sia un limite anche al cinismo. Nell'apprezzare il collega Magi per aver voluto evidenziare con le proprie proposte emendative i limiti del provvedimento, che peraltro non porta alcun vantaggio al Paese, chiede a nome del suo gruppo di sottoscrivere gli emendamenti 3.8, 3.9, 3.10 e 3.11, preannunciando il voto favorevole.

  Alfonso COLUCCI (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede al presidente di liberarlo dal senso di colpa per non aver insistito per interrompere il proprio intervento sugli identici emendamenti Magi 3.1, Bonafè 3.2 e Boschi 3.3, per consentire alla Sottosegretaria Tripodi di prendere la parola, come era sua intenzione. Avanza pertanto la richiesta che il presidente consenta alla Sottosegretaria Tripodi di intervenire per fornire le risposte alle domande dell'opposizione.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Magi 3.9.

  Nazario PAGANO, presidente, invita i relatori a fornire una risposta alla richiesta precedentemente avanzata dal collega Mauri.

  Sara KELANY (FDI), relatrice per la I Commissione, nel considerare doverosa una risposta alla richiesta del collega Mauri, fa presente che i relatori non presenteranno proposte emendative e che verosimilmente il Governo dovrebbe presentare un'unica proposta emendativa, al momento in fase istruttoria, che tuttavia non introduce questioni dirimenti per il prosieguo dell'esame.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Magi 3.10 e 3.11.

  Filiberto ZARATTI (AVS) illustra l'emendamento a sua prima firma 3.12, volto a garantire ai migranti trasferiti in Albania un'informativa di cultura legale relativa ai principi e ai valori comunemente riconosciuti nell'Unione europea. L'obiettivo di tale intervento è quello di sollecitare da parte dei funzionati italiani un'attenzione verso persone sottoposte a un regime di sostanziale detenzione senza aver commessoPag. 12 alcun reato, ma soltanto perché trovati in acque internazionali.

  Sara KELANY (FDI), relatrice per la I Commissione, anche a nome del collega Formentini, relatore per la III Commissione, propone l'accantonamento dell'emendamento Zaratti 3.12, ai fini di una sua ulteriore valutazione.

  Nazario PAGANO, presidente, accogliendo la proposta dei relatori, dispone l'accantonamento dell'emendamento Zaratti 3.12.

  Maria Elena BOSCHI (IV-C-RE), nel condividere l'emendamento 3.13 del collega Magi, sul quale preannuncia il voto favorevole, coglie l'occasione per dichiarare di non condividere l'impianto del provvedimento, destinato a suo avviso a non funzionare e nato dall'iniziativa politica della Presidente Meloni, senza che la sua intuizione fosse preventivamente sottoposta ad un vaglio istruttorio sulla sua praticabilità e bypassando le competenze di diversi Ministri. Rilevato che il «guazzabuglio» fuori da tale iniziativa non potrà essere applicato, se non a discapito delle regole europee e nazionali, ritiene che il provvedimento sia motivo di imbarazzo per chiunque conosca tali regole, essendo tra l'altro caratterizzato da numerose lacune che a quanto si apprende non verranno colmate in fase emendativa né dai relatori né dal Governo, che – sulla base di quanto dichiarato dalla relatrice Kelany – si dovrebbe limitare ad affrontare questioni di dettaglio. Nel preannunciare un'infinita serie di contenziosi, nel caso in cui il Protocollo dovesse essere applicato, esprime la convinzione che il Governo stia in realtà scommettendo su una decisione negativa della Corte costituzionale albanese, in modo tale che la Presidente Meloni possa attribuirsi il merito di aver trovato un'ingegnosa soluzione al problema migratorio che tuttavia non le è stato consentito di praticare. Al contrario ritiene che sarebbe stato più saggio per il Governo aspettare che la Corte costituzionale si esprimesse sul trattato, anche per evitare il rischio che il lavoro del Parlamento sia vano, invece di chiedere la procedura d'urgenza senza alcuna giustificazione legislativa e giuridica. Nel considerare il provvedimento in esame un'operazione spericolata dal punto di vista giuridico, fatta alla vigilia delle elezioni europee, ricorda che nel corso del 2023 si sono registrati oltre 152.000 sbarchi irregolari, con un incremento del 50 per cento rispetto all'anno precedente, nonostante che la Commissione Affari costituzionali sia stata costantemente impegnata nell'esame di decreti legge che a detta del Governo avrebbero dovuto risolvere il problema migratorio.

