CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 25 ottobre 2023
189.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
Pag. 309

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 25 ottobre 2023. – Presidenza del presidente Alessandro GIGLIO VIGNA.

  La seduta comincia alle 14.05.

DL 140/23: Misure urgenti di prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell'area dei Campi Flegrei.
C. 1474 Governo.
(Parere alla VIII Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Calogero PISANO (NM(N-C-U-I)-M), relatore, ricorda che la Commissione politiche dell'Unione europea è oggi chiamata ad avviare l'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 140 del 2023, recante misure urgenti di prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell'area dei Campi Flegrei.
  I Campi Flegrei sono una vasta area di origine vulcanica situata a nord-ovest della città di Napoli che, per l'appunto, risulta caratterizzata dal cosiddetto fenomeno bradisismico, il quale consiste in un lento movimento di sollevamento e abbassamento del suolo. Mentre le fasi di abbassamento, che attualmente rappresentano la condizione normale, sono asismiche e caratterizzate da bassa velocità, quelle di sollevamento presentano, invece, maggiore velocità del moto del suolo e sono accompagnate da intensa attività sismica locale. Sebbene l'ultima crisi bradisismica si sia verificata nel 1983, sulla base dei dati di monitoraggio a oggi registrati e delle valutazioni espresse dalla Commissione Grandi Rischi (CGR) il Dipartimento della Protezione Civile (DPC) ha ritenuto di mantenere il livello di allerta «giallo» ai Campi Flegrei che, a differenza del livello di allerta «verde», corrispondente all'attività ordinaria del vulcano, è determinato dalla variazione di alcuni dei parametri monitorati.
  Il provvedimento oggetto di conversione mira, pertanto, a far fronte al fenomeno in questione, con il fine di prevenire il rischio sismico ad esso correlato.
  L'articolo 1, in particolare, delinea l'ambito di applicazione del decreto-legge stabilendo che le misure urgenti dal medesimo recate sono volte a fronteggiare, anche mediante il ricorso a procedure semplificate e altre disposizioni di accelerazione, gli effetti dell'evoluzione del fenomeno bradisismico, in atto nell'area dei Campi Flegrei, nel territorio di alcuni comuni o parti di comuni della Città metropolitana di Napoli, la cui delimitazione è operata con i provvedimenti attuativi di cui agli articoli successivi.
  L'articolo 2 disciplina il contenuto e l'iter di formazione del piano straordinario di analisi della vulnerabilità delle zone edificate direttamente interessate dal fenomeno bradisismico, prevedendo, altresì, un rafforzamento della capacità operativa del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, chiamato a svolgere complesse attività istruttorie ai fini dell'approvazione del medesimo piano.
  In particolare si prevede che tale piano, finalizzato a supportare strategie di riqualificazione sismica dell'edilizia esistente e ad individuare priorità di intervento sul patrimonio privato e pubblico, sia approvato, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge, con decreto del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, d'intesa con il presidente della regione Campania e sentiti la Città metropolitana di Napoli e i sindaci dei comuni interessati, sulla base di una proposta tecnica formulata dal Dipartimento della protezione civile.
  Esso si compone di quattro linee di intervento: uno studio di microzonazione sismica; un'analisi della vulnerabilità sismica dell'edilizia privata, finalizzata all'individuazione di idonee misure di mitigazione e alla stima del relativo fabbisogno finanziario; un'analisi della vulnerabilità sismica dell'edilizia pubblica e, sulla base Pag. 310delle risultanze di essa, un primo piano di misure per la mitigazione dei rischi, con il relativo cronoprogramma, per la cui esecuzione possono essere stipulati accordi con i competenti ordini professionali al fine di assicurare tempi certi, omogeneità e celerità dell'attuazione; un programma di implementazione del monitoraggio sismico e delle strutture.
  Al fine di permettere il coordinamento degli interventi e la migliore conoscibilità delle iniziative intraprese per far fronte al rischio sismico, il piano straordinario dovrà contenere anche l'indicazione degli interventi e delle opere in corso o già attuati relativamente agli edifici pubblici oggetto del piano medesimo, nonché dei finanziamenti a valere su risorse pubbliche disponibili per tali finalità.
  Il piano straordinario è realizzato all'interno della zona di intervento – circoscritta alla porzione dei territori dei comuni dell'area realmente e direttamente interessata – oggetto di una prima delimitazione di massima a cura del Dipartimento della protezione civile sulla base dei dati di sollevamento bradisismico e della sismicità dell'area resi disponibili dai centri di competenza.
  Per la celere attuazione di quanto previsto, il comma 4 prevede la costituzione – entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge, con decreto del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare – di una struttura temporanea di supporto al Dipartimento della protezione civile, che opererà fino al 31 dicembre 2024, posta alle dirette dipendenze del Capo del Dipartimento.
