CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 25 ottobre 2023
189.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
Pag. 151

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 25 ottobre 2023. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Lucia Albano.

  La seduta comincia alle 14.05.

Pag. 152

Modifica all'articolo 3 della legge 20 agosto 2019, n. 92, concernente l'introduzione delle conoscenze di base in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro nell'ambito dell'insegnamento dell'educazione civica.
C. 630 e abb.
(Parere alla VII Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, in sostituzione del relatore, ricorda che la proposta di legge in esame, come risultante dagli emendamenti approvati nel corso dell'esame in sede referente, reca disposizioni relative all'introduzione dell'insegnamento, nelle scuole secondarie di secondo grado, del diritto del lavoro e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
  Per quanto riguarda i profili di quantificazione del provvedimento, rileva preliminarmente che le disposizioni sono, nel loro complesso, volte a garantire la diffusione nelle istituzioni scolastiche delle conoscenze di base del diritto del lavoro e in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. Per tali fini, vengono inserite dette conoscenze nell'ambito delle linee guida per l'insegnamento dell'educazione civica. Al riguardo, ricorda che l'insegnamento dell'educazione civica è stato introdotto nell'ordinamento dall'articolo 2 della legge n. 92 del 2019 e che alla disposizione non sono stati ascritti oneri a carico della finanza pubblica. Ciò premesso, osserva che l'insegnamento delle nuove conoscenze, inserendosi nel meccanismo già in funzione per l'educazione civica, sarà affidato, nelle scuole del primo ciclo, in contitolarità a docenti sulla base del curricolo e, nelle scuole del secondo ciclo, ai docenti abilitati all'insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche, ove disponibili nell'ambito dell'organico. Rileva che ove invece i docenti non fossero disponibili, l'insegnamento sarà attribuito in contitolarità a più docenti, competenti per i diversi obiettivi o risultati di apprendimento condivisi in sede di programmazione dai rispettivi consigli di classe. In proposito, fa presente che andrebbe acquisita la conferma da parte del Governo che l'ampliamento delle conoscenze impartite nell'ambito dell'insegnamento dell'educazione civica sia realizzabile con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, conformemente a quanto previsto dalla clausola di invarianza finanziaria di cui all'articolo 13, comma 1, della legge n. 92 del 2019. Con riferimento agli eventuali oneri derivanti dall'aggiornamento dei docenti, ricorda che l'articolo 6, comma 1, della legge n. 92 del 2019 riserva una quota delle risorse di cui all'articolo 1, comma 125, della legge n. 107 del 2015, pari a 4 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2020, alla formazione dei docenti sulle tematiche afferenti all'insegnamento trasversale dell'educazione civica. Al riguardo, rileva che andrebbe acquisita conferma che l'inclusione, nei predetti programmi di formazione, delle materie inerenti alla sicurezza sul lavoro sia realizzabile nell'ambito della riserva prevista a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
  In merito ai profili di copertura finanziaria, fa presente che l'articolo 3 reca una clausola di invarianza finanziaria riferita all'intero provvedimento secondo cui dall'attuazione della proposta in esame non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Nel prendere atto della corretta formulazione della disposizione, segnala che potrebbe valutarsi l'opportunità di integrare la clausola di invarianza al fine di prevedere espressamente che agli adempimenti previsti dal presente provvedimento si provveda nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. Sul punto rileva comunque l'opportunità di acquisire l'avviso del Governo.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO si riserva di fornire i chiarimenti richiesti in una prossima seduta.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, nessuno chiedendo di Pag. 153intervenire, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.10.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 25 ottobre 2023. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Lucia Albano.

  La seduta comincia alle 14.10.

Schema di decreto ministeriale recante l'approvazione della stima delle capacità fiscali per singolo comune delle regioni a statuto ordinario e della nota metodologica relativa alla procedura di calcolo.
Atto n. 83.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto, rinviato nella seduta del 18 ottobre 2023.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), relatrice, evidenzia la necessità di tenere conto di eventuali considerazioni che potranno emergere nel corso dell'esame del provvedimento presso la Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale. Chiede, pertanto, di rinviare l'espressione del parere a una seduta da convocarsi nel corso della prossima settimana, qualora la rappresentante del Governo possa assicurare che l'Esecutivo non procederà all'adozione definitiva del provvedimento prima dell'espressione del parere parlamentare.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO conferma che il Governo attenderà l'espressione del parere della Commissione prima di procedere all'adozione definitiva dello schema di decreto.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame dello schema di decreto ad altra seduta.

Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante adozione della nota metodologica relativa all'aggiornamento e alla revisione dei fabbisogni standard dei comuni per il 2023 e il fabbisogno standard complessivo per ciascun comune delle regioni a statuto ordinario.
Atto n. 85.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto.

  Andrea MASCARETTI (FDI), relatore, ricorda che lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in esame prevede l'adozione della Nota metodologica relativa all'aggiornamento e alla revisione dei fabbisogni standard dei comuni per il 2023 e che, in particolare, la Nota reca, da un lato, la revisione dei modelli per la stima dei fabbisogni standard delle funzioni di istruzione pubblica e, dall'altro, l'aggiornamento all'anno 2019 della banca dati di riferimento, fermo restando l'utilizzo della metodologia in vigore, per la determinazione dei fabbisogni standard relativi alle altre otto funzioni comunali, ossia la gestione del territorio e dell'ambiente, lo smaltimento rifiuti, gli asili nido, le funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo, la polizia locale, la viabilità e il territorio, il trasporto pubblico locale e le funzioni nel settore sociale. Rileva che, sulla base di tali previsioni, la Nota provvede, quindi, alla determinazione del fabbisogno standard complessivo per ciascun comune delle regioni a statuto ordinario.
  Fa presente che, ai sensi dell'articolo 5 del decreto legislativo n. 216 del 2010, la Nota, allegata allo schema di decreto in esame, è stata redatta dalla SOSE – Soluzioni per il sistema economico S.p.A., e, in data 27 febbraio 2023, è stata approvata a maggioranza dalla Commissione tecnica per i fabbisogni standard, con il parere contrario dei rappresentanti di ANCI e UPI. Ricorda che, in attuazione dell'articolo 6 del Pag. 154citato decreto n. 216 del 2010, il 7 agosto 2023, il Consiglio dei ministri ha approvato in esame preliminare lo schema di decreto e, il 20 settembre 2023, la Conferenza Stato-città e autonomie locali ha espresso il proprio parere prendendo atto del parere negativo formulato da ANCI anche a nome di UPI. Segnala che, in sede di Conferenza, i rappresentati di ANCI hanno richiamato le motivazioni già evidenziate nella ricordata seduta della Commissione tecnica per i fabbisogni standard, esprimendo un parere negativo motivato non tanto dai contenuti della presente Nota, rispetto alla quale si dà atto dei miglioramenti metodologici intervenuti, quanto piuttosto dal lamentato squilibrio del riparto del Fondo di solidarietà comunale, FSC, cui concorre anche la stima revisionata dei fabbisogni standard. Segnala, altresì, che ANCI e UPI hanno quindi auspicato che il contributo del Governo permetta quanto prima di rivedere l'impianto delle perequazioni delle risorse da destinare ai comuni, assicurando un congruo finanziamento statale anche alla luce della più recente giurisprudenza costituzionale.
  Passando a illustrare il contenuto dello schema di decreto in esame, ricorda preliminarmente che i fabbisogni standard, introdotti con il decreto legislativo n. 216 del 2010, in attuazione della delega conferita dalla legge n. 42 del 2009, in materia di federalismo fiscale, rappresentano le reali necessità finanziarie di un ente locale in base alle sue caratteristiche territoriali e agli aspetti socio-demografici della popolazione residente e che i citato decreto legislativo prevede che i fabbisogni standard siano calcolati, e periodicamente revisionati, relativamente a ciascuna delle funzioni fondamentali dei comuni delle regioni a statuto ordinario. La Nota metodologica e la stima dei fabbisogni standard sono stati adottate per la prima volta con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 dicembre 2016. Negli anni successivi, tramite l'adozione di successivi decreti, sono state periodicamente aggiornate le stime, in alcuni casi anche rivedendo la metodologia di calcolo.
  Evidenzia come i fabbisogni standard, congiuntamente alle capacità fiscali, la cui stima è oggetto dell'atto n. 83, anch'esso esaminato da questa Commissione, costituiscano i parametri sulla base dei quali è ripartita una crescente quota perequativa del Fondo di solidarietà comunale e dei fondi perequativi per le province e le città metropolitane.
  Su un piano generale, ricorda che nel comparto comunale è stato da tempo avviato il percorso di attuazione del federalismo fiscale con il progressivo superamento del sistema di finanza derivata e l'attribuzione di una maggiore autonomia di entrata e di spesa ai comuni. I tradizionali trasferimenti erariali sono stati sostituiti con entrate proprie, con compartecipazioni al gettito di tributi erariali, con il gettito, o quote di gettito, di tributi erariali e di addizionali a tali tributi, e con risorse di carattere perequativo. In questo ambito, rileva che il Fondo di solidarietà comunale rappresenta lo strumento per il finanziamento dei comuni, alimentato con una quota del gettito IMU di spettanza dei comuni stessi, le cui risorse vengono distribuite con funzioni sia di compensazione delle risorse attribuite in passato sia di perequazione, in un'ottica di progressivo abbandono del criterio della spesa storica. Evidenzia che il sistema di perequazione nella distribuzione delle risorse del Fondo di solidarietà comunale è stato avviato nel 2015 sulla base del criterio della differenza tra i fabbisogni standard e le capacità fiscali. Fa presente che la normativa vigente prevede un progressivo aumento negli anni della percentuale di risorse da distribuire tra i comuni con i criteri perequativi: per il 2023, la quota da ripartire secondo il criterio perequativo corrisponde al 65 per cento della dotazione del Fondo di solidarietà comunale e si prevede il raggiungimento del 100 per cento della perequazione nell'anno 2030.
  Ricorda che il riparto del Fondo di solidarietà comunale è stabilito da un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri adottato con cadenza annuale, previo accordo da sancire in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie locali e, dal 2020, Pag. 155previo parere tecnico della Commissione tecnica per i fabbisogni standard.
  Con riguardo al Fondo di solidarietà comunale per l'anno in corso, segnala che il riparto delle relative risorse è stato già definito con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 13 giugno 2023, per un totale complessivo di 6.880,5 milioni di euro. La quota del Fondo destinata al riequilibrio delle risorse storiche è stata distribuita secondo l'applicazione del meccanismo standard di riparto, sulla base della differenza tra le capacità fiscali e di fabbisogni standard, oggetto del decreto in esame, come approvati dalla Commissione tecnica per i fabbisogni standard nella seduta del 27 febbraio 2023.
  Venendo al contenuto della Nota metodologica allegata al provvedimento in esame, essa reca in primo luogo, come si è detto, la revisione della metodologia di calcolo dei fabbisogni standard relativamente alla funzione di istruzione pubblica, che comprende i servizi comunali relativi alla scuola dell'infanzia, agli altri ordini di scuola, primaria e secondaria di primo e secondo grado, al trasporto scolastico, alla refezione, all'assistenza e al trasporto dei disabili e ad altri servizi complementari come i centri estivi. La variabile fondamentale presa a riferimento per il calcolo del fabbisogno standard relativamente a questa funzione è la «Popolazione residente in età compresa tra 3 – 14 anni».
  Segnala che la novità rilevante da questo punto di vista riguarda la nuova modalità di definizione del costo standard attraverso un modello di tipo panel a due stadi. Nel primo stadio si stima il modello di costo unitario attraverso lo stimatore panel a effetti fissi che considera i dati di sei annualità; nel secondo stadio, invece, gli effetti fissi derivanti dal primo sono messi in relazione con alcune delle caratteristiche dei comuni che possono considerarsi invarianti nel tempo, quali, ad esempio, l'appartenenza regionale o l'appartenenza a gruppi di comuni con caratteristiche simili. Rileva che, rispetto alla formulazione precedente, la metodologia ha il vantaggio di permettere di considerare più annualità e di consentire una migliore caratterizzazione del servizio di trasporto scolastico e del costo del lavoro.
  Osserva che, a seguito dell'aggiornamento metodologico, il peso della funzione Istruzione pubblica nella composizione del fabbisogno standard complessivo è passato dal 13,03 per cento al 13,09 per cento e che per le altre funzioni fondamentali, invece, la Nota conferma la metodologia già in vigore e si limita ad aggiornare la base dei dati all'annualità 2019. Per quelle funzioni che utilizzano come variabile di riferimento la popolazione residente, al fine di attenuare l'effetto delle variazioni di quest'ultima negli anni, la spesa standard unitaria è stata moltiplicata per la media della popolazione residente relativa al periodo 2015-2019.
  Segnala, infine, che la Nota è integrata da quattro Appendici: nell'Appendice B sono illustrate le linee guida relative alla costruzione dei gruppi omogenei, i cosiddetti cluster; nell'Appendice C sono riportati i nuovi valori normalizzati dei prezzi dei fattori produttivi; nell'Appendice D è visionabile il questionario FC60U, attraverso il quale vengono acquisite dai comuni le informazioni per l'aggiornamento dei coefficienti di riparto dei fabbisogni standard, e nell'Appendice E sono riportati, per ciascuno dei 6.565 comuni delle regioni a statuto ordinario attivi alla data del 12 agosto 2022, i coefficienti di riparto aggiornati delle otto funzioni ricordate, nonché il nuovo coefficiente di riparto complessivo calcolato come media ponderata dei coefficienti di riparto di ogni singolo servizio nella duplice versione con e senza il servizio di smaltimento rifiuti.
  Per quanto attiene ai profili finanziari del provvedimento, rileva che la relazione tecnica allegata allo schema evidenzia che il decreto non determina effetti finanziari per la finanza pubblica, recando disposizioni di aggiornamento e revisione del metodo di determinazione dei fabbisogni standard dei comuni.
  Alla luce di quanto rappresentato, espresso un orientamento complessivamente favorevole sul provvedimento, si riserva di formulare una proposta di parere nel corso della prossima seduta, al fine di Pag. 156tenere conto di eventuali osservazioni che dovessero emergere nel corso del dibattito, chiedendo alla rappresentante del Governo di voler assicurare che l'Esecutivo non procederà all'adozione definitiva del provvedimento prima dell'espressione del parere parlamentare.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO conferma che il Governo attenderà l'espressione dei pareri della Commissione prima di procedere all'adozione definitiva dello schema di decreto.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire rinvia il seguito dell'esame dello schema di decreto ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.15.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 25 ottobre 2023. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI indi del vicepresidente Giovanni Luca CANNATA. – Intervengono la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Lucia Albano e la sottosegretaria di Stato per i rapporti con il Parlamento Matilde Siracusano.

  La seduta comincia alle 14.15.

DL 124/2023: Disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione.
C. 1416 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 24 ottobre 2023.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, avverte preliminarmente che l'emendamento 10.53 Bicchielli è stato ritirato dal presentatore. Segnala, altresì, che l'esame del provvedimento riprende dalle proposte emendative riferite all'articolo 6, ricordando che i relatori e il Governo hanno espresso i propri pareri nella seduta di ieri.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) chiede di sottoscrivere l'emendamento Grimaldi 6.1.

  La Commissione respinge l'emendamento Grimaldi 6.1.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, chiede ai presentatori se accettino la riformulazione degli emendamenti Roggiani 6.2, Pella 6.3, Steger 6.4 e Torto 6.5 in un testo identico all'emendamento Cannata 6.6.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), nel ricordare che il contenuto dell'emendamento Roggiani 6.2 trae origine da una richiesta dell'ANCI, pur affermando che il testo riformulato è parziale, perché limitato alla sola lettera a) del testo originario e, pertanto, risulta ampiamente insufficiente rispetto alla finalità che i presentatori intendevano conseguire, accetta la riformulazione proposta dai relatori.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, prende atto che i presentatori degli identici emendamenti Roggiani 6.2, Pella 6.3, Steger 6.4, nonché dell'emendamento Torto 6.5 accettano la riformulazione presentata dai relatori.

  La Commissione approva l'emendamento Cannata 6.6, nonché gli emendamenti Roggiani 6.2, Pella 6.3, Steger 6.4 e Torto 6.5 riformulati in un testo identico all'emendamento Cannata 6.6 (vedi allegato 1).