  Alfonso COLUCCI (M5S) fa presente che l'emendamento Magi 3.13 è encomiabile non soltanto per il suo contenuto ma anche perché costituisce l'occasione per contestare l'intero impianto del provvedimento. Richiama in particolare, con riguardo al trattamento dei soggetti trasferiti in Albania, le direttive europee in materia, le quali prevedono che il migrante non possa essere trattenuto forzosamente nei centri, aggiungendo che in linea con il diritto europeo le persone ospitate in Italia hanno la facoltà di uscire dagli hot spot. Rileva inoltre che, sulla base delle misure in esame, qualora il migrante trattenuto in Albania dovesse uscire dal centro, rispondendo ad una legittima istanza di libertà, il suo status giuridico sarebbe modificato ed egli sarebbe soggetto alle norme albanesi ed escluso dall'applicazione del diritto dell'Unione europea. Aggiungendo a tale proposito che la fuoriuscita dal Paese presso il quale è stata presentata domanda di protezione internazionale ne comporta la decadenza, fa presente che le norme in esame violano anche un ulteriore principio europeo sancito dalla direttiva 33/2013/UE, in base alla quale trascorsi sessanta giorni dalla presentazione della domanda di protezione internazionale il soggetto acquisisce anche il diritto di accedere al lavoro. In conclusione, preannuncia il convinto voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento 3.13 del collega Magi.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), nell'apprezzare la presenza della Sottosegretaria Tripodi,Pag. 13 rileva tuttavia che le opposizioni hanno in più occasioni richiesto la partecipazione ai lavori delle Commissioni riunite di un rappresentante del Ministero dell'interno che per competenza fosse in grado di entrare nel merito delle questioni poste. Evidenziato che il Governo, venendo meno a tale richiesta, di fatto impedisce un confronto nel merito, che rientra tra le prerogative dei parlamentari, con riguardo al contenuto del provvedimento fa presente che tra le autorità competenti all'esecuzione del Protocollo elencate al comma 1 dell'articolo 3 mancano gli uffici giudiziari. Si domanda quindi, e spera che la Sottosegretaria le possa fornire una risposta, chi si occuperà della convalida della misura di trattenimento, ipotizzando che si sia trattato di una dimenticanza oppure in alternativa che negli articoli successivi si sia costruita una misura diversa dalla procedura prevista dalla legge nazionale.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Magi 3.13 e 3.14.

  Riccardo MAGI (Misto-+EUROPA), nel fare presente che l'emendamento a sua firma 3.15 è volto a sopprimere la lettera g) del comma 1 dell'articolo 3 relativa alla polizia penitenziaria, intende chiarire che per la prima volta ci troviamo di fronte sulla base delle misure introdotte dal Governo ad un carcere italiano in territorio straniero. A tale proposito evidenzia che i centri da realizzarsi in Albania avranno, a fianco a sezioni paragonabili agli hot spot e ai CPR nazionali, anche una parte dedicata alla detenzione penale vera e propria. Nel sottolineare che, esclusi i tempi di guerra, non vi sono strutture di detenzione penale fuori dal Paese, aggiunge che il provvedimento in esame introduce una deroga anche all'articolo 10 del codice penale, prevedendo la possibilità di perseguire un soggetto straniero in territorio non italiano da parte dell'autorità giudiziaria nazionale. Considera scontato che sia garantito ai parlamentari l'esercizio dei poteri ispettivi nelle carceri anche con riguardo ai centri albanesi, non ritenendo dunque necessaria una conferma. Rilevata quindi la delicatezza del regime di detenzione penitenziaria dal punto di vista delle garanzie dei soggetti coinvolti, fa presente che il suo emendamento tenta di dare un contributo alla comprensione delle «sciocchezze» scritte dal Governo. Nel domandarsi in che condizioni e con quali modalità potranno operare gli agenti di polizia penitenziaria distaccati in Albania e se i centri albanesi avranno mai le caratteristiche e i requisiti richiesti alle carceri italiane, esprime la convinzione che il provvedimento in esame non possa funzionare.