  L'articolo 3 prevede che la regione Campania, entro quarantacinque giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge, approvi un piano di comunicazione nei riguardi della popolazione, concernente il potenziamento e lo sviluppo di iniziative già avviate nell'area interessata ovvero l'avvio di nuove iniziative, tenendo conto delle esigenze delle persone con disabilità.
  Per l'attuazione di tali attività è autorizzata la spesa massima di 1 milione euro per l'anno 2023, da trasferirsi al bilancio della regione Campania.
  L'articolo 4 prevede che il Dipartimento della protezione civile, in collaborazione con la regione Campania, con la prefettura di Napoli e con le amministrazioni e gli enti territoriali interessati predisponga, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge, uno specifico piano speditivo di emergenza per il territorio interessato dagli eventi contenente le procedure da adottare in caso di recrudescenza del fenomeno, anche tenendo conto delle esigenze delle persone con disabilità. Tale pianificazione è testata mediante attività esercitative del Servizio nazionale della protezione civile.
  Il piano speditivo è elaborato nell'ambito delle risorse umane e strumentali disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, mentre si prevede un limite di spesa di 750.000 euro per l'anno 2023 per gli oneri derivanti dallo svolgimento delle attività esercitative.
  L'articolo 5 prevede che la regione Campania coordini le attività di verifica e individuazione, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge, delle criticità da superare per assicurare la funzionalità delle infrastrutture di trasporto e degli altri servizi essenziali, in collaborazione con i comuni interessati, allo scopo di consentire ai soggetti o enti competenti di individuare le misure da attuare per superare le citate eventuali criticità presenti nell'attuale rete infrastrutturale, compresa la corrispondente stima dei costi, nonché allo scopo di coadiuvare l'aggiornamento della pianificazione di emergenza per il bradisismo.
  Tali attività determinano nuovi oneri quantificati in un importo massimo di 200.000 euro per l'anno 2023, considerata anche la carenza strutturale di professionalità tecniche presso gli enti territoriali. A tal fine si prevede il trasferimento delle relative risorse al bilancio della regione Campania.
  L'articolo 6 prevede che la città metropolitana di Napoli coordini la ricognizione dei fabbisogni urgenti da parte dei comuni interessati relativamente: al reclutamento di personale a tempo determinato, da impiegarePag. 311 per dodici mesi per il potenziamento della struttura comunale di protezione civile; all'acquisizione di quanto necessario per garantire un'efficace gestione delle attività di protezione civile; all'allestimento di aree e strutture temporanee per l'accoglienza della popolazione.
  Una volta operata tale ricognizione, la città metropolitana di Napoli, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge, provvede all'approvazione del piano dei fabbisogni conseguenti alla ricognizione stessa.
  È autorizzata la spesa complessiva di 4.050.000 euro per l'anno 2023, che sono trasferiti, sulla base del citato piano dei fabbisogni, per l'importo di 4 milioni di euro direttamente ai comuni interessati e, per l'importo di 50.000 euro, alla regione Campania.
  L'articolo 7 individua la copertura finanziaria complessiva del provvedimento in esame, con riferimento sia agli oneri di parte corrente (14,1 milioni per il 2023 e 0,8 milioni per il 2024) che a quelli di parte capitale (37,2 milioni per il 2024).
  L'articolo 8 dispone che il decreto-legge entri in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale e, dunque, il 13 ottobre 2023.
  Conclusivamente non può non riscontrare la necessità d'introdurre misure urgenti finalizzate a fronteggiare, anche mediante il ricorso a procedure semplificate ed altre disposizioni di accelerazione, gli effetti dell'evoluzione del fenomeno bradisismico in atto nella suddetta area.
  Rileva altresì come alcuni Stati dell'UE, e segnatamente l'Italia, la Grecia e la Romania, siano stati colpiti nel corso della storia recente da eventi sismici devastanti con danni molto elevati sia sul piano sociale sia economico: particolarmente grave è il bilancio in Italia dove, nel corso degli ultimi 50 anni, vi sono stati numerosi terremoti che hanno causato complessivamente oltre 5000 vittime ed un danno economico stimato di circa 150 miliardi di euro.
  Va quindi riaffermata, nel dialogo con le Istituzioni dell'UE, l'esigenza di definire, per la prevenzione del rischio sismico a livello europeo, un approccio di governance multilivello che coordini le competenze pertinenti a livello europeo, nazionale e regionale, nel rispetto dei princìpi comunitari di sussidiarietà e di proporzionalità.
  Poiché l'intervento normativo non presenta criticità sotto il profilo della compatibilità con il diritto dell'UE, preannuncia conclusivamente la presentazione di una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore, on. Pisano.

