CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 4 ottobre 2023
176.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
Pag. 101

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 4 ottobre 2023. — Presidenza del presidente Alberto Luigi GUSMEROLI.

  La seduta comincia alle 11.15.

Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2023.
Doc. LVII, n. 1-bis, Annesso e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Beatriz COLOMBO (FDI), relatrice, espone in sintesi i contenuti del provvedimento in titolo osservando, innanzitutto, che nella prima metà del 2023 l'andamento dell'economia italiana ha risentito dell'indebolimento del quadro ciclico globale. Se nel primo trimestre, si è registrato un significativo incremento congiunturale (+0,6 per cento), nel secondo trimestre è seguita una contrazione del prodotto interno lordo di quattro decimi. Gli indicatori congiunturali più recenti delineano uno scenario di lieve ripresa nel terzo trimestre. La previsione di crescita del PIL per il 2023 è stata, ad ogni modo, corretta in via prudenziale al ribasso, passando dall'1 per cento indicato nel Documento di Economia e Finanze allo 0,8 per cento. La revisione è più marcata nel 2024, dall'1,5 per cento all'1,0 per cento. La crescita prevista resta invariata per il 2025; nell'ultimo anno oggetto di proiezione viene, invece, rivista marginalmente al rialzo.
  Segnala che con riguardo agli anni precedenti, l'Istat ha recentemente rivisto al rialzo la crescita del PIL reale nel 2021 al 8,3 per cento (dal precedente 7,0 per cento) e confermato il successivo 3,7 per cento per il 2022. Di conseguenza risulta accentuata la discesa del rapporto debito/PIL nel biennio 2021-2022.
  Fa anche presente che nel prossimo futuro, fattori di incertezza derivano dalla Pag. 102prosecuzione del conflitto tra Russia e Ucraina, da un eventuale nuovo ciclo di rialzi dei prezzi del petrolio e delle materie prime e dalla debolezza ciclica dell'economia europea, in una congiuntura che vede poco spazio di manovra per stimoli fiscali e con la BCE ancora impegnata a contenere le spinte inflattive di fondo.
  In relazione al commercio con l'estero, osserva che le politiche monetarie restrittive e l'elevata inflazione hanno inciso negativamente sulla domanda globale e, conseguentemente, sulle esportazioni italiane: dopo il forte recupero del biennio 2021-2022, nei primi due trimestri dell'anno l'export di beni e servizi si è ridotto in termini congiunturali. Un trend analogo si registra, tuttavia, sul lato delle importazioni, in ragione del rallentamento della domanda interna, dell'attenuazione delle tensioni sul mercato del gas e della flessione dei prezzi delle materie prime a confronto con la prima metà del 2022. Ciò ha portato alla realizzazione, nei primi sette mesi dell'anno, di un surplus commerciale di 16,2 miliardi, a fronte di un disavanzo di poco più di 15 miliardi nello stesso periodo dell'anno scorso.
  Per quanto riguarda il mercato del lavoro, segnala che i dati recentemente rilevati risultano positivi: a luglio il tasso di disoccupazione è sceso al 7,6 per cento a luglio, mentre il tasso di occupazione si attesta al 61,3 per cento.
  Sul fronte energetico osserva che, grazie alla riduzione dei consumi e alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento, non si sono verificate nuove tensioni sul prezzo del gas naturale. Le importazioni dalla Russia rappresentano ormai una quota minoritaria e il tasso di riempimento degli stoccaggi è attualmente superiore al 95 per cento. Gli interventi volti a contenere le bollette e le spese energetiche, pari a 1,3 punti percentuali del PIL in termini lordi, hanno consentito di limitare l'impatto dei rincari sulle famiglie e sulle imprese.
