CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 9 novembre 2023
197.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VI e X)
COMUNICATO
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TESTO AGGIORNATO AL 10 NOVEMBRE 2023

SEDE REFERENTE

  Giovedì 9 novembre 2023. — Presidenza del presidente della VI Commissione, Marco OSNATO e del presidente della X Commissione, Luigi Alberto GUSMEROLI. – Interviene la sottosegretaria per l'economia e le finanze, Lucia Albano.

  La seduta comincia alle 12.40.

DL 131/2023: Misure urgenti in materia di energia, interventi per sostenere il potere di acquisto e a tutela del risparmio.
C. 1437 Governo.
(Seguito dell'esame e conclusione).

  Le Commissioni riunite proseguono l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta dell'8 novembre 2023.

  Marco OSNATO, presidente, comunica che è pervenuto il parere favorevole espresso dalla Commissione V Bilancio, che ha formulato due condizioni. Avverte che i relatori hanno presentato altrettanti emendamenti di recepimento delle predette condizioni – 1.36 e 7.04 – che sono stati posti in distribuzione (vedi allegato).
  Avverte che è in distribuzione anche l'emendamento 1-bis.1 dei relatori (vedi allegato), che integra l'articolo 1-bis in materia di servizi informativi per la pianificazione energetica comunale, approvato nella seduta di ieri, al fine di aggiungere la clausola di invarianza finanziaria.
  Trattandosi di un emendamento di natura puramente tecnica, chiede ai gruppi parlamentari se acconsentono a rinunciare al termine per la presentazione di subemendamenti.
  Prende atto che tutti i gruppi parlamentari acconsentono a rinunciare al predetto termine.
  Su richiesta del deputato Squeri e constatato l'assenso dei relatori e della rappresentante del Governo, dispone l'accantonamento degli identici emendamenti Peluffo 3.24, Squeri 3.25, Del Barba 3.26 e Gusmeroli 3.27.
  Evidenzia infine che, conseguentemente all'accantonamento dei predetti emendamenti, occorre altresì procedere all'accantonamento delle proposte emendative Cappelletti 3.28, Peluffo 3.29 e degli identici emendamenti Peluffo 3.30 e Del Barba 3.32.

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  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Evi 3.33 e Borrelli 3.34.

  Giorgia ANDREUZZA (LEGA) acconsente alla riformulazione dell'emendamento 3.35, a sua prima firma, proposta dai relatori nella seduta dell'8 novembre.

  Le Commissioni approvano l'emendamento 3.35 come riformulato (vedi allegato).

  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Peluffo 3.36, Evi 3.37, gli identici emendamenti Peluffo 3.44, Benzoni 3.47, Cappelletti 3.48, nonché l'emendamento Peluffo 3.49.

  Guerino TESTA, relatore per la VI Commissione, anche a nome del relatore per la X Commissione, deputato Barabotti, propone che l'emendamento Cappelletti 3.50 venga riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato).

  Enrico CAPPELLETTI (M5S) accetta la riformulazione proposta.

  Le Commissioni approvano l'emendamento Cappelletti 3.50, come riformulato (vedi allegato).

  Enrico CAPPELLETTI (M5S) illustra la proposta emendativa 3.54, a sua prima firma, sottolineando che essa prevede l'inserimento nella relazione annuale dell'ARERA di una rendicontazione sull'impatto delle agevolazioni per le imprese a forte consumo di energia elettrica, che illustri tra l'altro il gettito imputato alle diverse categorie di clienti finali che partecipano al finanziamento di tali agevolazioni. Evidenzia che l'emendamento ha finalità di trasparenza, soprattutto ai fini di conoscere quanto, effettivamente, il costo imputato ai cittadini attraverso le bollette elettriche contribuisca a finanziare tali agevolazioni. Ritiene al riguardo che il voto favorevole o contrario all'emendamento rispecchi l'atteggiamento dei gruppi politici nei riguardi di tale finalità di trasparenza.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli identici emendamenti Peluffo 3.51, Benzoni 3.53, Cappelletti 3.54, l'emendamento Cappelletti 3.55 e l'articolo aggiuntivo Pavanelli 3.09.

  Eleonora EVI (AVS) interviene per l'illustrazione del proprio articolo aggiuntivo 3.011, evidenziando che esso dà seguito a esigenze a lungo ventilate dalla politica, ma che non hanno trovato pratico riscontro: si tratta di misure di semplificazione per il rilascio dei permessi per realizzare nuovi impianti di energia rinnovabile. Evidenzia al riguardo che l'intervento intende perseguire obiettivi fissati in sede europea, ovvero il raggiungimento entro il 2030 di una quota del 42,5 per cento di rinnovabili nel consumo finale di energia.

  Le Commissioni respingono l'articolo aggiuntivo Evi 3.011.

