CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 11 gennaio 2024
229.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e III)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Giovedì 11 gennaio 2024. — Presidenza del presidente della I Commissione, Nazario PAGANO. – Interviene, in videoconferenza, la sottosegretaria di Stato per i rapporti con il Parlamento, Matilde Siracusano.

  La seduta comincia alle 12.

Ratifica ed esecuzione del Protocollo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei ministri della Repubblica di Albania per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria, fatto a Roma il 6 novembre 2023, nonché norme di coordinamento con l'ordinamento interno.
C. 1620 Governo.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 21 dicembre 2023

  Nazario PAGANO, presidente, dopo aver rammentato che, come specificato anche nelle convocazioni, secondo quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento, i deputati possono partecipare all'odierna seduta in videoconferenza, non essendo previste votazioni, ricorda che nella seduta del 21 dicembre scorso i relatori, onorevole Kelany per la I Commissione e onorevole Formentini per la III Commissione, hanno svolto le relazioni e che successivamente si è svolto un ciclo di audizioni informali, conclusosi ieri. Avverte quindi che nella seduta odierna si procederà alla discussione generale.

  Matteo MAURI (PD-IDP) ritiene utile prendere la parola in discussione generale nella speranza di aprire un vero dibattito con i parlamentari della maggioranza, che consenta di capire qual è il punto di vista dei partiti che propongono il disegno di legge e che lo sostengono. Rileva infatti che stavolta non siamo dinanzi al solito decreto-legge, da convertire entro una data specifica, spesso già esaminato dall'altro ramo e dunque blindato, bensì dinanzi a un disegno di legge che, nonostante l'urgenza deliberata dall'Assemblea, dovrebbe essere aperto a possibili modifiche. Auspica quindi che da parte della maggioranza vi sia autentica disponibilità all'ascolto, stigmatizzando come tale disponibilità sia completamente mancata in sede di conversione dell'ultimo decreto-legge immigrazione, quando le opposizioni unite, che avevano posto con forza il tema della tutela dei Pag. 6minori non accompagnati, sono state completamente ignorate, giungendo infine ad approvare all'ultimo minuto un emendamento di maggioranza che, se possibile, ha addirittura peggiorato il testo. Dichiara dunque che dall'atteggiamento e dalla disponibilità all'ascolto della maggioranza dipenderà il conseguente atteggiamento del Partito democratico nel prosieguo dell'esame del provvedimento.
  Per quanto attiene più nello specifico al provvedimento in esame, ritiene che il disegno di legge di ratifica del Protocollo con l'Albania abbia un intento puramente propagandistico, e sia un tassello che si inserisce in una dinamica di competizione tra le forze della stessa maggioranza sui temi dell'immigrazione, per dimostrare chi è più a destra. Si dice infatti convinto che il susseguirsi di interventi del Governo su questo tema sia solo determinato dall'esigenza di fornire all'opinione pubblica una risposta per l'aumento del numero degli sbarchi di migranti nel nostro Paese.
  Più nel merito del disegno di legge, evidenzia come esso ponga gravi problemi di costituzionalità, violando tanto la Costituzione italiana quanto la normativa dell'Unione europea, e rischi inoltre di essere ingestibile dal punto di vista pratico – quali migranti trattenere in Albania, chi e dove si effettua lo screening dei soggetti vulnerabili, come effettuare rimpatri dall'Albania – rappresentando un boomerang per il Governo e per la sua maggioranza.
  Sottolinea poi un ulteriore elemento di criticità del Protocollo, derivante dai costi per la sua attuazione, che stima in 650 milioni di euro nel quinquennio; stigmatizza il fatto che tali risorse vengano sottratte a capitoli di spesa che non hanno niente a che fare con l'immigrazione, come quelli relativi al Ministero della salute. In conclusione ritiene questa iniziativa inutile e costosissima, perché le stesse attività possono essere svolte meglio e a costo inferiore in Italia.
  Afferma inoltre che il Protocollo con l'Albania, nato come tentativo di forzare la mano all'Europa, rischi di produrre l'effetto opposto: le richieste italiane di giungere a una normativa europea comune, che tenga conto delle difficoltà degli Stati rivieraschi, verranno infatti vanificate da questa iniziativa autonoma italiana. Infine, invita a interrompere l'ennesima narrazione del pull factor, contestando che si possa pensare all'eventuale trattenimento in Albania come a un deterrente delle partenze. Ribadisce che a fronte della disperazione di coloro che intraprendono il viaggio verso l'Europa nulla contano le singole scelte normative di un Paese, come ha già dimostrato il decreto-legge ONG: nonostante si obblighino le stesse ONG ad attraccare in porti sempre più lontani, gli sbarchi sono infatti aumentati. In conclusione, invita i parlamentari della maggioranza a un atteggiamento di ascolto e apertura nei confronti delle opposizioni.