  Nazario PAGANO, presidente, preannuncia che in considerazione dell'orario, concluderà i lavori delle Commissioni riunite subito dopo la votazione dell'emendamento Magi 3.15.

  Alfonso COLUCCI (M5S) manifesta l'intenzione di operare una sintesi dei punti critici del provvedimento fin qui evidenziati, rilevando in primo luogo che la logica del trattenimento del migrante nei centri albanesi configura una detenzione amministrativa che in caso di eventuale commissione di reato si trasforma in una detenzione penale a tutti gli effetti. Ribadisce che il trattamento del migrante è parte integrante del diritto dell'Unione europea, che prevede a titolo esemplificativo il diritto del soggetto ad uscire dal centro in cui è ospitato e ad accedere al lavoro trascorsi sessanta giorni dalla presentazione della domanda di protezione internazionale. Fa quindi presente che alla logica muscolare del trattamento del migrante prevista dal Governo nel provvedimento in esame, così come nei diversi decreti legge succedutisi sull'argomento e tutti fallimentari, andrebbe invece contrapposto un approccio di natura diversa più utile alla gestione del fenomeno migratorio. In secondo luogo, aggiunge che le misure in esame determinano una disparità di trattamento tra i migranti trasferiti in Albania e quelli ospitati in Italia sia con riguardo alla possibilità di allentarsi dal centro sia in relazione alla possibilità di avere accesso alle informazioni e di esercitare compiutamente il dirittoPag. 14 di difesa. Rileva che alla soppressione di tali diritti si aggiunge la totale mancanza di una previsione sul trattamento diversificato da riservare ai soggetti vulnerabili, con ciò mandando al macero con un provvedimento improvvisato e mal scritto le norme in materia, a cominciare dalle diverse convenzioni delle Nazioni Unite.

  Maria Elena BOSCHI (IV-C-RE) si unisce alle preoccupazioni dei colleghi in merito alla previsione di un regime di detenzione in Albania, con la conseguente esigenza di dislocare sul posto agenti di polizia penitenziaria, dichiarandosi convinta che il Sottosegretario Delmastro forte della sua delega abbia affrontato tutte le delicate questioni a ciò connesse. Auspicando quindi di ottenere rassicurazioni in merito, constatato che la maggioranza e il Governo non sono evidentemente interessati alla sorte dei migranti e al regime loro applicabile, si domanda se almeno si siano posti il problema degli agenti di polizia penitenziaria e delle condizioni pratiche e di sicurezza in cui saranno costretti ad operare. Evidenzia che sull'argomento non vi è stata una sola parola di chiarimento, nonostante nel corso delle audizioni siano stati evidenziati più volte i profili critici della questione.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), preso atto che le norme del Governo configurano tre diversi regimi di trattamento dei migranti in Albania, a seconda che essi siano collocati nell'hot spot o nel CPR oppure siano assoggettati alla detenzione penitenziaria, evidenzia che ciascuno di tali regimi richiede una gestione diversificata. Nel rilevare che paradossalmente il regime carcerario offre un maggior numero di garanzie, con riguardo per esempio al diritto all'ora d'aria, alla visita dei parenti o all'accesso al lavoro, si domanda come ciò possa essere garantito in Albania e soprattutto se i diversi regimi saranno operanti in strutture separate e non comunicanti, ventilando in caso contrario il rischio di rivolte, atti vandalici o di autolesionismo nel caso di convivenza ravvicinata di trattamenti diversi. Si sarebbe augurata di ottenere un chiarimento in merito, tanto più che come riferito dal Ministro Piantedosi i tecnici italiani hanno già svolto sopralluoghi in territorio albanese.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Magi 3.15.

  Nazario PAGANO, presidente, come preannunciato, dichiara per il momento conclusi i lavori delle Commissioni riunite e rinvia il seguito dell'esame alla seduta già convocata al termine delle votazioni pomeridiane dell'Assemblea.