  Claudio Michele STEFANAZZI (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento 6.8 a sua prima firma, nel ricordare la discussione svoltasi nella seduta di ieri con riferimento al monitoraggio relativo al rispetto del cronoprogramma degli interventi, ricorda che la sottosegretaria Siracusano ha assicurato che vi saranno meccanismi oggettivi che non potranno dar luogo a valutazioni di parte.Pag. 157
  Nell'evidenziare tuttavia la genericità della formula utilizzata dalla lettera b) dell'articolo 6, che la proposta emendativa in esame è volta a sopprimere, laddove si prevede l'esercizio dei poteri sostitutivi in capo al Governo ai sensi dell'articolo 12 del decreto-legge n. 77 del 2021 «ove si renda necessario al fine di evitare il disimpegno automatico dei fondi erogati dall'Unione europea», fa notare che tale previsione sembra alludere all'incapacità degli enti attuatori di rispettare di far fronte alla gestione delle procedure relative alla realizzazione degli interventi. Sottolinea che tale formulazione, potrebbe incrementare il rischio, da un lato, che il Governo ponga in essere valutazioni discrezionali, e dall'altro, che le amministrazioni siano costrette a ricorrere a debiti fuori bilancio pur di scongiurare il rischio di definanziamento degli interventi.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), nel condividere la ratio dell'emendamento Stefanazzi 6.8 testé illustrata dal presentatore, aggiunge che sono proprio le amministrazioni centrali a mostrare le maggiori difficoltà nell'utilizzo delle risorse rilevando che non a caso le amministrazioni centrali dello Stato sono sostituite dalla Struttura di missione per la ZES istituita presso la Presidenza del Consiglio.
  In relazione all'introduzione di meccanismi stringenti di valutazione dell'adempimento degli obblighi previsti negli Accordi per la coesione che, a suo avviso, rischiano di fondarsi su posizioni di parte del soggetto titolare del potere centrale, fa notare che, in altri momenti, gli stessi poteri potrebbero essere esercitati da altre parti politiche. Rileva che un sistema congegnato in tal modo potrebbe favorire la contrapposizione tra enti ai quali, in realtà, dovrebbe competere la tutela di interessi generali.
  Nel ricordare che i rappresentanti degli enti territoriali auditi, che hanno esperienza concreta dell'attività amministrativa, hanno sottolineato la difficoltà di realizzare compiutamente i meccanismi di valutazione disciplinati nel decreto, mette in guardia sulla possibilità che tale assetto possa, da un lato, contribuire a sviluppare una burocrazia di tipo difensivo e, dall'altro, facilitare l'applicazione di criteri ampiamente discrezionali nella valutazione degli inadempimenti.
  Per tali ragioni, conclude invitando la maggioranza e il Governo a modificare il parere sull'emendamento Stefanazzi 6.8.

  Silvio LAI (PD-IDP) condivide pienamente le considerazioni dei colleghi finora intervenuti e rimarca i rischi che deriverebbero dall'estensione delle previsioni dell'articolo 12 del decreto-legge n. 77 del 2021 ai contratti istituzionali di sviluppo.
  Sottolinea come il meccanismo che sovrintende all'attuazione di tali contratti si differenzi notevolmente da quello utilizzato per l'erogazione dei fondi del PNRR e denuncia il pericolo che potrebbe derivare dall'irrigidimento delle procedure, complicando la vita alle amministrazioni impegnate nella realizzazione di opere già avviate.
  Infine, lamenta che prevedere il definanziamento automatico anche per quanto riguarda gli interventi non infrastrutturali finirà con il recare ulteriori difficoltà alle regioni del Mezzogiorno.

  Maria Rosaria CARFAGNA (A-IV-RE) osserva che lo scopo dell'emendamento Stefanazzi 6.8 è quello di sollevare le amministrazioni locali dalla responsabilità del mancato rispetto del cronoprogramma relativo alla realizzazione delle opere. Ricorda, infatti, che la soppressione dell'Agenzia per la coesione territoriale, le cui competenze sono state trasferite al Dipartimento per la coesione territoriale, ha di fatto bloccato l'erogazione dei finanziamenti del Fondo per lo sviluppo e la coesione. Pertanto, a suo avviso, i ritardi che potranno riscontrarsi devono ritenersi imputabili esclusivamente all'Amministrazione centrale. Occorrerebbe, al contrario, dare continuità a quanto già avviato dai precedenti Esecutivi, evitando che le risorse già stanziate vadano disperse ad ogni cambio di Governo. Sollecita, quindi, i colleghi della maggioranza ad accogliere le richieste che provengono dai territori.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S) chiede di poter sottoscrivere l'emendamento StefanazziPag. 158 6.8, che si ricollega logicamente all'emendamento 2.15, a sua prima firma, già respinto, e rimarca come la disposizione dell'articolo 6 del decreto in esame avrà l'effetto di rendere impossibile o, quantomeno, più difficile il completamento di una serie di progetti già avviati dagli enti locali.

  Claudio Michele STEFANAZZI (PD-IDP) interviene per segnalare che la disposizione di cui all'articolo 6 del decreto-legge, se correttamente interpretata, dovrebbe applicarsi al contratto istituzionale di sviluppo Brindisi-Lecce-Costa adriatica.

  La Commissione respinge l'emendamento Stefanazzi 6.8.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, invita i relatori e il Governo a formulare i propri pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 7.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), relatrice, anche a nome dei colleghi D'Attis e Romano, formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sugli identici emendamenti Scerra 7.1 e Stefanazzi 7.2, nonché sull'emendamento Carfagna 7.3. Esprime, quindi, parere favorevole sull'emendamento Scotto 7.4, formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sugli emendamenti Scotto 7.5, Stefanazzi 7.6, Mulè 7.8, Stefanazzi 7.9, sugli identici emendamenti Frassini 7.10 e Steger 7.11, nonché sugli emendamenti Sarracino 7.12, Comaroli 7.13, De Luca 7.14 e Carfagna 7.17. Esprime parere favorevole sull'emendamento Cannata 7.19, a condizione che sia riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1). Esprime altresì parere favorevole sull'emendamento Maccanti 7.20, a condizione che sia riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2). Esprime quindi parere favorevole sull'emendamento Mazzetti 7.21, a condizione che tale proposta sia riformulata nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1). Formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sugli identici emendamenti Torto 7.23, Cattoi 7.24, Pella 7.25, Peluffo 7.26 e Steger 7.27, mentre esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Pella 7.28, Roggiani 7.29, Steger 7.30 e Torto 7.31. Infine, formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'articolo aggiuntivo Scerra 7.01.

  La sottosegretaria Matilde SIRACUSANO esprime parere conforme ai relatori.

  Claudio Michele STEFANAZZI (PD-IDP) illustra il suo emendamento 7.1 interamente soppressivo dell'articolo 7, evidenziando come l'attuale disciplina delle politiche per lo sviluppo delle aree interne abbia sinora prodotto ottimi risultati. Lamenta, viceversa, come la scelta di riportare in capo alla Presidenza del Consiglio dei ministri l'intera Strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne, escludendo il coinvolgimento degli enti territoriali, costituisca un passo indietro e stigmatizza, pertanto, quella che, a suo avviso, è una deriva miope e centralista dell'attuale maggioranza.

  Marco SARRACINO (PD-IDP) ritiene che il tema delle aree interne sia fondamentale e chiede di sottoscrivere l'emendamento Stefanazzi 7.2. Sottolinea, quindi, l'importanza di rendere le aree interne un'opportunità di crescita e di sviluppo, abbandonando l'idea di volere assoggettare gli enti territoriali a forme di controllo centralistico.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) evidenzia come la nuova governance della Strategia nazionale per le aree interne prevista dall'articolo 7 possa determinare una confusione organizzativa, dovuta essenzialmente all'eccessivo accentramento delle competenze, sottolineando pertanto come il nuovo assetto previsto rischi di dimostrarsi scarsamente incisivo. Denuncia infatti l'eccesso dei compiti che dovrebbero essere svolti dalla Cabina di regia per lo sviluppo delle aree interne, istituita dall'articolo in esame, evidenziando come il supporto alla Cabina di regia dovrebbe essere assicurato dalla stessa struttura che, nell'ambito della Presidenza del Consiglio dei ministri, si dovrebbePag. 159 occupare dell'attuazione del PNRR e della strategia di utilizzo delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione e dei fondi strutturali europei. Evidenzia la necessità di non trasferire anche alla gestione degli interventi nelle aree interne le modalità operative utilizzate in relazione all'attuazione del PNRR, segnalando peraltro come le strutture di coordinamento previste a legislazione vigente per la strategia per le aree interne siano rimaste sostanzialmente inattive nel corso di questa legislatura. Denuncia quindi un commissariamento di fatto delle autonomie locali in contrasto con i valori alla base di alcune delle forze politiche facenti parte della maggioranza che esprimono una buona parte degli amministratori locali, mentre il gruppo di maggioranza relativa evidentemente sconta l'assenza di una classe dirigente a livello locale.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, fa presente che anche la sua forza politica esprime diversi amministratori locali, ricordando anche il proprio impegno come sindaco.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) sottolinea come sia intollerabile che il vicepresidente della Commissione, mentre ne presiede i lavori, replichi nel merito ad affermazioni fatte da un deputato, evidenziando come un tale intervento denoti una carenza di acume.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, stigmatizzando le affermazioni del deputato Pagano, evidenzia che l'esercizio del ruolo di presidente non lo obbliga ad ascoltare passivamente le sciocchezze che vengono dette.

  Marco GRIMALDI (AVS) interviene sull'ordine dei lavori al fine di invitare il presidente Cannata a porgere le scuse al deputato Ubaldo Pagano o a lasciare il banco della presidenza, denunciando l'inaccettabilità dell'espressione usata dal presidente nei confronti del collega. Qualora il presidente non provveda a scusarsi, ritiene che sarebbe inevitabile la richiesta di immediata sospensione dei lavori della Commissione e la convocazione di una riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

  Francesco Saverio ROMANO (NM(N-C-U-I)-M), relatore, pur comprendendo che nella concitazione del confronto si possa fare ricorso ad espressioni inappropriate, ritiene che sarebbe auspicabile che il presidente non aprisse un confronto con i singoli componenti della Commissione. Auspica, quindi, che si possa superare la discussione che si è aperta in modo da concentrarsi sull'approfondimento dei temi affrontati dal provvedimento.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, sottolineando come spesso il deputato Ubaldo Pagano dia l'impressione di cercare la polemica, evidenzia come il suo intervento nel quale ha richiamato la propria esperienza come sindaco fosse solo un breve commento, nel quale replicava con ironia alle considerazioni del collega.

  Marco GRIMALDI (AVS) ribadisce che il presidente, in virtù del suo ruolo non può permettersi di affermare che i colleghi dicano delle sciocchezze. Chiede nuovamente che il presidente Cannata si scusi con il deputato Ubaldo Pagano.

  Maria Rosaria CARFAGNA (A-IV-RE) richiama alla necessità di non creare un precedente di un presidente che etichetta come sciocchezze le opinioni espresse da un deputato, ricordando come anche nella propria esperienza come vicepresidente della Camera dei deputati abbia sempre inteso assicurare la massima imparzialità, astenendosi da considerazioni di carattere politico nei momenti in cui presiedeva i lavori dell'Assemblea. Invita, quindi, il presidente ad ammettere il proprio errore, al fine di assicurare il regolare proseguimento dei lavori.

  Daniela TORTO (M5S) concorda con la collega Carfagna, rivolgendo lo stesso invito alla presidenza così da poter proseguire Pag. 160ordinatamente con la discussione del decreto.

  Marco SARRACINO (PD-IDP) sottolinea l'assoluta correttezza del comportamento tenuto nel corso dei lavori sul provvedimento in esame sia da parte dell'opposizione che della maggioranza. Si unisce quindi all'invito al presidente a porgere le proprie scuse per quanto accaduto al fine di proseguire i lavori della Commissione.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) ricorda di aver assicurato, nel proprio ruolo di capogruppo, che la discussione del provvedimento potesse svolgersi in tempi abbastanza ristretti, garantendo comunque la conclusione dell'esame delle proposte emendative in tempo utile per rispettare il calendario dei lavori dell'Assemblea, anche al fine di consentire un adeguato esame anche presso l'altro ramo del Parlamento. Evidenzia quindi che oggetto della sua critica politica non sono mai le persone e che, anche con riferimento alle sue osservazioni circa lo scarso numero di esponenti del partito Fratelli d'Italia che ricoprono il ruolo di sindaco, il suo fosse un ragionamento politico e che, pertanto, non intendeva riferirsi a qualcuno in particolare. Nel sottolineare come non sia accettabile che la presidenza della Commissione alimenti il contraddittorio politico, si scusa se qualche propria osservazione possa essere risultata offensiva, fermo restando che il presidente, nello svolgimento della propria funzione, non può mancare di rispetto a un commissario.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, prende atto di quanto affermato dal deputato Ubaldo Pagano e sottolinea come l'intera discussione sia nata da un equivoco, non avendo egli voluto in alcun modo mancare di rispetto al collega. Auspica, quindi, che, anche alla luce di tale chiarimento, si possa riprendere l'esame delle proposte emendative.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Scerra 7.1 e Stefanazzi 7.2.

  Maria Rosaria CARFAGNA (A-IV-RE) illustra il suo emendamento 7.3, evidenziando che l'articolo 7 prevede un cambio di governance ulteriore rispetto a quelli che hanno già caratterizzato questo primo anno di governo del Ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il PNRR. Sotto tale aspetto sottolinea come sia prevista anche la costituzione di un'ulteriore Cabina di regia che, nelle intenzioni del Ministro, dovrebbe sostituire il Comitato tecnico per le aree interne, che non è stato mai convocato da questo Governo. Denunciando, quindi, come questo immobilismo abbia determinato il blocco di alcuni fondi stanziati e approvati con delibera CIPESS, invita i colleghi della maggioranza a chiedere conto al Ministro Fitto dei fondi sulle aree interne che sono già stati stanziati. Evidenzia quindi come il cambio di governance determini una centralizzazione di un processo decisionale, prima affidato a livelli territoriali più vicini al cittadino, a scapito della funzionalità e dell'efficienza della Strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Carfagna 7.3, approva l'emendamento Scotto 7.4 e respinge l'emendamento Scotto 7.5.

  Claudio Michele STEFANAZZI (PD-IDP) illustra l'emendamento a sua firma 7.6 e, ricollegandosi alle considerazioni da ultimo svolte dalla deputata Carfagna, esprime forte preoccupazione per il notevole ritardo accumulato nell'anno in corso nella programmazione degli interventi relativi alle aree interne del nostro Paese, come peraltro diffusamente sottolineato anche dagli amministratori locali, a prescindere dalla loro appartenenza politica. Rimarca, inoltre, l'intrinseca contraddittorietà di quanto previsto dal comma 3 dell'articolo 7, laddove si dispone che la Strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne operi in coerenza con l'Accordo di partenariato per l'utilizzo dei fondi a finalità strutturale assegnati all'Italia per il ciclo di programmazione 2021-2027, dal momento che, a differenza di quanto stabilito dal provvedimentoPag. 161 in esame, il citato Accordo di partenariato si basava su un modello di governance profondamente diverso, fondato sulla tripartizione dei compiti tra lo Stato, le regioni e gli enti locali, che si è rivelato in passato il vero architrave della programmazione degli interventi per le aree interne.
  In tale quadro, rammenta che proprio in esito al predetto Accordo di partenariato è stata adottata la delibera CIPESS n. 41 del 2022 di riparto delle risorse finanziarie, che ha attribuito un ruolo centrale principalmente alle regioni e agli enti locali. Alla luce di tali considerazioni, ritiene quindi che l'articolo 7 del decreto-legge in discussione vanifichi completamente il lavoro in precedenza svolto nell'ambito della Strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne, comprimendo al contempo assai drasticamente le funzioni in tale campo esercitate a vario livello dall'insieme delle autonomie territoriali. Evidenzia, pertanto, che la finalità dell'emendamento a sua firma 7.6 è esattamente quella di salvaguardare il fruttuoso lavoro sinora svolto dagli enti territoriali nella programmazione degli interventi in favore delle aree interne, utilizzando spesso il modello assai positivo degli accordi di programma quadro, anche ai fini del raggiungimento dei target intermedi previsti dal PNRR per l'anno 2024. Rileva, in particolare, che la citata proposta emendativa è volta, da un lato, ad includere nella Cabina di regia istituita ai sensi del comma 1 del medesimo articolo 7 i presidenti delle regioni e delle province autonome interessate, dall'altro, ad espungere dal testo la prevista delibera del CIPESS in ordine alla definizione delle modalità operative del Piano strategico nazionale delle aree interne, costituendo a suo giudizio un ulteriore passaggio non strettamente necessario ed anzi foriero di un probabile allungamento dei tempi nella realizzazione degli interventi. Osserva, infine, che l'emendamento in discussione è altresì finalizzato a prevedere che le risorse del bilancio dello Stato disponibili per le finalità perseguite dal predetto Piano strategico siano destinate in via esclusiva – e non già prioritariamente, come al momento stabilito dal comma 3 dell'articolo 7 – ai settori dell'istruzione, della mobilità e dei servizi socio-sanitari, rappresentando questi ultimi ambiti di intervento essenziali ai fini di un reale sviluppo delle aree meno avvantaggiate del nostro Paese.