  Eleonora EVI (AVS) interviene per l'illustrazione del proprio articolo aggiuntivo 3.020, che intende escludere dai finanziamenti della SACE le imprese che operano nel settore dei combustibili fossili, facendo seguito a impegni assunti in sede internazionale. Ricorda che SACE è al sesto posto a livello mondiale, e al primo posto a livello europeo, per quanto riguarda i finanziamenti pubblici all'industria che opera nei combustibili fossili. Rammenta come le sollecitazioni delle autorità internazionali energetiche vadano nella direzione di ridurre, se non addirittura interrompere, i finanziamenti a tali tipologie di industrie. Auspica che la proposta emendativa venga approvata anche al fine di orientare le attività di SACE verso la transizione energetica ed ecologica.

  Le Commissioni respingono l'articolo aggiuntivo Evi 3.020.

  Andrea BARABOTTI, relatore per la X Commissione, anche a nome del relatore per la VI Commissione, deputato Testa, esprime parere contrario a tutti gli emendamenti all'articolo 4.

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  La sottosegretaria Lucia ALBANO, esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Marco OSNATO, presidente, avverte che gli identici emendamenti Sala 4.4 e Cavo 4.5 sono stati ritirati dai rispettivi presentatori.

  Virginio MEROLA (PD-IDP) illustra il proprio emendamento 4.1, che intende sopprimere integralmente l'articolo 4, il quale consente di avvalersi del ravvedimento operoso oltre gli ordinari termini e condizioni di legge nel caso di violazioni degli obblighi in materia di certificazione dei corrispettivi. Esprime anzitutto disappunto per la disomogeneità del contenuto dell'articolo rispetto al resto del provvedimento. Evidenzia poi che, in una situazione critica per il sistema fiscale, con un tasso di evasione ed elusione elevato – e, come evidenziato dalle statistiche fiscali, con una piccola parte dei contribuenti Irpef da cui viene prelevata la maggior parte del gettito dell'imposta – a suo avviso non è accettabile né coerente con i problemi del Paese che il Governo prosegua con l'introduzione di forme di sanatoria.

  Enrico CAPPELLETTI (M5S) interviene sul proprio emendamento 4.2. Ricollegandosi al precedente intervento, esprime viva contrarietà a un articolo che reca la quattordicesima misura di condono o sanatoria realizzata da questo Governo. Ritiene che tali misure intendano risolvere i problemi delle finanze pubbliche senza intervenire sulle condizioni che li hanno creati; afferma inoltre che siffatti provvedimenti costituiscono veri e propri regali agli evasori, in spregio ai contribuenti onesti. A suo avviso, con tali misure viene umiliato chi adempie correttamente agli obblighi tributari, mentre al contrario gli evasori abituali possono fare costante affidamento sulla prossima emanazione di una sanatoria o di un condono. Come evidenziato anche nel corso delle audizioni svolte, a suo avviso tali misure dimenticano i cittadini e, in particolare, i commercianti che pagano regolarmente i tributi.

  Eleonora EVI (AVS) interviene per illustrare l'emendamento Grimaldi 4.3, di cui è cofirmataria, allo scopo di elencare in dettaglio tutte le numerose misure di sanatoria e condono adottate da questo Governo. Ritiene doverosa la soppressione dell'articolo 4 per evitare umiliazioni ai contribuenti che adempiono correttamente ai propri obblighi tributari, per non alimentare la cultura dell'evasione e dell'elusione fiscale e, infine, per non mortificare la maggioranza silenziosa di contribuenti onesti che rispettano le regole.

  Emma PAVANELLI (M5S) interviene sull'emendamento Cappelletti 4.2, di cui è cofirmataria. Su un piano più generale, non ravvisa coerenza negli interventi del Governo in materia di finanza pubblica: se, da un lato, è stato presentato un disegno di legge di bilancio improntato all'austerità dei conti, dall'altro lato riscontra l'introduzione, in altri provvedimenti di natura diversa, di condoni e di sanatorie. Tale direzione politica appare incoerente, in un contesto nel quale la collettività è gravata dal peso dei rincari. Esprime il proprio disappunto sull'introduzione di provvedimenti premiali per gli evasori e, al contempo, sull'inerzia di un Esecutivo che non emana provvedimenti che aiutino i contribuenti onesti.
  Rileva inoltre che la categoria dei commercianti ha subito l'atteggiamento contraddittorio degli esecutivi succedutisi nel tempo, anche con riferimento ad altre condotte quali la gestione del contante. Evidenzia che il dibattito in materia di obbligatorietà del POS si è svolto in un contesto di progressiva chiusura degli sportelli bancari e postali, circostanza che rappresenta un problema soprattutto nelle zone interne del Paese e nei piccoli comuni. Con riferimento invece alla formazione degli esercenti in materia di antiriciclaggio, rammenta che coloro i quali rivendono generi di monopolio – quali i tabaccai, che in quanto tali hanno pochissimo o nullo margine di evasione – sono costantemente aggiornati in materia di condotte e norme antiriciclaggio, mentre così non avviene per gli altri commercianti.Pag. 9
  Conclude rilevando che il Governo, con le politiche di condono, induce i contribuenti ad attendersi l'emanazione di siffatti provvedimenti nel corso tempo, anziché perseguire azioni di efficace contrasto all'evasione fiscale.

