CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 27 dicembre 2023
223.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
Pag. 58

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 27 dicembre 2023. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI.

  La seduta comincia alle 11.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026 e relativa Nota di variazioni.
C. 1627 Governo, approvato dal Senato, e C. 1627/I Governo, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del disegno di legge e della relativa nota di variazioni, rinviato nella seduta del 23 dicembre 2023.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, avverte che sono state presentate 1.022 proposte emendative (vedi allegato 1).
  Ricorda che l'articolo 21, comma 1-quinquies, della legge n. 196 del 2009, in attuazione dell'articolo 15, comma 2, della legge n. 243 del 2012, pone precisi limiti al contenuto della prima sezione del disegno di legge di bilancio, stabilendo che esso, in ogni caso, non deve contenere norme di delega, di carattere ordinamentale o organizzatorio, né interventi di natura localistica o microsettoriale ovvero norme che dispongono la variazione diretta delle previsioni di entrata o di spesa contenute nella Pag. 59seconda sezione del predetto disegno di legge.
  Fa presente che, alla luce dei predetti limiti di contenuto, risultano inammissibili, in ragione della materia trattata, i seguenti emendamenti:

   Ubaldo Pagano 1.34, che reca disposizioni in materia di adeguamento dei canoni relativi ai contratti di locazione per abitazione di residenza;

   Alfonso Colucci 1.95 e Casu 1.103, che recano disposizioni in materia di scorrimento di graduatorie di concorsi banditi da amministrazioni pubbliche, prorogando altresì al 31 dicembre 2024 le graduatorie dei concorsi pubblici in scadenza o già scaduti e sopprimono la disposizione ai sensi della quale nei concorsi pubblici sono considerati idonei i candidati collocati nella graduatoria finale entro il 20 per cento dei posti successivi all'ultimo di quelli banditi;

   Mari 1.97, Scotto 1.1000, limitatamente al comma 43-septies, Scotto 1.105, Alfonso Colucci 1.765, Ubaldo Pagano 1.995, che prorogano l'applicabilità delle disposizioni del decreto legislativo n. 75 del 2017 che, a determinate condizioni, consentono alle pubbliche amministrazioni di assumere a tempo indeterminato soggetti già titolari di contratti a termine;

   D'Alfonso 1.98, che consente agli enti locali di adottare procedure semplificate di assegnazione di incarichi di responsabile unico del procedimento e, nel caso di interventi di particolare complessità, di conferire apposito incarico di responsabile a professionisti privati per lo svolgimento delle attività inerenti gli interventi finanziati con le risorse del PNRR e del PNC;

   Casu 1.104, che ai fini delle assunzioni da parte delle pubbliche amministrazioni prevede in via prioritaria lo scorrimento di graduatorie e il differimento delle graduatorie già scadute;

   Manes 1.191 e 1.272, limitatamente alle parole «, in attuazione della legge 9 agosto 2023, n. 111,» contenute nel comma 518-bis, che prevedono che le misure volte a garantire maggiori entrate dalla lotta all'evasione fiscale siano adottate in attuazione della legge n. 111 del 2023, con ciò incidendo su disposizioni che recano deleghe legislative;

   Cafiero De Raho 1.243, che istituisce una direzione distrettuale del lavoro per la trattazione dei procedimenti relativi ai reati in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro, nonché ai reati contro la persona commessi nel luogo di lavoro o in occasione dell'attività lavorativa e ai reati connessi ancorché di maggiore gravità e ne disciplina il funzionamento prevedendo altresì l'istituzione del procuratore nazionale del lavoro;

   Manes 1.256 e Mari 1.255, che estendono ai lavoratori delle imprese industriali e artigiane dell'edilizia, in distacco presso altra impresa del medesimo settore, la possibilità di fruire dei trattamenti di integrazione salariale ordinaria per eventi oggettivamente non evitabili, con conseguente attribuzione a carico dell'impresa distaccataria del relativo onere contributivo;

   Scotto 1.265, che esclude che i soggetti accreditati ai servizi per il lavoro possano effettuare la sottoscrizione del patto di servizio personalizzato e la relativa presa in carico del beneficiario dell'Assegno di inclusione;

   Mari 1.275, che con riferimento agli anni 2021, 2022 e 2023 consente ai pensionati INPS di richiedere l'accesso al fondo di credito INPS ancorché non abbiano formulato tale richiesta al momento del pensionamento;

   Quartini 1.315, limitatamente ai commi 217-ter e 217-quater, che intervengono sulla disciplina della tracciabilità dei flussi finanziari e degli obblighi di pubblicazione a carico della dirigenza sanitaria concernenti l'attività libero-professionale intramuraria;

   Ascari 1.325, che attribuisce nuove funzioni all'Osservatorio sul fenomeno della Pag. 60violenza nei confronti delle donne e sulla violenza domestica;

   Quartini 1.388, che prevede che per la dirigenza sanitaria gli obblighi di pubblicazione siano applicabili anche con riferimento all'attività libero-professionale intramoenia;

   Quartini 1.403, che reca disposizioni in materia di rilascio delle autorizzazioni e dell'accreditamento istituzionale, nonché per l'esercizio di attività sanitarie e sociosanitarie nell'ambito del Servizio sanitario nazionale;

   Quartini 1.404, che reca disposizioni in materia di assistenza sanitaria integrativa;

   Zanella 1.407, che esclude le funzioni tecnico-amministrative delle aziende ed enti del Servizio sanitario nazionale dall'applicazione dei criteri individuati dal Comitato LEA per l'individuazione delle strutture complesse e semplici;

   Bonetti 1.430, che consente l'incremento degli importi e dei quantitativi massimi complessivi delle convenzioni e degli accordi quadro stipulati da Consip S.p.a. per la sanità funzionali al conseguimento di specifici obiettivi previsti dal PNRR;

   Stefanazzi 1.439, che modifica i criteri alla base della riorganizzazione delle reti di offerta di diagnostica di laboratorio;

   Zanella 1.442, che modifica le norme del Codice dei contratti pubblici in materia di incentivi per le funzioni tecniche;

   De Luca 1.450, che modifica la disciplina della Cabina di regia ZES istituita dal decreto-legge n. 124 del 2023;

   De Luca 1.452, che modifica la disciplina del portale web della ZES unica;

   De Luca 1.484 e 1.480, limitatamente alla lettera a), che modificano i soggetti che partecipano alla predisposizione del Piano strategico della ZES unica;

   Ubaldo Pagano 1.570, che intervenendo sul decreto-legge n. 181 del 2023, in corso di conversione, sopprime una disposizione in materia di utilizzo dei servizi di contact center da parte dei fornitori di energia elettrica;

   Scarpa 1.575, che reca un'autorizzazione di spesa finalizzata a interventi di rigenerazione urbana nella città di Mestre;

   Scarpa 1.576 che reca un'autorizzazione di spesa per la messa in sicurezza da incendi delle cupole lignee della Pontificia Basilica Minore di Sant'Antonio di Padova;

   De Luca 1.611, che reca disposizioni che modificano la disciplina delle assunzioni previste dall'articolo 16 del decreto-legge n. 124 del 2023, al fine di consentire la stabilizzazione di determinate categorie di personale;

   Ghirra 1.639, che prevede l'introduzione nelle scuole del primo e del secondo ciclo di istruzione dell'insegnamento dell'educazione emotiva e sentimentale;

   Piccolotti 1.653, che disciplina il numero di esoneri da riconoscere ai tutor per i corsi di laurea magistrale per l'insegnamento nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria;

   Piccolotti 1.661, che sopprime l'obbligo per i docenti confermati in ruolo di permanere in una determinata istituzione scolastica per almeno tre anni;

   Borrelli 1.692, che disciplina l'acquisizione dell'isola di Vivara nel comune di Procida;

   Amato 1.700, che reca un'autorizzazione di spesa per la verifica di sussistenze archeologiche nell'area centrale del comune di Castellammare di Stabia;

   D'Alfonso 1.720, che modifica l'articolo 357 del codice di procedura penale in Pag. 61materia di documentazione dell'attività di polizia giudiziaria;

   Fratoianni 1.732, limitatamente al capoverso 365-quater, lettera b), che dispone l'abrogazione dell'articolo 7-ter del decreto-legge n. 20 del 2023, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 50 del 2023, che reca disposizioni in materia di decisioni sul riconoscimento della protezione internazionale;

   Grimaldi 1.733, che prevede la chiusura dei Centri di permanenza per i rimpatri (CPR) disciplinando le modalità e i tempi di conclusione della relativa procedura di dismissione;

   D'Alfonso 1.734, che ammette alle procedure concorsuali per l'accesso alla dirigenza delle pubbliche amministrazioni i dipendenti pubblici in possesso del dottorato di ricerca;

   Cafiero De Raho 1.758, che istituisce, presso il Ministero della giustizia, una banca dati dei soggetti condannati per indebita percezione di erogazioni pubbliche;

   gli identici Provenzano 1.783 e Onori 1.1020, che, prevedendo l'adozione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri al fine di indicare il percorso di graduale adeguamento per raggiungere, entro il 2030, lo stanziamento annuale pari allo 0,70 per cento del Reddito nazionale lordo per il finanziamento degli interventi a sostegno delle politiche di cooperazione allo sviluppo;

   Simiani 1.789, limitatamente al comma 403-quater, Ubaldo Pagano 1.904, limitatamente ai commi 487-ter e 487-quater, Borrelli 1.972, limitatamente al comma 501-bis, che recano modifiche al procedimento per la demolizione di fabbricati abusivi;

   Borrelli 1.859, che, per il periodo antecedente al 30 giugno 2022, disciplina la destinazione dei proventi di alcune sanzioni previste dal decreto legislativo n. 152 del 2006, recante il testo unico dell'ambiente;

   Sergio Costa 1.879, che prevede che i progetti di opere e infrastrutture connesse relative all'incremento della capacità di rigassificazione nazionale mediante nuovi impianti di stoccaggio e rigassificazione o ricollocazione di impianti esistenti siano sottoposti a valutazione di impatto sanitario e modifica la procedura autorizzatoria di tali opere;

   Peluffo 1.875, che prevede l'istituzione di un Tavolo istituzionale presso il Ministero delle imprese e del made in Italy incaricato della redazione di un Accordo di programma pluriennale volto ad affrontare le problematiche connesse agli impianti dell'ex Ilva di Taranto;

   Amato 1.881, che autorizza una spesa per la creazione del Parco delle acque e delle terme di Castellammare di Stabia;

   Ghirra 1.882, che istituisce un Comitato istruttore paritetico Stato-regione Sardegna ai fini dell'istruttoria necessaria per l'attuazione della procedura di riconoscimento, in sede europea, della condizione di insularità della Sardegna;

   Ghirra 1.887, che modifica la disciplina della destinazione dei proventi delle sanzioni per le violazioni del Codice della strada;

   Piccolotti 1.896, che reca proroga l'applicabilità di disposizioni di carattere semplificatorio riferite alla realizzazione di spettacoli dal vivo e proiezioni cinematografiche;

   Zaratti 1.897, che reca disposizioni relative alle procedure applicabili agli interventi finanziati, in tutto o in parte, con le risorse previste dal PNRR e dal PNC;

   Merola 1.918, che rinvia l'applicazione per gli enti locali del principio contabile applicato concernente la programmazione di bilancio;

   Zaratti 1.929, che reca disposizioni di carattere procedurale in materia di cessionePag. 62 dei crediti commerciali vantati nei confronti degli enti locali;

   Zaratti 1.962, che modifica la disciplina dei poteri del commissario straordinario per il contrasto alla peste suina africana;

   Barbagallo 1.987, che, intervenendo sulle competenze della Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall'insularità, prevede che essa possa svolgere anche indagini conoscitive avvalendosi anche di esperti, prevedendo anche una copertura finanziaria mediante riduzione della Tabella A allegata al disegno di legge di bilancio, mentre le spese di funzionamento della Commissione parlamentare sono a carico dei bilanci delle Camere;

   Lacarra 1.993, che istituisce un fondo volto all'erogazione di un contributo di solidarietà finalizzato al recupero del capitale corrispondente ai contributi obbligatori da parte dei soggetti iscritti alla Cassa di previdenza, sovvenzioni e assistenza tra i dipendenti del comune di Bari danneggiati dall'attuale stato di crisi da sovraindebitamento;

   Ubaldo Pagano 1.994, che disciplina la destinazione delle ammende e delle oblazioni previste per l'abbandono di rifiuti;

   Scarpa 1.1002, che reca un'autorizzazione di spesa per il recupero del complesso architettonico di pregio dell'Ex Villaggio Eni di Borca di Cadore (BL).

  Comunica altresì che devono essere considerate inammissibili per carenza o inidoneità di compensazione i seguenti emendamenti: Alfonso Colucci 1.7 e 1.9, Piccolotti 1.47, Mari 1.51, Curti 1.80, Mari 1.82, Alfonso Colucci 1.93, Bonelli 1.107, Quartini 1.108, Auriemma 1.717, Pavanelli 1.120, De Maria 1.167, Borrelli 1.168, Simiani 1.173, Bonelli 1.174, Scotto 1.200, Carotenuto 1.218, Castiglione 1.237, gli identici Ubaldo Pagano 1.244 e Scotto 1.245, Mari 1.251, Scotto 1.260, Castiglione 1.249, Mari 1.261, Scotto 1.278, Ascari 1.303, Barzotti 1.305, Bonetti 1.307, Sportiello 1.347, Grimaldi 1.348, Ciani 1.356, Curti 1.363, Marianna Ricciardi 1.376, Quartini 1.369, 1.368, Richetti 1.397, Quartini 1.398, Zanella 1.412 e 1.424, Onori 1.434, Donno 1.456, Torto 1.462, Barbagallo 1.466, Scerra 1.478, De Luca 1.452, Mari 1.472, gli identici De Luca 1.473 e Carfagna 1.474, Carmina 1.479, Benzoni 1.487, Zanella 1.499, Benzoni 1.507, Pavanelli 1.529, Zanella 1.552, Ghirra 1.564 e 1.566, Barbagallo 1.579, Manes 1.593 e 1.594, Caso 1.633, Piccolotti 1.682, Borrelli 1.692, Grimaldi 1.723, Alfonso Colucci 1.729, Fratoianni 1.732, Gianassi 1.741, Ferrari 1.1027, Scutellà 1.756, Giuliano 1.766, Curti 1.802, Simiani 1.812, Curti 1.821 e 1.824, Vaccari 1.830, 1.835 e 1.850, Borrelli 1.859, Sergio Costa 1.864 e 1.879, Zaratti 1.891 e 1.892, Ubaldo Pagano 1.903, Roggiani 1.925, De Luca 1.954, Richetti 1.959, Enrico Costa 1.1005, Grimaldi 1.1006, Ubaldo Pagano 1.1013 e Dori 1.1025.
  Comunica che, per un errore tecnico nella trasmissione da parte dei presentatori, l'emendamento Conte 1.1031 non è pervenuto nel termine previsto per la presentazione delle proposte emendative. Apprezzate le circostanze, propone, ove non vi siano obiezioni, che tale proposta possa considerarsi, in via eccezionale, depositata entro il termine prestabilito.

