CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 13 settembre 2023
165.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (V e XIV)
COMUNICATO
Pag. 22

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 13 settembre 2023. — Presidenza del presidente della V Commissione Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, indi del presidente della XIV Commissione Alessandro GIGLIO VIGNA. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Federico Freni.

  La seduta comincia alle 14.05.

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Un pacchetto adeguato per la prossima generazione di risorse proprie.
COM(2023)330 final.
Proposta modificata di decisione del Consiglio recante modifica della decisione (UE, Euratom) 2020/2053 relativa al sistema delle risorse proprie dell'Unione europea.
COM(2023)331 final.
Proposta modificata di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (UE, Euratom) 2021/768 del Consiglio, del 30 aprile 2021, per quanto riguarda le Pag. 23misure di esecuzione relative a nuove risorse proprie dell'Unione europea.
COM(2023)332 final.
Proposta modificata di regolamento del Consiglio concernente le modalità e la procedura di messa a disposizione delle risorse proprie basate sul sistema per lo scambio di quote di emissioni, sul meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere e sugli utili riassegnati e sulla risorsa propria basata su dati statistici relativi agli utili delle imprese, nonché le misure per far fronte al fabbisogno di tesoreria.
COM(2023)333 final.
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale 2021-2027.
COM(2023)336 final.
Proposta di Regolamento del Consiglio recante modifica del regolamento (UE, Euratom) 2020/2093 che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027.
COM(2023)337 final e Allegato.
(Esame congiunto, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, e rinvio).

  Le Commissioni iniziano l'esame congiunto degli atti all'ordine del giorno.

  Fabio PIETRELLA (FDI), relatore per la XIV Commissione, nel segnalare che le Commissioni avviano l'esame congiunto del pacchetto di proposte relative alla revisione intermedia del Quadro finanziario pluriennale, QFP, dell'Unione europea per il periodo 2021-2027 e all'introduzione di nuove risorse proprie volte ad alimentare il bilancio europeo, ricorda che il pacchetto, presentato il 20 giugno scorso, dà attuazione a un preciso impegno contenuto in un accordo interistituzionale siglato nel 2020 tra Parlamento europeo, Consiglio dell'Unione europea e Commissione in sede di approvazione del quadro finanziario dell'Unione europea 2021-2027 e rappresenta un intervento di grandissima importanza politica ed economica in quanto incide in misura decisiva sulla capacità dell'Unione europea di disporre di mezzi finanziari adeguati per dare attuazione alle sue politiche e rispondere alle grandi sfide globali.
  Nel segnalare che svolgerà la relazione anche a nome della relatrice per la V Commissione, onorevole Frassini, che non potrà prendere parte alla seduta odierna, fa presente che, nella prima parte della relazione introduttiva, descriverà sinteticamente le finalità generali e i contenuti delle proposte recanti la revisione intermedia del QFP 2021-2027, rinviando per un'analisi più approfondita alla documentazione predisposta dagli Uffici.
  Nel premettere che la revisione intermedia del QFP si articola in una comunicazione che delinea le ragioni e i contenuti dell'intervento nel suo complesso e in tre proposte di regolamento, fa presente, innanzitutto, che la prima proposta modifica il regolamento che stabilisce il QFP 2021-2027 ed è formalmente oggetto del presente esame in quanto assegnata alle Commissioni bilancio e politiche dell'Unione europea, mentre le altre due proposte attengono all'istituzione dello strumento per l'Ucraina e della piattaforma per le tecnologie strategiche per l'Europa, STEP, e sono assegnate in via primaria, rispettivamente, alla III e alla X Commissione. Evidenzia, tuttavia, che, poiché anche tali ultime proposte costituiscono una parte essenziale dell'intervento di revisione, in questa sede farà alcuni richiami anche ai contenuti di tali atti.
  Ritiene opportuno in via preliminare ricordare che il QFP vigente per il 2021-2027 è articolato in sette rubriche di spesa, per una dotazione finanziaria massima pari a 1.076,5 miliardi di euro in termini di impegni a prezzi 2018, pari a 1.214,1 miliardi a prezzi correnti, tenendo conto di un tasso di inflazione annuo del 2 per cento, corrispondenti all'1,01 per cento del reddito nazionale lordo dell'Unione europea nel suo complesso.
