CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 27 dicembre 2023
223.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 35

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 27 dicembre 2023. — Presidenza della vicepresidente Lia QUARTAPELLE PROCOPIO.

  La seduta comincia alle 8.30.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026 e relativa nota di variazioni.
C. 1627 Governo, approvato dal Senato e C. 1627/I Governo, approvato dal Senato.
(Relazione alla V Commissione)
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del disegno di legge e della relativa nota di variazioni.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO, presidente, ricorda che il disegno di legge di bilancio è composto di due sezioni: nella prima sono riportate le disposizioni in materia di entrata e di spesa aventi ad oggetto misure quantitative funzionali a realizzare gli obiettivi di finanza pubblica; nella seconda sono invece indicate le previsioni di entrata e di spesa, espresse in termini di competenza e di cassa, formate sulla base della legislazione vigente, apportando a tali previsioni le variazioni derivanti dalle disposizioni della citata prima sezione, alle quali è assicurata autonoma evidenza contabile.
  Segnala che saranno quindi esaminate dalla III Commissione, oltre alle disposizioni di propria competenza contenute nella prima sezione, anche la Tabella n. 6, relativaPag. 36 allo stato di previsione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, contenuta nella seconda sezione. L'esame si concluderà con l'approvazione di una relazione sulle parti di competenza del disegno di legge di bilancio e con la nomina di un relatore.
  Evidenzia, altresì, che potranno essere presentate relazioni di minoranza che, unitamente alla relazione approvata dalla Commissione, saranno trasmesse alla Commissione Bilancio.
  Rileva, quindi, che la Commissione potrà inoltre esaminare gli eventuali emendamenti riferiti alle parti di sua competenza. Riguardo al regime di presentazione degli emendamenti, ricorda che gli emendamenti che riguardano parti di competenza della III Commissione potranno essere presentati sia in quest'ultima, sia direttamente presso la Commissione bilancio, nel termine da essa fissato, anche al solo scopo di consentire a quest'ultima di respingerli ai fini della loro ripresentazione in Assemblea. La stessa regola è peraltro applicata, in via di prassi, anche agli emendamenti compensativi all'interno di parti di competenza della III Commissione.
  Precisa che gli eventuali emendamenti approvati saranno inclusi nella relazione della Commissione.
  Sottolinea che la valutazione circa l'ammissibilità degli emendamenti presentati presso la III Commissione sarà effettuata dalla presidenza della medesima prima che gli stessi vengano esaminati e votati, secondo le previsioni del Regolamento della Camera e della legislazione vigente in materia, fermo restando che, come da prassi, gli emendamenti che fossero approvati saranno comunque sottoposti, analogamente a quelli presentati direttamente in V Commissione, a una puntuale valutazione di ammissibilità, ai fini dell'esame in sede referente, da parte della presidenza della medesima V Commissione.
  In particolare, ricorda che sono previste specifiche regole per l'emendabilità della prima e della seconda sezione, nonché per gli emendamenti volti a modificare, con finalità di compensazione, contemporaneamente la prima e la seconda sezione del disegno di legge di bilancio, ferme restando le regole ordinarie sulla compensatività, a seconda che si tratti di oneri di parte corrente o in conto capitale. Riguardo a tali specifiche regole, rinvia integralmente alle linee guida di carattere procedurale – contenute nella lettera della Presidenza della Camera, inviata ai Presidenti delle Commissioni permanenti in data 25 ottobre 2016 – adottate in occasione della prima applicazione della riforma della legge di contabilità e finanza pubblica introdotta dalla legge n. 163 del 2016.
  Come anticipato in sede di ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, dello scorso 21 dicembre, segnala che, dati i tempi ristretti per l'esame del disegno di legge, il termine di presentazione degli emendamenti è fissato alle ore 11 della giornata odierna.
  Dà quindi la parola al relatore, Orsini, affinché illustri il provvedimento per le parti di competenza della III Commissione.