  La Commissione concorda.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, avverte che il termine per la presentazione di eventuali richieste di riesame delle valutazioni di inammissibilità testé comunicate è fissato alle ore 12 della giornata odierna.
  Rinvia, quindi, il seguito dell'esame alla seduta già convocata alle ore 14 della giornata odierna.

  La seduta termina alle 11.10.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 27 dicembre 2023. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI,Pag. 63 indi del vicepresidente Giovanni Luca Cannata. – Intervengono il Ministro dell'economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti e il sottosegretario per l'economia e le finanze Federico Freni.

  La seduta comincia alle 14.05.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026 e relativa Nota di variazioni.
C. 1627 Governo, approvato dal Senato, e C. 1627/I Governo, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del disegno di legge e della relativa nota di variazioni, rinviato nella odierna seduta antimeridiana.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, avverte che, come da prassi, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Ne dispone, pertanto, l'attivazione.
  Dopo aver segnalato che l'emendamento Conte 1.1031 deve ritenersi ammissibile, ricorda che nell'odierna seduta antimeridiana sono state comunicate le valutazioni in ordine all'ammissibilità delle proposte emendative presentate e che, con riferimento a tali valutazioni, sono state presentate nove richieste di riesame.
  A tale riguardo, fa presente che, a seguito di un ulteriore esame, può considerarsi ammissibile l'emendamento Richetti 1.397, mentre risultano invece confermate le altre valutazioni di inammissibilità comunicate nella seduta antimeridiana.
  Ringrazia, quindi, il Ministro dell'economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, per la disponibilità manifestata ad intervenire all'odierna seduta della Commissione, nonostante il breve preavviso.
  Con riferimento all'organizzazione dei lavori della Commissione, avverte che dopo l'intervento del Ministro sarà possibile svolgere un breve dibattito limitato a un deputato per gruppo, per consentire al Ministro di replicare a eventuali quesiti e osservazioni e poi passare all'esame delle proposte emendative ritenute ammissibili.
  Dà, quindi, la parola all'onorevole Grimaldi, che ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori.

  Marco GRIMALDI (AVS) chiede, a nome del suo gruppo, di rendere pubblici i lavori della Commissione attraverso l'attivazione della web-tv, in deroga a quanto previsto dal Regolamento.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), nel ringraziare il Ministro per la disponibilità ad intervenire e a rispondere a eventuali quesiti posti dai deputati, si associa alla richiesta dell'onorevole Grimaldi di assicurare la pubblicità dei lavori della Commissione anche attraverso la trasmissione sulla web-tv della Camera dei deputati.

  Benedetto DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA) si associa alla richiesta formulata dai deputati Grimaldi e Ubaldo Pagano.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, fa presente che, trattandosi di una seduta in sede referente, in base alla disciplina regolamentare e ai pareri della Giunta per il Regolamento in materia di pubblicità dei lavori delle Commissioni, non è consentita la trasmissione della presente seduta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Registra, tuttavia, che, a fronte delle richieste formulate, la Commissione concorda in modo unanime sull'opportunità di chiedere alla Presidenza della Camera di volere autorizzare, in via del tutto eccezionale, la trasmissione dei lavori sulla web-tv per l'intera durata dell'intervento del Ministro Giorgetti, dei successivi interventi dei deputati e della replica del Ministro.
  Dà quindi conto che la Presidenza della Camera, preso atto degli orientamenti della Commissione, ha eccezionalmente autorizzato per le vie brevi la trasmissione sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Accogliendo la richiesta del deputato Ubaldo Pagano, avverte che, dopo l'interventoPag. 64 introduttivo del Ministro Giorgetti, ciascun gruppo potrà intervenire per sei minuti per formulare quesiti e osservazioni.
  Sospende, quindi, brevemente la seduta per consentire l'attivazione della web-tv.

  La seduta, sospesa alle 14.10, riprende alle 14.15.

  Il Ministro Giancarlo GIORGETTI, nell'assicurare di essere disponibile, in fase di dibattito, a rispondere ad eventuali richieste di chiarimento anche sui temi della riforma del Meccanismo europeo di stabilità e del Patto di stabilità e crescita, fa presente che nel proprio intervento intende soffermarsi sulle modifiche introdotte al disegno di legge di bilancio nel corso dell'esame presso il Senato della Repubblica, che hanno sostanzialmente confermato l'impianto iniziale del provvedimento.
  In particolare, fa presente che gli emendamenti approvati, tenuto conto del profilo di spendibilità degli interventi di conto capitale, degli effetti fiscali e contributivi associati alle misure di personale, nonché della contribuzione figurativa legata all'utilizzo del fondo sociale per l'occupazione e la formazione, determinano nel complesso un miglioramento di tutti i saldi di finanza pubblica.
  Segnala, inoltre, che il disegno di legge di bilancio 2024-2026, comprensivo degli effetti finanziari degli emendamenti approvati, attesta il saldo netto da finanziare di competenza a circa 198,9 miliardi di euro nel 2024, a 165,3 miliardi di euro nel 2025 e a 131,6 miliardi di euro nel 2026. Il corrispondente livello del saldo netto da finanziare di cassa, invece, risulta pari a circa 250 miliardi di euro nel 2024, a 209 miliardi di euro nel 2025 e a 176,1 miliardi di euro nel 2026.
  Con riferimento alle modifiche apportate durante l'iter parlamentare con effetti rilevanti sul bilancio dello Stato, ritiene opportuno segnalare, in primo luogo, che, in materia di previdenza, sono stati attenuati gli effetti della disciplina introdotta con il disegno di legge di bilancio riguardante l'adeguamento delle aliquote di rendimento delle gestioni previdenziali degli iscritti alla Cassa per le pensioni ai dipendenti degli enti locali, alla Cassa per le pensioni dei sanitari, alla Cassa per le pensioni agli insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate, alla Cassa per le pensioni agli ufficiali giudiziari, agli aiutanti ufficiali giudiziari ed ai coadiutori.
  Ricorda, inoltre, che con emendamenti parlamentari si è poi proceduto a prorogare per il 2024 l'accesso al pensionamento anticipato dei lavoratori poligrafici di imprese stampatrici di giornali con un'età contributiva almeno pari a 35 anni, con un effetto finanziario complessivo pari a 33,8 milioni di euro nel periodo 2024-2027.
  In materia sociale, tra le misure introdotte in sede parlamentare, ricorda, in particolare l'istituzione di un fondo diretto a contrastare il disagio abitativo sul territorio nazionale attraverso modelli innovativi di edilizia residenziale pubblica, la riconversione del patrimonio pubblico e il ricorso ad operazioni di partenariato pubblico-privato, con una dotazione finanziaria pari a 50 milioni di euro annui nel biennio 2027-2028 e il rifinanziamento delle borse di studio degli studenti universitari per circa 64 milioni nel 2024. Ricorda, altresì, le misure volte a rafforzare la prevenzione della violenza nei confronti delle donne e della violenza domestica, con interventi par un importo finanziario pari complessivamente a 37,5 milioni di euro nel 2024, a 40 milioni di euro nel 2025, a 39,8 milioni di euro nel 2026, a 5,5 milioni di euro nel 2027, a 3,7 milioni di euro nel 2028 e a 3 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2029, nonché il rifinanziamento, per 20 milioni di euro annui nel triennio 2024-2026, del fondo per le vittime per l'amianto.
  Per quanto concerne le misure in favore del personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, ricorda che sono stati assegnati complessivamente ulteriori 95 milioni di euro nel 2024, 98,3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026, e 60 milioni di euro annui a decorrere dal 2027 diretti a finanziare gli istituti dei trattamenti accessori, la stipula di polizze assicurativePag. 65 per la copertura sanitaria e infortunistica complementare e la progressiva perequazione del regime previdenziale.
  Fa presente, poi, che una particolare attenzione è stata dedicata alle imprese e al sostegno degli investimenti pubblici, ricordando che sono state incrementate le dotazioni di bilancio relative ai contratti di sviluppo, in misura pari a 100 milioni di euro annui nel periodo 2025-2030, nonché le risorse assegnate per gli interventi in favore del settore dell'autotrasporto, pari a 100 milioni di euro nel 2027.
  Con riferimento al sostegno agli investimenti pubblici, tra gli interventi più rilevanti ricorda che sono stati previsti rifinanziamenti di alcune infrastrutture strategiche, tra le quali cita il terzo valico dei Giovi, la linea alta velocità Milano-Genova, la ferrovia centrale umbra e il potenziamento e lo sviluppo del porto di Civitavecchia. Segnala che si è, inoltre, proceduto al rifinanziamento del contratto di programma 2021-2025 tra il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e ANAS per 535 milioni di euro nel 2027 e 110 milioni di euro nel 2028.
  Tra le altre modifiche introdotte ricorda altresì il rifinanziamento del Piano straordinario idrico per la mitigazione dei danni connessi al fenomeno della siccità e per promuovere il potenziamento e l'adeguamento delle infrastrutture idriche per 300 milioni di euro nel 2027 e 150 milioni di euro nel 2028, il rifinanziamento del Fondo per la realizzazione delle opere infrastrutturali nei porti di rilevanza nazionale per 55 milioni di euro nel 2024, 130 milioni di euro nel 2027 e 170 milioni di euro nel 2028, nonché le risorse destinate agli interventi relativi a programmi di manutenzione straordinaria della viabilità stradale, per un importo pari a 50 milioni di euro nel 2027 e a 25 milioni di euro nel 2028.
  Conferma, quindi, la disponibilità a rispondere a eventuali quesiti e osservazioni che verranno posti dai deputati.

  Leonardo DONNO (M5S) interviene sull'ordine dei lavori per chiedere, anche in considerazione della disponibilità manifestata dal Ministro Giorgetti, che ciascun gruppo possa avere a disposizione almeno dieci minuti per intervenire.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, replicando all'onorevole Donno, conferma che il tempo a disposizione di ciascun gruppo è pari a sei minuti.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), nel rilevare che, a suo avviso, il Patto di stabilità e crescita è stato riformato in senso peggiorativo rispetto alla proposta iniziale della Commissione europea, osserva come l'Italia, all'esito del negoziato, non sia riuscita ad ottenere lo scomputo dall'indicatore della spesa primaria netta della spesa legata alla realizzazione degli interventi del PNRR e di quelli connessi alla transizione verde e digitale. Giudica, quindi, l'esito del negoziato del tutto insufficiente soprattutto perché nel braccio preventivo del Patto non sono stati superati i riferimenti ad alcuni indicatori e metodologie che erano stati fortemente criticati in passato.
  Ritiene, quindi, che il disegno di legge di bilancio elaborato dal Governo risulti già obsoleto, essendo stato costruito su ipotesi macroeconomiche ormai superate.
  Per altro verso segnala che molte delle misure adottate dal Governo, tra cui il taglio del cuneo fiscale e la riforma delle aliquote IRPEF, sono state finanziate solo per l'anno 2024 e, pertanto, anche alla luce dell'applicazione dei criteri previsti dal riformato Patto di stabilità e crescita, a partire dall'anno 2025 si porranno evidenti problemi di tenuta dei conti pubblici qualora si volessero confermare queste misure che sempre più sono assimilabili alle «clausole di salvaguardia» da rifinanziare ogni anno nelle manovre di bilancio.
  Nel ricordare, infine, le parole del Ministro Giorgetti, che aveva manifestato il proprio orientamento favorevole alla ratifica dell'accordo di riforma del MES, segnalando che tale strumento avrebbe permesso di far fronte ad alcuni problemi di natura economica e finanziaria, chiede quali siano i motivi economici e finanziari che, secondo il Ministro, avrebbero reso necessaria la ratifica parlamentare della riforma stessa.

Pag. 66

  Marco GRIMALDI (AVS), rileva preliminarmente come la legge di bilancio oggi all'esame della Commissione Bilancio, di fatto, non avrà una nuova lettura al Senato, in quanto i tempi per l'esame per il provvedimento stesso risultano talmente compressi da rendere sostanzialmente impossibile introdurre qualsiasi tipo di modifica, conseguentemente mortificando il dibattito che avrà luogo nella seduta odierna.
  Ricorda, inoltre, che a fronte delle dichiarazioni del Governo per cui le risorse a disposizione per la manovra di bilancio risultavano esigue, sono stati comunque approvati numerosi emendamenti di carattere localistico per soddisfare le richieste dei parlamentari della maggioranza, quando le medesime risorse avrebbero potute essere più opportunamente utilizzate per interventi di equità sociale, volti a fornire un sostegno economico ai lavoratori. Nell'evidenziare che una delle misure bandiera dell'attuale Esecutivo è stata la riduzione del cuneo fiscale si chiede se, alla luce dei parametri di finanza pubblica che dovranno essere rispettati nell'ambito del nuovo Patto di stabilità e crescita, vi potranno essere nell'anno 2025 spazi finanziari sufficienti a rifinanziare la misura, anche considerando che per rispettare i nuovi vincoli per il deficit e il debito pubblico sarà necessario reperire circa 13 miliardi di euro l'anno.
  In merito all'Accordo di modifica del MES, ritiene che la sua bocciatura parlamentare costituisca una sorta di ritorsione rispetto all'esito del negoziato relativo al Patto di stabilità e crescita, che, per i vincoli stringenti che prevede, pregiudicherà la realizzazione degli obiettivi in materia di transizione ecologica.
  Critica, inoltre, le modalità di conduzione del negoziato da parte del Governo, che ha cercato di creare una logica di pacchetto tra la ratifica dell'Accordo di modifica del MES e la riforma del Patto di stabilità e crescita, senza tuttavia ottenere risultati apprezzabili su nessuno dei due fronti. Osserva, peraltro, che ci si è concentrati per ottenere deroghe relative alla spesa per la difesa comune europea mentre, a suo avviso, si sarebbe dovuto puntare ad ottenere concessioni con riferimento a quelle spese che incentivano e supportano il mercato del lavoro, in modo da ottenere spazi finanziari per misure di contrasto alla povertà lavorativa e al precariato.

