CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 10 ottobre 2023
180.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
Pag. 30

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 10 ottobre 2023. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Lucia Albano.

  La seduta comincia alle 13.50.

Istituzione della Settimana nazionale delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche.
C. 854-A.
(Parere all'Assemblea).
(Parere su emendamenti).

  La Commissione inizia l'esame delle proposte emendative riferite al provvedimento in titolo.

  Andrea MASCARETTI (FDI), relatore, comunica che l'Assemblea ha trasmesso, in data odierna, il fascicolo n. 1 degli emendamenti. In merito, ritiene necessario acquisire l'avviso del Governo relativamente ai profili finanziari delle seguenti proposte emendative:

   Orrico 1.11, che prevede l'istituzione di un apposito Fondo presso il Ministero della cultura, con una dotazione di 500.000 euro annui a decorrere dal 2024, volto a incentivare la realizzazione di monumenti dedicati alle donne che si sono distinte nelle discipline STEM, provvedendo alla copertura finanziaria dei relativi oneri mediante corrispondente riduzione del Fondo per le esigenze indifferibili di cui all'articolo 1, comma 200, della legge n. 190 del 2014. Al riguardo, rappresenta preliminarmente che, nel quadro del vigente bilancio dello Stato per il triennio 2023-2025, il Fondo per le esigenze indifferibili reca una dotazione iniziale di circa 140 milioni di euro per l'anno 2024 e di circa 98 milioni di euro per l'anno 2025 e che, come risulta da un'interrogazione alla banca dati della Ragioneria generale dello Stato, il Fondo Pag. 31medesimo presenta al momento, per quanto concerne l'esercizio finanziario in corso, una disponibilità residua pari a circa 10,6 milioni di euro. Ciò posto, nel segnalare che l'onere previsto dalla proposta emendativa in esame risulta limitato all'entità dello stanziamento disposto, reputa comunque necessario acquisire l'avviso del Governo in merito all'idoneità della copertura finanziaria prevista a regime a carico del predetto Fondo;

   Piccolotti 1.13, che prevede l'istituzione presso il Ministero dell'istruzione e del merito di un gruppo di lavoro sulla didattica delle discipline STEM finalizzato a fornire indicazioni e a progettare percorsi e materiali didattici da mettere a disposizione degli istituti scolastici, al fine di avvicinare le ragazze e i ragazzi, fin dall'infanzia, alla scienza, attraverso le sue applicazioni concrete. In proposito, considera necessario che il Governo chiarisca se alla proposta emendativa in commento possa concretamente darsi attuazione nel rispetto della clausola di invarianza finanziaria prevista dal comma 4 dell'articolo 1;

   Caso 1.1000, che, nel sostituire la clausola di invarianza finanziaria di cui al comma 4 dell'articolo 1, prevede l'introduzione di una apposita autorizzazione di spesa, pari a 2 milioni di euro annui a decorrere dal 2024, volta a dare attuazione alla proposta di legge in esame, provvedendo alla copertura dei relativi oneri mediante corrispondente riduzione del Fondo per le esigenze indifferibili di cui all'articolo 1, comma 200, della legge n. 190 del 2014. Al riguardo, nel rinviare a quanto in precedenza rappresentato in ordine all'emendamento Orrico 1.11 per quanto concerne la dotazione del Fondo per le esigenze indifferibili oggetto di riduzione, ritiene parimenti necessario acquisire l'avviso del Governo in merito all'idoneità della copertura finanziaria prevista a regime a carico del Fondo medesimo. Fa, inoltre, presente che la proposta emendativa, nel quantificare in 2 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2024 gli oneri derivanti dall'attuazione del provvedimento, risulta incongruente rispetto al parere espresso dalla Commissione con riferimento alla copertura finanziaria nella seduta del 27 settembre 2023;

   Caso 1.12, che, nel sostituire la clausola di invarianza finanziaria di cui al comma 4 dell'articolo 1, è volta a vincolare all'attuazione delle finalità perseguite dalla presente proposta di legge una quota parte delle risorse afferenti alla Missione 4, Componente 1, del PNRR, in misura pari a 2 milioni di euro annui a decorrere dal 2024, nonché una quota parte, non meglio specificata, di ulteriori risorse del PNRR non univocamente identificate tramite il richiamo ad apposita missione o componente. Al riguardo, ritiene necessario acquisire un chiarimento del Governo circa la coerenza degli interventi previsti dalla proposta emendativa con le finalità alle quali sono destinate le risorse stanziate dal PNRR, segnalando in ogni caso che la proposta reca una destinazione di risorse a decorrere dall'anno 2024, a fronte di stanziamenti che si esauriranno nell'anno 2026;

   Di Biase 2.1003, che è volta a introdurre una serie di ulteriori finalità da perseguire tramite le iniziative realizzate nell'ambito della Settimana nazionale di cui all'articolo 1, quali, in particolare, l'attuazione nella scuola primaria di una didattica laboratoriale diretta a favorire l'acquisizione di competenze nelle discipline STEM, l'attivazione di percorsi d'istruzione e di formazione tecnica superiore destinati in prevalenza alle donne in materia di programmazione e sviluppo di prodotti digitali, la destinazione di fondi specifici da parte del Ministero dell'università e della ricerca agli atenei che raggiungano livelli minimi di presenza del sesso meno rappresentato nel corpo docente, nell'ambito della ricerca e nel personale amministrativo, la promozione, anche attraverso l'istituzione di borse di studio, di corsi di dottorato industriale, la promozione di iniziative per incentivare la permanenza di studentesse e di ricercatrici presso le imprese, anche prevedendo criteri premiali per l'accesso a misure di finanziamento, la promozione di progetti per la creazione di poli per l'innovazione di genere, gender innovation hub, Pag. 32l'organizzazione di corsi e di programmi per l'alfabetizzazione digitale, rivolti in particolare alle fasce di popolazione più vulnerabili. Osserva che la proposta emendativa, inoltre, nel sostituire la lettera i) del comma 2 dell'articolo 2, prevede l'istituzione di borse di studio per i discenti che decidano di intraprendere percorsi di studio, formazione o ricerca nelle discipline STEM, destinandole prioritariamente alle donne, con una formulazione che, rispetto al testo del provvedimento, sembra presentare carattere maggiormente tassativo. Al riguardo, reputa necessario che il Governo chiarisca se all'attuazione della proposta emendativa in esame possa effettivamente farsi fronte nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente richiamate in via generale dal comma 3 dell'articolo 2, come dettagliate dal Governo stesso nel corso della seduta della Commissione del 27 settembre 2023, anche in considerazione della molteplicità delle nuove finalità da perseguire;

   Caso 2.6, che è volta ad introdurre, come ulteriore finalità da perseguire tramite le iniziative realizzate nell'ambito della Settimana nazionale di cui all'articolo 1, la promozione di campagne di sensibilizzazione, rivolte alle donne e ai giovani del Mezzogiorno, per promuovere le discipline STEM al fine di ridurre le differenze di genere e territoriali. In merito, considera necessario che il Governo chiarisca se all'attuazione della proposta emendativa in esame possa effettivamente farsi fronte nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente richiamate in via generale dal comma 3 dell'articolo 2, come dettagliate dal Governo stesso nel corso della seduta della Commissione del 27 settembre 2023;

   Manzi 2.9, che è volta a introdurre, come ulteriore finalità da perseguire tramite le iniziative realizzate nell'ambito della Settimana nazionale di cui all'articolo 1, l'attuazione nella scuola primaria di una didattica laboratoriale diretta a favorire l'acquisizione di competenze nelle discipline STEM. Al riguardo, ritiene necessario che il Governo chiarisca se all'attuazione della proposta emendativa in esame possa effettivamente farsi fronte nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente richiamate in via generale dal comma 3 dell'articolo 2, come dettagliate dal Governo stesso nel corso della seduta della Commissione del 27 settembre 2023;

   Di Biase 2.1000, che, nel sostituire la lettera i) del comma 2 dell'articolo 2, prevede l'istituzione di borse di studio per i discenti che decidano di intraprendere percorsi di studio, formazione o ricerca nelle discipline STEM, destinandole prioritariamente alle donne, con una formulazione che, rispetto al testo del provvedimento, sembra presentare carattere maggiormente tassativo. Al riguardo, ritiene parimenti necessario che il Governo chiarisca se all'attuazione della proposta emendativa in esame possa effettivamente farsi fronte nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente richiamate in via generale dal comma 3 dell'articolo 2, come dettagliate dal Governo stesso nel corso della seduta della Commissione del 27 settembre 2023;

