CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 14 novembre 2023
200.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
Pag. 12

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Martedì 14 novembre 2023.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 10.05 alle 11.20.

SEDE REFERENTE

  Martedì 14 novembre 2023. — Presidenza del presidente Nazario PAGANO. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Nicola Molteni.

  La seduta comincia alle 11.40.

DL 133/2023: Disposizioni urgenti in materia di immigrazione e protezione internazionale, nonché per il supporto alle politiche di sicurezza e la funzionalità del Ministero dell'interno.
C. 1458 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta dell'8 novembre 2023.

  Nazario PAGANO, presidente, ricorda che nella scorsa seduta si è conclusa la discussione sul complesso degli emendamenti e fa presente che nella seduta odierna si procederà all'esame delle proposte emendative. Avverte che il Governo ha presentato le proposte emendative 9.09 e 10.2 (vedi allegato 1) e che alle ore 12 scadrà il termine per la presentazione di subemendamenti a tali proposte emendative. Avverte altresì che è stato ritirato prima della seduta l'emendamento Iezzi 8.5 e che gli emendamenti Zaratti 3.3 e Bonafè 5.25 sono erroneamente presenti nel fascicolo, in quanto duplicazioni degli identici emendamenti Zaratti 3.2 e Bonafè 5.23. Comunica poi, in accoglimento delle richieste avanzate dalle opposizioni, di aver provveduto ad inoltrare al Ministro dell'interno una richiesta di audizione in Commissione Pag. 13sui contenuti dell'accordo concluso con l'Albania. Da quindi conto delle sostituzioni.

  Francesco MICHELOTTI (FDI), relatore, in relazione alle proposte emendative riferite all'articolo 1, propone l'accantonamento dell'articolo premessivo Lucaselli 01.01 ed esprime parere contrario sugli identici emendamenti Zaratti 1.2 e Soumahoro 1.3, nonché sugli emendamenti Soumahoro 1.4, Zaratti 1.5, Magi 1.6, Bonafè 1.7 e 1.8 e Zaratti 1.9. Esprime, quindi, parere favorevole sull'emendamento Kelany 1.10 e parere contrario sugli emendamenti Zaratti 1.11 e 1.12. Esprime parere favorevole sull'emendamento Lucaselli 1.13 nonché parere favorevole sull'emendamento Kelany 1.14, a condizione che sia riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2). Esprime, quindi, parere favorevole sull'emendamento Lucaselli 1.15.
  Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 2, esprime parere contrario sull'emendamento Soumahoro 2.1 e sugli articoli aggiuntivi Ascari 2.03 e 2.04 e Onori 2.05.
  In relazione alle proposte emendative riferite all'articolo 3, esprime parere contrario sull'articolo premissivo Ascari 03.01, nonché sugli identici emendamenti Zaratti 3.2 e Soumahoro 3.4 e sull'emendamento Ascari 3.5. Propone l'accantonamento dell'emendamento Iezzi 3.7 ed esprime parere contrario sull'emendamento Bonafè 3.6 e sugli identici emendamenti Boschi 3.8, Magi 3.9, Bonafè 3.10 e Alfonso Colucci 3.11. Esprime, quindi, parere contrario sull'emendamento Bonafè 3.12, sugli identici emendamenti Magi 3.13 e Bonafè 3.14 e sugli emendamenti Zaratti 3.15 e Bonafè 3.16 e 3.17.
  Per quanto concerne le proposte emendative riferite all'articolo 4, esprime parere contrario sugli identici emendamenti Zaratti 4.1, Soumahoro 4.2 e Bonafè 4.3, sugli identici emendamenti Magi 4.4 e Bonafè 4.5, sugli identici emendamenti Boschi 4.6, Alfonso Colucci 4.7 e Bonafè 4.8 e sugli emendamenti Alfonso Colucci 4.9, Zaratti 4.10 e Bonafè 4.11. Propone l'accantonamento degli emendamenti Iezzi 4.12 e 4.13 ed esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Ascari 4.01.
  Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 5, esprime parere contrario sugli identici emendamenti Zaratti 5.1, Soumahoro 5.2, Alfonso Colucci 5.3 e Bonafè 5.4 e sugli emendamenti Alfonso Colucci 5.5, 5.6 e 5.7. Invita i presentatori al ritiro degli emendamenti Zaratti 5.8, Iezzi 5.9, Bonafè 5.10, 5.11 e 5.12, nonché degli identici emendamenti Bonafè 5.13 e Auriemma 5.15. Esprime parere contrario sugli identici emendamenti Zaratti 5.16, Magi 5.17, Alfonso Colucci 5.18, Bonafè 5.19 e Boschi 5.20, sull'emendamento Zaratti 5.21 e sugli identici emendamenti Auriemma 5.22, Bonafè 5.23 e Boschi 5.24. Invita il presentatore al ritiro dell'emendamento Alfonso Colucci 5.26 ed esprime parere contrario sugli emendamenti Zaratti 5.27, Bonafè 5.28, Zaratti 5.29, Alfonso Colucci 5.30, Bonafè 5.31, Alfonso Colucci 5.32, Auriemma 5.33 e Zaratti 5.34. Propone l'accantonamento dell'emendamento Iezzi 5.35 ed esprime parere contrario sugli emendamenti Zaratti 5.36 e 5.37, sugli identici emendamenti Bonafè 5.38 e Alfonso Colucci 5.39, sull'emendamento Alfonso Colucci 5.40, sugli identici emendamenti Bonafè 5.41, Alfonso Colucci 5.42 e Zaratti 5.43, nonché sull'emendamento Auriemma 5.44. Propone, quindi, l'accantonamento dell'emendamento Kelany 5.45 ed esprime parere contrario sugli identici emendamenti Boschi 5.46, Alfonso Colucci 5.47 e Bonafè 5.48, sugli emendamenti Bonafè 5.49, Zaratti 5.50 e Alfonso Colucci 5.51, sugli identici emendamenti Zaratti 5.52 e Alfonso Colucci 5.53, sugli emendamenti Zaratti 5.54 e 5.55, sugli identici emendamenti Zaratti 5.56, Alfonso Colucci 5.57 e Bonafè 5.58, nonché sugli identici emendamenti Zaratti 5.59, Bonafè 5.60 e Alfonso Colucci 5.61. Esprime, quindi, parere contrario sugli emendamenti Zaratti 5.62, Alfonso Colucci 5.65, Zaratti 5.63 e 5.64, sugli identici emendamenti Zaratti 5.67 e Bonafè 5.68, sugli emendamenti Zaratti 5.69 e 5.70 e sugli identici emendamenti Alfonso Colucci 5.71, Zaratti 5.72 e Bonafè 5.73. Invita i presentatori al ritiro degli identici emendamenti Alfonso Colucci 5.74, Bonafè 5.76 e Zaratti 5.77. Precisa che la richiesta di ritirare alcuni emendamenti Pag. 14riferiti all'articolo 5 è motivata dal fatto che essi potrebbero ritenersi assorbiti da un proprio emendamento che è in via di presentazione.
  In relazione alle proposte emendative riferite all'articolo 6, esprime parere contrario sugli identici emendamenti Zaratti 6.1, Soumahoro 6.2, Auriemma 6.3 e Bonafè 6.4, sugli emendamenti Ascari 6.5 e 6.6, Zaratti 6.7 e 6.8 e Boschi 6.9 nonché sull'articolo aggiuntivo Zaratti 6.01.
  Per quanto concerne le proposte emendative riferite all'articolo 7, esprime parere contrario sugli identici emendamenti Soumahoro 7.1, Alfonso Colucci 7.2 e Bonafè 7.3, sugli emendamenti Alfonso Colucci 7.4, Ascari 7.5, Zaratti 7.7 e Ascari 7.8, sugli identici emendamenti Magi 7.9 e Bonafè 7.10, sugli identici emendamenti Auriemma 7.11 e Bonafè 7.12, sugli emendamenti Quartini 7.13, Boschi 7.14 e Alfonso Colucci 7.15, sugli identici emendamenti Boschi 7.16 e Alfonso Colucci 7.17 e sugli emendamenti Zaratti 7.18 e 7.19 e Alfonso Colucci 7.20 e 7.21. Propone, quindi, l'accantonamento dell'emendamento Iezzi 7.22 ed esprime parere contrario sugli identici emendamenti Boschi 7.23, Bonafè 7.24 e Magi 7.25, sugli identici emendamenti Boschi 7.26, Auriemma 7.27 e Bonafè 7.28, sugli emendamenti Ascari 7.29 e Alfonso Colucci 7.30, sugli identici emendamenti Zaratti 7.31, Bonafè 7.32 e Alfonso Colucci 7.33 e sull'emendamento Alfonso Colucci 7.34. Propone l'accantonamento dell'emendamento Ascari 7.35 ed esprime parere contrario sull'emendamento Auriemma 7.36, sull'articolo aggiuntivo Bonafè 7.05, sugli identici articoli aggiuntivi Bonafè 7.06 e Zaratti 7.07, nonché sull'articolo aggiuntivo Bonafè 7.08. Propone, infine, l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Ascari 7.09.
  Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 8, esprime parere contrario sull'emendamento Auriemma 8.1 e propone l'accantonamento dell'emendamento Iezzi 8.2. Esprime parere contrario sull'emendamento Soumahoro 8.3 e invita al ritiro dell'emendamento Iezzi 8.4. Esprime, quindi, parere contrario sugli emendamenti Carmina 8.7 e 8.8 nonché sull'articolo aggiuntivo Alfonso Colucci 8.01, sugli identici articoli aggiuntivi Zaratti 8.02 e Bonafè 8.03, sugli identici articoli aggiuntivi Magi 8.04 e Bonafè 8.05, sugli identici articoli aggiuntivi Alfonso Colucci 8.06 e Zaratti 8.07, sugli articoli aggiuntivi Bonafè 8.08 e Auriemma 8.09 e sugli identici articoli aggiuntivi Alfonso Colucci 8.010, Bonafè 8.011 e Zaratti 8.012.
  In merito agli emendamenti riferiti all'articolo 9, esprime parere contrario sull'emendamento Zaratti 9.1 e formula un invito al ritiro degli emendamenti Iezzi 9.2 e 9.3.
  Per quanto concerne le proposte emendative riferite all'articolo 10, invita il presentatore al ritiro dell'emendamento Padovani 10.1.
  Passando, infine, all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 11, esprime parere contrario sugli emendamenti Magi 11.1, Casu 11.2 e Alfonso Colucci 11.3; propone l'accantonamento dell'emendamento Iezzi 11.4 ed esprime parere contrario sull'emendamento Auriemma 11.5.
  In conclusione, precisa che i pareri relativi alle proposte emendative presentate dal Governo saranno forniti successivamente insieme a quelli sui relativi subemendamenti.