  Luigi MARATTIN (IV-C-RE) in primo luogo chiede quale sia l'indirizzo politico del Ministero dell'economia e delle finanze in merito all'attuazione della disciplina relativa al bilancio tecnico degli enti locali, ritenendo necessario che il Governo fornisca a questo riguardo chiarimenti. Ricorda, infatti, che meritoriamente il Ministero dell'economia e delle finanze aveva fissato il termine per l'approvazione dei bilanci di previsione 2024-2026 al 31 dicembre 2023, ma recentemente la Conferenza Stato-città e autonomie locali si è espressa favorevolmente in ordine al rinvio al 15 marzo di tale termine. Chiede, quindi, al Ministro Giorgetti di voler chiarire quale sia la posizione del suo Dicastero rispetto a tale rinvio e alla possibilità di circoscriverne la portata attraverso una precisa tipizzazione delle fattispecie.
  In merito al Patto di stabilità, rileva come i Ministri Tajani e Crosetto continuino a sostenere che gli investimenti nel settore difesa e le spese per interessi siano stati scorporati dal computo degli aggregati di finanza pubblica rilevanti ai fini dell'attivazione della procedura prevista dal braccio preventivo del Patto, chiedendo tuttavia al Ministro Giorgetti in quale documento risulti tale scorporo, che non risulta individuabile nei testi ufficiali a disposizione. Rileva che i testi ufficiali delle proposte di regolamento prevedono che gli incrementi della spesa per investimenti nella difesa oltre il valore benchmark a livello europeo e gli incrementi della spesa per interessi negli anni 2025, 2026 e 2027, e non quindi il loro complessivo ammontare, siano considerati tra i fattori rilevanti da considerare ai fini dell'apertura della procedura per disavanzi eccessivi.
  Sempre in merito al Patto di stabilità, ritiene che sia sbagliata la narrazione secondo la quale con il compromesso raggiunto tornerà l'austerità, giacché il nostro Paese, ad eccezione di una brevissima parentesi nel 2012, non ha mai conosciuto Pag. 67una fase economica improntata all'austerità, ricordando altresì che non sarebbe stato assolutamente realistico ipotizzare un esito del negoziato nel quale a un Paese con un elevato livello di debito pubblico, quale il nostro, fossero riconosciuti ampi margini per effettuare maggiore deficit.
  Fa presente, piuttosto, che i contenuti del nuovo Patto risultano insoddisfacenti perché recano una serie di regole di difficile applicazione basate ancora su parametri non osservabili quali il PIL potenziale e il saldo di bilancio strutturale, nonostante una delle maggiori critiche mosse al vecchio Patto fosse proprio quella di essere eccessivamente complicato e basato proprio sulle stesse variabili non osservabili.
  Da ultimo, con riferimento alla questione della mancata ratifica dell'Accordo di revisione del MES, osserva che su Il Corriere della Sera del 23 dicembre scorso il senatore Claudio Borghi ha dichiarato di aver deciso assieme alla Presidente Meloni il «no» al MES e chiede, quindi, al Ministro Giorgetti se non ritenga tale affermazione lesiva del ruolo che egli riveste nell'Esecutivo.

  Leonardo DONNO (M5S), ritiene che l'attuale Governo abbia proposto una legge di bilancio che, di fatto, non va incontro alle esigenze del Paese che, invece, avrebbe bisogno di interventi strutturali che stimolino la crescita, a fronte di fenomeni inflattivi che hanno eroso pesantemente il potere d'acquisto delle famiglie. Osserva che il sostanziale immobilismo del Governo ha prodotto un progressivo rallentamento degli investimenti e un drastico ridimensionamento dell'andamento della spesa delle famiglie.
  In questo contesto, considera l'approvazione della riforma del Patto di stabilità e il conseguente rifiuto del MES come un totale fallimento dell'Esecutivo, che condannerà l'Italia a tagli e austerità per gli anni a venire, osservando come la scelta di trattare congiuntamente i due dossier si sia rivelata fallimentare. Nel registrare un passo indietro del Governo anche con riguardo alla tassazione degli extraprofitti delle banche, rileva come, a fronte di dichiarazioni che continuano a richiamare l'esiguità delle risorse a disposizione, la legge di bilancio stanzi comunque circa 11 miliardi di euro per la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina, tra l'altro attingendo alla quota di risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione di competenza delle regioni Sicilia e Calabria, con ciò realizzando un vero e proprio scippo ai danni delle regioni meridionali. Evidenzia, quindi, che quando si tratta di trovare risorse da destinare ai cittadini la coperta della finanza pubblica è sempre corta, mentre quando si tratta di banche o di altri settori economici le risorse si rinvengono agevolmente.
  Stigmatizza, inoltre, il fatto che il Governo abbia basato l'intero impianto del disegno di legge di bilancio su una previsione di crescita per il 2024 pari all'1,2 per cento, mentre recentemente la Banca d'Italia abbia stimato per il medesimo anno una crescita del PIL pari ad appena lo 0,6 per cento, dimezzando di fatto la previsione dell'Esecutivo. Si chiede, quindi, se alla luce di tali previsioni aggiornate il Paese debba prepararsi ad una manovra correttiva in corso d'anno, anche considerando che la revisione al ribasso delle stime di crescita non consentirà di stabilizzare il livello del debito pubblico che è quindi destinato inesorabilmente a crescere.

  Benedetto DELLA VEDOVA (MISTO – +EUROPA), nel ricordare preliminarmente che il Ministro Giorgetti vanta la maggiore anzianità parlamentare rispetto a tutti i presenti all'odierna seduta della Commissione, ritiene che sia un fatto inedito la circostanza per cui la Camera dei deputati sia chiamata a pronunciarsi in seconda lettura sul disegno di legge di bilancio nel periodo compreso tra Natale e Capodanno. Segnala al riguardo che, nonostante la consistenza numerica della maggioranza, solo la disponibilità delle opposizioni consentirà al Governo Meloni di approvare la manovra entro la chiusura dell'esercizio finanziario, evitando al Paese la tragedia di ricorrere all'esercizio provvisorio. Da questo punto di vista, ritiene che l'iter di approvazione della legge di bilancio dimostri l'assoluta incapacità dell'attuale maggioranza e un atteggiamento di poco rispetto nei confronti del Parlamento.Pag. 68
  Venendo al merito, non rileva nella strategia dell'Esecutivo l'obiettivo di adottare riforme strutturali e solide misure per la crescita, segnalando che anche la legge sulla concorrenza recentemente approvata in via definitiva risulta assolutamente deludente, come rilevato anche dal Wall Street Journal. Osservando come la strategia economica dell'Esecutivo determinerà effetti disastrosi per il sistema economico, ritiene che anche la misura bandiera del Governo, ovvero il taglio del cuneo fiscale, prevedendo una soglia di reddito per la sua applicazione pari a 35.000 euro, non sarà comunque in grado di risolvere il problema fondamentale del mercato del lavoro, che è quello della produttività. Osserva, inoltre, che la misura determinerà sostanzialmente un distacco dal principio alla base del sistema previdenziale contributivo, giacché parte degli oneri dei futuri trattamenti previdenziali sono posti a carico della fiscalità generale.
  Rileva, inoltre, che tale misura, come molte altre promosse dall'Esecutivo, produrrà i suoi effetti limitatamente all'anno 2024, determinando conseguentemente il problema del reperimento delle necessarie risorse negli anni successivi, chiedendosi se in vista degli obiettivi per il 2025 si renderà necessaria una manovra correttiva.
  Circa il ruolo giocato dall'Italia nel negoziato europeo sulla riforma del Patto di stabilità e crescita, ritiene che la strategia del Governo sia stata fallimentare su tutti i fronti, giacché, da un lato, non è riuscita l'operazione di sostenere il candidato italiano alla presidenza della Banca europea degli investimenti e, dall'altro, la mancata ratifica del MES ha sicuramente indebolito la posizione negoziale dell'Italia rispetto alla riforma del Patto di stabilità.

  Maurizio LUPI (NM-MAIE), nel rilevare che in un'intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica anche l'ex Ministro Padoan ha espresso il proprio giudizio positivo nei confronti dell'esito del negoziato sulla riforma del Patto di stabilità e crescita, che è considerata migliorativa rispetto al testo vigente, osserva che gli accordi in sedi internazionali si fondano sul compromesso ed è fisiologico che, nell'ambito del negoziato, le proposte iniziali subiscano modifiche per tenere conto delle posizioni dei diversi Stati. Ad ogni modo, condivide il giudizio positivo circa l'accordo raggiunto, in quanto, a suo avviso, il nuovo Patto è orientato più alla crescita che all'austerità e permetterà un più realistico percorso di consolidamento della finanza pubblica. Nell'osservare come sia necessario evitare strumentalizzazioni su questo tema, reputa positive le scelte compiute dal Governo nell'ambito della manovra di bilancio, che hanno concentrato le risorse su elementi chiave per la crescita del Paese, come i salari dei lavoratori e la produttività delle imprese. Domanda, infine, al Ministro in quali modi e con quali strumenti la sfida della crescita potrà essere affrontata nei prossimi anni, seguendo una traiettoria virtuosa.

  Giulio Cesare SOTTANELLI (AZ-PER-RE) sottolinea preliminarmente come anche l'esame di questo disegno di legge di bilancio, unitamente alla compressione dell'esame parlamentare dei decreti-legge, con il costante ricorso alla questione di fiducia, mortifichi il Parlamento, e in particolare la Camera dei deputati, alla quale non è consentito apportare modifiche al testo trasmesso ed è precluso anche un esame in tempi congrui.
  Sul piano del merito, esprime una valutazione fortemente negativa rispetto alla manovra di bilancio, che giudica priva di interventi strutturali per la crescita e rivolta esclusivamente alle prossime scadenze elettorali, nonostante il grave problema rappresentato dalla costante crescita del debito pubblico e della conseguente spesa per interessi.
  Rivolgendosi al Ministro, in primo luogo chiede se, considerata l'insufficienza delle risorse per la sanità pubblica e il fatto che comunque si tratta di spese finanziate attraverso il ricorso al deficit, non sarebbe stato meglio accedere al cosiddetto MES sanitario, che avrebbe almeno garantito il pagamento di un tasso di interesse ben inferiore rispetto a quello ordinariamente pagato sui titoli di Stato. In ogni caso, ritiene che sarebbe stato opportuno concentrare le risorse sul settore sanitario, Pag. 69invece di disperderle in mille rivoli, a partire dal potenziamento degli uffici di diretta collaborazione del Ministro Lollobrigida.
  In secondo luogo, ricordando le affermazioni del Ministro, che si era espresso a favore della ratifica del MES, chiede per quale ragione si sia piegato a logiche propagandistiche che non fanno il bene dell'Italia. Infine, domanda se, l'assemblea dei partiti sovranisti europei, tenutasi a Firenze lo scorso 3 dicembre e organizzata dal leader della Lega Salvini, abbia indebolito la posizione negoziale dell'Italia in sede di trattativa per il nuovo Patto di stabilità.

  Roberto PELLA (FI-PPE), relatore, contesta le critiche che le opposizioni hanno mosso alla manovra di bilancio, evidenziando, al contrario, le valutazioni unanimemente positive che sono state espresse dalla Conferenza delle regioni, dall'ANCI e dal mondo delle imprese. Sottolinea, in particolare, come il disegno di legge di bilancio rechi misure di assoluto rilievo, come la conferma del taglio del cuneo fiscale, l'aumento della soglia di esenzione dei fringe benefit, evidenziando come ulteriori modifiche migliorative siano state apportate nel corso dell'esame in Senato, a partire dalle risorse stanziate per le forze dell'ordine e la sanità. Esprime dunque l'apprezzamento del gruppo di Forza Italia per l'operato del Ministro dell'economia e delle finanze, nonostante la particolare congiuntura economica caratterizzata da due guerre e da un elevato tasso d'inflazione, ricordando i dati positivi della borsa italiana, seconda nel 2023 solo a quella di Tokyo, lo spread in calo, i positivi dati sul collocamento dei titoli di Stato sui mercati anche dopo il voto del Parlamento sul MES. In conclusione, evidenzia la prospettiva di legislatura dell'azione del Governo e stigmatizza il comportamento strumentale delle opposizioni rispetto all'azione di un Esecutivo che si è trovato ad operare in un contesto economico e internazionale molto complesso.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) sottolinea come il disegno di legge di bilancio sia arrivato tardi alla Camera dei deputati a causa dall'incapacità della maggioranza, numericamente solida, di assicurare un corretto iter parlamentare del disegno di legge. Ricorda che il nuovo Patto di stabilità e crescita obbligherà a correzioni da 12 miliardi di euro l'anno e che nel 2025 sarà necessario reperire risorse per ulteriori 15 miliardi di euro solo per confermare il taglio del cuneo fiscale e la riduzione delle aliquote IRPEF, evidenziando, altresì, che le previsioni programmatiche della NADEF siano basate su un'ipotesi di dismissione di partecipazioni pubbliche per circa 20 miliardi di euro, rispetto alle quali ancora non sono individuati gli asset strategici del Paese da dismettere.
  A fronte di tale situazione, tuttavia, si riscontra, a suo avviso, un'autentica ipertrofia di dichiarazioni da parte di esponenti del Governo e della maggioranza, che tendono poi ad essere immediatamente smentite dai fatti.
  Evidenzia in proposito che, come appreso da mezzi stampa, il Consiglio dei ministri di domani dovrebbe adottare misure per garantire la continuità dell'impianto siderurgico ex ILVA e probabilmente dovrà anche intervenire sui bonus edilizi, nonostante quanto dichiarato finora dal Ministro Giorgetti.
  Considerato che a fronte di una stima di crescita per l'anno 2024 che il Governo individua nell'1,2 per cento del prodotto interno lordo, tutti gli analisti più accreditati stimano la crescita effettiva tra lo 0,6 e lo 0,8 per cento, esprime la propria preoccupazione per la tenuta dei conti pubblici e chiede, quindi, se non sarebbe stato più opportuno concentrare tutte le risorse che il Governo ha lasciato a disposizione dei parlamentari sulle misure volte al contrasto alla violenza di genere, come hanno fatto le forze di opposizione, invece che promuovere interventi localistici, che ricordano la tristemente nota «legge mancia».