   Di Biase 2.17, che, analogamente all'emendamento Di Biase 2.1003, è volta a introdurre una serie di ulteriori finalità da perseguire tramite le iniziative realizzate nell'ambito della Settimana nazionale di cui all'articolo 1, quali, in particolare, l'attivazione di percorsi d'istruzione e di formazione tecnica superiore destinati in prevalenza alle donne in materia di programmazione e sviluppo di prodotti digitali, la destinazione di fondi specifici da parte del Ministero dell'università e della ricerca agli atenei che raggiungano livelli minimi di presenza del sesso meno rappresentato nel corpo docente, nell'ambito della ricerca e nel personale amministrativo; la promozione – anche attraverso l'istituzione di borse di studio – di corsi di dottorato industriale; la promozione di iniziative per incentivare la permanenza di studentesse e di ricercatrici presso le imprese, anche prevedendo criteri premiali per l'accesso a misure di finanziamento, la promozione di progetti per la creazione di poli per l'innovazione di genere, gender innovation hub, Pag. 33l'organizzazione di corsi e di programmi per l'alfabetizzazione digitale, rivolti in particolare alle fasce di popolazione più vulnerabili. Anche in questo caso reputa necessario che il Governo chiarisca se all'attuazione della proposta emendativa in esame possa effettivamente farsi fronte nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente richiamate in via generale dal comma 3 dell'articolo 2, come dettagliate dal Governo stesso nel corso della seduta della Commissione del 27 settembre 2023, anche in considerazione della molteplicità delle nuove finalità da perseguire;

   Di Biase 2.1001, che, modificando il comma 3 dell'articolo 2, che individua le risorse finanziarie necessarie all'attuazione delle finalità perseguite dalla presente proposta di legge, è volta a incrementare il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità in misura pari a 10 milioni di euro annui a decorrere dal 2023, in luogo del rifinanziamento del Fondo stesso, in misura pari a 2 milioni di euro per il solo anno 2024, previsto dal testo del provvedimento in esame, provvedendo alla copertura finanziaria dei relativi maggiori oneri mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge n. 282 del 2004. Al riguardo, rappresenta preliminarmente che, nel quadro del vigente bilancio dello Stato per il triennio 2023-2025, il Fondo per interventi strutturali di politica economica reca una dotazione iniziale di circa 225 milioni di euro per l'anno 2024 e di circa 305 milioni di euro per l'anno 2025 e che, come risulta da un'interrogazione alla banca dati della Ragioneria generale dello Stato, il Fondo medesimo presenta una disponibilità residua per l'anno 2023 pari a circa 164 milioni di euro. Ciò posto, nel segnalare che l'onere previsto dalla proposta emendativa in esame risulta limitato all'entità dello stanziamento disposto, ritiene comunque necessario acquisire l'avviso del Governo in merito all'idoneità della copertura finanziaria prevista a regime a carico del predetto Fondo;

   Caso 2.19, che, nel modificare il comma 3 dell'articolo 2, rende permanente, a decorrere dal 2024, l'incremento di 2 milioni di euro del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, in luogo del rifinanziamento del Fondo stesso disposto, in misura pari a 2 milioni di euro per il solo anno 2024, dal testo del provvedimento in esame, provvedendo alla copertura finanziaria dei relativi maggiori oneri mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge n. 282 del 2004. Al riguardo, nel rinviare a quanto in precedenza rappresentato in ordine all'emendamento Di Biase 2.1001 per quanto concerne la dotazione del Fondo per interventi strutturali di politica economica oggetto di riduzione, reputa parimenti necessario acquisire l'avviso del Governo in merito all'idoneità della copertura finanziaria prevista a regime a carico del Fondo medesimo.

  Segnala, infine, che le restanti proposte emendative contenute nel fascicolo n. 1 trasmesso dall'Assemblea non sembrano presentare profili problematici dal punto di vista finanziario.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere contrario su tutte le proposte emendativa richiamate dal relatore. Fa, in particolare, presente che sugli emendamenti Orrico 1.11 e Caso 1.1000 il parere è contrario per inidoneità della copertura finanziaria, atteso che il Fondo per le esigenze indifferibili di cui si prevede la riduzione è destinato a finanziare provvedimenti volti alla realizzazione di ulteriori obiettivi ritenuti prioritari dal Governo.
  Segnala, inoltre, che il parere è contrario sull'emendamento Piccolotti 1.13, è motivato in considerazione del fatto che l'attuazione di tale proposta emendativa è suscettibile di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura.
  Precisa che sull'emendamento Caso 1.12 il parere è contrario, in quanto, come già evidenziato dal relatore, la prospettata coperturaPag. 34 finanziaria, di carattere temporaneo, risulta incongruente rispetto al profilo temporale dell'onere, che presenta carattere permanente.
  Chiarisce, inoltre, che il parere contrario sugli emendamenti Di Biase 2.1003, Caso 2.6, Manzi 2.9 e Di Biase 2.17 deriva dal fatto che gli stessi appaiono suscettibili di comportare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura.
  Con riferimento all'emendamento Di Biase 2.1000, specifica che il parere contrario è motivato dalla circostanza che non può escludersi dall'attuazione della citata proposta emendativa, la cui formulazione presenta carattere maggiormente tassativo rispetto a quella del testo del provvedimento, derivino nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura.
  Evidenzia, infine, che il parere contrario sugli emendamenti Di Biase 2.1001 e Caso 2.19 deve ricondursi alla inidoneità della copertura finanziaria ivi prevista, dal momento che il Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui si prevede la riduzione, è destinato a finanziare provvedimenti volti alla realizzazione di obiettivi ritenuti prioritari da parte del Governo.
  In aggiunta alle citate proposte emendative, sulle quali il relatore ha richiesto chiarimenti al Governo, esprime inoltre parere contrario sugli emendamenti Manzi 1.2. Orrico 1.10, nonché Manzi 2.5 e 2.7, in quanto suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura.
  Non ha invece rilievi sulle restanti proposte emendative contenute nel fascicolo n. 1 trasmesso dall'Assemblea.

  Andrea MASCARETTI (FDI), relatore, preso atto dei chiarimenti forniti dalla rappresentante del Governo, formula quindi la seguente proposta di parere:

  «La V Commissione,

   esaminate le proposte emendative contenute nel fascicolo n. 1, riferite alla proposta di legge C. 854-A, recante l'istituzione della Settimana nazionale delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche,

  esprime

PARERE CONTRARIO

  sulle proposte emendative 1.2, 1.10, 1.11, 1.12, 1.13, 1.1000, 2.5, 2.6, 2.7, 2.9, 2.17, 2.19, 2.1000, 2.1001 e 2.1003, in quanto suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura;

NULLA OSTA

  sulle restanti proposte emendative».

  La sottosegretaria Lucia ALBANO concorda con la proposta di parere del relatore.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S) chiede delucidazioni alla sottosegretaria Albano in merito alla contrarietà espressa sull'emendamento Caso 2.6, che sostanzialmente ricalca il contenuto della lettera c) del comma 2 dell'articolo 2 e si limita a prevedere, attraverso l'introduzione al medesimo comma 2 di una lettera c-bis), che vengano promosse anche campagne di sensibilizzazione sulle discipline STEM rivolte espressamente alle donne e ai giovani del Mezzogiorno, al fine di contribuire a ridurre le differenze di genere e territoriali presenti nel nostro Paese, in linea con gli obiettivi perseguiti, tra l'altro, dal PNRR. In tale quadro, nel rilevare che l'emendamento Caso 2.6, per le ragioni testé esposte, avrebbe forse potuto essere formulato più propriamente nei termini di una modifica alla citata lettera c) del comma 2 dell'articolo 2, anziché come intervento aggiuntivo rispetto alla medesima lettera, nondimeno ribadisce l'assenza, a suo giudizio, di effetti finanziari riconducibili alla sua attuazione.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) dichiara di non comprendere le motivazioni della contrarietà espressa sull'emendamentoPag. 35 Di Biase 2.1000 dalla rappresentante del Governo, che ha richiamato il carattere maggiormente tassativo delle previsioni in esso contenute rispetto a quanto attualmente stabilito dalla lettera i) del comma 2 dell'articolo 2. Rileva infatti che l'obiettivo della proposta emendativa è proprio quello di prevedere l'istituzione di borse di studio per i discenti che decidano di intraprendere percorsi di studio, formazione o ricerca nelle discipline STEM, in linea con disposizioni di analogo tenore previste alla predetta lettera i) del comma 2. Ritiene, da questo punto di vista, che la contrarietà del Governo espressa con riferimento ad una proposta emendativa di carattere tassativo sembrerebbero, piuttosto, denotare la portata meramente programmatica e non vincolante delle disposizioni già contenute nel testo del provvedimento che prevedono l'istituzione di borse di studio. Al riguardo, osserva che, qualora a suscitare le perplessità da parte del Governo fosse il carattere eccessivamente cogente della formulazione recata dall'emendamento Di Biase 2.1000, a maggior ragione dovrebbero allora considerarsi neutrali sotto il profilo finanziario quelle previsioni dell'emendamento Di Biase 2.17, sul quale pure la sottosegretaria Albano ha espresso parere contrario, che configurano azioni e interventi in termini di mera promozione di finalità da perseguire nell'ambito delle iniziative realizzate in occasione della Settimana nazionale delle discipline STEM.