  Il Sottosegretario Nicola MOLTENI esprime parere conforme a quello espresso dal relatore.

  Maria Elena BOSCHI (A-IV-RE) chiede al relatore chiarimenti in ordine alle proposte emendative sulle quali è stato formulato un invito al ritiro; evidenzia infatti che se alcune di esse sono ricomprese in emendamenti del relatore, che peraltro non risultano ancora depositati, sarebbe più opportuno, anziché ritirarle, rilevarne l'assorbimento derivante dall'approvazione di emendamenti del relatore.

  Nazario PAGANO, presidente, in considerazione del fatto che il relatore non ha ancora depositato le preannunciate proposte emendative, suggerisce di accantonare gli emendamenti all'articolo 5 sui quali è stato formulato l'invito al ritiro. Concorde Pag. 15la Commissione, dispone dunque l'accantonamento degli emendamenti Zaratti 5.8, Iezzi 5.9, Bonafè 5.10, 5.11, 5.12, degli identici Bonafè 5.13 e Auriemma 5.15, oltre che dell'emendamento Alfonso Colucci 5.26 e degli identici Alfonso Colucci 5.74, Bonafè 5.76 e Zaratti 5.77.

  Igor IEZZI (LEGA) annuncia il ritiro di tutte le proposte emendative a sua prima firma per le quali non è stato chiesto l'accantonamento ma che sono oggetto di un parere contrario o di un invito al ritiro.

  Nazario PAGANO, presidente, disposto l'accantonamento dell'articolo premissivo Lucaselli 01.01, avverte che la Commissione passa a esaminare gli identici emendamenti soppressivi Zaratti 1.2 e Soumahoro 1.3.

  Filiberto ZARATTI (AVS) interviene sull'emendamento 1.2, a sua prima firma, volto a sopprimere l'articolo 1 del decreto-legge. Stigmatizza come il provvedimento d'urgenza intervenga sul diritto di difesa dello straniero, attribuendo al questore ampia discrezionalità, potendo negare l'autorizzazione al rientro dello straniero in Italia qualora, a suo insindacabile giudizio, la presenza in Italia possa procurare grave turbativa all'ordine pubblico. Ritiene che l'attribuzione di queste prerogative al questore travalichi il suo ruolo e che sarebbe stato molto meglio affidare il giudizio sulla pericolosità del soggetto all'autorità giudiziaria o almeno al prefetto. Ricorda infine che la difesa – tanto dei cittadini italiani quanto degli stranieri – è un diritto fondamentale garantito dalla Costituzione e che pertanto la sua compressione non può essere affidata a un tecnico, ma deve essere disposta dall'autorità giudiziaria.

  Alfonso COLUCCI (M5S) coglie l'occasione dell'avvio dell'esame del fascicolo degli emendamenti al decreto-legge per svolgere alcune considerazioni più generali sulla politica portata avanti sino ad oggi dal Governo Meloni sull'immigrazione, passando in rassegna i provvedimenti – prevalentemente decreti-legge – adottati per fronteggiare quella che il Governo ha definito come una emergenza.
  Ricorda anzitutto il primo provvedimento adottato in merito dal Governo, il decreto-legge n. 1 del 2023, comunemente noto come decreto ONG, volto da una parte ad impedire alle navi umanitarie, delle associazioni non governative, di svolgere soccorsi multipli di naufraghi in mare, e dall'altra ad attribuire al personale di bordo la competenza a raccogliere la domanda di asilo, pretendendo così attribuire allo Stato del quale la nave batte bandiera il compito di gestire la protezione internazionale del migrante. Evidenzia come entrambi i profili trattati dal decreto-legge siano stati ampiamente contestati anche in sede parlamentare e fatti oggetto di questioni di pregiudizialità costituzionale. Ricorda infatti che il divieto di soccorsi multipli viola non solo il diritto internazionale del mare, ma anche gli articoli 10 e 117 della Costituzione italiana e si pone in contrasto altresì con il codice della navigazione e con le disposizioni del codice penale che puniscono l'omissione di soccorso. Quanto al secondo aspetto, relativo al tentativo del Governo di incardinare nello Stato estero del quale la nave ONG batte bandiera la competenza a trattare la domanda di asilo, rammenta le critiche avanzate dalle opposizioni circa l'assenza a bordo delle navi delle competenze idonee a trattare tali domande e la violazione, anche in questo caso, degli accordi internazionali, del diritto dell'Unione europea e dell'articolo 11 della Costituzione.
  Passa poi a descrivere sinteticamente i contenuti del c.d. decreto Cutro, il decreto-legge n. 20 del 2023 che, nell'immediatezza della tragedia nella quale hanno perso la vita numerosi migranti, ha previsto la soppressione della protezione speciale umanitaria con la conseguenza di criminalizzare i migranti, aggravando irregolarità, caporalato, lavoro nero e fornendo così ampia manodopera per la criminalità organizzata; afferma infatti che in base alla disciplina di quel decreto, se il migrante riesce ad arrivare in Italia nonostante tutto, non può comunque rimanere e se rimane sarà comunque privo del permesso di soggiorno Pag. 16e quindi di un futuro. Ritiene che attraverso quel provvedimento d'urgenza – elaborato dopo il naufragio avvenuto a pochi metri dalle nostre coste e in circostanze che l'Esecutivo non ha mai chiarito – il Governo abbia sostanzialmente aderito all'impianto culturale dell'estrema destra europea sulla c.d. sostituzione etnica. Stigmatizza infatti le posizioni espresse da alcuni esponenti del Governo sul tema della c.d. sostituzione etnica, ricordando come coloro che utilizzano con leggerezza questa espressione – come ad esempio il Ministro Lollobrigida o il Ministro Salvini che ha parlato di genocidio della popolazione europea – dovrebbero sapere che fanno riferimento a una teoria aberrante dell'estrema destra europea, evocata anche da Orban, il cosiddetto piano Kalergi, che prefigura un immaginario complotto giudaico per sostituire l'etnia europea con quella africana e asiatica. Evidenzia, incidentalmente, che se davvero il Ministro Lollobrigida ha usato inconsapevolmente quella espressione, intendendo alludere al pericolo di una sostituzione culturale e non etnica, potrebbe fugare ogni dubbio aderendo alla proposta del Movimento 5 stelle sul c.d. ius scholae, che riconosce la cittadinanza italiana a coloro che dimostrino un livello di integrazione adeguato nel tessuto sociale e culturale del nostro Paese.
  Sottolinea come questi primi decreti-legge abbiano fatto subito capire che il tema dell'immigrazione è molto più articolato di come la propaganda del Governo ha cercato di presentarlo e stigmatizza che nonostante tale propaganda, l'annuncio di blocchi navali, gli ostacoli alle navi umanitarie, la minaccia di rincorrere gli scafisti per tutto il globo terracqueo e lo smantellamento del sistema di accoglienza e integrazione, gli ultimi dati riportano un incremento del 103 per cento dei migranti irregolari sul nostro territorio e la maggioranza ha dovuto proclamare lo stato di emergenza per l'immigrazione, dopo aver gridato allo scandalo quando, pochi anni fa, il Governo Conte dichiarava l'emergenza a causa della pandemia da Covid-19.
  Afferma che il continuo ricorso alla decretazione d'urgenza ha l'unica funzione di coprire l'incapacità del Governo di gestire il fenomeno, come dimostra il fatto che il decreto-legge attualmente in conversione appare già superato da un fantomatico e misterioso trattato internazionale con l'Albania mentre molte delle misure introdotte sono già state giudicate illegittime dall'autorità giudiziaria. Ricorda inoltre come lo stesso Governo sia stato costretto ad ammettere, nel Documento di economia e finanza, che l'immigrazione rappresenta anche una risorsa economica per il nostro Paese.
  Ricordando l'affermazione di Protagora, per il quale la misura di tutte le cose è l'uomo, ma anche alcune prese di posizione in Assemblea costituente di Dossetti e Moro circa l'esigenza di mettere le istituzioni democratiche al servizio dell'uomo, afferma che il nostro Paese non merita questo Governo, che vietando i soccorsi ai naufraghi, smantellando la rete di assistenza territoriale, sopprimendo l'assistenza psicologica ai migranti e da ultimo introducendo norme contro i minori stranieri tradisce la nostra tradizione di umanesimo, dimentica che l'uomo viene prima di ogni cosa, prima dello Stato e prima del diritto, e che gli italiani sono stati, essi stessi, migranti.
  Invita quindi il Governo Meloni ad abbandonare la propaganda e l'approccio ideologico al problema migratorio, per mettersi invece al lavoro per ottenere regole europee più eque di re-distribuzione dei migranti e per cambiare il c.d. Regolamento di Dublino, per sviluppare vere cooperazioni in Africa, pur riconoscendo che tali obiettivi potrebbero essere raggiunti solo da un Governo autorevole e rilevando che il Governo in carica manca invece di tale autorevolezza, come dimostrato dalle affermazioni fatte dalla presidente del Consiglio nel corso della nota conversazione telefonica con i comici russi.

  Nazario PAGANO, presidente, invita l'onorevole Colucci a concludere il suo intervento evidenziando come egli abbia ampiamente sforato i tempi a sua disposizione.

  Alfonso COLUCCI (M5S), preannunciando di aver ancora molte cose da dire Pag. 17sulla politica immigratoria del Governo, conclude il suo intervento sostenendo l'esigenza di superare la disciplina contenuta nella c.d. Legge Bossi-Fini oltre che di potenziare i permessi di soggiorno per motivi di lavoro e di studio. In merito, incidentalmente, sottolinea come l'unica misura apprezzabile introdotta dal Governo, relativa al riconoscimento del permesso di soggiorno a tutte le donne e non solo alle donne incinte, sia frutto dell'approvazione di una disposizione già prevista da un emendamento dell'onorevole Ascari, parlamentare del Movimento 5 stelle.