  La Commissione respinge l'emendamento Stefanazzi 7.6.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, avverte che l'emendamento Mulè 7.8 è stato ritirato dai presentatori.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) illustra l'emendamento 7.9, di cui è cofirmatario, volto a integrare la composizione della Cabina di regia istituita dal comma 1 dell'articolo 7, al fine di includervi i presidenti delle regioni interessate, ritenendo davvero paradossale tale mancata previsione nel testo, che a suo avviso rivelerebbe una scelta intenzionale da parte del Governo. Evidenzia, infatti, che le regioni molto verosimilmente saranno gli unici soggetti in grado di finanziare concretamente gli interventi previsti nell'ambito della Strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne, a tal fine utilizzando in parte anche i fondi di provenienza europea, a meno di immaginare, a sostegno dei predetti interventi, l'introduzione già nella prossima legge di bilancio di specifici, cospicui stanziamenti di risorse finanziarie. Auspica, dunque, che su tale questione possa svilupparsi una fattiva interlocuzione con il Governo, scevra da qualsivoglia connotazione polemica, al fine di rimediare a una simile, grave dimenticanza. Chiede, infine, un chiarimento in merito alla posizione eventualmente espressa al riguardo dalla stessa Conferenza delle regioni e delle province autonome, qualora interpellata in proposito in sede di predisposizione del presente decreto-legge.

  Marco SARRACINO (PD-IDP), richiamandosi alle considerazioni svolte dal collega Ubaldo Pagano, chiede l'accantonamento dell'emendamento Stefanazzi 7.9, rammentando peraltro che la maggior parte delle regioni potenzialmente interessate è Pag. 162al momento amministrata da esponenti dello schieramento di centrodestra. In caso contrario, ritiene che dovrebbero essere fornite adeguate motivazioni in merito al mancato accoglimento di tale richiesta di accantonamento.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S) chiede, a nome del proprio gruppo, di sottoscrivere l'emendamento Stefanazzi 7.9, considerando significativamente paradossale che non sia stata prevista la partecipazione alla Cabina di regia per lo sviluppo delle aree interne anche dei presidenti delle regioni interessate, evidenziando come il testo già preveda, del resto, la partecipazione di una serie assai nutrita di figure istituzionali, compreso, ad esempio, oltre ad una pluralità di ministri con e senza portafoglio, il presidente dell'Unione nazionale comuni, comunità ed enti montani. Nell'associarsi pertanto alla richiesta di accantonamento in precedenza formulata dal deputato Sarracino, ritiene che tale apparente dimenticanza riveli piuttosto una scelta intenzionale dello stesso Ministro Fitto, che pure ha ricoperto lui stesso in passato la carica di presidente di regione. In particolare, ritiene che tale scelta sia motivata dal desiderio di contrapporsi alle amministrazioni regionali attualmente governate da esponenti dello schieramento di centrosinistra, dovendosi altrimenti immaginare una sostanziale indifferenza del Ministro medesimo rispetto alla necessaria cura degli indispensabili profili organizzativi relativi alla nuova governance della Strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne.

  La sottosegretaria Matilde SIRACUSANO, nell'assicurare che da parte del Governo non vi è né vi è stata alcuna considerazione di natura politica nella stesura della disposizione in discussione, dichiara di accogliere la richiesta di accantonamento dell'emendamento Stefanazzi 7.9.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, concordi i relatori, dispone quindi l'accantonamento dell'emendamento Stefanazzi 7.9. Segnala, inoltre, che gli identici emendamenti Frassini 7.10 e Steger 7.11 sono stati ritirati dai rispettivi presentatori.

  Marco SARRACINO (PD-IDP) illustra l'emendamento a sua prima firma 7.12, volto ad includere nella composizione della Cabina di regia per lo sviluppo delle aree interne di cui al comma 1 dell'articolo 7 i principali attori istituzionali coinvolti nei territori direttamente interessati, quali, ad esempio, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, delle associazioni di categoria e dei professionisti. Per tali ragioni, ne chiede l'accantonamento.

  La Commissione respinge l'emendamento Sarracino 7.12.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, fa presente che i presentatori hanno ritirato l'emendamento Comaroli 7.13.

  Claudio Michele STEFANAZZI (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento De Luca 7.14, di cui è cofirmatario, ne chiede l'accantonamento in considerazione del suo contenuto direttamente consequenziale rispetto a quello dell'emendamento a sua prima firma 7.9, dianzi accantonato, ribadendo nuovamente come lo strumento degli accordi di programma quadro, di cui si prevede la sottoscrizione, si sia rivelato alla luce della passata esperienza una modalità di programmazione estremamente positiva.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, prende atto che i relatori non hanno accolto la richiesta di accantonamento dell'emendamento De Luca 7.14.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti De Luca 7.14 e Carfagna 7.17.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, accetta la riformulazione del suo emendamento 7.19.

  La Commissione approva l'emendamento Cannata 7.19, come riformulato (vedi allegato 1).

Pag. 163

  Francesco Saverio ROMANO (NM(N-C-U-I)-M), relatore, intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede, anche a nome dei relatori D'Attis e Lucaselli, una breve sospensione della seduta al fine di consentire la partecipazione dei commissari interessati, sia pure temporaneamente, alla discussione in Assemblea sulle Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 26 e 27 ottobre 2023.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, accedendo alla richiesta testé formulata dal relatore Romano, in assenza di obiezioni, sospende quindi la seduta, avvertendo che la stessa riprenderà alle ore 16.30.

  La seduta, sospesa alle 15.55, riprende alle 16.40.

  Mauro D'ATTIS (FI-PPE), relatore, preso atto dell'esigenza di un ulteriore approfondimento, anche a nome dei colleghi Lucaselli e Romano, propone l'accantonamento dell'emendamento Maccanti 7.20 nel testo riformulato.

  La sottosegretaria Matilde SIRACUSANO concorda con la proposta di accantonamento del relatore.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, dispone l'accantonamento dell'emendamento Maccanti 7.20 nel testo riformulato.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA) sottoscrive l'emendamento Mazzetti 7.21 e accetta la riformulazione proposta dai relatori.

  La Commissione, con distinte votazioni, approva l'emendamento Mazzetti 7.21 come riformulato (vedi allegato 1) e respinge gli identici emendamenti Torto 7.23, Cattoi 7.24, Pella 7.25, Peluffo 7.26 e Steger 7.27.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, prende atto che i presentatori hanno accettato la riformulazione degli identici emendamenti Pella 7.28, Roggiani 7.29, Steger 7.30 e Torto 7.31 proposta dai relatori.

  La Commissione approva gli identici emendamenti Pella 7.28, Roggiani 7.29, Steger 7.30 e Torto 7.31 come riformulati (vedi allegato 1).

  Ida CARMINA (M5S), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Scerra 7.01 concernente l'istituzione delle zone franche montane nella Regione Siciliana, ricorda che, nel corso della precedente legislatura, era stata rivolta particolare attenzione ai problemi gravanti sulle zone interne del Paese. Sottolinea che la proposta emendativa in esame è volta a prevedere un insieme di agevolazioni per le imprese che hanno la sede in quei territori allo scopo di superare le difficoltà proprie delle zone interne che, in questo caso, sono ulteriormente aggravate dal fatto di trovarsi su un'isola.
  Nel richiamare i noti problemi di divario infrastrutturale della Sicilia, resi ancor più acuti dal depotenziamento delle province a cui era affidata la cura di quelle reti, ritiene l'onere derivante dalla proposta emendativa, pari a 267,8 milioni di euro annui a decorrere dal 2024, congruo rispetto alla finalità perseguita e sostenibile dalla finanza pubblica e, pertanto, chiede di voler considerare l'accantonamento della proposta emendativa in esame.

  La sottosegretaria Matilde SIRACUSANO, replicando alla deputata Carmina, afferma di non poter accedere alla richiesta di accantonamento dell'articolo aggiuntivo Scerra 7.01, poiché la proposta emendativa reca oneri significativi privi di idonea copertura finanziaria.

  Toni RICCIARDI (PD-IDP), nel dichiarare di sottoscrivere l'articolo aggiuntivo Carmina 7.01, ricorda i provvedimenti con i quali in passato sono state assegnate risorse cospicue ad aree interne del Nord, richiamando in particolare il provvedimento a favore dei frontalieri svizzeri e il disegno di legge che stanziava ingenti risorse in favore dei comuni di confine che risultano deficitari, pur trovandosi in realtàPag. 164 in situazioni economiche solide. Appellandosi al presidente Mangialavori e alla sottosegretaria Siracusano, dei quali ricorda la nota la sensibilità per i problemi attraversati dalle regioni del Mezzogiorno, chiede di provvedere in modo analogo a quanto fatto per il Nord e si associa alla richiesta della collega Carmina di accantonare la proposta emendativa in esame.

  Daniela TORTO (M5S), nell'associarsi alle osservazioni della collega Carmina e nel ringraziare il collega Toni Ricciardi per aver sostenuto l'articolo aggiuntivo Scerra 7.01, afferma di non comprendere per quale ragione il Governo, che ha espresso parere contrario sulla proposta emendativa in esame per carenza di coperture idonee, abbia trovato invece le risorse necessarie a provvedere agli oneri, di importo più o meno corrispondente, derivanti dalla prosecuzione del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Chiede pertanto di approvare le misure di sgravio per le imprese delle zone franche montane della Sicilia contenute nella proposta emendativa in esame piuttosto che proseguire nel progetto del Ponte.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Scerra 7.01.

  Mauro D'ATTIS (FI-PPE), relatore, anche a nome dei relatori Lucaselli e Romano, modificando il parere espresso in precedenza, esprime parere favorevole sull'emendamento Stefanazzi 7.9, precedentemente accantonato, a condizione che sia riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  La sottosegretaria Matilde SIRACUSANO concorda con la proposta di riformulazione presentata dai relatori.

  Claudio Michele STEFANAZZI (PD-IDP), pur conservando seri dubbi sull'articolo 7 nel suo complesso, prende atto con favore del fatto che il Governo ha acconsentito alla partecipazione dei presidenti delle regioni e delle province autonome alla Cabina di regia per lo sviluppo delle aree interne. Accetta, quindi, la riformulazione del suo emendamento 7.9 proposta dai relatori.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, prende atto che il deputato Steger nonché tutti i commissari del gruppo MoVimento 5 Stelle dichiarano di sottoscrivere l'emendamento Stefanazzi 7.9 nel testo riformulato.

  La Commissione approva l'emendamento Stefanazzi 7.9 come riformulato (vedi allegato 1).

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, invita i relatori e il Governo ad esprimere i pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 8.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), relatrice, anche a nome dei colleghi relatori D'Attis e Romano, formula un invito al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sugli emendamenti Carmina 8.1, Barbagallo 8.2, Carmina 8.3 e Magi 8.5. Propone l'accantonamento dell'emendamento Carmina 8.6, mentre formula un invito al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sugli emendamenti Magi 8.7, Soumahoro 8.8, Carmina 8.9, Barbagallo 8.11, Magi 8.12, Barbagallo 8.13 e Carmina 8.14. Propone, infine, l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Pisano 8.03.

  La sottosegretaria Matilde SIRACUSANO concorda con il parere espresso dai relatori.

  Ida CARMINA (M5S), intervenendo sull'emendamento 8.1 a sua prima firma, segnala che la proposta chiede di incrementare di 20 milioni lo stanziamento di 45 milioni di euro a favore del comune di Lampedusa e Linosa allo scopo di sostenere anche la comunità di Porto Empedocle, che da anni si trova al centro delle attività di gestione dei flussi migratori. Nel far presente che i migranti approdano nella cittadina costiera attraverso le navi delle ONG o in modo autonomo, oppure trasferiti dalla vicina isola di Lampedusa, ricorda che, nel 2013, le navi che trasportavano le bare di Pag. 165centinaia di naufraghi approdarono a Porto Empedocle e che centinaia di migranti anche quotidianamente hanno riparato nella cittadina costiera creando seri problemi nell'accoglimento.
  Nel ricordare le condanne dello Stato italiano da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo per i trattamenti contrari alla dignità umana, fa presente che circa quattromila persone sono sbarcate nei soli mesi di luglio e agosto scorso, mettendo a dura prova le infrastrutture di un territorio a tipica vocazione turistica. Conclude pertanto chiedendo di votare a favore del contributo al comune di Porto Empedocle.

  Francesco Saverio ROMANO (NM(N-C-U-I)-M), relatore, pur comprendendo le argomentazioni della collega Carmina, sottolinea le peculiarità del comune di Lampedusa e Linosa.

  La Commissione respinge l'emendamento Carmina 8.1.

  Claudio Michele STEFANAZZI (PD-IDP) sottoscrive e illustra l'emendamento Barbagallo 8.2, sottolineando che l'articolo 8 del decreto-legge riguarda la realizzazione di opere infrastrutturali particolarmente significative e manifesta la sua perplessità per la possibilità di derogare alle procedure di VAS. Pertanto, ritiene opportuno riaffermare la necessità che tali procedure siano pienamente rispettate ed in tal senso raccomanda l'approvazione dell'emendamento Barbagallo 8.2.

  La Commissione respinge l'emendamento Barbagallo 8.2.

  Ida CARMINA (M5S), intervenendo per illustrare l'emendamento 8.3 a sua prima firma, osserva che il provvedimento se, da un lato, riconosce il sacrificio fatto dalla comunità di Lampedusa, prevedendo appositi stanziamenti in favore del Comune di Lampedusa e Linosa, dall'altro, rischia di aumentare le difficoltà di tale Comune attraverso la costruzione di nuove strutture di accoglienza di migranti e hotspots. Ricorda, quindi, che gli sbarchi che hanno luogo direttamente sul territorio dell'isola sono un numero estremamente ridotto e che, viceversa, la gran parte dei migranti vengono trasferiti nell'isola dalle navi che li intercettano quando sono ancora in alto mare. Pertanto, pur riconoscendo a Lampedusa il ruolo di «porta del Mediterraneo» non ritiene tuttavia corretto trasformare l'isola in un centro profughi.

  Silvio LAI (PD-IDP) chiede di poter sottoscrivere l'emendamento Carmina 8.3 e rimarca come anche il relatore abbia precisato il vero spirito dell'articolo 8 del decreto-legge, che ha esclusivamente lo scopo di accelerare la realizzazione di nuove strutture di accoglienza nell'isola di Lampedusa.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, fa presente che l'emendamento Carmina 8.3 è stato sottoscritto anche dalla deputata Iacono.

  La Commissione respinge l'emendamento Carmina 8.3.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, constata l'assenza del presentatore dell'emendamento Magi 8.5; si intende vi abbia rinunciato.
  Non essendovi obiezioni, secondo quanto proposto dai relatori dispone l'accantonamento dell'emendamento Carmina 8.6.

  Silvio LAI (PD-IDP) sottoscrive l'emendamento Magi 8.7.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), anch'egli dichiarando di sottoscrivere l'emendamento Magi, evidenzia come il vero obiettivo dell'articolo 8 sembrerebbe quello di rendere sacrificabili alcuni territori al fine di attuare la strategia del Governo per affrontare l'emergenza del flusso di migranti. A suo avviso, l'emendamento Magi 8.7 promuoverebbe un riequilibrio della situazione a livello territoriale, anche con riferimento allo smaltimento delle imbarcazioni abbandonate.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), domanda come mai non sia previsto anche il supportoPag. 166 delle altre isole Pelagie, evidenziando che la proposta Magi intende quantomeno tutelarle rispetto all'accumulo dei relitti.

  Francesco Saverio ROMANO (NM(N-C-U-I)-M), relatore, fa presente che le altre isole Pelagie presentano territori molto ridotti e, pertanto, si trovano in una situazione diversa dalle isole di Lampedusa e Linosa.

  Marco SARRACINO (PD-IDP) sottoscrive, a sua volta, anche a nome del gruppo del Partito democratico, l'emendamento Magi 8.7.

  La Commissione respinge l'emendamento Magi 8.7.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, constata l'assenza del presentatore dell'emendamento Soumahoro 8.8; si intende vi abbia rinunciato.

  Ida CARMINA (M5S) illustra l'emendamento 8.9, a sua prima firma, che, nelle more dell'espletamento delle procedure di evidenza pubblica ed entro la soglia massima di 1 milione di euro, ammette l'affidamento diretto per le operazioni di recupero dei relitti delle imbarcazioni dei migranti arenate nell'area portuale, nelle aree di pesca e nel perimetro della riserva marina dell'isola di Lampedusa e Linosa. Ribadendo l'intento meritorio dell'emendamento, auspica che possa essere accolto.