  Enrica ALIFANO (M5S) intervenendo sull'emendamento Cappelletti 4.2, osserva che l'articolo 4, che l'emendamento intende sopprimere, è volto in realtà a fare cassa colpendo i piccoli commercianti. Ritiene invece che il carico fiscale dovrebbe essere spostato verso i principali concorrenti di questi ultimi, ovvero i giganti del web.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli identici emendamenti Merola 4.1, Cappelletti 4.2 e Grimaldi 4.3, nonché l'emendamento Benzoni 4. 6.

  Marco OSNATO, presidente, avverte che si passa ora all'esame delle proposte emendative relative all'articolo 6. Invita i relatori e la rappresentante del Governo a formulare i relativi pareri.

  Guerino TESTA (FDI), relatore per la VI Commissione, anche a nome del collega Barabotti, esprime parere contrario sugli identici emendamenti Guerra 6.1, Alfonso Colucci 6.2 e Evi 6.3.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) raccomandando l'approvazione dell'emendamento a sua prima firma 6.1, sottolinea che esso interviene a tutela dei lavoratori Alitalia/Cai-Ita, sopprimendo l'articolo 6 del provvedimento. La norma interpretativa proposta dal Governo esclude l'applicabilità dell'articolo 2112 del codice civile alla transizione Alitalia-Ita. Ricorda che tale articolo è applicabile nel caso di trasferimento di azienda. Sottolinea che la norma interviene dopo diverse pronunce giurisprudenziali prevalentemente a favore dei lavoratori ex dipendenti di Alitalia.
  Evidenzia quindi che si interviene con una norma di legge per determinare, nei processi in corso, un esito favorevole a una parte. Un intervento quindi in contrasto con il diritto a un processo equo sancito dall'articolo 6 della Cedu.
  In secondo luogo, osserva che si usa una norma di interpretazione autentica per modificare la qualificazione giuridica di una situazione di fatto. In altri termini, rileva che si vuole, per norma, negare un fatto vero, oggettivo, e cioè che siamo di fronte alla cessione di un ramo di azienda: l'attività della ex Alitalia è infatti cessata alla mezzanotte del 14 ottobre del 2021 ed è proseguita senza soluzione di continuità, un minuto dopo, sotto le insegne di Ita, con i medesimi veicoli e gli stessi equipaggi.
  Infine, evidenzia che la norma prende a riferimento una decisione della Commissione europea del 10 settembre 2021 che escluderebbe la continuità economica fra cedente e cessionario. Tuttavia pone in evidenza che la decisione che viene citata si esprime sul tema degli aiuti di Stato, e cioè su una materia diversa rispetto all'accertamento della continuità aziendale che rileva per l'applicazione del citato articolo 2112. Osserva peraltro che la decisione della Commissione è stata assunta prima della cessione e senza che la Commissione stessa avesse potuto visionare il contratto di cessione: ritiene quindi che si tratti di una decisione che aveva la funzione di definire ex ante le condizioni che dovevano essere rispettate per escludere la continuità economica. Segnala poi che la Commissione non si è invece ancora pronunciata circa l'effettivo rispetto di quelle condizioni, a cessione avvenuta.
  Ritiene che le tutele dei lavoratori possano essere utilmente garantite anche senza costringerli a lunghi e costosi processi. È dell'avviso che la scelta operata dal Governo non rappresenti una soluzione a questo complesso problema, ma solo il tentativo di evitarlo con una scorciatoia, che si ripercuoterà sui lavoratori.
  Per questi motivi raccomanda l'approvazione dell'emendamento soppressivo dell'articolo 6.