  Marco GRIMALDI (AVS) ritiene discutibile il parere contrario espresso sull'emendamento Piccolotti 1.13, la cui attuazione non appare ad ogni evidenza suscettibile di comportare oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO conferma il parere contrario sull'emendamento Piccolotti 1.13, posto che l'istituzione di un apposito gruppo di lavoro sulla didattica delle discipline STEM prevista da tale proposta emendativa potrebbe richiedere stanziamenti aggiuntivi rispetto a quelli disponibili a legislazione vigente. Ribadisce, altresì, la contrarietà sull'emendamento Caso 2.6 che, pur recando un contenuto affine a quello della lettera c) del comma 2 dell'articolo 2, risulta comunque suscettibile, stante il suo tenore letterale, di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura. Per le medesime ragioni, conferma il parere contrario del Governo sull'emendamento Di Biase 2.1000, dal momento che il carattere tassativo degli impegni ivi prefigurati comporta obiettivamente l'insorgenza di oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica, non quantificati né coperti. Ribadisce, infine, la contrarietà sull'emendamento Di Biase 2.17, dalla cui attuazione deriverebbero nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, non quantificati né coperti.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), pur ringraziando la sottosegretaria Albano per i chiarimenti forniti, ribadisce tuttavia che, a suo giudizio, l'emendamento Caso 2.6 si limita a individuare una particolare platea di soggetti destinatari delle campagne di sensibilizzazione sulle discipline STEM e, come tale, non appare suscettibile di generare costi aggiuntivi a carico della finanza pubblica, rientrando comunque tra le finalità già perseguite dalla proposta di legge.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 14.05.

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 10 ottobre 2023. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Lucia Albano.

  La seduta comincia alle 14.05.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di revisione dello strumento militare.
Atto n. 57.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione – Parere favorevole).

Pag. 36

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato, da ultimo, nella seduta del 27 settembre 2023.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, avverte che sullo schema di decreto in esame è pervenuto il prescritto parere del Consiglio di Stato e che, pertanto, in considerazione di tale circostanza, la Commissione può oggi procedere all'espressione del parere di propria competenza.

  La sottosegretaria Lucia ALBANO deposita agli atti della Commissione una nota predisposta dal Ministero dell'economia e delle finanze (vedi allegato), recante elementi di risposta alle richieste di chiarimento formulate nella seduta dello scorso 20 settembre, nella quale è altresì riportata la proiezione decennale dei risparmi di spesa stimati alla luce delle modifiche apportate alla legislazione vigente dallo schema di decreto in esame.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, in sostituzione del relatore, formula la seguente proposta di parere:

  «La V Commissione (Bilancio, tesoro e programmazione),

   esaminato lo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di revisione dello strumento militare (Atto n. 57);

   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che:

    i risparmi derivanti dalla nuova modulazione delle dotazioni organiche complessive dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare, prevista dal provvedimento in esame, sono quantificati in 562.617.310 euro per l'anno 2024, 604.425.776 euro per l'anno 2025, 612.297.170 euro per l'anno 2026, 589.372.683 euro per l'anno 2027, 609.586.469 euro per l'anno 2028, 645.557.618 euro per l'anno 2029, 686.477.098 euro per l'anno 2030, 714.314.025 euro per l'anno 2031, 749.807.417 euro per l'anno 2032, 802.960.904 euro per l'anno 2033 e 900.403.406 euro a decorrere dall'anno 2034;

    la riduzione dei risparmi rispetto alla legislazione vigente, che prevede una dotazione organica di 150.000 unità nell'anno 2034, assicura comunque il perseguimento delle finalità di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c), della legge n. 244 del 2012, relative al mantenimento in efficienza dello strumento militare e al sostegno delle capacità operative, anche tenendo conto degli oneri imputati a valere sui medesimi risparmi da disposizioni legislative vigenti,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE».

  La sottosegretaria Lucia ALBANO concorda con la proposta di parere.

  La Commissione approva la proposta di parere.

  La seduta termina alle 14.15.

SEDE REFERENTE

  Martedì 10 ottobre 2023. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Lucia Albano.

  La seduta comincia alle 14.15.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2023.
Doc. LVII, n. 1-bis, Annesso e Allegati.
(Esame e conclusione).

  La Commissione inizia l'esame del documento.

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  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, ricorda preliminarmente che nel pomeriggio di ieri e nella mattinata di oggi si è svolta, congiuntamente alla Commissione Bilancio del Senato della Repubblica, l'attività conoscitiva preliminare all'esame della Nota di aggiornamento del DEF 2023 e che l'esame in Assemblea del provvedimento è previsto per domani 11 ottobre, alle ore 9.30.
  Dà, quindi, la parola alla relatrice per l'illustrazione del documento in esame.