  Segnala poi che la riduzione dei costi energetici rispetto al 2022 ha portato ad una decelerazione dell'indice armonizzato dei prezzi al consumo, che in agosto si è attestato al 5,5 per cento, valore in linea con quello dell'area euro e destinato a ridursi nei prossimi mesi. Le politiche restrittive della Banca Centrale Europea hanno contribuito alla riduzione anche del tasso di inflazione di fondo, scesa al 6,2 per cento ad agosto. La BCE prevede che nel 2025 il tasso di inflazione scenda ad un livello prossimo all'obiettivo del 2 per cento. Il rialzo dei tassi d'interesse-guida si sta trasferendo, tuttavia, sui tassi passivi medi per famiglie e imprese e i volumi di credito sono in contrazione da inizio anno.
  In merito all'attuazione del PNRR, rileva che la Nadef evidenzia come l'azione di riforma del Governo nei mesi scorsi si sia incentrata sull'attuazione delle riforme e degli investimenti previsti dal PNRR. Nel contempo, è stata definita una nuova governance, con l'accentramento di alcuni compiti e attività presso la Presidenza del Consiglio, e avviata una revisione del piano, sulla base di un esame puntuale dei singoli progetti e in vista dell'introduzione di un Capitolo RePowerEU.
  Con riferimento alla finanza pubblica, segnala che i conti dei settori istituzionali dell'Istat registrano un incremento dell'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche al 12,1 per cento del PIL nel primo trimestre, dall'11,3 per cento del corrispondente periodo del 2022 (in termini non destagionalizzati). L'andamento delle entrate è stato, comunque, positivo nei primi sette mesi dell'anno, con una crescita delle entrate tributarie del 7,9 per cento e di quelle contributive del 4,8 per cento.
  Fa presente che il fabbisogno di cassa è salito a 77 miliardi, con un aumento di 43,4 miliardi rispetto al corrispondente periodo nel 2022. Osserva che, nel confronto, occorre tener presente che sul risultato dello scorso anno aveva inciso favorevolmente l'erogazione ad aprile della prima rata da 10 miliardi di sovvenzioni della Recovery and Resilience Facility, mentre incidono negativamente sul fabbisogno nell'anno in corso l'ammontare più elevato del previsto dei crediti d'imposta riconosciuti nel settore edilizio, i cui effetti si protrarranno anche nei prossimi anni.Pag. 103
  Fa quindi presente che la Nadef adegua le previsioni tendenziali di finanza pubblica al mutato contesto di riferimento. Da un lato, la revisione al ribasso della crescita economica comporta una minore dinamicità nel profilo delle entrate. Dall'altro, i crediti di imposta relativi al Superbonus e al bonus facciate sono rivisti in aumento. La Nota rivede pertanto al rialzo, di 0,7 punti percentuali di PIL, la stima tendenziale del deficit per il 2023 rispetto agli obiettivi programmati nel DEF. Si prevede un aumento del gettito tributario a legislazione vigente nell'anno in corso, fino al 29,3 per cento del PIL, e una sua successiva riduzione nei tre anni successivi, fino a raggiungere il 28,3 per cento nel 2026. I contributi sociali in rapporto al PIL scenderanno al 13,1 per cento nell'anno in corso, per poi mantenersi sostanzialmente stabili su un livello medio pari al 13,6 per cento nei tre anni successivi.
  Constata che l'inflazione registrata nei mesi scorsi incide sulla spesa pubblica nell'anno in corso e nel 2024, principalmente per effetto dell'indicizzazione delle pensioni all'inflazione dell'anno precedente. Rileva, tuttavia, che il suo rallentamento potrà contenere il ritmo di crescita della spesa per prestazioni sociali nel biennio 2025-2026.