  Andrea ORSINI (FI-PPE), relatore, in premessa, ricorda che la riforma operata dalla legge n. 163 del 2016 ha unificato i contenuti delle previgenti leggi di bilancio e di stabilità in un solo provvedimento, costituito dalla nuova legge di bilancio, riferita ad un periodo triennale ed articolata in due sezioni: la prima svolge essenzialmente le funzioni dell'ex disegno di legge di stabilità, e dunque riporta le misure quantitative funzionali a realizzare gli obiettivi di finanza pubblica; la seconda assolve, nella sostanza, quelle del disegno di legge di bilancio, apportando alle previsioni di entrata e di spesa sulla base della legislazione vigente le variazioni derivanti dalle disposizioni della prima sezione.
  Preannuncia che, in questa sede, darà conto solo del contenuto degli interventi di rilievo, contenuti nella Prima sezione, per gli ambiti di competenza della III Commissione, senza soffermarsi sul complesso delle misure economico-finanziarie, per l'analisi delle quali rinvia alla documentazione predisposta dagli uffici.
  In via generale, evidenzia che le disposizioni che rientrano nei profili di interesse della III Commissione concernono la partecipazione dell'Italia all'Unione europea e Pag. 37ad organismi internazionali, la proiezione italiana all'estero e la cooperazione italiana allo sviluppo e, infine, le iniziative in favore dell'Ucraina.
  In primo luogo, menziona il comma 248, che mira a rafforzare e migliorare il processo di gestione delle risorse pubbliche necessarie per l'implementazione del «contributo export» – misura gestita da SIMEST – in coerenza a quanto già previsto con riferimento ad altri strumenti di supporto all'esportazioni e all'internazionalizzazione delle imprese italiane. In particolare, la norma dispone che SIMEST provveda ad effettuare accantonamenti, in linea con le migliori pratiche di mercato, con riferimento agli impegni assunti e da assumere annualmente a valere sul Fondo rotativo per la concessione di contributi agli interessi di cui alla legge n. 295 del 1973. Inoltre, si consente al Ministero dell'economia e delle finanze di procedere, ai fini della ristrutturazione del debito pubblico interno ed estero, al rimborso anticipato dei titoli, a trasformazioni di scadenze, ad operazioni di scambio nonché a sostituzione tra diverse tipologie di titoli o altri strumenti previsti dalla prassi dei mercati finanziari internazionali: tale facoltà è finalizzata a sterilizzare la volatilità del rischio di tasso di interesse e di cambio, con conseguente minor assorbimento di risorse disponibili sul Fondo.
  Sottolinea la rilevanza del comma 305, finalizzato ad incentivare le amministrazioni pubbliche ad effettuare annualmente una programmazione degli investimenti e quindi delle operazioni finanziabili mediante mutui stipulati dal Ministero dell'economia e delle finanze con le organizzazioni o istituzioni internazionali o comunitarie. Nello specifico, la norma prevede che, in sede di programmazione degli investimenti e di quantificazione degli appositi stanziamenti, vengano valutati preliminarmente i progetti proposti dalle amministrazioni pubbliche che abbiano espresso contestualmente alla richiesta di finanziamento e per i medesimi investimenti la propria disponibilità a stipulare accordi di progetto con le organizzazioni o istituzioni internazionali o comunitarie. Ciò al fine di consentire al Ministero dell'economia e delle finanze di sottoscrivere, in rappresentanza della Repubblica italiana, mutui con le predette organizzazioni e istituzioni internazionali.
  Rileva che il comma 311, introdotto durante l'esame in Senato, autorizza la spesa di 500 mila euro per ciascuno degli anni del triennio 2024-2026 finalizzata a favorire la partecipazione di università, enti pubblici di ricerca e istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica italiane alle esposizioni mondiali EXPO, a partire da «Expo 2025 Osaka», nonché a promuovere la realizzazione di programmi di investimento afferenti all'esposizione.
  Proseguendo nell'illustrazione delle norme di interesse della III Commissione, segnala che l'intero Titolo X è dedicato alle misure per la partecipazione dell'Italia all'Unione europea e ad organismi internazionali, nonché misure in favore dell'Ucraina.
  In particolare, i commi da 384 a 386 finanziano la partecipazione del nostro Paese all'iniziativa EU for Ukraine Fund (EU4U) della Banca europea per gli investimenti (BEI), nell'ambito del Pacchetto di Supporto all'Ucraina (Ukraine Support package). Precisa che si tratta di un fondo di garanzia per i prestiti concessi da BEI per la ricostruzione dell'Ucraina: l'Italia partecipa con un importo complessivo massimo di euro 100 milioni per l'anno 2024, destinato alla copertura, nei limiti della quota di spettanza dello Stato italiano, dei potenziali rischi correlati. Per il pagamento delle commissioni spettanti a BEI per le attività di gestione, è autorizzata la spesa di 3,5 milioni di euro per l'anno 2024 e fino a 1 milione di euro annui a decorrere dal 2025.
  Ricorda che l'iniziativa EU for Ukraine – approvata dal Consiglio di amministrazione della BEI lo scorso marzo – intende contribuire alla ricostruzione e alla ripresa dell'Ucraina, sia nel settore pubblico che in quello privato; al fondo partecipano attualmente sedici Paesi membri dell'UE: l'Italia e la Francia forniscono il maggiore contributo, con 100 milioni ciascuno.Pag. 38
  In via generale, ricorda che dall'inizio dell'aggressione russa l'UE ha mobilitato circa 19,7 miliardi di euro a sostegno all'Ucraina, gran parte dei quali sotto forma di assistenza macrofinanziaria. Sono stati inoltre erogati 620 milioni in sovvenzioni a titolo di sostegno al bilancio per aiutare l'Ucraina a far fronte a bisogni urgenti sul campo.
  Osserva che il successivo comma 387 incrementa di 203 milioni di euro per l'anno 2024, 259 milioni di euro per il 2025, 265 milioni di euro per il 2026 e 274 milioni di euro per il 2027 il contributo italiano al European Peace Facility (Strumento europeo per la pace, EPF), il fondo attraverso cui l'Unione europea, da un lato, finanzia i costi comuni delle sue missioni militari e, dall'altro, fornisce assistenza militare ad organizzazioni internazionali e a Paesi terzi; in particolare, segnala che il fondo è il principale strumento con cui, a partire dall'avvio dell'aggressione russa, è stata finora finanziata la cessione di materiali d'armamento all'Ucraina, per un totale ad oggi – di 5,6 miliardi di euro.
