CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 23 novembre 2023
206.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
Pag. 193

SEDE REFERENTE

  Giovedì 23 novembre 2023. — Presidenza del presidente Walter RIZZETTO. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Claudio Durigon.

  La seduta comincia alle 14.10.

Disposizioni in materia di giusta retribuzione e salario minimo.
C. 1275 Conte, C. 141 Fratoianni, C. 210 Serracchiani, C. 216 Laus, C. 306 Conte, C. 432 Orlando, C. 1053 Richetti e C. 1328 Barelli.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato, da ultimo, nella seduta del 21 novembre 2023.

  Walter RIZZETTO, presidente, ricorda che nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, svoltosi ieri si è convenuto di terminare nella seduta odierna la fase degli interventi sul complesso degli emendamenti, per poi passare martedì 28 novembre prossimo alla votazione delle proposte emendative, in modo da poter trasmettere il testo risultante dall'esame degli emendamenti alle Commissioni competenti in sede consultiva e quindi – acquisito il parere delle predette Commissioni – conferire il mandato alla relatrice al massimo entro le ore 15 di mercoledì 29 novembre 2023, tenendo conto che il provvedimento è calendarizzato in Assemblea per il seguito della discussione a partire da giovedì 30 novembre prossimo.
  Per quanto riguarda la seduta di oggi, avendo a disposizione nella pausa dei lavori dell'Assemblea la fascia oraria fino alle 15 per i lavori della Commissione in sede referente e poiché l'Assemblea dovrebbe terminare i propri lavori intorno alle 16.30, ritiene si possa riprendere la seduta in sede referente anche al termine dei lavori dell'Assemblea per proseguire fino alle 17.45, allorché si considererebbe conclusa la fase degli interventi sul complesso degli emendamenti.

  Silvia ROGGIANI (PD-IDP) ritiene si sia dinanzi ad un vulnus della democrazia, uno scippo della maggioranza nei confronti dell'opposizione, di cui vengono lese le prerogative,Pag. 194 esautorando il Parlamento. Fa notare che la maggioranza si rifiuta di riconoscere un salario dignitoso ai milioni di lavoratori in difficoltà, nonostante i livelli salariali in Italia siano fermi da decenni. Fatto notare che la contrattazione collettiva da sola non è in grado di tutelare i salari, evidenzia come la mancanza di un salario minimo determinerà una ulteriore fuga di lavoratori all'estero, come rilevato da esponenti della Commissione europea. Fa notare che l'emendamento Rizzetto 1.6 rappresenta solamente un tentativo subdolo di dare l'impressione di affrontare un tema molto caro anche agli elettori del centrodestra.
  Osserva, in conclusione, che i gruppi di maggioranza e il Governo si ostinano nel non voler offrire tutela ai soggetti più fragili, come dimostra il contenuto stesso dell'ultimo disegno di legge di bilancio.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S) ritiene che i gruppi di maggioranza, pur calpestando i diritti delle minoranze, le stiano inconsapevolmente favorendo, conferendo visibilità al tema del salario minimo. Ritiene paradossale prevedere una delega, peraltro vaga e generica e suscettibile addirittura di legittimare i contratti pirata, per perseguire obiettivi che sarebbero immediatamente raggiunti con la previsione di un salario minimo, che determinerebbe solo effetti benefici. Fa notare che si continuano a danneggiare i soggetti più deboli, come dimostra l'eliminazione del reddito di cittadinanza, sostituito da una misura inadeguata. Ritiene, in conclusione, sia inopportuno dal punto di vista politico che un presidente di Commissione, chiamato a svolgere il giudizio di ammissibilità sulle proposte emendative presentate, sia il primo firmatario di un emendamento così delicato.

  Walter RIZZETTO, presidente, in risposta al deputato Dell'Olio, fatto notare che il presidente sinora non è mai intervenuto nel merito del dibattito e che così intende fare nel prosieguo della discussione, rileva che, qualora sussistano dubbi circa la legittimità dell'emendamento Rizzetto 1.6, è possibile, per chi lo ritenesse opportuno, assumere le iniziative nelle sedi competenti.

