CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 27 dicembre 2023
223.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
Pag. 696

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 27 dicembre 2023. — Presidenza del presidente Alessandro GIGLIO VIGNA. – Interviene il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti Tullio Ferrante.

  La seduta comincia alle 18.05.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026.
C. 1627 Governo, approvato dal Senato.
Nota di variazioni.
C. 1627/I Governo, approvato dal Senato.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Relazione favorevole).

  La Commissione svolge l'esame del provvedimento.

  Alessandro GIGLIO VIGNA, presidente e relatore, ricorda preliminarmente che il disegno di legge di bilancio 2024 risulta suddiviso, secondo quanto prescritto dalla legge di contabilità e finanza pubblica, in due sezioni: in particolare, la prima sezione reca il quadro di riferimento finanziario e provvede alla regolazione annuale delle grandezze previste dalla legislazione vigente al fine di adeguarne gli effetti finanziari agli obiettivi. Essa contiene, per ciascun anno del triennio di riferimento, le misure quantitative necessarie a realizzare gli obiettivi programmatici di finanza pubblica definiti a livello macroeconomico nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2023.
  La seconda sezione, invece, evidenzia, per ciascun programma, gli effetti finanziari derivanti dalle disposizioni contenute nella prima sezione, il bilancio a legislazione vigente e le variazioni non determinate da innovazioni normative. Queste ultime includono anche rifinanziamenti, definanziamentiPag. 697 e riprogrammazioni di entrate e di spese.
  La manovra annuale di bilancio è coerente con gli obiettivi programmatici di finanza pubblica indicati nella NADEF 2023 e nell'annessa Relazione al Parlamento, approvate dalle Camere con apposite risoluzioni parlamentari l'11 ottobre scorso. La NADEF fissa, in particolare, un livello programmatico di indebitamento netto in rapporto al PIL pari al 4,3 per cento nel 2024, al 3,6 per cento nel 2025 e al 2,9 per cento nel 2026.
  Le scelte di politica economica del Governo per il 2024 si collocano nell'ambito del rispetto delle regole europee ed alla luce della delicata situazione economica, influenzata negativamente dalla spinta dell'inflazione, dall'aumento dei costi energetici, dall'incertezza globale causata dal conflitto russo-ucraino e dalla recente crisi in Medio Oriente.
  Le misure contenute nel provvedimento sono concentrate nella riduzione della pressione fiscale a sostegno dei redditi medio-bassi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. Sono previsti, inoltre, il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione e misure in favore delle famiglie numerose e per la natalità.
  Alla manovra concorrono anche le disposizioni contenute nel decreto-legge fiscale n. 145 del 2023, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2023, n. 191 e quelle contenute nei primi due schemi di decreto legislativo attuativi della delega fiscale.
  Sul piano dell'interlocuzione con l'UE, il 16 ottobre scorso, il Governo ha trasmesso alla Commissione europea e all'Eurogruppo il Documento programmatico di bilancio (DPB), che illustra la manovra nel suo complesso, secondo le procedure del «Semestre europeo», previste dal regolamento (UE) n. 473/2013 per i Paesi dell'area dell'euro.
  Sul punto giudica importante evidenziare che l'Esecutivo europeo ha espresso un parere sostanzialmente favorevole sull'aderenza della manovra del Governo alle raccomandazioni del maggio scorso. L'invito della Commissione all'Italia è stato quello di «tenersi pronta» ad adottare le misure necessarie dal momento che l'economia del nostro Paese, al pari di quella tedesca, si trova in una situazione di squilibrio macroeconomico, riconducibile all'impatto negativo di energia e superbonus.