  La seduta termina alle 14.10.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 25 ottobre 2023. – Presidenza del presidente Alessandro GIGLIO VIGNA.

  La seduta comincia alle 14.10.

Programma di lavoro della Commissione per il 2023 – Un'Unione salda e unita.
(COM(2022) 548 final).
Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2023.
(Doc. LXXXVI, n. 1).
Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1° luglio 2023-31 dicembre 2024) – Portare avanti l'agenda strategica, elaborato dalle future presidenze spagnola, belga e ungherese e dall'Alto rappresentante, presidente del Consiglio «Affari esteri».
(10597/23).
(Seguito dell'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, e conclusione – Approvazione di una relazione per l'Assemblea).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta dell'11 ottobre 2023.

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  Antonio GIORDANO (FDI), relatore, sottolinea che, in relazioni ai documenti programmatici in titolo, conformemente ad una prassi consolidata, la XIV Commissione ha svolto un ampio ciclo di audizioni informali, ascoltando rappresentanti del Consiglio italiano del Movimento europeo, del Comitato europeo delle regioni, della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, dell'Associazione nazionale dei Comuni italiani, dell'Unione nazionale comuni comunità enti montani, del Consiglio nazionale dei giovani, dell'Associazione nazionale costruttori edili nonché delle organizzazioni sindacali (CGIL-CISL-UIL, Confsal e UGL).
  L'esame dei documenti programmatici del Governo italiano e degli strumenti di programmazione legislativa e politica dell'UE ha costituito una preziosa occasione per approfondire le principali questioni che devono essere affrontate dagli Stati membri e dalle Istituzioni europee, nonché per esprimere una valutazione complessiva sugli obiettivi prioritari individuati e sulle strategie messe in campo a livello nazionale e di Unione europea.
  La relazione si sofferma brevemente sul Programma di lavoro della Commissione per il 2023 e sul Programma di diciotto mesi del Consiglio, per poi concentrarsi maggiormente sulla Relazione programmatica, che è stata predisposta dal Governo tenendo conto delle priorità legislative dell'Unione europea delineate dall'Esecutivo europeo nel suo documento programmatico, in larga misura già attuato.
  La relazione evidenzia, in maniera puntuale, le osservazioni e le condizioni, tutte pienamente accettabili, espresse dalle Commissioni di settore nel corso dell'esame in sede consultiva e che sono certo verranno coerentemente trasposte nella risoluzione che l'Assemblea vorrà adottare al termine di questo percorso.
  In ordine alle risultanze più prettamente politiche fa presente che emergono da questa disamina approfondita di tre importanti documenti programmatici europei, credo che la prima attenga al «metodo» della legislazione dell'UE.
  La loro lettura, congiuntamente alle acquisizioni evidenziate nel documento conclusivo, approvato dalla XIV Commissione il 1° agosto scorso, sulla comunicazione della Commissione europea «Applicare il diritto dell'UE per un'Europa dei risultati», ci rafforza nella consapevolezza che occorra sempre più un'azione sinergica tra Governo e Parlamento nella fase di formazione del diritto e delle politiche dell'Unione, sia con riferimento al cosiddetto «dialogo politico» con la stessa Commissione europea sia in relazione al controllo sull'applicazione del principio di sussidiarietà previsto dai Trattati.
  La scarsa attenzione riservata dall'Esecutivo europeo al ruolo dei Parlamenti degli Stati membri costituisce una lacuna molto grave che denuncia un difetto d'impostazione politica e culturale da parte dell'Esecutivo europeo, già emerso in passato, e che sta portando a numerosi sbandamenti ed accelerazioni nella produzione normativa di Bruxelles: basti pensare alla questione delle case green, o alla querelle sulla nuova disciplina in materia d'imballaggi, nella quale abbiamo assistito ad un drastico quanto impraticabile cambiamento di paradigma, dal riciclaggio al riuso.