  Nazario PAGANO, presidente, dichiarando di parlare anche a nome della presidenza della Commissione esteri, rassicura l'onorevole Mauri circa la più ampia disponibilità di tutti al dialogo per eventualmente migliorare il contenuto del provvedimento.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA) esprime anzitutto rammarico per l'assenza del Governo dal dibattito e per l'assenza della relatrice per la I Commissione.

  Nazario PAGANO, presidente, rassicura l'onorevole Magi circa la presenza del Governo, essendo la sottosegretaria Matilde Siracusano collegata in videoconferenza. Fa presente, inoltre, che il relatore per la III Commissione, onorevole Formentini, è presente.

  La sottosegretaria Matilde SIRACUSANO si scusa con i membri delle Commissioni riunite per non essere fisicamente presente in seduta, ma solo collegata in videoconferenza, a causa di una indisposizione. Comunica inoltre che i rappresentanti del Ministero degli esteri, non potendo partecipare ai lavori odierni delle Commissioni per concomitanti impegni, hanno chiesto al Dipartimento per i rapporti con il Parlamento di essere sostituiti.

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  Nazario PAGANO, presidente, nell'augurare alla sottosegretaria di rimettersi presto dalla sua indisposizione, ricorda che il Regolamento della Camera consente al rappresentante del Governo, oltre che a ciascun parlamentare, di collegarsi in videoconferenza alla seduta odierna, non essendo previste votazioni.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA), prendendo atto delle precisazioni, stigmatizza l'eccessivo contingentamento dei tempi applicato durante il ciclo di audizioni: ritiene che tale restrizione, oltre ad essere poco rispettosa nei riguardi dei soggetti auditi, ha impedito ai membri delle Commissioni di approfondire adeguatamente i profili del disegno di legge in esame, che denota un elevato grado di complessità ed evidenti criticità sul piano della compatibilità con la Costituzione italiana e con il diritto dell'Unione europea. Infatti, intervenendo, tra le altre cose, anche sul Testo unico sull'immigrazione, di cui al decreto legislativo n. 286 del 1998, il Protocollo determina un'inaccettabile disparità di trattamento tra i migranti accolti in Italia e quelli che saranno trasferiti in Albania: mentre i richiedenti asilo in Italia potranno usufruire di tutte le tutele previste dalla normativa italiana in materia di protezione internazionale, coloro che avranno la sventura di essere portati in territorio albanese saranno costretti ad un regime di detenzione.
  A suo avviso è dunque indispensabile che prima di procedere ulteriormente nell'esame del provvedimento, il Governo fornisca i necessari chiarimenti sulle criticità sopra esposte.