  Matteo MAURI (PD-IDP), nel sottolineare che bene ha fatto il collega Alfonso Colucci a fornire una ricostruzione «storica» di quanto accaduto nell'ultimo anno in materia di immigrazione, fa presente che siamo al quarto decreto-legge che interviene sulla materia in senso stretto, cui si aggiungono il decreto ministeriale relativo alla cosiddetta cauzione per gli immigrati ristretti e il recente accordo con l'Albania. Rilevato che tali e tanti interventi non forniranno un contributo a risolvere la situazione, a suo avviso serve al contrario un'azione organica che parta dai presupposti di fondo e dalle ragioni del fenomeno e che, all'interno della cornice del diritto internazionale e del diritto europeo, punti ad incrementare gli arrivi regolari al fine di ridurre l'immigrazione irregolare, come peraltro dichiarato in più occasioni dalla stessa presidente Meloni. Sottolinea che tale era l'impostazione per quanto timida del cosiddetto decreto Cutro nella sua versione originaria, prima che venisse stravolta in Consiglio dei ministri a seguito della spinta di altre forze della maggioranza che si contendono la leadership del fenomeno migratorio. Dopo quel primo tentativo di adottare un'impostazione diversa, in controtendenza rispetto ai contenuti della legge Bossi-Fini, che rappresenta il vero problema dal momento che impedisce arrivi regolari e coordinati con le offerte di lavoro nel nostro Paese, si è andati invece nella direzione contraria, con interventi successivi di modifica di singole disposizione, privi di una visione complessiva. Nel sottolineare che ciò tradisce l'incapacità del Governo di gestire seriamente il fenomeno, limitandosi ad una risposta ideologica e propagandistica, che come nel caso specifico interviene in maniera parziale, avendo come presupposto la criminalizzazione dei migranti. Consapevole del fatto che le sue invocazioni di un cambio di rotta, anche alla luce di un ampio dibattito da aprirsi nel Paese e in Parlamento, cadranno nel vuoto, evidenzia come i pareri contrari espressi dal relatore sulla quasi totalità delle proposte emendative dell'opposizione, tradiscano la mancata volontà di dialogo della maggioranza. Nel sottolineare che nonostante le soluzioni dure prospettate dal Governo nella realtà le cose vanno diversamente, considerato che il numero di espulsioni e rimpatri è rimasto sostanzialmente invariato, con riferimento specifico all'emendamento soppressivo 1.2 del collega Zaratti, fa presente come l'articolo 1 intervenga a «gamba tesa», riducendo le garanzie degli stranieri che a suo parere non dovrebbero essere diverse da quelle dei cittadini italiani.

  Susanna CHERCHI (M5S) chiede di intervenire.

  Nazario PAGANO, presidente, fa presente che la deputata Cherchi non può intervenire non essendo componente della Commissione né sostituta di un componente.

  Maria Elena BOSCHI (A-IV-RE), nel precisare che saranno i colleghi del Movimento 5 Stelle a fare le proprie valutazioni in merito al mancato intervento della collega Cherchi, alla quale il presidente non ha concesso la parola, fa presente che nella riunione dell'ufficio di presidenza appena svoltosi è stato consentito di intervenire alla deputata Matone, che non è componente della Commissione Affari costituzionali.

  Nazario PAGANO, presidente, ricorda alla collega Boschi che la conduzione della Commissione è una prerogativa del presidente.

  Maria Elena BOSCHI (A-IV-RE) rileva che alle opposizioni, che non possono discuterePag. 18 nel merito né contribuire al miglioramento dei testi con le proprie proposte emendative, non è consentito neanche intervenire sull'applicazione delle norme regolamentari. Nell'invitare il presidente a dimostrare con riguardo all'intervento della collega Cherchi la stessa ragionevolezza manifestata nel corso della riunione dell'ufficio di presidenza con la deputata Matone, fa presente che se egli continuerà con questo atteggiamento ciò avrà una ripercussione sull'andamento dei lavori della Commissione. Auspicando quindi un clima di collaborazione, ferme naturalmente le prerogative del Presidente, nel merito del provvedimento fa presente che ci sarà modo di ripetere le considerazioni già svolte in occasione dell'esame degli altri decreti-legge in materia di immigrazione, dal momento che i diversi interventi di urgenza non hanno ottenuto alcun effetto con riguardo all'obiettivo dichiarato di limitare i flussi migratori. Richiama quindi i dati forniti dal Ministero dell'interno con riguardo agli ingressi irregolari in Italia, evidenziando come per l'anno 2023, alla data del 13 novembre, risultano arrivati 147 mila persone a fronte delle 91 mila del 2022 e delle 57 mila del 2021. Nel rilevare quindi il fallimento della strategia della Presidente Meloni, approfittando della presenza del Sottosegretario Molteni, chiede di sapere quanti trafficanti di essere umani siano stati perseguiti e assicurati alle patrie galere. Sottolineando come ad ogni aumento dei dati relativi agli arrivi il Governo risponda con un nuovo intervento d'urgenza, con riguardo al decreto-legge in esame chiede al Sottosegretario Molteni informazioni circa gli effetti dell'applicazione delle nuove procedure introdotte dall'articolo 1 ad un mese dalla loro entrata in vigore. A suo parere nella disamina operata dai colleghi con riguardo ai diversi interventi del Governo in materia di immigrazione è stato dimenticato un elemento importante, vale a dire il declamato piano Mattei che è atteso da un anno e che allo stato è soltanto un involucro vuoto. Evidenzia quindi che alla totale assenza di una risposta di medio-lungo periodo, che avrebbe dovuto essere garantita dal citato piano, e al mancato funzionamento delle misure d'urgenza, il Governo risponde con l'accordo con l'Albania, del quale si ignorano i contenuti così come la data della formalizzazione del testo in Parlamento. Nel rilevare che bisognerebbe consentire di discutere dei provvedimenti nelle sedi opportune o, in alternativa, di organizzare i lavori del Parlamento in modo tale che si possa assistere alle trasmissioni televisive per assumere le necessarie informazioni sulle iniziative del Governo, richiamando le ultime considerazioni del collega Mauri esprime preoccupazione per il fatto che le misure introdotte con il decreto in esame ottengono l'unico risultato di attenuare il diritto di difesa, che dovrebbe essere garantito sempre e nei confronti di chiunque. Dichiara a tale proposito di condividere la visione costituzionale evocata dal collega Alfonso Colucci, secondo la quale la persona viene prima dello Stato, a maggior ragione se si tratta di soggetti fragili e stranieri per i quali è più difficile esercitare il diritto di difesa. Nell'apprezzare pertanto la proposta emendativa dell'onorevole Zaratti soppressiva dell'intero articolo 1, rilevando l'impossibilità per le opposizioni di contribuire al miglioramento del testo, invita almeno a rendere utile il dibattito con chiarimenti da parte del Governo che dimostrino dati alla mano l'efficacia delle misure proposte.

  Carmela AURIEMMA (M5S) interviene per un richiamo al Regolamento, sottolineando che, diversamente da quanto accade nelle altre Commissioni, si è impedito alla collega Cherchi di intervenire in quanto non componente della Commissione Affari costituzionali. Ritenendo che si tratta di una violazione del Regolamento e della prassi, chiede che almeno la presidenza indichi quale sia la norma che impedisce l'intervento della collega.

  Nazario PAGANO, presidente, nel ricordare che si tratta di una discussione già affrontata, richiama il contenuto della lettera dell'allora Presidente Boldrini in cui si precisa che gli interventi in fase di dichiarazione di voto sulle proposte emendative sono riservati ai soli deputati membri della Pag. 19Commissione o ai sostituti. Fa presente inoltre di aver già messo a disposizione dell'onorevole Auriemma in una precedente occasione la lettera della Presidente Boldrini.

  Carmela AURIEMMA (M5S) fa presente che non si è in fase di dichiarazione di voto.

  Nazario PAGANO, presidente, ribadisce che la fase in corso è quella delle dichiarazioni di voto sulle singole proposte emendative.

  Carmela AURIEMMA (M5S) richiama il contenuto dell'articolo 38 del Regolamento, secondo cui «ogni deputato può partecipare, senza diritto di voto, alle sedute di Commissione diversa da quella alla quale appartiene».

  Nazario PAGANO, presidente, ribadisce che il deputato che non appartenga alla Commissione non può intervenire in sede di dichiarazione di voto.

  Carmela AURIEMMA (M5S) nel censurare il fatto che sia il presidente a decidere quando si passa alla fase delle dichiarazioni di voto, rileva che si tratta di una violazione delle prerogative parlamentari.

  Nazario PAGANO, presidente, nel far presente che la collega Cherchi avrebbe potuto intervenire in sede di esame del complesso delle proposte emendative, ribadisce che la fase attuale è invece quella della dichiarazione di voto.

  Pasqualino PENZA (M5S), nel sottolineare che l'intento è soltanto quello di sviscerare una questione che, forse anche a causa di imprecise conoscenze, necessita di chiarimenti, invita tutti ad un tono più consono alla sede, al fine di garantire un clima più sereno. Quanto al merito del provvedimento, anche alla luce della propria esperienza presso l'ufficio immigrazione di Bologna, rileva la presenza di alcune ambiguità nel testo, tanto più considerato il recente accordo con l'Albania. Nel sottolineare pertanto le difficoltà dell'opposizione a valutare l'impatto delle misure in assenza di un confronto con il Ministro Piantedosi, chiede in particolare che venga chiarita la disciplina della fase dell'accoglienza nei confronti di immigrati trasferiti su un sedime estero in cui vigerà a quanto si dice la giurisdizione nazionale. Nel far presente che i soggetti ospitati nel CARA di Bologna non essendo segregati avevano la possibilità di uscire ed entrare liberamente dal centro, si domanda se invece nel caso specifico di tratterà di prigionieri dello Stato italiano in Albania. Nel rilevare che il soggetto più di recente accusato di sequestro di persona non siede in quest'aula, evoca il rischio che si decida di applicare di volta in volta la legge italiana o quella albanese a seconda delle convenienze. Nel domandarsi dunque come il Governo e il legislatore italiano vorranno tutelare i soggetti più deboli e in particolare la categoria delle persone LGBT, rileva che in assenza di un quadro completo degli interventi in materia di immigrazione non può essere imputata alle opposizioni la genericità della discussione.

  Filiberto ZARATTI (AVS), intervenendo sull'ordine dei lavori e riferendosi alla lettera della Presidente Boldrini testé illustrata dal Presidente, richiama l'attenzione della presidenza sul fatto che per tutto ciò che non è puntualmente disciplinato dal Regolamento vale la prassi parlamentare. In proposito evidenzia che è prassi ricorrente nelle altre Commissioni permanenti che i deputati che non ne sono componenti possono intervenire in ogni fase dell'esame di un provvedimento. Alla luce di tale difformità di prassi tra le altre Commissioni e la I Commissione, pur confermando il rispetto nei confronti della presidenza, ma sottolineando la necessità che vi sia da parte della stessa uniformità di giudizio, chiede che la questione sia demandata alla Giunta per il Regolamento.

  Nazario PAGANO, presidente, replicando all'onorevole Zaratti, assicura che la presidenza sta impostando i lavori secondo la prassi parlamentare ricorrente.

Pag. 20

  Susanna CHERCHI (M5S) chiede di sottoscrivere tutte le proposte emendative presentate dai deputati Alfonso Colucci, Auriemma e Penza.