  Francesco Saverio ROMANO (NM(N-C-U-I)-M), relatore, ritiene che l'emendamento persegua un obiettivo condivisibile e, anche a nome dei relatori D'Attis e Lucaselli, propone di accantonarlo per effettuare le opportune verifiche.

  La sottosegretaria Matilde SIRACUSANO concorda con la proposta di accantonamento formulata dal relatore, riservandosi ulteriori approfondimenti in relazione alle implicazioni dell'emendamento, con particolare riferimento ai profili connessi alla deroga dei limiti previsti dal codice degli appalti.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, non essendovi obiezioni, avverte che l'emendamento Carmina 8.9 deve intendersi accantonato.

  Toni RICCIARDI (PD-IDP), nell'illustrare l'emendamento Barbagallo 8.11, sottolinea come si tratti di una proposta di buon senso, volta preservare l'ambiente e il territorio. A suo avviso, la cementificazione dell'isola di Lampedusa non rappresenta una soluzione idonea a risolvere il problema dell'emergenza migratoria che non si può misurare esclusivamente sulla base dell'elevato numero degli sbarchi. Invita, quindi, i relatori del Governo a svolgere un ulteriore approfondimento sull'emendamento Barbagallo 8.11.

  La Commissione respinge l'emendamento Barbagallo 8.11.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) sottoscrive l'emendamento Magi 8.12

  La Commissione respinge l'emendamento Magi 8.12.

  Claudio Michele STEFANAZZI (PD-IDP), nell'illustrare l'emendamento Barbagallo 8.13, rimarca l'incongruenza e i pericoli insiti nell'articolo 8 del decreto-legge, che accelera la realizzazione di opere e strutture per la gestione dei flussi migratori derogando anche alle norme per la tutela del paesaggio.

  Ida CARMINA (M5S) sottoscrive l'emendamento Barbagallo 8.13.

  La Commissione respinge l'emendamento Barbagallo 8.13.

  Ida CARMINA (M5S) illustra l'emendamento a sua prima firma 8.14, volto ad autorizzare l'azienda ospedaliera «San Giovanni di Dio» di Agrigento a bandire procedure concorsuali straordinarie, anche in deroga ai vincoli assunzionali vigenti, per assicurare l'integrale copertura dei posti previsti nella propria dotazione organica, con particolare riferimento al personale Pag. 167medico ed infermieristico, al fine di fronteggiare l'eccezionale situazione sanitaria nell'isola di Lampedusa, dovuta allo straordinario afflusso di migranti. Osserva, in proposito, che la citata azienda ospedaliera versa in condizioni di significativa carenza di personale.

  Claudio Michele STEFANAZZI (PD-IDP), a nome di tutto il gruppo del Partito Democratico, chiede di sottoscrivere l'emendamento Carmina 8.14.

  Francesco Saverio ROMANO (NM(N-C-U-I)-M), relatore, osserva preliminarmente che le finalità perseguite dall'emendamento Carmina 8.14 sono senz'altro condivisibili, fermo restando che il problema della carenza di personale medico costituisce un'emergenza di carattere nazionale. Tutto ciò premesso, evidenzia tuttavia come la contrarietà espressa sulla citata proposta emendativa dipenda dal fatto che, nel caso specifico, ogni possibilità di intervento risulta sostanzialmente preclusa dalle competenze a livello normativo attribuite in tale materia alla Regione Siciliana.

  Silvio LAI (PD-IDP) osserva che gli atti aziendali si limitano a definire l'organizzazione e le articolazioni di governo di un'azienda sanitaria, senza coinvolgere direttamente la determinazione dei fabbisogni di personale. In tale contesto, evidenzia che la proposta emendativa in discussione è semplicemente diretta a rimuovere i vincoli assunzionali stabiliti dalla legislazione vigente a carico degli enti sanitari e quindi, anche tenuto conto dello straordinario sforzo richiesto alla citata azienda ospedaliera per le note ragioni connesse agli eccezionali flussi migratori, ne chiede l'accantonamento.

  Francesco Saverio ROMANO (NM(N-C-U-I)-M), relatore, ribadisce che resta insuperabile la questione del riparto di competenze tra lo Stato e la Regione Siciliana, che nell'ambito materiale interessato dall'emendamento Carmina 8.14, gode di una piena autonomia decisionale.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), nel ringraziare il relatore Romano per la disponibilità al confronto parlamentare dimostrata nel corso dell'intera discussione, dissente tuttavia dalla sua ricostruzione, evidenziando in proposito come, anche a seguito della riforma del Titolo V della Costituzione, che ha attribuito alle regioni compiti prevalenti in tema di organizzazione del servizio sanitario, resti comunque rimessa alla legislazione nazionale la determinazione di eventuali vincoli assunzionali in capo agli enti sanitari. Ritiene pertanto indispensabile, nel caso specifico, consentire il potenziamento degli organici dell'azienda ospedaliera «San Giovanni di Dio» di Agrigento, tanto più in considerazione delle gravose attività dalla stessa espletate nell'interesse dell'intera collettività.

  Daniela TORTO (M5S), unendosi alle considerazioni svolte dai colleghi che l'hanno preceduta, contesta l'impossibilità di intervenire direttamente nella materia oggetto dell'emendamento Carmina 8.14, pena la violazione del riparto delle potestà legislative tra lo Stato e le regioni, rimarcando come, se tale ricostruzione fosse veritiera, l'emendamento stesso avrebbe dovuto essere dichiarato inammissibile. Ciò premesso, reputa essenziale affrontare il problema della carenza di personale medico nelle strutture sanitarie attraverso l'individuazione di soluzioni di carattere strutturale, anche alla luce del fatto che nella bozza del disegno di legge di bilancio di prossima presentazione non vi è traccia di seri investimenti nel comparto della sanità.

  Francesco Saverio ROMANO (NM(N-C-U-I)-M), relatore, osserva che, a smentita delle considerazioni da ultimo svolte dalla deputata Torto, nella citata bozza del disegno di legge di bilancio il Governo ha previsto il rifinanziamento del Servizio sanitario nazionale in misura pari a 3 miliardi di euro per l'anno 2024, a 4 miliardi di euro per l'anno 2025 e a 4,2 miliardi di euro annui a decorrere dal 2026.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), in riferimento ai dati riportati dal relatore Romano,Pag. 168 fa presente che l'incidenza della spesa dello Stato nel settore sanitario in percentuale sul PIL, anche tenendo conto del predetto rifinanziamento, si è ulteriormente ridotta, tanto più nel raffronto con gli altri Paesi europei.

  La Commissione respinge l'emendamento Carmina 8.14.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, secondo quanto proposto dai relatori, non essendovi obiezioni dispone l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Pisano 8.03. Invita, quindi, i relatori e il Governo a formulare i propri pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 9 del decreto-legge.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), relatrice, anche a nome dei relatori D'Attis e Romano, invita al ritiro degli emendamenti Grimaldi 9.1, De Luca 9.2, Candiani 9.4, Carfagna 9.10 e Ottaviani 9.11, altrimenti esprimendo parere contrario, mentre propone l'accantonamento dell'emendamento Ottaviani 9.12. Invita, altresì, al ritiro degli emendamenti Sarracino 9.14, Mancini 9.15 e Curti 9.16, altrimenti esprimendo parere contrario. Propone, inoltre, di accantonare l'emendamento Zinzi 9.17, dal momento che sullo stesso è in corso di valutazione una sua riformulazione nei medesimi termini dell'emendamento Cannata 11.46, assieme al quale potrà dunque essere successivamente esaminato. Infine, invita al ritiro dell'emendamento Lai 9.18, altrimenti esprimendo parere contrario.

  La sottosegretaria Matilde SIRACUSANO esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, non essendovi obiezioni, dispone l'accantonamento degli emendamenti Ottaviani 9.12 e Zinzi 9.17.
  Secondo le intese intercorse, rinvia, quindi, il seguito dell'esame del provvedimento alla seduta convocata al termine delle votazioni pomeridiane dell'Assemblea.

  La seduta termina alle 17.45.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 25 ottobre 2023. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Lucia Albano.

  La seduta comincia alle 21.40.

Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica.
C. 1294 Governo e abb.-A.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere su emendamenti).

  La Commissione inizia l'esame dell'ulteriore proposta emendative trasmessa dall'Assemblea.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, in sostituzione della relatrice, avverte che l'Assemblea ha trasmesso, in data odierna, l'articolo aggiuntivo 10.0200 della Commissione, volto a prevedere che, anche al di fuori dei casi di flagranza, il pubblico ministero possa disporre l'allontanamento urgente dalla casa familiare, con il divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa, nei confronti del soggetto gravemente indiziato dei reati alla persona indicati nella proposta emendativa stessa. Viene, inoltre, previsto che il pubblico ministero sottoponga tempestivamente ai fini della convalida la predetta decisione al competente giudice per le indagini preliminari, che si pronuncia entro 48 ore.
  Segnala che la proposta emendativa in esame non sembra presentare profili problematici dal punto di vista finanziario, considerato il carattere ordinamentale delle sue disposizioni e che alle connesse attività, di natura istituzionale, potrà farsi fronte Pag. 169nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente.
  Per tali ragioni, propone di esprimere nulla osta sull'articolo aggiuntivo 10.0200 della Commissione.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO concorda con la proposta di parere.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) dichiara il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico sulla proposta di parere.

  La Commissione approva la proposta di parere.

  La seduta termina alle 21.45.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 25 ottobre 2023. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI indi del vicepresidente Giovanni Luca CANNATA. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Lucia Albano.

  La seduta comincia alle 21.45.

DL 124/2023: Disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione.
C. 1416 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nell'odierna seduta pomeridiana.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, avverte preliminarmente che le proposte emendative Comaroli 10.18, Frassini 10.26, Zinzi 10.34, Cattoi 11.8, Zinzi 13.13, Davide Bergamini 16.7, Frassini 16.17 e 16.36, Davide Bergamini 16.52, Frassini 16.53, Cattoi 16.67 e 16.75, Centemero 17.1, Frassini 17.4, nonché Cannizzaro 17.13 e 19.14 sono state ritirate dai presentatori. Fa presente, poi, che l'onorevole Calderone sottoscrive le proposte emendative Carmina 8.6 e Pisano 8.03.
  Avverte, altresì, che i relatori hanno presentato l'emendamento 21.21(vedi allegato 3), che deve ritenersi ammissibile.
  Propone di fissare il termine per la presentazione di eventuali proposte subemendative alle ore 9.30 della giornata di domani, giovedì 26 ottobre.
  Nel ricordare che i relatori e il Governo hanno già espresso, nell'odierna seduta pomeridiana, i propri pareri sulle proposte emendative segnalate riferite all'articolo 9, avverte che l'esame del provvedimento riprende con l'emendamento Grimaldi 9.1.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), intervenendo sull'ordine dei lavori, nel chiedere le ragioni per le quali si è ritenuto di non avvisare neanche in via informale i gruppi di opposizione del fatto che sarebbe stato depositato un nuovo emendamento da parte dei relatori e nel ritenere non accettabile il termine fissato per la presentazione dei subemendamenti, afferma che, stando così le cose, difficilmente potranno essere rispettati gli accordi che prevedevano di concludere l'esame in Commissione del provvedimento entro le ore 14.30 di domani, orario che è stato sempre posto ai gruppi di opposizione come limite non derogabile.
  Nel ritenere che sia stato inficiato il rapporto di correttezza sin qui rispettato tra le forze politiche, domanda in quale modo si intenda proseguire nell'organizzazione dei lavori, evidenziando che sulla base degli accordi intercorsi le votazioni sulle proposte emendative si sarebbero dovute concludere nell'odierna seduta.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, nel dichiarare di aver appreso dell'intenzione dei relatori di presentare l'emendamento 21.21 nella presente seduta solo pochi minuti prima dell'inizio della seduta, rileva che la convocazione della Commissione già prevede una seduta per le ore 13.30 di domani, che si renderà in ogni caso necessaria per votare le ultime proposte emendative sulle quali non sono ancora disponibili i pareri del Governo.

Pag. 170

  Daniela TORTO (M5S), nel sottolineare che il presidente non ha ritenuto di riunire l'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, benché sia intervenuto un cambiamento inaspettato nell'organizzazione dei lavori, fa presente che il termine delle ore 9.30 della giornata di domani, stabilito per la presentazione dei subemendamenti all'emendamento 21.21 testé presentato dai relatori, non è accettabile.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S) chiede sulla base di quali criteri la presidenza ha ritenuto ammissibile l'emendamento 21.21 dei relatori, che include tra le categorie di opere destinate alla difesa e alla sicurezza nazionale gli impianti energetici, che appaiono essere del tutto estranei rispetto all'oggetto del decreto in esame.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, rispondendo al deputato Dell'Olio, afferma che l'emendamento 21.21 dei relatori è stato ritenuto ammissibile perché, analogamente a quanto previsto dall'articolo 21, dispone un allargamento delle categorie di opere destinate alla difesa nazionale, recando una modifica al comma 1 dell'articolo 233 del decreto legislativo n. 66 del 2010, già novellato dal richiamato articolo 21.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), nel rilevare che l'emendamento 21.21 dei relatori è stato presentato alle ore 21.45 della serata odierna, chiede che il termine per la presentazione dei subemendamenti sia spostato alle 11.30 di domani.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, si dichiara favorevole ad accogliere la richiesta testé formulata dall'onorevole Pagano circa lo spostamento del termine per la presentazione dei subemendamenti alle ore 11.30 di domani.

  Paolo TRANCASSINI (FDI) sottolinea come, secondo una prassi consolidata da tempo, per quanto non rispondente alle migliori regole di correttezza nei rapporti tra le parti, accada di frequente che i relatori presentino nuove proposte emendative nel corso dei lavori delle Commissioni. In tali casi, quando tali proposte non hanno ad oggetto materie determinanti, di solito si è sempre riusciti a preservare gli accordi intercorsi sull'organizzazione dei lavori, pur salvaguardando il diritto delle opposizioni ad esercitare le proprie prerogative parlamentari. Per tale ragione si dice favorevole a spostare il termine per la presentazione dei subemendamenti alle ore 11.30 di domani, osservando che il termine inizialmente proposto era effettivamente troppo stringente.

  Marco SARRACINO (PD-IDP), pur apprezzando lo spirito di concordia con cui è intervenuto il deputato Trancassini, sostiene che l'emendamento 21.21 dei relatori non reca un intervento di poco rilievo. Nell'affermare che il testo degli articoli 20 e 21 con difficoltà può essere definito omogeneo rispetto alla materia del decreto, ritiene a maggior ragione che il riferimento agli impianti energetici di cui tratta l'emendamento 21.21 dei relatori sia di certo inammissibile. Aggiunge che, se è difficile poter ricondurre i centri di permanenza per i rimpatri alle opere di difesa e sicurezza nazionale secondo quanto disposto dall'articolo 21, a maggior ragione non rientrano in tale perimetro gli impianti energetici. Per tali motivi, chiede ai relatori di ritirare la proposta emendativa.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), nel ricordare al deputato Trancassini che, quando rivestiva il ruolo di presidente di gruppo di opposizione, richiamava sempre la maggioranza a non dilazionare i tempi di espressione dei pareri e a concedere anche ai gruppi di opposizione la possibilità di esprimersi, evidenzia che in questa circostanza l'opposizione ha rispettato il calendario concordato tra i gruppi, mentre ora è difficile poter credere che nessuno dei relatori fosse già a conoscenza dell'intenzione di presentare questa nuova proposta emendativa.
  Fa notare che, con questo atto inaspettato, la maggioranza non soltanto pregiudica il buon andamento dei lavori ma dimostra di voler prevaricare gli accordi presi Pag. 171con i gruppi di opposizione, senza considerare che rispettare i patti è fondamentale al fine di non esacerbare le posizioni contrapposte.
  Si associa, dunque, alla richiesta rivolta ai relatori dal collega Sarracino di ritirare l'emendamento per non pregiudicare il successivo andamento dei lavori.

  Marco GRIMALDI (AVS), nel condividere le considerazioni svolte dai colleghi che lo hanno preceduto, aggiunge che la presentazione dell'emendamento 21.21 dei relatori rischia di comportare la violazione tanto degli accordi intercorsi tra i gruppi della Commissione Bilancio quanto di quelli definiti all'interno della Conferenza dei presidenti di gruppo che ha stabilito il calendario dei lavori dell'Assemblea e l'avvio dell'esame del provvedimento a partire dalla giornata di venerdì 27.
  Chiede inoltre ai relatori di voler spiegare il contenuto della modifica dell'articolo 233 del decreto legislativo n. 66 del 2010, introdotta dalla proposta emendativa, e i motivi che la rendono necessaria.