  Ricorda che l'EPF è un fondo istituito al di fuori del bilancio UE (che, a norma dei Trattati, non può finanziare spese legate alla difesa): pertanto, è finanziato direttamente dagli Stati membri, in proporzione al proprio PIL e ogni aumento del budget complessivo richiede dunque un nuovo rifinanziamento nazionale. Segnala che, oltre all'Ucraina, l'EPF finanzia operazioni di mantenimento della pace condotte dall'Unione africana, nonché interventi in Somalia, Mozambico, Giordania, Libano, Mauritania, Benin, Georgia, Moldova, Macedonia del Nord e Bosnia Erzegovina.
  Evidenzia che il comma 388 autorizza la spesa di 1 milione di euro per il 2024 come contributo italiano al NATO Innovation Fund: si tratta di un fondo di venture capital – la cui istituzione è stata decisa nel vertice di Madrid del giugno 2020 – che ha lo scopo di sostenere start-up innovative che sviluppino soluzioni tecnologiche all'avanguardia, per affrontare le sfide in materia di difesa e sicurezza e contribuire al mantenimento della superiorità tecnologica dell'Alleanza. Al riguardo, segnala che l'Italia ha già contribuito al fondo, nel 2023, con 8 milioni di euro.
  Fa presente che i commi da 389 a 396 prevedono un'autorizzazione di spesa pari a 274 milioni di euro per l'anno 2024 per la prosecuzione delle misure connesse allo stato di emergenza dichiarato in Italia innanzi all'insorgere della crisi ucraina, misure che sono prorogate fino al 31 dicembre 2024 per l'esigenza di assicurare soccorso e assistenza, nel territorio nazionale, alla popolazione ucraina.
  Al riguardo, ricorda che, per far fronte all'accoglienza delle persone giunte dall'Ucraina, con successive norme di legge è stato previsto che i cittadini ucraini possano essere accolti, sia nell'ambito delle strutture territoriali del Sistema di accoglienza e integrazione (SAI), che nei centri governativi di prima accoglienza e nei centri di accoglienza temporanea (CAS), anche se non in possesso della qualità di richiedente protezione internazionale o degli altri titoli di accesso previsti dalla normativa vigente. Tra le altre cose, sono previsti anche un contributo per il sostentamento per coloro che hanno già provveduto ad autonoma sistemazione, nonché un contributo alle regioni per le spese di assistenza sanitaria.
  Rileva che i commi 397-398, introdotti durante l'esame presso il Senato, autorizzano la spesa di 2 milioni di euro annui, a decorrere dal 2014, per l'adeguamento delle retribuzioni del personale a contratto assunto presso le rappresentanze diplomatiche, gli uffici consolari e gli istituti italiani di cultura. Ulteriori 2 milioni di euro annui sono stanziati per analogo adeguamento del personale locale impiegato presso gli uffici della rete estera dell'ICE – Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane.
  Osserva che il comma 399, anch'esso introdotto durante l'esame presso il Senato, incrementa di 5 milioni di euro annui, a partire dal 2024, le risorse da destinare a borse di studio destinate a favore di studenti provenienti da Paesi africani. In virtù di questa previsione – che ha lo scopo di rafforzare la diplomazia culturale e favorire la costruzione di partenariati con i Pag. 39Paesi africani su basi paritarie – i fondi disponibili passano da 7,4 a 12,4 milioni annui, con un incremento di circa il 67 per cento.
  Tra le disposizioni di carattere orizzontale, segnala il comma 523, che riduce le dotazioni di competenza e di cassa relative alle missioni e ai programmi di spesa degli stati di previsione dei Ministeri, ai fini del concorso delle amministrazioni centrali dello Stato al raggiungimento degli obiettivi programmatici di finanza pubblica indicati nella Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2023. Il taglio complessivo ammonta a 821,7 milioni di euro per il 2024, a 877,2 milioni di euro per il 2025 e a 898,1 milioni di euro a decorrere dal 2026. Per quanto riguarda il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il taglio ammonta a 54,6 milioni di euro per il 2024, 55,7 milioni per il 2025 e 56,9 milioni per il 2026: riduzioni che insistono per l'83,3 per cento sul programma «Cooperazione allo sviluppo», ricompreso nella missione 4 «L'Italia in Europa e nel Mondo».
  Segnala che il comma 542 dispone l'abrogazione della disposizione, introdotta dalla legge di bilancio 2022, che prevede che le esposizioni della Cassa depositi e prestiti, a valere sulle risorse della gestione separata, per interventi volti a contribuire al raggiungimento degli obiettivi del Fondo italiano per il clima (FIC), possono beneficiare della garanzia del Fondo stesso. Al riguardo, ricorda che tale Fondo – istituito dalla legge di bilancio per i 2022 con una dotazione pari a 840 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026 e di 40 milioni a partire dal 2027 – è destinato al finanziamento di interventi a favore di soggetti privati e pubblici, volti a contribuire al raggiungimento degli obiettivi stabiliti nell'ambito degli accordi internazionali sul clima e sulla tutela ambientale dei quali l'Italia è parte.
  Rileva che il comma 543 apporta modifiche alla legge n. 125 del 2014 recante disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo: più nel dettaglio, mira ad escludere la possibilità che le esposizioni assunte dalla Cassa depositi e prestiti, in qualità di istituzione finanziaria per la cooperazione internazionale allo sviluppo, nei confronti di Stati, banche centrali o enti pubblici di Stati nonché a organizzazioni finanziarie internazionali, possano essere assistite, anche integralmente, dalla garanzia dello Stato quale garanzia di ultima istanza.
  Precisa che nella relazione illustrativa allegata al disegno di legge, il Governo fa presente che la soppressione in esame è finalizzata ad armonizzare e razionalizzare le disposizioni in materia di garanzie statali, al fine di adeguarne il contenuto al mutato contesto economico e per equipararne la disciplina ad altri strumenti di garanzia.
  Menziona, quindi, anche i commi da 237 a 243, che recano disposizioni in materia di lavoratori frontalieri che prestano attività e soggiornano in Svizzera, prevedendo l'obbligo per questi di un contributo quale quota di compartecipazione da versare al Servizio sanitario nazionale e prevedendo altresì alcune modifiche alle sanzioni previste nei casi di mancato rispetto di alcuni obblighi anagrafici.
  Venendo ai contenuti della II Sezione, sottolinea che le principali previsioni di spesa di competenza della Commissione Affari esteri si rinvengono nello stato di previsione del Ministero degli esteri e della cooperazione internazionale (articolo 7, Tabella 6).
  Peraltro, rileva l'opportunità di tenere in considerazione anche la Tabella n. 2, relativa allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, che reca anch'essa poste di bilancio di rilevanza per la materia internazionale, a partire dalle risorse per la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali.