  La Commissione europea sembra ignorare che i Parlamenti nazionali, proprio per la posizione costituzionale che hanno e per il fatto di essere espressione diretta dei cittadini, possono dare un contributo fondamentale affinché la legislazione europea tenga adeguatamente conto, sin dalla fase della sua predisposizione, delle specificità politiche, economiche, sociali e culturali di ogni ordinamento e sia maggiormente rispettosa dei princìpi che dovrebbero guidare l'esercizio delle competenze dell'Unione europea, primi tra tutti quelli di sussidiarietà e proporzionalità, evitando una certa tendenza all'ipertrofia legislativa ed un accentuato ricorso al regolamento in luogo del più flessibile strumento normativo della direttiva.
  Sul versante dell'attività parlamentare, occorre puntare ad un rafforzamento della dimensione prettamente politica della «sessione europea di fase ascendente», evitando di farne un esercizio meramente Pag. 313burocratico. È necessario al contrario incentrarla sulla valutazione e sul confronto tra le priorità delle Istituzioni europee e quelle del Governo per l'anno in corso e potenziando il raccordo Governo-Parlamento nella definizione della posizione nazionale di fronte ai grandi orientamenti legislativi assunti dalla Commissione.
  Questo tipo di sinergia assume oggi, più che in passato, un rilievo strategico di fronte ai grandi orientamenti legislativi assunti dalla Commissione, come nel caso della proposta di direttiva riguardante la lotta contro la corruzione che ha evidenziato non poche incertezze, valutate da questa Commissione, per quanto riguarda la stessa coerenza alla base giuridica individuata dalla Commissione europea.
  Un analogo approccio va sperimentato per garantire un'applicazione efficace e coerente del diritto dell'UE, il passaggio in tempi troppo ridotti e ravvicinati a nuove discipline particolarmente onerose e restrittive, soprattutto in relazione al rispetto di nuovi parametri ed all'introduzione di nuove tecnologie e standard tecnici legati alle transizioni verde e digitale, con una ricorrente sottovalutazione del principio della «neutralità tecnologica».
  L'esame approfondito dei recenti atti o progetti legislativi in materia evidenzia infatti un'oggettiva difficoltà ad ottemperare senza adeguati periodi transitori, alle regole introdotte nell'ambito del pacchetto «Pronti per il 55%».
  L'abitudine acquisita in passato di una ricezione passiva ed un'applicazione acritica della produzione normativa, ipertrofica e spesso invasiva, di Bruxelles, va abbandonata, e questo Governo e questo Parlamento lo stanno finalmente facendo.
  Esprime l'auspicio che ogni Governo e Parlamento nazionale possa rivendicare attivamente le proprie prerogative, la propria capacità e maggior abilità nel gestire temi e situazioni prossime.
  Proprio l'esame di questi grandi documenti programmatici delle Istituzioni europee spinge a rafforzare gli sforzi affinché la legislazione europea sia più moderna e aderente ai suoi princìpi ispiratori, focalizzando la propria attenzione sulle grandi questioni piuttosto che rifugiarsi nella rassicurazione del dettaglio e della standardizzazione.

  Isabella DE MONTE (A-IV-RE) nell'esprimere il voto di astensione del suo Gruppo, sottolinea come il sistema di governance dell'UE evidenzi un deficit di legittimazione democratica, cui si sommano le difficoltà di dare spazio adeguato a livello delle Istituzioni europee alle richieste ed a alle esigenze del nostro sistema-Paese. Al tempo stesso non condivide alcune posizioni espresse nel documento, di marcata critica agli indirizzi legislativi adottati dalla Commissione europea.

  Cristina ROSSELLO (FI-PPE), esprime il voto favorevole del proprio Gruppo, sottolineando come l'approvazione di questo importante documento si ponga in continuità con l'attività svolta dalla XIV Commissione nelle pregresse legislature e, al contempo, evidenzi una nuova impostazione nelle relazioni con le Istituzioni europee e con lo stesso Governo nei processi di partecipazione del nostro Paese alla formazione del diritto ed alle politiche dell'UE.