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  Alfonso COLUCCI (M5S) intervenendo sull'emendamento a sua prima firma 6.2, si associa alle valutazioni espresse dalla collega Guerra evidenziando come l'articolo del decreto-legge scarichi sui lavoratori coinvolti i rischi dell'operazione. Espone quindi un'ampia ricostruzione storica delle vicende che hanno condotto il Governo ad effettuare scelte così censurabili e foriere anche di probabili rischi per il Paese e l'Esecutivo medesimo.
  Ricorda, in tal senso, che il 25 settembre il Consiglio dei ministri ha preso atto delle sentenze che hanno dato ragione ai dipendenti di Alitalia che hanno voluto esercitare il proprio diritto a lavorare in ITA e ha ritenuto che ciò potesse avere effetti negativi sui rapporti giuridici e sulla finanza pubblica: ha quindi approvato una norma che esclude la continuità tra Alitalia e ITA, e quindi l'applicabilità dell'articolo 2112 del codice civile. Sottolinea che tra i lavoratori coinvolti ci sono anche lavoratrici madri, disabili, care giver. L'articolo 6 del provvedimento, che l'emendamento intende sopprimere, prevede l'interpretazione autentica dell'articolo 56, comma 3-bis, del decreto legislativo 8 luglio 1999, n. 270, nel senso che si intendono in ogni caso operazioni effettuate in vista della liquidazione dei beni del cedente, che non costituiscono cessione d'azienda, di ramo o di parti dell'azienda, le cessioni poste in essere in esecuzione del programma di cui all'articolo 27, comma 2, lett. a) e b-bis), del medesimo decreto legislativo 270 del 1999, qualora siano effettuate sulla base di decisioni della Commissione europea che escludano la continuità economica fra cedente e cessionario. Tale operazione viene, tra l'altro, effettuata, asseritamente, «in coerenza con l'articolo 5, paragrafo 1, della Direttiva 2001/23/CE del Consiglio del 12 marzo 2001». Osserva però che in tal modo il Governo tenta di risolvere non tanto il contrasto interpretativo insorto quanto, e soprattutto, il contenzioso instaurato dai lavoratori di Alitalia. Il Governo cerca quindi di risolvere con una norma un contenzioso di cui esso stesso è parte.
  Fa però presente che il quadro europeo generale non sembra consentirlo e ricorda che la Corte di Giustizia europea si è occupata della legge italiana sull'amministrazione straordinaria per ben due volte, sancendo il principio per cui ogni qualvolta c'è prosecuzione dell'attività di impresa si applica la direttiva UE e, quindi, i diritti dei lavoratori permangono. In particolare, la Corte ha affermato la necessità di una interpretazione restrittiva dell'articolo 5, paragrafo 1, della citata Direttiva UE 2001/23 (norma che introduce la deroga all'art. 2112, cod. civ.): solo in caso di liquidazione dei beni per la massima soddisfazione collettiva dei creditori è consentito derogare a quanto disposto dal codice civile. Peraltro la Corte afferma che spetta al giudice nazionale riconoscere se l'operazione ha come obiettivo la continuità ovvero la liquidazione dell'impresa per la massima soddisfazione collettiva dei creditori. Ricorda altresì che proprio in ragione di tale quadro giuridico l'Italia venne condannata dalla Corte di Giustizia, condanna che determinò l'intervento correttivo di cui al decreto-legge 25 settembre 2009 n. 135, il cui intervento, ritiene, ha abrogato la norma interpretata dall'articolo 6 in questione. Sottolinea quindi che il Governo non solo adotta una norma ingiusta nei confronti dei lavoratori ma compie anche un grave errore giuridico interpretando norme abrogate. È pertanto dell'avviso che in caso di approvazione del predetto articolo 6, l'errore normativo non potrà che alimentare il contenzioso in quanto la norma interpretativa si riferisce ad una disposizione che non è applicabile al caso concreto della cessione Alitalia/ITA.
  Ritiene poi qualunque richiamo alla Decisione della Commissione europea del 10 settembre 2021 totalmente inconferente: in primo luogo perché la qualificazione concreta di una fattispecie è competenza del giudice (la Corte di Giustizia) e il giudice non potrà giudicare sulla base di quanto detto dalla Commissione prima del trasferimento ma dovrà valutare alla luce del contratto. Ricorda, inoltre, che con la predetta Decisione la Commissione europea prendeva solo atto della manifestazione di intenti del Governo italiano di voler attuare un'attività liquidatoria, anche al fine di Pag. 11evitare di incorrere nel divieto di aiuti di Stato, in presenza di determinate condizioni. Inoltre la Decisione è precedente al contratto che, a suo avviso, si discosta macroscopicamente sia dalla dichiarazione di intenti comunicata dall'Italia all'UE sia dal paradigma individuato dalla Decisione. Espone quindi i tratti caratterizzanti il predetto contratto come avente ad oggetto in realtà la prosecuzione dei contratti e dei rapporti. Ritiene quindi che sia evidente che si tratti di cessione di un'azienda.
  Ritiene altresì che la norma in esame è in aperto conflitto con la Costituzione in quanto: è contenuta in un decreto omnibus, manca dei requisiti di astrazione e generalità, è adottata da una delle parti in causa (il Governo, visto che il MEF partecipa alle società coinvolte), contrasta con la normativa comunitaria. Evidenzia inoltre che l'utilizzo della norma interpretativa è anche un abuso giuridico perché strumento che produce effetti retroattivi in deroga al principio per il quale la legge vale per il futuro e dà luogo ad una indebita intromissione nel corretto svolgimento della giustizia e, quindi, confligge anche con la Convenzione europea dei Diritti dell'Uomo.
  Sottolinea infine che se l'articolo 6 venisse approvato potrebbero verificarsi le seguenti conseguenze: ITA potrebbe essere esposta alla liquidazione giudiziale e ai ricorsi dei concorrenti, mettendo così a repentaglio gli slot; si dovrebbe profilare il reato di bancarotta fraudolenta per coloro che sono stati parte della operazione per un prezzo di vendita (1 euro) che non è di mercato e per aver disatteso i diritti dei creditori, tra i quali anche i lavoratori; vi sarebbe un macroscopico danno erariale e dovrebbe intervenire la Commissione europea per il recupero da ITA degli aiuti di Stato, per aver contravvenuto alla norma che impone che la cessione avvenga a prezzo di mercato.
  Per tali motivi raccomanda l'approvazione dell'emendamento soppressivo dell'articolo 6.