  Ylenja LUCASELLI (FDI) ringraziando il Ministro Giorgetti per la sua presenza in Commissione, a suo avviso non scontata, stigmatizza alcune affermazioni delle opposizioni, secondo le quali con il voto sull'AccordoPag. 70 di modifica del MES il Parlamento avrebbe sconfessato il Ministro.
  Ribadisce al riguardo la piena fiducia dei parlamentari di maggioranza nei confronti del Ministro e ricorda alle opposizioni, che sovente sottolineano la necessità di valorizzare la sovranità del Parlamento, che la decisione di respingere la ratifica dell'Accordo di modifica del MES è frutto di una dinamica esclusivamente parlamentare. Per quanto riguarda il nuovo Patto di stabilità e crescita, ricorda che uno dei principali elementi che la Commissione aveva richiamato nei propri documenti riferiti alle proposte di modifica riguardava la necessità di porre attenzione al finanziamento degli investimenti strategici, chiedendo quindi al Ministro come si possa porre nuovamente nel negoziato europeo il tema della promozione delle spese per tali investimenti.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA) preliminarmente sottolinea come, nella sua lunga esperienza di parlamentare, sia la prima volta che il Ministro dell'economia e delle finanze interviene spontaneamente in Commissione per rispondere alle domande dei parlamentari, ricordando infatti che l'intervento svolto nel 2018 dal Ministro Tria non fosse paragonabile all'odierna iniziativa dal Ministro Giorgetti, perché allora la presenza del Ministro si era resa necessaria in quanto erano cambiati i saldi del disegno di legge di bilancio.
  Esprime, quindi, la propria soddisfazione per l'operato del Ministro, evidenziando alcuni risultati positivi dell'economia italiana, dall'andamento delle aste di titoli di Stato, allo spread, ai dati del PIL. Sottolinea, inoltre, la necessità di concentrarsi sul tema della crescita degli indici di natalità, apprezzando in particolare le misure previste dal Governo su questo tema.
  Chiede, infine, al Ministro se sia in possesso di dati aggiornati sull'incidenza del superbonus sui conti pubblici.

  Mauro D'ATTIS (FI-PPE), nell'esprimere soddisfazione per il finanziamento nel disegno di legge di bilancio della ZES unica, auspica che si tratti di risorse destinate ad aumentare nel futuro, in ragione dell'attrattività della nuova zona economica speciale.
  Chiede, quindi, al Ministro di considerare i positivi risultati della misura «Resto al Sud», valutando l'opportunità di estenderne l'applicazione.

  Il Ministro Giancarlo GIORGETTI, rispondendo ai quesiti e alle osservazioni dei deputati, per quanto riguarda la manovra di bilancio, ribadisce che il disegno di legge all'esame della Camera ha sostanzialmente mantenuto il proprio impianto originario e che nel proprio intervento introduttivo si è soffermato esclusivamente sulle modifiche più rilevanti. A tale riguardo, sottolinea in primo luogo che il finanziamento del Ponte sullo Stretto era già previsto dal testo originario e che l'unica modifica intervenuta riguarda il meccanismo di copertura finanziaria, reputando anzi opportuno che le regioni che maggiormente beneficeranno dell'infrastruttura siano chiamate a sostenere parte dei relativi oneri. Rivendica lo sforzo del Governo per aumentare il reddito disponibile delle famiglie e dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi, attraverso il taglio del cuneo fiscale, non concentrando le risorse, come avvenuto in passato, sull'erogazione di bonus indifferenziati.
  Sottolinea come la crescita del Paese dipenda anche dalla capacità di spendere le risorse che del PNRR, e in particolare quelle del capitolo RepowerEU, evidenziando come tali risorse rientrino a pieno titolo nella cornice programmatoria della legge di bilancio. Quanto alla possibilità che gli sforzi del Governo e dell'Europa producano una crescita del PIL pari alle aspettative, prende atto che tutte le stime di crescita del PIL a livello europeo per il prossimo anno dovranno essere riviste alla luce del mutato scenario internazionale caratterizzato dal conflitto in Medio Oriente, ribadendo come sia ancora persistente l'impatto degli alti tassi di inflazione e della recessione della Germania.
  Per quanto riguarda il nuovo Patto di stabilità e crescita, ritiene che, per poter esprimere una valutazione, sia necessario anzitutto valutare quali conseguenze sarebberoPag. 71 derivate dalla sua mancata sottoscrizione. In merito sottolinea che, se non fosse stato siglato il nuovo Patto, si sarebbero continuate ad applicare le regole vigenti, attualmente sospese, con conseguenze assolutamente disastrose per l'economia italiana. Reputa, pertanto, fisiologico che nel percorso di raggiungimento di un compromesso siano state fatte numerose modifiche e integrazioni, che purtroppo hanno contribuito a rendere più complesso il sistema di governance economica rispetto alla proposta iniziale. Nonostante tale esito, ritiene comunque che il nuovo Patto costituisca un deciso passo avanti rispetto alla disciplina precedente. Dichiara infatti di convenire con l'onorevole Guerra, che giudica il nuovo Patto peggiore rispetto alla proposta iniziale della Commissione, ma spiega questo esito con la necessità di raggiungere un consenso intorno alle nuove regole, considerando che nell'ambito della trattativa ogni Paese membro aveva la possibilità di porre il proprio veto. Ritiene, dunque, che il nuovo Patto di stabilità rappresenti un compromesso, che potrà essere valutato appieno solo tra qualche anno, quando si potrà dire se si è trattato di un compromesso al rialzo o al ribasso. In ogni caso, giudica positivamente il fatto che la Commissione possa individuare traiettorie personalizzate per il percorso di rientro dal debito di ciascuno Stato. Allo stesso tempo, fa presente che il sistema di regole introdotto è basato sulla debt sustainability analysis, le cui variabili sottostanti sono in continua evoluzione, e potrebbero, pertanto, paradossalmente produrre effetti prociclici. Sottolinea di aver posto la questione al tavolo delle trattative, chiedendo che almeno venissero considerate adeguatamente le spese di investimento considerate strategiche per l'Europa, ritenendo che le regole fiscali e di bilancio costituiscano un mezzo per realizzare obiettivi politici di maggiore respiro, quali la transizione energetica, la transizione digitale e le politiche di sicurezza e difesa.
  Nel rimarcare quindi come la maggior parte degli Stati membri dell'Unione europea abbia manifestato una posizione contraria all'introduzione nel nuovo Patto di stabilità e crescita della cosiddetta golden rule per le spese relative a talune determinate tipologie di investimento, rivendica il grande successo negoziale dell'Italia, che ha ottenuto lo scorporo delle spese per il PNRR.

  Luigi MARATTIN (IV-C-RE) contesta il fatto che con l'accordo concluso sulle nuove regole della governance economica europea le spese sostenute nell'ambito del PNRR siano effettivamente scorporate, come ora dichiarato dal Ministro Giorgetti.

  Giancarlo GIORGETTI, replicando alle perplessità espresse dall'onorevole Marattin, precisa che lo scorporo delle predette spese di investimento legate al PNRR avviene in sostanza sulla base della specifica previsione della possibilità di estendere da quattro a sette anni l'arco temporale entro il quale deve essere attuato il piano strutturale nazionale di bilancio di medio periodo richiesto a ciascuno Stato membro, fermo restando che tale possibilità potrà essere riconosciuta esclusivamente in favore di quei Paesi che rispettino integralmente le scadenze stabilite per la realizzazione delle riforme e degli investimenti dal PNRR stesso. Tiene a sottolineare la veridicità di tale puntualizzazione proprio nel nome di quello spirito di obiettività che ritiene abbia sempre animato le posizioni da lui personalmente espresse non solo nelle diverse sedi europee o in occasione di comunicazioni alla stampa, ma soprattutto di fronte al Parlamento italiano, verso il quale nutre il massimo rispetto.
  Fa inoltre presente che, sebbene il cosiddetto braccio correttivo del Patto di stabilità e crescita non abbia subito sostanziali modifiche, soprattutto a causa del veto opposto dalla Germania, la previsione di una sorta di swap rispetto all'andamento dei tassi di interesse rappresenti un ulteriore elemento di successo della trattativa. Osserva, infatti, che, sebbene i tassi di interesse il prossimo saranno auspicabilmente più bassi, i maggiori tassi applicati alle emissioni di titoli del debito pubblico emessi nel corso di quest'anno e, forse, nei primi mesi del prossimo continueranno a Pag. 72gravare sul bilancio dello Stato, per effetto di una specie di onda lunga, anche nei successivi quattro o cinque anni.
  Chiarisce, altresì, che le regole della nuova governance economica europea troveranno attuazione solo a partire dall'anno 2025, mentre per l'anno 2024 si applicherà una sorta di sistema misto, fondato sulle precedenti regole del Patto di stabilità e crescita, come interpretate alla luce di apposite linee guida adottate dalla Commissione europea, fermo restando che la disciplina dei futuri piani strutturali nazionali di medio periodo dovrà comunque attendere la conclusione del trilogo tra le diverse Istituzioni europee. Osserva, infatti, che il Parlamento europeo potrebbe anche non accogliere la proposta avanzata dal Consiglio.
  In tale quadro, rileva comunque che le previsioni di finanza pubblica contenute nell'ultima Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2023 risultano coerenti rispetto allo scenario prefigurato dalle modifiche apportate al Patto di stabilità e crescita, motivo per cui conferma che per il nostro Paese non vi sarà alcun bisogno di manovre aggiuntive.
  Evidenzia, inoltre, che la disciplina relativa alla nuova governance economica europea presenta significativi elementi di flessibilità in caso di eccezionali situazioni di crisi economica, sotto la forma tanto di una clausola di salvaguardia di carattere generale, quanto di specifiche clausole di salvaguardia nazionali.
  Per quanto concerne, dunque, le modifiche nel complesso proposte al Patto di stabilità e crescita, ritiene di aver fornito una ricostruzione aderente al vero, rivendicando la scelta di aver voluto rendere tali informazioni direttamente al Parlamento italiano e non, nell'immediatezza delle decisioni assunte in sede europea, alla stampa o ai giornali, a differenza di quanto fatto da altri esponenti di importanti Stati membri.
  Ritiene di aver agito con pieno senso di responsabilità, assumendosi personalmente l'onere delle scelte portate avanti assieme al Presidente del Consiglio dei ministri, avendo considerato preferibile accettare comunque l'accordo proposto in sede europea piuttosto che porre un veto, che sarebbe equivalso a un ritorno alle vecchie regole del Patto di stabilità e crescita, certamente peggiori rispetto a quelle di cui ora si discute.
  Aggiunge che la discussione ora in atto appare tuttavia viziata, a suo giudizio, da una sorta di allucinazione psichedelica che ha caratterizzato gli ultimi quattro anni, nel corso dei quali si è assistito ad un sistematico ricorso agli scostamenti di bilancio e a un costante aumento del debito pubblico. In tale contesto, reputa necessario non tanto un ritorno a politiche di austerità, quanto un atteggiamento improntato, come prima detto, a disciplina e responsabilità, anche difendendo scelte che possono apparire impopolari.
  Nonostante in base alle nuove regole l'obiettivo di indebitamento richiesto al nostro Paese sia sensibilmente migliorato, rileva tuttavia che l'elevato livello del debito pubblico italiano, che si colloca attorno al 145 per cento del PIL, ha condannato l'Italia a partire da posizioni negoziali indubbiamente svantaggiose, motivo per cui ancor più si richiede a chi ora ha responsabilità di governo un atteggiamento al contempo prudente e coraggioso.
  A suo avviso occorre uscire dall'assuefazione al debito e all'indebitamento, riconsiderando misure non più sostenibili per la finanza pubblica.
  A tale riguardo, osserva che il cosiddetto superbonus, ha previsto un incentivo fiscale del 110 per cento in favore indiscriminatamente di tutti i contribuenti italiani, a prescindere dalla loro effettiva condizione economica. In proposito, evidenzia che i dati degli ultimi mesi relativi al fabbisogno di spesa associato a tale misura risultano anche peggiori di quelli registrati nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2023, evidenziando come la citata norma abbia prodotto una sorta di effetto radioattivo, non più gestibile. In questo senso, le proposte che formulerà nell'ambito della prossima riunione del Consiglio dei ministri in materia di superbonus si muoveranno nell'ambito dei limiti consentiti dall'attuale situazione. Ritiene peraltro che il passaggio a una agevolazione Pag. 73che prevede una soglia di recupero delle spese sostenute al 70 per cento, si collocherebbe comunque ad un livello ben superiore rispetto a quello presente negli altri Stati membri dell'Unione europea.
  Ribadisce quindi la necessità di fuoriuscire da quella sorta di allucinazione psichedelica, cui ha fatto prima riferimento, secondo cui tutto sarebbe possibile, a prescindere dai riflessi finanziari che ne derivano, tanto più considerato che, mentre nel recente passato si poteva anche fare ricorso ad un maggiore indebitamento, poiché i tassi di interesse erano prossimi allo zero, adesso, in presenza di tassi di interesse ben più elevati, il costo del maggiore indebitamento che i nostri concittadini sarebbero chiamati in futuro a ripagare sarebbe assai pesante, in termini sia di reddito disponibile sia di risorse pubbliche da destinare alla spesa sanitaria o pensionistica. In linea con tali considerazioni, osserva, pertanto, che il nuovo Patto di stabilità e crescita imporrà certamente maggiore disciplina e l'assunzione di scelte responsabili verso le future generazioni di un Paese, come l'Italia, peraltro sempre più caratterizzato da allarmanti indici di denatalità.
  Per quanto attiene, invece, alla questione della mancata ratifica da parte del Parlamento italiano dell'Accordo recante alcune modifiche al Meccanismo europeo di stabilità, ritiene che occorra chiarire alcuni aspetti fondamentali.
  In primo luogo, precisa di non aver mai personalmente dichiarato né in Parlamento né in alcuna altra sede, anche europea, che l'Italia avrebbe ratificato il predetto Accordo internazionale, essendosi viceversa limitato a ricordare in sede europea, a tal fine richiesto, che le Camere italiane avevano di volta in volta rinviato la discussione della proposta di legge di ratifica presentata dalle opposizioni.
  A fronte di tali ripetuti rinvii, rammenta quindi di aver segnalato l'opportunità che entro il 31 dicembre 2023, data di cessazione dei backstop bilaterali, il Parlamento italiano si esprimesse sulla citata proposta di legge, più volte sollecitata dall'opposizione, e che lo stesso Parlamento, in totale sovranità, ha quindi deliberato nel senso della mancata ratifica dell'Accordo medesimo, secondo un esito peraltro da lui preannunziato nelle stesse sedi europee.
  Osserva dunque come l'esito del voto parlamentare di reiezione fosse a suo giudizio del tutto preventivabile, tenuto conto delle posizioni di contrarietà al riguardo costantemente professate da buona parte delle forze politiche che compongono l'attuale maggioranza nonché da una parte dello schieramento di opposizione, tra cui il MoVimento 5 Stelle.
  Dubita, viceversa, che il voto contrario del Parlamento italiano possa essere dipeso da una presunta telefonata intercorsa tra il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, e il senatore Claudio Borghi.
  Nel negare la veridicità della narrazione da alcune parti evocata della mancata ratifica dell'accordo di modifica del MES quale atto di ritorsione rispetto all'accordo intervenuto sul nuovo Patto di stabilità e crescita, ricorda come invece l'Italia abbia sempre sostenuto un percorso di modifica dei Trattati europei che fosse ispirato a una logica d'insieme, per così dire «a pacchetto», che tenesse conto anche della necessità di compiere progressi significativi sul fronte dell'unione bancaria, di un'efficace assicurazione sui depositi e del libero mercato dei capitali, che tuttavia non si sono mai sin qui registrati. Nel rilevare che il MES è sorto originariamente in un contesto di grave emergenza economico-finanziaria, rileva tuttavia che tale strumento a carattere internazionale non è la causa né tantomeno può essere la soluzione dell'elevato debito pubblico italiano, che, a suo avviso, rappresenta ancora il problema centrale per il nostro Paese, fermo restando che sarebbe stato forse anche comodo, per chi come lui riveste le funzioni di Ministro dell'economia e delle finanze di un importante Stato membro, disporre anche di tale strumento.
  Nel ribadire la necessità di tenere sotto controllo il nostro debito pubblico, al fine di assicurare la stessa sopravvivenza finanziaria del Paese, ritiene che l'obiettivo primario dovrebbe essere quello di ridurre le Pag. 74rendite di posizione e promuovere la produttività del lavoro e delle imprese.
  Sottolinea in ogni caso la solidità del sistema bancario italiano, grazie ai ripetuti interventi di ricapitalizzazione e all'indice di patrimonializzazione degli istituti che ne fanno parte, non ravvisando pertanto conseguenze negative sul medesimo sistema derivanti dalla mancata ratifica delle modifiche al MES, il cui esito – lo rileva nuovamente – è del tutto conseguente alle posizioni precedentemente manifestate sull'argomento da una parte prevalente dei partiti politici.
  Avviandosi alla conclusione, rivendica lo spirito di responsabilità con il quale ha cercato di fornire a questa Commissione una ricostruzione delle vicende relative, da un lato, alla riforma del Patto di stabilità e crescita, dall'altro, alla mancata ratifica delle modifiche al MES, confermando altresì l'intenzione del Governo, peraltro costantemente espressa anche nelle competenti sedi europee, di proseguire lungo un percorso di prudenza e di sostenibilità delle finanze pubbliche, forte del sostegno di una maggioranza parlamentare che non è sinora mai venuto meno. Ringrazia quindi tutti i presenti per l'attenzione rivolta.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, nel ringraziare il Ministro Giorgetti per il contributo fornito alla discussione odierna, dispone la disattivazione della trasmissione dei lavori sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Sospende brevemente la seduta prima di passare all'esame delle proposte emendative ammissibili riferite al disegno di legge di bilancio.