  Riporta che secondo la Nota, nel 2023, il livello della spesa per interessi a legislazione vigente si ridurrà rispetto al 2022 in conseguenza del venir meno – in buona parte – della significativa rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione pregressa, in ragione del rallentamento dell'inflazione. Negli anni 2024-2026 si prevede un aumento della spesa per interessi, in conseguenza del maggior costo del debito sulle nuove emissioni, ma la componente di spesa legata ai titoli indicizzati all'inflazione continuerà a ridursi per effetto del calo dell'inflazione.
  Ricorda che l'andamento degli investimenti pubblici risente delle nuove ipotesi relative ai flussi di spesa finanziata con sovvenzioni e prestiti RRF (dispositivo per la ripresa e la resilienza, RRF, attraverso il quale la Commissione europea raccoglie fondi mediante prestiti contratti sui mercati dei capitali, emettendo obbligazioni a nome dell'Unione), rivisti al ribasso nel 2023 e in misura minore nel 2024 e maggiormente concentrati negli anni 2025 e 2026. Si prospetta un rapporto degli investimenti fissi lordi della PA sul PIL del 2,9 nel 2023, del 3,2 per cento nel 2024, del 3,4 per cento nel 2025 e del 3,2 per cento nel 2026.
  Riferisce che date queste previsioni e tenuto conto della revisione al rialzo del livello del PIL nominale nel 2021 e 2022, nonché delle stime del conto delle amministrazioni pubbliche, il saldo primario a legislazione vigente è previsto migliorare dal –3,8 per cento del 2022 al –1,4 per cento del PIL nel 2023. Il saldo primario tornerebbe in avanzo, allo 0,6 per cento del PIL, nel 2024 (un livello superiore rispetto allo 0,4 per cento previsto in aprile), allo 0,9 per cento del PIL nel 2025 e all'1,4 per cento del PIL nel 2026 (a fronte di un obiettivo del 2,0 per cento atteso in aprile).
  Segnala poi che l'indebitamento netto a legislazione vigente della PA è previsto ridursi al 5,2 per cento del PIL nel 2023, al 3,6 per cento nel 2024, al 3,4 per cento nel 2025 e al 3,1 per cento nel 2026. Osserva altresì che tali previsioni si collocano, salvo che per il 2024, su livelli superiori a quelli prospettati nel DEF.
  Rileva tuttavia che per effetto del miglioramento derivante dalle revisioni operate dall'Istat sulle stime di preconsuntivo dei conti nazionali, nello scenario a legislazione vigente, il rapporto debito/PIL è previsto ridursi a livelli inferiori agli obiettivi fissati nel DEF: dal 141,7 per cento del 2022 al 140 per cento nel 2023. Nel prossimo triennio, gli effetti sulla crescita economica derivanti dall'incertezza del contesto internazionale e i maggiori tassi di rendimento derivanti dall'aumento dei tassi di riferimento deciso dalla BCE eserciteranno una maggiore pressione sul rapporto debito/PIL: nello scenario tendenziale a legislazione vigente il rapporto debito/PIL scenderebbe ancora di 0,3 punti percentuali nel 2024 per poi stabilizzarsi nel 2025.
  Il quadro macroeconomico e di finanza pubblica programmatico rappresentato dalla NADEF pone come premessa alla manovra Pag. 104di bilancio 2024-2026 la necessità di raggiungere un giusto equilibrio tra l'obiettivo di fornire il sostegno necessario all'economia e quello di assicurare il graduale rientro del deficit al di sotto del 3 per cento del PIL.
  Evidenzia che, vista l'incertezza del quadro economico, il Governo ha deciso di richiedere con la Relazione che accompagna la Nota di aggiornamento l'autorizzazione del Parlamento a fissare un nuovo sentiero programmatico per l'indebitamento netto della PA. Il Governo chiede l'autorizzazione alla revisione degli obiettivi programmatici di indebitamento netto previsti nel Documento di economia e finanza 2023 per un importo in termini percentuali di PIL pari a 0,8 per cento nel 2023, 0,6 per cento nel 2024 e nel 2025 e 0,4 per cento nel 2026.