  Il disegno di legge, nel testo originariamente presentato dal Governo, si componeva, nella sua prima sezione, di 89 articoli, seguiti dagli altri 20 articoli della seconda sezione, recanti l'approvazione dello stato di previsione dell'entrata, degli stati di previsione della spesa, distinti per ministeri, del totale generale della spesa e del quadro generale riassuntivo, oltre a disposizioni diverse e alle disposizioni riferite all'entrata in vigore della legge di bilancio, e che, in seguito all'approvazione, con voto di fiducia, di un emendamento Governo, che ha sostituito tutte le disposizioni contenute nella prima sezione del provvedimento, come risultanti dall'esame in sede referente, con un unico articolo, la prima sezione è composta di un solo articolo suddiviso in 561 commi, mentre la seconda sezione del provvedimento (articoli da 2 a 21) contiene lo stato di previsione delle entrate e gli stati di previsione delle spese relative ai Ministeri con portafoglio, specificati poi nelle 16 tabelle.
  Per quanto attiene agli interventi riguardanti gli ambiti di competenza della XIV Commissione, vengono in rilievo le disposizioni – originariamente riunite nel titolo X dell'articolato («Misure per la partecipazione dell'Italia all'Unione europea e ad organismi internazionali») che, nel quadro degli incentivi alle Amministrazioni pubbliche che effettuino annualmente una specifica programmazione degli investimenti mediante mutui stipulati dal Ministero dell'economia e delle finanze con le organizzazioni o istituzioni internazionali o dell'Unione europea , prevede che, in sede di programmazione degli investimenti e di quantificazione degli appositi stanziamenti, vengano valutati preliminarmente i progetti proposti dalle Amministrazioni pubbliche che abbiano espresso contestualmente alla richiesta di finanziamento e per i medesimi investimenti la propria disponibilità a stipulare accordi di progetto con Pag. 698le organizzazioni ed istituzioni internazionali o dell'UE.
  È altresì finanziata la partecipazione del nostro Paese all'iniziativa EU for Ukraine Fund (EU4U) della Banca europea per gli investimenti (BEI), nell'ambito del pacchetto di sostegno all'Ucraina (Ukraine Support Package).
  Si tratta di un fondo di garanzia per i prestiti concessi da BEI per la ricostruzione dell'Ucraina: l'Italia vi partecipa con un importo complessivo massimo di euro 100 milioni di euro per l'anno 2024, destinato alla copertura, nei limiti della quota di spettanza dello Stato italiano, dei potenziali rischi correlati.
  Per il pagamento delle commissioni spettanti a BEI per le attività di gestione, è autorizzata la spesa di 3,5 milioni di euro per l'anno 2024 e fino a 1 milione di euro annui a decorrere dal 2025 (articolo 1, commi 384-386).
  Viene inoltre rifinanziata la partecipazione italiana ad un fondo istituito in sede unionale: si tratta dell'European Peace Facility (Strumento europeo per la pace), il fondo attraverso cui l'Unione europea da un lato finanzia i costi comuni delle sue missioni militari e dall'altro fornisce assistenza militare ad organizzazioni internazionali (come l'Unione africana) ed a Stati terzi.
  Il fondo è il principale strumento con cui, a partire dall'avvio dell'aggressione russa, nel febbraio dello scorso anno, è stata finora finanziata la cessione di materiali d'armamento all'Ucraina. Grazie alla disponibilità di tale strumento, il Consiglio UE ha potuto adottare le prime misure di sostegno a Kyiv già il 28 febbraio 2022, pochi giorni dopo l'avvio dell'aggressione. Con successive decisioni, tra marzo 2022 e febbraio 2023, il sostegno finanziario è arrivato a 3.6 miliardi di euro.
  Tra marzo e maggio di quest'anno, con misure rivolte specificatamente alla fornitura di munizioni e missili, lo stanziamento complessivo EPF a favore delle forze armate ucraine è salito a 5.6 miliardi.
  Nel marzo di quest'anno il Consiglio ha incrementato una prima volta il budget, portandolo a 7,98 miliardi. Il 26 giugno, dopo una lunga opposizione da parte dell'Ungheria, il bilancio complessivo è stato ulteriormente aumentato a poco più di 12 miliardi di euro, sempre fino al 2027. EPF è – come detto – un fondo istituito al di fuori del bilancio UE (che, a norma dei Trattati, non può finanziare spese legate alla difesa).