  La seduta, sospesa alle 15.50, riprende alle 15.55.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, nel ribadire che, come concordato nella riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, dello scorso 21 dicembre, alle ore 19 verrà comunque posto in votazione il conferimento del mandato ai relatori, invita questi ultimi ad esprimere il parere sulle proposte emendative ammissibili riferite al provvedimento in esame.

  Carmen Letizia GIORGIANNI (FDI), relatrice, anche a nome dei relatori Ottaviani e Pella, esprime parere contrario su tutte le proposte emendative.

  Il sottosegretario Federico FRENI concorda con la proposta di parere dei relatori.

  Marco GRIMALDI (AVS), nel dichiarare di sottoscrivere l'emendamento Barzotti 1.2, interviene sostenendo che è necessario ripristinare il reddito di cittadinanza come forma di sostegno economico nei confronti dei soggetti più deboli, che sono stati privati dal Governo di un importante strumento di sostentamento, a suo avviso, soltanto allo scopo di fare cassa. Giudica una scelta cinica aver soppresso la misura senza prevedere uno strumento alternativo e critica aspramente il fatto di aver isolato gli occupabili come categoria a sé, distinta dalle altre. Aggiunge che il reddito di cittadinanza, insieme al salario minimo legale, rappresentano un tentativo di introdurre misure con finalità di redistribuzione dei redditi. Sottolinea che la proposta emendativa in esame tende a rimediare alla ricattabilità del lavoro povero e alla erogazione non omogenea degli ammortizzatori sociali.

  Ida CARMINA (M5S), nel ricordare che il reddito di cittadinanza è una misura di attuazione del principio di uguaglianza sostanziale sancito dall'articolo 3 della Costituzione, rileva come, al contrario, il nuovo assegno di inclusione costituisca una forma di beneficenza che non risulta adeguata ad aiutare coloro che sono in difficoltà a causa dell'incremento del costo della vita e dei tassi di interesse.
  Ritiene che coloro che hanno criticato il reddito di cittadinanza adducendo il fatto che tale misura avrebbe consentito la realizzazione di numerose truffe evidentemente non conoscono le aree periferiche del Paese nelle quali la disoccupazione è un male ampiamente diffuso e dove il reddito Pag. 75di cittadinanza ha finora rappresentato l'unica forma di sostentamento economico per molte famiglie.
  Sostiene che l'Italia, che è uno dei Paesi più ricchi in Europa, ha l'obbligo di garantire il sostegno a coloro che sono in difficoltà e sono ormai costretti a rinunciare alle cure sanitarie e ai medicinali. Nell'affermare che, a suo avviso, non solo la misura non doveva essere soppressa dal Governo ma semmai resa strutturale, evidenzia che le risorse cui il Governo ha rinunciato sospendendo l'ultima rata di contributo sugli extraprofitti per le imprese produttrici di energia, ben avrebbero potuto essere utilizzate per finanziare il reddito di cittadinanza, evitando di incorrere in una grave emergenza sociale.

  Claudio MANCINI (PD-IDP), nel preannunziare il voto favorevole del Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista sull'emendamento Barzotti 1.2, sottolinea che l'esame in seconda lettura del disegno di legge di bilancio da parte della Camera, assume un valore politico del tutto peculiare. Sottolinea, infatti, che con la sua presenza il Ministro Giorgetti ha inaugurato il dibattito sulle conseguenze delle modifiche al Patto di stabilità e crescita approvate dal Consiglio europeo e sulle scelte politiche che dovranno essere operate per ridurre il debito secondo le nuove regole. In proposito, osserva che il reddito di cittadinanza non rappresenta una rendita parassitaria da tagliare con l'obiettivo di reperire risorse, ma l'attuazione di una politica di cittadinanza sociale ed economica che mira a creare nuove opportunità di lavoro.
  Riguardo all'andamento del rapporto tra debito e PIL negli ultimi anni, critica la metafora usata dal Ministro Giorgetti di un'allucinazione collettiva e rammenta che la grave crisi connessa all'epidemia da COVID-19 ha reso necessaria l'adozione di fondamentali misure di politica economica senza le quali numerose famiglie si sarebbero trovate prive dei più elementari mezzi di sostentamento. Aggiunge che, in quella situazione, fu proprio l'onorevole Garavaglia a chiedere uno scostamento dagli obiettivi programmatici di bilancio di 100 miliardi, a fronte della cifra ben più modesta inizialmente indicata dal Governo. Osserva, peraltro, che con le risorse derivanti dal maggiore indebitamento furono finanziati i ristori alle aziende che erano rimaste chiuse e la cassa integrazione guadagni per i lavoratori, anche in settori in cui ordinariamente non è prevista, come il turismo. Evidenzia che, in quello stesso periodo, altri Paesi si orientarono verso scelte politiche differenti, lasciando che le conseguenze socio-economiche della pandemia fossero regolate applicando la legge del più forte.
  In conclusione, giudica un grave errore la ricostruzione fatta dal Ministro Giorgetti dei provvedimenti adottati nel periodo dell'emergenza pandemica, poiché tale analisi non considera le gravissime conseguenze socioeconomiche che si sarebbero potute verificare in assenza di tali misure.

  Chiara APPENDINO (M5S), nell'evidenziare il cambiamento di posizione del Ministro Giorgetti sul reddito di cittadinanza, ritiene che non debba esserci timore nell'adottare misure assistenziali nei periodi di crisi economica. Fa presente che la scelta di sopprimere il reddito di cittadinanza e di sostituirlo con l'assegno di inclusione e il supporto alla formazione esclude di fatto circa 400.000 nuclei familiari dalla percezione del reddito, lasciando una famiglia su tre senza protezione sociale.
  Nel far notare che il Governo con questa scelta ha scaricato l'impegno di far fronte al disagio sociale sui sindaci e sulle amministrazioni comunali, fa presente che tutte le associazioni impegnate nell'assistenza avvertono che il prossimo anno si registrerà un aumento di circa un milione delle persone in stato di povertà, determinando dunque costi aggiuntivi per lo Stato.
  Rigettando l'idea che la misura del reddito di cittadinanza dia luogo al compimento di truffe che, invece, sono state riscontrate in misura molto esigua, sostiene che tale narrazione offende coloro che si trovano incolpevolmente in situazione di bisogno.
  Critica, inoltre, l'accanimento contro la categoria dei cosiddetti occupabili, ai quali il reddito è stato concesso per soli sette Pag. 76mesi, e precisa che non si è registrata alcuna correlazione tra il ricorso al lavoro stagionale e la fruizione del reddito di cittadinanza.
  Ricordando ancora una volta che la misura del reddito di cittadinanza è stata introdotta anche grazie all'appoggio della Lega, che al tempo dell'adozione della misura era al Governo insieme al MoVimento 5 Stelle, invita l'attuale Esecutivo a non cancellare questo istituto, eventualmente individuando una nuova denominazione e conformazione della misura, paventando il rischio che molti cittadini siano privati di una fonte insostituibile di sostentamento.

  Toni RICCIARDI (PD-IDP), nel dichiarare di sottoscrivere l'emendamento Barzotti 1.2, evidenzia in primo luogo che, anche in questo caso, come in molte altre circostanze precedenti, la Commissione non ha alcuna possibilità di incidere sul testo del provvedimento, che dovrà essere approvato necessariamente nel testo trasmesso dal Senato.
  Nell'affermare di essere un convinto sostenitore del reddito di cittadinanza, che, al momento della sua introduzione, ha sostituito il reddito di inclusione, confessa che, un anno fa, nel corso dell'esame della legge di bilancio per il 2023, quando il reddito è stato soppresso con l'introduzione dell'assegno di inclusione, si sarebbe aspettato una battaglia più forte da parte del MoVimento 5 Stelle in difesa della misura.
  Ritenendo che il reddito di cittadinanza sia una misura degna di un Paese civile, ricorda che nel Sud del Paese per alcune persone tale sostegno economico ha rappresentato l'unico strumento di sopravvivenza.
  Critica, pertanto, la descrizione fatta dal Ministro Giorgetti del periodo pandemico come tempo di offuscamento, ricordando che le decisioni prese erano assolutamente motivate dalla necessità di agire a sostegno delle famiglie in stato di bisogno. Conclude chiedendo un ripensamento al Governo sulla soppressione del reddito di cittadinanza.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), riguardo al reddito di cittadinanza, osserva che tale misura è stata abolita esclusivamente con l'intento di fare cassa e di reperire risorse in tempi brevi.
  In proposito evidenzia che la spesa di circa un miliardo di euro necessaria per estendere l'applicazione della flat tax ai redditi da 65.000 a 80.000 euro ha favorito una platea di 14.000 persone, mentre le persone a cui viene negato il reddito di cittadinanza sono circa 900.000. Sottolinea pertanto la precisa scelta politica fatta dal Governo di impiegare in modo diverso le risorse, sopprimendo un istituto presente in molti altri Paesi, allo scopo di adottare un beneficio economico soltanto a vantaggio di alcuni, penalizzando quindi le fasce più deboli.
  Nonostante ritenga che la misura del reddito di cittadinanza non soddisfi appieno gli obiettivi del sostegno all'inclusione attiva e delle politiche attive del lavoro, invita comunque la maggioranza e il Governo a prendere in seria considerazione il destino di quei soggetti che dal prossimo 1° gennaio saranno costretti a rivolgersi ai servizi sociali delle amministrazioni comunali perché privati dello strumento che assicurava loro una situazione dignitosa.
  Richiama, infine, ad un utilizzo etico delle risorse finanziarie, evitando una redistribuzione della ricchezza dalle fasce più bisognose a quelle più abbienti, che reputa immorale e irrazionale.