  Rebecca FRASSINI (LEGA), relatrice, fa preliminarmente presente che la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2023, in linea con le previsioni dell'articolo 10-bis della legge di contabilità e finanza pubblica, provvede ad aggiornare le previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica e gli obiettivi programmatici individuati, per il periodo 2024-2026, dal Documento di economia e finanza 2023.
  In particolare, la Nota espone un'analisi delle tendenze in corso e delle previsioni per l'economia e la finanza pubblica italiane, sia per quanto riguarda lo scenario a legislazione vigente, sia in relazione alla definizione degli obiettivi programmatici di finanza pubblica per il triennio 2024-2026. Essa, inoltre, descrive i principali ambiti di intervento e gli effetti finanziari attesi dalla legge di bilancio 2024. Unitamente alla NADEF 2023, il Governo ha trasmesso al Parlamento la Relazione con cui si richiede l'autorizzazione parlamentare a ricorrere a un maggiore indebitamento per interventi che saranno meglio specificati nel quadro dell'illustrazione dello scenario programmatico.
  Per quanto attiene al quadro macroeconomico, fa presente che la Nota di aggiornamento, con riguardo al primo semestre del 2023, rileva come l'economia italiana abbia risentito dell'indebolimento del quadro ciclico globale. Dopo l'incremento congiunturale del primo trimestre, pari allo 0,6 per cento del prodotto interno lordo, la NADEF rileva infatti, nel secondo trimestre dell'anno, una contrazione del PIL rispetto al trimestre precedente dello 0,4 per cento.
  Su tale risultato negativo ha inciso l'orientamento restrittivo delle politiche monetarie e l'inflazione ancora elevata, fattori che hanno avuto un impatto anche sulla domanda interna.
  Segnala che la decelerazione del ritmo di crescita del PIL è stata influenzata dal rallentamento del settore dei servizi nel secondo trimestre dell'anno, mentre la fase di espansione della domanda interna si è temporaneamente arrestata, con particolare riguardo ai consumi delle famiglie, che, dopo un incremento dello 0,8 per cento nel primo trimestre, sono risultati stazionari nel secondo trimestre.
  Fa altresì presente che l'andamento degli investimenti ha segnato un andamento positivo nel primo trimestre, con un incremento dello 0,4 per cento, in discesa rispetto all'ultimo trimestre 2022 quando si era registrato un incremento dell'1,2 per cento, per poi contrarsi nel secondo trimestre dell'1,8 per cento, e che nel complesso la spesa per investimenti permane su livelli particolarmente elevati, attestandosi al 21,3 per cento del PIL.
  Per quanto riguarda la domanda estera, osserva che le esportazioni hanno subito un calo in entrambi i trimestri della prima metà del 2023, riflesso dell'indebolimento della domanda mondiale dovuto all'effetto combinato delle politiche monetarie restrittive e dell'elevata inflazione verificatasi negli ultimi due anni, mentre le esportazioni di servizi sono cresciute a ritmi sostenuti, quelle di beni hanno segnato una flessione.
  Dal lato dell'offerta, rileva che la NADEF sottolinea la persistenza di una fase ciclica negativa dell'industria in senso stretto. In particolare, il valore aggiunto legato alla produzione industriale ha subito una pronunciata contrazione nel secondo trimestre dell'anno, pari allo 0,9 per cento. In tale quadro, il settore delle costruzioni, dopo il rilevante incremento nell'ultimo biennio, ha perso in parte la spinta iniziale già nel primo trimestre del 2023 e si è contratto nel secondo trimestre per un valore del 3,2 per cento, mentre il settore dei servizi, dopo l'espansione del primo trimestre 2023, pari a 0,9 per cento, nel secondo trimestre si è lievemente ritratto, risentendo della flessione della domanda privata e dell'elevato livello dei prezzi.Pag. 38
  Evidenzia che, secondo quanto riportato nella NADEF, nel primo trimestre dell'anno l'inflazione al consumo, dal 12,5 per cento del quarto trimestre del 2022, è passata al 9,5 per cento su base annua. Nel secondo trimestre 2023 il tasso dell'inflazione al consumo è invece sceso al 7,8 per cento, accompagnandosi alla contrazione dei prezzi all'importazione e a quella, più contenuta, dei prezzi alla produzione nell'industria, oltre che alla riduzione del prezzo dei beni energetici, in particolare del gas naturale.
  Per quanto concerne l'andamento del credito, la Nota evidenzia come nella prima parte del 2023 i ripetuti aumenti dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea si siano trasmessi al settore privato con un aumento dei tassi praticati a famiglie e imprese, determinando una diminuzione del credito concesso. A giugno 2023 i tassi praticati dagli operatori alle famiglie per l'acquisto di abitazioni si sono attestati al 4,65 per cento, mentre quelli alle società non finanziarie al 5,04 per cento. Parallelamente, i tassi sui depositi hanno registrato un moderato incremento, pari allo 0,76 per cento. In merito alla qualità del credito, rileva che le ultime rilevazioni mostrano un leggero aumento dei crediti in sofferenza in termini assoluti a partire da maggio. In rapporto alle consistenze dei prestiti, l'incidenza delle sofferenze è ancora su livelli storicamente bassi, inferiore all'1,6 per cento per i prestiti alle famiglie e al 2,9 per cento per quelli alle imprese.
  Per quanto riguarda gli scambi con l'estero, osserva che la NADEF evidenzia che l'effetto combinato delle politiche monetarie restrittive e dell'elevata inflazione verificatasi negli ultimi due anni sta frenando la domanda globale. Ne hanno risentito le esportazioni italiane, dopo il forte recupero del biennio 2021-2022. Anche le importazioni sono diminuite, per effetto del rallentamento della domanda interna.
  Fa, inoltre, presente che l'attenuazione delle tensioni sul mercato del gas e la flessione dei prezzi delle materie prime, in confronto al 2022, unitamente al calo dei volumi, hanno dato luogo a un miglioramento del saldo commerciale. Nei primi sette mesi del 2023, la bilancia commerciale dell'Italia ha registrato un surplus di 16,2 miliardi, a fronte del disavanzo di poco più di 15 miliardi nello stesso periodo dello scorso anno. In questo contesto, osserva che appare significativo l'impegno della maggioranza per ridurre la dipendenza energetica del nostro Paese, che ha fatto in modo che la quota importata dalla Russia oramai rappresenti una piccola frazione sul totale delle importazioni di gas, dal momento che nei primi sette mesi dell'anno le importazioni sono scese dai 10,5 miliardi di standard metri cubi del 2022 a 2,3 miliardi di standard metri cubi e la quota sul totale delle importazioni di gas naturale è passata dal 24 al 6 per cento.
  Per quanto riguarda il quadro macroeconomico tendenziale, validato dall'Ufficio parlamentare di bilancio il 21 settembre 2023, sottolinea che la Nota di aggiornamento in esame reca uno scenario aggiornato rispetto a quello programmatico presentato nel DEF dello scorso aprile, alla luce delle recenti tendenze dell'economia italiana che sono risultate più deboli delle attese, condizionate dal deterioramento del quadro ciclico globale.
  Rileva che, dopo il buon andamento del PIL nei primi mesi del 2023, la crescita dell'economia italiana ha fatto registrare, a livello congiunturale, una riduzione del PIL pari a 4 decimi di punto nel secondo trimestre. Il rallentamento in atto è spiegato nella Nota con il deterioramento del quadro internazionale, segnato dalla permanente incertezza causata dalla guerra in Ucraina e da un calo della domanda globale. A livello dell'area euro al rallentamento ha contribuito, poi, l'inasprimento delle condizioni monetarie e finanziarie conseguenti all'alta inflazione, che rappresentano un freno per la domanda aggregata, già indebolita dalla perdita di potere di acquisto dei consumatori avvenuta negli ultimi due anni.
  Osserva, quindi, che le prospettive economiche per l'anno in corso e per il triennio successivo restano fortemente condizionate dagli effetti del rialzo dei tassi di interesse, dall'evoluzione dell'inflazione e degli scambi mondiali. Le informazioni congiunturaliPag. 39 più recenti prefigurano una lieve ripresa dell'attività economica a partire dal terzo trimestre dell'anno, facendo prospettare un graduale recupero della crescita in chiusura d'anno, sostenuta prevalentemente dalla ripresa dell'industria e dai servizi. Le costruzioni sono attese in lieve recupero nella parte finale dell'anno, mentre il settore dei servizi è atteso in crescita a tassi molto moderati.
  Segnala quindi che, nel nuovo scenario tendenziale, la previsione di crescita del PIL reale per il 2023 viene corretta in via prudenziale al ribasso, passando allo 0,8 per cento rispetto all'1 per cento riportato nel quadro programmatico del Documento di economia e finanza di aprile. Per il 2024, anche per via dell'effetto di trascinamento del rallentamento in corso, la revisione è più marcata, con la previsione di crescita del PIL ridotta all'1 per cento rispetto all'1,5 per cento previsto nel DEF, principalmente a causa del deterioramento del quadro internazionale. Con riferimento al biennio successivo, invece, la previsione di crescita resta pari all'1,3 per cento per l'anno 2025, confermando quanto ipotizzato ad aprile nel DEF, mentre è rivista marginalmente al rialzo per il 2026, di 0,1 punti percentuali, raggiungendo l'1,2 per cento. Tale scenario si fonda sull'ipotesi che non vi siano ulteriori difficoltà nell'approvvigionamento di materie prime energetiche.
  Fa presente che la revisione al ribasso della stima di crescita del PIL per il 2023 dipende essenzialmente dall'imprevisto andamento negativo degli ultimi dati congiunturali e dall'incertezza sull'evoluzione del contesto internazionale. Il profilo di crescita prospettato dalla NADEF per l'anno in corso riflette infatti una dinamica dell'attività solo lievemente espansiva negli ultimi due trimestri, grazie ad un moderato recupero dell'industria e dei servizi, che permetterebbe di iniziare il 2024 con una crescita acquisita relativamente bassa, circa 0,3 punti percentuali, visto il minore trascinamento dal 2023. Tuttavia, la ripresa è attesa proseguire nei restanti trimestri, favorita dall'impulso agli investimenti privati fornito dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e dal rientro dell'inflazione – che la NADEF ipotizza scendere con decisione nel quarto trimestre di quest'anno –, fattore che dovrebbe comportare un riassorbimento dell'incertezza di famiglie e imprese sul futuro.
  Rileva che il ridimensionamento della crescita del PIL nel 2024 è essenzialmente imputabile al mutato quadro delle variabili esogene internazionali, sottostanti la previsione. La NADEF, in particolare, evidenzia che la revisione al ribasso è riconducibile, in primo luogo, agli effetti della politica monetaria restrittiva, che si traduce in maggiori costi di finanziamento e in una restrizione delle condizioni di accesso al credito per famiglie e imprese. L'impatto più rilevante della revisione delle esogene sul ridimensionamento della crescita del PIL nel 2024 viene dalla nuova previsione di crescita del commercio mondiale, che incide negativamente per ulteriori 0,4 punti percentuali sulla crescita del PIL rispetto alla previsione di aprile.
  Osserva che i tassi di interesse e i rendimenti attesi risultano più elevati già per l'anno in corso e per il 2024, anno in cui è previsto il loro picco massimo, con un impatto negativo sul PIL di 0,1 punti in più rispetto a quanto prefigurato ad aprile 2023, come conseguenza delle decisioni di politica monetaria della BCE. Per quanto riguarda invece i prezzi energetici, nella NADEF, cumulando gli effetti dei rincari di petrolio e gas, risulta un impatto positivo di 3 decimi di punto per il PIL nel 2023 e di 1 decimo di punto nel 2024 e un impatto negativo cumulato di 4 decimi di punto nel biennio 2025-2026.
  Rappresenta che un apporto favorevole alla crescita del PIL nel 2024 verrà invece dal rallentamento dell'inflazione, che la NADEF prefigura già nell'ultimo trimestre del 2023 e che consentirà un recupero dei consumi delle famiglie e del potere di acquisto.
  La Nota sottolinea, inoltre, che il profilo di crescita prefigurato nel nuovo quadro tendenziale è comunque improntato a un approccio prudenziale, alla luce dei numerosi fattori di incertezza di ordine internazionale e geopolitico che pesano sull'evoluzione del contesto economico italiano. La Pag. 40NADEF fornisce, al riguardo, una valutazione degli effetti sull'economia italiana di quattro scenari di rischio per le variabili esogene della previsione, legati, rispettivamente, al rallentamento del commercio mondiale, a un maggiore apprezzamento dell'euro nei confronti delle altre valute, al perdurare di un clima geopolitico di forte tensione, che potrebbe incidere sul percorso di rientro dell'inflazione e all'ipotesi di una persistenza dell'intonazione restrittiva delle politiche monetarie, con un allargamento del differenziale fra i titoli di Stato italiani e il Bund tedesco, che porterebbe ad un inasprimento delle condizioni di finanziamento di famiglie e imprese e al graduale deterioramento dei loro bilanci.
  Pur in presenza di tali fattori di criticità, osserva che viene comunque confermato, anche su base tendenziale, un andamento sostanzialmente positivo dell'economia italiana, suscettibile di essere rafforzato con le misure che potranno essere adottate a seguito della rideterminazione dei livelli di indebitamento prospettata nella Relazione annessa alla Nota di aggiornamento.
  Per quanto riguarda il mercato del lavoro, la Nota evidenzia che, principalmente in virtù del risultato acquisito nei primi sei mesi del 2023, la crescita annuale degli occupati risulterà pari all'1,4 per cento, collocandosi a livelli tra i più alti raggiunti nell'ambito della serie storica. La crescita del numero di occupati proseguirà anche nel triennio successivo, anche se a tassi inferiori rispetto al recente passato, arrivando a circa 24 milioni nel 2026. Contestualmente a un aumento dell'offerta di lavoro, nel 2023 il tasso di disoccupazione si attesta in media al 7,6 per cento, per poi diminuire progressivamente nel triennio successivo sino ad arrivare al 7,2 per cento nel 2026. Per il 2023 la produttività del lavoro misurata in rapporto al PIL diminuisce dello 0,5 per cento, per poi tornare a salire a partire dal 2024 e restare lievemente positiva lungo tutto l'arco temporale considerato.
  Per quanto riguarda i dati di finanza pubblica, segnala che le previsioni tendenziali della NADEF, pur segnando un peggioramento rispetto alle previsioni del DEF, indicano un percorso di costante miglioramento dell'indebitamento netto in rapporto al PIL per ciascuno degli esercizi considerati. Infatti, secondo la NADEF le previsioni a legislazione vigente vedranno un miglioramento del rapporto indebitamento netto/PIL che, partendo dall'8 per cento del consuntivo 2022, si ridurrà progressivamente passando dal 5,2 per cento dell'anno in corso al 3,6 per cento del 2024, al 3,4 per cento del 2025 e, infine, al 3,1 per cento del 2026, al termine del periodo previsionale. In particolare, per l'anno 2023 la revisione della stima tendenziale dell'indebitamento, che si incrementa di 0,7 punti percentuali rispetto alla stima del DEF, è essenzialmente riconducibile alle nuove valutazioni sui costi dei bonus edilizi derivanti dal monitoraggio degli effetti di tali misure, in quanto in assenza di tali revisioni l'obiettivo programmatico previsto per l'anno 2023 sarebbe stato più che raggiunto.
  Osserva che l'andamento tendenziale stimato dalla NADEF riflette un costante miglioramento del saldo primario, tale da compensare il peggioramento della spesa per interessi. Infatti, nel quadriennio, il saldo primario partendo da un iniziale valore negativo nel 2023, pari all'1,4 per cento, torna a valori positivi e crescenti, raggiungendo lo 0,6 per cento nel 2024, lo 0,9 per cento nel 2025 e l'1,4 per cento nel 2026.
  La spesa per interessi, invece, si incrementa progressivamente, sia in valori assoluti sia in rapporto al PIL, facendo registrare un passaggio dal 3,8 per cento nell'anno in corso, al 4,2 per cento nel 2024, al 4,3 per cento nel 2025 per attestarsi, infine, al 4,6 per cento nell'ultimo anno del quadriennio previsionale.
  Fa quindi presente che i dati di consuntivo per il 2022 evidenziano entrate finali delle amministrazioni pubbliche pari a circa 935 miliardi di euro, in aumento di circa 8 punti percentuali rispetto all'anno precedente, corrispondenti a circa 72 miliardi in valore assoluto, con un'incidenza sul PIL pari al 48 per cento.
  Per quanto attiene alle previsioni per gli anni 2023-2026, la Nota evidenzia, in valorePag. 41 assoluto, un andamento crescente del gettito complessivo. Nel 2023 le entrate finali delle amministrazioni pubbliche risultano pari a circa 981 miliardi, in crescita di circa il 4,9 per cento rispetto all'anno precedente, circa 46 miliardi in valore assoluto, con un'incidenza sul PIL pari al 47,8 per cento. Con riferimento al valore delle entrate in rapporto al PIL, l'andamento delle entrate finali risulta, invece, decrescente: dal 47,8 per cento nel 2023 al 46,3 per cento nel 2026.
  Osserva che l'andamento positivo è sostenuto prevalentemente dalle imposte indirette che sono previste in aumento di circa il 4,9 per cento nel 2023 e del 4,8 per cento nel 2024, mentre l'incremento risulta più contenuto nel biennio 2025-2026, rispettivamente, del 2,5 per cento e del 2,6 per cento. Le imposte dirette registrano, invece, una contrazione nel 2024 di circa 1,2 punti percentuali rispetto al 2023, circa 4 miliardi in valore assoluto. Negli anni successivi dovrebbero tornare ad aumentare, con un incremento di circa il 2,7 per cento nel 2025, 8 miliardi in valore assoluto, e del 2,8 per cento nel 2026, 8,6 miliardi in valore assoluto.
  Sul fronte della spesa, fa presente che i dati di consuntivo per l'anno 2022 indicano un incremento delle spese finali di 65,5 miliardi rispetto al valore del 2021, pari a 1.026 miliardi. In particolare, la spesa primaria è cresciuta di circa 46,3 miliardi nel 2022, attestandosi a 1.008,6 miliardi di euro. Per quanto attiene al periodo di previsione 2023-2026, la spesa primaria si attesta a 1.009,1 miliardi nel 2023 e si contrae fino a 989,6 miliardi nel 2024 per poi crescere leggermente nel 2025 e nel 2026 fino a raggiungere l'importo di 1.020 miliardi. L'incidenza sul PIL mostra invece una riduzione in tutto il periodo di previsione, passando dal 49,2 per cento del 2023 al 44,9 per cento del 2026.
  Con riferimento alla spesa corrente primaria, si osserva un andamento crescente dell'aggregato in valore assoluto, che si attesta nel 2023, in termini nominali, ad un livello di circa 880 miliardi. Nel triennio successivo l'aggregato è previsto in crescita per arrivare nel 2026 a circa 917,2 miliardi. In termini di incidenza sul PIL, si registra una dinamica decrescente per tutto il periodo previsionale, con valori che passano dal 42,9 per cento del 2023 al 40,3 per cento del 2026.
