CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 20 settembre 2023
169.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e II)
COMUNICATO
Pag. 10

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 20 settembre 2023. — Presidenza del presidente della I Commissione, Nazario PAGANO. – Interviene il viceministro della giustizia, Francesco Paolo Sisto.

  La seduta comincia alle 15.35.

DL 105/2023: Disposizioni urgenti in materia di processo penale, di processo civile, di contrasto agli incendi boschivi, di recupero dalle tossicodipendenze, di salute e di cultura, nonché in materia di personale della magistratura e della pubblica amministrazione.
C. 1373 Governo.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 19 settembre 2023.

  Nazario PAGANO, presidente, ricorda che nella scorsa seduta la presidenza ha pronunciato la declaratoria di inammissibilità delle proposte emendative presentate, avverso la quale sono state presentate 41 richieste di riesame. Comunica che, alla luce dell'istruttoria svolta a seguito dei ricorsi presentati, le presidenze confermano tutte le pronunce di inammissibilità.
  Nessuno altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta preannunciando che la definizione del seguito dell'esame sarà oggetto della riunione congiunta degli Uffici di presidenza che si svolgerà al termine di questa seduta.

  La seduta termina alle 15.40.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 20 settembre 2023.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 9.50 alle 10.15.

Pag. 11

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 20 settembre 2023. — Presidenza del presidente della I Commissione, Nazario PAGANO, indi del presidente della II Commissione, Ciro MASCHIO. – Interviene il viceministro della giustizia, Francesco Paolo Sisto.

  La seduta comincia alle 18.25.

DL 105/2023: Disposizioni urgenti in materia di processo penale, di processo civile, di contrasto agli incendi boschivi, di recupero dalle tossicodipendenze, di salute e di cultura, nonché in materia di personale della magistratura e della pubblica amministrazione.
C. 1373 Governo.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta precedente svoltasi in data odierna.

  Nazario PAGANO, presidente, ricorda che nella scorsa seduta svoltasi in data odierna la presidenza ha confermato l'inammissibilità delle 41 proposte emendative oggetto di richiesta di riesame.
  Avverte che prima della seduta sono stati ritirati gli emendamenti Calderone 1.20, 1.22, 1.23, 1.27, 1.29 e 2.6.
  Segnala altresì che, per un mero errore tipografico, nell'allegato al resoconto della seduta di ieri relativo alle proposte emendative presentate, risultano avere testo identico gli emendamenti 1.17 Magi e 1.16 Enrico Costa, che invece recano tra loro differenze.
  Non essendovi richieste di intervento, invita i relatori onorevole Kelany per la I Commissione e onorevole Pittalis per la II Commissione, a formulare i pareri sulle proposte emendative.

  Pietro PITTALIS (FI-PPE), relatore per la II Commissione, anche a nome della relatrice per la I Commissione, con riferimento alle proposte emendative riferite all'articolo 1, invita al ritiro delle stesse, esprimendo altrimenti parere contrario, fatta eccezione per gli emendamenti Calderone 1.24, 1.28 e 1.30, dei quali chiede che ne venga disposto l'accantonamento.
  Invita, quindi, al ritiro di tutte le proposte emendative riferite all'articolo 2, esprimendo altrimenti parere contrario, fatta eccezione per l'emendamento Enrico Costa 2.5, del quale chiede che ne venga disposto l'accantonamento.
  Invita inoltre al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, di tutte le proposte emendative riferite agli articoli 3, 4 e 5, mentre invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, su tutte le proposte emendative riferite all'articolo 6 ad eccezione dell'emendamento Varchi 6.11 nonché degli articoli aggiuntivi Nazario Pagano 6.010 e Iaia 6.014 dei quali chiede che ne sia disposto l'accantonamento.