  Il QFP è integrato dagli importi di Next Generation EU, NGEU, pari a 750 miliardi di euro a prezzi 2018, che corrispondono a 806,9 miliardi a prezzi correnti, che la Commissione europea è autorizzata a raccogliere, per conto dell'Unione, sui mercati Pag. 24dei capitali al fine, in particolare, di fornire agli Stati membri le risorse necessarie, sotto forma di prestiti e sovvenzioni, per finanziare i loro Piani nazionali di ripresa e resilienza. Ricorda che il QFP comprende anche cinque strumenti speciali al di fuori dei massimali, per una dotazione complessiva di 21,1 miliardi di euro a prezzi 2018, che garantiscono la flessibilità e sono utilizzati in caso di specifici eventi imprevisti, ad esempio catastrofi naturali o emergenze.
  Evidenzia che le ragioni poste dalla Commissione europea alla base della revisione del QFP attengono alla necessità di tenere conto degli importanti sviluppi che si sono verificati dal momento della sua adozione: le conseguenze economiche e sociali della crisi pandemica, i flussi migratori, il cui incremento sta mettendo a dura prova le capacità di accoglienza degli Stati membri, la guerra russa in Ucraina e la conseguente crisi umanitaria ed energetica, la rapida accelerazione dell'inflazione e dei tassi di interesse, che ha inciso sul bilancio dell'Unione, tra l'altro attraverso il marcato rialzo dei costi di finanziamento di NextGenerationEU, le ripetute perturbazioni delle catene di approvvigionamento globale e la competizione tecnologica globale.
  In proposito, la Commissione ha evidenziato che l'Unione europea ha risposto a queste sfide mobilitando al massimo il bilancio comune, ricorrendo ampiamente alle redistribuzioni e sfruttandone i ristretti margini dei meccanismi di flessibilità: ad esempio, in relazione alla guerra in Ucraina, il 79 per cento della riserva dello Strumento per il vicinato, lo sviluppo e la cooperazione internazionale, il cosiddetto cuscinetto, è già stato utilizzato, mentre per gli anni 2021 e 2022 lo Strumento di flessibilità e la Riserva di solidarietà per gli aiuti di emergenza, collocati al di sopra dei massimali di spesa del QFP, sono stati integralmente impiegati.
  Sottolinea che allo stato attuale, dunque, il bilancio europeo non disporrebbe più di margini e stanziamenti adeguati per i prossimi quattro anni per affrontare le priorità dell'attuale contesto globale geopolitico ed economico, volatile ed incerto.
  Osserva che, alla luce di queste premesse, la Commissione propone un rafforzamento mirato del bilancio dell'Unione europea in tre settori politici ritenuti prioritari, relativi, rispettivamente all'Ucraina, alla migrazione e alle sfide esterne, nonché alla competitività tecnologica europea, proponendo anche due adeguamenti tecnici, per fronteggiare i costi aggiuntivi per il finanziamento di NextGenerationEU, l'aumento delle spese amministrative dell'Unione europea, nonché l'incremento della dotazione dello Strumento di flessibilità.
  Sottolinea come la Commissione proponga anzitutto di incrementare il QFP dell'Unione europea per la programmazione 2021-2027 con ulteriori 50 miliardi di euro a prezzi correnti al fine di istituire il nuovo Strumento per l'Ucraina. Si tratterebbe, indicativamente, di 33 miliardi in prestiti e 17 miliardi in sovvenzioni e garanzie per il periodo 2024-2027, volti a provvedere alle necessità immediate dell'Ucraina e alla ripresa e all'ammodernamento del Paese nel suo percorso verso l'Unione europea. I prestiti sarebbero finanziati sui mercati finanziari e sostenuti dal cosiddetto margine di manovra del bilancio dell'Unione, ossia al di sopra del massimale di spesa previsto dal QFP ed entro il limite di entrata fissato per le risorse proprie.