  Igor IEZZI (LEGA) chiede che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

  Nazario PAGANO, presidente, non essendovi obiezioni, dispone l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

  Alfonso COLUCCI (M5S), nello stigmatizzare il comportamento dell'onorevole Iezzi, che ha interrotto l'onorevole Cherchi mentre stava intervenendo, richiama all'attenzione della presidenza l'articolo 80, comma 2, del Regolamento, che prevede la possibilità per ciascun deputato di trasmettere alle Commissioni emendamenti o articoli aggiuntivi ai progetti di legge e chiedere o essere richiesto di svolgerli davanti ad esse. Richiama, altresì, l'articolo 38, comma 1, del Regolamento, in base al quale ogni deputato può partecipare, senza diritto di voto, alle sedute di Commissione diversa da quella alla quale appartiene previa comunicazione al presidente della Commissione stessa da parte del Gruppo di appartenenza. Chiede, quindi, che sia garantito ai deputati che non sono componenti della Commissione di intervenire nel dibattito.

  Nazario PAGANO, presidente, replicando all'onorevole Alfonso Colucci, chiarisce che i deputati che non sono componenti della Commissione possono intervenire in discussione generale o sul complesso degli emendamenti, ma non in fase di dichiarazione di voto. Sottolinea che la Presidenza della Camera si è già espressa sul punto con la lettera della Presidente Boldrini testé richiamata.

  Ida CARMINA (M5S), intervenendo per dichiarazione di voto, si associa agli interventi precedenti che hanno sottolineato la necessità di sopprimere l'articolo 1 del provvedimento in esame, evidenziando, tra l'altro, il venir meno del diritto di difesa, che dovrebbe essere sempre garantito ai sensi dell'articolo 24 della Costituzione, soprattutto nei casi in cui l'individuo è parte offesa di un reato. Fa presente, inoltre, la necessità che il Ministro Piantedosi illustri alla Commissione l'accordo siglato con l'Albania, poiché esso appare interferire con alcuni diritti universali inviolabili della persona. Ritiene che sarebbe interessante anche capire quali effetti finanziari tale Accordo avrà per il nostro Paese, soprattutto in un momento come quello attuale in cui si prospetta una legge di bilancio piuttosto austera. Crede, inoltre, che la scelta di siglare l'Accordo con l'Albania dimostri l'incapacità del Governo di gestire il fenomeno migratorio. Sottolinea che ciò, tra l'altro, ha provocato una situazione insostenibile sull'isola di Lampedusa, che si sarebbe potuta evitare con una gestione diversa e più oculata del fenomeno, come, ad esempio, utilizzando le navi militari per smistare i migranti in altri porti del Paese, garantendo, tra l'altro, il rispetto dei loro diritti umani, che, invece, molto spesso risultano violati.

  Filiberto ZARATTI (AVS), intervenendo per un richiamo al Regolamento, torna a chiedere alla presidenza di garantire il diritto di intervenire in discussione ai deputati che non sono componenti della I Commissione. In tal senso richiama gli articoli 80, comma 2, e 85, comma 4, del Regolamento. In particolare, sottolinea che tale ultima disposizione, qualora sia deliberata la chiusura della discussione ai sensi dell'articolo 44, garantisce la facoltà di intervenire una sola volta, per non più di dieci minuti ciascuno, ai primi firmatari o altro proponente degli emendamenti non ancora illustrati, che non siano già intervenuti nella discussione.

  Nazario PAGANO, presidente, replicando all'onorevole Zaratti, ribadisce le considerazioni già formulate in merito all'articolo 80, comma 2, del Regolamento, già richiamato dall'onorevole Alfonso Colucci. Con riferimento all'articolo 85, comma 4, del Regolamento chiarisce che esso si riferisce ai lavori dell'Assemblea.

Pag. 21

  Simona BONAFÈ (PD-IDP), richiamando l'interesse di tutti i gruppi affinché i lavori della Commissione si svolgano in un'atmosfera serena, chiede alla presidenza di investire della questione già richiamata dai deputati dell'opposizione la Giunta per il Regolamento, ricordando che nelle altre Commissioni permanenti i deputati che non sono componenti delle stesse possono intervenire anche nella fase delle dichiarazioni di voto.

  Nazario PAGANO, presidente, replicando all'onorevole Bonafé, fa presente che la questione sollevata dai gruppi di opposizione è stata già ampiamente discussa e chiarita. Qualora essi non fossero convinti delle motivazioni illustrate dalla presidenza, li invita a rivolgersi alla Presidenza della Camera.

  Gianni CUPERLO (PD-IDP), intervenendo per dichiarazione di voto, evidenzia che, di fronte a una maggioranza che non aveva mai avuto tanto potere nella storia della Repubblica, il primo compito dell'opposizione dev'essere quello della verità, rappresentando la realtà di uomini, donne e bambini in fuga da fame, guerra e povertà. In proposito, richiama le parole dell'Alto Commissario per i rifugiati, Filippo Grandi, il quale ha dichiarato che il numero di persone costrette a migrare è superiore ai 70 milioni e, di questi, 8 su 10 sono accolti da Paesi in via di sviluppo. Ritiene, quindi, che non ci sia una crisi relativa al numero di migranti in Europa, bensì una crisi culturale, alimentata, tra l'altro, dal Governo italiano che punta sulla narrativa del «nemico alle porte» e del «rischio di sostituzione etnica». A suo avviso, invece, la priorità dovrebbe essere quella di fermare la strage di innocenti che si continua a consumare nel Mediterraneo, che è diventato purtroppo un «cimitero a cielo aperto». Ritiene, inoltre, che l'opposizione dovrebbe chiedersi se quand'essa era al Governo ha fatto tutto il possibile per impedire la richiamata strage di innocenti e agevolare i processi di integrazione. In proposito, crede che non sia stato fatto abbastanza, poiché, quando era al Governo, l'opposizione non è stata in grado di abrogare la legge Bossi-Fini, non ha aumentato i corridoi di ingresso legale nel Paese e ha concluso, anch'essa, accordi con la guardia costiera libica. A suo avviso, infatti, è necessario che anche l'opposizione riconosca i limiti del suo operato per recuperare credibilità nei confronti di una battaglia di civiltà, come reputa che sia quella del processo di integrazione. Crede che non si possa sperare che in questa legislatura e con questa maggioranza vengano riconosciuti lo ius soli e lo ius culturae, ma evidenzia che le grandi conquiste della storia repubblicana, come il diritto al divorzio e all'aborto, sono scaturite sempre da spinte che provenivano dal basso e che hanno dato il via a un cambiamento sociale e culturale. Ricorda, tra l'altro, che i migranti presenti nel nostro Paese, a causa del calo demografico, contribuiscono in gran parte al welfare italiano e che senza il loro contributo già ora non si sarebbe in grado di garantire i servizi sociali essenziali. Ricorda, infine, che nel 1911, poiché l'Italia aveva bisogno di nuovi cittadini ed era felice di accoglierli, il Parlamento approvò una legge che riconosceva il diritto di cittadinanza italiana agli stranieri residenti nel nostro Paese da almeno cinque anni, a chi aveva un coniuge italiano o a chi si era particolarmente distinto per meriti verso il Paese. A suo avviso, l'Italia di quell'epoca si è dimostrata più coraggiosa di quella attuale, che vede una maggioranza prigioniera di pratiche già sconfitte in passato. Concludendo, ritiene che l'audizione del Ministro Piantedosi sia utile a capire se esistono margini per una riflessione che non sia rinchiusa nelle rispettive convinzioni della maggioranza e dell'opposizione. Tuttavia, sospetta che nel parere contrario del relatore e del Governo a tutte le proposte emendative dell'opposizione non sia riscontrabile lo spirito di collaborazione che ha appena auspicato.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA), intervenendo sugli identici emendamenti Zaratti 1.2 e Soumahoro 1.3, soppressivi dell'articolo 1 del decreto-legge in esame, sottolinea preliminarmente come l'andamento dei lavori della Commissione nella seduta odierna non sia determinato da un «capriccioPag. 22» delle opposizioni bensì dalla necessità di queste ultime di assumere una postura intransigente rispetto a una situazione che, per molteplici ragioni, risulta essere inaccettabile. Osserva in primo luogo che il decreto-legge in discussione si inserisce nel solco di altri decreti-legge con i quali il Governo è intervenuto in maniera estremamente ravvicinata sulla materia.
  Rileva quindi come questi interventi incidano su alcuni profili per i quali non ravvisa la necessità di ricorrere alla decretazione d'urgenza e sottolinea come la produzione continua di decreti-legge, annunciati come risolutivi e sistematicamente modificati subito dopo, dimostri come l'Esecutivo sia incapace di intervenire in maniera organica sul tema.
  A suo avviso, sarebbe doveroso che il Governo, se la maggioranza è effettivamente compatta, presentasse un disegno di legge organico in materia di immigrazione, per consentire anche al Parlamento di intervenire. Sottolinea, quindi, che le norme del Regolamento e la prassi parlamentare citate dal presidente nel suo precedente intervento – pur concordando in parte con il presidente stesso nella loro interpretazione – hanno ragione di esistere soltanto se a tutti i parlamentari viene assicurata la facoltà di intervenire in Assemblea su un provvedimento esaminato in sede referente, e quindi quando non viene sistematicamente impedita tale facoltà.
  Ritiene perciò che le opposizioni debbano contrastare questa «metamorfosi delle Istituzioni» con un atteggiamento assolutamente intransigente che non deve essere confuso con l'ostruzionismo.
  Sottolinea quindi che se i diversi e successivi interventi del Governo fossero stati volti, ad esempio, a prevedere una normativa più rigorosa sui rimpatri, a favorire il rapporto tra domanda e offerta in ambito lavorativo o a utilizzare il sistema dell'accoglienza per favorire i processi di inclusione, la discussione parlamentare avrebbe potuto essere condotta in maniera diversa. Osserva invece che i decreti-legge presentati dal Governo sono accomunati da una sola e chiara volontà politica: quella di diminuire l'effettività delle garanzie dei cittadini detenuti e di aumentare le occasioni di detenzione per persone che non hanno commesso alcun reato ma che sono in una condizione di irregolarità amministrativa. Tale volontà politica – che viene rivendicata dall'Esecutivo come una conquista sulla quale si stanno orientando anche altri leader europei – a suo avviso rappresenta invece il livello di degrado dello stato di diritto e di democrazia nell'Unione europea.
  Per quanto attiene inoltre alla richiesta avanzata dai gruppi di opposizione di audire in Commissione il Ministro dell'interno, sottolinea che essa è dettata anche dall'esigenza di conoscere quali siano effettivamente i dati dell'impatto della normativa in materia di immigrazione. Evidenzia infatti come la trasparenza del Viminale su tali dati durante i Governi precedenti fosse maggiore.
  Nel riservarsi di intervenire su tutte le proposte emendative presentate, sottolinea come l'atteggiamento intransigente assunto dalle opposizioni è dettato dalla sensazione che non si stiano soltanto limitando le prerogative delle minoranze ma che si stia anche colpendo il Parlamento.
  In proposito, rammentando come in passato era consuetudine che la presidenza delle Camere fosse ricoperta da esponenti dei gruppi di minoranza, stigmatizza il fatto che la Presidenza – rimettendosi all'analisi tecnica fatta dal Governo che afferma che non è necessaria la ratifica di un accordo che invece impatta sulla sovranità popolare e che impiega risorse pubbliche – non difenda le prerogative della Camera.