  Esso è quindi finanziato direttamente dagli Stati membri, in proporzione al proprio PIL: ogni aumento del budget complessivo richiede dunque un nuovo ri-finanziamento nazionale. Oltre a finanziare i trasferimenti diretti di armamenti, EPF finanzia anche la missione di assistenza militare EUMAM, avviata nel novembre 2022, che ha l'obiettivo di concludere entro il 2023 l'addestramento (in territorio UE) di 30 mila soldati ucraini.
  Anche se le necessità del sostegno all'Ucraina hanno drenato la maggior parte dei fondi EPF, il Consiglio ha cercato di mantenere l'attenzione anche alle altre priorità dell'azione esterna dell'Unione. Tra queste si segnala in particolare il piano di sostegno alle operazioni di mantenimento della pace condotte dall'Unione africana, che prevede complessivi 600 milioni, fino al 2024. Altre risorse sono state stanziate a favore di Paesi dove operano missioni UE di partenariato militare o di addestramento, talvolta in aggiunta al sostegno di iniziative di altre organizzazioni, tra cui Somalia, Mozambico e (fino al recente colpo di Stato) Niger.
  Nei Paesi del Partenariato orientale, il Consiglio ha utilizzato fondi EPF a favore di Georgia e Moldova. Altre misure di assistenza operano a favore di Paesi come Macedonia del Nord, Bosnia-Erzegovina, Giordania, Libano, Mauritania e Benin.
  Il contributo italiano al fondo è incrementato di 203 milioni di euro per l'anno 2024, 258,88 milioni di euro per il 2025, 265.68 milioni di euro per il 2026 e 273.98 milioni di euro per il 2027.
  Venendo alla seconda sezione del disegno di legge, la tabella n. 2, relativa allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, è quella che presenta maggiore attinenza ai fini degli ambiti di competenza della nostra Commissione: interessanoPag. 699 in particolare, le entità degli stanziamenti relativi al Programma n. 1.3 «Presidenza del Consiglio dei ministri», in cui è riportata la dotazione finanziaria per il triennio 2024-2026 rispettivamente di 1,3, 1,3 e 1,0 miliardi di euro, alla quale attinge anche il Dipartimento per le politiche europee.
  Rileva poi, soprattutto, il Programma n. 4.10 sulla «Partecipazione italiana alle politiche di bilancio in ambito UE», in cui sono previste le somme da versare a titolo di risorse proprie dell'UE basate sul RNL (reddito nazionale lordo), sull'IVA e sulle risorse proprie tradizionali (dazi doganali e altro), con uno stanziamento di 8,8 miliardi di euro per il 2024, di 8,9 miliardi per il 2025 e di 24,06 miliardi per il 2026.
  Nel medesimo Programma n. 4.10 sono inoltre previste le dotazioni per l'attuazione delle politiche europee, con uno stanziamento di circa 8,8 miliardi di euro per il 2024, 8.9 miliardi per il 2025 e di 11,94 miliardi per il 2026.
  Gran parte di questi stanziamenti è destinato al Fondo di rotazione per il cofinanziamento dei fondi strutturali europei, mentre la restante parte è destinato al Fondo per il recepimento della normativa europea (di cui all'articolo 41-bis della legge n. 234 del 2012), al pagamento delle sentenze di condanna della Corte di giustizia dell'UE, nonché al rafforzamento della capacità amministrativa per la realizzazione del PNRR e all'assistenza tecnica PNRR in favore dei piccoli comuni.
  Nell'ambito dello stato di previsione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione, assume rilievo il Programma n. 4.7 «Integrazione europea» che, a seguito degli interventi apportati durante l'esame al Senato, presenta 36,29 milioni di euro per il 2024, 30,41 milioni di euro per il 2025 e 30.62 milioni di euro per il 2026.
  Complessivamente, l'impostazione della manovra di bilancio 2024 si mantiene prudente cercando di coniugare il giusto equilibrio tra l'esigenza di fornire il sostegno necessario all'economia nell'immediato attraverso misure mirate e l'obiettivo di assicurare sia il rientro del deficit al di sotto della soglia del 3 per cento del PIL sia un percorso di riduzione graduale e duraturo del rapporto debito/PIL.
  Per questi motivi preannuncia la presentazione di una relazione favorevole sul disegno di legge (vedi allegato 1).