  Nello specifico, segnala che il citato articolo 7 autorizza l'impegno e il pagamento delle spese del MAECI contenute nel relativo stato di previsione per il 2024 e provvede ad autorizzare il MAECI ad effettuare operazioni in valuta estera per le disponibilità esistenti nei conti costituiti presso le rappresentanze diplomatiche e gli uffici consolari, per l'effettuazione di spese connesse alle esigenze di funzionamento, mantenimentoPag. 40 ed acquisto delle sedi diplomatiche e consolari, degli istituti di cultura e delle scuole italiane all'estero.
  Evidenzia che, in base alla Tabella n. 6, il disegno di legge di bilancio 2023-2025 autorizza, per lo stato di previsione del MAECI, spese finali, in termini di competenza, pari a 3.533 milioni di euro nel 2024, a 3.427 milioni di euro per il 2025 e 3.563 milioni di euro per il 2026.
  Sempre nella sezione II, segnala due rifinanziamenti riguardanti spese in conto capitale: il primo è relativo all'adeguamento delle strutture informatiche, per un totale di 45 milioni di euro nel triennio 2024-2026 (15 milioni per ciascuno degli anni del triennio); il secondo è relativo all'acquisto di sedi estere, per un totale di 35 milioni di euro nel periodo 2024-2025 (25 milioni nel 2024 e 10 milioni nel 2025).
  Ricordando che lo stato di previsione del MAECI si articola in tre missioni e quattordici programmi, rileva che la missione principale è «L'Italia in Europa e nel mondo» (4), che rappresenta oltre l'81 per cento del valore della spesa finale complessiva del Ministero medesimo ed è pari a 2.892 milioni di euro.
  Nell'ambito di questa missione, segnala che il programma 4.2, Cooperazione allo sviluppo, dotato di 986,5 milioni di euro ai sensi del progetto legge di bilancio a legislazione vigente, passa a 941,05 milioni nel progetto di bilancio integrato, registrando un decremento pari a 45,48 milioni di euro per gli effetti finanziari disposti dalla Sezione I. Seguono quindi il programma 4.13, Rappresentanza all'estero e servizi ai cittadini e alle imprese, con stanziamenti per 776 milioni di euro, il programma 4.6, Promozione della pace e della sicurezza internazionale (con 693 milioni di euro, in considerevole aumento rispetto ai 479,7 milioni della scorsa legge di bilancio), il programma 4.18, Diplomazia pubblica e culturale, con stanziamenti per 181,6 milioni di euro (in aumento rispetto ai 178,9 milioni della scorsa legge di bilancio). Segnala poi il programma 4.12, Presenza dello Stato all'estero tramite le strutture diplomatico-consolari (con stanziamenti per 124,5 milioni) ed il programma 4.8, Italiani nel mondo e politiche migratorie, i cui fondi si riducono, passando da 75,8 milioni della legge di bilancio dello scorso anno a 70,4 milioni.
  Rileva che alla seconda missione, la n. 16, Commercio internazionale ed internazionalizzazione del sistema produttivo, afferisce il solo programma Sostegno all'internazionalizzazione delle imprese e promozione del made in Italy (16.5), con uno stanziamento di 496 milioni di euro, corrispondenti a circa il 14 per cento delle spese finali del MAECI (in diminuzione rispetto alle risorse della scorsa legge di bilancio, pari a 530,4 milioni di euro).
  Ribadisce, quindi, che nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (Tabella 2) sono collocati altri stanziamenti di bilancio per il 2024 relativi a materie d'interesse della Commissione Affari esteri. Si tratta, soprattutto, dei fondi allocati su capitoli del programma 4.11, Politica economica e finanziaria in ambito internazionale, ricompreso nell'ambito della missione n. 4 – L'Italia in Europa e nel mondo, al quale afferiscono 688 milioni di euro, tra i quali quelli per la partecipazione a banche, fondi e organismi internazionali, quelli per la partecipazione italiana agli aumenti di capitale nelle banche multilaterali di sviluppo, per partecipazione ad istituzioni finanziarie internazionali per la cancellazione del debito dei paesi poveri.
  Segnala che all'interno della missione n. 5 «Difesa e sicurezza del territorio» si colloca invece il Fondo per la partecipazione italiana alle missioni internazionali, sul quale sono appostati per il 2024 risorse pari a 1.569,2 milioni di euro, in aumento rispetto a quanto previsto dalla legge di bilancio 2023 (1.547,5 milioni di euro).
  Richiama, quindi, il quadro delle risorse programmate per il 2023 a supporto dell'Aiuto pubblico allo sviluppo (APS).
  Al riguardo, sottolinea che, con la piena attuazione della riforma di settore della cooperazione sviluppo, anche il sistema di finanziamento ha subìto una profonda ristrutturazione: la maggior parte delle somme inerenti alla cooperazione a dono afferiscono ora ai capitoli destinati al finanziamento dell'Agenzia italiana per la cooperazionePag. 41 allo sviluppo. Per quanto concerne quest'ultima, le risorse totali ammontano a 646 milioni, in decremento rispetto di euro 663,8 milioni stanziati per il 2023.
  In via generale, il Governo precisa che l'incremento delle risorse finanziarie per interventi di cooperazione ha subito consistenti riduzioni strutturali (49,2 milioni di euro per il 2023, 76 milioni di euro per il 2024 e 94,9 milioni per il 2025) in applicazione degli obiettivi di risparmio della spesa stabiliti dalla legge di bilancio dello scorso anno. Nonostante la riduzione della capacità di spesa, l'obiettivo dichiarato è quello di voler mantenere inalterato il raggiungimento degli obiettivi e delle priorità indicate nel documento triennale di programmazione, mantenendo gli interventi nei Paesi e nei settori prioritari della cooperazione, al fine di raggiungere un allineamento dell'Italia agli standard internazionali in materia di Aiuto pubblico allo sviluppo (APS), e continuando l'impegno in quel percorso di graduale avvicinamento all'obiettivo dello 0,7 per cento del Reddito nazionale lordo (RNL) fissato dall'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
  Tenuto conto che anche negli stati di previsione di altri Ministeri (nello specifico, del Ministero dell'economia e delle finanze e del Ministero dell'interno), sono previsti stanziamenti destinati ad interventi a sostegno di politiche di cooperazione allo sviluppo, segnala, da ultimo, che il complesso delle risorse del MAECI afferenti all'aiuto pubblico allo sviluppo ricompresi nello stato di previsione 2024 del MAECI ammonta a circa 941 milioni di euro.
  In conclusione, preannuncia la presentazione di una relazione favorevole sul provvedimento in titolo.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 8.40.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 27 dicembre 2023. — Presidenza della vicepresidente Lia QUARTAPELLE PROCOPIO.