  Stefano CANDIANI (LEGA) nell'annunciare il voto favorevole del proprio Gruppo, sottolinea come la relazione ricostruisca un senso complessivo alla presenza dell'Italia nelle scelte politiche e legislative dell'UE. Auspica che il documento, con il sostegno attivo dei capigruppo in Assemblea, possa essere approvato in tempi ragionevoli, comunque prima della scadenza dell'arco temporale di riferimento.

  Antonio GIORDANO (FDI), relatore, nell'associarsi alle considerazioni dell'on. Candiani, rileva che le grandi questioni europee trattate nella relazione investano tutta l'Assemblea e come tali siano meritevoli di un dibattito ampio ed articolato nell'Aula parlamentare.

  Alessandro GIGLIO VIGNA, presidente, esprime condivisione per le riflessioni svolte dai colleghi Candiani e Giordano.

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  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di relazione per l'Assemblea formulata dal relatore, on. Giordano (vedi allegato 2).

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali.
COM(2023) 533 final.
(Ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Stefano CANDIANI (LEGA), relatore, ricorda che la proposta di regolamento in esame è volta ad affrontare nuovamente il problema ben noto dei ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali tra imprese o tra imprese e PA.
  In particolare, la proposta abroga e sostituisce la direttiva 2011/7/UE – recepita nell'ordinamento interno mediante il decreto legislativo 9 novembre 2012, n. 192 – che la Commissione ritiene adeguata ad affrontare il problema.
  La Commissione fonda il suo convincimento su alcuni dati riportati nella relazione illustrativa e in altri documenti che accompagnano la proposta: ogni anno sono scambiate nell'UE circa 18 miliardi di fatture, di cui quasi il 50 per cento è pagato in ritardo (o non è pagato affatto). I pagamenti tardivi, che, peraltro, si moltiplicano in tempi di crisi e turbolenze economiche, interessano le imprese in tutti i settori (anche se alcuni settori sono più vulnerabili, come l'edilizia) e in tutti gli Stati membri, colpendo gravemente, in misura sproporzionata, le PMI. Un fallimento su quattro è dovuto al mancato pagamento delle fatture entro i termini previsti. I ritardi si ripercuotono spesso sui fornitori. Il 70 per cento delle imprese UE dichiara che essere pagate entro le scadenze consentirebbe loro di pagare i propri fornitori nei termini previsti. Tutto ciò incide sulla crescita e sulla competitività, riduce la produttività e aumenta la probabilità di licenziamenti e di fallimenti.
  La causa profonda dei ritardi di pagamento risiede, secondo l'analisi della Commissione, nelle asimmetrie nel potere contrattuale tra un cliente di grandi dimensioni (debitore) e un fornitore più piccolo (creditore). Ciò comporta di sovente che i fornitori debbano accettare condizioni e termini di pagamento iniqui. I dati della Commissione mostrano infatti che, di norma, maggiore è la grandezza dell'impresa e minore è la propensione a pagare in tempo.
  La situazione è aggravata dall'inadeguatezza dell'attuale quadro normativo dell'UE. La direttiva vigente denota una serie di importanti carenze, segnatamente la mancanza di misure preventive e di un'applicazione efficace nonché di meccanismi di ricorso facilmente accessibili da parte delle PMI. Inoltre, la sua corretta applicazione è stata ostacolata da alcuni concetti poco chiari e dalla mancanza di un termine massimo di pagamento nelle transazioni tra imprese.
  Ciò premesso – e prima di venire al contenuto della proposta – voglio anche spendere qualche parola sulla situazione del nostro paese, nei confronti del quale la proposta potrebbe avere un impatto molto rilevante, sia sul piano economico che ordinamentale, tenuto conto di tre elementi:

   1) in Italia circa il 60 per cento dei pagamenti viene effettuato in ritardo (secondo i dati della Commissione);

   2) le PMI hanno un ruolo preponderante nel tessuto produttivo e commerciale italiano;

   3) il nostro sistema Paese incontra forti difficoltà per conformarsi alle disposizioni della direttiva 2011/7/UE, soprattutto in merito al saldo delle fatture entro i termini previsti per le pubbliche amministrazioni.