  La seduta termina alle 13.30.

SEDE REFERENTE

  Martedì 16 gennaio 2024. — Presidenza del presidente della I Commissione, Nazario PAGANO. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno, Emanuele Prisco.

  La seduta comincia alle 20.25.

Ratifica ed esecuzione del Protocollo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei ministri della Repubblica di Albania per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria, fatto a Roma il 6 novembre 2023, nonché norme di coordinamento con l'ordinamento interno.
C. 1620 Governo.
(Seguito esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato nella odierna seduta antimeridiana.

  Nazario PAGANO, presidente, avverte che è stato presentato l'emendamento 3.80 del Governo (vedi allegato) e che il termine per la presentazione dei subemendamenti è fissato alle ore 10 di domani.
  Dopo aver dato conto delle sostituzioni, ricorda che nella seduta antimeridiana le Commissioni hanno avviato l'esame delle proposte emendative e fa presente che l'esame riprende quindi dall'emendamento Zaratti 3.16, sul quale i relatori e il rappresentante del Governo hanno espresso parere contrario.Pag. 15
  In assenza di obiezioni, dispone l'attivazione del circuito chiuso.

  Filiberto ZARATTI (AVS) chiede al Presidente e ai relatori conferma del fatto che l'emendamento testé presentato dal Governo sia l'unico emendamento previsto.

  Nazario PAGANO, presidente, sentiti i relatori, conferma che non sono attesi ulteriori emendamenti del Governo.

  Filiberto ZARATTI (AVS) comunica anzitutto il ritiro dell'emendamento 4.13, a sua prima firma. Procede poi all'illustrazione del suo emendamento 3.16, relativo alla possibilità di inserire, tra le diverse strutture di coordinamento, uno speciale ufficio di servizi di assistenza psicologica, che attraverso l'impiego di personale qualificato garantisca condizioni minime di serenità, psicologica e psichica, sia degli operatori che dei migranti. Dopo aver evidenziato le indubbie fragilità psicologiche di migranti che hanno affrontato un così pesante viaggio e che sono stati esposti a variegati traumi, sottolinea anche l'esigenza di sostenere psicologicamente anche gli operatori che saranno chiamati ad operare in Albania, ipotizzando che il loro ricambio non sia quotidiano. Invita quindi la maggioranza e il Governo a dimostrare apertura su questo aspetto.

  Maria Elena BOSCHI (IV-C-RE), chiedendo di sottoscrivere l'emendamento Zaratti 3.16, invita i relatori a valutarne l'accantonamento in considerazione della ragionevolezza della proposta emendativa, non solo in relazione alle esigenze dei migranti ma anche per coloro che si troveranno a operare in Albania. Sottolinea come sia possibile destinare parte delle ingenti risorse investite nell'attuazione del Protocollo anche a questa esigenza prioritaria.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP) chiede di sottoscrivere l'emendamento Zaratti 3.16, per le stesse ragioni esposte dall'onorevole Boschi. Invita in particolare ad accantonare l'emendamento al fine di verificare con il ministero della salute se la presenza di un presidio sanitario e di supporto psicologico nei centri per i migranti non sia già imposta dall'ordinamento.

  Alfonso COLUCCI (M5S) sottolinea il buon senso dell'emendamento Zaratti ritenendo palese che i migranti debbano poter godere di tutta l'assistenza sanitaria e psicologica imposta dallo stato di costrizione nel quale li pone il disegno di legge; sottolinea infatti che i migranti si troveranno in una condizione di detenzione amministrativa, non potendo allontanarsi dai centri in quanto al di fuori dei centri opera la legislazione albanese e non il diritto dell'Unione europea. Rimarcando nuovamente i dubbi di costituzionalità di queste previsioni, evidenzia che l'emendamento in esame risponde all'esigenza di rendere umana, e all'altezza del nostro ordinamento, la prevista detenzione. Auspica dunque un ripensamento da parte di relatori e Governo.

  Simona BONAFÈ (PD-IDP) si associa alle considerazioni dei colleghi e invita a un supplemento di riflessione e dunque all'accantonamento dell'emendamento. Evidenzia che al comma 1 dell'articolo 3 del disegno di legge sono elencate tutte le funzioni che devono essere garantite nelle aree albanesi, e ritiene assurdo non prevedere anche presidi sanitari e di supporto psicologico.