  In dettaglio, l'aggregato relativo alla spesa per redditi da lavoro dipendente nel quadriennio 2023-2026 si assesta in termini assoluti in 188.709 milioni nel 2023, 186.651 milioni nel 2024, 188.604 milioni nel 2025 e 188.373 milioni nel 2026. L'aggregato aumenta rispetto all'anno precedente dello 0,8 per cento nel 2023, si riduce dell'1,1 per cento nel 2024, aumenta dell'1,0 per cento nel 2025 per diminuire dello 0,1 per cento nel 2026.
  Osserva che la spesa per consumi intermedi, in valore assoluto, registra i seguenti valori: 170.871 milioni nel 2023, 171.025 milioni nel 2024, 173.182 milioni nel 2025 e 172.731 milioni nel 2026. Nel 2023 mostra una crescita pari al 2,1 per cento rispetto al valore del 2022, dello 0,1 per cento nel 2024 rispetto all'esercizio precedente, dell'1,3 per cento nel 2025 rispetto al 2024 e una riduzione dello 0,3 per cento nel 2026 rispetto all'anno precedente.
  Evidenzia che la spesa per prestazioni sociali passa da circa 406,9 miliardi del 2022 a circa 424,0 miliardi del 2023, a 448,8 miliardi nel 2024, a 459,4 nel 2025 e a 471,7 nel 2026. La previsione stima un incremento su base annua del 4,2 per cento nel 2023. Negli anni seguenti è previsto un ulteriore incremento pari al 5,9 per cento nel 2024, al 2,4 per cento nel 2025 e al 2,7 per cento nel 2026.
  Segnala che la spesa pensionistica è pari a 317,4 miliardi del 2023, a 340,6 miliardi nel 2024, a 350,2 miliardi nel 2025 e a 361,2 miliardi nel 2026. Tale spesa registra un incremento, su base annua, del 6,8 per cento nel 2023 e del 7,3 per cento nel 2024 principalmente in ragione dell'indicizzazione delle pensioni al tasso di inflazione. Infatti, a fronte del rallentamento della crescita dei prezzi a partire dal 2024, il tasso di crescita delle prestazioni pensionistiche rispetto all'anno precedente si riduce sensibilmente fino al 2,8 per cento nel 2025 e al 3,1 per cento nel 2026.Pag. 42
  Con riferimento alla dinamica della spesa sanitaria, rileva che la NADEF stima una spesa per il 2023 pari a circa 134,7 miliardi, che si riduce nel 2024 dell'1,3 per cento, attestandosi a 132,9 miliardi in conseguenza di una riduzione dei costi del personale e alla definitiva cessazione di quelli legati alla struttura commissariale per l'emergenza COVID-19. Essa risale nel biennio successivo, attestandosi a 136,7 miliardi nel 2025 e a 139,0 miliardi nel 2026, con un tasso di crescita rispetto all'anno precedente pari, rispettivamente, al 2,8 per centro e all'1,7 per cento. Considerando il valore della spesa sanitaria in rapporto al PIL, dopo un valore del 6,6 per cento nell'anno in corso, nei prossimi anni si conferma l'andamento previsto nei precedenti documenti di programmazione, a partire dalla NADEF 2022 approvata dal Governo Draghi.
  Per quanto concerne la spesa in conto capitale, fa presente che quest'ultima nel quadriennio 2023-2026 è stimata, in termini assoluti, in 129.027 milioni nel 2023, 94.571 milioni nel 2024, 106.335 milioni nel 2025 e 102.830 milioni nel 2026. L'incidenza sul PIL di tale aggregato risulta pari al 6,3 per cento nel 2023, si riduce al 4,4 per cento nel 2024 per poi risalire al 4,8 per cento nel 2025 e diminuire nuovamente al 4,5 per cento nel 2026.
  In tale quadro, la NADEF evidenzia che i contributi agli investimenti scontano anche il maggiore impatto finanziario dei bonus edilizi scaturente dai dati di monitoraggio più recenti. In linea con i nuovi criteri contabili adottati dall'ISTAT a marzo, in accordo con Eurostat, il maggiore costo emerso è registrato all'interno di questa voce di spesa nel 2023 per l'intero importo, determinando un incremento di circa 24 miliardi. Inoltre, per il biennio successivo viene effettuata una riclassificazione dei crediti d'imposta connessi al superbonus, da crediti pagabili a non pagabili.
  Osserva che, considerando i dati di consuntivo, la spesa per interessi nel 2022 risulta pari a 82,9 miliardi di euro, con una variazione in aumento, rispetto al dato del 2021, di circa 19 miliardi. In termini di PIL la spesa si colloca, nel 2022, al 4,3 per cento, rispetto al 3,5 per cento del 2021. Per quanto attiene alle previsioni per gli anni 2023-2026, la spesa per interessi è prevista in diminuzione nel 2023 sia in valore assoluto, risultando pari a 78,4 miliardi di euro, sia in termini di incidenza rispetto al PIL, attestandosi ad un valore pari al 3,8 per cento. Negli anni 2024-2026 si registrano invece progressivi aumenti: la spesa risulta pari, infatti, a circa 89 miliardi di euro nel 2024 per arrivare a circa 103,6 miliardi nel 2026, con un'incidenza rispetto al PIL che passa dal 4,2 per cento nel 2024 al 4,6 per cento nel 2026. La NADEF evidenzia che tali aumenti progressivi sono dovuti all'incremento del costo del debito sulle nuove emissioni che risente del rialzo dei tassi di riferimento operato dalla Banca centrale europea. La componente di spesa legata ai titoli indicizzati all'inflazione continuerà a ridursi, invece, per effetto del calo dell'inflazione.
  Fa altresì presente che la NADEF 2023 aggiorna il quadro programmatico di finanza pubblica per il periodo 2024-2026, tenendo conto degli effetti della Relazione annessa al medesimo documento di programmazione con la quale il Governo ha richiesto l'autorizzazione parlamentare a ricorrere a un maggiore indebitamento. Nella Relazione il Governo evidenzia, in particolare, l'esigenza di adottare misure urgenti con cui contrastare il rallentamento del quadro macroeconomico registrato negli ultimi mesi, il deterioramento delle prospettive di crescita a livello globale e una dinamica dei prezzi ancora sostenuta, che incidono sensibilmente sul potere di acquisto delle famiglie e sulla competitività delle imprese. In particolare, il Governo richiama la necessità di consolidare la crescita, soprattutto nel corso del prossimo anno, con provvedimenti, quali quello di riduzione del cuneo fiscale a carico dei lavoratori, che garantiscano la tutela del potere d'acquisto delle famiglie e continuino ad accompagnare il processo di riduzione dell'inflazione, sottolineando altresì l'importanza di iniziare a dare concreta attuazione ai contenuti previsti dalla delega fiscale per avviarsi su un percorso che, nel corso dei prossimi anni, trasformi Pag. 43il sistema tributario in un fattore di crescita.
  Nel complesso, come evidenziato nelle premesse della NADEF, osserva che la strategia dell'Esecutivo si base essenzialmente sull'individuazione di un punto di equilibrio tra sostegno alla crescita, agli investimenti e al potere di acquisto delle famiglie italiane, da un lato, e disciplina di bilancio e riduzione del rapporto tra debito e PIL, dall'altro. In questo quadro, assume un ruolo essenziale per garantire la sostenibilità del sistema socioeconomico e della finanza pubblica la crescita economica, che dovrà essere perseguita non solo mediante la realizzazione del PNRR e del suo nuovo capitolo REPowerEU, ma anche mediante l'acquisizione di partecipazioni strategiche in settori chiave per la modernizzazione e la digitalizzazione dell'economia e il sostegno all'innovazione e alla ricerca scientifica e applicata.
  Alla luce di tali priorità, con la Relazione si rivedono, quindi, gli obiettivi programmatici di indebitamento netto della pubblica amministrazione, pur continuando a mantenersi un percorso che conduce il deficit ad un livello inferiore al 3 per cento nel 2026, al termine dell'orizzonte di previsione.
  Segnala che il profilo programmatico degli obiettivi di finanza pubblica definito con il DEF dello scorso aprile prevedeva, infatti, un indebitamento netto pari al 4,5 per cento nel 2023, al 3,7 per cento nel 2024, al 3 per cento nel 2025 e al 2,5 per cento nel 2026, mentre la Relazione al Parlamento chiede l'autorizzazione alla revisione degli obiettivi programmatici di indebitamento netto previsti nel DEF 2023, per un importo pari, in termini percentuali di PIL, a 0,8 per cento nel 2023, 0,6 per cento nel 2024 e nel 2025 e 0,4 per cento nel 2026.
  Rileva che il nuovo livello programmatico di indebitamento netto in rapporto al PIL è conseguentemente pari al 5,3 per cento nel 2023, al 4,3 per cento nel 2024, al 3,6 per cento nel 2025 e al 2,9 per cento nel 2026, a fronte di un andamento tendenziale del rapporto deficit/PIL stimato dalla stessa NADEF al 5,2 per cento nel 2023, al 3,6 per cento nel 2024, al 3,4 per cento nel 2025 e al 3,1 per cento nel 2026.
  Avverte che ai nuovi obiettivi programmatici di indebitamento netto in rapporto al PIL corrisponde una progressiva riduzione dell'indebitamento netto strutturale, che passa dal 5,9 per cento nel 2023, al 4,8 per cento nel 2024, al 4,3 per cento nel 2025 e al 3,5 per cento nel 2026.
  Evidenzia che, per consentire il perfezionamento delle regolazioni contabili del bilancio dello Stato connesse al maggior tiraggio delle agevolazioni fiscali per i bonus edilizi, già scontato nell'aggiornamento dei tendenziali di finanza pubblica nella Relazione al Parlamento il Governo chiede, altresì, l'autorizzazione a incrementare, per il solo anno 2023, il livello del saldo netto da finanziare, di competenza e di cassa, per ulteriori 15 miliardi di euro.
  Segnala che, per effetto della richiesta di autorizzazione al ricorso a maggiore indebitamento, gli spazi finanziari disponibili, quale differenza tra gli andamenti tendenziali e programmatici aggiornati, sono pari a 3,2 miliardi di euro nel 2023, 15,7 miliardi nel 2024 e 4,6 miliardi nel 2025, mentre nel 2026 il saldo obiettivo implica una correzione di 3,8 miliardi di euro rispetto all'indebitamento netto tendenziale.
  La Relazione precisa che le maggiori risorse disponibili per il 2023 saranno destinate, attraverso un provvedimento d'urgenza, al conguaglio anticipato dell'adeguamento ISTAT per i trattamenti pensionistici previsto per il 2024, a misure per il personale delle pubbliche amministrazioni e alla gestione dei flussi migratori.
  Le maggiori risorse disponibili per il 2024 e il 2025 saranno, invece, utilizzate, nell'ambito del prossimo disegno di legge di bilancio, per prorogare il taglio al cuneo fiscale sul lavoro anche per il 2024, attuare la prima fase della riforma fiscale, avviata con l'approvazione della delega contenuta nella legge n. 111 del 2023, introdurre misure di sostegno alle famiglie e alla genitorialità e proseguire nei rinnovi contrattuali del pubblico impiego, con particolare riferimento al settore della sanità. Le risorse saranno altresì finalizzate a potenziare gli investimenti pubblici, con priorità Pag. 44per quelli previsti nell'ambito del PNRR e a finanziare le politiche invariate.
  Con particolare riferimento alla riforma fiscale, la premessa della NADEF evidenzia che la legge di bilancio finanzierà l'attuazione della prima fase della riforma stessa, con il passaggio a tre aliquote dell'IRPEF e il mantenimento della flat tax per partite IVA e professionisti con ricavi o compensi inferiori a 85.000 euro, con misure che determineranno una riduzione della pressione fiscale sulle famiglie.
  Osserva che, nel complesso, la correzione apportata sulla base della Relazione produce effetti moderatamente espansivi rispetto al quadro macroeconomico tendenziale, con un impatto positivo sulla crescita del prodotto interno lordo quantificabile in 0,2 punti percentuali nel 2024 e in 0,1 punti percentuali nel 2025. Conseguentemente, le previsioni programmatiche di crescita del PIL reale sono pari all'1,2 per cento nell'anno 2024 e all'1,4 per cento nell'anno 2025. Le misure di consolidamento previste per il 2026 comportano invece una previsione programmatica di crescita del prodotto interno lordo pari all'1 per cento, con una riduzione dello 0,2 per cento rispetto al dato tendenziale.
  In questo contesto, rileva che l'obiettivo programmatico riferito al rapporto tra debito e PIL è pari al 140,2 per cento nel 2023, al 140,1 per cento nel 2024, al 139,9 per cento nel 2025 e al 139,6 per cento nel 2026, a fronte di un quadro tendenziale della NADEF che ne prevedeva la sostanziale stabilità. La NADEF segnala inoltre che la dinamica soltanto lievemente decrescente del rapporto debito/PIL programmatico tiene conto di una serie di fattori che verosimilmente esercitano una spinta al rialzo di tale rapporto, tra cui le prolungate incertezze nel contesto internazionale, il tasso di inflazione in discesa che attenuerà la spinta al PIL nominale, il recepimento dei maggiori tassi di rendimento – derivanti dalla politica monetaria restrittiva – e il flusso dei crediti di imposta relativi agli incentivi per bonus edilizi utilizzati in compensazione. Per mitigare tali fattori negativi, nell'ambito dello scenario programmatico si prevedono proventi da dismissioni pari ad almeno l'1 per cento del prodotto interno lordo nel triennio 2024-2026.
  Fa presente che anche nello scenario programmatico il saldo primario registra un progressivo miglioramento, in misura minore rispetto alle previsioni tendenziali nel triennio 2023-2025 e in misura più elevata nell'anno 2026. In particolare, si fissa un obiettivo di disavanzo primario pari all'1,5 per cento nel 2023 e allo 0,2 per cento nel 2024, mentre a partire dal 2025 si registrerebbe un avanzo primario, che sarebbe pari allo 0,7 per cento nel 2025 e all'1,6 per cento per il 2026.
  Rileva che, a completamento della manovra di bilancio per il prossimo triennio, il Governo indica trentadue provvedimenti collegati alla decisione di bilancio, dei quali cinque corrispondono a provvedimenti già all'esame delle Camere. Si tratta, in particolare, dei disegni di legge che recano interventi a sostegno della competitività dei capitati (S. 674), misure organiche per la promozione e la valorizzazione del made in Italy (C. 1341), delega al Governo in materia di revisione del sistema degli incentivi alle imprese (C. 1406), disciplina della professione di guida turistica (S. 833) e disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata di cui all'articolo 116, terzo comma, della Costituzione (S. 615).
  Fa presente che, alla luce di tale quadro programmatico, la Nota indica, in attuazione dell'articolo 10-bis, comma 1, lettera b), della legge di contabilità e finanza pubblica gli obiettivi di saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato in termini di competenza e in termini di cassa: il primo saldo è determinato nel limite massimo di 202,5 miliardi di euro nel 2024, 168 miliardi di euro nel 2025 e 134 miliardi di euro nel 2026, mentre quello in termini di cassa è determinato nel limite massimo di 252 miliardi di euro nel 2024, 212 miliardi di euro nel 2025 e 179 miliardi di euro nel 2026.
  Rileva quindi che la NADEF dà conto, nella sua sezione finale, delle tre Raccomandazioni specifiche dell'11 luglio 2023, rivolte all'Italia dal Consiglio dell'Unione europea nell'ambito delle procedure del Pag. 45Semestre europeo, illustrando le iniziative politiche, normative e amministrative finora intraprese dal Governo al fine di adempiere alle suddette Raccomandazioni.
  Ricorda sinteticamente che la Raccomandazione n. 1 si articola in una pluralità di raccomandazioni riferite alla finanza pubblica e al processo di revisione della spesa, all'adozione di politiche di bilancio prudenti, alla salvaguardia degli investimenti pubblici finanziati a livello nazionale e all'assorbimento efficace delle sovvenzioni del Dispositivo di ripresa e resilienza e di altri fondi dell'Unione europea, al conseguimento di una posizione di bilancio prudente a medio termine e a diversi obiettivi di politica fiscale, anche in relazione all'attuazione della legge delega di riforma fiscale.
  Rammenta quindi che la Raccomandazione n. 2 ha invitato l'Italia a garantire una governance efficace e un rafforzamento della capacità amministrativa, in particolare a livello subnazionale, al fine di attuare rapidamente il PNRR, a perfezionare celermente il capitolo dedicato al piano REPowerEU e a procedere alla rapida attuazione dei programmi della politica di coesione per il periodo 2021-2027, in stretta complementarietà e sinergia con il PNRR.
  Ricorda, infine, che la Raccomandazione n. 3 invita l'Italia a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, adottando misure volte a promuovere la sostenibilità ambientale, al fine di accelerare la produzione di energie rinnovabili aggiuntive, accrescere la capacità di trasporto interno del gas, aumentare l'efficienza energetica nei settori residenziale e produttivo, promuovere la mobilità sostenibile e intensificare le iniziative a favore dell'offerta e dell'acquisizione delle abilità e competenze necessarie per la transizione verde.
  Avviandosi dunque alla conclusione, ricorda ancora che alla Nota di aggiornamento risultano allegati, secondo quanto prescritto dalla legge di contabilità, le relazioni sulle spese di investimento e sulle relative leggi pluriennali, il rapporto programmatico recante gli interventi in materia di spese fiscali, il rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto all'evasione fiscale e contributiva nell'anno 2023 e la relazione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva nell'anno 2023.
  Per maggiori dettagli sul contenuto del documento in esame, rinvia comunque al dossier predisposto dai Servizi di documentazione della Camera e del Senato.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), richiamando gli spunti emersi nel corso delle audizioni, evidenzia con preoccupazione la situazione economica del Paese, che rischia la stagnazione. Rileva che mentre nella Nota è prevista sul piano programmatico una crescita del PIL pari all'1,2 per cento nel 2024, tutti gli istituti di previsione prevedono una crescita decisamente inferiore, compresa tra lo 0,4 e lo 0,9 per cento.
  Nel ricordare che anche il presidente del CNEL ha affermato di augurarsi che il rapporto tra debito e PIL non peggiori rispetto alle previsioni, dichiarando sostanzialmente di non riporre fiducia sulle capacità di previsione dell'andamento del prodotto interno lordo da parte degli economisti, rileva che il costo del debito è con ogni probabilità destinato a crescere, considerato l'incremento dei tassi di interesse, dovuto, da un lato, alle politiche monetarie restrittive della Banca centrale europea e, dall'altro, agli stentati livelli di crescita dell'economia italiana che minano la credibilità del Paese. Evidenzia, altresì, che il taglio del cuneo fiscale che il Governo intende finanziare anche attraverso le risorse derivanti dallo scostamento di bilancio avrà effetti minimi in termini di incremento del reddito dei lavoratori, a fronte dell'impiego di ingenti risorse pubbliche tramite il ricorso all'indebitamento, considerato che si tratta di una misura che conferma il livello di contribuzione previsto per l'anno in corso.
  Chiede, inoltre, cosa intenda fare il Governo dei circa venti miliardi di euro di crediti d'imposta incagliati legati al superbonus, su cui pende la decisione di Eurostat relativa alle modalità di contabilizzazione dei crediti stessi. Nel criticare infine il taglio di circa 2 miliardi di euro alla spesa sanitaria nel 2024, preannunzia il voto contrario del gruppo MoVimento 5 Pag. 46Stelle sul conferimento del mandato alla relatrice a riferire favorevolmente in Assemblea sul documento in esame.