  Sara KELANY (FDI), relatrice per la I Commissione, anche a nome del relatore per la II Commissione, invita al ritiro di tutte le proposte emendative riferite all'articolo 7, esprimendo altrimenti parere contrario, ad eccezione dell'emendamento Iezzi 7.32, del quale chiede che ne venga disposto l'accantonamento.
  Invita, quindi, al ritiro di tutte le proposte emendative riferite agli articoli 8 e 9, esprimendo altrimenti parere contrario, mentre invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, di tutte le proposte emendative riferite all'articolo 10, ad eccezione degli emendamenti Orrico 10.6 e Mollicone 10.12 e 10.21, dei quali chiede che ne venga disposto l'accantonamento.
  Con riferimento infine all'articolo 11, invita al ritiro di tutte le proposte emendative presentate, esprimendo altrimenti parere contrario, ad eccezione degli identici emendamenti Maschio 11.38, Iezzi 11.39, Zaratti 11.40, Urzì 11.41 e Bonafé 11.42, dei quali chiede che ne venga disposto l'accantonamento.

  Il viceministro Francesco Paolo SISTO esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Nazario PAGANO, presidente, avverte che le presidenze dispongono quindi l'accantonamentoPag. 12 delle proposte emendative Calderone 1.24, 1.28 e 1.30, Enrico Costa 2.5, Varchi 6.11, Nazario Pagano 6.010, Iaia 6.014, Iezzi 7.32, Orrico 10.6, Mollicone 10.12 e 10.21, nonché degli identici emendamenti Maschio 11.38, Iezzi 11.39, Zaratti 11.40, Urzì 11.41 e Bonafé 11.42.

  Enrico COSTA (A-IV-RE) intervenendo sull'ordine dei lavori, osserva che gli emendamenti a sua firma 1.10, 1.6 e 1.7, sui quali i relatori hanno formulato un invito al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, si riferiscono, come gli emendamenti accantonati Calderone 1.24, 1.28 e 1.30, agli articoli 267 e 270 del codice penale.
  Chiede che, ai fini di un dibattito complessivo, ne sia disposto l'accantonamento, precisando che, qualora sugli emendamenti del collega Calderone si dovesse registrare il parere favorevole dei relatori e del Governo, sarebbe disponibile a ritirare gli emendamenti a sua firma.

  Ciro MASCHIO, presidente, invita gli Uffici a effettuare una verifica sul contenuto di tali proposte emendative, precisando che, qualora esse si riferissero alla medesima materia, le presidenze sarebbero disponibili a disporne l'accantonamento. Sottolinea poi come nel frattempo le Commissioni possano comunque procedere nel proprio lavoro.

  Alfonso COLUCCI (M5S) sottolinea come nessuna delle proposte emendative presentate dal suo gruppo abbia registrato il parere favorevole da parte dei relatori e del Governo. Ritiene che ciò sia un fatto gravissimo che contrasta con una sana dialettica tra opposizioni e forze di governo che dovrebbe portare al miglioramento dei testi parlamentari attraverso un confronto costruttivo.
  Alla luce dell'atteggiamento della maggioranza, sottolinea come la stessa, non cercando la collaborazione, non potrà certo aspettarsi un atteggiamento collaborativo da parte dei colleghi del Movimento 5 Stelle.

  Valentina D'ORSO (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, condivide pienamente le osservazioni del collega Colucci e ricorda come in precedenza fosse stato preannunciato la presentazione da parte dei relatori di alcune proposte emendative.
  Nel chiedere se tali proposte siano già disponibili, fa presente di non ritenere possibile iniziare ad esaminare le altre proposte emendative presentate prima di aver preso atto del contenuto di tali ulteriori emendamenti.

  Ciro MASCHIO, presidente, comunica che allo stato attuale non vi è ancora la certezza in merito alla presentazione di proposte emendative dei relatori e sottolinea come non sia possibile sospendere i lavori delle Commissioni sulla base di un presupposto incerto.

  Sara KELANY (FDI), relatrice, sottolinea come la facoltà dei relatori e del Governo di presentare proposte emendative fuori dal termine previsto per la presentazione di emendamenti parlamentari, non possa essere sottoposta ad alcun vincolo.

  Enrico COSTA (A-IV-RE) invita la relatrice ad avere un atteggiamento più rilassato e ben disposto nei confronti dei colleghi sottolineando come il suo comportamento possa soltanto condurre a uno scontro tra i gruppi e quindi ad un allungamento dei lavori parlamentari.
  Sottolinea infatti che la collega del Movimento 5 Stelle aveva semplicemente posto una legittima domanda alla quale il presidente aveva già fornito una risposta. Invita quindi la maggioranza a chiarire in che modo intende esaminare il provvedimento in discussione.