  Antonino IARIA (M5S), nell'esprimere la netta contrarietà del suo Gruppo all'impianto complessivo della manovra finanziaria, rimarca la grande subalternità della politica estera del Governo italiano alle scelte internazionali di Washington, ispirata ad un duro atlantismo ben lontano dalle visioni che hanno ispirato Enrico Mattei. Nel quadro di una manovra di stampo «montiano» o «draghiano», priva un'idea di sviluppo del Paese, rimangono alcune «misure-feticcio» capaci di drenare enormi risorse, come il Ponte sullo Stretto, nel quadro delle politiche infrastrutturali o gli interventi per il sostegno militare ed armato all'Ucraino nell'ambito della politica estera promossa dal Governo.

  Isabella DE MONTE (IV-C-RE), dopo avere espresso, a nome del suo Gruppo, profonde riserve sul disegno complessivo della manovra finanziaria, richiama invece l'importanza delle scelte operate a favore dell'Ucraina ed il ricorso allo Strumento europeo per la pace. Solo rafforzando la difesa comune europea e l'autonomia strategica dell'UE si potrà pensare ad una politica estera europea. Per quest'ordine di motivazioni preannuncia l'astensione del suo Gruppo sul disegno di legge di bilancio.

  Salvatore CAIATA (FDI), nell'annunciare il voto favorevole del Gruppo Fratelli d'Italia, contesta la narrativa di una legge di bilancio senza visione, spesso ripetuta dai media di sinistra e svolge un confronto tra la ZES unica per il Mezzogiorno, voluta fortemente dal Governo e dalla sua maggioranza, e dall'assistenzialismo che ha caratterizzato molte scelte di politica economica dei precedenti esecutivi, come il reddito di cittadinanza, che non hanno posto alcuna condizione per lo sviluppo. Richiama la differenza, propria della scienza economica, tra beni a fecondità ripetuta e beni a fecondità semplice, che esauriscono Pag. 700la loro utilità in un solo atto di utilizzo. È la distinzione tra una visione strategica, propria del Governo Meloni, ispirata ad una visione alta della politica, e l'assenza di un'impostazione coerente.
  Esprime apprezzamento per le osservazioni svolte dalla collega De Monte, poiché evocano la categoria del potere di deterrenza, che si esercita anche mediante l'utilizzo della dimensione militare e la promozione degli investimenti nel settore della difesa.

  Alessandro GIGLIO VIGNA (LEGA), presidente e relatore, menzionando le parole del Ministro Crosetto, sottolinea la rilevanza degli investimenti che oggi gli Stati dell'Unione europea sono chiamati a fare, molti dei quali investono il settore della cibersicurezza. Evidenzia altresì l'esigenza di escludere gli oneri spese per la difesa, a livello europeo, dai parametri del nuovo Patto di stabilità.
  Passa quindi ad illustrare i contenuti della proposta di parere.

  Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Tullio FERRANTE, si associa alle considerazioni espresse nella proposta di relazione.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di relazione favorevole formulata dal relatore, deliberando, altresì, di nominare, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, il deputato Giglio Vigna quale relatore presso la Commissione Bilancio.

DL 161/23: Disposizioni urgenti per il «Piano Mattei» per lo sviluppo in Stati del Continente Africano.
C. 1624 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione svolge l'esame del provvedimento.