  Filiberto ZARATTI (AVS) ritiene che preliminarmente sia necessario chiedere alla maggioranza se il disegno di legge di ratifica è modificabile o se, per l'ennesima volta, il Parlamento è posto dinanzi a un pacchetto chiuso, rispetto al quale si consente all'opposizione di presentare emendamenti, di illustrarli, per poi procedere a rapide votazioni per respingerli nel silenzio dei parlamentari di maggioranza.
  Nel merito, evidenzia che si tratta di un provvedimento scritto particolarmente male, che affronta molteplici questioni senza risolverle in modo razionale. Esprime l'assoluta contrarietà del suo gruppo al disegno di legge, del quale sottolinea anzitutto il contrasto con gli articoli 10 e 117 della Costituzione, oltre che con il diritto internazionale e il diritto dell'Unione europea, come autorevolmente sostenuto da molti esperti nel corso delle audizioni. Sul punto ritiene che la maggioranza non possa ancora una volta assumere il comportamento dello struzzo, che fa finta di nulla e mette la testa sotto la sabbia, perché ciò sarebbe poco rispettoso delle prerogative del Parlamento e di quelle dei singoli parlamentari.
  Inoltre, per quanto riguarda i costi dell'attuazione del Protocollo, ricorda come il Parlamento sia l'amministratore del bilancio dello Stato e come sia dunque tenuto a interrogarsi sulla destinazione dei 650 milioni di euro richiesti dall'attuazione che, ritiene, sarebbero meglio spesi se destinati direttamente ai migranti che vogliono partire, per dissuaderli dal farlo, piuttosto che destinati a uno Stato estero per fare, peggio, ciò che in Italia si può fare spendendo dieci volte di meno. Definisce questa una scelta sciagurata e un regalo all'Albania.
  Stigmatizza poi la fretta della maggioranza di esaminare questo provvedimento, mentre è ancora pendente un giudizio di legittimità in Albania e si chiede la ragione di tanta urgenza che mortifica il ruolo del Parlamento. Afferma poi che sarebbe utile verificare a distanza di tempo le tante affermazioni del Governo sul tema dell'immigrazione, ad esempio per verificare quanti scafisti siano stati effettivamente perseguiti per tutto il globo terracqueo, come preannunciato dalla Presidente del Consiglio qualche mese fa.
  In conclusione, sottolinea come l'andamento del dibattito su questo provvedimento possa condizionare il seguito di tutti i lavori parlamentari, invitando conseguentemente tutti a ridare centralità al lavoro delle Commissioni e del Parlamento, abbandonando la pantomima dell'opposizione che pone dubbi, quesiti, anche nel merito, senza ricevere risposte; esorta dunque i parlamentari di maggioranza ad uscire Pag. 8dal loro silenzio, che ritiene non salvi le loro coscienze né la loro posizione politica.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) si associa alle riserve espresse dai colleghi circa l'eccessiva compressione dei tempi di svolgimento delle audizioni, che non solo ha umiliato la professionalità degli autorevoli soggetti auditi, ma ha anche inficiato la qualità del lavoro parlamentare, impedendo ai commissari di approfondire adeguatamente il contenuto delle memorie depositate.
  Evidenzia, quindi, la sostanziale indisponibilità di Governo e maggioranza a dialogare proficuamente per il miglioramento del testo in esame: peraltro, tale chiusura era già emersa in sede di preparazione del provvedimento, allorché il ministro Tajani evocò la possibilità di ricorrere ad un mero atto di indirizzo parlamentare, senza necessità di presentare un disegno di legge di ratifica.
  Sul piano del merito, concorda con le obiezioni sollevate dai colleghi circa l'incompatibilità dell'intesa con il diritto europeo e l'ordinamento nazionale. Al riguardo, osserva che lo stesso articolo 4 del disegno di legge, relativo alla giurisdizione e alla normativa applicabile, prevede che ai migranti si applichi, in quanto compatibile, la disciplina italiana ed europea concernente i requisiti e le procedure relativi all'ammissione e alla permanenza degli stranieri nel territorio nazionale: a suo avviso, si tratta di una formulazione del tutto inadeguata sul piano giuridico, che richiede chiarimenti da parte del Ministero competente per materia.
  Peraltro, l'evidente disparità di trattamento tra i migranti trattenuti in Albania e quelli ospitati nei centri d'accoglienza italiani comporta una palese violazione del principio di uguaglianza sancito dall'articolo 3 della nostra Costituzione; resta, inoltre, da chiarire la sorte dei richiedenti asilo che risulteranno privi dei requisiti per ottenere la protezione internazionale. In base all'accordo, infatti, non potranno essere trattenuti in Albania, bensì dovranno essere trasferiti in Italia e, una volta decorso il termine massimo di diciotto mesi per il trattenimento nei Centri di permanenza per il rimpatrio, in assenza di accordi di riammissione con i Paesi di origine, potranno continuare a soggiornare sul territorio nazionale.
  Oltre a queste criticità, invita a considerare i costi esorbitanti connessi alla gestione dei centri costruiti in Albania – basti pensare alle spese di missione del personale all'estero – nonché all'impossibilità di concludere l'istruttoria delle domande di asilo entro i tempi previsti (un mese): si tratta, infatti, di procedure che richiedono, sul territorio nazionale, fino a tre anni.
  Pertanto, nel complesso, ritiene che l'intesa con Tirana sia del tutto inefficace a garantire una corretta gestione dei flussi di migranti, incrementando solo il novero delle misure propagandistiche che il Governo in carica ha messo in atto per affrontare l'emergenza migratoria: al pari del «Piano Mattei», anch'esso vago e generico, tale accordo minerà gravemente la credibilità internazionale del nostro Paese.