  Emma PAVANELLI (M5S) si associa alle valutazioni espresse dal collega Alfonso Colucci e sottolinea i rischi che si corrono nel caso in cui l'articolo 6 dovesse essere approvato: questa norma potrebbe infatti costituire un pericoloso precedente per future cessioni di aziende e mettere a repentaglio migliaia di posti di lavoro. Ritiene quindi che il Governo dovrebbe rivedere la propria posizione anche al fine di evitare future figuracce in ambito europeo quando dovrà fare marcia indietro. Sottolinea tuttavia che la sua maggiore preoccupazione riguarda la messa a repentaglio dei posti di lavoro attuali e futuri e le certezze per le aziende.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Guerra 6.1, Alfonso Colucci 6.2 e Evi 6.3.

  Marco OSNATO, presidente, invita la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'articolo aggiuntivo 7.04 dei relatori.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo 7.04 dei relatori.

  Le Commissioni approvano l'articolo aggiuntivo 7.04 dei relatori (vedi allegato).

  Marco OSNATO, presidente, avverte che si passa ora all'esame delle proposte emendative concernenti la materia del mercato tutelato, già accantonate nella seduta dell'8 novembre. Ricorda che si tratta degli emendamenti L'Abbate 1.5, Bonelli 1.6 e Zucconi 1.21, degli identici emendamenti Zucconi 1.22 e Andreuzza 1.23, dell'emendamento Braga 1.31, degli identici articoli aggiuntivi Bagnai 1.034 e Rampelli 1.035, degli identici articoli aggiuntivi Bagnai 1.036 e Rampelli 1.037, nonché degli articoli aggiuntivi Cappelletti 1.038 e Bonelli 1.039.

  Alberto BAGNAI (LEGA) intervenendo sugli articoli aggiuntivi a sua firma 1.034 e 1.036, concernenti il mercato tutelato, riconosce che nel corso delle fasi del negoziato che attualmente si sta svolgendo presso le istituzioni dell'Unione europea il Governo italiano ha espresso posizioni orientate verso una proroga delle attuali disposizioni sul predetto mercato tutelato. Se Pag. 12l'Esecutivo si impegna a prendere in considerazione le istanze che vengono dalle forze politiche e dalla società civile per prorogare quelle disposizioni, anche in considerazione del fatto che riguardano oltre 9 milioni di utenti, si dichiara disposto a ritirare le predette proposte emendative e presentare sull'argomento un apposito ordine del giorno in Assemblea.

  Saverio CONGEDO (FDI) intervenendo sulle proposte emendative in materia di mercato tutelato presentate dal suo gruppo si associa alla proposta del collega Bagnai valutando la possibilità di ritirarle e di presentare sul punto un ordine del giorno in Assemblea, qualora il Governo si dichiari disponibile ad accoglierlo.

  Luca SQUERI (FI-PPE) intervenendo sulle proposte emendative in materia di mercato tutelato presentate da appartenenti al suo gruppo si associa anch'egli alla proposta testé avanzata, ritenendola efficace. Auspica peraltro che in occasione dei predetti ordini del giorno possa essere fatta una più approfondita riflessione sul mercato elettrico che presenta condizioni assai diverse da quello del gas, più maturo, in vista del passaggio al mercato libero.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO assicurando che la tematica è all'attenzione del Governo, sottolinea tuttavia che in materia esistono specifici vincoli europei. Ritiene peraltro che nelle more del negoziato in corso presso l'Unione europea vi siano le condizioni da parte del Governo per valutare positivamente gli eventuali ordini del giorno, purché di contenuto pienamente rispettoso dei vincoli europei.

  Marco OSNATO, presidente, prende atto che i presentatori dell'emendamento Zucconi 1.21, degli identici emendamenti Zucconi 1.22 e Andreuzza 1.23, degli identici articoli aggiuntivi Bagnai 1.034 e Rampelli 1.035 e degli identici articoli aggiuntivi Bagnai 1.036 e Rampelli 1.037, hanno ritirato le predette proposte emendative.

  Enrico CAPPELLETTI (M5S) osserva che al momento non è possibile individuare una chiara posizione del Governo in materia. Osserva altresì che neanche all'interno della maggioranza si rintraccia una posizione unitaria: sebbene tutti si dichiarino favorevoli alla proroga non sono tuttavia chiari i precisi contenuti della stessa. Quindi, nell'attuale situazione di incertezza conferma le proposte emendative presentate dal suo gruppo in materia chiedendo che siano poste in votazione. Dichiara infine che il suo gruppo intende fare proprie le proposte emendative testé ritirate dai colleghi di maggioranza.

  Marco OSNATO, presidente, avverte quindi che viene posto in votazione l'emendamento L'Abbate 1.15.

  Emma PAVANELLI (M5S) osserva che sulle proposte emendative accantonate non sono stati ancora espressi i pareri dei relatori e del Governo e chiede di intervenire sull'ordine dei lavori.

  Marco OSNATO, presidente, invita quindi i relatori a formulare i pareri sulle proposte emendative in materia di mercato tutelato, precedentemente accantonate.