  Mauro Antonio Donato LAUS (PD-IDP) fa notare che le perplessità sollevate nel dibattito riguardano non tanto i profili regolamentari, quanto quelli di opportunità politica, che avrebbero dovuto indurre il presidente a non essere il primo firmatario di un simile emendamento.

  Gianni CUPERLO (PD-IDP), intervenendo anzitutto sul merito, fa notare che, nonostante vi sia l'urgenza oggettiva di prevedere un salario minimo, a fronte dei livelli salariali molto bassi dei lavoratori, i gruppi di maggioranza hanno scelto di presentare una proposta emendativa che reca norme di delega incostituzionali, che, non facendo riferimento alle organizzazioni comparativamente più rappresentative, legittimeranno la diffusione di contratti e organismi di rappresentanza di comodo, graditi al datore di lavoro. Sul metodo, osserva che l'iter di esame, caratterizzato da continui rinvii e tentativi di dilazione, culmina con la presentazione di una proposta emendativa che appare come una soppressione mascherata del provvedimento in quota opposizione. Rileva, dunque, che la maggioranza, sul tema del salario minimo, si sottrae al confronto e scarica sul Governo la responsabilità di intervenire, conferendo una delega che conferma lo squilibrio di poteri in atto ai danni del Parlamento. Richiamando alcune delle grandi riforme realizzate in Italia negli anni 70' del secolo scorso, ricorda che la classe dirigente di allora ebbe la lungimiranza di trovare, in Parlamento, una sintesi politica, al di là delle diversità di schieramento e delle maggioranze politiche, in nome dell'unità del Paese, modificando la costituzione materiale, valorizzando il confronto con i soggetti sociali e i movimenti esterni al Parlamento e ottenendo un consenso ampio nell'opinione pubblica. Fatto notare che il Paese è sempre cresciuto virtuosamente quando governato da élites in grado di lavorare per tenere unito il Paese, evidenzia che ora invece si sta intraprendendo Pag. 195una linea di azione politica opposta, che non convenendo a nessuno, appare incomprensibile e masochistica.

  Susanna CHERCHI (M5S) ritiene che l'emendamento Rizzetto 1.6 rechi una delega incostituzionale, che rischia di legittimare i contratti pirata e di frammentare il Paese con la previsione delle gabbie salariali. Evidenzia, peraltro, che la previsione di un salario dignitoso consentirebbe inoltre alle donne stesse di emanciparsi e sottrarsi a uomini violenti. Rilevato che la necessità della previsione di un salario minimo è stata indicata dalla stessa Corte di cassazione, osserva che i gruppi di maggiorana ignorano il tema, peraltro non contemplando alcun intervento a favore di lavoratori atipici, collaboratori e tirocinanti.

  Walter RIZZETTO, presidente, considerata l'imminente ripresa dei lavori dell'Assemblea, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.55.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 23 novembre 2023. — Presidenza del presidente Walter RIZZETTO, indi della vicepresidente Tiziana NISINI.

  La seduta comincia alle 16.10.

Disposizioni in materia di giusta retribuzione e salario minimo.
C. 1275 Conte, C. 141 Fratoianni, C. 210 Serracchiani, C. 216 Laus, C. 306 Conte, C. 432 Orlando, C. 1053 Richetti e C. 1328 Barelli.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella precedente seduta della giornata odierna.

  Walter RIZZETTO, presidente, ricorda che nella precedente seduta odierna sono proseguiti gli interventi sul complesso degli emendamenti e che nella presente seduta saranno svolti i restanti interventi fino alle ore 17.45, allorché si considererebbe conclusa la fase degli interventi sul complesso degli emendamenti.