  Paolo TRANCASSINI (FDI) nel ribadire che la presentazione dell'emendamento dei relatori in questa fase dell'esame del decreto non rappresenta un fatto eccezionale ma ordinario, secondo una prassi invalsa da anni, ricorda che, durante la scorsa legislatura, il Ministro per i rapporti con il Parlamento, D'Incà, presentava numerose proposte emendative, e non una soltanto come accaduto nella serata odierna, sottoponendole anche a tarda notte.
  Nel riconoscere che si tratta di una prassi che rende più difficile il lavoro dell'opposizione, ribadisce l'opportunità di posticipare il termine per la presentazione dei subemendamenti alle 11.30.

  Ida CARMINA (M5S) osserva che introdurre la materia della realizzazione di impianti energetici all'interno del codice dell'ordinamento militare appare, a suo avviso, eccessivo, viste le peculiarità che caratterizzano tale particolare disciplina normativa. Associandosi quindi alla richiesta testé formulata dal collega Sarracino, chiede il ritiro dell'emendamento 21.21 dei relatori.

  Luciano D'ALFONSO (PD-IDP) rileva come, a suo avviso, non appaia coerente introdurre tra le opere destinate alla difesa nazionale interventi riguardanti il settore energetico, anche alla luce del fatto che ciò comporterebbe l'applicazione di vincoli di segretezza delle relative procedure. Rispondendo al collega Trancassini, dichiara che inserire un emendamento simile in un provvedimento che è caratterizzato per sua natura dai presupposti della necessità e dell'urgenza, appare quantomeno inopportuno. Auspica, infine, che possa essere conservato il clima collaborativo che ha avuto modo di registrare sin dall'inizio della seduta.

  Claudio Michele STEFANAZZI (PD-IDP) afferma che includere gli impianti energetici tra le strutture destinate alla difesa nazionale comporta la possibilità di costruire infrastrutture energetiche in deroga a numerose disposizioni di legge. Rileva come l'emendamento dei relatori tratti una materia estranea a quella del decreto in esame e determini il riconoscimento all'autorità militare della possibilità di realizzare in modo pressoché libero e senza vincoli infrastrutture energetiche.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S) dichiara di non comprendere la scelta della presidenza di aver considerato ammissibile l'emendamento 21.21 dei relatori, che estende l'ambito di applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 21 del provvedimento, che pur include tra le strutture destinate alla difesa nazionale le strutture di accoglienza, a un ambito materiale completamente diverso. Evidenzia, infine, che se tale emendamento venisse approvato, il Ministero della difesa potrebbe intervenire nel settore degli impianti energetici in deroga a numerosi disposizioni di legge.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), relatrice, obietta che i colleghi intervenuti in precedenza hanno interpretato in modo eccessivamente estensivo la portata normativa Pag. 172dell'emendamento in esame. Ribadisce che l'emendamento dei relatori è strettamente collegato all'articolo 21 del decreto in discussione, limitandosi a specificare che anche gli impianti energetici sono ricompresi nelle previsioni di cui all'articolo 21 del provvedimento. Afferma che l'obiettivo dei relatori è evidentemente solo quello di dare organicità alla misura.

  Marco GRIMALDI (AVS) obietta con forza che il comportamento tenuto dalla maggioranza è completamente irricevibile e che, se i relatori e il presidente, non ritorneranno sui propri passi sarà costretto a rivolgersi al Presidente della Camera.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S) obietta, rispondendo all'onorevole Lucaselli, che il profilo per il quale viene modificato l'articolo 233 del codice dell'ordinamento militare è di fatto estraneo alla materia dell'articolo 21 del provvedimento in esame e che la misura introdotta con l'emendamento in esame è il grimaldello che può aprire la porta a qualsiasi misura ulteriore in tale materia. Evidenzia, quindi, quanto siano fuorvianti le spiegazioni addotte sino a questo momento dalla maggioranza.

  Luciano D'ALFONSO (PD-IDP) a tal proposito, associandosi alle osservazioni dei colleghi che lo hanno preceduto, ricorda come il Ministro Crosetto abbia di recente nominato il generale Sirimarco Commissario speciale per la diffusione delle fonti energetiche rinnovabili negli edifici militari ed in quelli della difesa, pertanto, a suo avviso, non vi sarebbe alcun problema di carenza energetica delle strutture militari. Richiama infine la maggioranza alla serietà dell'impegno parlamentare e chiede il ritiro dell'emendamento dei relatori.

  Claudio Michele STEFANAZZI (PD-IDP) ritiene che la spiegazione fornita dalla relatrice sia assolutamente insoddisfacente, giacché l'articolo 233 già prevede espressamente l'intero ambito delle strutture che possono essere destinate alla difesa nazionale. Ritenendo, pertanto, la specificazione contenuta nell'emendamento dei relatori assolutamente inadeguata, sospetta che il vero intento della proposta emendativa sia effettivamente un altro. Chiede pertanto alla maggioranza di voler dichiarare espressamente quali siano i reali obiettivi dell'emendamento dei relatori.

  Marco GRIMALDI (AVS) rileva, a suo avviso, l'assoluta estraneità della materia trattata dall'emendamento dei relatori rispetto alle tematiche affrontate dal decreto in esame. Ritiene, dunque, che si tratti di un vero e proprio blitz della maggioranza. Ribadisce che condotte di questo tipo, se perpetrate, verranno sicuramente portate all'attenzione del Presidente della Camera.

  Francesco Saverio ROMANO (NM(N-C-U-I)-M), relatore, alla luce del dibattito in corso sull'emendamento presentato dai relatori e della necessità di un approfondimento sul tema chiede una breve sospensione dei lavori.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, non essendovi obiezioni sospende la seduta.

  La seduta, sospesa alle 22.40, riprende alle 23.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, avverte che il relatore Romano ha chiesto di poter intervenire.

  Francesco Saverio ROMANO (NM(N-C-U-I)-M), relatore, anche a nome dei relatori D'Attis e Lucaselli, ritira l'emendamento 21.21, pur ribadendo il proprio disaccordo rispetto a quanto sostenuto dai gruppi di opposizione circa la portata della proposta emendativa. Fa presente come le misure previste dall'emendamento in questione, che hanno portata ben più limitata di quella paventata dall'opposizione, potranno comunque essere accolte da un diverso provvedimento ed essere oggetto in quella sede di un esame più approfondito.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) manifesta il proprio apprezzamento per la decisione dei relatori di voler ritirare l'emendamento Pag. 17321.21 e sottolinea che la sensibilità dimostrata verso le criticità sollevate dai gruppi di opposizione potrà sicuramente distendere il clima ai fini del corretto prosieguo dei lavori della Commissione. Richiamando l'attenzione sul fatto che, secondo notizie di stampa, il Governo potrebbe a breve adottare un nuovo decreto-legge in materia di energia, osserva come l'emendamento dei relatori potrà eventualmente essere presentato nel corso dell'esame di quel provvedimento, mentre non sarebbe stato opportuna una forzatura politica nell'ambito del decreto in esame.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, avverte, quindi, che la Commissione prosegue l'esame delle proposte emendative dall'emendamento Grimaldi 9.1 sul quale i relatori e il Governo avevano formulato l'invito al ritiro.

  Marco GRIMALDI (AVS), si associa ai ringraziamenti già espressi dal collega Pagano nei confronti del relatore Romano. Illustrando l'emendamento a sua firma 9.1, sottolinea come questo sia volto a sopprimere l'articolo 9 e conseguentemente gli altri articoli del decreto-legge riferiti alla ZES unica, per evitare che con la sua istituzione e l'accentramento delle funzioni di gestione in capo alla Presidenza del Consiglio dei ministri, vengano ulteriormente emarginate le aree del Sud che potrebbero essere già compromesse dal processo di attuazione dell'autonomia differenziata promossa dal Governo. Fa presente come, nonostante il titolo del provvedimento richiami il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno, le misure previste dal decreto non rappresentino un vero intervento a favore del Mezzogiorno né un sostegno per fronteggiare la crisi sociale acuta in cui versano varie aree del Paese. Rileva come l'adozione di misure che ritiene del tutto insoddisfacenti vada contro l'interesse di tutto il Paese, che beneficerebbe, invece, di interventi perequativi che ponessero fine alle diseguaglianze territoriali. Ribadisce al riguardo la necessità di un chiarimento da parte del rappresentante del Governo e dei relatori in merito alla congruità delle risorse finanziarie a disposizione per il finanziamento degli interventi della ZES unica, in particolare alla luce di quanto appreso dalla lettura di alcune bozze del disegno di legge di bilancio secondo cui sarebbe prevista la soppressione dell'intero articolo 16 del decreto in esame.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO, nel premettere, che il disegno di legge di bilancio non è stato ancora presentato dal Governo, fa presente come, a differenza delle bozze in circolazione, la legge di bilancio che sarà depositata non prevedrà la soppressione dell'articolo 16 del decreto-legge all'esame della Commissione, ma si limiterà all'individuazione di un differente limite di spesa per il credito di imposta e di una copertura finanziaria diversa da quella prevista dall'articolo 16, comma 6, del decreto.

  Francesco Saverio ROMANO (NM(N-C-U-I)-M), relatore, fa presente come le perplessità sollevate in merito alla congruità delle risorse stanziate siano, a suo avviso, infondate dato che il provvedimento rappresenta un successo politico per l'intero Paese, estendendo rilevanti forme di incentivo allo sviluppo delle imprese ben al di là delle aree circoscritte su cui incidono le otto ZES attualmente esistenti. Citando quanto affermato dal Ministro Fitto, ricorda che si tratta di misure di stimolo all'attrattività degli investimenti che hanno già prodotto risultati considerevoli. Ricordando che sono state circa centocinquanta le autorizzazioni rilasciate dalle attuali ZES con riferimento a interventi produttivi, auspica che la crescita degli investimenti possa essere tale da convincere il Governo ad aumentate le risorse disponibili per incentivi alle imprese.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) sottolinea come i dati sulle ZES rivelino una realtà differente rispetto a quanto prospettato dal relatore Romano, soprattutto considerando che la neoistituita ZES unica andrà ad insistere su un territorio circa cinquecento volte più grande di quello costituito dalla Pag. 174sommatoria delle attuali otto ZES. In particolare, ricorda come il successo economico delle ZES sia dipeso da numerose misure di vantaggio rivolte alle imprese e che, se l'elevato numero istanze presentate nelle attuali ZES dovesse registrarsi anche nella ZES unica prevista dal decreto, allora servirebbero risorse finanziarie ben più considerevoli di quelle attualmente previste, nonché ingenti risorse umane necessarie alla gestione di tutte le pratiche autorizzative. Su un piano più generale, richiama l'attenzione sul fatto che la scelta del Governo di estendere la ZES dovrebbe essere letta anche alla luce dei negoziati attualmente in corso in sede europea relativamente alla disciplina transitoria in materia di aiuti di Stato e sottolinea come sarebbe futile istituire una ZES unica per otto regioni senza che vi sia un accordo in ambito europeo che garantisca la disponibilità di risorse congrue. Ritiene che le risorse attualmente previste siano insufficienti e che, quindi, questo provvedimento costituisca una mera misura simbolica, che non porterà alcun impatto concreto per lo sviluppo del Mezzogiorno.

  Marco SARRACINO (PD-IDP), unendosi alle considerazioni formulate dal deputato Ubaldo Pagano, ricorda come le risorse destinate agli investimenti ricadenti nell'area nella ZES della Campania siano state ben maggiori rispetto a quelle che, potenzialmente, potranno spettare ai sensi di quanto previsto dal decreto in esame. Fa presente che, se confermati, gli stanziamenti previsti dal disegno di legge di bilancio non sarebbero sufficienti a garantire l'accoglimento delle istanze presentate nell'ambito ben più esteso della nuova ZES. Ricorda altresì come non si debbano soltanto stanziare fondi in misura congrua, ma sia parimenti necessario garantire che gli stanziamenti siano previsti in via strutturale.

  La Commissione respinge l'emendamento Grimaldi 9.1.

  Luciano D'ALFONSO (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento De Luca 9.2, di cui è firmatario, sottolinea come l'istituzione di una ZES unica dai confini così ampi, come previsto dal decreto in esame, difficilmente potrebbe contribuire a creare uno spazio di competizione e coesione economica in linea con quanto previsto in ambito europeo. Rileva, al contempo, come l'assoluta rilevanza di tale strumento richiederebbe delle misure di politiche attive e forme di intervento pubblico che non sono invece presenti nelle scelte politiche di Governo. Richiama, al riguardo, il lungo dibattito sulle politiche di sviluppo per il Mezzogiorno. Fa presente, sul punto, come manchino al confronto parlamentare attuale contributi preziosissimi come quelli del Prof. Manin Carabba. Ricorda altresì il pensiero di Beniamino Andreatta sulle forme di intervento ordinario dei ministeri competenti e la parallela azione straordinaria costituita da misure finanziarie strutturali, da coniugare con misure di semplificazione amministrativa, come quelle promosse da Bassanini negli anni Novanta. Lamenta come la ZES unica del Mezzogiorno potrebbe essere una misura sproporzionata in quanto priva delle risorse necessarie, condannandola a diventare un esempio di vano gigantismo istituzionale. Ribadisce che il gigantismo della ZES unica istituita dall'articolo 10 del provvedimento in esame non può certamente costituire la soluzione dei tanti problemi del Mezzogiorno, laddove occorre piuttosto investire sulla appropriatezza e sulla adattività delle misure da porre in campo, tanto più considerando che il Mezzogiorno rappresenta una questione cruciale per il futuro dell'Italia e della sua collocazione in Europa, nonché il principale nodo da sciogliere al fine di pervenire ad un'ottimale destinazione delle risorse finanziarie sulla base di una programmazione di medio-lungo periodo.

  La Commissione respinge l'emendamento De Luca 9.2.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA) ritira l'emendamento Candiani 9.4, di cui è cofirmataria.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) sottoscrive l'emendamento Carfagna 9.10.

Pag. 175

  La Commissione respinge l'emendamento Carfagna 9.10.

  Nicola OTTAVIANI (LEGA) intervenendo sull'emendamento a sua prima firma 9.11, manifesta la propria disponibilità a ritirare tale proposta emendativa, nonché il successivo emendamento 9.12, sempre a sua prima firma, volti ad includere nella perimetrazione della ZES unica per il Mezzogiorno rispettivamente le province di Latina e Frosinone e le zone contigue delle predette province, allorché vi fosse un chiaro impegno da parte del Governo nel senso dell'adozione di apposite iniziative legislative in favore dei citati territori del Lazio meridionale. Ricorda, in proposito, che tali territori non solo figuravano storicamente tra le aree ammesse agli interventi agevolati dalla Cassa del Mezzogiorno, istituita dalla legge n. 646 del 1950, ma hanno addirittura beneficiato di una considerevole percentuale delle risorse finanziarie complessivamente erogate dal predetto ente pubblico. Pur comprendendo le possibili criticità relative alla possibile compatibilità della proposta emendativa rispetto al diritto dell'Unione europea derivanti dal diretto inserimento dei suddetti territori nell'ambito della nuova ZES unica, anche tenuto conto di quanto previsto dalla Carta degli aiuti a finalità regionale. Ritiene tuttavia imprescindibile assicurare a quelle stesse realtà territoriali il necessario sostegno economico, anche tramite l'individuazione di strumenti alternativi o sostitutivi rispetto alle agevolazioni introdotte dal capo III del presente decreto-legge.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO, nel dichiarare la propria sensibilità rispetto alle meritevoli tematiche richiamate dal deputato Ottaviani, assicura che sono già in corso interlocuzioni con il Ministro Fitto e con l'intero Governo al fine di affrontare già nel prossimo futuro tale problematica attraverso l'adozione di provvedimenti ad hoc. In tale quadro, preannunzia comunque l'orientamento favorevole del Governo qualora l'onorevole Ottaviani, una volta ritirati i predetti emendamenti, volesse presentare appositi ordini del giorno di esame in Assemblea.

  Marco SARRACINO (PD-IDP) chiede, a nome del gruppo del Partito Democratico, di sottoscrivere gli emendamenti Ottaviani 9.11 e 9.12 e, qualora fossero ritirati dal presentatore, chiede che vengano messi comunque in votazione.

  Daniela TORTO (M5S), associandosi a quanto testé dichiarato dal deputato Sarracino, chiede di sottoscrivere gli emendamenti Ottaviani 9.11 e 9.12 qualora fossero ritirati dal presentatore.

  Claudio Michele STEFANAZZI (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Ottaviani 9.11, ritiene logico, a fronte della accentuata visione centralistica che sottende la nuova ZES unica voluta dal Governo, valutare l'opportunità di ripristinare i precedenti confini previsti dalla Cassa del Mezzogiorno.

  Nicola OTTAVIANI (LEGA) ritira l'emendamento a sua prima firma 9.11.