  Nazario PAGANO, presidente, avverte che la seduta terminerà alle ore 14 per riprendere al termine delle votazioni pomeridiane dell'Assemblea.

  Paolo CIANI (PD-IDP) dichiara il voto favorevole sugli identici emendamenti Zaratti 1.2 e Soumahoro 1.3 che sopprimono l'articolo 1 del decreto-legge in esame. Sottolinea come tale articolo, peggiorando ancor di più le previsioni contenute nel testo unico sull'immigrazione, non solo intervenga nei confronti di persone che vivono Pag. 23da lungo periodo nel territorio dello Stato ma ne riduca anche il diritto di difesa che invece andrebbe sempre salvaguardato.
  Rileva quindi come il provvedimento in esame intervenga su vari aspetti, prevedendo, tra le altre, norme in materia di minori e definendo i parametri per l'accoglienza: sottolinea come il legislatore, ogni volta che con il proprio intervento incide sui diritti delle persone fragili, dovrebbe essere particolarmente attento.
  Sottolinea inoltre come l'Esecutivo sia intervenuto sulla materia con un provvedimento d'urgenza ma evidenzia che la prima e più grave urgenza dovrebbe essere quella delle troppe persone che muoiono in mare nel tentativi di raggiungere l'Europa.
  A suo avviso le misure adottate sino a questo momento per rispondere all'esigenza del diritto alla vita non sono state in grado di raggiungere gli obiettivi che tutti auspicavano. Sottolinea quindi come anche la volontà di colpire il traffico di esseri umani dovrebbe innanzitutto essere dettata dall'esigenza di salvaguardare la vita delle persone.
  Rileva, tuttavia, come tale intendimento non sembrerebbe riscontrarsi nei decreti-legge adottati sulla materia, a partire da quello sulle Organizzazioni non governative delle quali si è ostacolato pesantemente il lavoro.
  Sottolinea inoltre la necessità di svolgere sempre un approfondito dibattito sui provvedimenti che incidono sul destino delle persone e manifesta la propria preoccupazione in merito all'Accordo – definito storico anche se ancora non se ne conosce il testo in maniera precisa – in base al quale sembrerebbe che le persone rintracciate in mare verranno accompagnate in Albania. In proposito, evidenzia la distanza geografica tra l'Italia e l'Albania e rileva come tali persone verrebbero trasferite in luoghi molto distanti da quelli in cui sono state soccorse.
  Osserva, inoltre, che sembrerebbe che i centri di accoglienza albanesi non saranno destinati alle donne in stato di gravidanza e ai minori. Si domanda pertanto se tali centri offrano degli standard di accoglienza inferiori a quelli previsti per i centri in Italia.

  Nazario PAGANO, presidente, invita il collega Ciani a concludere il proprio intervento.

  Paolo CIANI (PD-IDP) concludendo, rammenta come nel corso dell'esame in Assemblea delle questioni pregiudiziali, un collega abbia affermato di non volere che il nostro Stato diventi la «discarica dell'Europa». Nel rammentare che in discarica si portano i rifiuti, invita tutti a tener sempre presente che quando di parla di immigrazione, pur nel rispetto delle differenti posizioni politiche, ci si riferisce alle vite umane.

  Nazario PAGANO, presidente, avverte che l'onorevole Bonafè ha chiesto di intervenire. Essendo tuttavia giunte le ore 14, fa presente che la collega potrà svolgere il proprio intervento all'inizio della seduta già prevista al termine delle votazioni pomeridiane dell'Assemblea.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.

SEDE REFERENTE

  Martedì 14 novembre 2023. — Presidenza del presidente Nazario PAGANO. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno, Nicola Molteni.

  La seduta comincia alle 18.20.

DL 133/2023: Disposizioni urgenti in materia di immigrazione e protezione internazionale, nonché per il supporto alle politiche di sicurezza e la funzionalità del Ministero dell'interno.
C. 1458 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta dell'8 novembre 2023.

Pag. 24

  Nazario PAGANO, presidente, comunica che sono stati presentati tre subemendamenti all'articolo aggiuntivo 9.09 del Governo (vedi allegato 1). Fa presente che sono irricevibili le proposte subemendative Penza 0.9.09.3 e 0.9.09.2, in quanto prive del carattere accessorio tipico dei subemendamenti che possono proporre modifiche unicamente nell'ambito testuale dell'emendamento al quale si riferiscono. Ricorda che nella seduta antimeridiana, la Commissione ha avviato l'esame delle proposte emendative e che si sono svolte le dichiarazioni di voto sugli identici emendamenti Zaratti 1.2 e Soumahoro 1.3. Nel ricordare che al momento della conclusione della seduta antimeridiana aveva chiesto di intervenire in dichiarazione di voto l'onorevole Bonafè, dà conto delle sostituzioni.

  Maria Elena BOSCHI (A-IV-RE), interviene sull'ordine dei lavori, sottolineando che l'onorevole Bonafè, la quale aveva chiesto di intervenire in dichiarazione di voto sugli identici emendamenti Zaratti 1.2 e Soumahoro 1.3, è attualmente impegnata in Assemblea nell'illustrazione dell'ordine del giorno di cui è prima firmataria. Intende quindi porre una questione già sollevata in Assemblea e relativa alla necessità di organizzare i lavori parlamentari in modo tale da rendere compatibile la presenza dei deputati sia in Assemblea sia in Commissione. Consapevole del fatto che il Regolamento consente di convocare sedute di Commissione durante la fase di illustrazione degli ordini del giorno in Assemblea, fa presente tuttavia che è nella facoltà della presidenza fare valutazioni diverse al fine di non sacrificare la partecipazione dei deputati ai lavori parlamentari.

  Nazario PAGANO, presidente, chiede all'onorevole Boschi di precisare la propria richiesta.

  Maria Elena BOSCHI (A-IV-RE) chiede di sospendere i lavori della Commissione al fine di consentire ai colleghi di partecipare ai lavori dell'Assemblea o in alternativa di concordare orari di convocazione tali da consentire ai deputati di assolvere ad entrambi gli impegni. In aggiunta a ciò, chiede al presidente se vi sia qualche comunicazione in ordine alla disponibilità del Ministro Piantedosi a venire in audizione presso la I Commissione, come richiesto stamattina in sede di ufficio di presidenza.

  Alfonso COLUCCI (M5S) si associa alle considerazioni dell'onorevole Boschi, sottolineando che anche altri deputati sono nella condizione della collega Bonafè. Aggiunge che la collega Auriemma è impegnata in Assemblea nel suo ruolo di segretario e che per le ore 19.30 è convocata una riunione del Movimento 5 Stelle, della quale non è stata data tuttavia comunicazione ufficiale. Rileva quindi l'esigenza di sospendere i lavori della Commissione per riprenderli nella giornata di domani in modo da consentire ai deputati di assolvere agli impegni politici e parlamentari.

  Nazario PAGANO, presidente, prende atto della richiesta del collega Alfonso Colucci, che gli ha fornito un elemento ulteriore con riguardo alla convocazione del Movimento 5 Stelle che tuttavia non gli è stata comunicata in precedenza. Riconosce che per prassi, in occasione di riunioni dei gruppi, non si tengono lavori parlamentari.

  Igor IEZZI (LEGA) fa presente che il problema della concomitante convocazione del Movimento 5 Stelle andrebbe posto in Assemblea. Evidenzia infatti che, anche nel caso in cui la Commissione dovesse decidere di accedere alla richiesta del collega Alfonso Colucci e di rinviare la propria seduta, i lavori dell'Assemblea continuerebbero comunque.

  Nazario PAGANO, presidente, fa presente che in ogni caso sussiste il problema dei colleghi impegnati in Assemblea per l'illustrazione dei propri ordini del giorno. Non volendo in alcun modo impedire a chi intende intervenire di farlo, pur ricordando che esiste l'istituto della sostituzione, propone comunque, in assenza di obiezioni, di sospendere brevemente la seduta per consentire alla collega Bonafè di concludere l'illustrazione dell'ordine del giorno in AssembleaPag. 25 e di intervenire subito dopo in Commissione per dichiarazione di voto.

  La seduta, sospesa alle 18.30, è ripresa alle 18.40.