  Peraltro, i dati della Ragioneria generale dello Stato relativi ai tempi di pagamento e debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni, aggiornati al 2022, evidenziano Pag. 315che nel 2022 sono state registrate 29,7 milioni di fatture ricevute dalle pubbliche amministrazioni (PA), e non respinte. Con riferimento alle fatture del 2022, la Piattaforma ha rilevato pagamenti per 26,4 milioni di fatture, per un importo complessivo pari a 166,9 miliardi di euro (compresa la quota stimata), che corrisponde al 95 per cento del totale dovuto (al netto della quota IVA e degli importi sospesi e non liquidabili). I tempi medi ponderati occorsi per saldare, in tutto o in parte, le suddette fatture sono pari a 39 giorni, a cui corrisponde un anticipo rispetto alla scadenza delle stesse, in netto miglioramento rispetto ai 45 giorni del 2020.
  Ricordo inoltre che l'importo complessivo del debito commerciale delle PA si attesta, nel 2022, a 29,3 miliardi. La componente «scaduta» del debito ammonta a circa 15,8 miliardi, coprendo il 54,1 per cento dell'importo complessivo.
  Sono allo stato pendenti tre procedure di infrazione nei confronti del nostro Paese.
  La prima è in una fase molto avanzata, essendo giunta alla messa in mora ex articolo 260 del TFUE, non avendo l'Italia, ad avviso della Commissione, ottemperato alla sentenza nella causa C-122/18 emessa il 28 gennaio 2020 dalla Corte di giustizia dell'UE. La pronuncia, accogliendo il ricorso per inadempimento della Commissione europea, ha dichiarato che, non assicurando che le sue PA rispettino effettivamente i termini di pagamento stabiliti all'articolo 4, paragrafi 3 e 4, della direttiva 2011/7/UE, l'Italia è venuta meno agli obblighi alla stessa incombenti in forza di tali disposizioni.
  La seconda procedura è stata avviata in quanto la normativa nazionale non include il noleggio di apparecchiature per intercettazioni telefoniche nelle indagini penali nella definizione di transazioni commerciali, con la conseguenza, afferma la Commissione, che le imprese interessate non possono beneficiare della tutela accordata dalla direttiva. La terza concerne invece una presunta violazione della direttiva in relazione ai pagamenti dovuti dal servizio sanitario della regione Calabria.
  Passa successivamente all'illustrazione delle principali misure presentate, rinviando alla documentazione prodotta dall'Ufficio per i Rapporti con l'Unione europea per ulteriori approfondimenti.
  La principale innovazione proposta intende introdurre un limite massimo di pagamento a 30 giorni per tutte le transazioni commerciali che comportano la fornitura di merci o la prestazione di servizi, quindi sia tra imprese che tra imprese e PA, nelle quali quest'ultima è parte debitrice. Un'unica dilazione, di massimo 30 giorni, può essere prevista nel contratto per la natura specifica delle merci e dei servizi (ma senza ulteriori deroghe). Resta in capo agli Stati membri la facoltà di stabilire periodi più brevi.
  La normativa proposta appare più restrittiva di quella vigente, nella quale è già previsto il limite massimo di pagamento a 30 giorni, ma sono anche previste più eccezioni e possibilità di deroghe. Le imprese devono pagare le fatture entro un massimo di 60 giorni, se non diversamente concordato nel contratto, a condizione, tuttavia, che tale proroga non sia gravemente iniqua per il creditore, mentre le PA devono pagarle entro 30 giorni, ma il termine può essere prorogato massimo fino a 60 giorni per la sanità e le PA che svolgono attività economiche. È previsto pure un termine di pagamento di 60 giorni per i prodotti agro-alimentari non deperibili.
  In pratica, l'assenza di un termine massimo di pagamento effettivo e l'ambiguità nella definizione delle clausole derogatorie considerate «gravemente ingiuste» hanno portato a una situazione in cui termini di pagamento di 120 giorni o più vengono spesso imposti ai creditori più piccoli.
  La Commissione, al fine di evitare l'abuso della libertà contrattuale a danno del creditore, propone pertanto di eliminare il concetto di «grave iniquità» delle deroghe e proroghe, stabilendo invece un elenco di clausole contrattuali e prassi nulle e prive di effetto: fissazione di termini di pagamento più lunghi; clausole meno favorevoli per il creditore sugli interessi; termini più lunghi per le procedure di accettazione o Pag. 316verifica; clausole che ritardano la trasmissione della fattura.
  La Commissione propone anche norme per obbligare, negli appalti pubblici, gli appaltatori principali a provare che i subappaltatori diretti siano stati pagati.
  Altre disposizioni della proposta sono poi volte a rendere gli interessi automaticamente dovuti quando sono soddisfatte determinate condizioni (eliminando il concetto di «avere diritto» presente nell'attuale direttiva) e a chiarire che continuano a maturare fino al pagamento dell'intero debito, nonché a stabilire un nuovo tasso di interesse armonizzato.