  Guerino TESTA (FDI), relatore per la VI Commissione, anche a nome del collega Andrea Barabotti, esprime parere contrario sulle proposte emendative L'Abbate 1.5 e Bonelli 1.6 e Braga 1.31. Esprime inoltre parere contrario sull'emendamento 1.21, sugli identici emendamenti 1.22 e 1.23, sugli identici articoli aggiuntivi 1.034 e 1.035 e sugli identici articoli aggiuntivi 1.036 e 1.037, tutti fatti propri dai deputati del gruppo del Movimento 5 Stelle.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Emma PAVANELLI (M5S) stigmatizza il fatto che la Presidenza non abbia ritenuto di concederle la parola nonostante avesse fatto richiesta di intervenire sull'ordine dei lavori.

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  Marco OSNATO, presidente, replicando alla deputata Pavanelli, precisa di aver dato la parola ai relatori ed al Governo per l'espressione dei pareri proprio in risposta alla sua sollecitazione.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti L'Abbate 1.5 e Bonelli 1.6. e approvano l'emendamento 1.36 dei relatori (vedi allegato), volto a recepire la condizione formulata dalla Commissione V Bilancio finalizzata a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione.

  Le Commissioni respingono altresì, con distinte votazioni e limitatamente alle parti ritenute ammissibili, l'emendamento 1.21 e gli identici emendamenti 1.22 e 1.23, tutti fatti propri dai deputati del gruppo del Movimento 5 Stelle.

  Vinicio Giuseppe Guido PELUFFO (PD-IDP) interviene in dichiarazione di voto sull'emendamento Braga 1.31, di cui è cofirmatario, rimarcando che è forse giunto il momento di fare chiarezza sul tema della proroga del regime di mercato tutelato nei settori energetici, sul quale il Governo si è contraddetto molteplici volte negli scorsi giorni. A poche settimane dalla scadenza del regime di tutela, i cittadini sono in una situazione di totale incertezza, in preda alle aggressive campagne di marketing messe in atto dalle diverse compagnie, e rischiano di trovarsi costretti ad accedere al mercato libero in un quadro ancora fortemente caratterizzato delle fluttuazioni di prezzo derivanti dalle turbolenze geopolitiche. Sottolinea che il Governo non ha nemmeno dato corso alle necessarie campagne comunicative ed informative, che consentissero ai consumatori di giungere preparati a questo momento. Ricorda peraltro che la stessa ARERA, anche per ragioni connesse alla cosiddetta «clausola sociale», ha espresso formalmente le sue perplessità sulle tempistiche di chiusura del mercato tutelato.
  Descrive come del tutto assurda la scelta dei colleghi della maggioranza di ritirare i propri emendamenti sulla questione, a fronte di impegni del Governo che risultano ancora del tutto fumosi e vaghi. Conferma l'intenzione di non ritirare l'emendamento 1.31, che verte su un tema che il suo gruppo ritiene prioritario.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Braga 1.31. Respingono, altresì, con distinte votazioni, gli identici articoli aggiuntivi 1.034 e 1.035 e gli identici articoli aggiuntivi 1.036 e 1.037, tutti fatti propri dai deputati del gruppo del Movimento 5 Stelle, nonché gli articoli aggiuntivi Cappelletti 1.038 e Bonelli 1.039.

  Le Commissioni, quindi, approvano l'emendamento 1-bis.1 dei relatori (vedi allegato).

  Marco OSNATO, presidente, avverte che si passa ora ad esaminare gli emendamenti riferiti all'articolo 3 accantonati all'inizio della seduta odierna, a cominciare dagli identici emendamenti Peluffo 3.24, Squeri 3.25, Del Barba 3.26 e Gusmeroli 3.27, sui quali avverte che i relatori e il Governo confermano l'orientamento contrario già espresso nella seduta dell'8 novembre.

  Luca SQUERI (FI-PPE) riferisce che, a quanto gli consta, il Governo starebbe per trasmettere una proposta di riformulazione degli emendamenti in esame, sulla quale sarebbe già stato acquisito l'assenso del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica.

  Marco OSNATO, presidente, replicando al deputato Squeri, comunica che sulla proposta di riformulazione da lui richiamata non risulta sia stato ancora acquisito il nulla osta da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, e che la relativa istruttoria potrebbe richiedere tempi incompatibili con l'obiettivo di concludere l'esame in sede referente del provvedimento nella giornata odierna.

  Luca SQUERI (FI-PPE) si dichiara disponibile ad attendere il tempo necessario.

  Marco OSNATO, presidente, sospende brevemente la seduta.

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  La seduta, sospesa alle 13.50, è ripresa alle 13.55.

  Marco OSNATO, presidente, comunica che il parere dei relatori e del Governo sugli identici emendamenti Peluffo 3.24, Squeri 3.25, Del Barba 3.26, Gusmeroli 3.27 rimane contrario.

  Alberto Luigi GUSMEROLI, presidente della X Commissione, comunica di ritirare l'emendamento 3.27, a sua prima firma, preannunciando l'intenzione di presentare un ordine del giorno su analoga materia in vista dell'esame del provvedimento in Assemblea.