  Sara KELANY (FDI), relatrice, preliminarmente evidenzia che non vi è nessun atteggiamento di chiusura nei confronti dell'opposizione e che nel suo intervento si era limitata a rispondere a una sollecitazione che la collega D'Orso aveva già ripetutamente sottoposto. Evidenzia come non vi sia alcun dubbio sulla disponibilità dei relatori e della maggioranza ad avere un atteggiamento collaborativo al fine di pervenirePag. 13 ad una rapida conclusione dei lavori in sede referente.

  Debora SERRACCHIANI (PD-IDP) sottolinea come su tutti gli emendamenti presentati dal Partito Democratico i relatori abbiano espresso il parere contrario. Ritiene che tale atteggiamento non costituisca la condizione necessaria per instaurare un leale spirito di collaborazione tra forze politiche di maggioranza e opposizione.

  Valentina D'ORSO (M5S) precisa che precedentemente il presidente aveva annunciato la possibilità che nel corso dell'esame venissero presentati emendamenti da parte dei relatori e invita pertanto a verificare tale dichiarazione.

  Filiberto ZARATTI (AVS), non comprendendo la ratio dell'atteggiamento di chiusura della maggioranza, sottolinea come le opposizioni abbiano presentato proposte emendative volte a migliorare il testo su cui immaginava ci sarebbe potuto essere un dialogo costruttivo per migliorare un provvedimento necessario.
  L'espressione del parere contrario su praticamente tutte le proposte delle opposizioni invece dimostra l'indisponibilità al dialogo che impedisce qualsiasi collaborazione.
  Ritiene che pertanto l'unica strada percorribile da parte delle opposizioni è quella di utilizzare tutti gli strumenti concessi dal Regolamento per svolgere una lunga e approfondita discussione al fine di dimostrare al Paese quali siano le proprie posizioni su tale provvedimento.

  Ciro MASCHIO, presidente, rispondendo all'onorevole D'Orso, afferma che allo stato non risultano presentati emendamenti da parte dei relatori, e che gli stessi relatori non hanno neanche preannunciato la presentazione di emendamenti; ritiene conseguentemente che non ci siano i presupposti per sospendere i lavori delle Commissioni in attesa di tali emendamenti. In relazione alle considerazioni svolte dagli onorevoli Serracchiani e Zaratti, che hanno accusato la maggioranza di non essere interessata a una collaborazione non avendo i relatori accolto alcun emendamento delle opposizioni, ricorda come nella scorsa legislatura, a ruoli invertiti, ciò si sia verificato sempre; ritiene peraltro che sussista sempre la possibilità di trovare punti di convergenza nel proseguo del dibattito. Infine, accogliendo la richiesta dell'onorevole Costa, dispone l'accantonamento degli emendamenti Enrico Costa 1.4, 1.5, 1.7, 1.6, 1.8, 1.10 e 1.9, in quanto connessi con altri emendamenti per i quali è già stato disposto l'accantonamento e invita a procedere con l'esame degli emendamenti, partendo dall'emendamento Enrico Costa 1.1. volto a sopprimere l'articolo 1 del decreto-legge.

  Stefania ASCARI (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori sottolinea come il dibattito sulla conversione del decreto-legge, che contiene disposizioni relative alle intercettazioni, avvenga mentre contestualmente la Commissione Giustizia del Senato, approvando la relazione finale sull'indagine conoscitiva sulle intercettazioni, ha inserito a sorpresa un passaggio nel quale si prefigura l'abbandono dello strumento dei trojan. Ritiene che anche questo blitz della maggioranza al Senato sia emblematico dell'interesse di questa maggioranza alla collaborazione con le opposizioni nonché strettamente connesso con il dibattito alla Camera sulle intercettazioni, in quanto la maggioranza continuerebbe a esprimere una linea politica volta ad eliminare uno strumento cardine della lotta alle mafie e del contrasto ai reati contro la pubblica amministrazione, come il captatore informatico. In merito chiede di poter dare lettura di alcune dichiarazioni sul tema delle intercettazioni rese dal Ministro Nordio.