  In riferimento al secondo incremento del QFP, pari a 15 miliardi di euro, osserva che esso è destinato ad affrontare il fenomeno migratorio nella sua duplice dimensione interna ed esterna. Evidenzia, più specificamente, che si propone di aumentare il massimale della rubrica 4 – Migrazione e gestione delle frontiere di 2 miliardi di euro al fine di dare attuazione al nuovo Patto sulla migrazione e l'asilo, attualmente in fase di negoziato interistituzionale, e per il controllo delle frontiere e il massimale della rubrica 6 – Vicinato e resto del mondo di 10,5 miliardi di euro per consentire all'Unione di rispondere a situazioni di accentuata instabilità economica e geopolitica. Tali risorse supplementari sarebbero destinate per 3,5 miliardi ai rifugiati siriani in Turchia, per 1,7 miliardi ai rifugiati siriani in Siria, Giordania e Pag. 25Libano, per 0,3 miliardi alla rotta migratoria del Vicinato Sud, per 2 miliardi ai Balcani occidentali e 3 miliardi, infine, saranno volti a ripristinare il cuscinetto dello Strumento per il vicinato, lo sviluppo e la cooperazione internazionale. Quest'ultimo, nelle intenzioni della Commissione, dovrebbe essere destinato in modo particolare al finanziamento di possibili accordi di partenariato con i Paesi del Vicinato Sud. L'incremento di 15 miliardi del QFP sarebbe inoltre volto a rafforzare lo strumento speciale «Riserva di solidarietà e per gli aiuti d'urgenza» di ulteriori 2,5 miliardi di euro, per sostenere la capacità dell'Unione europea di reagire a crisi e catastrofi naturali.
  Sottolinea che il terzo incremento, pari a 10 miliardi di euro, è invece destinato a finanziarie la piattaforma per le tecnologie strategiche per l'Europa, STEP, volta a promuovere la competitività a lungo termine dell'Unione europea in materia di tecnologie critiche. Evidenzia che, ai fini della sua rapida ed efficace messa in opera, questa piattaforma si fonderebbe su programmi esistenti a cui verrebbero assegnati i seguenti importi: 3 miliardi per InvestEU, 0,5 miliardi al Consiglio europeo per l'innovazione di Orizzonte Europa, 5 miliardi al Fondo per l'innovazione – espressamente destinati ai 17 Stati membri con PIL pro capite inferiore alla media dell'Unione europea, tra cui l'Italia – e 1,5 miliardi per il Fondo europeo per la difesa.
  Rileva che un quarto stanziamento, pari a 18,9 miliardi di euro, è inteso ad istituire il nuovo strumento «EURI», European Union Recovery Instrument, al di sopra dei massimali del QFP, destinato a coprire i maggiori costi di finanziamento di NextGenerationEU determinati dal rialzo senza precedenti dei tassi di interesse.
  Aggiunge che un quinto incremento, pari a 1,9 miliardi di euro, andrebbe ad aumentare il massimale della rubrica 7 – Pubblica amministrazione europea al fine di far fronte all'incremento dei costi fissi, dovuto all'impatto dell'inflazione, tra cui indicizzazione di salari e pensioni e incremento del costo degli immobili, e alle nuove responsabilità aggiuntive affidate alle istituzioni europee.
  Osserva che infine, ulteriori 3 miliardi di euro sono destinati allo Strumento di flessibilità 2024-2027 per consentire all'Unione europea di rispondere a esigenze impreviste durante il restante periodo del QFP.
  In sostanza, alla luce quanto evidenziato, la Commissione europea chiede di stanziare risorse aggiuntive per un totale di 65,8 miliardi di euro. Le risorse aggiuntive complessive ammonterebbero, in realtà, a 98,8 miliardi di euro, ma dei 50 miliardi per l'Ucraina vengono conteggiati solo i 17 miliardi in sovvenzioni a fondo perduto. Secondo fonti di stampa, l'Italia dovrebbe versare al bilancio europeo circa 8,5 miliardi di euro ulteriori.
  Al riguardo, evidenzia che sarebbe utile acquisire dal Governo stime più precise circa l'effettivo ammontare del contributo che sarebbe richiesto all'Italia.