  Osserva che di conseguenza il nuovo livello programmatico di indebitamento netto in rapporto al PIL è pari a -5,3 per cento nel 2023, -4,3 per cento nel 2024, -3,6 per cento nel 2025 e -2,9 per cento nel 2026, a fronte di un andamento tendenziale del rapporto deficit/PIL stimato al -5,2 per cento nel 2023, -3,6 per cento nel 2024, -3,4 per cento nel 2025 e -3,1 per cento nel 2026.
  I nuovi obiettivi programmatici assicurano la progressiva riduzione dell'indebitamento netto strutturale, che è pari al -5,9 per cento del PIL nel 2023, -4,8 per cento nel 2024, -4,3 per cento nel 2025 e -3,5 per cento nel 2026. Il rapporto debito/PIL programmatico è pari al 140,2 per cento nel 2023, 140,1 per cento nel 2024, 139,9 per cento nel 2025 e 139,6 per cento nel 2026.
  Inoltre, per consentire il perfezionamento delle regolazioni contabili del bilancio dello Stato connesse al maggior tiraggio delle agevolazioni per i bonus edilizi (già scontato nell'aggiornamento dei tendenziali di finanza pubblica), il Governo chiede l'autorizzazione ad incrementare, per il solo anno 2023, il livello del saldo netto da finanziare di competenza e di cassa per ulteriori 15 miliardi di euro.
  Evidenzia che i margini di bilancio rispetto alla previsione dello scenario tendenziale sono destinati, nel 2023, ad anticipare il conguaglio dell'adeguamento Istat per i trattamenti pensionistici previsto per l'anno 2024, a misure per il personale delle pubbliche amministrazioni e alla gestione dei flussi migratori.
  Segnala poi che nel 2024 e 2025, le risorse saranno utilizzate, nell'ambito del prossimo disegno di legge di bilancio, per il taglio al cuneo fiscale sul lavoro anche nel 2024, l'attuazione della prima fase della riforma fiscale, il sostegno alle famiglie e alla genitorialità, la prosecuzione dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego con particolare riferimento al settore della sanità, il potenziamento degli investimenti pubblici, con priorità per quelli previsti nell'ambito del PNRR, nonché il finanziamento delle politiche invariate.
  Rileva che in continuità con le linee programmatiche definite nel DEF di aprile, la NADEF prevede che il Governo continuerà a sostenere la domanda privata e a contrastare il calo del potere di acquisto delle retribuzioni causato dall'inflazione, attraverso interventi mirati.
  I saldi di bilancio saranno ricondotti ai valori programmatici tramite misure di controllo della spesa, revisione dei sussidi e riduzione del tax gap.
  Nello scenario programmatico, grazie ai suddetti interventi, il tasso di crescita del PIL reale è previsto essere pari all'1,2 per cento nel 2024, all'1,4 per cento nel 2025, all'1,0 per cento nel 2026.
  Nel 2026 l'indebitamento netto sarà ricondotto entro il limite del 3 per cento previsto dal Patto di Stabilità e Crescita. Coerentemente con questo obiettivo, la politica di bilancio diventerà lievemente restrittiva nel 2026 rispetto allo scenario tendenziale, con il conseguimento di un miglioramento più significativo del saldo primario in tale anno.
  Coerentemente con quanto previsto dal DEF, nello scenario programmatico il rapporto debito/PIL è previsto in calo sia nell'anno corrente, al 140,2 per cento, sia nel 2024 e 2025, anche grazie ad un parziale utilizzo delle disponibilità liquide del Tesoro e all'avvio di un piano di dismissioni di partecipazioni dello Stato, fino a raggiungere il 139,9 per cento. Nel 2026 il Pag. 105rapporto è previsto scendere ulteriormente al 139,6 per cento, un livello inferiore al 140,4 per cento indicato nel DEF.
  Per quanto di interesse per la presente Commissione, informa che l'elenco dei disegni di legge dichiarati dal Governo quali collegati alla decisione di bilancio, a completamento della manovra di bilancio 2024-2026, comprende:

   il disegno di legge recante misure organiche per la promozione, la valorizzazione e la tutela del Made in Italy (A.C. 1341), in corso di esame in sede referente presso questa Commissione;

   il disegno di legge di delega al Governo in materia di revisione del sistema degli incentivi alle imprese e disposizioni di semplificazione delle relative procedure nonché in materia di termini di delega per la semplificazione dei controlli sulle attività economiche (A.C.1406) – approvato dal Senato in prima lettura, in corso di esame in sede referente presso questa Commissione e la cui discussione in Assemblea è calendarizzata per il prossimo 23 ottobre;

   il disegno di legge recante disciplina della professione di guida turistica (A.S. 833), in corso di esame in sede referente presso la 9ª Commissione del Senato;

   un disegno di legge recante misure in materia di tecnologie innovative;

   un disegno di legge recante misure in materia di politiche spaziali e di sostegno all'industria spaziale;

   un disegno di legge di istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale;

   un disegno di legge per il rafforzamento del sistema della formazione superiore e della ricerca.

  Alberto Luigi GUSMEROLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 11.20.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 4 ottobre 2023. — Presidenza del presidente Alberto Luigi GUSMEROLI. – Interviene il sottosegretario di Stato per le imprese e il made in Italy Massimo Bitonci.

  La seduta comincia alle 14.45.

Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2023.
Doc. LVII, n. 1-bis, Annesso e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nell'odierna seduta antimeridiana.

  Alberto Luigi GUSMEROLI, presidente, ricorda che nella seduta antimeridiana la relatrice, on. Colombo, ha svolto la relazione introduttiva.
  Chiede quindi se vi siano richieste di intervento.

  Enrico CAPPELLETTI (M5S), nell'esprimere il giudizio negativo del suo Gruppo sul provvedimento in esame, sottolinea, per quanto non sia di competenza della nostra Commissione, i gravissimi tagli operati alla sanità. Evidenzia, al riguardo, che la preziosa esperienza fatta durante i terribili anni della pandemia non è servita a nulla.
  Per ciò che concerne le questioni di più diretto interesse della X Commissione, evidenzia che secondo le stime della NADEF il Paese avrà una crescita praticamente pari a zero. Si chiede, pertanto, come sia possibile che di fronte a tale rischio che corre il Paese vengano poi stanziati ben 15 miliardi di euro per la realizzazione del ponte sullo Stretto.
  Ricorda, peraltro, che le risorse su cui si basa il documento fanno riferimento al PNRR, ma, a suo avviso, i dati avrebbero dovuto essere rivisti alla luce dell'aggiornamento del Piano.Pag. 106
  Si chiede infine perché il Governo non si avvalga della facoltà, prevista nel cosiddetto decreto-legge trasparenza, di sterilizzare il taglio delle accise, ricorrendone tutti i presupposti, visto l'aumento dei prezzi del Brent sul mercato. Evidenzia, in tal senso, che l'aumento del costo dei carburanti crea immediate ripercussioni sui prezzi di tutti gli altri beni acquistati dagli italiani. Ritiene quindi che tale scelta, che contrasta evidentemente con le promesse elettorali dell'attuale maggioranza, costituisca un vero rischio per gli investimenti e l'occupazione e invita il Governo ad assumersene la responsabilità di fronte al Paese.

  Beatriz COLOMBO (FDI), relatore, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).

  Alberto Luigi GUSMEROLI, presidente, avverte che i deputati del gruppo Partito Democratico hanno presentato una proposta di parere alternativa (vedi allegato 2).
  Dà quindi conto delle sostituzioni e chiede se vi siano interventi per dichiarazione di voto.