  Rachele SCARPA (PD-IDP), dopo aver ripercorso l'iter di esame, caratterizzato da continui rinvii e sospensioni, fa notare che i gruppi di maggioranza, come già accaduto durante l'esame del provvedimento sul voto fuori sede in I Commissione, stravolge un provvedimento in quota opposizione, delegando il Governo ad intervenire, semplicemente in quanto non ha il coraggio di bocciare esplicitamente un provvedimento sul quale si registra un ampio consenso sociale. Ritiene sia in atto un vero e proprio svuotamento del ruolo del Parlamento e una lesione delle prerogative delle opposizioni, facendo notare, peraltro, che l'emendamento Rizzetto 1.6 prevede misure discutibili come l'introduzione di gabbie salariali.

  Enrica ALIFANO (M5S) evidenzia come la maggioranza abbia inteso appropriarsi di un tema posto dalle opposizioni per poi stravolgerlo attraverso la previsione di una delega vaga e generica e l'adozione di misure sbagliate, come quella che prevede l'introduzione delle gabbie salariali. Evidenziato come il tema del salario minimo sia stato posto di recente anche dalla Corte di cassazione, fa notare che un intervento in materia appare necessario, tenuto conto che i livelli salariali in Italia non crescono da anni e vi sono milioni di lavoratori – in particolare al Sud – con contratto flessibile e precario, soprattutto donne, sotto la soglia di povertà. Si chiede come si possa pensare di elevare il tasso di natalità, in presenza di livelli salariali così bassi.

  Marco GRIMALDI (AVS) non comprende come non si pensi di intervenire sul salario minimo, nonostante vi siano settori produttivi, come quello della logistica, caratterizzati da esternalizzazioni, a fronte di fatturati di multinazionali elevati, nei quali i salari dei lavoratori risultano di livello molto basso. Osserva, peraltro, che tali lavoratori sono costretti a svolgere prestazioniPag. 196 straordinarie, come le missioni fuori sede al fine di raggiungere livelli salariali più accettabili. Fa notare che le medesime difficoltà si riscontrano nel settore dei beni culturali e del turismo, laddove prevalgono precarietà e stipendi inaccettabili. Ritiene che la previsione di un salario minimo sia necessaria anche perché la contrattazione collettiva non appare in grado di garantire salari dignitosi, come dimostrano i rinnovi contrattuali di alcune categorie che hanno ricevuto incrementi insignificanti.

  Aboubakar SOUMAHORO (MISTO) ritiene non si possa ignorare il dramma sociale della povertà retributiva che appare connessa a quella della precarietà richiedendo quanto prima la previsione di un salario minimo. Evidenzia come il Governo, trattandosi di un tema sensibile presso l'opinione pubblica, ha fatto finta di affrontarlo, limitandosi a prendere altro tempo e stravolgendo il provvedimento in quota opposizione, a scapito delle prerogative del Parlamento.

  Ida CARMINA (M5S) esprime perplessità sul fatto che il presidente della Commissione sia il primo firmatario di un emendamento che esautora il Parlamento, peraltro su un provvedimento in quota opposizione. Ritiene che il tema del lavoro povero sia serio, tenuto conto che gli stipendi dei lavoratori italiani si sono ridotti negli ultimi anni, a differenza di quanto avviene nel resto d'Europa. Dopo aver ricordato che la necessità di un salario minimo è stata sottolineata da alcuni membri della Commissione europea, esprime forte perplessità sul contenuto dell'emendamento Rizzetto 1.6, che oltre a prevedere una delega generica, reca misure sbagliate, come quella che introduce le gabbie salariali con il rischio di incrementare il contenzioso giudiziario.

  Chiara GRIBAUDO (PD-IDP) non comprende come si possa aggirare il Parlamento e sottrarsi al confronto su una materia così delicata, ricordando come nelle passate legislature, nella XI Commissione, si è sempre cercato di intervenire ascoltando i soggetti interessati, su temi come la tutela dell'occupazione femminile. Fa notare che si sta procedendo senza alcuna volontà di dialogo ed esautorando il Parlamento, in relazione ai diritti dell'opposizione, e che si sta assistendo ad un vero premierato di fatto, come testimoniato dal ricorso eccessivo alla decretazione d'urgenza e allo strumento della fiducia. Ritiene peraltro assai discutibile che il presidente della Commissione, che dovrebbe svolgere un ruolo imparziale, sia il primo firmatario di una proposta emendativa che reca una delega in bianco e stravolge il contenuto del provvedimento in quota opposizione. Entrando nel merito dell'emendamento Rizzetto 1.6, inoltre, evidenzia come esso, facendo riferimento ai contratti più applicati e non a quelli sottoscritti dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative rischia, di indebolire la contrattazione e di livellare verso il basso i salari.