  Passando allo stato ed alle prospettive del negoziato, afferma che è bene sottolineare che le proposte per la revisione intermedia del quadro finanziario e quelle per l'istituzione di nuove risorse proprie sono tra loro strettamente collegate sul piano politico e negoziale, anche in termini di impatto che esse possono determinare sul saldo netto degli Stati membri. Tuttavia, l'iter legislativo di esame dei due pacchetti dovrebbe avere tempistiche differenti, tenuto conto anche delle procedure e maggioranze diverse necessarie per la loro approvazione.
  Ricorda che, ai sensi dell'articolo 312 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, infatti, il QFP è adottato – e modificato – secondo una procedura legislativa speciale, con il Consiglio dell'Unione europea che delibera all'unanimità, previa approvazione del Parlamento europeo, espressa a maggioranza assoluta.
  La decisione sulle risorse proprie, invece, a norma dell'articolo 311 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, è adottata, secondo una procedura legislativa speciale, dal Consiglio dell'Unione europea all'unanimità previa consultazione del Parlamento europeo. La decisione entra in Pag. 26vigore solo previa approvazione degli Stati membri conformemente alle rispettive norme costituzionali.
  Sottolinea che la Commissione ha segnalato l'esigenza di concludere i negoziati sulle proposte entro la fine dell'anno. Rileva, tuttavia, che il negoziato si presenta particolarmente complesso, tenuto conto della necessità dell'approvazione all'unanimità in seno al Consiglio dell'Unione europea, anche alla luce delle divergenze che si registrano tra le posizioni degli Stati membri e in ragione delle richieste di modifica avanzate dal Parlamento europeo, sulla base del progetto di relazione intermedia dei relatori in Commissione per i bilanci del Parlamento europeo.
  Fa presente infatti che, circa la revisione del QFP, sarebbero stati espressi alcuni dubbi sull'impostazione di fondo, in particolare da parte della Germania e di altri Paesi cosiddetti frugali, quali Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Svezia e, in maniera meno netta, Irlanda e Lussemburgo, specie sull'esigenza di aumentare la spesa o di introdurre nuove fonti di spesa, ad eccezione di quanto necessario per sostenere l'Ucraina e per far fronte agli obblighi giuridici derivanti dall'incremento del costo del debito di NGEU. Per altro verso, il Governo italiano, che aveva anche trasmesso un non paper alla Commissione europea prima della presentazione delle proposte, ritiene invece necessario non solo continuare a sostenere finanziariamente l'Ucraina e affrontare adeguatamente il problema dell'aumento dei tassi di interesse, che rende più oneroso il servizio del debito, ma anche incrementare i finanziamenti del bilancio europeo per fare fronte alle sfide migratorie e per rafforzare la competitività dell'Unione europea nei settori strategici. Segnala che un consenso si sarebbe delineato sulla necessità di mantenere il sostegno finanziario all'Ucraina. Precisa che il Governo italiano ha sottolineato il proprio favore per un sostegno prevedibile e flessibile, capace di adattarsi all'evolversi della situazione, e chiede un ruolo centrale della Banca europea per gli investimenti nella ricostruzione del Paese. Segnala, peraltro, come l'esigenza di mettere a disposizione il sostegno finanziario proposto per l'Ucraina già dal 1° gennaio 2024 renda il negoziato su questo punto di particolare urgenza.
  Per quanto riguarda il tema delle migrazioni, ricorda che il Governo italiano ha chiesto di assicurare risorse adeguate e ha sottolineato l'esigenza di considerare l'impatto della guerra su altre regioni, tra cui il Vicinato Sud, dove sarebbe opportuno sviluppare e attuare nuovi partenariati strategici.
  Con riferimento alla nuova piattaforma STEP, rileva, invece, in via generale che i Paesi cosiddetti frugali avrebbero espresso la loro contrarietà alla previsione di nuove risorse per i fondi individuati. L'Italia ne ha invece sottolineato gli aspetti positivi, come la previsione di risorse aggiuntive per specifici programmi dell'Unione europea, combinata con una maggiore flessibilità nell'uso del Dispositivo per la ripresa e la resilienza e dei fondi di coesione, in particolare per i Paesi con PIL pro-capite al di sotto della media dell'Unione europea, andando dunque nella direzione di garantire un maggiore level playing field nel mercato unico tra Paesi che hanno diversi spazi di bilancio. Ricorda, altresì, che l'Italia ha proposto l'istituzione di un vero e proprio nuovo Fondo di Sovranità europeo in materia, con risorse comuni adeguate.