  Salvatore CAIATA (FDI), relatore, avverte che la Commissione politiche dell'Unione europea è oggi chiamata ad esaminare il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 161/2023, recante disposizioni urgenti per il «Piano Mattei» per lo sviluppo in Stati del Continente africano, approvato con modificazioni dall'Assemblea del Senato il 19 dicembre scorso.
  Il Piano si richiama alle illuminanti scelte di politica internazionale operate da Enrico Mattei che, alla guida dell'ENI, negli anni tumultuosi della decolonizzazione, seppe promuovere un'intelligente alleanza con alcuni Stati africani che garantiva gli interessi energetici italiani e, al contempo, promuoveva lo sviluppo economico di quei Paesi, sostenendo l'impegno e la responsabilità delle loro giovani classi dirigenti.
  Il Piano, proprio nel solco di quell'esperienza, persegue la costruzione di un nuovo partenariato tra l'Italia e gli Stati di quel Continente, mediante la promozione di uno sviluppo comune, sostenibile e duraturo, nella dimensione politica, economica, sociale, culturale e di sicurezza.
  L'articolo 1, in particolare, stabilisce che la collaborazione dell'Italia con le nazioni africane è attuata in conformità con il Piano strategico Mattei, di durata quadriennale e aggiornabile anche antecedentemente alla scadenza. Il medesimo articolo individua ambiti di intervento e priorità di azione del Piano (che spaziano dalla cooperazione allo sviluppo alla salute, dal partenariato energetico al contrasto all'immigrazione illegale) e, con una modifica adottata in sede referente, prevede che il medesimo venga adottato con decreto del Presidente del Consiglio, previo parere delle Commissioni parlamentari, chiamate ad esprimersi entro 30 giorni.
  L'articolo 2 istituisce la Cabina di regia per la definizione e l'attuazione del piano, prevedendo che sia presieduta dal Presidente del Consiglio e composta dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale (con funzioni di vice presidente), da altri ministri, dal presidente della Conferenza delle Regioni e Province autonome e da rappresentanti di agenzie e società pubbliche che operano nel settore.
  Fanno parte della cabina anche rappresentanti di imprese a partecipazione pubblica ed università, oltre che esponenti «della Pag. 701società civile e del terzo settore», individuati con decreto del Presidente del Consiglio. Il comma 2 prevede che, su delega del Presidente del Consiglio, la cabina possa essere convocata e presieduta dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Viene inoltre stabilito che per la partecipazione all'organo non spettano compensi, gettoni di presenza o rimborsi spese e che il segretariato della cabina di regia è assicurato dalla struttura di missione, disciplinata dal successivo articolo 4.
  L'articolo 3 definisce i compiti della Cabina di regia, la quale, ferme restando le funzioni di indirizzo e coordinamento che spettano al Presidente del Consiglio, ha il compito, tra l'altro, di: coordinare le attività di collaborazione tra Italia e Stati africani, svolte, nell'ambito delle rispettive competenze, dalle amministrazioni pubbliche; promuovere gli incontri tra rappresentanti della società civile, imprese e associazioni italiane e africane con lo scopo di agevolare le collaborazioni a livello territoriale e promuovere le attività di sviluppo; monitorare l'attuazione del piano, anche ai fini del suo aggiornamento; approvare la relazione annuale al Parlamento.
  Al fine di supportare le attività connesse al Piano Mattei e i lavori della Cabina di regia, l'articolo 4 istituisce, a decorrere dal 1° dicembre 2023, una apposita struttura di missione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, individuandone la composizione e le funzioni.
  L'articolo 5 prevede che, entro il 30 giugno di ciascun anno, il Governo trasmetta alle Camere, previa approvazione da parte della Cabina di regia, una relazione sullo stato di attuazione del Piano che indichi le misure volte a migliorarne l'attuazione e ad accrescere l'efficacia dei relativi interventi rispetto agli obiettivi perseguiti.
  L'articolo 6 quantifica gli oneri derivanti dall'istituzione della struttura di missione di cui all'articolo 4 in euro 235.077 per l'anno 2023 ed in euro 2.820.903 annui a partire dal 2024, e provvede alla relativa copertura.
  L'articolo 7 dispone che il decreto-legge entri in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale e, dunque, il 16 novembre 2023.
  Preme segnalare, in relazione agli ambiti di competenza della XIV Commissione, che l'impostazione complessiva alla base del Piano Mattei appare coerente con le diverse strategie euro-africane e segnatamente con il documento programmatico della Commissione europea «Verso una strategia globale per l'Africa» (JOIN(2020).
  L'Unione europea ha inoltre adottato, nell'ambito della strategia Global Gateway per promuovere la connettività, il commercio e la crescita economica su scala mondiale, un pacchetto d'investimenti Africa-Europa, con 150 miliardi di euro destinati a rafforzare la cooperazione con gli Stati partner africani nei settori dell'innovazione digitale, del clima, dell'energia, dei trasporti, della salute, dell'istruzione e della ricerca.
  Da ultimo, nel sesto Vertice UE-Unione africana, del febbraio 2022 è stata ribadita, da parte dei capi di Stato e di Governo africani ed europei, una visione comune per un partenariato rinnovato, con l'obiettivo di conseguire la solidarietà, la sicurezza, la pace e uno sviluppo economico e una prosperità sostenibili e sostenuti per i cittadini;
  In tale prospettiva si pone un'iniziativa importante come il Memorandum d'intesa tra l'Unione europea e la Tunisia, concluso l'11 giugno scorso per iniziativa del Governo italiano, volto a sostenere il Paese dell'Africa settentrionale attraverso un partenariato basato da cinque pilastri: lo sviluppo economico, con la possibilità di fornire assistenza macrofinanziaria; gli investimenti e il commercio; l'energia; la migrazione; i giovani.
  Il provvedimento non presenta profili d'incompatibilità con il diritto dell'UE e costituisce una fondamentale cornice di riferimento per impegnare ancora di più il nostro Paese nello sviluppo sociale e civile del Continente africano: per questi motivi preannuncia la presentazione di una proposta di parere favorevole (vedi allegato 2).