  Marco GRIMALDI (AVS) rileva come in un quadro economico incerto la NADEF 2023, alla stregua del DEF 2023, risulti debole e rinunciataria, limitandosi a fissare soltanto gli obiettivi programmatici senza entrare nel dettaglio delle politiche.
  Osserva che le stime previsionali della NADEF 2023, destinate a tracciare il perimetro e gli ambiti di intervento della manovra finanziaria per l'anno 2024, trasmettono un messaggio politico ed economico abbastanza stringente ed inconfutabile, ovvero quello di una manovra economica ristretta nella sua reale dimensione e all'insegna dell'austerità ma, soprattutto, inefficace da un punto di vista macroeconomico. Ritiene che l'elemento di maggiore criticità da questo punto di vista, sia rappresentato dalla previsione di minori entrate tributarie in rapporto al PIL, che non consentiranno di finanziare la promessa revisione dell'IRAP. Ritiene, poi, che la riduzione del cuneo fiscale rappresenti una misura parziale per porre rimedio alla tassa occulta dell'inflazione, osservando che, a suo avviso, tale riduzione dovrebbe essere resa strutturale e dovrebbe trovare più congrua collocazione nell'ambito di una più ampia e duratura politica fiscale sui redditi da lavoro.
  Rileva che in tale scenario macroeconomico la tempestiva ed efficace realizzazione dei progetti e degli interventi previsti dal PNRR rappresenta, ad oggi, la sola misura anticiclica su cui può fare affidamento l'economia italiana, rimarcando che in passato alcuni esponenti della maggioranza avevano addirittura ipotizzato di rinunciare ad utilizzare tutte le risorse messe a disposizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Preannunzia il voto contrario del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra sul conferimento del mandato alla relatrice a riferire favorevolmente in Assemblea sul documento in esame.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), nell'osservare che i rappresentanti del proprio gruppo hanno avuto modo di illustrare le criticità presenti nella Nota di aggiornamento già nel corso delle audizioni svolte nella giornata di ieri e di oggi, chiede alla relatrice e alla rappresentante del Governo se possano chiarire per quale ragione nella premessa alla NADEF, ripresa poi da alcuni soggetti intervenuti nel corse delle audizioni svolte, si afferma che il prossimo disegno di legge di bilancio finanzierà la misura del mantenimento della flat tax per partite IVA e professionisti con ricavi ovvero compensi inferiori a 85 mila euro, quando tale misura è già stata prevista in via permanente nella legge di bilancio 2023.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), nel sottolineare che nel corso della propria audizione il Ministro Giorgetti ha risposto puntualmente ai dubbi sollevati da più parti sugli indirizzi di politica economica del Governo, critica quanti affermano che vi sia un ritorno alle politiche di austerità. Osserva, infatti, che nell'attuale quadro economico, caratterizzato da diversi fattori di difficoltà tra i quali in particolare ricorda l'incremento dei tassi di interesse per effetto delle decisioni delle banche centrali, il Governo ha operato una scelta prudenziale e, al contempo, pragmatica con l'indicazione di un insieme di obiettivi prioritari che potranno essere progressivamente conseguiti nel corso dell'intera legislatura.
  Richiama in particolare due questioni, auspicando che non siano utilizzate dagli esponenti dei gruppi di opposizione per opporsi alla richiesta di autorizzazione allo scostamento di bilancio presentata al Parlamento.
  In primo luogo, con riferimento al taglio del cuneo fiscale, si dichiara sorpresa del fatto che le opposizioni non riconoscano che l'Esecutivo in carica è il primo Governo che dimostra l'effettivo intendimento di procedere a una consistente riduzione degli oneri gravanti sui redditi da lavoro.
  In secondo luogo, riguardo alla spesa sanitaria, fa notare che il Ministro Giorgetti, nel corso dell'audizione tenutasi nella mattinata odierna, ha affermato che il finanziamento del settore sanitario per l'anno 2024 sarà definito puntualmente nel disegno di legge di bilancio 2024, mentre la Pag. 47NADEF si limita a riportare l'andamento tendenziale della spesa nel settore. Giudica importante, a tale riguardo, la rassicurazione fornita dal Ministro dell'economia e delle finanze, che ha precisato che il Governo intende riportare la percentuale di spesa sanitaria in rapporto al PIL ai livelli del periodo precedente alla pandemia da COVID-19.
  Nel richiamare tutti i colleghi all'esigenza di affrontare i temi concernenti la finanza pubblica con senso di responsabilità, evidenzia che lo stesso Ufficio parlamentare di bilancio ha riconosciuto la solidità di base del sistema economico del Paese. In questo quadro, sottolinea che, nonostante le critiche rivolte dall'opposizione alle scelte compiute dal Ministro Fitto in ordine alla revisione della governance del PNRR e alla sua attuazione, si sta dimostrando una grande affidabilità nell'esecuzione del Piano, testimoniata anche dal recente pagamento della terza rata delle risorse spettanti al nostro Paese.
  Nel rilevare che la NADEF rappresenta una prova di responsabilità del Governo nel difficile contesto internazionale, preannunzia il voto favorevole del gruppo Fratelli d'Italia sul conferimento del mandato alla relatrice a riferire favorevolmente in Assemblea sul documento in esame.