  La Commissione respinge l'emendamento 9.11, fatto proprio dai deputati dei gruppi PD e M5S della Commissione Bilancio.

  Nicola OTTAVIANI (LEGA) ritira l'emendamento a sua prima firma 9.12.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), relatrice, prendendo atto del fatto che l'emendamento Ottaviani 9.12 è stato fatto proprio dai deputati dei gruppi PD e M5S della Commissione Bilancio, anche a nome dei relatori D'Attis e Lucaselli, formula un invito al ritiro di tale emendamento, esprimendo altrimenti parere contrario.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere conforme a quello dei relatori.

  La Commissione respinge l'emendamento 9.12, fatto proprio dai deputati dei gruppi PD e M5S della Commissione Bilancio.

  Marco SARRACINO (PD-IDP) illustra l'emendamento a sua prima firma 9.14, volto ad estendere ai territori storicamente Pag. 176ricompresi nell'ambito di operatività della Cassa del Mezzogiorno l'applicazione delle misure di semplificazione amministrativa previste per la ZES unica dagli articoli 13, 14 e 15 del presente decreto, che non comporta costi aggiuntivi per la finanza pubblica né aggravi di tipo burocratico, ma recepisce piuttosto le indicazioni emerse anche nel corso delle audizioni svolte sul provvedimento in esame. Auspica inoltre che gli impegni prima assunti dalla sottosegretaria Albano in relazione agli emendamenti Ottaviani 9.11 e 9.12 possano valere anche per la proposta emendativa ora in discussione, nonché per il successivo emendamento Mancini 9.15.

  Daniela TORTO (M5S) sottoscrive a nome del proprio gruppo, nonché dei deputati Ilaria Fontana e Fede, l'emendamento Sarracino 9.14.

  La Commissione respinge l'emendamento Sarracino 9.14.

  Augusto CURTI (PD-IDP) illustra l'emendamento Mancini 9.15, di cui è cofirmatario, di contenuto analogo all'emendamento Sarracino 9.14, testé votato, e ne chiede l'accantonamento, rammentando che tra i territori che ai sensi della proposta emendativa in esame ricadrebbero nell'ambito di applicazione delle misure di semplificazione amministrativa previste per la ZES unica figurerebbero anche i territori della provincia di Ascoli-Piceno e più in generale della regione Marche, duramente colpiti in anni recenti dai noti eventi sismici.

  Giorgio FEDE (M5S) si associa alle considerazioni svolte dal deputato Curti e alla richiesta di accantonamento dell'emendamento Mancini 9.15, che, richiamando l'area oggetto degli interventi dell'ex Cassa del Mezzogiorno, riguarda territori con caratteristiche di marginalità che affrontano difficoltà economiche del tutto analoghe a quelle riscontrabili nelle aree del Mezzogiorno ricomprese nella nuova ZES unica.

  Daniela TORTO (M5S) sottoscrive a nome del proprio gruppo, nonché dei deputati Ilaria Fontana e Fede, l'emendamento Mancini 9.15.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Mancini 9.15, osserva come la perimetrazione della ZES unica effettuata dal Governo non sia fondata sulla reale valutazione delle esigenze e della situazione socio-economica dei territori interessati, bensì si basi su criteri quantomeno opinabili, rivelando una volta di più l'intento propagandistico che si cela dietro l'intera disciplina recata dal capo III del decreto in esame.

  Paolo TRANCASSINI (FDI) ricorda che il decreto pone un preciso indirizzo politico per la rivalutazione delle zone interne, tra cui rientrano anche i comuni duramente colpiti dai recenti eventi sismici, mediante misure fiscali di vantaggio allo scopo di incrementare l'economia e l'occupazione in territori che rischiano di rimanere emarginati.
  Rammenta sul punto che le forze politiche per anni hanno ritenuto che lo sviluppo economico potesse verificarsi soltanto nelle grandi città, quando invece anche le realtà più piccole possono costituire un rilevante strumento di crescita economica.

  Silvio LAI (PD-IDP) ricorda di essere stato relatore nella discussione svoltasi in Senato nel 2017 sull'introduzione delle otto ZES che furono allora limitate alle regioni del Mezzogiorno, respingendo i tentativi di estenderle ai porti del Centro-Nord. Ricorda altresì che in quel momento, attraverso la creazione delle ZES, si intendeva concentrare le zone di sviluppo industriale nelle zone retroportuali per incrementare il capitale delle imprese.
  Evidenzia come oggi, dopo la guerra in Ucraina, i porti tornino a rappresentare un patrimonio centrale per il Paese perché molte attività economiche che erano state spostate verso Est dovranno ritornare verso il centro del Mediterraneo.
  Critica la scelta di non concentrare l'attenzione sulle zone retroportuali e, invece, di estendere la ZES a tutto il territorio del Pag. 177Mezzogiorno, perché la necessità di rispondere a un numero molto più elevato di richieste potrebbe rendere insufficienti le risorse disponibili e abbassare la competitività economica delle imprese a causa delle lungaggini burocratiche. Aggiunge che lo sportello unico selezionerà i progetti in base alla data di inoltro determinando un sistema astratto rispetto alla realtà concreta dei territori.
  D'altra parte mette in guardia il Governo anche rispetto all'eventualità che, a seguito dell'estensione territoriale della ZES, si verifichi un eccesso di domanda che potrebbe far esplodere la spesa, come avvenuto per il superbonus.

  La Commissione respinge l'emendamento Mancini 9.15.

  Marco SARRACINO (PD-IDP) chiede alla rappresentante del Governo se può rispondere alla domanda che in precedenza le aveva rivolto con riferimento alle proposte emendative Ottaviani 9.11 e 9.12.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO, rispondendo al deputato Sarracino, afferma che il Governo è sensibile al tema delle aree svantaggiate del Paese che non sono state incluse nel perimetro della ZES unica, tuttavia fa presente che eventuali impegni potranno essere assunti solamente qualora coerenti con la Carta degli aiuti a finalità regionale.

  Augusto CURTI (PD-IDP), illustrando l'emendamento 9.16, ricorda che la regione Marche ha subito pesantemente gli effetti della crisi delle imprese artigiane e, per tale ragione, ritiene che la medesima regione dovrebbe essere inserita nella ZES unica per il Mezzogiorno. Dichiara, quindi, di concordare con il deputato Trancassini sul fatto che le ingenti risorse destinate ai territori colpiti dal sisma necessitano di strumenti adeguati a renderle produttive.

  La Commissione respinge l'emendamento Curti 9.16.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, ricorda che l'emendamento Zinzi 9.17 è stato accantonato.

  Silvio LAI (PD-IDP), illustrando il proprio emendamento 9.18, evidenzia l'opportunità di escludere la Sicilia e la Sardegna dalla ZES unica del Mezzogiorno perché si tratterebbe di territori caratterizzati dal peculiare carattere dell'insularità che le distingue rispetto alle restanti parti del Mezzogiorno. Sottolinea, peraltro, come si tratti di regioni autonome speciali che godono di particolari forme di autonomie riconosciute dalla Costituzione con l'attribuzione di competenze esclusive sulla base degli Statuti speciali. In questo ambito, fa proposta emendativa, fa salve le ZES istituite nei territori delle due isole per evitare l'insorgere di possibili conflitti istituzionali.

  La Commissione respinge l'emendamento Lai 9.18.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, invita i relatori e il Governo ad esprimere i propri pareri con riferimento alle proposte emendative segnalate riferite all'articolo 10.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), relatrice, anche a nome dei colleghi relatori D'Attis e Romano, formula un invito al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sugli emendamenti D'Alfonso 10.1, Carfagna 10.2 e Scerra 10.3. Esprime invece parere favorevole sull'emendamento Cannata 10.7, mentre formula un invito al ritiro dell'emendamento Cannata 10.8, che sarebbe assorbito dall'approvazione dell'emendamento 10.7. Invita dunque al ritiro dell'emendamento Ubaldo Pagano 10.4, esprime parere favorevole sull'emendamento Scotto 10.6, mentre invita al ritiro dell'emendamento Scotto 10.9, esprimendo altrimenti parere contrario. Esprime, quindi, parere favorevole sull'emendamento Stefanazzi 10.13 a condizione che venga riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1), invita, quindi, al ritiro degli emendamenti Steger 10.14, Lai 10.15 e Sarracino 10.19, degli identici emendamenti Pella 10.21, Pag. 178Ubaldo Pagano 10.22 e Carfagna 10.23, dell'emendamento Carmina 10.24, degli identici emendamenti Pella 10.25 e Steger 10.27, nonché degli emendamenti Cappellacci 10.33 e Pella 10.35, altrimenti esprimendo parere contrario. Esprime parere favorevole sull'emendamento Zinzi 10.37, a condizione che sia riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1), invitando i presentatori al ritiro degli emendamenti Sarracino 10.39, Dell'Olio 10.45, Carfagna 10.47 e Pella 10.50, altrimenti esprimendo parere contrario.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Claudio Michele STEFANAZZI (PD-IDP) sottoscrive l'emendamento D'Alfonso 10.1.

  La Commissione respinge l'emendamento D'Alfonso 10.1.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) sottoscrive l'emendamento Carfagna 10.2.

  La Commissione respinge l'emendamento Carfagna 10.2.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), illustrando l'emendamento Scerra 10.3, sottolinea che con la ZES unica la gestione delle autorizzazioni, da quelle riferite alle attività più piccole fino all'insediamento di gigafactory, diventerà particolarmente difficile. Per tale ragione la proposta emendativa prevede il coordinamento tra una struttura centrale e le strutture territoriali situate nelle regioni del Mezzogiorno. Ribadisce il dubbio che il Governo, mediante la centralizzazione, abbia voluto sostituire le figure dei commissari straordinari, piuttosto che introdurre un modello di gestione più efficiente.

  Daniela TORTO (M5S) segnala che l'emendamento Scerra 10.3 di cui è firmataria, è volto a superare l'impostazione centralistica che caratterizza il sistema della governance della ZES unica prevista dal decreto. Non comprende come il Governo possa far coesistere due idee completamente opposte fra di loro, quali l'accentramento delle ZES unica e l'autonomia differenziata perseguita dal disegno di legge governativo in discussione presso l'alto ramo del parlamento. In questo contesto, osserva che l'emendamento Scerra 10.3, di cui raccomanda l'approvazione, si contrappone alla visione centralistica che il Ministro Fitto porta avanti nella gestione dei numerosi dossier di propria competenza, con un approccio che esclude i territori dalla possibilità di rappresentare le proprie peculiarità e li estromette da tutte le procedure autorizzatorie.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Scerra 10.3 e approva l'emendamento Cannata 10.7.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, avverte che l'emendamento Cannata 10.8 deve ritenersi assorbito dall'approvazione dell'emendamento Cannata 10.7.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Ubaldo Pagano 10.4, approva l'emendamento Scotto 10.6 e respinge l'emendamento Scotto 10.9.

  Claudio Michele STEFANAZZI (PD-IDP) dichiara di accettare la riformulazione del proprio emendamento 10.13 proposta dai relatori. Nel far presente che gli obiettivi originari della propria proposta emendativa erano assai più complessi, considera comunque positivo l'ingresso nella Cabina di regia dei presidenti di UPI e ANCI.

  La Commissione approva l'emendamento Stefanazzi 10.13, come riformulato (vedi allegato 1).

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, fa presente che il deputato Sarracino ha sottoscritto l'emendamento Steger 10.14.

  La Commissione respinge l'emendamento Steger 10.14.

Pag. 179

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S) chiede di sottoscrivere l'emendamento Lai 10.15.

  La Commissione respinge l'emendamento Lai 10.15.

  Marco SARRACINO (PD-IDP), intervenendo sul proprio emendamento 10.19, osserva che esso si pone un duplice obiettivo, proponendo, da un lato, di allargare la composizione della Cabina di regia ZES e, dall'altro, di dotarla delle necessarie risorse, con l'assunzione di 140 unità di personale non dirigenziale.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Sarracino 10.19, gli identici emendamenti Pella 10.21, Ubaldo Pagano 10.22 e Carfagna 10.23, l'emendamento Carmina 10.24, gli identici emendamenti Pella 10.25 e Steger 10.27, l'emendamento Cappellacci 10.33 e l'emendamento Pella 10.35.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, fa presente che la deputata Comaroli ha sottoscritto l'emendamento Zinzi 10.37 e ne ha accettato la riformulazione proposta dai relatori.

  La Commissione, con distinte votazioni, approva l'emendamento Zinzi 10.37 come riformulato (vedi allegato 1), e respinge l'emendamento Sarracino 10.39.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S) chiede di accantonare il proprio emendamento 10.45. Nota infatti che vi è uno scarto temporale tra la decadenza dalle funzioni dei commissari straordinari delle ZES e l'approvazione del Piano strategico e questa circostanza, a suo avviso, non potrà che creare una situazione di caos al momento della cessazione delle funzioni dei commissari.

  Marco SARRACINO (PD-IDP) chiede di sottoscrivere l'emendamento Dell'Olio 10.45, trattandosi a suo avviso di una questione molto seria dal momento che con le attuali previsioni, che non prevedono un pieno allineamento temporale tra la decadenza dalle funzioni dei Commissari straordinari e l'approvazione del Piano strategico, si determina il rischio di creare una sorta di limbo da cui, una volta entrati, sarà difficilissimo uscire. Afferma, in proposito, che le imprese chiedono certezze, a fronte di una evidente soluzione di continuità nella governance. Chiede dunque di accantonare l'emendamento Dell'Olio 10.45.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO, replicando alle sollecitazioni dei deputati Dell'Olio e Sarracino, non rileva la paventata soluzione di continuità, segnalando che il passaggio di funzioni viene definito tramite un decreto di organizzazione della Struttura di missione. Non ritiene, pertanto, che vi sia l'esigenza di accantonare l'emendamento.

  La Commissione respinge l'emendamento Dell'Olio 10.45.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) chiede di sottoscrivere l'emendamento Carfagna 10.47.

  La Commissione respinge l'emendamento Carfagna 10.47.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, invita i relatori e il Governo ad esprimere i propri pareri con riferimento alle proposte emendative segnalate riferite all'articolo 11.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), relatrice, anche a nome dei relatori D'Attis e Romano, formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'emendamento Carfagna 11.1, esprime invece parere favorevole sull'emendamento 11.4, a condizione che venga riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1) ed esprime altresì parere favorevole sull'emendamento Ilaria Fontana 11.6. Formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sugli emendamenti Barbagallo 11.7 e Ilaria Fontana 11.18, esprime parere favorevole sull'emendamento Lampis 11.19, nonché sugli emendamenti Calderone 1.5 e Pella 1.23 precedentemente accantonati, a condizione che siano riformulati in un identico testo riportato in allegato (vedi allegato Pag. 1801). Esprime, quindi, parere favorevole sugli emendamenti Ubaldo Pagano 11.25, e Castiglione 11.27, nonché sugli identici emendamenti De Luca 11.29, Pella 11.30, Cattoi 11.31 e Steger 11.32, a condizione che siano riformulati nell'identico testo riportato in allegato (vedi allegato 2). Formula, quindi, un invito al ritiro degli identici emendamenti Pella 11.34, Ubaldo Pagano 11.35 e Steger 11.36, in quanto parzialmente assorbiti dalla riformulazione proposta con riferimento agli emendamenti Ubaldo Pagano 11.25, Castiglione 11.27, De Luca 11.29, Pella 11.30, Cattoi 11.31 e Steger 11.32. Formula, quindi, un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sugli identici emendamenti Steger 11.37, Pella 11.38 e Peluffo 11.39, nonché sull'emendamento L'Abbate 11.45, mentre esprime parere favorevole sugli emendamenti De Luca 11.28, Cannata 11.46, sugli identici emendamenti Barbagallo 11.47, Pella 11.48 Dell'Olio 11.49, nonché sull'emendamento Zinzi 9.17 precedentemente accantonato, a condizione che siano riformulati in testo identico all'emendamento Cannata 11.46 (vedi allegato 1).

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), sottoscrive l'emendamento Carfagna 11.1.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Carfagna 11.1, approva l'emendamento Stefanazzi 11.4 come riformulato nonché l'emendamento Ilaria Fontana 11.6 (vedi allegato 1) e respinge l'emendamento Barbagallo 11.7.

  Daniela TORTO (M5S) chiede al Governo un chiarimento sul parere contrario all'emendamento Ilaria Fontana 11.18. Rileva infatti come la proposta emendativa sia volta a favorire lo sviluppo delle zone economiche ambientali che ricadono nel territorio della ZES unica.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO segnala che il Governo non ritiene opportuno dettagliare ulteriormente a livello normativo il contenuto del Piano strategico.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Ilaria Fontana 11.18 e approva gli emendamenti Lampis 11.19, Calderone 1.5 e Pella 1.23, riformulati in identico testo (vedi allegato 1).