  La seduta comincia alle 9.35.

DL 161/2023: Disposizioni urgenti per il «Piano Mattei» per lo sviluppo in Stati del Continente africano.
C. 1624 Governo, approvato dal Senato.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO, presidente, ricorda che il decreto scade il 14 gennaio 2024 e sarà esaminato dall'Assemblea a partire dal 9 gennaio. Segnala, altresì, che, come stabilito nella riunione dell'ufficio di presidenza del 21 dicembre scorso, il termine per la presentazione di proposte emendative è fissato alle ore 10 di domani, giovedì 28 dicembre.
  Invita, quindi, il relatore ad illustrare i contenuti del provvedimento.

  Giangiacomo CALOVINI (FDI), relatore, intervenendo in videoconferenza, in premessa, sottolinea che, come evidenziato nella relazione che accompagna il disegno di legge – già approvato dal Senato – il Piano persegue la costruzione di un nuovo partenariato tra Italia e Paesi africani, mediante la promozione di uno sviluppo comune, sostenibile e duraturo, nella dimensione politica, economica, sociale, culturale e di sicurezza. Tale cooperazione è attuata attraverso la condivisione e la partecipazione dei partners africani all'individuazione, definizione e attuazione degli interventi previsti dal Piano, nonché l'impegno compartecipato alla stabilità e alla sicurezza regionali e globali. La logica è quella di un partenariato paritario che deve perseguire i seguenti obiettivi di interesse comune: incentivare la creazione di opportunità di lavoro, migliorare l'istruzione e la Pag. 42formazione professionale quale presupposto per avviare un circolo virtuoso di investimenti e sviluppo, capace di assicurare alle giovani generazioni africane il diritto a non emigrare e a rimanere nella propria Patria per contribuire al suo futuro.
  Venendo al merito del provvedimento, che si compone di sette articoli, rileva che l'articolo 1 stabilisce che la collaborazione dell'Italia con i Paesi africani è attuata in conformità con il Piano strategico Mattei, della durata di quattro anni, con la possibilità di aggiornarlo anche prima della scadenza. Con una modifica approvata dal Senato, si dispone che il Piano venga adottato con decreto del Presidente del Consiglio, previo parere delle Commissioni parlamentari da rendere entro trenta giorni, decorsi i quali il Piano è comunque approvato.
  Osserva che esso costituisce la cornice entro cui le diverse amministrazioni dello Stato svolgono le proprie attività di programmazione, di valutazione e di attuazione degli interventi, ciascuna nel proprio ambito di competenza. Si prevede, inoltre, la possibilità di elaborare strategie territoriali, riferite a specifiche aree del contenente africano.
  Fa presente che i settori individuati coprono i seguenti ambiti: cooperazione allo sviluppo; promozione delle esportazioni e degli investimenti; istruzione; formazione superiore e formazione professionale; ricerca e innovazione; salute; agricoltura e sicurezza alimentare; approvvigionamento e sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, incluse quelle idriche ed energetiche; tutela dell'ambiente e adattamento ai cambiamenti climatici; ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture, anche digitali; partenariato nell'aerospazio; valorizzazione e sviluppo del partenariato energetico, anche nell'ambito delle fonti rinnovabili, dell'economia circolare e del riciclo; sostegno all'imprenditoria, in particolare a quella giovanile e femminile; promozione dell'occupazione; turismo e cultura; prevenzione e contrasto dell'immigrazione irregolare e gestione dei flussi migratori legali.
  Sottolinea che l'articolo 2 istituisce la Cabina di regia per la definizione e l'attuazione del Piano, presieduta dal Presidente del Consiglio e composta dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale (con funzioni di Vice presidente), dal Viceministro degli esteri delegato in materia di cooperazione allo sviluppo, dal Viceministro delle imprese e del made in Italy delegato in materia di promozione e valorizzazione del made in Italy nel mondo e dal Viceministro dell'ambiente e della sicurezza energetica delegato in materia di politiche e attività relative allo sviluppo sostenibile. Precisa che della Cabina di regia fanno parte anche il presidente della Conferenza delle regioni e province autonome e rappresentanti di agenzie e società pubbliche che operano nel settore (l'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, l'ICE, Cassa depositi e prestiti, SACE e Simest), come pure rappresentanti di imprese a partecipazione pubblica ed università, oltre che esponenti della società civile e del terzo settore, individuati con decreto del Presidente del Consiglio.
  Evidenzia che l'articolo 3 definisce i compiti della Cabina di regia, tra cui rilevano: coordinare le attività di collaborazione tra Italia e Stati africani, svolte, nell'ambito delle rispettive competenze, dalle amministrazioni pubbliche; promuovere gli incontri tra rappresentanti della società civile, imprese e associazioni italiane e africane, allo scopo di agevolare le collaborazioni a livello territoriale; «finalizzare» il Piano Mattei e monitorarne l'attuazione, anche ai fini del suo aggiornamento; approvare la relazione annuale al Parlamento; promuovere iniziative finalizzate all'accesso a risorse messe a disposizione dall'Unione europea e da organizzazioni internazionali.
  Rileva che l'articolo 4 istituisce presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, a decorrere dal 1° dicembre 2023, una struttura di missione con funzioni di supporto alle attività del Presidente del Consiglio e del Ministro degli esteri. Tale struttura comprende due unità dirigenziali di livello generale – tra cui viene scelto il coordinatore, individuato tra gli appartenenti alla Pag. 43carriera diplomatica – due unità dirigenziali di livello non generale e quindici unità di personale, affiancati da un contingente di esperti che prestano la propria attività a titolo gratuito con rimborso delle spese di missione.
  Osserva che l'articolo 5 prevede che il Governo trasmetta alle Camere, entro il 30 giugno di ciascun anno, una relazione sullo stato di attuazione del Piano Mattei, recente misure volte a migliorarne l'attuazione e ad accrescere l'efficacia dei relativi interventi rispetto agli obiettivi perseguiti.
  Fa presente che l'articolo 6 quantifica gli oneri derivanti dall'istituzione della struttura di missione di cui all'articolo 4 e provvede alla relativa copertura: tali oneri ammontano a 235.077 euro per l'anno 2023 e 2.820.903 euro annui a partire dal 2024, a cui si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa del Fondo per esigenze indifferibili istituito dalla legge di bilancio per il 2015.
  Rileva, infine, che l'articolo 7 dispone l'entrata in vigore del decreto-legge il giorno successivo a quello della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ovvero il 16 novembre 2023.