  Vinicio Giuseppe Guido PELUFFO (PD-IDP), intervenendo per dichiarazione di voto, evidenzia, innanzitutto, che i numeri della Nota di aggiornamento del DEF 2023 (NADEF) confermano quanto il Governo ha continuato a negare a lungo e cioè che nel 2023 l'economia italiana si è fermata e le prospettive per il 2024 sono peggiori rispetto alle previsioni del Governo di sei mesi fa.
  Osserva che in questo quadro difficile la NADEF si pone purtroppo in continuità con la politica economica debole e del tutto inadeguata fin qui praticata. Evidenzia, infatti, che in relazione al quadro programmatico di finanza pubblica si prevede un forte peggioramento di tutti i principali indicatori sia rispetto alle previsioni tendenziali a legislazione vigente, sia rispetto alle previsioni programmatiche del DEF 2023.
  Rileva poi che sul fronte delle entrate prosegue l'azione di erosione della base imponibile, iniziata con la legge di bilancio dello scorso anno, con l'estensione dell'applicazione della Flat tax, e di allargamento del divario tra i contribuenti che adempiono regolarmente agli obblighi tributari e coloro che al contrario hanno evaso tali obblighi, prevedendo nei confronti di questi ultimi ulteriori interventi quali la reiterazione di definizioni agevolate, sconti, concordati fiscali e altri interventi della medesima natura.
  Sottolinea che anche sul fronte della spesa preoccupano i preannunciati tagli alle amministrazioni centrali e, soprattutto, alla spesa sanitaria che è prevista scendere dal 6,6 per cento del Pil del 2023, al 6,2 per cento nel 2024 e nel 2025 e al 6,1 per cento nel 2026.
  Constata altresì che il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) è fermo e, nonostante i reiterati annunci, si rischia di veder rinviare o perdere del tutto il conseguimento delle rate spettanti al nostro Paese, a partire dalla quarta e quinta rata, mentre in conseguenza delle modifiche proposte al PNRR, sono stati sottratti agli enti locali interventi per circa 13 miliardi di euro.
  Osserva, infine, che a fronte del rallentamento dell'economia servirebbero politiche efficaci e incisive, mentre quella che emerge dalla Nota è invece una manovra indefinita, di corto respiro, finanziata in gran parte a deficit e assolutamente non in grado di rilanciare gli investimenti e sostenere i consumi.
  Per questi motivi annuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere della relatrice e raccomanda l'approvazione della proposta di parere alternativa presentata dal suo gruppo.

  Emma PAVANELLI (M5S), intervenendo per dichiarazione di voto, osserva innanzitutto che nella Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2023 l'agevolazione fiscale cosiddetta Superbonus viene menzionata molte volte ma sempre con accezione negativa, se non con disprezzo.
  Crede che questa narrazione sia non solo erronea ma fatta in malafede. Erronea in quanto gli effetti positivi del Superbonus in termini di rilancio di interi settori produttivi,Pag. 107 nonché di incremento del prodotto interno, sono sotto gli occhi di tutti e ricorda che l'agevolazione in oggetto ha portato ad un notevole aumento delle entrate fiscali italiane. Osserva poi che quanto detto dalla maggioranza è pronunciato in malafede se solo si tiene conto che tutti i partiti hanno cavalcato il Superbonus, proponendo una sua proroga e allargandone il perimetro, e non solo durante la campagna elettorale.
  Invita quindi le forze politiche della maggioranza e il Governo ad essere coerenti, a farla finita con gli slogan e, soprattutto, a sostenere effettivamente l'economia italiana aiutando le imprese quantomeno a sopravvivere e preferibilmente a prosperare.
  Anche per questi motivi dichiara il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere della relatrice.

  Alberto Luigi GUSMEROLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, fa presente che sarà posta in votazione la proposta di parere formulata dalla relatrice, e che, in caso di approvazione della stessa, risulterà preclusa la proposta di parere alternativa presentata dal gruppo Partito Democratico.

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dalla relatrice (vedi allegato 1), risultando pertanto preclusa la proposta di parere alternativa presentata dal gruppo Partito Democratico.

  La seduta termina alle 15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 4 ottobre 2023.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15 alle 15.10.