  Carmela AURIEMMA (M5S), nel concordare con quanto affermato sinora dai colleghi, intende porre nuovamente l'attenzione sull'accelerazione dei lavori imposta alle Commissioni – a partire dal tempo ristretto concesso agli auditi – nonostante sia tuttora pendente, in Albania, un giudizio sulla legittimità del Protocollo, dal cui esito, che non giungerà almeno fino al mese di marzo, dipendono interamente le sorti del Protocollo. Rammenta infatti che siamo di fronte a un trattato bilaterale che, dunque, non potrà produrre effetti se una delle due Parti non ratifica. Ritiene conseguentemente che il Parlamento italiano non dovrebbe attivarsi per la ratifica finché non scioglie la propria riserva la Corte costituzionale albanese, per non rischiare di apparire come il criceto che gira invano sulla sua ruota. Ciò a maggior ragione tenendo conto della complessità e scivolosità delle questioni giuridiche che pone il Protocollo e la sua attuazione, anche nei rapporti con l'Unione europea, che consigliano di soprassedere per evitare alle Commissioni di fare una brutta figura.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA) interviene sull'ordine dei lavori per far presentePag. 9 alle Commissioni che l'agenzia di stampa ANSA ha appena riportato una dichiarazione del Ministro Piantedosi, nella quale il Ministro dell'interno afferma che mentre è in corso l'iter parlamentare per la ratifica sono già partite squadre di tecnici per l'Albania, al fine di effettuare sopralluoghi e poter, dopo la decisione della Corte albanese, procedere speditamente all'attuazione del Protocollo. Ritiene che queste affermazioni del Ministro siano gravi, perché denotano la totale mancanza di considerazione per l'esame parlamentare del disegno di legge, per il complesso delle questioni e delle domande che sono sorte anche in esito alle audizioni, dando per scontata l'approvazione del provvedimento. Ritiene necessario, sul punto, audire il Ministro, affinché possa spiegare alle Commissioni perché secondo lui il provvedimento è privo di criticità dal punto di vista costituzionale.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP), ritenendo assai rilevanti, per il dibattito in corso, le dichiarazioni del Ministro Piantedosi riportate dal collega Magi, invita la sottosegretaria Siracusano a confermarne la fondatezza: qualora fosse veritiere, segnerebbero una grave mancanza di rispetto nei riguardi dell'istituzione parlamentare, che sta ancora svolgendo l'iter di ratifica del provvedimento.

  Nazario PAGANO, presidente, sottolineando l'inopportunità di aprire un dibattito sulla base di una semplice agenzia di stampa, chiede alla Sottosegretaria di Stato se intende rispondere alle richieste dei parlamentari di opposizione.

  Matilde SIRACUSANO, sottosegretaria di Stato per i rapporti con il Parlamento, evidenzia che nella nota di agenzia il Ministro Piantedosi si limita a richiamare l'iter del provvedimento in Parlamento, senza che le sue dichiarazioni possano destare scandalo. Inoltre, pur comprendendo la delusione dell'opposizione per l'assenza al dibattito di rappresentanti del Ministero degli esteri, ritiene importante sottolineare che – diversamente da quanto affermato dall'onorevole Boldrini – il Ministro Tajani non ha mai sostenuto che il Protocollo non sarebbe passato all'esame del Parlamento o che ci si sarebbe limitati a una risoluzione parlamentare e sottolinea altresì che nessun esponente del Governo ha mai sostenuto che il Protocollo con l'Albania avrebbe risolto tutti i problemi straordinari posti dall'immigrazione. Ritiene che il Protocollo Italia-Albania sia uno dei tasselli della politica immigratoria del Governo e che derivi dall'esigenza del nostro Paese di sopperire all'assenza di una iniziativa europea attraverso il coinvolgimento di Paesi terzi. Rassicura le opposizioni circa il fatto che tutte le criticità del provvedimento che sono state palesate saranno oggetto di considerazione da parte del Governo, in pieno spirito di collaborazione.