  Benedetto DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA), pur riconoscendo che la possibilità di svolgere la relazione illustrativa collegati in videoconferenza è prevista dalle disposizioni della Giunta per il regolamento, deplora la scelta del relatore e stigmatizza l'assenza di un rappresentante del Governo: a suo avviso, è inaccettabile la trasandatezza con cui la maggioranza e l'Esecutivo hanno avviato la discussione su un provvedimento che loro stessi considerano come un pilastro della politica estera italiana.

  Giangiacomo CALOVINI (FDI), relatore, ricordando che già in sede di ufficio di presidenza aveva anticipato la necessità di collegarsi da remoto, fa presente che la discussione potrà essere adeguatamente approfondita nelle sedute successive, in particolare nella fase di esame delle proposte emendative.

  Benedetto DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA) ribadisce le critiche alle modalità di svolgimento della seduta odierna.

  Giangiacomo CALOVINI (FDI), relatore, assicurando la propria presenza in tutte le successive fasi dell'esame, si impegna a sensibilizzare il Governo sulla opportunità di essere presente nelle successive fasi di esame del provvedimento.

  Benedetto DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA) sottolinea che, nonostante le oggettive e comuni difficoltà logistiche, l'opposizione ha comunque garantito la presenza in Commissione, al contrario della maggioranza e dell'Esecutivo.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO, presidente, raccogliendo l'invito a una discussione più distesa e partecipata, propone di proseguire l'esame preliminare in una successiva seduta, da convocare immediatamente dopo l'esame e l'approvazione della relazione della Commissione sul disegno di legge di bilancio.

  La Commissione conviene.

  Benedetto DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA) invita la presidente a sollecitare il Governo affinché assicuri la partecipazione alle prossime sedute di esame del provvedimento.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO, presidente, confermando la disponibilità ad avviare gli opportuni contatti con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 9.45.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 27 dicembre 2023. — Presidenza del vicepresidente Paolo FORMENTINIPag. 44. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno, Emanuele Prisco.

  La seduta comincia alle 13.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026 e relativa nota di variazioni.
C. 1627 Governo, approvato dal Senato, e C. 1627/I Governo, approvato dal Senato.
(Relazione alla V Commissione)
(Seguito esame e conclusione – Relazione favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del disegno di legge e della relativa nota di variazioni, rinviato nella seduta odierna.

  Paolo FORMENTINI, presidente, dà conto delle sostituzioni. Avverte, quindi, che non sono state presentate proposte emendative né ordini del giorno.

  Andrea ORSINI (FI-PPE), relatore, formula una proposta di relazione favorevole, di cui dà lettura (vedi allegato).

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD-IDP), pur ringraziando il collega Orsini per il lavoro svolto, preannuncia il voto contrario del proprio gruppo alla proposta di relazione presentata dal relatore, nonché al provvedimento nel suo complesso. Il Partito Democratico, infatti, condivide talune misure, come gli interventi a sostegno dell'Ucraina e delle imprese che esportano, i fondi per garantire la partecipazione dell'Italia alle esposizioni mondiali EXPO, nonché le borse di studio a beneficio dei giovani africani e l'adeguamento delle retribuzioni dei contrattisti impiegati presso le sedi diplomatico-consolari: segnala, tra l'altro, che si tratta di misure introdotte grazie a proposte emendative presentate dal proprio gruppo nel corso dell'esame presso il Senato.
  Ritiene invece inaccettabile la riduzione delle risorse destinate alla cooperazione allo sviluppo, scelta peraltro non coerente con gli impegni che il Governo intende assumere nel quadro del «Piano Mattei».