  BONAFÈ (PD-IDP), nel ringraziare presidente e colleghi per la cortesia, sottolinea comunque che di norma non vengono convocate le Commissioni durante la fase dell'illustrazione degli ordini del giorno in Assemblea. Ritiene che, alla luce dei diversi interventi dei colleghi che l'hanno preceduta, la maggioranza sia consapevole del disagio delle opposizioni rispetto all'eccessivo ricorso alla decretazione d'urgenza e alla posizione della questione di fiducia, che impedisce di svolgere un lavoro compiuto. Sottolinea che l'iniziativa dell'opposizione è volta a salvaguardare le prerogative di tutti, dal momento che la salute della democrazia passa attraverso l'efficace azione parlamentare. Quanto al merito, rileva come non sia la prima volta che il Governo affronta la delicata materia dell'immigrazione con un provvedimento d'urgenza, ricordando tra gli altri il decreto cosiddetto ONG, con il quale le organizzazioni non governative sono state tacciate di essere fattori di attrazione, nonostante che dati alla mano fossero responsabili del salvataggio del 9 per cento della totalità dei migranti. Nel rammentare che a detta del secondo il Governo si sarebbe dovuto trattare di un intervento risolutivo, richiama anche il successivo decreto Cutro che nelle intenzioni avrebbe dovuto colpire i trafficanti di essere umani su tutto il globo terraqueo. Nel far presente come né i decreti citati né quelli successivi abbiano ottenuto risultati, considerato il costante incremento del numero degli sbarchi, evidenzia l'esigenza di un approccio diverso, che punti sul rafforzamento della cooperazione internazionale, alla quale invece il Governo riduce i fondi. Nel ricordare poi il famoso piano Mattei che a distanza di un anno non propone alcunché di risolutivo, analogamente all'accordo con l'Albania, ribadisce l'esigenza di intervenire in materia di immigrazione con un intervento organico e di modificare la legge Bossi-Fini, al fine di favorire gli ingressi regolari ed il coordinamento degli arrivi con le offerte di lavoro nel nostro Paese. Nel ribadire la disponibilità dell'opposizione a dare il proprio contributo ad un intervento organico, sottolinea che il protocollo con l'Albania costituisce un'operazione demagogica, che non porterà risultati risolutivi e rispetto al quale il Consiglio d'Europa ha già espresso i propri dubbi con riguardo al rispetto dei diritti umani. Reitera la richiesta che il testo del protocollo venga trasmesso al Parlamento e che il Parlamento si possa esprimere sul suo contenuto, che non è noto nonostante se ne faccia un gran parlare nelle trasmissioni televisive e sulla stampa, con dichiarazioni parzialmente contraddittorie di membri del Governo. Nel sottolineare che oltretutto il protocollo avrà dei costi, considerata la previsione di realizzare a spese dell'Italia strutture in territorio albanese di cui si ignora la funzione, a riprova dell'approccio sbagliato del Governo fa presente che nel decreto in esame si ci limita a fornire maggiore risorse ai comuni per il solo smaltimento dei rifiuti. Nel richiamare le richieste avanzate in sede di audizioni dai comuni, su cui grava l'onere dell'accoglienza, fa presente che non si risolverà il problema finché non si metteranno a loro disposizione risorse sufficienti per i progetti destinati all'integrazione. Nel ritenere che i pareri contrari espressi sulle proposte emendative delle opposizioni e in particolare del Partito democratico tradiscono l'approccio ideologico del Governo e della maggioranza, si sarebbe augurata di poter contribuire seppure in minima parte al miglioramento del testo, soprattutto con riguardo alla questione del riconoscimento della minore età del soggetto. Rilevando che si sta parlando di persone e non di carichi residuali, ribadisce la richiesta che il Ministro Piantedosi venga in audizione presso la I Commissione, considerato che il protocollo con l'Albania avrà inevitabili riflessi anche sul decreto in esame, al fine di consentire tanto all'opposizione quanto alla maggioranza di esprimere un voto consapevole

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) coglie l'occasione dell'esame dei primi emendamenti Pag. 26al decreto-legge per svolgere alcune considerazioni generali sul tema dell'immigrazione e sulle modalità con le quali il tema è stato sin qui affrontato dal Governo. Ritiene infatti che il decreto-legge in conversione rappresenti il quarto episodio di una serie che racconta il grande fallimento di chi, dopo roboanti proclami, sperimenta la delusione degli effetti delle proprie politiche migratorie. Evidenzia come tutti gli episodi precedenti fossero incentrati sul concetto di falso: erano falsi i soccorritori dei quali trattava il decreto-legge n. 1 del 2023, in quanto per il Governo non si trattava di organizzazioni non governative interessate a salvare vite umane bensì addirittura a lucrare sui traffici di esseri umani; sono falsi i richiedenti asilo e poi sono falsi anche i centri di accoglienza.
  Afferma che quest'ultimo episodio della serie si incentra e si accanisce sui minori e pretende di destrutturare la c.d. Legge Zampa, una legge che tanti altri Paesi hanno preso ad esempio. In particolare, fa presente che tre sono i profili della legge che vengono stravolti dal decreto-legge n. 133 del 2023: il sistema multidisciplinare di accertamento dell'età, il meccanismo che prevede l'affido dei minori non accompagnati a famiglie e l'introduzione del permesso di soggiorno fino al ventunesimo anno di età, per consentire al giovane migrante di concludere il ciclo di studi in Italia. Il decreto-legge prevede infatti che per i minori non accompagnati la maggiore età scatti sostanzialmente a sedici anni, stabilendo che in assenza di posti nelle strutture appositamente dedicate ai minori il sedicenne possa essere collocato nelle strutture dedicate agli adulti, con evidenti rischi di promiscuità, di sicurezza e con pesanti riflessi sulla salute mentale dei giovani migranti, che indubbiamente per quanto hanno visto e vissuto durante il viaggio sono da considerare soggetti vulnerabili.
  Richiamando una sua personale visita nel centro di Pozzallo stigmatizza che un Paese come il nostro, membro dell'Unione europea e del G7, accolga esseri umani in centri datati, degradati, privi di adeguate strutture igieniche; dichiara tutta la propria indignazione per le condizioni nelle quali ha trovato alcune giovani migranti somale, segnate nel corpo e nella mente dalle torture subite, che avrebbero avuto immediato bisogno di assistenza medica e psicologica ma che invece erano abbandonate a loro stesse in un centro privo anche di letti puliti.

  Nazario PAGANO, presidente, invita l'onorevole Boldrini a concludere il proprio intervento, avendo superato i 10 minuti.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) si dice sorpresa nell'apprendere che gli interventi sono soggetti al limite dei 10 minuti, ricordando che nella seduta antimeridiana l'onorevole Colucci ha parlato per almeno 45 minuti.

  Nazario PAGANO, presidente, fa presente che la durata dell'intervento dell'onorevole Alfonso Colucci va considerata una eccezione e che resta ferma la regola dei 10 minuti per la durata degli interventi in dichiarazione di voto sugli emendamenti. Invita dunque l'onorevole Boldrini ad attenersi a tale regola, ricordandole come nella seduta antimeridiana il suo nome sia stato spesso richiamato per rammentare le regole che ella stessa, come Presidente della Camera, ha dettato per i dibattiti in Commissione.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) dichiarando di voler rispettare le regole, come segno di rispetto verso le Istituzioni, che vivono di regole, ribadisce che il decreto-legge in conversione è pericoloso perché sguarnisce la tutela dei minori e non rispetta il principio del superiore interesse del minore. Sottolinea, in particolare, come il profilo più critico sia quello del possibile trasferimento dei minori nei centri per gli adulti e come sia pertanto essenziale eliminare tali disposizioni e ogni rischio di promiscuità.

  Nazario PAGANO, presidente, constata l'assenza del presentatore dell'emendamento Soumahoro 1.3; si intende vi abbia rinunciato.

  La Commissione respinge l'emendamento Zaratti 1.2.

Pag. 27

  Nazario PAGANO, presidente, constata l'assenza del presentatore dell'emendamento Soumahoro 1.4; si intende vi abbia rinunciato.

  Filiberto ZARATTI (AVS) interviene per illustrare l'emendamento 1.5, a sua prima firma, volto ad intervenire sull'articolo 4, comma 3, del testo unico sull'immigrazione, di cui al decreto legislativo n. 286 del 1998, che consente l'ingresso in Italia allo straniero che dimostri di essere in possesso di idonea documentazione, nonché la disponibilità di mezzi di sussistenza sufficienti per la durata del soggiorno e, fatta eccezione per i permessi di soggiorno per motivi di lavoro, anche per il ritorno nel Paese di provenienza. All'eccezione dei permessi di soggiorno per motivi di lavoro l'emendamento aggiunge infatti quella per i permessi di soggiorno per motivi di studio e di lavoro.
  Cogliendo l'occasione di questo emendamento, critica più in generale la politica del Governo, che interviene ormai con cadenza mensile sul tema dell'immigrazione, creando incertezza in tutti coloro che si occupano di soccorso e accoglienza, non solo nelle organizzazioni non governative ma anche nelle amministrazioni pubbliche che, al continuo cambiare del quadro normativo, sono impossibilitate a programmare l'accoglienza. Evidenzia che il tema riguarda l'accoglienza di persone, di portatori di diritti che di certo non attraversano il Mediterraneo per sport e ricorda che grazie alla Resistenza la Costituzione italiana riconosce alcuni diritti e garanzie non solo ai cittadini ma più in generale a tutti gli esseri umani. Sottolinea come il Governo abbia completamente perso la partita dei migranti, come dimostra il rincorrersi di decreti-legge e, da ultimo, anche la vicenda dell'accordo con l'Albania: ritiene infatti che con tale accordo il Governo si comporti come il padrone di casa che pretende di pulire casa nascondendo la polvere sotto al tappeto. Stigmatizza infine che il Parlamento sia costretto a rincorrere i provvedimenti del Governo trovandosi ad esaminare oggi il decreto-legge emanato un mese fa che pare già superato da un ulteriore provvedimento – l'accordo con l'Albania – che ancora non si sa quando e se sarà oggetto di esame parlamentare.
  In merito, e richiamando il dibattito in Commissione circa l'esigenza di audire il Ministro dell'interno, si dice sconcertato dal fatto che il Ministro non abbia avvertito, lui per primo, l'urgenza di rispondere alla chiamata del Parlamento. Ribadisce infatti che, fintanto che non verrà cambiata la Costituzione, della sovranità popolare è espressione il Parlamento e non il Governo e che conseguentemente il Ministro dovrebbe automaticamente rivedere la propria agenda e trovare il modo di rispondere alla chiamata del Parlamento. Quanto al futuro, in relazione all'annunciata riforma costituzionale che vorrebbe introdurre un presidente del Consiglio eletto direttamente dal popolo, sfida il Governo a presentarla ed accettare il confronto parlamentare.
  In conclusione, ritiene che con questo decreto-legge il Governo abbia perso l'ennesima occasione per riformare il testo unico immigrazione, per esprimere una propria organica politica migratoria, continuando invece ad apportare modifiche disorganiche ed a privilegiare i proclami e gli annunci a effetto rispetto alle soluzioni concrete, con grave danno alla credibilità del nostro Paese.

  Carmela AURIEMMA (M5S) annuncia che i deputati del Movimento 5 stelle abbandoneranno i lavori della Commissione per la concomitanza di una riunione del gruppo parlamentare alla quale non possono mancare.