  Antonino IARIA (M5S), esprime l'opposizione del suo Gruppo al provvedimento che manca di una visione strategica di Pag. 702fondo: il richiamo alla grande figura di Enrico Mattei è del tutto fuori luogo perché egli era sostenitore di una politica estera autonoma del Paese, mentre nel caso dell'attuale maggioranza si evidenzia soltanto un piatto atlantismo. Per il resto il provvedimento appare un mero esercizio di marketing politico, del tutto vuoto di contenuti e d'interlocuzioni con gli altri Stati dell'UE e con gli stessi Paesi del Continente africano.

  Stefano CANDIANI (LEGA), interviene per precisare le nuove forze in campo tra Occidente e Oriente: è dal 2009 che la Repubblica popolare cinese è il primo partner commerciale degli Stati africani, per un complesso di 250 miliardi di dollari: una potenza che ha un'attitudine di sfruttamento nei riguardi di molti Paesi africani. Il Piano Mattei è un primo passo, che necessita del coinvolgimento di tutta l'Unione europea ma delinea un indirizzo

  Isabella DE MONTE (IV-C-RE), annunciando il voto di astensione del suo Gruppo, sottolinea come occorra strutturare una vera e propria politica estera e di difesa dell'UE e soprattutto rafforzare l'iniziativa del Global Gateway europeo per evitare che la Cina popolare si accaparri tutte le risorse scarse. Il Global Gateway si presenta infatti come un'alternativa dell'UE alla «Via della seta», che metta insieme la politica commerciale e le iniziative di cooperazione di sviluppo. Il Piano Mattei potrà funzionare se verrà integrato strategicamente nella dimensione di politica estera europea e potrà avvalersi delle risorse dell'Unione.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore, deputato Caiata.

  La seduta termina alle 18.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 27 dicembre 2023.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 18.50 alle 18.55.