  Benedetto DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA), associandosi alle considerazioni della collega Quartapelle, ritiene inaccettabile la compressione dei tempi di esame della legge di bilancio, che ha pochi precedenti nella storia repubblicana. A suo avviso, si tratta di una grave limitazione delle prerogative parlamentari, tanto più incomprensibile dal momento che il Governo in carica è il primo, da diversi anni a questa parte, che può contare su un'ampia maggioranza politica.
  Preannuncia, quindi, il voto contrario del proprio gruppo alla proposta di relazione presentata dal collega Orsini.

  Federica ONORI (M5S), associandosi all'apprezzamento per il lavoro svolto dal relatore, preannuncia il voto contrario del Movimento 5 Stelle.
  Evidenziando che l'esame del disegno di legge di bilancio, svolto con questa modalità, si riduce ad un esercizio sterile e rituale, sottolinea che il provvedimento riflette una situazione economica e di finanza pubblica incerta e delicata ed appare inadeguato ad invertire una preoccupante tendenza, instauratasi nel primo anno di vita del Governo, di ritorno a una stagione segnata dalla stagnazione, dall'erosione degli stipendi e dalla riduzione delle prestazioni sociali.
  Ricorda che nel secondo trimestre dell'anno in corso la crescita dell'economia italiana ha subìto una inversione di tendenza, risentendo della riduzione del potere d'acquisto delle famiglie dovuta all'elevata inflazione, della permanente incertezza causata dalla guerra in Ucraina, della sostanziale stagnazione dell'economia europea e della contrazione del commercio mondiale.
  Osserva, altresì, che la debolezza e l'insufficienza delle misure adottate emergono soprattutto con riguardo alle parti di competenza della Commissione esteri che dovrebbero fornire risposte alle grandi sfide del nostro tempo – dalla lotta ai cambiamenti climatici alla costante crescita delle diseguaglianze, dall'erosione del rispetto dello Stato di diritto alla gestione dei flussi migratori – di fronte alle quali deve essere necessariamente promossa una dimensione Pag. 45globale, e non esclusivamente nazionale ed europea. Stigmatizzando le riduzioni delle dotazioni di competenza e di cassa per il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, precisa che esse insistono per l'83,3 per cento sul programma «Cooperazione allo sviluppo»: tale programma, dotato di circa 986 milioni di euro ai sensi del progetto legge di bilancio a legislazione vigente, passa a circa 941 milioni nel progetto di bilancio integrato, registrando un decremento pari a circa 45 milioni di euro per gli effetti finanziari disposti dalla Sezione I; a suo avviso, tale scelta è assolutamente incoerente non solo con l'impegno assunto dall'Italia nell'ambito dell'Agenda 2030 di raggiungere lo 0,7 per cento del prodotto interno lordo investito nelle attività di cooperazione, ma soprattutto con l'interesse più volte sottolineato dalla stessa Presidente del Consiglio nei confronti degli investimenti in Africa.
  Considera parimenti insufficienti le misure relative ai nostri connazionali all'estero: al riguardo, menziona l'aumento delle tasse, che saranno più elevate sui beni posseduti all'estero dagli italiani residenti. Nello specifico, l'aliquota IVIE (Imposta sul valore degli immobili situati all'estero), passa dallo 0,76 all'1,06 per mille riferito al valore del costo di acquisto, al valore di mercato o a quello catastale. Tale modifica risulta essere particolarmente penalizzante nei confronti di più di mezzo milione di cittadini italiani che vivono nel Regno Unito in ragione dei numerosi cambiamenti connessi alla cosiddetta Brexit, tra cui l'impossibilità di continuare a utilizzare il valore relativo alla Council Tax (una sorta di equivalente britannico del concetto italiano di «rendita catastale») come base imponibile dopo l'uscita dall'Unione europea.
  Ricorda, infine, che non sono state accolte proposte emendative del proprio gruppo finalizzate ad estendere il regime fiscale agevolato per i rimpatriati anche ai lavoratori assunti da start-up e PMI innovative, nonché ad erogare a titolo gratuito l'assistenza sanitaria per le prestazioni ospedaliere urgenti per i cittadini residenti all'estero iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE), che non abbiano una copertura assicurativa pubblica o privata, oltre il limite dei novanta giorni previsto dalla normativa vigente.

  Paolo FORMENTINI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, pone in votazione la proposta di relazione formulata dal relatore.

  La Commissione approva la proposta di relazione formulata dal relatore. Delibera altresì di nominare il deputato Andrea Orsini quale relatore presso la V Commissione.

  La seduta termina alle 13.20.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 27 dicembre 2023. — Presidenza del vicepresidente Paolo FORMENTINI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'Interno, Emanuele Prisco.

  La seduta comincia alle 13.20.

DL 161/2023: Disposizioni urgenti per il «Piano Mattei» per lo sviluppo in Stati del Continente africano.
C. 1624 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta antimeridiana.

  Paolo FORMENTINI, presidente, ricorda che nella seduta di avvio dell'esame il relatore ha illustrato i contenuti del provvedimento e che, su richiesta dell'onorevole Della Vedova, si è convenuto di convocare la presente seduta per consentire alla Commissione di svolgere un più ampio dibattito sulle linee generali del provvedimento.
  Ricorda, inoltre, che il termine per gli emendamenti è stato fissato a domani, alle ore 10.