  Leonardo DONNO (M5S), nel premettere che si è deciso a intervenire per replicare ad alcune affermazioni della deputata Lucaselli, ricorda in primo luogo che, tralasciando gli interventi normativi più risalenti, già il secondo Governo Conte e il Governo Draghi avevano approvato provvedimenti di riduzione del cuneo fiscale e, pertanto, è quantomeno impreciso sostenere che il Governo Meloni sia il primo Esecutivo a provvedere in tal senso.
  Pur ritenendo condivisibile tale misura, sottolinea che l'effetto positivo sui redditi da lavoro sarà in larga parte compensato dall'incremento del tasso di inflazione e dalla mancanza di efficaci sussidi sociali. Ritiene, infatti, che il bonus di 80 euro per l'acquisto di carburanti a favore dei titolari della social card sia una misura di portata estremamente limitata rispetto all'incremento del prezzo di tali beni e sarà riconosciuto soltanto a una fascia ristretta delle famiglie più povere, mentre non si è provveduto a una riduzione delle accise sui carburanti. Rileva, peraltro, che la stessa social card rappresenti uno strumento del tutto inefficace, che presenta gravi difetti di progettazione ed esclude numerosi soggetti vulnerabili dal perimetro dei beneficiari dei pur esigui sussidi riconosciuti.
  Osserva come il Governo, nel suo secondo anno di attività, pur affermando di ispirarsi nella propria azione al senso di responsabilità, attui in realtà una politica di austerità che ricorda quella perseguita dal Governo Monti e che si tradurrà in una legge di bilancio che non affronterà in modo efficace le sfide poste dall'attuale congiuntura economica.
  Ricorda che ben altra ispirazione caratterizzava gli Esecutivi presieduti da Giuseppe Conte, che, assumendosi le gravi responsabilità derivanti dalla gestione degli effetti della pandemia da COVID-19, ha promosso incisivi interventi volti a rilanciare l'economia del Paese, che hanno portato a una crescita cumulata del prodotto interno lordo negli anni 2021 e 2022 pari a 12 punti percentuali. Ora, invece, mentre l'economia mostra preoccupanti segnali di rallentamento, il Governo riduce la spesa per investimenti e adotta misure che rischiano di aggravare la crisi in atto. A tal proposito, richiama in particolare le misure relative al superbonus edilizio che, di fatto, hanno bloccato l'attività del settore edile. Giudica, inoltre, con estrema preoccupazione i tagli alla spesa sanitaria, la cui incidenza sul prodotto interno lordo è scesa quest'anno al 6,6 per cento, rilevando altresì come a seguito della riforma del reddito di cittadinanza non siano ancora stati avviati gli attesi corsi di formazione dei soggetti occupabili.
  Alla luce di queste premesse, afferma di essere rimasto sconcertato dall'atteggiamento tenuto durante l'audizione svolta nella mattinata dal Ministro Giorgetti, che, pur in un contesto così grave per l'economia e la finanza pubblica, rideva.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, replica al deputato Donno che non vi sono ragioni per muoverePag. 48 appunti al comportamento tenuto nel corso della sua audizione dal Ministro Giorgetti, che, a suo avviso, è stato ineccepibile.