  Per tenere conto dell'inflazione, inoltre, si propone di aumentare l'importo del risarcimento forfettario per le spese di recupero dovuto da 40 a 50 euro per ogni singola transazione pagata in ritardo.
  Ai sensi di altre disposizioni proposte, gli Stati membri sono tenuti a designare le autorità nazionali responsabili dell'applicazione del regolamento (cui sono attribuiti anche determinati poteri di indagine e sanzionatori), promuovere il ricorso volontario a organismi di risoluzione alternativa delle controversie e la formazione in materia di strumenti di gestione del credito e di alfabetizzazione finanziaria per le PMI e garantire l'uso di strumenti digitali nell'applicare il regolamento. Sono infine definite le condizioni alle quali i creditori e le associazioni di creditori possono denunciare i ritardi di pagamento.
  Passando agli aspetti relativi al rispetto dei principi in materia di riparto di competenze previsti dai Trattati, ricorda che la base giuridica su cui si fonda la proposta è correttamente l'articolo 114 del TFUE, corrispondente all'articolo 95 del TCE su cui si fonda la direttiva vigente.
  Per quanto riguarda la conformità della proposta al principio di sussidiarietà, la Commissione motiva la necessità di intervenire legislativamente a livello di UE in quanto i ritardi di pagamento interessano tutti gli Stati membri. L'attuazione di 27 soluzioni nazionali comporterebbe probabilmente una mancanza di uniformità delle norme, la frammentazione del mercato unico e l'aumento dei costi per le imprese che operano in ambito transfrontaliero.
  Per quanto riguarda, invece, la conformità della proposta al principio di proporzionalità, la Commissione sostiene che le misure proposte impongono alle imprese soltanto i costi necessari per conseguire gli obiettivi e rispondere alle esigenze immediate dei soggetti cui è destinata (come le imprese, in particolare le PMI) al fine di evitare ritardi di pagamento e favorire la rapidità dei pagamenti. Inoltre, le misure lasciano spazio alla discrezionalità degli Stati membri (ad es. per la designazione degli organi di contrasto, l'attuazione delle misure volte a garantire l'accesso alla formazione in materia di gestione del credito e ai mezzi di ricorso, l'individuazione delle prassi di pagamento inique).
  La Commissione giustifica inoltre il ricorso ad un regolamento, sottolineandone i numerosi vantaggi, tra cui la possibilità di affrontare efficacemente l'aspetto transfrontaliero dei ritardi di pagamento, stabilendo disposizioni identiche in tutta l'UE e direttamente applicabili. Nel contempo, gli Stati membri saranno autorizzati ad adottare disposizioni più rigorose su taluni aspetti. Il regolamento inoltre includerebbe, come già indicato in dettaglio, le disposizioni della direttiva vigente non interessate dalla revisione.
  Fa presente come sia necessario tuttavia, ai fini della valutazione di sussidiarietà, valutare accuratamente l'impatto della proposta sotto due profili. Il primo attiene all'autonomia contrattuale, anche alla luce delle posizioni controverse che sono emerse al riguardo già in fase di consultazione da parte della Commissione europea dei portatori di interesse, con particolare riferimento alla fissazione di un termine massimo per i pagamenti di 30 giorni, indisponibile all'autonomia contrattuale.
  Segnala che si è espressa favorevolmente al termine indisponibile SME United (associazione delle PMI), mentre in senso contrario si sono espresse Euro Commerce (associazione dei grandi distributori e venditori all'ingrosso) e Business Europe (associazione delle Confindustrie).Pag. 317
  A livello nazionale, Confcommercio ha segnalato la propria contrarietà alla definizione di un termine di pagamento fissato per legge e sottratto all'autonomia contrattuale, in considerazione del fatto che le tempistiche dei pagamenti sono una delle molteplici componenti contrattuali che consentono di adeguare i rapporti commerciali tra imprese alle specifiche e differenti esigenze di filiera.
  Sul punto la Commissione europea si è limitata ad osservare che la libertà contrattuale nella proposta sarebbe garantita in quanto le parti possono negoziare qualsiasi termine di pagamento a condizione che non superi i 30 giorni.
  Un secondo profilo attiene alla finanza pubblica, alla luce dei dati sui debiti commerciali che ho richiamato in precedenza.
  Tenendo conto che il termine per la verifica di sussidiarietà scade il 28 novembre 2023, propone di svolgere un breve ciclo di audizioni di rappresentanti del Governo, della Ragioneria generale dello Stato e delle varie associazioni imprenditoriali al fine di meglio apprezzare il rilevante impatto finanziario e ordinamentale che la proposta potrebbe produrre. A questo riguardo, segnala che non è ancora pervenuta la relazione del Governo ai sensi della legge 234 del 2012.