  Ciro MASCHIO, presidente, invita l'onorevole Ascari a chiarire se il suo intervento debba essere riferito all'ordine dei lavori ovvero al contenuto dell'emendamento Enrico Costa 1.1.

  Stefania ASCARI (M5S) riconduce il proprio intervento all'esame dell'emendamento Enrico Costa 1.1 e dichiara di volersi esprimerePag. 14 in sede di dichiarazione di voto sull'emendamento.

  Ciro MASCHIO, presidente, appurato che non si tratta di un intervento sull'ordine dei lavori, invita l'onorevole Ascari ad attendere per la propria dichiarazione di voto, consentendo prima l'intervento dell'onorevole Costa.

  Enrico COSTA (A-IV-RE), con riferimento al proprio emendamento 1.1, volto a sopprimere l'articolo 1 del decreto-legge in conversione, si dichiara stupito del fatto che il Governo, dopo le innumerevoli prese di posizione del Ministro Nordio, anche in sede di dichiarazioni programmatiche alla Camera, presenti una modifica così rilevante e estensiva dell'applicabilità delle intercettazioni, e lo faccia attraverso un decreto-legge. Stigmatizza il fatto che si continui a intervenire sui codici, penale e di procedura penale, attraverso decreti-legge e decreti legislativi, dimenticando che i codici esigono stabilità. Evidenzia inoltre come l'articolo 1 del decreto-legge, emanato ad agosto 2023, intervenga per reagire a una sentenza della Corte di cassazione del marzo 2022 e si interroga dunque sull'esistenza dei presupposti di urgenza che dovrebbero motivare l'uso dello strumento del decreto-legge. Ritiene che con questa disposizione il Governo sia intervenuto a scoppio ritardato con l'obiettivo di affiggere un manifesto simbolico della lotta alla criminalità organizzata, in reazione ad alcune parole pronunciate dal Ministro Nordio pochi giorni prima sul tema del concorso esterno.
  Passando a descrivere i contenuti dell'articolo 1, del quale propone l'abrogazione, evidenzia che la disposizione interviene sul decreto-legge n. 152 del 1991 che stabilisce criteri particolarmente celeri per autorizzare l'uso delle intercettazioni nelle indagini per reati di criminalità organizzata: bastano sufficienti indizi di reato; i tempi delle intercettazioni si allungano e si possono svolgere le intercettazioni ambientali anche nelle abitazioni, anche se non si ritiene che vi si stiano commettendo reati. Ricordando che la citata sentenza della Corte di cassazione del 2022 ha precisato che tali criteri, particolarmente invasivi, si applicano solo per reati di criminalità organizzata, di natura associativa, sottolinea come il Governo abbia invece esteso l'applicazione della norma consentendo tali intercettazioni anche per i reati commessi avvalendosi delle condizioni previste dall'articolo 416-bis del codice penale. Il Governo avrebbe dunque esteso i presupposti delle intercettazioni, esprimendo così una politica in aperto contrasto con quanto sino ad oggi sostenuto dalla maggioranza. Sottolinea come questa modifica si applichi anche al captatore informatico, il cosiddetto trojan, che oggi il Senato afferma invece di voler depotenziare. Afferma che l'articolo 1 è stato fortemente voluto dai magistrati che, dopo la sentenza della Cassazione, hanno realizzato di aver utilizzato le intercettazioni in assenza dei presupposti di legge e si sono così risolti a bussare alle porte del Governo chiedendo una sanatoria del proprio operato per evitare la conseguenza dell'inutilizzabilità delle intercettazioni già svolte: ciò avrebbe determinato il Governo a introdurre la norma transitoria dell'articolo 1, comma 2. Si chiede come questa maggioranza, che da sempre ha puntato sulle garanzie dell'imputato e della difesa, possa sanare oggi prove assunte illecitamente e invita i parlamentari di maggioranza a riflettere sulla pericolosità di queste disposizioni. Nella consapevolezza del fatto che difficilmente il proprio emendamento sarà approvato, nonostante molti parlamentari di maggioranza in cuor loro vorrebbero che lo fosse, auspica comunque un celere intervento sull'articolo 1 della Corte costituzionale.