  Paolo Emilio RUSSO (FI-PPE), dopo aver rammentato la sua esperienza di giornalista, legge parzialmente i contenuti dell'agenzia di stampa per evidenziare come a suo avviso essa non riporti nulla che possa destare allarme. Sottolineando che l'agenzia fa riferimento all'avvio di un iter parlamentare, afferma che, per quanto riguarda i sopralluoghi tecnici, si tratta di un adempimento amministrativo che non ha a che vedere con l'attività parlamentare in corso.

  Emanuele LOPERFIDO (FDI), pur comprendendo che le schermaglie odierne rientrano nella fisiologica dialettica tra maggioranza e opposizione, considera improprio il riferimento di alcuni colleghi all'operato della Corte costituzionale albanese, che non dovrebbe essere strumentalizzata per mere ragioni di polemica interna. Segnala, peraltro, che alcuni eminenti costituzionalisti italiani, tra cui i professori Cassese e Mirabelli, ritengono l'accordo in esame utile e legittimo; non a caso, esso è valutato con attenzione anche da altri Paesi europei come soluzione innovativa al problema epocale della gestione dei flussi migratori.
  Sottolineando che l'intesa non presenta alcuna analogia con l'accordo a suo tempo sottoscritto da Regno Unito e Rwanda – recentemente dichiarato illegittimo dalla Pag. 10Corte suprema britannica –, ribadisce che l'obiettivo del Governo è rafforzare gli strumenti per il contrasto al traffico di esseri umani, nel pieno rispetto della legalità internazionale e dei diritti umani.

  Arnaldo LOMUTI (M5S), associandosi alle considerazioni espresse dai colleghi dell'opposizione, ribadisce che l'attesa pronuncia della Corte costituzionale albanese sulla legittimità dell'accordo è pregiudiziale a qualsiasi altra considerazione di merito; segnala, peraltro, che il ricorso, presentato da trenta deputati albanesi, è stato già ritenuto ammissibile dalla stessa Corte. In questo quadro, i sopralluoghi dei tecnici evocati nelle dichiarazioni del Ministro Piantedosi appaiono come una pericolosa fuga in avanti, che compromette la credibilità internazionale del nostro Paese.

  Carmela AURIEMMA (M5S), dopo aver evidenziato che il ricorso alla Corte costituzionale albanese ha superato il primo vaglio di ammissibilità, sottolinea che dall'agenzia di stampa che riporta le dichiarazioni del Ministro Piantedosi si evince che il Governo italiano ha già messo a disposizione una squadra, uomini e mezzi, per fare sopralluoghi e verifiche su un accordo che potrebbe non vedere mai la luce. Ritiene che l'unico obiettivo di tutta questa velocità sia avere un argomento da spendere in campagna elettorale per le prossime elezioni europee e invita, nuovamente, per tutelare la serietà del nostro Paese, ad attendere la decisione della Corte albanese prima di procedere alla ratifica del Protocollo.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP), precisando che era stato il Ministro Ciriani ad evocare l'esclusione del Parlamento dall'iter volto a dare attuazione all'accordo, ribadisce che l'attesa pronuncia della Corte costituzionale albanese è il pre-requisito per procedere nell'esame del provvedimento. Infatti, pur concordando sulle diversità sostanziali rispetto all'intesa tra Regno Unito e Rwanda, segnala che anche in quel caso la sentenza della Corte ha bloccato, di fatto, l'entrata in vigore dell'intesa.
  Ribadendo, inoltre, le forti riserve sugli eccessivi oneri finanziari previsti dal disegno di legge di ratifica, evidenzia che il ricorso a tali cospicue risorse nazionali rischia di privare l'Italia di una parte dei fondi europei destinati alle politiche migratorie.
  Da ultimo, si dichiara disponibile a confrontarsi, con spirito costruttivo sulle motivazioni che inducono la maggioranza a considerare il trasferimento di migranti Albania come un pull factor decisivo per ridurre i flussi migratori.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA) coglie l'occasione dell'intervento dell'onorevole Loperfido, che ringrazia per aver rotto il silenzio della maggioranza partecipando al dibattito, per sintetizzare le domande già poste dall'opposizione sul merito del disegno di legge di ratifica: in quale sede effettuare lo screening dei soggetti vulnerabili, come individuare i migranti che non possono essere condotti in Albania, dove verranno collocati i migranti al termine del periodo di detenzione amministrativa, come poter procedere al rimpatrio dei migranti collocati in Albania. Chiede che a queste domande, giuridiche e relative alle procedure inerenti alla normativa su immigrazione e asilo, dia una risposta il Ministro degli interni, o comunque un rappresentante di quel ministero, competente per queste materie.