  Paolo TRANCASSINI (FDI) con riferimento a quanto osservato dal deputato Donno, ricorda l'alto senso di responsabilità che ha caratterizzato il proprio gruppo nel corso della scorsa legislatura, quando approvò le richieste di autorizzazione allo scostamento in un contesto caratterizzato da provvedimenti restrittivi di contrasto alla pandemia che non hanno trovato riscontro negli altri Paesi del mondo.
  Osserva, peraltro, che i grandi successi che sarebbero stati ottenuti dal MoVimento 5 Stelle evidentemente non sono stati riconosciuti dai cittadini, che con il voto hanno espresso orientamenti profondamente diversi. In particolare, con riferimento alle misure adottate dai governi Conte, giudica irresponsabile aver ingenerato la diffusa convinzione che, grazie al superbonus, sarebbe stato possibile ristrutturare le abitazioni gratuitamente, mentre ora tutti i cittadini sono chiamati a pagare il conto dei crediti di imposta riconosciuti.
  Da ultimo, prende atto delle capacità divinatorie del collega Donno, che si dice certo dell'assenza di risposte adeguate nella prossima legge di bilancio, che non è stata ancora approvata dal Consiglio dei ministri.

  Rebecca FRASSINI (LEGA), relatrice, nel rilevare preliminarmente che il collega Donno avrebbe potuto cogliere l'occasione delle audizioni svolte per un approfondimento e un confronto sui temi affrontati dalla NADEF, anziché limitarsi a esprimere valutazioni critiche sulle scelte del Governo, si sofferma, in primo luogo sulle osservazioni emerse dal dibattito con riferimento alla riduzione del cuneo fiscale. Al riguardo, riconosce che il percorso di diminuzione del carico fiscale sui redditi da lavoro è stato avviato da precedenti Esecutivi, ma rileva che l'entità delle risorse destinate alla misura dal Governo Draghi, pari a circa 3 miliardi di euro, è molto inferiore a quelle stanziate dal Governo Meloni, che ha fatto della misura un perno della propria azione. Osserva, del resto, che le previsioni della prossima legge di bilancio potranno essere rafforzate nel corso dei prossimi anni con ulteriori interventi.
  Per quanto riguarda la spesa sanitaria, rinvia all'intervento svolto nella sua audizione odierna dal Ministro Giorgetti, che ha evidenziato come la diminuzione di circa 2 miliardi di euro della spesa prevista per l'anno 2024 rifletta l'andamento tendenziale di tale spesa, rispetto alla quale il Governo intende intervenire con la prossima legge di bilancio, nella quale tra l'altro saranno stanziate le risorse per il rinnovo del contratto del personale del servizio sanitario, in modo da riportare il livello della spesa a quello riscontrato prima della pandemia.
  Infine in riferimento alla revisione della misura del superbonus, segnala che il Governo Meloni ha avuto il merito di arrestare la vera e propria «bolla» derivante dal riconoscimento di 140 miliardi di euro di detrazioni fiscali e ha ridimensionato gli effetti insostenibili della misura sulla finanza pubblica contrastando al contempo le frodi che si stavano verificando.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, pone in votazione il conferimento del mandato alla relatrice a riferire favorevolmente in Assemblea sul documento in esame.

  La Commissione delibera di conferire il mandato alla relatrice a riferire favorevolmente all'Assemblea sul documento in esame.
  Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  La seduta termina alle 15.