  Paolo CIANI (PD-IDP) ritiene l'emendamento Zaratti 1.5 molto importante perché considera i migranti nella loro dimensione affettiva e familiare e ricorda come anche gli italiani siano stati migranti e abbiano patito l'impossibilità di portare con loro all'estero le proprie famiglie. Evidenzia infatti che la considerazione del migrante solo in quanto lavoratore e non in quanto persona è uno dei limiti di fondo e più rilevanti del testo unico, un limite che il decreto-legge in conversione aggrava.
  In merito, ricorda come la tragedia di Cutro, da più colleghi richiamata, abbia Pag. 28riguardato prevalentemente famiglie e rileva che, se il nostro Paese si fosse dotato di una seria politica dei ricongiungimenti familiari, molte di quelle morti si sarebbero potute evitare. Rammenta che l'istituto del ricongiungimento familiare serve proprio a consentire ai migranti che si sono stabilizzati in Italia di riunirsi alla propria famiglia, aggiungendo alla raggiunta stabilizzazione economica anche la stabilizzazione affettiva e sociale, che rappresenta una garanzia di sicurezza anche per il Paese ospitante.
  Sottolinea come la vicenda del naufragio di Cutro sia anche emblematica del fallimento dell'accordo concluso dall'Unione europea con la Turchia. L'imbarcazione naufragata, infatti, era partita proprio dalla Turchia che, nonostante l'ingente quantità di denaro riscossa dall'Unione europea, non è riuscita a contenere le partenze di migranti. Auspica che anche l'accordo con l'Albania, del quale al momento si hanno notizie solo attraverso gli organi di stampa e internet, non si aggiunga all'elenco di accordi internazionali che non solo non hanno prodotto risultati di contenimento dell'immigrazione ma hanno gravemente minato la tutela dei diritti umani, se è vero che anche Papa Francesco ha definito i centri di detenzione in alcuni Paesi dei lager.
  Con specifico riferimento all'accordo con l'Albania, si chiede in che misura esso impatterà sulle norme in atto e sul contenuto del decreto-legge in conversione e sottolinea l'importanza che il Parlamento, al più presto, venga informato dei contenuti dell'accordo e possa esaminarlo; ritiene infatti che la tesi in base alla quale l'accordo rappresenterebbe una linea di continuità con un accordo già concluso con l'Albania nel 1995, reso esecutivo nel 1998 e nel frattempo scaduto, sia insostenibile in quanto l'accordo del 1995 si riferiva alle migrazioni albanesi in Italia e non le migrazioni internazionali. Sottolinea dunque l'esigenza di rispettare l'articolo 80 della Costituzione sottoponendo quanto prima l'accordo all'esame parlamentare.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Zaratti 1.5, evidenzia il fallimento totale dell'attuale maggioranza parlamentare sul tema delle politiche relative al fenomeno migratorio, a dispetto dei roboanti e spesso cinici annunci proclamati nel corso dell'ultima campagna elettorale per il rinnovo delle Camere. Richiama in proposito, a mero titolo di esempio, la specifica disciplina recata dal cosiddetto «decreto Cutro» dell'11 marzo 2023, che ha introdotto una nuova procedura accelerata che opera nel caso in cui la domanda di protezione internazionale sia presentata direttamente alla frontiera o nelle zone di transito da un richiedente proveniente da un Paese sicuro, rammentando il carattere sul piano giuridico di per sé perfetto e assoluto del diritto d'asilo, come tale riconosciuto dall'ordinamento internazionale e dall'articolo 10 della nostra Costituzione, la cui sussistenza dovrebbe pertanto essere valutato caso per caso dalle apposite Commissioni a ciò preposte.
  Osserva che anche le direttive europee richiamate dal Governo quale cornice giuridica delle misure adottate con il presente provvedimento offrono in realtà una pluralità di scelte tra loro alternative, prevedendo il trattenimento dello straniero nei centri come ultima possibilità e in via del tutto eccezionale.
  Nel rilevare che la convalida del predetto trattenimento è comunque riservata alla valutazione del magistrato, rammenta in proposito la vicenda assai inquietante che ha di recente coinvolto la giudice Iolanda Apostolico, fatta oggetto di una vera e propria campagna di linciaggio mediatico, fondata sulla diffusione di un filmato video di cui non appaiono ancora definitivamente chiare la paternità e le modalità di circolazione, che la ritraeva cinque anni fa come partecipante ad una pacifica manifestazione, al fianco di tante e diverse espressioni della società civile, organizzata al fine di riaffermare elementari diritti di civiltà rispetto alle azioni di contrasto dell'immigrazione poste in essere dall'allora Ministro dell'interno, Matteo Salvini, all'epoca del sequestro dei migranti a bordo della nave Diciotti.
  Ritiene, altresì, gravemente lesiva dei diritti sanciti dalla nostra Carta fondamentale,Pag. 29 ed in particolare dell'articolo 10, la previsione contenuta nel decreto del Ministro dell'interno dello scorso 14 settembre di una non trascurabile cifra in denaro, determinata in 4.938 euro, che il richiedente asilo è chiamato a sostenere quale condizione per il sostanziale riacquisto della propria libertà di movimento, senza neppure che altri soggetti possano prestare fideiussione per suo conto.

  Mauro DEL BARBA (A-IV-RE), nell'apprezzare le finalità dell'emendamento Zaratti 1.5, esprime rammarico per il mancato svolgimento sui temi dell'immigrazione, pure da sempre al centro dell'azione e delle posizioni professate dalle forze che compongono l'attuale maggioranza parlamentare, di un dibattito ampio e di un confronto dialettico tra le ragioni degli opposti schieramenti, anche al fine di prendere atto del sostanziale fallimento delle politiche in tale campo sinora perseguite nella presente legislatura.
  Nel sottolineare infatti la complessità del fenomeno migratorio, come del resto proprio in questi giorni plasticamente dimostrato dalle contrastate scelte legislative compiute dal Senato della Repubblica francese, ritiene che il silenzio della maggioranza su tali questioni rappresenti piuttosto la spia di un profondo imbarazzo, che tuttavia impedisce quel confronto democratico che, a suo giudizio, non deve invece mancare su una tematica tanto rilevante, sulla quale il Governo in carica ha peraltro adottato sin qui una serie di provvedimenti tra loro spesso contraddittori e che non hanno comunque prodotto alcun risultato positivo, realizzando viceversa una grave violazione dei principi costituzionali e degli elementari diritti umani e politici.
  Proprio per tali ragioni, ritiene che sarebbe in questo momento saggio riflettere più attentamente sulle reali dimensioni del fenomeno migratorio e intervenire a monte del problema, attraverso un approccio che sappia tenere conto degli ulteriori aspetti che ugualmente attengono ad un'efficace gestione del fenomeno stesso, da quelle relative al mantenimento della sicurezza e dell'ordine pubblico fino a quelle che implicano la promozione, da un lato, del necessario inserimento nel mondo del lavoro dei migranti, come richiesto da tante imprese italiane in carenza di manodopera, dall'altro, di una maggiore diffusione della conoscenza della lingua e della cultura italiana nonché delle regole di convivenza. In tale quadro, ritiene che un confronto aperto tra le diverse forze politiche, sia pure di estrazione distante le une dalle altre, potrebbe concretamente aiutare nella ricerca di soluzioni di contesto che possano perlomeno mitigare talune criticità del fenomeno migratorio inteso nella sua complessità.

  Gianni CUPERLO (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Zaratti 1.5, auspica che su di esso possa svilupparsi con la maggioranza un confronto scevro da preconcette posizioni ideologiche, osservando altresì che la sua eventuale approvazione costituirebbe senz'altro un segnale molto positivo ai fini dell'instaurazione di un clima di maggiore serenità nel prosieguo dell'esame del provvedimento e non inciderebbe sensibilmente sull'impianto complessivo dello stesso.
  Rileva che la proposta emendativa in discussione, valorizzando i motivi di studio e di ricongiungimento familiare ai fini della disciplina dell'ingresso dello straniero nel territorio italiano, è a suo avviso il frutto di una visione che non inquadra il fenomeno migratorio secondo l'ottica esclusiva di un'emergenza di ordine pubblico, bensì tenta di comprenderne le ragioni di fondo legate ai bisogni delle persone coinvolte, alla ricerca di opportunità di promozione della propria situazione, non solo economica e sociale. Ricorda a beneficio dei colleghi di avere personalmente conosciuto, per esperienza diretta, il significato, anche assai impegnativo, che può assumere la condizione della distanza fisica obbligata che viene a interporsi tra i componenti di un medesimo nucleo familiare, qualora alcuni di essi si siano trasferiti in Paesi diversi dal proprio alla ricerca di un futuro migliore.
  In conclusione, ritiene che l'emendamento Zaratti 1.5 persegue lo scopo di migliorare il testo del provvedimento, introducendo elementi di facilitazione all'ingresso nel nostro Paese da parte di persone Pag. 30che, con il loro arrivo, potrebbero comunque arrecare un contributo prezioso ai fini di una gestione più serena e sicura dello stesso fenomeno migratorio.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA), intervenendo sull'emendamento Zaratti 1.5, sottolinea come il decreto-legge in esame, così come tutta la compulsiva attività normativa del Governo sulla materia, dimostri la volontà dell'Esecutivo di rendere più difficile l'approccio dei richiedenti asilo rispetto alle procedure italiane.
  Il provvedimento infatti rende più complesse tali procedure, rischiando di vanificare le stesse domande di asilo, senza tener conto della difficoltà burocratica degli uffici a trattare tali domande nei termini stabiliti.
  Sottolinea quindi come oltre a dover rispettare un principio di legalità, lo Stato ha interesse a che le procedure siano efficaci e che si risolvano nel più breve tempo possibile.
  Nel citare quindi alcuni dati del Rapporto sull'economia dell'immigrazione 2023 che la Fondazione Moressa ha recentemente presentato alla Camera, sottolinea come i 2,4 milioni di lavoratori immigrati presenti sul territorio nazionale producano il 9 per cento del prodotto interno lordo nel 2023 e come la previsione di aumento di ingressi tra il 2023 e il 2026 sia insufficiente rispetto al fabbisogno di manodopera.
  Osserva inoltre che gli stranieri in Italia sono circa 5 milioni e che la loro età media è di 35 anni, rispetto ai 47 di quella italiana. Ricorda quindi che gli stranieri occupati, prevalentemente in lavori manuali, sono 2,4 milioni, principalmente nel settore dell'agricoltura e dell'edilizia. Sottolinea che continua l'espansione degli imprenditori immigrati e risulta positivo anche l'impatto fiscale – in quanto gli immigrati hanno versato 9,6 miliardi di euro di IRPEF – così come il saldo tra gettito fiscale e contributivo.
  Ritiene che tali dati, che meritano la centralità nel dibattito parlamentare, dimostrino come la produzione normativa del Governo in materia di immigrazione dovrebbe essere volta a favorire la regolarizzazione degli stranieri e, in determinate situazioni e a condizioni rigorose, addirittura la regolarizzazione anche degli stranieri già presenti sul territorio dello Stato. Sottolinea tuttavia come le norme di cui la società avrebbe bisogno siano diametralmente opposte a quelle volute dall'Esecutivo.