  Elisabetta GARDINI (FDI) osserva che il dibattito odierno evidenzia due visioni opposte in materia di politica migratoria, ma entrambe fondate: pertanto, invita i colleghi dell'opposizione a non dare per scontato l'incompatibilità delle norme in esame con la disciplina nazionale ed europea.
  Riguardo al tema del cosiddetto pull factor, ricorda che in un rapporto del 2016 pubblicato dalla Camera dei Lords britannica il Tenente Generale Wolfgang Wosolsobe – autorevole esponente dello Stato Maggiore dell'UE – aveva espresso ampie riserve sull'efficacia dell'Operazione Sophia nel conseguire, da un lato, la riduzione del flusso di migranti, dall'altro, l'incremento degli arresti dei trafficanti di Pag. 11esseri umani; nello stesso rapporto veniva stigmatizzata la scarsa collaborazione di alcune ONG italiane con le autorità di polizia nelle procedure di identificazione degli stessi trafficanti, i quali già allora gestivano un giro di affari che oscillava fra i 3 e i 6 miliardi di euro l'anno; ebbene, tale rapporto è stato colpevolmente trascurato dai responsabili delle Istituzioni UE e dallo stesso Governo italiano di allora.
  Sulla scorta di queste considerazioni, sollecita i colleghi dell'opposizione ad assumere un atteggiamento più costruttivo e dialogante riguardo al cambio di paradigma che l'attuale maggioranza intende applicare alla lotta contro la tratta di esseri umani, che mira a realizzare risultati tangibili ed in contro-tendenza con le politiche attuate dagli Esecutivi precedenti, sempre nel pieno rispetto dei diritti umani.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP) ringrazia l'onorevole Gardini per aver preso la parola e aver tentato di rispondere alle domande da lui poste sul pull factor. Dichiara di conoscere il rapporto citato, elaborato dal generale austriaco, e ricorda, per completare la ricostruzione offerta dalla parlamentare di maggioranza, che quel generale fu poi sostituito dal generale italiano Graziano; sempre per completezza, ricorda poi che tra il 2016 e il 2018, quando egli era sottosegretario di Stato, i numeri degli sbarchi e degli immigrati erano molto diversi, molto minori, rispetto a quelli che si registrano oggi, a dimostrazione di un lavoro ben fatto all'epoca.
  In conclusione, dichiara che le affermazioni dell'onorevole Gardini sul cosiddetto pull factor non l'hanno convinto e che, per quanto riguarda i flussi che provengono da Paesi più lontani, si riserva di valutare la bontà del Piano Mattei quando potrà vedere le risorse concretamente investite dal Governo italiano.

  Nazario PAGANO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare e ricorda che – come convenuto nella riunione degli Uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi – il termine per la presentazione di proposte emendative è fissato alle ore 18 della giornata odierna. Ricorda altresì che lunedì prossimo, 15 gennaio, saranno rese le eventuali declaratorie di inammissibilità delle proposte emendative presentate oggi e si svolgerà la discussione sul complesso degli emendamenti.

  Matteo MAURI (PD-IDP) interviene sull'ordine dei lavori per ribadire la richiesta di poter interloquire sul merito del provvedimento con rappresentanti del Ministero dell'interno – il Ministro o un Sottosegretario – già a partire dalla prossima seduta.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA) sottolinea l'esigenza che il confronto sui quesiti posti sia preliminare alla votazione degli emendamenti.

  La sottosegretaria Matilde SIRACUSANO prende atto della richiesta delle opposizioni di poter interloquire, già a partire dalla seduta di lunedì prossimo, dedicata alla discussione sul complesso delle proposte emendative, non solo con i rappresentanti del Ministero degli esteri – e segnatamente con il Viceministro Cirielli, incaricato di seguire in prima battuta questo provvedimento – ma anche con rappresentanti del Ministero dell'interno.

  Nazario PAGANO, presidente, ringraziando la Sottosegretaria, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.25.