  Sara KELANY (FDI), relatrice per la I Commissione, dichiara, anche a nome del relatore per la III Commissione, la contrarietà all'accantonamento.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Zaratti 3.16. e 3.17.

  Maria Elena BOSCHI (IV-C-RE) chiede di sottoscrivere l'emendamento Fratoianni 3.18, volto a includere tra le autorità competenti all'attuazione del Protocollo uno speciale ufficio di servizi del Garante nazionale dei diritti delle persone private delle libertà personali. Sottolinea l'importanza delle funzioni svolte dal Garante in relazione ai centri che accolgono i migranti ed Pag. 16evidenzia l'esigenza che tali funzioni possano essere svolte anche in Albania.
  Richiama infine la maggioranza a valutare l'esigenza di aprire un dialogo con le opposizioni, ritenendo che ciò aiuterebbe il clima di rispetto reciproco, e in merito suggerisce ai relatori di fare uno sforzo per motivare le proprie scelte – come non avvenuto per la richiesta di accantonamento dell'emendamento Zaratti 3.16.

  Filiberto ZARATTI (AVS) fa presente che l'emendamento Fratoianni 3.18 è volto a collocare gli uffici esattamente laddove servono. Ricorda infatti che all'ufficio del Garante, in attuazione di normativa europea e in quanto autorità indipendente, sono attribuiti anche i compiti del monitoraggio dei rimpatri degli immigrati presenti illegalmente sul territorio italiano; non ritiene conseguentemente che la questione della presenza del Garante in Albania possa essere elusa, proprio al fine di non violare la normativa europea che gli attribuisce queste funzioni. Rivolge un appello alla maggioranza – sottolineando come ciò non sia per lui usuale – a riconsiderare la propria contrarietà a questo emendamento garantendo anche nelle aree albanesi la presenza dell'autorità garante per i diritti delle persone detenute.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP) fa presente che con l'emendamento 3.80, appena depositato, anche il Governo dimostra di aver preso atto che il disegno di legge presenta delle importanti lacune. Stigmatizza pertanto che, nonostante si dichiari la volontà di costruire in Albania un centro modello, e si stanzino per realizzarlo 140 milioni di euro per il primo anno, ci si rifiuti di prevede in quel centro modello un semplice presidio per l'assistenza psicologica, o la presenza di un ufficio del Garante per i detenuti. Evidenziando come gli emendamenti delle opposizioni non presentino finalità ostruzionistica, ricorda che i parlamentari potranno visitare quei centri e apprezzarne di persona le manchevolezze.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA), nel chiedere di sottoscrivere l'emendamento Fratoianni 3.18, si associa agli interventi dei colleghi che chiedono per quale ragione il Governo si rifiuti di attrezzare a dovere il più grande centro di detenzione amministrativa collocato fuori dal Paese. Ipotizza che la contrarietà alla presenza del Garante sia dovuta agli importanti compiti che il Garante ha esercitato negli ultimi anni, tanto attraverso le ispezioni ai CPR quanto attraverso gli ampi suggerimenti forniti al legislatore. Ricorda, ad esempio, che il Garante ha affermato che prolungare la durata della detenzione amministrativa in questi centri – come recentemente fatto con un decreto-legge – non aumenta la possibilità di rimpatrio, smontando così la retorica del Governo.
  Ricorda quindi di aver presentato nel mese di aprile una interrogazione al Ministro dell'interno, che non ha ancora ricevuto risposta, per acquisire informazioni su una inchiesta giornalistica che sosteneva che nei CPR italiani gli acquisti di psicofarmaci sono aumentati esponenzialmente. Afferma infatti che in queste strutture le persone vengono sistematicamente imbottite di psicofarmaci, somministrati per piani terapeutici e patologie che sono incompatibili con il regime di detenzione. Volendo escludere che i medici abbiano sbagliato nella diagnosi iniziale, consentendo la detenzione di soggetti con patologie psichiche, ipotizza che si tratti di migranti ai quali vengono somministrati psicofarmaci per tenerli tranquilli, in assenza di una specifica patologia e di un piano terapeutico. Esprime stupore per il silenzio del Governo rispetto a questi dati, e comunica che nel frattempo si è attivata la procura di Potenza confermando la gravità dell'abuso di psicofarmaci nei CPR.
  Dopo aver chiesto chiarimenti al Governo su questi fatti, torna sull'emendamento per sottolineare come la presenza degli uffici del Garante in questi centri sia una misura di garanzia.