  Matteo MAURI (PD-IDP) sottolinea come molti degli interventi dei colleghi che lo hanno preceduto abbiano avuto il pregio di tentare di superare l'aspetto normativo per entrare nella quotidianità della vita delle persone. A suo avviso infatti, sarebbe opportuno, prima di effettuare un intervento normativo sull'immigrazione, mettersi nelle condizioni dei più fragili e provare ad immaginare cosa possa accadere ai minori stranieri non accompagnati quando arrivano nel nostro territorio.
  Invita quindi la maggioranza ed il Governo a svolgere un supplemento di riflessione sulla pericolosità della promiscuità di minori con soggetti adulti all'interno dei centri di accoglienza. Ritiene inoltre che andrebbe ulteriormente approfondita la questione inerente alla verifica dell'età. Sottolinea a tale proposito come l'Unicef abbia evidenziato che è molto più facile che un minore straniero dichiari di essere maggiorenne che non viceversa.

  Simona BONAFÈ (PD-IDP) ritiene che la maggioranza abbia potuto apprezzare come gli interventi svolti dai colleghi delle opposizioni siano costruttivi e finalizzati ad arricchire il dibattito fornendo dati e contributi politici. Sottolinea quindi che le proposte emendative presentate sono tese a migliorare il testo di un provvedimento sul quale è necessario prestare particolare attenzione, in quanto interviene sui soggetti più fragili: i minori stranieri non accompagnati. Ricorda inoltre che, in passato, la cosiddetta «legge Zampa» ha avuto come obiettivi quello di mettere a sistema il percorso di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati – dall'accertamento dell'età all'accoglienza alla possibilità di inserire i minori in famiglie attraverso l'affido familiare – e la possibilità di seguire un Pag. 31percorso di formazione e integrazione con l'estensione del permesso di soggiorno fino ai 21 anni. Rileva tuttavia che tali percorsi necessitano delle risorse adeguate e sottolinea come queste non vengano previste dal decreto-legge in esame.
  Sottolinea quindi la validità dell'emendamento Zaratti 1.5, evidenziando come il ricongiungimento familiare e il diritto allo studio favoriscano i processi di integrazione.
  Osserva invece come l'approccio dell'Esecutivo al tema dell'immigrazione anche nel decreto-legge in esame, sia esclusivamente repressivo, così come già ha potuto riscontrare nel corso dell'esame del «decreto-legge Caivano» con il quale il Governo ha agito sui minori inasprendo le pene senza prevedere progetti di integrazione.
  In fine, reitera la richiesta di un'audizione del Ministro dell'interno per riferire sul protocollo con l'Albania.

  La Commissione respinge l'emendamento Zaratti 1.5.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA) illustra l'emendamento a sua firma 1.6 volto a prevedere che il prefetto disponga il provvedimento amministrativo di espulsione quando il titolare di permesso di soggiorno costituisce una minaccia effettiva e sufficientemente grave per la pubblica sicurezza, sulla base di determinati elementi e mai per motivi economici, sostituendo l'attuale previsione in base alla quale quando ricorrono gravi motivi di sicurezza pubblica l'espulsione del titolare di permesso di soggiorno è disposta dal prefetto.
  L'emendamento, conseguentemente, rafforza le garanzie per lo straniero. Ritiene che tale proposta emendativa vada incontro alla volontà del Governo di rendere più rigorosa la disciplina in materia di espulsioni ma al contempo la rende più efficace.
  Sottolinea inoltre come il Governo e la maggioranza facciano un uso propagandistico della sicurezza sebbene siano già previsti strumenti per intervenire in maniera tempestiva, disponendo l'espulsione in particolari situazioni di sicurezza segnalate dall'intelligence.

  Filiberto ZARATTI (AVS), intervenendo sull'emendamento Magi 1.6, sottolinea come tale proposta emendativa, così come il precedente emendamento a sua firma appena respinto dalla Commissione, è volto a migliorare il testo del decreto-legge senza stravolgerne il contenuto. A suo avviso la decisione del relatore e del Governo di non valutare positivamente nessuna delle proposte emendative presentate dall'opposizione appare alquanto discutibile e non comprende per quale ragione sia stato negato un confronto sano su un tema così rilevante che riguarda la vita delle persone.
  Sottolinea come la questione dei minori stranieri non accompagnati, che sono la parte più fragile del popolo dei migranti, dovrebbe essere affrontata con più attenzione. Per individuare una soluzione a tale grave problematica e alle altre questioni oggetto del provvedimento in esame è necessario tuttavia uno sforzo comune anche nel rapporto tra maggioranza e opposizione. Rileva infatti come la contrarietà su tutte le proposte emendative dell'opposizione riferite ad un provvedimento i cui effetti incidono sulla vita delle persone non consenta di sviluppare una dinamica positiva che assicuri la sicurezza non solo dei cittadini ma anche di coloro che arrivano nel nostro Paese, bisognosi di cura e protezione.
  Essendo appena stato avviato l'esame delle proposte emendative, ritiene che vi sia ancora l'occasione per poter instaurare un dibattito che migliori il testo relativamente alle principali problematiche.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), rivolgendosi al Sottosegretario Molteni, unisce la propria voce all'accorato appello dell'onorevole Mauri appena ripreso dal collega Zaratti, rilevando che l'emendamento Magi 1.6 ha a che fare con la sicurezza, in particolare dei soggetti più fragili. Nel considerare un dovere della Commissione quello di garantire la sicurezza di ragazzini e ragazzine che abbandonano la loro casa per affrontare un lungo viaggio pieno di pericoli, e a rischio di abusi e di violenze, ritiene che il Sottosegretario non resti indifferente alla promiscuità cui sono costretti i minori posti in centri destinati agli Pag. 32adulti. Nel richiamare il caso del giovane afgano intervenuto in audizione che è giunto in Italia dopo otto anni di viaggio e che oggi è laureato, ha una famiglia e contribuisce al benessere dell'Italia, sollecita il Sottosegretario a dare analoga chance anche agli altri minori migranti, mettendoli in centri dedicati. Considera un ottimo risultato se dopo questo confronto, una volta arrivati all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 5, si possa concordare su una riformulazione che ponga i sedicenni in centri per minori invece che in hotspot come quello di Pozzallo che secondo quanto previsto dal Governo possono incrementare la capienza del 100 per cento. Senza alcuna strumentalizzazione né alcun intento polemico, consegna fiduciosa al Sottosegretario anche un'ulteriore richiesta relativa alla scadenza del permesso di soggiorno, rilevando nel contempo che gli articoli 5 e 6 rappresentano gli aspetti più critici del provvedimento. Evidenzia a tale proposito che se il permesso scade con il raggiungimento della maggiore età, ciò renderà vano l'investimento fatto sul minore, contribuendo oltretutto ad alimentare l'immigrazione irregolare.

  La Commissione respinge l'emendamento Magi 1.6.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), nel sottolineare come il provvedimento in esame rappresenti la quarta sosta lungo la «via crucis» dell'immigrazione, dopo il precedente appello, torna ad affrontare l'ambito più ampio costituito dall'importante concetto di Paese sicuro. Ricorda a tale proposito che gli Stati membri dell'Unione europea hanno stilato a livello governativo la lista dei Paesi considerati sicuri, includendovi addirittura Nigeria e Tunisia. A proposito del primo, rammenta che si tratta di un Paese grande e ricco dove tuttavia opera la cellula terroristica di Boko Haram che sfrutta la religione per altri fini e che rapisce e schiavizza le ragazze, costringendo le persone a fuggire per le condizioni di insicurezza e non soltanto per motivi non economici. Quanto alla Tunisia, sottolinea, anche alla luce della sua recente visita, che il Paese è molto impaurito e sta sperimentando una grave crisi economica frutto della crisi politica determinatasi a seguito del cambiamento di attitudine dell'attuale Presidente Saied il quale, dopo essersi presentato come un innovatore, ha finito per interrompere l'iter democratico esautorando il Governo, minacciando il Parlamento e incarcerando magistrati sindacalisti e dissenzienti. Nel sottolineare che il novanta per cento dei giovani tunisini vuole abbandonare il Paese, richiamando inoltre le dichiarazioni del Presidente Saied con riguardo alla minaccia di sostituzione etnica rappresentata dai subsahariani che vivono in Tunisia e che dunque si vedono costretti a fuggire, ritiene che aver firmato una cambiale in bianco in favore di tale soggetto, senza aver posto alcuna condizione, leda la credibilità dell'Unione europea. Nel rilevare che il concetto di Paese sicuro è strettamente connesso ai contenuti del provvedimento in esame, sollecita il Sottosegretario ad adoperarsi per una riconsiderazione della lista dei Paesi sicuri, anche se è stata stilata con il contributo di un altro Governo.

  Gianni CUPERLO (PD-IDP) ritiene che anche l'emendamento Bonafè 1.7 avrebbe potuto essere preso in considerazione da maggioranza e Governo quale sincero tentativo di migliorare il testo, senza metterne in discussione gli elementi portanti. Nel merito, nel far presente che tale emendamento è volto a intervenire sulla potestà del prefetto in materia di espulsione, al fine di evitare che il provvedimento sia disposto per motivi economici, sottolinea che si tratta di una proposta di civiltà, dal momento che la condizione personale del soggetto, compresa la eventuale difficoltà economica, non può mai essere ragione di compressione di altri diritti del medesimo soggetto. Aggiunge che il dovere per l'opposizione di fare tale sottolineatura deriva dai segnali inviati dal Governo in direzione di un panpenalismo che ha caricato un onere giudiziario su determinati soggetti in ragione non dei reati commessi ma degli atteggiamenti, delle condizioni soggettive e persino dello stile di vita. Ricorda a tale proposito il decreto sui rave party e in particolare Pag. 33quello sulle ONG, che interviene con logiche che nulla ha a che vedere con la realtà delle cose, se si considera che, dati alla mano, nel corso degli anni 2021 e 2022, tali organizzazioni hanno portato in salvo, rispetto al totale, una percentuale variabile tra il 10 e il 15 di migranti. Nel ribadire che la gran parte dei soccorsi sono operati dalla Guardia di costiera e dalla Guardia di finanza e che nello scorso anno, nel periodo di assenza in mare delle navi delle ONG, gli arrivi sono aumentati, fa presente come non sia stato provato in alcun modo un eventuale accordo con i trafficati e smentisce l'affermazione del Governo secondo cui le navi battenti bandiera straniera siano tenute a sbarcare i migranti in Stati terzi, richiamando a tale proposito le linee guida dell'IMO. In conclusione, rileva che l'emendamento Bonafè 1.7 serve a rendere potenzialmente meno arbitraria la scelta di un prefetto di disporre un provvedimento di espulsione.

  La Commissione respinge l'emendamento Bonafè 1.7.

  Nazario PAGANO, presidente, considerato che l'Assemblea ha appena concluso i propri lavori per consentire lo svolgimento della riunione del gruppo M5S, rinvia il seguito dell'esame alle ore 14.15 di domani.

  La seduta termina alle 21.05.