  Leonardo DONNO (M5S), intervenendo sull'emendamento 1.2, si dichiara indignato dalle affermazioni del Ministro Giorgetti in merito alla ricostruzione per cui gli anni della pandemia siano stati una sorta di allucinazione collettiva. Evidenzia criticamente come tale paragone ricalchi quello formulato dal Presidente del Consiglio Meloni, che definì il reddito di cittadinanza come metadone di Stato. Ritiene che tali parole siano evidente indice dell'atteggiamento del Governo nei confronti delle persone in difficoltà.
  Evidenzia, inoltre, che il Governo, cancellando il reddito di cittadinanza, ha tagliato 1,7 miliardi di euro destinati alla fascia di popolazione più disagiata, in ragione di una percentuale irrisoria di truffe, Pag. 77che caratterizza qualsiasi provvedimento normativo. Rammentando l'enorme numero di percettori di reddito di cittadinanza che sono stati privati di tale forma di sostentamento, evidenzia come, al contrario, il Governo abbia adottato provvedimenti per tutelare il sistema bancario. A tal proposito, ricorda come, nonostante il Presidente Meloni ed esponenti di Fratelli d'Italia abbiano presentato con grande orgoglio la norma relativa alla tassazione degli extraprofitti sulle banche, il Governo abbia deciso di modificarla con una disciplina più favorevole, lasciando allo stesso tempo migliaia di famiglie nell'impossibilità di pagare i mutui a tasso variabile a seguito dell'innalzamento dei tassi.
  Evidenzia come tali politiche governative abbiano l'effetto di aggravare i compiti degli amministratori locali, che si trovano ora costretti a far fronte ai problemi dei cittadini in difficoltà che sono stati privati di una fondamentale forma di sostentamento. Ritiene, infine, che sul reddito di cittadinanza si sia scatenata la furia ideologica delle forze politiche di destra, le quali, così facendo, hanno perso il contatto con la società, tradendo i propri valori fondanti.

  Riccardo RICCIARDI (M5S), riprendendo le opinioni espresse dal Ministro Giorgetti circa le politiche governative degli ultimi quattro anni, evidenzia come il Ministro ne condivida almeno in parte le responsabilità, avendo a lungo fatto parte del Governo proprio in quel periodo. Con riferimento al reddito di cittadinanza, in primo luogo evidenzia come non si possa giustificare la cancellazione della misura con l'esigenza di apportarvi alcune correzioni, rilevando che tutti i provvedimenti, una volta attuati, necessitano fisiologicamente di alcune correzioni. In secondo luogo, rispondendo ad alcune delle più aspre critiche nei confronti di tale misura, ovvero quelle relative all'elevato numero di truffe, sottolinea come vi siano molti più truffatori che percepiscano illegittimamente le pensioni di invalidità.
  Ritiene che con l'abolizione del reddito di cittadinanza la maggioranza abbia svelato la natura classista e razzista della propria strategia politica, ritenendo, da un lato, che chi percepisce il reddito non abbia voglia di lavorare e, dall'altro, che il reddito sia stato maggiormente percepito nelle regioni del Sud in quanto i meridionali sarebbero fannulloni. Ritiene che contro il reddito di cittadinanza sia stata condotta un'operazione culturale che ha coinvolto non solo giornalisti, ma anche comici, i quali invece di fare satira nei confronti dei potenti se la sono presa con gli ultimi. Osserva, peraltro, che il reddito di cittadinanza è diventato anche un elemento richiamato nei cori negli stadi ai danni dei tifosi del Sud. Ritiene che il lasso di tempo di applicazione di tale strumento, anche in ragione del periodo di emergenza pandemica ed economica, non sia stato sufficiente a poterne valutare compiutamente gli effetti per quanto riguarda il mercato del lavoro, osservando che ci vorrà molto tempo per riconnettere il tessuto sociale lacerato dalla campagna denigratoria condotta contro tale misura.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Barzotti 1.2 e Riccardo Ricciardi 1.3.

  Marco GRIMALDI (AVS), illustrando l'emendamento Zanella 1.4, di cui è firmatario, ritiene che, poiché le famiglie dovranno ancora affrontare un periodo caratterizzato dall'emergenza energetica che non riguarda più solo i redditi molto bassi ma in parte anche quelli considerati medi, è necessario ampliare la platea dei soggetti destinatari delle misure per gli acquisti di beni di prima necessità, innalzando il requisito ISEE per poterne beneficiarie.
  Invita, pertanto, all'approvazione della proposta emendativa di cui è firmatario.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Zanella 1.4, Carotenuto 1.5 e 1.6, nonché gli emendamenti Riccardo Ricciardi 1.8, Ubaldo Pagano 1.11, Gadda 1.12, Cherchi 1.13, Cappelletti 1.14 e Ghirra 1.15.

  Silvia ROGGIANI (PD-IDP), illustrando il contenuto dell'emendamento Ghio 1.16, Pag. 78di cui è firmataria, evidenzia che la proposta interviene sulla disciplina del bonus trasporti ed abbia la finalità, da un lato, di sostenere le necessità delle famiglie, che ad esempio devono portare i propri figli a scuola, e dall'altro di incentivare la transizione ecologica e la mobilità sostenibile.

  La Commissione respinge l'emendamento Ghio 1.16.

  Marco GRIMALDI (AVS), illustrando l'emendamento a sua prima firma 1.17, evidenzia che la proposta emendativa intende ripristinare il reddito di cittadinanza, reperendo le necessarie risorse mediante una tassa sui grandi patrimoni, che riguarderebbe solo lo 0,1 per cento della popolazione.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Grimaldi 1.17, Caramiello 1.18, Baldino 1.19, Ubaldo Pagano 1.20 e Raffa 1.21.

  Silvio LAI (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Ubaldo Pagano 1.22, di cui è firmatario, sottolinea che esso, attraverso l'istituzione di un apposito fondo, è finalizzato a contrastare gli effetti dell'aumento degli interessi dei mutui ipotecari. Ritiene a tal riguardo necessario porre all'attenzione della Commissione tale emendamento sia perché i mutui sono una delle spese che maggiormente incidono sul reddito delle famiglie, sia perché è rimasto colpito dal fatto che il Ministro Giorgetti abbia di fatto giustificato il voto contrario alla revisione del MES richiamando la solidità del sistema bancario italiano, che sarebbe in grado di sopportare eventuali tempeste finanziarie.
  Al contrario, ritiene che la ripatrimonializzazione di alcuni istituti di credito avvenuta negli ultimi anni non sia avvenuta in ragione di un efficientamento del sistema bancario ma, al contrario, per la necessità di fornire sostegni economici proprio a seguito dall'aumento dei tassi di interesse, che incidono tanto sulle imprese quanto sulle famiglie. Evidenzia come la finalità dell'emendamento in esame sia quella di riequilibrare la diseguaglianza tra quello che stanno pagando le famiglie e le imprese e quello che stanno guadagnando le banche.

  Claudio MANCINI (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Ubaldo Pagano 1.22, ricorda che nella precedente legislatura il Parlamento si espresse in modo unanime in favore dell'approvazione di alcuni interventi volti a salvare diversi istituti di credito dalla bancarotta, richiamando in particolare il salvataggio di CARIGE. Rammenta che con tali interventi vi fu un grande investimento di risorse pubbliche per evitare che le crisi finanziare del sistema bancario colpissero anche il sistema produttivo, salvaguardando la capacità delle banche di erogare credito alle famiglie e alle imprese. Proprio in ragione di tali interventi, ritiene che sia opportuno nella situazione attuale mettere in carico alle banche una piccola parte di quelle risorse che furono loro erogate quando erano in difficoltà. Invita, quindi, il rappresentante del Governo a esplicitare le ragioni della propria contrarietà su tale emendamento.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) esprime stupore per l'atteggiamento di contrarietà mostrato dal Governo sull'emendamento a sua prima firma 1.22, le cui finalità convergono con alcuni temi, tra i quali, in particolare, la tutela del potere di acquisto delle famiglie e della casa di abitazione principale, al centro della politica economica e fiscale della maggioranza. Precisa quindi il perimetro di applicazione delle misure previste dall'emendamento in esame, sottolineandone la contiguità rispetto alle misure contenute nei provvedimenti già adottati in occasione della pandemia.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Ubaldo Pagano 1.22, Quartini 1.23, Ubaldo Pagano 1.24, Lovecchio 1.311, Ubaldo Pagano 1.25, Santillo 1.26 e Sergio Costa 1.29.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), illustrando i contenuti e le finalità dell'emendamento Braga 1.28, di cui è firmataria, Pag. 79ritiene che sia particolarmente grave il mancato rifinanziamento del Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione e del Fondo inquilini morosi incolpevoli. Sottolinea come l'assenza di un intervento nel settore, aggiungendosi all'abolizione del reddito di cittadinanza, comporti l'estromissione da ogni tipo di sostegno sociale per numerose famiglie. Rileva quindi come tale risultato contrasti con gli intendimenti annunciati dal Governo e sottolinea la maggiore pressione che il complesso di tali misure comporterà per le amministrazioni comunali, anche in riferimento alle prestazioni di carattere sociale da esse erogate. Auspica, pertanto, che si possa porre rimedio a tale mancato intervento già in questa sede con l'approvazione della proposta emendativa in esame.

  Silvia ROGGIANI (PD-IDP) si associa alle considerazioni svolte dalla collega Guerra, sottolineando come le amministrazioni comunali abbiano subito un consistente taglio delle risorse destinate all'erogazione di servizi sociali. Nell'indicare le dinamiche del mercato delle locazioni abitative tra le cause del preoccupante aumento della povertà nel Paese, preannuncia, in caso di mancata approvazione da parte della Commissione, la ripresentazione dell'emendamento in discussione anche ai fini dell'esame dell'Assemblea.

  La Commissione respinge l'emendamento Braga 1.28.

  Marco GRIMALDI (AVS) illustra il contenuto dell'emendamento Zanella 1.30, di cui è firmatario, invitando i gruppi di opposizione a sostenerne l'approvazione. Sottolinea come la ripresa degli sfratti costituisca una emergenza allarmante nel Paese, che comporta una crescente pressione sull'attività dei comuni. Richiama inoltre i contenuti della sentenza della Corte costituzionale n. 213 del 2021 in materia di sfratti e le problematiche sottese a tale pronuncia.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Zanella 1.30, Alfonso Colucci 1.27, Ubaldo Pagano 1.31, Roggiani 1.32, Ubaldo Pagano 1.33, Roggiani 1.37, nonché gli emendamenti Ubaldo Pagano 1.35, 1.36 e 1.38.

  Marco GRIMALDI (AVS) illustra il contenuto dell'emendamento Fratoianni 1.39, volto a introdurre la previsione di un «Reddito di base universale», sottolineando come la copertura finanziaria di tale misura sia garantita anche dall'introduzione di un monopolio dello Stato sulla cannabis, che rappresenterebbe anche lo strumento per sottrarre alla criminalità organizzata i proventi dello sfruttamento illegale delle sostanze da essa derivate.

  Riccardo RICCIARDI (M5S) esprime, anche a nome del gruppo MoVimento 5 Stelle, condivisione per la ratio sottesa all'emendamento Fratoianni 1.39, sottolineandone la rilevanza in tema di contrasto alla criminalità organizzata, nonché, con riferimento al meccanismo di copertura individuato, la coerenza con il già previsto monopolio dello Stato sui tabacchi.

  La Commissione respinge l'emendamento Fratoianni 1.39.

  Patty L'ABBATE (M5S) illustra i contenuti dell'emendamento Pavanelli 1.40, di cui raccomanda l'approvazione, sottolineandone le finalità di contrasto della povertà energetica e di sostegno alle famiglie e ai commercianti contro la prevista recrudescenza del caro-bollette.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Pavanelli 1.40 e Cappelletti 1.49.

  Stefano VACCARI (PD-IDP) dichiara di sottoscrivere l'emendamento Simiani 1.41, sul tema della comunità energetiche. Al riguardo ritiene insoddisfacente il contenuto del recente decreto attuativo in materia, emanato con molto ritardo dal Governo, ed evidenzia l'importanza che l'istituzione di uno specifico fondo di garanzia per la realizzazione di comunità energetichePag. 80 rinnovabili avrebbe per lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili.

  Marco GRIMALDI (AVS), ricordando che anche il suo gruppo ha presentato emendamenti riguardanti le comunità energetiche dichiara di sottoscrivere l'emendamento Simiani 1.41. Ribadisce, al riguardo, l'importanza che le fonti energetiche rinnovabili rivestono nel campo della transizione ecologica, soprattutto per quanto riguarda il settore industriale. Sottolinea inoltre la necessità, perseguita con alcuni emendamenti presentati dal suo gruppo, di estendere le misure di semplificazione e razionalizzazione delle procedure riguardanti l'istallazione di pannelli fotovoltaici, introdotte dall'articolo 9 del decreto-legge n. 17 del 2022, soprattutto per quanto riguarda l'autorizzazione ministeriale in materia di beni culturali.

  La Commissione respinge l'emendamento Simiani 1.41.