  Alfonso COLUCCI (M5S) evidenzia che l'approvazione dell'emendamento 3.18 potrebbe costituire un'occasione per migliorare l'impianto del provvedimento ed assicurare una maggiore tutela dei diritti di migranti trasferiti in Albania. Ricorda, infatti,Pag. 17 che il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale può ricevere segnalazioni e compiere ispezioni e controlli, assicurando in tal modo una maggiore tutela delle persone coinvolte.
  Ribadisce che la proposta emendativa in discussione avrebbe l'effetto di limitare l'impatto delle misure lesive dei diritti della persona contenute nel Protocollo e conferma che le opposizioni stanno svolgendo un ruolo collaborativo, non caratterizzato da un approccio ideologico, per sanare le carenze dell'impianto del provvedimento. In conclusione, sottolinea che sarebbe necessaria una maggiore disponibilità all'ascolto da parte di gruppi di maggioranza che, con il loro atteggiamento, confermano il carattere debole e approssimativo delle norme che si vogliono introdurre.

  Simona BONAFÈ (PD-IDP), nel segnalare l'intento non ostruzionistico, ma bensì volto esclusivamente a migliorare il contenuto del testo in esame, delle proposte emendative presentate dai gruppi di minoranza, dichiara che i gravi fatti richiamati nell'intervento del collega Magi l'hanno ancora più convinta della necessità di prevedere un coinvolgimento del Garante nazionale dei diritti delle persone private delle libertà personali nel monitoraggio di quanto potrebbe accadere in Albania.
  Rileva che, dato il carattere sperimentale e il valore altamente simbolico delle strutture di accoglienza da realizzarsi in Albania, è assai probabile che ci sia una forte attenzione a tutti i livelli per verificare le condizioni di permanenza in tali strutture e pertanto il Governo avrebbe tutto l'interesse ad avere a disposizione strumenti efficaci per la tutela delle persone coinvolte. Giudica pertanto incomprensibile la chiusura mostrata verso proposte emendative aventi la finalità di introdurre correttivi in tal senso.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Fratoianni 3.18.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA), intervenendo sul proprio emendamento 3.19 interamente soppressivo del comma 2 dell'articolo 3, sottolinea l'assurdità dell'impianto della disposizione in questione nonché il suo carattere contraddittorio. Segnala che numerosi esperti del diritto della navigazione hanno manifestato forti dubbi sulla possibilità di trasferire in un Paese terzo contro la loro volontà persone che tecnicamente devono essere considerate naufraghi dopo essere state trasferite su navi che senza alcun dubbio devono essere considerate territorio italiano.
  Ricorda che in un recente passato una situazione analoga si è verificata nel Nord-est del nostro Paese con le cosiddette «riammissioni informali» verso la Slovenia di migranti entrati nel territorio nazionale, sottolineando che esse sono state poi dichiarate illegittime dalle autorità giudiziarie.

  Matteo MAURI (PD-IDP) ritiene che la discussione sugli emendamenti in esame possa rappresentare un'occasione utile per un'interlocuzione con il Governo allo scopo di avere alcuni chiarimenti. Nel ricordare che il Viceministro Cirielli in una precedente seduta ha dichiarato che dovrebbe essere escluso il trasferimento in Albania di persone considerate vulnerabili quali le donne, i minorenni o coloro che hanno subito torture, dichiara di immaginare che nelle strutture che saranno realizzate in quel Paese saranno quindi presenti esclusivamente maschi maggiorenni, presumibilmente provenienti dai cosiddetti Paesi sicuri con i quali sono stati stipulati accordi di rimpatrio. In proposito chiede delucidazioni sul fatto che, ove nel corso di 28 giorni non si sia proceduto al loro rimpatrio, esse debbano essere riportate in Italia.
  Rileva che da quanto dichiarato dallo stesso Viceministro appare probabile che in molti casi sia necessario un trasbordo da un'altra imbarcazione per effettuare il trasferimento in Albania e chiede pertanto rassicurazioni rispetto alla possibilità di effettuare tale operazione con un'ampia garanzia di sicurezza.