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento 11.25 a sua prima firma, dichiara di non accettare la riformulazione proposta dai relatori giacché, a suo avviso, essa si discosta eccessivamente rispetto alla proposta emendativa originaria. Fa presente infatti che la proposta emendativa da lui presentata prevede il coinvolgimento nella Cabina di regia dei presidenti delle regioni mentre la riformulazione proposta prevede che alla predisposizione del Piano strategico partecipino tre rappresentanti designati congiuntamente dall'Unione delle province d'Italia e dall'Associazione nazionale dei comuni italiani. Non comprende il pregiudizio che la maggioranza dimostra rispetto al coinvolgimento dei presidenti di regione e anzi si stupisce della contrarietà a proposte emendative di analogo tenore da parte della medesima maggioranza che promuove l'autonomia regionale.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO rileva che i presidenti di regione sono già presenti nella Cabina di regia e, pertanto, si era proposta la riformulazione dell'emendamento 11.25 nei termini già richiamati.

  Silvio LAI (PD-IDP), in risposta alla sottosegretaria Albano, osserva come la proposta emendativa originaria prevedeva che la cabina di regia responsabile per la gestione della nuova ZES acquisisse l'intesa delle regioni interessate al fine dell'adozione dei piani strategici che incidono sulle singole realtà territoriali. Sottolinea come l'accentramento delle decisioni che hanno un rilevante impatto sui territori rischierebbe di dar luogo all'affermazione di un principio che potrebbe essere anche considerato di dubbia costituzionalità.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA) osserva ironicamente che l'attenzione dei gruppi di opposizione per le autonomie dei territori potrebbe rivelare la loro volontà di sostenere il progetto di legge sull'autonomia differenziata.

Pag. 181

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) manifesta il proprio disappunto per il tentativo del Governo di ottenere il consenso dei gruppi di opposizione con una serie di riformulazioni che non considerano effettivamente le istanze e le preoccupazioni condivise da più deputati sul fatto che la semplice partecipazione dei rappresentanti delle regioni ai lavori della Cabina di regia responsabile per la ZES non equivalga ad acquisire l'intesa delle regioni sul Piano strategico della ZES unica. Sottolinea come il coinvolgimento delle regioni nella forma dell'intesa non costituisca un mero coinvolgimento formale ma, al contrario, una garanzia della loro effettiva partecipazione al processo decisionale. Di conseguenza dichiara di non accettare la proposta di riformulazione dell'emendamento 11.25 a sua firma proposta dai relatori.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, segnala che i presentatori degli emendamenti Castiglione 11.27 e De Luca 11.29 non hanno accettato la riformulazione proposta dai relatori. Avverte, quindi, che verranno posti in votazione i testi originari degli emendamenti Ubaldo Pagano 11.25, Castiglione 11.27 e De Luca 11.29 con il parere contrario dei relatori e del Governo.

  La Commissione, con distinte votazioni respinge gli emendamenti Ubaldo Pagano 11.25, Castiglione 11.27 e De Luca 11.29.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, fa presente che la deputata Comaroli sottoscrive l'emendamento Steger 11.32 e che i presentatori hanno accettato la riformulazione proposta dai relatori degli identici emendamenti Pella 11.30, Cattoi 11.31 e Steger 11.32.

  La Commissione approva gli identici emendamenti Pella 11.30, Cattoi 11.31 e Steger 11.32 come riformulati (vedi allegato 1).

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, non essendovi obiezioni sospende brevemente la seduta al fine di operare le necessarie verifiche circa gli eventuali effetti di assorbimento sulle proposte emendative riferite all'articolo 11 derivanti dall'approvazione degli identici emendamenti Pella 11.30, Cattoi 11.31 e Steger 11.32 come riformulati.

  La seduta, sospesa alle 1.10, riprende alle 1.15.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, avverte che dall'approvazione degli identici emendamenti Pella 11.30, Cattoi 11.31 e Steger 11.32 come riformulati non derivano effetti di assorbimento, pertanto pone in votazione gli identici emendamenti Pella 11.34, Ubaldo Pagano 11.35 e Steger 11.36.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli identici emendamenti Pella 11.34, Ubaldo Pagano 11.35 e Steger 11.36, gli identici emendamenti Steger 11.37, Pella 11.38, Peluffo 11.39 nonché l'emendamento L'Abbate 11.45.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, avverte che i presentatori hanno accettato la proposta di riformulazione degli emendamenti Zinzi 9.17, Barbagallo 11.47, Pella 11.48 e Dell'Olio 11.49 in termini identici all'emendamento Cannata 11.26.

  La Commissione approva l'emendamento Cannata 11.46 e gli emendamenti Zinzi 9.17, Barbagallo 11.47, Pella 11.48, Dell'Olio 11.49, riformulati in testo identico all'emendamento Cannata 11.46 (vedi allegato 1).

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, invita i relatori e il Governo ad esprimere i propri pareri con riferimento alle proposte emendative segnalate riferite agli articoli 12, 13, 14 e 15.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), relatrice, anche a nome dei relatori D'Attis e Romano, invita al ritiro degli emendamenti Stefanazzi 12.2, Grimaldi 13.1 e Ubaldo Pagano 13.2, altrimenti esprimendo parere contrario. Esprime parere favorevole sugli emendamenti Cannata 13.3, Stefanazzi 13.5, nonché sugli identici emendamenti Steger 13.7, Pella 13.8, De Luca 13.9, Carfagna 13.11, a Pag. 182condizione che siano riformulati in testo identico all'emendamento Cannata 13.3 (vedi allegato 1). Invita quindi al ritiro degli emendamenti Castiglione 13.6, nonché degli identici emendamenti Pella 13.12 e Zinzi 13.13, altrimenti esprimendo parere contrario. Esprime parere favorevole sugli emendamenti Cannata 14.1, Steger 14.2, nonché sugli identici emendamenti Pella 14.3, Peluffo 14.4 e sull'emendamento Stefanazzi 14.9, a condizione che siano riformulati in testo identico all'emendamento Cannata 14.1 (vedi allegato 1). Invita al ritiro dell'emendamento Carfagna 14.5 e degli identici emendamenti Sarracino 14.6, Pella 14.7, Steger 14.8, considerando che tali proposte sarebbero sostanzialmente assorbite dall'approvazione dell'emendamento Cannata 14.1 e delle identiche proposte emendative. Propone, quindi, l'accantonamento dell'emendamento Cannata 15.1. Invita al ritiro degli emendamenti Zinzi 15.4, Pella 15.5, Carfagna 15.6, Ubaldo Pagano 15.8 e 15.9, nonché dell'emendamento Carfagna 15.10, altrimenti esprimendo parere contrario. Propone l'accantonamento degli identici emendamenti Barbagallo 15.11 e Pella 15.12 nonché dell'emendamento Dell'Olio 15.14. Esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Cavandoli 15.16, Lai 15.17, Deidda 15.18 e Pastorella 15.19, a condizione che siano riformulati nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1). Invita al ritiro dell'emendamento Stefanazzi 15.20, altrimenti esprimendo parere contrario.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, non essendovi obiezioni, dispone, l'accantonamento dell'emendamento Cannata 15.1, degli identici emendamenti Barbagallo 15.11 e Pella 15.12, nonché dell'emendamento Dell'Olio 15.14.

  Claudio Michele STEFANAZZI (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento 12.2 a sua firma, rileva come l'approccio scelto dal Governo con riferimento alla centralizzazione della gestione della nuova ZES unica contraddica l'obiettivo di salvaguardare le necessità peculiari dello sviluppo di alcuni territori caratterizzati da potenzialità che hanno portato allo sviluppo di significative filiere produttive. Ricorda inoltre come l'emendamento a sua firma preveda la pubblicazione delle informazioni attinenti alle diverse forme di incentivo offerte dalle regioni. Ribadisce, al riguardo, la necessità di acquisire un chiarimento da parte della rappresentante del Governo sulle motivazioni del parere contrario che è stato espresso.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), concordando con l'onorevole Stefanazzi, chiede di sottoscrivere il suo emendamento 12.2.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO, ribadisce il parere contrario del Governo sull'emendamento 12.2, chiarendo che il comma 2 dell'articolo 12 prevede già la realizzazione di un portale per fornire tutte le informazioni sui benefici riconosciuti alle imprese nella ZES unica, senza distinguere fra incentivi regionali e statali.

  La Commissione respinge l'emendamento Stefanazzi 12.2.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), illustrando l'emendamento 13.1 a sua firma, afferma l'importanza di estendere a tutto il territorio nazionale le misure di vantaggio che sono previste nell'ambito della ZES unica. Sottolinea come questa scelta rappresenti anche un'opportunità economica per quelle imprese che nel mutato contesto politico internazionale stanno valutando il rientro in Italia dei propri stabilimenti. Fa presente come sarebbero molti i soggetti che potrebbero trarre un vantaggio dalle rilevanti misure previste per la ZES unica, come la velocizzazione dei procedimenti amministrativi. In particolare, ricorda come questi risultati sarebbero possibili istituendo uno sportello unico digitale nazionale per le attività produttive.

  Silvio LAI (PD-IDP) dissente dal parere contrario espresso sull'emendamento Ubaldo Pag. 183Pagano 13.1, che istituisce uno sportello unico digitale nazionale per le attività produttive, temendo che tale orientamento negativo possa in realtà nascondere la scarsa fiducia riposta dal Governo stesso nella funzionalità dello sportello unico digitale per la nuova ZES di cui all'articolo 13 del presente decreto. Osserva, infatti, che se il Governo fosse pienamente convinto dell'efficacia delle misure introdotte non dovrebbe avere timore ad estenderle a tutto il territorio nazionale.

  Marco GRIMALDI (AVS) chiede di sottoscrivere l'emendamento Ubaldo Pagano 13.1.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Ubaldo Pagano 13.1 e 13.2.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, avverte che i presentatori hanno accettato la riformulazione dell'emendamento Stefanazzi 13.5, degli identici emendamenti Steger 13.7, Pella 13.8, De Luca 13.9 e dell'emendamento Carfagna 13.11, nel medesimo testo dell'emendamento Cannata 13.3, sul quale i relatori e il Governo hanno espresso parere favorevole.

  La Commissione approva l'emendamento Cannata 13.3, nonché l'emendamento Stefanazzi 13.5, gli identici emendamenti Steger 13.7, Pella 13.8, De Luca 13.9 e l'emendamento Carfagna 13.11, riformulati nel medesimo testo dell'emendamento Cannata 13.3 (vedi allegato 1).

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, avverte che, a seguito della votazione testé effettuata, l'emendamento Pella 13.12 è da intendersi precluso. Constata inoltre l'assenza dei presentatori dell'emendamento Castiglione 13.6; s'intende vi abbiano rinunziato. Prende, altresì, atto che i presentatori hanno accettato la riformulazione degli identici emendamenti Steger 14.2, Pella 14.3, Peluffo 14.4 nonché dell'emendamento Stefanazzi 14.9, nel medesimo testo dell'emendamento Cannata 14.1, sul quale i relatori e il Governo hanno espresso parere favorevole.

  La Commissione approva l'emendamento Cannata 14.1, gli identici emendamenti Steger 14.2, Pella 14.3, Peluffo 14.4 e l'emendamento Stefanazzi 14.9, riformulati nel medesimo testo dell'emendamento Cannata 14.1 (vedi allegato 1).

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, avverte che, a seguito della votazione testé effettuata, gli identici emendamenti Sarracino 14.6, Pella 14.7 e Steger 14.8 si intendono assorbiti.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) chiede di sottoscrivere l'emendamento Carfagna 14.5.

  La Commissione respinge l'emendamento Carfagna 14.5.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA) ritira gli emendamenti Zinzi 14.17 e 15.4.

  Francesco CANNIZZARO (FI-PPE) ritira l'emendamento Pella 15.5, di cui è cofirmatario.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) chiede di sottoscrivere l'emendamento Carfagna 15.6, nonché tutte le successive proposte emendative a firma della stessa deputata Carfagna.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Carfagna 15.6, Ubaldo Pagano 15.8 e 15.9 e Carfagna 15.10.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, prende atto che i presentatori accettano la riformulazione degli identici emendamenti Cavandoli 15.16, Lai 15.17, Deidda 15.18 e Pastorella 15.19.

  La Commissione approva gli identici emendamenti Cavandoli 15.16, Lai 15.17, Deidda 15.18 e Pastorella 15.19, nel testo riformulato (vedi allegato 1).

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, invita i relatori e il Governo ad esprimere i Pag. 184propri pareri riferiti all'articolo 16 del decreto-legge in esame.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), relatrice, anche a nome dei relatori D'Attis e Romano, invita al ritiro degli emendamenti Sarracino 16.1, Scerra 16.2, degli identici emendamenti Carfagna 16.3 e Scerra 16.4, degli identici emendamenti Steger 16.8, Pella 16.9, Torto 16.10 e Lai 16.11, degli emendamenti Dell'Olio 16.13, Scerra 16.14, degli identici emendamenti Pella 16.15 e Marattin 16.16, degli emendamenti Scerra 16.19, Bagnai 16.20, degli identici emendamenti Steger 16.21, Pella 16.22, Cattoi 16.23 e Peluffo 16.24, nonché degli emendamenti Bagnai 16.25 e Pella 16.26, altrimenti esprimendo parere contrario. Esprime quindi parere favorevole sugli identici emendamenti Steger 16.30, Pella 16.31, Peluffo 16.32, Cannata 16.33 e Furgiuele 16.34, mentre invita al ritiro degli identici emendamenti Pella 16.35, Ubaldo Pagano 16.37 e Marattin 16.38, Fenu 16.39, Pella 16.40, degli identici emendamenti Fenu 16.41 e D'Alfonso 16.42, degli identici emendamenti Pella 16.43, Steger 16.44 e D'Alfonso 16.45, dell'emendamento Ubaldo Pagano 16.46, degli identici emendamenti Nevi 16.50 e Dell'Olio 16.51, degli identici emendamenti Marattin 16.54, Pella 16.55 e Ubaldo Pagano 16.56, dell'emendamento Santillo 16.57, degli identici emendamenti Roggiani 16.59 e Steger 16.60, degli identici emendamenti Peluffo 16.64, Pella 16.65 e Steger 16.66, degli emendamenti L'Abbate 16.68, Stefanazzi 16.71, degli identici emendamenti Peluffo 16.73, Torto 16.74, Pella 16.76 e Steger 16.77, dell'emendamento Lai 16.81, nonché degli articoli aggiuntivi D'Alfonso 16.01, Scerra 16.03, Carfagna 16.04, De Luca 16.05, Fenu 16.06, Fenu 16.07 e Toni Ricciardi 16.08, altrimenti esprimendo parere contrario.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere conforme a quello della relatrice.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) ritiene che sia preliminarmente necessario che il Governo chiarisca il tema di fondo della effettiva portata applicativa dell'articolo 16, alla luce delle modifiche del medesimo articolo 16 che saranno verosimilmente contenute nel prossimo disegno di legge di bilancio, tema che a suo giudizio il precedente intervento della sottosegretaria Albano non ha consentito di appurare adeguatamente. Osserva che tale preliminare delucidazione è tanto più necessaria in considerazione dei forti rilievi critici dal punto di vista finanziario che accompagnano la formulazione del citato articolo 16, posto che esso istituisce un credito di imposta in favore delle imprese operanti nella nuova ZES unica per il Mezzogiorno senza tuttavia procedere né alla quantificazione degli oneri che ne derivano né alla relativa copertura finanziaria, rinviando la determinazione di tali aspetti cruciali ad un successivo provvedimento di rango secondario, in aperta violazione non solo di quanto tassativamente prescritto al riguardo dall'articolo 17 della legge n. 196 del 2009 in materia di contabilità pubblica, ma anche della riserva di legge in materia fiscale. Osserva che, demandando la quantificazione degli oneri e la relativa copertura finanziaria a futuri provvedimenti di rango secondario, si crea un precedente assai pericoloso in ordine alla corretta verifica tecnica dei profili finanziari dei provvedimenti all'esame della Commissione Bilancio. Tutto ciò premesso, ritiene pertanto fondamentale che al riguardo la rappresentante del Governo esprima in modo chiaro la propria posizione.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S) sottoscrive integralmente le considerazioni critiche svolte dalla deputata Guerra, rilevando in particolare la grave violazione della disciplina contabile di cui alla legge n. 196 del 2009, che a suo avviso non può passare inosservata, sottolineando come ben altra severità si sia dimostrata nel dedicare le disposizioni dell'articolo 7 della proposta di legge C. 1275, in materia di salario minimo, che si limitavano ad evocare la possibilità di attribuire con un successivo provvedimento legislativo, specifici benefici per le imprese.