  Maria Elena BOSCHI (A-IV-RE), chiedendo di sottoscrivere l'emendamento Enrico Costa 1.1, si dichiara basita del fatto che il Governo abbia deciso di rinnegare ciò che per anni la maggioranza, o almeno una parte significativa di essa come Forza Italia, ha sostenuto. Sottolinea come maggioranza e Governo si stiano assumendo una grande responsabilità decidendo di intervenire sui procedimenti in corso con un decreto-legge che legittima prove assunte illegittimamente. Dichiara che con questa Pag. 15disposizione il garantismo resta privo di contenuto e auspica che ci sia spazio per un ripensamento almeno per quanto riguarda la norma transitoria.

  Alfonso COLUCCI (M5S) confessa il proprio disorientamento a fronte delle diverse e variegate posizioni espresse da maggioranza e Governo in merito al tema delle intercettazioni. Ricordando il contenuto dell'articolo 13 del decreto-legge n. 152 del 1991, cui si riferisce l'articolo 1 del decreto-legge in conversione, che estende l'utilizzabilità dello strumento delle intercettazioni, fa presente che contestualmente la maggioranza al Senato approva una relazione per escludere l'uso dei trojan nelle indagini per i c.d. delitti dei colletti bianchi mentre parallelamente la presidente della Commissione Giustizia del Senato, senatrice Bongiorno, dichiara che il trojan è uno strumento essenziale per le indagini. Si chiede dunque quale sia la linea della maggioranza, pur temendo che l'obiettivo che persegue il Governo sia rendere più difficile procedere contro i colletti bianchi, realizzando una giustizia forte con i soggetti che si macchiano di reati di criminalità organizzata, ma debole quando i delitti sono commessi dai colletti bianchi. Ritiene che questa impostazione sia classista e violi il principio di uguaglianza sancito dall'articolo 3 della Costituzione, introducendo una irrazionale e illegittima disparità di trattamento.

  Federico CAFIERO DE RAHO (M5S) ricorda che l'intervento del decreto-legge è volto a ripristinare una interpretazione dell'articolo 13 del decreto-legge n. 152 del 1991 a lungo espressa dalla giurisprudenza e avallata anche dalle Sezioni Unite penali e solo recentemente, nel 2022, ribaltata dalla I sezione della Cassazione. Ricorda quindi che sino alla sentenza del 2022 la giurisprudenza aveva ritenuto sussistenti i presupposti per le intercettazioni a fronte di un contesto associativo di qualunque tipo, e non a fronte di una associazione per delinquere. Nel chiedersi per quali ragioni la I sezione della Cassazione nel 2022 si sia discostata da quella interpretazione, senza chiedere che sul punto si pronunciassero nuovamente le Sezioni Unite, ritiene comunque che l'articolo 1 persegua l'obiettivo necessario della affermazione della corretta interpretazione dell'articolo 13 del decreto-legge n. 152 del 1991 e ricorda come quel provvedimento d'urgenza del 1991 sia stato ispirato dalla lotta alla criminalità di Giovanni Falcone. Motiva dunque in questi termini il voto contrario sull'emendamento soppressivo Enrico Costa 1.1, pur preannunciando alcuni emendamenti del suo gruppo volti a correggere in parte la disposizione.