  Filiberto ZARATTI (AVS) dichiara di non comprendere a quale titolo la Marina Pag. 18militare italiana possa trasferire in uno Stato estero persone soccorse in mare, inviandole in strutture sostanzialmente detentive senza che esse abbiano commesso alcun reato. Nel rilevare che quest'aspetto conferma la «creatività» dell'attuale maggioranza, invita a fare un'attenta riflessione su quanto previsto con il provvedimento in esame che appare chiaramente in contrasto con la normativa nazionale e internazionale.

  Alfonso COLUCCI (M5S) segnala la vaghezza e l'incongruenza del contenuto del comma 2 dell'articolo 3 di cui gli emendamenti 3.19 e 3.20 propongono la soppressione, osservando che non appare chiaro se la norma possa trovare applicazione anche alle persone soccorse da navi commerciali o appartenenti alle ONG.
  Nell'evidenziare che il comma 3 dell'articolo 9 del Protocollo prevede espressamente che in caso di nascita o morte i migranti sono sottoposti alle disposizioni della legislazione italiana, rileva che pertanto non viene esclusa la presenza nelle strutture realizzate in Albania neanche di donne in avanzato stato di gravidanza.
  Reputa inoltre assai discutibile la previsione di applicare la legge italiana a persone straniere che si troverebbero di fatto al di fuori del territorio nazionale. Sottolinea che le disposizioni appaiono fumose anche per quanto riguarda i tempi, le modalità e il coordinamento del trasporto dei migranti in Albania, osservando che le audizioni svolte hanno evidenziato che le norme che si vogliono introdurre sono in contrasto con la Convenzione di Amburgo del 1978 in materia di trasporto di merci per mare.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP) chiede al sottosegretario Prisco se il ricorso ad un accordo bilaterale come quello in esame implica la rinuncia, da parte dell'Italia, ad attingere alle risorse dell'Unione europea destinate ai programmi in materia di politica migratoria: a suo avviso, in tal caso gli oneri finanziari a carico della finanza pubblica rischierebbero di aumentare ulteriormente.

  Simona BONAFÈ (PD-IDP) sottolinea la rilevanza del comma 2 dell'articolo 3, relativo alle persone che possono essere condotte in territorio albanese, senza tuttavia qualificarne le caratteristiche. In base ai chiarimenti forniti nella seduta di ieri dal Viceministro Cirielli, dovrebbe trattarsi di maggiorenni di sesso maschile provenienti da Paesi sicuri; resta tuttavia da specificare in che modo verrebbe individuata l'eventuale condizione di vulnerabilità, che imporrebbe il trasferimento di tali soggetti in Italia.

  Il sottosegretario Emanuele PRISCO precisa che l'articolato del disegno di legge va letto in combinato disposto con le norme nazionali già in vigore in materia di immigrazione, nonché con il diritto europeo ed internazionale, e non necessita dunque di ulteriori chiarimenti.

  Matteo MAURI (PD-IDP) stigmatizza la genericità della risposta del rappresentante del Governo alle domande puntuali poste dalle opposizioni, evidenziando la differenza rispetto alla memoria scritta depositata ieri dal Viceministro Cirielli. Auspica, dunque, che il rappresentante del Viminale fornisca nella giornata di domani risposte più esaustive e circostanziate.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Magi 3.19 e Bonafè 3.20.