  Marco SARRACINO (PD-IDP), nel condividere anch'egli integralmente le critiche Pag. 185svolte dalla deputata Guerra, illustra l'emendamento a sua prima firma 16.1, che se non altro ha il merito di operare una prima quantificazione degli oneri derivanti dal credito d'imposta introdotto dall'articolo 16 del decreto-legge, rilevando al contempo come l'introduzione di una soglia minima del valore degli investimenti effettuati ai fini della concessione di tale misura agevolativa non potrà che arrecare grave danno alle tante piccole e medie imprese attive nel nostro Mezzogiorno.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO, in risposta alle richieste della deputata Guerra, nel riconoscere che l'articolo 16 è oggetto di dibattito, afferma che la misura ivi prevista non è priva di copertura finanziaria, dal momento che alla stessa si provvede a valere sulle risorse europee e nazionali della politica di coesione come individuate sulla base della ricognizione che dovrà essere effettuata dal Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei ministri.
  Ritiene che la critica secondo cui la disposizione violi la legge di contabilità e di finanza pubblica sia grave perché al provvedimento è allegata la relazione tecnica bollinata dalla Ragioneria generale dello Stato.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), replicando alla sottosegretaria Albano, rileva anzitutto la mancata quantificazione dell'onere derivante dal credito d'imposta in relazione al quale la disposizione non pone neppure un limite di spesa entro cui possa essere riconosciuto.
  Aggiunge che la copertura finanziaria non è individuata nel provvedimento né potrebbe esserlo in mancanza della quantificazione dell'onere. Evidenzia che, se la disposizione non sarà modificata, costituirà un pericoloso precedente.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), nel sottolineare che le critiche sollevate dall'opposizione non hanno carattere ostruzionistico ma sono fondate, richiama quanto segnalato nella documentazione predisposta dagli Uffici della Camera, nella quale si evidenzia in modo chiaro che la disposizione in esame pone problemi di compatibilità rispetto all'articolo 17, comma 1, della legge n. 196 del 2009. Ricorda che la medesima disposizione è stata posta alla base del parere con il quale, all'interno della proposta di legge per l'introduzione del salario minimo, è stato soppresso l'articolo 7, riguardante il riconoscimento di incentivi in favore dei datori di lavoro.

  Marco GRIMALDI (AVS), nell'osservare che il comma 6 dell'articolo 16 rinvia la determinazione del limite di spesa per il credito d'imposta ad un decreto ministeriale, segnala che mentre la bozza del disegno di legge di bilancio indica un limite pari a 1,8 miliardi di euro, l'emendamento Sarracino 16.1 pone tale limite a 3 miliardi di euro. Chiede quindi che nella disposizione del decreto venga precisata la quantificazione dell'onere.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), nel richiamare la disposizione del comma 1 dell'articolo 17 della legge n. 196 del 2009, afferma che il comma 6 dell'articolo 16 si pone evidentemente in contrasto con la richiamata previsione della legge di contabilità. Aggiunge che la relazione tecnica allegata al decreto è carente nel dar conto dei profili finanziari che derivano dall'articolo 16 tanto che il dossier predisposto dai competenti uffici della Camera suggerisce di valutare l'opportunità di specificare in sede legislativa i profili operativi e finanziari della norma in esame.
  Nel condividere l'osservazione che la disposizione in esame rappresenti un grave precedente, fa notare che i profili di contrasto con le regole di contabilità sono in questo caso molto più evidenti rispetto a quelli riscontrabili nel soppresso articolo 7 della proposta di legge riguardante l'introduzione del salario minimo.

  Marco SARRACINO (PD-IDP), allo scopo di superare la questione sollevata, propone tre diverse soluzioni: approvare l'emendamento 16.1 a sua prima firma che pone un limite di spesa di 3 miliardi di euro; votare la proposta contenuta nella bozza del disegnoPag. 186 di legge di bilancio che introduce un limite di 1,8 miliardi di euro oppure accantonare l'esame dell'articolo.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Sarracino 16.1, Scerra 16.2 e gli identici emendamenti Carfagna 16.3 e Scerra 16.4.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, avverte che sono state ritirate tutte le proposte emendative riferite all'articolo 16 presentate dai deputati del gruppo Forza Italia sulle quali è stato formulato un invito al ritiro dai relatori e dal Governo.

  Silvio LAI (PD-IDP), illustrando l'emendamento 16.11 a sua prima firma, ricorda che proprio la sottosegretaria Albano si era impegnata ad estendere gli incentivi fiscali anche agli immobili già esistenti per evitare di incentivare la costruzione di nuovi edifici e, quindi, la consumazione del suolo.
  Nel chiedere di accantonare l'emendamento in esame, segnala che in base ad un'interpretazione restrittiva dell'Agenzia delle entrate vengono esclusi dalla fruizione dei benefici i fabbricati già utilizzati che, invece, la proposta emendativa in esame introduce nel testo.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Steger 16.8, Torto 16.10 e Lai 16.11.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S) chiede di accantonare l'emendamento 16.13 a sua prima firma che introduce nel decreto un chiarimento, riguardante le attività che consentono la fruizione del credito d'imposta, che l'Agenzia delle entrate ha già reso rispondendo a precisi interpelli.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Dell'Olio 16.13, Scerra 16.14, Marattin 16.16 e Scerra 16.19.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, segnala che i presentatori hanno ritirato gli emendamenti Bagnai 16.20 e Cattoi 16.23.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Steger 16.21 e Peluffo 16.24.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, segnala che i presentatori hanno ritirato l'emendamento Bagnai 16.25.

  La Commissione, con distinte votazioni, approva gli identici emendamenti Steger 16.30, Pella 16.31, Peluffo 16.32, Cannata 16.33 e Furgiuele 16.34 (vedi allegato 1); respinge gli identici emendamenti Ubaldo Pagano 16.37 e Marattin 16.38, l'emendamento Fenu 16.39, gli identici emendamenti Fenu 16.41 e D'Alfonso 16.42, gli identici emendamenti Steger 16.44 e D'Alfonso 16.45 e l'emendamento Ubaldo Pagano 16.46.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), illustrando l'emendamento 16.51 a sua prima firma, ricorda che l'80 per cento delle imprese del Sud sono di piccole e medie dimensioni. Quindi, benché il Ministro Fitto abbia dichiarato di non voler abbassare il limite minimo del valore del progetto dell'investimento, pari a 200.000 euro, ai fini del riconoscimento dell'agevolazione afferma che il credito gioverà soltanto a poche grandi imprese.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli identici emendamenti Dell'Olio 16.51, gli identici emendamenti Marattin 16.54 e Ubaldo Pagano 16.56, l'emendamento Santillo 16.57, gli identici emendamenti Roggiani 16.59 e Steger 16.60, gli identici emendamenti Peluffo 16.64 e Steger 16.66 e gli emendamenti L'Abbate 16.68 e Stefanazzi 16.71.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), illustrando l'emendamento Torto 16.74, evidenzia l'importanza di attribuire una quota di almeno il 50 per cento del credito di imposta a favore delle micro, piccole e medie imprese.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli identici emendamenti Peluffo 16.73, Torto 16.74 e Steger 16.77, l'emendamento Lai 16.81, gli articoli aggiuntivi Pag. 187D'Alfonso 16.01, Scerra 16.03, Carfagna 16.04, De Luca 16.05, Fenu 16.06 e 16.07 e Toni Ricciardi 16.08.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) a conclusione dell'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 16, chiede alla sottosegretaria Albano di fornire esaustivi chiarimenti, dopo aver proceduto ai necessari approfondimenti, in ordine alla compatibilità dell'articolo 16 con le disposizioni della legge di contabilità e finanza pubblica, facendo pervenire anche nei prossimi giorni una risposta alle questioni testé sollevate con riferimento al meccanismo di copertura finanziaria previsto dal richiamato articolo 16.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, invita i relatori e il Governo ad esprimere i propri pareri con riferimento alle proposte emendative segnalate riferite agli articoli da 17 a 22.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), relatrice, formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo contrario, sugli identici emendamenti Pella 17.2, Trancassini 17.3 e Marattin 17.5, sugli identici emendamenti De Palma 17.6 e Marattin 17.7, sugli identici emendamenti De Palma 17.8 e Marattin 17.9. Propone l'accantonamento dell'emendamento Cattoi 17.11. Formula, quindi, un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario sugli articoli aggiuntivi Caramiello 17.05 e Sarracino 17.08 mentre propone l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Pisano 17.012. Formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'articolo premissivo Scerra 018.01, sull'emendamento D'Alfonso 19.1, sugli identici emendamenti Mari 19.2, Cannizzaro 19.3 e Sarracino 19.4, nonché sugli emendamenti Sarracino 19.5 e Carmina 19.6. Propone, quindi, l'accantonamento dell'emendamento Cannata 19.7, formulando un invito al ritiro, altrimenti esprimendo contrario, sugli emendamenti Paolo Emilio Russo 19.8 e Zinzi 19.9. Propone di accantonare l'emendamento Cannizzaro 19.13, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sugli identici emendamenti Magi 20.1, Zaratti 20.2, Bonafè 20.3, Carmina 20.4, sugli emendamenti Zaratti 20.5, 20.6, 20.7, 20.9, 20.10, 20.11, 20.12, 20.13, 20.14 e 20.15, sugli identici emendamenti Magi 20.16 e Bonafè 20.17, sugli identici emendamenti Soumahoro 21.1, Magi 21.2, Zaratti 21.3, Bonafè 21.4 e Carmina 21.5, sugli emendamenti Colucci 21.6, Pellegrini 21.7 e 21.8. Propone, quindi, l'accantonamento dell'emendamento Maccanti 21.9, formulando un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sugli emendamenti Alfonso Colucci 21.10 e 21.14, Zaratti 21.15, 21.16, 21.17, 21.18, 21.19 e 21.20, Lai 22.1, Castiglione 22.2 e 22.3, De Luca 22.7 e 22.8, mentre propone l'accantonamento dell'emendamento Pella 22.6.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere conforme a quello della relatrice.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, avverte che i presentatori hanno ritirato l'emendamento Maccanti 21.9. Non essendovi obiezioni, dispone l'accantonamento delle proposte emendative Cattoi 17.11, Pisano 17.012, Cannizzaro 19.13 e Pella 22.6. Preso atto delle richieste formulate in tal senso, concorde la Commissione, sospende brevemente la seduta per consentire lo svolgimento di una riunione dell'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi al fine di concordare le modalità di prosecuzione dell'esame del provvedimento.

  La seduta, sospesa alle 2.35, riprende alle 2.55.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, prende atto che i gruppi Forza Italia e Lega hanno ritirato tutte le proposte emendative su cui i relatori hanno formulato un invito al ritiro.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Marattin 17.5, 17.7 e 17.9, gli articoli aggiuntivi Caramiello 17.05 e Sarracino 17.08, l'articolo premissivo Scerra 018.01, nonché l'emendamento D'Alfonso 19.1.

Pag. 188

  Marco GRIMALDI (AVS), intervenendo sull'emendamento Sarracino 19.4, ricorda che l'Agenzia per la coesione ha bandito negli scorsi anni due procedure di reclutamento di personale da destinare ad alcune regioni fra cui l'Abruzzo. In una nuova procedura concorsuale tale regione è stata invece esclusa, e l'emendamento in esame si propone proprio l'obiettivo di rimediare a tale situazione. Auspica, pertanto, un ripensamento da parte del Governo in merito al parere contrario formulato.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO, fa presente che il regime delle risorse utilizzate ai fini della copertura dell'articolo 19 non consente un'estensione della misura anche alla regione Abruzzo.

  La Commissione con distinte votazioni respinge gli identici emendamenti Mari 19.2 e Sarracino 19.4, nonché gli emendamenti Sarracino 19.5 e Carmina 19.6.

  Marco GRIMALDI (AVS) intervenendo sull'emendamento Zaratti 20.2, di cui è firmatario, rileva come l'articolo 20 del decreto-legge interviene in materia di trattenimento presso di Centri di permanenza per i rimpatri estendendo da sei a diciotto mesi il limite massimo di permanenza nei Centri per il rimpatrio degli stranieri in attesa di espulsione. Sottolinea come tale misura rischia di aggravare notevolmente la condizione dei migranti presenti nei CPR considerando che il termine precedentemente previsto era di tre mesi prorogabile per altri tre mesi. Ritiene che l'effetto che sarà determinato da questo prolungamento della permanenza degli stranieri nei suddetti centri peggiorerà le condizioni di vita all'interno dei medesimi Centri. Invita tutti i componenti della Commissione a recarsi in visita presso una di queste strutture al fine di verificare le condizioni igienico-sanitarie e il rispetto dei diritti civili di chi vi soggiorna in modo da diffondere una effettiva consapevolezza della emergenza in cui versano queste realtà nel nostro Paese. Ricorda inoltre la vicenda di Moussa Balde che considera il simbolo della violenza che subisce chi si trova a passare dai Centri di permanenza per i rimpatri. Sottolinea come a suo avviso queste strutture non offrano gli standard previsti in ambito europeo e quelli definiti dalle convenzioni internazionali sui diritti umani. Invita il Governo e la maggioranza a riflettere sulla necessità di prolungare la permanenza dei migranti in queste condizioni che definisce disumane. Fa presente come la scelta del trattenimento presso questi centri non abbia prodotto un effetto deterrente limitando le partenze dei migranti verso l'Italia.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), condividendo quanto già espresso dal deputato Grimaldi, raccomanda l'approvazione dell'emendamento Bonafè 20.3 di cui è cofirmataria. Al riguardo, critica fortemente la scelta del Governo di voler prolungare il trattenimento nei centri per un fine che ritiene propagandistico e disumano.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Magi 20.1, Zaratti 20.2, Bonafé 20.3 e Carmina 20.4.

  Marco GRIMALDI (AVS) intervenendo sull'emendamento Zaratti 20.5, di cui è firmatario, critica la norma dell'articolo 20 del decreto che prevede la possibilità di prorogare il tempo di permanenza presso i Centri di permanenza per i rimpatri se l'accertamento dell'identità e della nazionalità dello straniero ovvero l'acquisizione di documenti per il viaggio presenti gravi difficoltà. Sottolinea come l'obiettivo dell'emendamento di cui è cofirmatario è quello stabilire che il migrante, in caso di convalida, non possa essere trattenuto presso il centro per un periodo superiore a 90 giorni. Fa presente come la permanenza prolungata nei centri abbia dato luogo a gravi problemi relativi alla salute dei migranti, citando a riguardo la somministrazione da parte delle ASL di elevate quantità di psicofarmaci ai soggetti che sono sottoposti a tale regime di vigilanza. Auspica che i centri siano chiusi o riformati per provvedere alle necessità esistenziali di chi vi è trattenuto, assicurandone l'apertura a un controllo esterno come quello esercitato dagli enti del terzo settore. Ribadisce l'invito a Pag. 189tutti i deputati a visitare detti centri prima di prendere una posizione sulla gestione dell'immigrazione.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Zaratti 20.5, 20.6, 20.7, 20.9, 20.10, 20.11, 20.12, 20.13, 20.14, 20.15, nonché gli identici emendamenti Magi 20.16 e Bonafé 20.17. La Commissione, con distinte votazioni, respinge altresì gli identici emendamenti Soumahoro 21.1, Magi 21.2, Zaratti 21.3, Bonafè 21.4, Carmina 21.5, nonché gli emendamenti Alfonso Colucci 21.6, Pellegrini 21.7 e 21.8, nonché Alfonso Colucci 21.10 e Alfonso Colucci 21.14.

  Marco GRIMALDI (AVS) intervenendo sull'emendamento Zaratti 21.15, di cui è firmatario, ricorda come l'articolo 21 del decreto preveda che per la realizzazione dei cosiddetti hotspot e delle strutture di prima accoglienza, permanenza e rimpatrio si possano applicare le procedure di cui al codice dell'ordinamento militare, in modo analogo a quanto disposto per le opere di difesa nazionale. Sottolinea come la necessità di provvedere alla costruzione di questi centri non possa pregiudicare programmi di riqualificazione ambientale e di conservazione della biodiversità. Fa presente quindi come l'emendamento Zaratti 20.15 si proponga di limitare il possibile insediamento di tali strutture nelle aree ricomprese nelle zone speciali di conservazione e nelle zone di protezione speciale della rete europea Natura 2000, come individuate dalle vigenti direttive europee.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Zaratti 21.15, 21.16, 21.17, 21.18, 21.19 e 21.20, Lai 22.1, Castiglione 22.2 e 22.3, De Luca 22.7 e 22.8.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, secondo quanto convenuto nella precedente riunione dell'Ufficio di presidenza, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento alla seduta convocata alle ore 13.30 di giovedì 26 ottobre 2023.

  La seduta termina alle 3.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 26 ottobre 2023.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 2.35 alle 2.55.