  Luca SQUERI (FI-PPE) ritira l'emendamento 3.25, a sua prima firma. Stigmatizza fortemente, tuttavia, il fatto che le Commissioni non siano state messe nelle condizioni di esaminare, ed eventualmente accogliere, una proposta proveniente dal Parlamento, domandandosi se le ragioni di questo fatto non siano da ricercarsi, piuttosto che nel merito della proposta, nell'inerzia di taluni apparati ministeriali.

  Alfonso COLUCCI (M5S), pur non intendendo fare proprio l'emendamento Squeri 3.25, si associa alle perplessità manifestate dal collega, deputato Squeri, chiedendo quantomeno di conoscere le motivazioni del parere contrario del Governo.

  Marco OSNATO, presidente, constata l'assenza del presentatore dell'emendamento Del Barba 3.27: si intende che vi abbia rinunciato.

  Vinicio Giuseppe Guido PELUFFO (PD-IDP), intervenendo in dichiarazione di voto sull'emendamento 3.24, a sua prima firma, si dichiara colpito da quanto appena avvenuto, constatando come il Governo ostenti un atteggiamento di chiusura totale persino nei confronti di proposte emendative presentate dai parlamentari di maggioranza.
  Non comprende le ragioni che hanno spinto a non attendere il tempo necessario al completamento dell'istruttoria sulla proposta di riformulazione avallata dal Ministero dell'ambiente e chiede maggiore rispetto per le prerogative dei parlamentari.
  Insiste per la votazione dell'emendamento 3.24.

  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Peluffo 3.24, Cappelletti 3.28, Peluffo 3.29.

  Marco OSNATO, presidente, constata l'assenza del presentatore dell'emendamento Del Barba 3.32: si intende che vi abbia rinunciato.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Peluffo 3.30.

  Marco OSNATO, presidente, essendosi così concluso l'esame di tutte le proposte emendative presentate, comunica che i relatori hanno formulato una proposta di correzioni di forma che sarà posta in votazione ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento:

  All'articolo 1:

   al comma 1, le parole: «energia reti» sono sostituite dalle seguenti: «energia, reti» e dopo le parole: «29 dicembre 2016» sono inserite le seguenti: «, di cui all'avviso pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 12 del 16 gennaio 2017»;

   al comma 2, le parole: «l'Autorità» sono sostituite dalle seguenti: «l'ARERA»;

   al comma 3, la parola: «ARERA» è sostituita dalle seguenti: «l'ARERA»;

   al comma 8:

   all'alinea, dopo le parole: «30 marzo 2023» è inserito il seguente segno di interpunzione: «,»;

   al capoverso Art. 3, comma 2, le parole: «energia reti» sono sostituite dalle seguenti: «energia, reti»;

   al comma 9, dopo le parole: «si provvede» è inserito il seguente segno di interpunzione:Pag. 15 «,», le parole: «milioni di euro mediante» sono sostituite dalle seguenti: «milioni di euro, mediante», le parole: «(CSEA) e» sono sostituite dalle seguenti: «(CSEA), e,» e le parole: «milioni di euro a valere» sono sostituite dalle seguenti: «milioni di euro, a valere».

  All'articolo 2:

   al comma 1:

   all'alinea, dopo le parole: «da 450 a 451-bis» è inserito il seguente segno di interpunzione: «,», dopo le parole: «n. 197», ovunque ricorrono, è inserito il seguente segno di interpunzione: «,» e le parole: «nei limiti» sono sostituite dalle seguenti: «nel limite»;

   alla lettera b), le parole: «abbonamenti per i mezzi del trasporto» sono sostituite dalle seguenti: «abbonamenti ai servizi di trasporto»;

   al comma 2, lettera b), le parole: «della carta qualora» sono sostituite dalle seguenti: «della carta, qualora»;

   al comma 4, dopo le parole: «legge 10 marzo 2023, n. 23» è inserito il seguente segno di interpunzione: «,»;

   al comma 5, le parole: «è incrementato per l'anno 2023» sono sostituite dalle seguenti: «, è incrementato, per l'anno 2023,».

  All'articolo 3:

   al comma 1:

   all'alinea, le parole: «di cui al comma 4, le imprese» sono sostituite dalle seguenti: «di cui al comma 4 del presente articolo le imprese»;

   alla lettera c), dopo le parole: «21 dicembre 2017» sono inserite le seguenti: «, di cui all'avviso pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 300 del 27 dicembre 2017»;

   al comma 3, dopo le parole: «lettere a), b) e c)» è inserito il seguente segno di interpunzione: «,» e le parole: «di difficolta» sono sostituite dalle seguenti: «di difficoltà»;

   al comma 4, lettera c), numeri 1), 2) e 3), le parole: «valore lordo aggiunto» sono sostituite dalle seguenti: «valore aggiunto lordo»;

   ai commi 5 e 6, le parole: «con energia da fonti» sono sostituite dalle seguenti: «con energia prodotta da fonti»;

   al comma 8:

   alla lettera b), le parole: «da fonti» sono sostituite dalle seguenti: «con energia prodotta da fonti»;

   alla lettera c), le parole: «della Commissione europea» sono sostituite dalle seguenti: «della Commissione»;

   al comma 9:

   al primo periodo, le parole: «l'adempimento all'obbligo» sono sostituite dalle seguenti: «l'adempimento dell'obbligo»;

   al secondo periodo, le parole: «dal secondo periodo del comma 8» sono sostituite dalle seguenti: «dal comma 8, lettere a), b) e c)»

   al quarto periodo, le parole: «energia reti» sono sostituite dalle seguenti: «energia, reti»;

   al quinto periodo, le parole: «inadempimento agli obblighi» sono sostituite dalle seguenti: «inadempimento degli obblighi» e le parole: «adempimento agli obblighi» sono sostituite dalle seguenti: «adempimento degli obblighi»;

   al comma 10:

   alla lettera a), le parole: «le tempistiche» sono sostituite dalle seguenti: «i tempi»;