  Marco SIMIANI (PD-IDP), illustrando l'emendamento a sua prima firma 1.42, lamenta la scarsa attenzione del Governo sul contenuto dello stesso, volto a ridurre gli aumenti dei prezzi nel settore elettrico. Ritiene che le comunità energetiche possano avere un ruolo molto importante nel raggiungere gli obiettivi in materia di efficientamento energetico, attraverso la produzione di energia da parte delle imprese e dei cittadini. Ritiene negativo il combinato disposto tra la scelta del Governo di tassare i diritti di superficie e quella, prevista dal decreto-legge n. 181 del 2023, di tassare gli impianti sopra i 20 kW, in quanto disincentiva la possibilità di sviluppo delle comunità energetiche.
  Nel ribadire altresì l'importanza di un fondo di garanzia che possa incentivare lo sviluppo di forme energetiche rinnovabili, chiede quindi l'accantonamento dell'emendamento 1.42 al fine di favorire un ripensamento da parte dei relatori e del Governo.

  Carmen Letizia GIORGIANNI (FDI), relatrice, anche a nome degli altri relatori, conferma il parere contrario sull'emendamento Simiani 1.42.

  La Commissione respinge l'emendamento Simiani 1.42.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), illustrando l'emendamento a sua prima firma 1.43, sottolinea come lo stesso sia stato presentato già in altre occasioni e ricorda – in relazione al contenuto dello stesso – come anche l'attuale Presidente del Consiglio quando era all'opposizione riteneva un fondamentale obiettivo politico da perseguire quello delle agevolazioni tariffarie elettriche per alcune categorie di utenti particolarmente svantaggiati. Pertanto, ritiene che l'annullamento delle aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze domestiche e alle utenze non domestiche in bassa tensione costituisca una misura di equità sociale.
  Infine, si domanda se i riferimenti fatti al senso di disciplina e di responsabilità da parte del Ministro Giorgetti non si riferissero anche all'atteggiamento avuto in passato dall'attuale Presidente del Consiglio che quando era all'opposizione proponeva sempre, per fini propagandistici, soluzioni semplici per problemi complessi.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Ubaldo Pagano 1.43 e 1.44, nonché gli emendamenti Peluffo 1.45, Bonelli 1.48, Ascani 1.46, Barzotti 1.50 e Zanella 1.52.

  Leonardo DONNO (M5S) illustra l'emendamento Conte 1.1031 rammentando preliminarmente le modalità con cui la maggioranza ha sostanzialmente preso in giro i lavoratori operando per diverso tempo un rinvio della discussione della proposta di legge riguardante l'introduzione del salario minimo, addirittura rivolgendosi al CNEL pur di evitare l'inizio della discussione del provvedimento. Evidenzia che su tale proposta, secondo diversi sondaggi, erano d'accordo anche molti elettori delle forze di maggioranza. A tal proposito, ricorda come non molti anni fa anche l'attuale Presidente della Commissione lavoro della CameraPag. 81 avesse presentato una proposta di legge che andava proprio in questa stessa direzione.
  Ritiene, inoltre, che il salario minimo possa essere un utile strumento che si affianca alla contrattazione collettiva per tutelare i lavoratori che non riescono ad arrivare ad un salario adeguato e, pertanto, la proposta in esame potrebbe essere compatibile con l'obiettivo, sostenuto dalla maggioranza, di valorizzare il ruolo della contrattazione collettiva. Sottolinea come in molti Paesi europei in cui è presente il salario minimo abbia comportato, al contrario di quanto riportato da molti esponenti di maggioranza, un aumento generale dei salari, un aumento dell'occupazione e del PIL.
  Evidenzia, altresì, come il salario minimo, misura che troverebbe favorevole circa il 75 per cento degli italiani, oltre a garantire a tutti i lavoratori la giusta retribuzione, potrebbe costituire un vantaggio in termini economici anche per gli imprenditori onesti, che non dovrebbero combattere la concorrenza sleale di quanti si avvalgono di lavoratori sottopagati.

  Marco GRIMALDI (AVS) interviene sull'emendamento 1.1031 Conte, sottolineando come l'emendamento in questione si inserisca nel solco delle misure finalizzate a garantire maggiori tutele per determinate categorie di lavoratori, a partire da quelli impiegati nel settore dei trasporti o della logistica, sottoposti a lunghi ed estenuanti turni di lavoro, in cambio di stipendi risibili, in condizioni di vero e proprio sfruttamento.
  Sottolinea, inoltre l'assenza di regole all'interno della contrattazione nazionale, che si configura come un vero e proprio far west. In tal senso, l'introduzione di un salario minimo legale potrebbe porre rimedio alla condizione di iniquità in cui versano milioni di lavoratori, costretti a continuare ad operare, alla stregua di «lavoratori invisibili», in un quadro privo di regole che ne garantiscano diritti e tutele. Rileva che la forza del salario minimo legale non si riduce soltanto a una mera questione di retribuzione, bensì a un vero e proprio strumento di innalzamento sociale, grazie a una migliore redistribuzione delle risorse in favore delle fasce di lavoratori che scontano, al momento, condizioni di lavoro estremamente svantaggiose.
  Ricorda, infine, il quadro drammatico dei dati forniti da organismi quali l'OCSE, secondo cui i salari in Italia sono rimasti virtualmente fermi e a un livello troppo basso rispetto all'aumento del costo della vita a causa dell'inflazione. In tal senso, sottolinea la necessità di introdurre meccanismi di adeguamento e indicizzazione degli stipendi sulla base dell'inflazione, anche al fine di evitare l'instaurarsi di una contrapposizione pericolosa tra capitale e lavoro, a tutto svantaggio di quest'ultimo. Conclude il suo intervento rimarcando il valore dell'emendamento proposto a favore dell'introduzione del salario minimo legale, che potrebbe costituire una soluzione in grado di risolvere la suddetta contrapposizione, rimettendo in moto il circuito virtuoso che vede nell'innovazione e nella ricerca le due leve fondamentali per la crescita e il futuro sviluppo del Paese.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) interviene sull'emendamento 1.1031 Conte, sottolineando l'assoluta necessità dell'intervento in questione, a fronte di una situazione che vede il dilagare nel nostro Paese di una vera e propria emergenza salariale in numerosi settori, a cominciare dal settore terziario, dove i contratti in essere non vengono rinnovati per il timore di dover procedere ad adeguamenti troppo onerosi per la parte datoriale.
  In particolare, ricorda che, sul tema del lavoro, la situazione in Italia continua a destare grande preoccupazione, anche alla luce degli ultimi dati forniti da EUROSTAT, secondo cui gli incrementi salariali nel nostro Paese nell'ultimo anno sono stati pari a circa il 3 per cento, a fronte di una media dell'Eurozona del 5-7 per cento, in un contesto caratterizzato da elevati tassi di inflazione. A tale riguardo, ribadisce la necessità di introdurre un meccanismo, previsto con legge, di indicizzazione automatica della retribuzione salariale, in modo da garantirne e preservarne il potere di acquisto.Pag. 82
  Conclude affermando che la battaglia in favore dell'introduzione di un salario minimo legale indicizzato all'inflazione, da un lato esclude la possibilità di dare forma ai cosiddetti «contratti pirata», in mancanza di una rappresentanza datoriale e sindacale ben individuata; dall'altro, costituisce un vero e proprio tema di civiltà, laddove permette di dare voce a sindacati e datori di lavori, su un medesimo piano.

  Chiara APPENDINO (M5S) interviene sull'emendamento 1.1031 Conte, affermando che il tema del cosiddetto «lavoro povero» non dovrebbe costituire un tema divisivo tra forze politiche di maggioranza e di opposizione, essendo, al contrario, un tema trasversale che investe la tutela dei diritti di lavoratori che si trovano in condizioni di precarietà salariale, anche a causa dell'andamento dell'inflazione e del repentino aumento dei tassi di interesse applicati alle rate per i mutui.
  Ricorda, condividendo l'intervento del collega Grimaldi, il quadro drammatico dei dati forniti da organismi quali l'OCSE, secondo cui i salari in Italia sono rimasti virtualmente fermi e a un livello troppo basso rispetto all'aumento del costo della vita a causa dell'inflazione. In tal senso, auspica che la discussione sull'emendamento in esame si svolga in modo scevro da preconcetti ideologici e ricorda che l'introduzione del salario minimo legale è già una realtà in molti Paesi dell'area OCSE, mentre in altri, dove tale misura non è stata introdotta, ciò non è avvenuto perché sono stati i salari stessi a crescere. Sottolinea le difficoltà in cui versano quasi 4 milioni di persone in Italia, che appartengono alla cosiddetta fascia media di reddito e per le quali gli strumenti finora predisposti si sono rivelati inefficaci o insufficienti per far fronte all'attuale situazione di crisi.
  Conclude il suo intervento invitando le forze di maggioranza a non addurre motivazioni ideologiche contro l'introduzione del suddetto strumento e a valutare la possibilità di accogliere l'emendamento in esame, considerando anche che le coperture finanziarie individuate sono adeguate.

  Chiara GRIBAUDO (PD-IDP) nel dichiarare di condividere molte considerazioni svolte sull'argomento, da ultimo dalla collega Appendino, sottolinea come i dati dell'OCSE richiamati dall'onorevole Grimaldi mettano in evidenza l'importanza di introdurre il salario minimo nel nostro Paese, per contrastare la povertà crescente dei salari. Nel ricordare a tale proposito che in Italia la produttività è cresciuta, seppur di poco, mentre i salari sono diminuiti, si dichiara sconcertata dall'atteggiamento «novecentesco» del Governo che, pur avendo introdotto l'equo compenso per i professionisti e avendo prorogato l'ISCRO con il disegno di legge in esame, si rifiuta invece di intervenire in favore delle persone che vivono in condizioni di povertà. Richiama, in proposito, i contenuti di una lettera inviata al Corriere della Sera da una donna disabile di quasi cinquantasei anni, con un'esperienza lavorativa di 32 anni che, nel corso di un colloquio di lavoro presso un call center, si è sentita proporre una paga oraria di 5 euro lordi. Ritiene istruttivo richiamare i contenuti di tale lettera anche per sgombrare il campo dalle molte affermazioni che sono state fatte nel corso dell'esame da parte della Commissione lavoro sulla proposta di legge in materia di salario minimo, che lo stesso Presidente della Commissione ha di fatto cancellato proponendo un emendamento recante una delega in bianco al Governo, che ha svilito gli approfondimenti condotti in oltre un anno di discussione su questi temi.
  Nel ricordare che uno degli argomenti utilizzati dal Governo e dalla maggioranza a dimostrazione dell'inutilità della misura è l'esistenza dei contratti collettivi nazionali, sottolinea come l'introduzione del salario minimo non costituisca un tema residuale perché in Italia non soltanto i contratti collettivi non sono applicati, ma spesso sono adottate soluzioni che umiliano i lavoratori. Sottolinea che si tratta di un tema importante non solo per le ragioni già illustrate, vale a dire per evitare la spirale dei prezzi e l'impoverimento delle persone, ma anche per colmare il gender pay gap che è tra i più elevati d'Europa. Ritiene, quindi, che si dovrebbe cogliere l'opportunità presentataPag. 83 dal disegno di legge di bilancio, che oltretutto penalizza le donne anche sul lato previdenziale e introduce un'ulteriore discriminazione tra le donne con figli e le donne senza figli. Nel sottolineare che non è chiara l'idea del Governo e della maggioranza in tema di salario minimo, preannuncia l'intenzione del Partito democratico di presentare in ogni provvedimento utile proposte emendative volte ad introdurre tale misura.

  Ida CARMINA (M5S) ritiene che il salario minimo rappresenti innanzitutto una questione etica e culturale e, nel ricordare che in molti hanno fatto riferimento al cristianesimo, rammenta che, secondo il catechismo di San Pio X, negare la giusta mercede a chi lavora rappresenta uno dei quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, insieme all'omicidio volontario, all'incesto e all'oppressione dei poveri. Considera importante stabilire in Italia un livello minimo di retribuzione, che rappresenta la condizione indispensabile per la liberazione dall'oppressione dei lavoratori, sottolineando che il lavoro è dignitoso soltanto nel caso in cui venga pagato correttamente.
  Richiama quindi i contenuti dell'articolo 1 della Costituzione, che dichiara l'Italia una Repubblica democratica fondata sul lavoro, in un'ottica evidentemente di liberazione delle persone dallo stato di bisogno, e dell'articolo 36 della Costituzione, il quale stabilisce che la retribuzione deve essere commisurata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto e, in ogni caso, sufficiente a garantire al lavoratore e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa. Ritiene che, al contrario, l'approccio del Governo e della maggioranza sia quello di considerare il lavoro semplicemente un fattore di produzione e, di conseguenza, uno strumento di riduzione dei costi delle imprese. Sottolinea, inoltre, che a tale logica si ispira da tempo l'intero sistema italiano, considerato che da anni i contratti non vengono rinnovati e che si adottano soluzioni erronee, tanto che l'Italia è ultima nell'eurozona per importo dei salari, oltre a essere l'unico Paese dell'OCSE che negli ultimi 10 anni ha visto una diminuzione dei salari del 2,9 per cento. Ritiene che a questo proposito si ponga, oltre a un problema etico, anche un problema giuridico, in quanto i contratti collettivi nazionali non hanno efficacia erga omnes dal momento che non è mai stato realmente attuato l'articolo 39 della Costituzione e che, di conseguenza, l'adeguatezza delle retribuzioni dei lavoratori è rinviata alle decisioni del giudice.
  Nel ricordare che alcune procure, in primo luogo quella di Milano, hanno concluso che l'applicazione di livelli salariali molto bassi costituisce un reato, arrivando a sequestrare grandi aziende di distribuzione, sottolinea che l'introduzione del salario minimo consentirebbe oltretutto di evitare l'aggravio delle procedure giudiziarie per conseguire il diritto alla giusta retribuzione. Aggiunge che si pone anche una questione economica, dal momento che la nostra economia non decolla, come dimostra anche la riduzione delle previsioni di crescita del PIL, sottolineando che le persone con reddito basso sono quelle che hanno una maggiore propensione al consumo. Auspica, quindi, una maggiore riflessione sull'argomento, anche sulla scia della traduzione solidaristica del cattolicesimo, rifiutando invece l'impostazione del protestantesimo di Max Weber secondo cui la condizione di povertà è espressione della volontà di Dio.