  Valentina D'ORSO (M5S) esprime forti perplessità sul comma 2 dell'articolo 1, lettere a) b) c) d) e g), osservando che vi è il rischio di abbassare i livelli salariali tenuto conto che si fa riferimento ai contratti collettivi più applicati, consentendo alle multinazionali di scegliere l'organizzazione sindacale di maggior favore. Non comprende poi come si possa prevedere l'intervento diretto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali nel caso di mancato rinnovo dei contratti collettivi o per i settori per i quali manca una contrattazione di riferimento, con il fine di adottare le misure necessarie, mentre non si consente al Parlamento di intervenire sul salario minimo.

  Federico FORNARO (PD-IDP) fa notare che i gruppi di maggioranza, come già accaduto in I Commissione, durante l'esame del provvedimento sul voto fuori sede, sono intervenuti a stravolgere un provvedimento in quota opposizione, prevedendo al contempo una delega al Governo. Ritiene che questi costituiscano dei precedenti pericolosi rispetto ai quali la stessa Giunta del Regolamento dovrebbe intervenire a Pag. 197tutela dei diritti delle minoranze. Fa notare inoltre che la previsione di una delega al Governo svuota completamente il Parlamento del suo ruolo, osservando che i gruppi di maggioranza avrebbero fatto meglio a respingere il provvedimento piuttosto che stravolgerlo in questo modo, tenuto conto che i gruppi di minoranza erano pronti al confronto sul merito. Ritiene sia in atto uno squilibrio dei poteri che altera il rapporto tra Parlamento e Governo e tra maggioranza e opposizione, confermato dai ricorsi alla decretazione d'urgenza che ormai ha raggiunto livelli inaccettabili. Ritiene in conclusione irrituale che il presidente della Commissione sia il firmatario di un emendamento che mira ad ostacolare il confronto parlamentare.

  Arturo SCOTTO (PD-IDP), intervenendo sull'ordine dei lavori, dopo aver ringraziato i gruppi di opposizione per il dialogo in Commissione e la stessa Presidenza per la gestione dei lavori, chiede che sia valutata l'audizione del Ministro Calderone, a fronte dell'anomalia rappresentata dalla previsione di delega recata dall'emendamento Rizzetto 1.6. Ritiene inoltre necessario audire il presidente del CNEL, alla luce delle novità introdotte dal medesimo emendamento. Chiede in conclusione che sia garantita la massima pubblicità alle prossime sedute, anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera.

  Walter RIZZETTO, presidente, in risposta al deputato Scotto, fa notare che finora sono state garantite le uniche forme di pubblicità consentite dal Regolamento, non essendone previste altre nei lavori della Commissione in sede referente. Posto che i tempi a disposizione della Commissione per predisporre un testo da consegnare all'Assemblea sono molto stretti, fa presente che sarà sua cura contattare il Ministro Calderone in vista di un suo eventuale intervento nel corso dei lavori e che valuterà l'opportunità e la possibilità di audire il presidente del CNEL.

  Davide AIELLO (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, ringrazia tutti i gruppi di minoranza intervenuti nel dibattito, associandosi alla richiesta di audizione del Ministro Calderone e del presidente del CNEL, considerata la delicatezza del tema in questione e l'anomalia rappresentata dalla previsione di una delega che stravolge il provvedimento in quota opposizione.

  Walter RIZZETTO, presidente, avverte, dunque, che si è conclusa la fase degli interventi sul complesso degli emendamenti e che nella seduta di martedì 28 novembre prossimo, come stabilito dall'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, si passerà alle dichiarazioni di voto e alla votazione sulle proposte emendative.
  Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 17.50.