  Isabella DE MONTE (A-IV-RE) sottolinea l'estrema rilevanza del provvedimento in un contesto come quello imprenditoriale italiano, caratterizzato da una massiccia presenza di piccole e medie imprese. Ricorda che tra le stesse priorità del PNRR si è posta quella di rafforzare la struttura imprenditoriale italiana anche attraverso un miglioramento ed un adeguamento della cornice normativa complessiva.

  Antonio GIORDANO (FDI) richiama l'incidenza nel caso italiano delle opacità e dei malfunzionamenti del sistema creditizio nazionale e delle lentezze delle procedure giudiziarie previste in tale settore.

  Alessandro GIGLIO VIGNA, presidente, si associa alle considerazioni svolte negli ultimi due interventi, richiamando le testimonianze d'imprenditori da lui conosciuti sul territorio,

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.35.

AUDIZIONI INFORMALI

  Mercoledì 25 ottobre 2023.

Audizione informale del prof. Renato Marini, docente ordinario di istituzioni di diritto privato, presso l'Università degli studi di Roma Tor Vergata, nell'ambito dell'esame, ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà, della proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla competenza, alla legge applicabile, al riconoscimento e all'esecuzione delle misure e alla cooperazione in materia di protezione degli adulti (COM(2023) 280 final).

  L'audizione informale è stata svolta dalle 20.30 alle 20.50.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 25 ottobre 2023 — Presidenza del presidente Alessandro GIGLIO VIGNA.

  La seduta comincia alle 20.50.

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla competenza, alla legge applicabile, al riconoscimento e all'esecuzione delle misure e alla cooperazione in materia di protezione degli adulti.
COM(2023) 280 final.
(Ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà).
(Seguito esame e conclusione – Valutazione di conformità).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta dell'11 ottobre scorso.

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  Alessandro GIGLIO VIGNA, presidente, segnala che il termine perentorio di otto settimane per l'espressione del parere motivato scade domani, 26 ottobre.

  Grazia DI MAGGIO (FDI), relatrice, illustra, quindi, i contenuti della proposta di documento che valuta conforme la proposta al principio di sussidiarietà di cui all'articolo 5 del Trattato sull'Unione europea (vedi allegato 3).

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di documento formulata dalla relatrice, on. Di Maggio.

  La seduta termina alle 20.55.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 25 ottobre 2023 — Presidenza del presidente Alessandro GIGLIO VIGNA.

  La seduta comincia alle 20.55.

Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2022-2023.
C. 1342 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 28 settembre 2023.

  Alessandro GIGLIO VIGNA, presidente, ricorda che sono pervenuti i pareri delle Commissioni I, II, VI, VII ed XI.
  Ricorda altresì che sono stati ritirati gli emendamenti: 3.9 Giordano; 3.21 e 3.20 Furgiuele; 9.15, 9.13 e 9.14 Deidda; 9.12 e 9.11 Frijia; 3.18, 3.17 e 3.16. Bagnai; 3.5, 3.6 e 6.2 Cattaneo; 6.9 De Monte, 6.16 Bagnai, 6.19 Schifone, 6.20 Rossello e 9.8 Bof.
  Fa presente che i relatori, onn. Mantovani e Candiani, stanno predisponendo un pacchetto di ulteriori proposte emendative che verranno presentate presso la XIV Commissione per essere successivamente trasmesse alle Commissioni di settore per l'espressione dei pareri di competenza.

  Alessandro GIGLIO VIGNA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 21.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 25 ottobre 2023.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 21 alle 21.10.