  Federico GIANASSI (PD-IDP) rileva che l'articolo 1 affronta uno degli aspetti più delicati del decreto-legge in discussione, trattandolo in modo disastroso rispetto agli scopi prefissati.
  Osserva che l'intervento è stato probabilmente motivato dalla volontà di superare gli imbarazzi creati dalle affermazioni del ministro Nordio in tema di concorso esterno in associazione mafiosa, che sembrava celare un arretramento rispetto all'utilizzo di misure di contrasto a tale fenomeno. La Presidente Meloni ha quindi sentito la necessità di correre ai ripari riaffermando che il Governo intende estendere il campo della repressione del fenomeno mafioso con tutti i mezzi, anche quelli più discutibili. Quanto accade conferma che all'interno della maggioranza si registrano due posizioni radicalmente diverse sulla giustizia e che le misure adottate appaiono fortemente in contrasto con le dichiarazioni programmatiche dello stesso Ministro svolte all'inizio della legislatura.
  Evidenzia che si sarebbe potuto intervenire sulle criticità legate alla sentenza della Corte di cassazione con una norma di interpretazione autentica. Invece il tenore del comma 1 dell'articolo di cui l'emendamento in discussione propone la soppressione costringe a introdurre con il comma successivo una norma retroattiva di dubbia costituzionalità. Rileva, inoltre, che la disposizione non appare in linea con le decisioni delle Sezioni unite della Cassazione e rischia di ingenerare un ulteriore confusione e quindi, paradossalmente, di ridurre la capacità di contrasto al crimine, rendendoPag. 16 manifeste le contraddizioni che caratterizzano l'azione del Governo in tema di giustizia.

  Devis DORI (AVS) dichiara di comprendere le preoccupazioni alla base dell'intervento previsto dall'articolo 1, reputandolo del tutto sbagliata la modalità con cui si è deciso di procedere. Dichiara il voto favorevole sull'emendamento Costa 1.1, ricordando in ogni caso che il suo gruppo ha presentato anche proposte emendative volte a correggere il contenuto dell'articolo 1.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA) sottoscrive l'emendamento Costa 1.1, dichiarando di condividere le argomentazioni espresse dal collega. Nell'evidenziare che il Governo ha deciso ancora una volta di modificare norme penali attraverso lo strumento della decretazione d'urgenza, con un effetto complessivamente destabilizzante, rileva che l'articolo 1 reca una sorta di sanatoria che aumenta l'incertezza e lede i principi del diritto.
  Nell'auspicare che vi sia un confronto reale all'interno delle Commissioni riunite, sollecitando in particolare gli esponenti delle forze di maggioranza più attenti al tema delle garanzie in ambito giudiziario, al fine di onorare il dibattito parlamentare, ricorda che il ministro Nordio nelle sue linee programmatiche aveva prospettato soluzioni opposte a quelle vengono adottate dal Governo.

  Ciro MASCHIO, presidente, prende atto che la collega Ascari è già intervenuta precedentemente e non aveva chiarito a che titolo prendeva la parola. Pertanto le consente l'intervento in fase di dichiarazione di voto, volendo intendere il suo precedente intervento come effettuato – seppure formalmente – sull'ordine dei lavori. Auspica che tale interpretazione favorevole alla collega la induca a sintetizzare i contenuti della sua dichiarazione di voto in un tempo limitato.

  Stefania ASCARI (M5S) in relazione al contenuto dell'articolo 1 non esita a definire «schizofrenica» la politica della maggioranza in tema di intercettazioni, posto che al Senato si stanno ponendo forti ostacoli all'utilizzo dei cosiddetti Trojan.
  Segnala, quindi, che le conclusioni dell'indagine conoscitiva svolta dal Senato in tema di intercettazioni hanno smentito le affermazioni del ministro Nordio circa un loro uso eccessivo in Italia rispetto ad altri Paesi europei ed osserva che per comprendere ciò sarebbe stata sufficiente una lettura attenta dei documenti prodotti dal Ministero della giustizia.
  In conclusione, ribadisce che le intercettazioni ambientali rappresentano uno strumento essenziale per il contrasto dei reati che si svolgono nel contesto della pubblica amministrazione.