  La Commissione respinge l'emendamento Conte 1.1031.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, avverte che sono pervenute le relazioni delle Commissioni competenti in sede consultiva e del Comitato per la legislazione, che sono in distribuzione. Avverte altresì che la Commissione parlamentare per le questioni regionali ha comunicato per le vie brevi che non esprimerà il parere di competenza.
  Essendo quindi giunti in prossimità del termine delle ore 19, precedentemente concordato per la conclusione dei lavori della Commissione, avverte che si procederà ora alla votazione sul conferimento del mandato ai relatori a riferire favorevolmente in Pag. 84Assemblea, considerandosi conseguentemente respinte tutte le proposte emendative ammissibili ancora da esaminare.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) nel sottolineare che i componenti del Partito democratico si sono dimostrati ligi agli accordi intercorsi, ritiene tuttavia che, in sede di votazione sul conferimento del mandato ai relatori, sia doveroso lasciare agli atti che, come già in precedenza evidenziato, le tempistiche di esame del provvedimento, estremamente ristrette, sono il frutto dell'incapacità del Governo e della maggioranza di giungere all'approvazione del disegno di legge di bilancio in tempi rapidi, nonostante i roboanti impegni assunti. Richiama, in proposito, la dichiarazione della Presidente del Consiglio che, subito dopo il deposito in Parlamento del disegno di legge di bilancio, aveva solennemente annunciato che la manovra sarebbe stata approvata prima della festa di Atreju. Nel sottolineare che tale termine non è stato in alcun modo rispettato e che l'esame da parte del Senato si è concluso soltanto il 22 dicembre scorso, fa presente che solo il senso di responsabilità dimostrato dall'opposizione ha permesso al Paese di evitare il ricorso all'esercizio provvisorio. Fa quindi presente che nel corso dell'esame l'opposizione ha comunque provato ad affrontare le questioni tuttora aperte, affinché quella in atto potesse essere una discussione reale, nonostante l'incapacità della maggioranza di garantire un'organizzazione corretta dei lavori parlamentari.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S) interviene per unirsi, a nome del Movimento 5 Stelle, alle considerazioni del collega Ubaldo Pagano, sottolineando che, nonostante l'ampio margine di tempo a disposizione per un corretto iter del disegno di legge di bilancio, la maggioranza ha dimostrato palesemente la sua incapacità nella gestione delle procedure parlamentari.

  Marco GRIMALDI (AVS) fa presente che anche il suo gruppo si è comportato con disciplina nel rispetto della Commissione e dei cittadini che lo hanno votato, tentando, nel corso della discussione, di illustrare il maggior numero possibile di proposte emendative. Aggiunge di essere rimasto molto sorpreso dall'intervento del Ministro, il quale ha inizialmente contribuito a prorogare la misura del superbonus e ora la definisce una droga per l'economia, senza accorgersi peraltro che questa manovra, oltre a essere in deficit, ricorre all'indebitamento per finanziare il taglio del cuneo fiscale. Si dichiara convinto che l'effetto di questa manovra sarà in realtà il ritorno dell'austerity, nonostante le ingenti risorse che potevano essere utilizzate.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire ai relatori, onorevoli Giorgianni, Pella e Ottaviani, il mandato a riferire in senso favorevole in Assemblea, considerandosi conseguentemente respinte tutte le proposte emendative ammissibili tuttora da esaminare. Delibera, altresì, di richiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, avverte che la presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove, sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 19.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 27 dicembre 2023. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Federico Freni.

  La seduta comincia alle 19.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di contenzioso tributario.
Atto n. 99.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione – Parere favorevole con condizione).

Pag. 85

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto, rinviato nella seduta del 19 dicembre 2023.

  Il sottosegretario Federico FRENI deposita agli atti della Commissione una nota predisposta dal Ministero dell'economia e delle finanze (vedi allegato 2), recante elementi di risposta ai chiarimenti richiesti dal relatore nel corso della precedente seduta.

  Andrea TREMAGLIA (FDI), relatore, preso atto della documentazione depositata dal rappresentante del Governo, formula la seguente proposta di parere:

  «La V Commissione (Bilancio, tesoro e programmazione),

   esaminato lo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di contenzioso tributario (Atto n. 99);

   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che:

    le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 1, lettere a), b), c), d), e), f), g), l), m), n), q) e dd), che apportano modifiche alla disciplina del processo tributario, non determinano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica connessi alla gestione informatizzata dei procedimenti del giudizio tributario, giacché, ai sensi di quanto previsto dall'articolo 16 del decreto-legge n. 119 del 2018, il processo tributario telematico si applica a tutti i giudizi instaurati, in primo e in secondo grado, con ricorso notificato a decorrere dal 1° luglio 2019 e, pertanto, gli oneri connessi all'implementazione dei sistemi informativi e di sicurezza sono già stati previsti nell'ambito dei piani triennali di automazione concordati con la società Sogei, che, per il triennio 2024-2026, saranno gestiti dal Dipartimento della giustizia tributaria, istituito dall'articolo 20, comma 2-ter, del decreto-legge n. 44 del 2023, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 74 del 2023;

    in tale quadro, le norme introdotte dalle disposizioni sopra richiamate recano limitate innovazioni volte a integrare il quadro giuridico del processo tributario telematico, già attuato a partire dal 2019, recando modifiche a specifici istituti alle quali si farà fronte con le risorse finanziarie previste a legislazione vigente nell'ambito dei piani triennali di automazione e con l'utilizzo delle risorse umane che saranno assegnate al Dipartimento della giustizia tributaria;

    in particolare, le modifiche introdotte dalla citata lettera a) comportano esclusivamente la predisposizione di un nuovo modulo informatico;

    le disposizioni di cui alle citate lettere b), c), d), e), f) e q) non richiedono modifiche agli applicativi informatici attualmente utilizzati;

    le disposizioni di cui alla lettera e) non determinano maggiori oneri a carico della finanza pubblica considerando che il provvedimento in esame prevede l'obbligo anche per i contribuenti che si difendono personalmente, per un valore della controversia fino a 3.000 euro, di effettuare i depositi degli atti processuali in via telematica e di essere in possesso di una casella di posta elettronica certificata, consentendo al Presidente di autorizzare il deposito degli atti processuali e le relative comunicazioni con modalità analogiche solo in casi eccezionali, con costi che trovano copertura nelle risorse di bilancio disponibili a legislazione vigente;

    le disposizioni di cui alla richiamata lettera g), che prevedono l'obbligo di redazione e deposito dei provvedimenti giurisdizionali digitali da parte del giudice tributario, non richiedono interventi di carattere informatico, in quanto l'attuale tasso di adesione alle modalità digitali di redazione e deposito delle sentenze è superiore al 90 per cento e ad eventuali integrazioni dei format dei provvedimenti giurisdizionali si potrà provvedere nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente;

    le disposizioni di cui alle citate lettere m) e n) relative alle udienze a distanza Pag. 86non richiedono interventi sull'applicazione informatica attualmente utilizzata, mentre le disposizioni di cui alla lettera n) relative alla sentenza in forma semplificata richiederanno esclusivamente la predisposizione di un nuovo modello, alla quale si provvederà nell'ambito delle risorse allo stato disponibili;

    le disposizioni di cui alla lettera dd), relative all'approvazione dei modelli per la redazione degli atti processuali e per le deposizioni testimoniali, dei verbali e dei provvedimenti giurisdizionali, prevedono un aggiornamento dei modelli allo stato utilizzati, al quale potrà provvedersi nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente;

    la corretta funzionalità dei sistemi di gestione e di sicurezza degli applicativi informatici è assicurata in modo centralizzato da parte della società Sogei, che garantisce anche la necessaria assistenza agli utenti, non determinandosi fabbisogni di personale con specializzazione informatica nelle sedi della giurisdizione tributaria, fermo restando che alle esigenze di formazione informatica del personale del Ministero dell'economia e delle finanze e dei giudici tributari si potrà provvedere nell'ambito delle attività formative che saranno svolte con le risorse disponibili a legislazione vigente da parte, rispettivamente, del Dipartimento della giustizia tributaria del Ministero dell'economia e delle finanze e del Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria;

    le disposizioni di cui alle lettere a), b), f), g) e dd) dell'articolo 1, comma 1, entreranno in vigore il 1° settembre 2024 per consentire il necessario adeguamento delle procedure informatiche e concedere a tutti gli utenti del processo tributario un tempo sufficiente a conoscere e ad approfondire gli istituti innovativi introdotti;

    con riferimento alla quantificazione degli effetti finanziari delle disposizioni di cui all'articolo 1, comma 1, lettera t), numero 2), e lettera v), volte ad estendere al giudizio dinanzi alla Corte di cassazione l'istituto della conciliazione: i dati relativi al numero di giudizi riportati nella relazione tecnica sono congruenti rispetto a quelli contenuti nella Relazione sul monitoraggio del contenzioso tributario e sulle attività delle Corti di giustizia riferita all'anno 2022, in quanto i primi si riferiscono alle controversie in cui sono parte in causa l'Agenzia delle entrate e l'Agenzia delle entrate-Riscossione, mentre i secondi sono riferiti alle controversie con tutti gli enti impositori; gli altri dati riportati nella relazione tecnica sono stati acquisiti dall'Agenzia delle entrate; all'introduzione dell'istituto della conciliazione non sono ascritti effetti negativi in termini di gettito, fermo restando che l'Agenzia delle entrate e il Dipartimento della giustizia tributaria provvederanno al monitoraggio degli effetti della misura; l'estensione dell'istituto della conciliazione anche al giudizio dinanzi alla Corte di cassazione non dovrebbe incidere in senso negativo sulla propensione ad accedere alla conciliazione nel primo e nel secondo grado di giudizio, dal momento che, in caso di adesione alla conciliazione, in primo grado le sanzioni si applicano nella misura del quaranta per cento del minimo previsto dalla legge, in caso di adesione in secondo grado la misura sale al cinquanta per cento e, in caso di adesione nell'ambito del giudizio dinanzi alla Corte di cassazione, la misura della sanzione raggiunge il sessanta per cento del minimo, fermi restando i costi diretti ed indiretti connessi alla prosecuzione del giudizio dinnanzi alla Corte di cassazione e i rischi connessi alla prosecuzione del giudizio in una sede di legittimità;

   rilevata l'opportunità di modificare la clausola d'invarianza finanziaria di cui all'articolo 3, comma 1, al fine allinearla alla formulazione comunemente utilizzata nella prassi,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente condizione:

   all'articolo 3, sostituire il comma 1 con il seguente: 1. Dall'attuazione del presentePag. 87 decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Le amministrazioni interessate provvedono all'attuazione del presente decreto con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente».

  Il sottosegretario Federico FRENI concorda con la proposta di parere del relatore.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) considera insoddisfacenti i chiarimenti resi dal sottosegretario Freni, ritenendo assai improbabile poter attuare una riforma tanto rilevante del contenzioso tributario, che implica anche interventi strutturali dal punto di vista informatico, con le sole risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza la previsione di appositi stanziamenti aggiuntivi.
  In questo modo, a suo avviso, si mettono seriamente a rischio gli obiettivi di funzionalità e accelerazione del sistema della giustizia tributaria che la riforma intende perseguire e che rischiano di rimanere solo sulla carta.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di adempimento collaborativo.
Atto n. 100.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione – Parere favorevole con condizione).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto, rinviato nella seduta del 19 dicembre 2023.

  Il sottosegretario Federico FRENI, in riferimento ai chiarimenti richiesti dalla relatrice nella scorsa seduta, rileva che le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 1, lettera c), numero 3), capoverso comma 3-ter, che riducono alla metà l'importo delle sanzioni per il contribuente che comunichi i rischi fiscali relativi a condotte poste in essere in periodi di imposta antecedenti all'accesso al regime di adempimento collaborativo, incidono su fattispecie per le quali l'analisi dei dati statistici sull'efficacia delle attività di controllo previste a legislazione vigente, raccolti in sede di redazione della relazione tecnica riferita alle disposizioni in esame, indica che l'effettiva possibilità di recupero del gettito, in assenza di disclosure da parte del contribuente, sarebbe statisticamente limitata e, pertanto, la riduzione prevista non comporta un peggioramento delle previsioni tendenziali di finanza pubblica.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), relatrice, formula la seguente proposta di parere:

  «La V Commissione (Bilancio, tesoro e programmazione),

   esaminato lo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di adempimento collaborativo (Atto n. 100);

   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 1, lettera c), numero 3), capoverso comma 3-ter, che riducono alla metà l'importo delle sanzioni per il contribuente che comunichi i rischi fiscali relativi a condotte poste in essere in periodi di imposta antecedenti all'accesso al regime di adempimento collaborativo, incidono su fattispecie per le quali l'analisi dei dati statistici sull'efficacia delle attività di controllo previste a legislazione vigente, raccolti in sede di redazione della relazione tecnica riferita alle disposizioni in esame, indica che l'effettiva possibilità di recupero del gettito, in assenza di disclosure da parte del contribuente, sarebbe statisticamente limitata e, pertanto, la riduzione prevista non comporta un peggioramento delle previsioni tendenziali di finanza pubblica;

   rilevata l'opportunità di modificare la clausola d'invarianza finanziaria di cui all'articoloPag. 88 3, comma 1, al fine allinearla alla formulazione comunemente utilizzata nella prassi,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente condizione:

   all'articolo 2, sostituire il comma 1 con il seguente: 1. Dall'attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Le amministrazioni interessate provvedono all'attuazione del presente decreto con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente».

  Il sottosegretario Federico FRENI concorda con la proposta di parere della relatrice.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) considera insoddisfacenti i chiarimenti resi dal sottosegretario Freni sulle disposizioni di cui all'articolo 1, comma 1, lettera c), numero 3), capoverso comma 3-ter, evidenziando che dalla risposta fornita risulterebbe una sostanziale inadeguatezza delle attività di controllo finora svolte dall'amministrazione finanziaria al fine di contrastare fenomeni di evasione fiscale. Ritiene che tale lettura contrasti con la stessa relazione tecnica allegata al provvedimento, che ipotizzava effetti negativi derivanti dalla diminuzione delle sanzioni applicate.

  La Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

  La seduta termina alle 19.10.