  Filiberto ZARATTI (AVS), evidenziando lo spirito collaborativo fin qui dimostrato dalle opposizioni, propone di sospendere la seduta in attesa di risposte più puntuali del Governo.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA) sottolinea che la chiusura della maggioranza di fronte alle richieste di chiarimento delle opposizioni è tanto più paradossale in quanto l'entrata in vigore del Protocollo è comunque subordinata alla pronuncia della Corte costituzionale albanese e alla successiva ratifica del Parlamento albanese: pertanto, si potrebbe procedere a un esame più ponderato del testo, approfondendonePag. 19 i profili critici. Illustrando l'emendamento propria firma 3.21, rileva che introdurre un limite al numero di presenze nelle strutture albanesi è indispensabile per un Paese come l'Italia, più volte sanzionato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo per il sovraffollamento cronico delle proprie strutture detentive. Auspica, quindi, che la maggioranza approvi la proposta emendativa in esame, che è ragionevole e condivisibile.

  Maria Elena BOSCHI (IV-C-RE) ritiene che la scelta del Governo di non fissare esplicitamente limiti di capienza nelle strutture di accoglienza tradisce l'obiettivo di mantenere la più ampia discrezionalità, in spregio dei diritti e della dignità dei migranti: auspica, dunque, che siano le stesse autorità albanesi a garantire una soglia massima, nel rispetto dei diritti fondamentali.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Magi 3.21.

  Filiberto ZARATTI (AVS), illustrando l'emendamento a sua prima firma 3.22, sottolinea che esso mira ad escludere i minorenni dal novero delle persone che possono essere trasferite in Albania, coerentemente con gli indirizzi illustrati ieri dal Viceministro Cirielli. Ricorda, inoltre, che in base all'articolo 13 della Costituzione «la libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'Autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge»: pertanto, non è ammissibile che vengano detenute in Albania persone che non hanno commesso reati, tanto più se si tratta di minorenni di età compresa tra i sedici e i diciotto anni, che proprio in ragione della loro vulnerabilità avrebbero invece bisogno di un'assistenza specifica.

  Matteo MAURI (PD-IDP) rileva che il parere contrario di relatori e Governo sull'emendamento in esame e sui successivi di contenuto analogo, smentisce, di fatto, le considerazioni svolte nella seduta di ieri dal Viceministro Cirielli, il quale ha affermato che nessun soggetto vulnerabile può essere trasferito in Albania; in caso di accertamento successivo della condizione di vulnerabilità, i soggetti interessati dovranno essere portati immediatamente in Italia.

  Alfonso COLUCCI (M5S), osservando, in via generale, che il provvedimento in esame è talmente farraginoso e lacunoso da rendere difficile la stessa attività emendativa, osserva che esso non prevede alcuna procedura per individuare le persone vulnerabili. L'emendamento Zaratti 3.22 ha almeno il pregio di tutelare la categoria dei minorenni, che in nessun caso possono essere costretti ad una condizione di promiscuità con gli adulti, come previsto dal testo unico sull'immigrazione e dalla normativa europea. Pertanto, raccomanda l'approvazione dell'emendamento in esame, e dei successivi di contenuto analogo, che di fatto formalizzano le precisazioni fornite ieri dal Viceministro Cirielli.

  Maria Elena BOSCHI (IV-C-RE) ritiene che la difficoltà del Governo nel fornire risposte esaustive alle obiezioni poste dalle opposizioni deriva dalla consapevolezza delle lacune enormi che caratterizzano il provvedimento in esame e che ne pregiudicano la concreta attuazione, aprendo la strada ad inevitabili, futuri contenziosi. L'emendamento Zaratti 3.22 ha il pregio di sanare almeno la grave mancanza di tutela nei riguardi dei minori: pertanto, sollecita i relatori e il Governo a valutare la possibilità di accantonarlo per procedere ad ulteriori approfondimenti, tenuto conto che, peraltro, resta assai difficile applicare, a bordo delle imbarcazioni, metodi oggettivi per l'accertamento dell'età.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Zaratti 3.22.

  Nazario PAGANO, presidente, considerato l'orario, ritiene, in assenza di obiezioni,Pag. 20 di concludere i lavori delle Commissioni riunite, per riprenderli come previsto nella giornata di domani. Fa tuttavia presente che nella giornata odierna sono state effettuate 17 votazioni e che ne restano ancora 136, evidenziando che con questi ritmi sarà difficile concludere l'esame delle proposte emendative presentate nei tempi stabiliti.
  Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 22.