  Giangiacomo CALOVINI (FDI), relatore, conferma la piena disponibilità ad approfondirePag. 46 tutti i profili del provvedimento in esame.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD-IDP), rinviando alla seduta di domani per una illustrazione più dettagliata degli orientamenti del proprio gruppo, anche alla luce degli emendamenti che verranno presentati, stigmatizza, in primo luogo, l'eccessiva enfasi con la quale il Governo ha presentato il decreto-legge titolo: si tratta, infatti, di un'iniziativa che si inserisce in un solco di continuità della politica estera italiana, inaugurato fin dal 2007 – dall'allora Governo presieduto da Romano Prodi – con la partecipazione a talune riunioni dell'Unione africana, e proseguita poi dal Governo Renzi, nel corso della XVII legislatura, con l'apertura di cinque nuove ambasciate nel continente africano e l'organizzazione di una serie di visite diplomatiche. A suo avviso, l'Esecutivo in carica dovrebbe fare tesoro di tali esperienze pregresse e colmarne le eventuali lacune.
  In secondo luogo, sottolinea l'assenza di una adeguata dotazione finanziaria, senza la quale la strategia del governo rischia di non avere alcun impatto concreto. A suo avviso, sussiste il serio rischio che il «Piano Mattei» possa depotenziare l'attuale disciplina della cooperazione allo sviluppo introdotta con la legge n. 125 del 2014, che fu promossa dai senatori Tonini e Mantica, appartenenti a schieramenti politici diversi, ma accomunati dall'obiettivo di rendere più efficace gli strumenti dell'aiuto pubblico allo sviluppo. Allo stesso modo, il Governo è oggi chiamato a confrontarsi proficuamente con l'opposizione per superare le numerose criticità del «Piano Mattei».

  Giuseppe PROVENZANO (PD-IDP), associandosi alle considerazioni della collega Quartapelle, ribadisce che il Partito Democratico condivide l'importanza del «Piano Mattei» come iniziativa di interesse nazionale. Tuttavia, il provvedimento in esame rappresenta un'occasione mancata, dal momento che la cabina di regia e la struttura di missione potevano essere istituite più agevolmente con un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, evitando, tra l'altro, di far lievitare i costi.
  Peraltro, l'iniziativa del Governo rischia di esautorare la Farnesina e superare, di fatto, la citata legge n. 125 del 2014, senza impiegare le risorse adeguate. Sottolineando che la struttura pensata dal Governo esclude completamente gli attori della cooperazione, menzionando genericamente la società civile, considera assai pericoloso «esternalizzare» la politica estera affidando a non meglio precisati rappresentanti delle aziende partecipate il compito di elaborare i progetti del Piano. Considera altresì indispensabile coinvolgere il Parlamento nella fase di predisposizione della strategia e non solo, a consuntivo, con la presentazione della relazione annuale.
  Sul piano generale, osserva che l'adozione del «Piano Mattei» viene giustificata dal Governo come misura per fronteggiare un'emergenza migratoria che, di fatto, non esiste, promuovendo, tra l'altro progetti obsoleti legati allo sfruttamento delle energie fossili. Manca, inoltre, un adeguato coinvolgimento dell'Unione europea, il solo soggetto in grado di competere con gli attori terzi che già operano nel contesto africano, ovvero Cina, Russia e Turchia.
  Sulla base di questi presupposti, il «Piano Mattei» rischia di essere un'occasione sprecata, incapace di mobilitare le migliori risorse del Paese e di coinvolgere le forze di opposizione.

  Benedetto DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA), associandosi alle riflessioni dei colleghi, stigmatizza l'assenza di un rappresentante del Ministero degli affari esteri, che avrebbe consentito di chiarire i rischi connessi alla sovrapposizione con l'attuale disciplina della cooperazione allo sviluppo. Ribadendo che l'assenza di adeguate risorse rende il Piano un'iniziativa meramente propagandistica, stigmatizza altresì l'assenza, tra e settori della cooperazione, di elementi fondamentali come le iniziative di nation building e la tutela dei diritti umani. Restano da chiarire, inoltre, i criteri con i quali verranno selezionati gli Stati africani partner della cooperazione.Pag. 47
  Da ultimo, concorda sull'opportunità di promuovere un'iniziativa a livello europeo, dal momento che l'UE è l'unico soggetto in grado di contrastare l'influenza di Cina e Russia: al riguardo, ricorda che nel 2018, in occasione del suo ultimo discorso sullo stato dell'Unione, l'allora Presidente della Commissione europea Juncker propose un'iniziativa davvero innovativa, ovvero la creazione di un'area di libero scambio Unione europea-Unione africana.

  Federica ONORI (M5S) stigmatizza l'assenza di una vera strategia di sviluppo, poiché l'Esecutivo sembra animato dall'unico obiettivo di ridurre i flussi migratori, senza interrogarsi sulle cause che li determinano. Il «Piano Mattei», infatti, trascura completamente i temi della lotta al terrorismo e della promozione dello Stato di diritto nel continente africano, che pure sono alla base di numerosi conflitti e movimenti di popolazioni, si concentra sull'attività delle imprese italiane e sulla loro capacità di ampliare le propria presenza in Africa, ma è molto dubbio che l'azione delle imprese possa realmente incidere su scenari caratterizzati da instabilità politica, se non da veri e propri conflitti.
  Peraltro, tale espansione spesso prescinde dalle effettive esigenze del tessuto sociale locale e dagli obiettivi assunti rispetto alla transizione ecologica, come denunciato recentemente dall'attivista mozambicano Daniel Ribeiro, il quale, nel corso di una visita in Italia il 3 novembre scorso, ha dichiarato quanto segue: «nei contratti siglati dal Governo del Mozambico con ENI si afferma che qualora fossero apportati cambiamenti alle normative che riguardano l'estrazione di gas e petrolio ci sarà l'obbligo di compensare la compagna italiana, qualora questa fosse penalizzata da quelle leggi. Quindi se il nostro esecutivo provasse introdurre dei correttivi alla crisi climatica, finiremmo per pagare un conto molto salato».

  Paolo FORMENTINI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta, avvertendo che il provvedimento sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri.

  La seduta termina alle 13.55.