  Valentina D'ORSO (M5S) sottolinea che l'inserimento in un decreto-legge delle misure recate dall'articolo 1 rappresenta con ogni probabilità una risposta, voluta in particolare dalla Presidente del consiglio Meloni, alle incaute dichiarazioni del 19 luglio scorso del ministro Nordio sul concorso esterno in associazione mafiosa.
  Si interroga pertanto sulle ragioni che hanno portato, nonostante un tempo a disposizione abbastanza ampio, in quanto il decreto-legge è stato emanato il 10 agosto, a scrivere in maniera maldestra la disposizione in discussione. Nel rilevare che sarebbe stata preferibile una interpretazione autentica della normativa vigente, segnala che la strada intrapresa ha costretto a prevedere al comma 2 norme di carattere retroattivo.
  Conclusivamente, ribadisca come a suo avviso l'articolo 1 persegua una finalità condivisibile ma espressa con una formulazione del tutto equivoca ed errata.
  Pertanto, invita a valutare se la disposizione non possa essere meglio formulata, come ad esempio viene fatto dall'emendamento Cafiero de Raho 1.3.
  Dichiara quindi l'astensione del suo gruppo sull'emendamento Costa 1.1.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Costa 1.1.

  Federico GIANASSI (PD-IDP), preliminarmente all'illustrazione dell'emendamento Pag. 17a sua firma 1.2, chiede se, essendo giunti a ridosso dell'orario convenuto nella riunione congiunta degli Uffici di presidenza delle Commissioni riunite per la conclusione dei lavori nella giornata odierna, vi sia tempo adeguato per affrontare compiutamente l'emendamento in questione, interamente sostitutivo dell'articolo 1 del decreto-legge volto a trasformare la disposizione in una norma di interpretazione autentica.

  Ciro MASCHIO, presidente, ritenendo necessaria la convocazione di una nuova riunione congiunta degli Uffici di presidenza, osserva come il collega Gianassi, se ritiene, possa svolgere comunque il proprio intervento prima di tale riunione o, in alternativa, possa rimandarlo ad un momento successivo.

  Simona BONAFÈ (PD-IDP) tenuto conto che nella precedente riunione congiunta degli Uffici di presidenza sono state già convenute le modalità e i tempi per l'esame del provvedimento nella giornata odierna, ritiene che, in assenza di novità, non vi sia la necessità di convocarne un'ulteriore riunione.

  Ciro MASCHIO, presidente, ribadisce la necessità, alla luce dell'andamento dei lavori della giornata odierna, di riunire nuovamente l'Ufficio di presidenza per poter ridefinire le modalità di lavoro.

  Debora SERRACCHIANI (PD-IDP) ribadendo quanto era stato già convenuto in precedenza circa la conclusione dei lavori entro le ore 20, manifesta perplessità sulla effettiva necessità di mettere in discussione le modalità di esame su cui ci si era accordati nel precedente Ufficio di presidenza.
  Fa quindi presente che qualora la maggioranza intenda sottrarsi a tali accordi, il suo gruppo ne trarrebbe le dovute conseguenze con inevitabili ripercussioni sul proficuo andamento dei lavori.

  Filiberto ZARATTI (AVS) ritiene che la decisione di convocare un Ufficio di presidenza in questa fase richieda una specifica motivazione, auspicando che non sia quella di sottrarsi alle intese raggiunte.

  Ciro MASCHIO, presidente, ribadisce che è nelle prerogative del Presidente di Commissione valutare l'opportunità o meno di convocare le riunioni dell'Ufficio di presidenza, soprattutto quando emerga in modo evidente una difficoltà nel proficuo svolgimento dei lavori.
  Conclusivamente comunica che, d'intesa con il presidente della I Commissione, è convocata per le ore 20.15 una riunione congiunta degli Uffici di presidenza delle Commissioni riunite e rinvia il seguito dell'esame.

  La seduta termina alle 19.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 20 settembre 2023.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.50 alle 16.05 e dalle 20.15 e 20.20.

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 168 del 19 settembre 2023, a pagina 11, prima colonna:

   dopo la tredicesima riga, sono inserite le seguenti parole: «Al comma 1, sostituire le parole da: avvalendosi delle condizioni previste dall'articolo 416-bis del codice penale fino alla fine del periodo, con le seguenti: al fine di agevolare l'attività delle associazioni previste dall'articolo 416-bis del codice penale.
   Conseguentemente, sopprimere il comma 2.
   1.17. Magi.,»;

   alla ventesima riga, le parole da: «1.16. Enrico Costa» a: «Magi» sono sostituite dalle seguenti: «1.16. Enrico Costa, Boschi.».