Pag. 16

   alla lettera e), le parole: «da ENEA, ISPRA e GSE» sono sostituite dalle seguenti: «dall'ENEA, dall'ISPRA e dal GSE»;

   alla lettera g), le parole: «controllo ex-post» sono sostituite dalle seguenti: «controllo ex post» e dopo le parole: «della comunicazione» sono inserite le seguenti: «della Commissione europea»;

    al comma 11, le parole: «l'assolvimento agli obblighi» sono sostituite dalle seguenti: «l'assolvimento degli obblighi»;

   al comma 12, dopo le parole: «sull'andamento» sono inserite le seguenti: «dell'applicazione»;

   al comma 13, al primo periodo, le parole: «valutazione ex-post» sono sostituite dalle seguenti: «valutazione ex post» e, al secondo periodo, le parole: «a valere sulla componente» sono sostituite dalle seguenti: «a carico della componente».

  All'articolo 4:

   al comma 1, le parole: «e fino» sono soppresse.

  All'articolo 5:

   al comma 1:

   al primo periodo, le parole: «codice delle assicurazioni private, di cui al del decreto legislativo» sono sostituite dalle seguenti: «del codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo»;

   al secondo periodo, le parole: «ai fini IRES» sono sostituite dalle seguenti: «ai fini dell'imposta sul reddito delle società» e le parole: «ai fini IRAP» sono sostituite dalle seguenti: «ai fini dell'imposta regionale sulle attività produttive»;

   al terzo periodo, le parole: «cessione di rami» sono sostituite dalle seguenti: «cessioni di ramo» e le parole: «repubblica del» sono sostituite dalla seguente: «Repubblica»;

   al comma 2:

   al primo periodo, le parole: «che entro» sono sostituite dalle seguenti: «che, entro», le parole: «al comma 1 possono» sono sostituite dalle seguenti: «al comma 1, possono» e le parole: «di trasferimento come» sono sostituite dalle seguenti: «di trasferimento, come»;

   al secondo periodo, le parole: «cessione di rami» sono sostituite dalle seguenti: «cessioni di ramo» e le parole: «repubblica del» sono sostituite dalla seguente: «Repubblica»;

   al comma 3:

   alla lettera b), numero 2), dopo le parole: «al comma 3-octies» sono inserite le seguenti: «del presente articolo»;

   alla lettera c), capoverso 3-duodecies, dopo le parole: «al comma 3-octies» sono inserite le seguenti: «del presente articolo» e la parola: «Decreto» è sostituita dalla seguente: «decreto».

  All'articolo 6:

   al comma 1, dopo le parole: «dei beni del cedente» è inserito il seguente segno di interpunzione: «,».

  All'articolo 7:

   al comma 1, le parole: «con le parole» sono sostituite dalle seguenti: «dalla seguente:»;

   al comma 2, primo periodo, dopo le parole: «n. 100» è inserito il seguente segno di interpunzione: «,»;

   al comma 3, al primo periodo, le parole: «delle opere indifferibili» sono sostituite dalle seguenti: «di opere indifferibili,» e, al terzo periodo, le parole: «del decreto-legge, n. 50» sono sostituite dalle seguenti: «del decreto-legge n. 50»;

   al comma 4, al primo periodo, le parole: «gli interventi relativi» sono sostituite dalle seguenti: «per gli interventi relativi» e le parole: «considerano» sono sostituite dalle seguenti: «si considera» e, al quarto periodo, dopo le parole: «del 12 settembre 2022» è inserito il seguente segno di interpunzione: «,»;

Pag. 17

   al comma 5, le parole: «si provvede, nel limite» sono sostituite dalle seguenti: «si provvede nel limite»;

   alla rubrica, la parola: «fondo» è sostituita dalla seguente: «Fondo».

  Le Commissioni approvano la proposta di correzioni di forma.

  Marco OSNATO, presidente, avverte che, in assenza di obiezioni, la presidenza s'intende autorizzata al coordinamento formale del testo.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, pone quindi in votazione la proposta di conferire ai relatori il mandato a riferire in senso favorevole all'Assemblea nonché di essere autorizzati a riferire oralmente in Assemblea.

  Le Commissioni deliberano di conferire il mandato ai relatori a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento in esame. Deliberano altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Marco OSNATO, presidente, avverte che la presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 14.05.

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 189/II del 25 ottobre 2023, a pagina 59, seconda colonna, le parole «De Micheli,» sono soppresse.