  Infine, fa presente che il progetto di relazione della Commissione per i bilanci del Parlamento europeo ha rilevato che l'inflazione potrebbe ridurre il valore reale del QFP di 74 miliardi di euro. Anche in ragione di ciò, la medesima Commissione ha proposto un QFP riveduto con 10 miliardi di euro in più rispetto alla proposta della Commissione europea, destinando 2 miliardi in più alla migrazione e alle sfide esterne, 3 miliardi in più alla piattaforma STEP, 3 miliardi in più allo Strumento di flessibilità e 2 miliardi in più alla Riserva di solidarietà per gli aiuti di emergenza.
  Passando alle finalità ed ai contenuti delle proposte volte ad istituire nuove risorse proprie dell'Unione europea, nel rinviare anche in questo caso per gli approfondimenti alla documentazione predisposta dagli Uffici, premette che illustrerà preliminarmentePag. 27 alcune informazioni sul vigente sistema delle risorse proprie per la programmazione 2021-2027 e si soffermerà, in conclusione, sullo stato dei negoziati.
  Precisa che anche il tema delle risorse proprie presenta un'estrema delicatezza sul piano politico, istituzionale e finanziario. Per un verso, infatti, esso attiene alla definizione del livello e della natura delle fonti del bilancio europeo e, quindi, incide in modo decisivo sul modo stesso di intendere il processo di integrazione europea e sui suoi sviluppi futuri. Per altro verso, la scelta delle risorse attraverso le quali finanziare la spesa pubblica europea è un'operazione delicatissima in quanto costituisce esplicazione di una potestà impositiva che negli ordinamenti nazionali è riservata ai Parlamenti.
  Sottolinea che ciò rende quanto mai opportuno e delicato l'esame del pacchetto di proposte all'attenzione della Commissione che si articola in quattro atti: una comunicazione che delinea obiettivi e principi dell'iniziativa; due proposte di modifica, rispettivamente, della decisione relativa al sistema delle risorse proprie dell'UE per il 2021-2027 e del regolamento che reca le relative misure di esecuzione; una proposta modificata di regolamento concernente modalità e procedura di messa a disposizione delle risorse proprie basate sul sistema per lo scambio di quote di emissioni, sul meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere e sulla risorsa propria basata su dati statistici relativi agli utili delle imprese, nonché le misure per far fronte al fabbisogno di tesoreria.
  Nel rammentare che attualmente, le principali fonti di entrate per il bilancio dell'Unione europea per il periodo 2021-2027 sono quattro, ricorda che la prima è costituita dai dazi doganali sulle importazioni di prodotti da Paesi non appartenenti all'Unione, che sono risorse proprie tradizionali, pari a circa il 10 per cento delle entrate europee. Tali risorse affluiscono direttamente nel bilancio dell'Unione europea e gli Stati membri trattengono il 25 per cento dell'importo a titolo di spese di riscossione.
  La seconda risorsa propria è quella basata sull'IVA, che rappresenta anch'essa il 10 per cento circa delle entrate. Un'aliquota uniforme di prelievo dello 0,30 per cento viene applicata alla base imponibile IVA di ciascuno Stato membro. Per ciascuno Stato membro, la base imponibile IVA da prendere in considerazione a tal fine non supera il 50 per cento del reddito nazionale lordo, RNL.
  La terza, residuale, è quella basata sul reddito nazionale lordo, che rimane la principale fonte di finanziamento del bilancio dell'Unione rappresentando circa il 70 per cento delle entrate. Si tratta di trasferimenti che tutti gli Stati membri operano verso il bilancio comune in funzione della loro quota nel RNL dell'Unione a 27 Stati, con riduzioni forfettarie annue per Austria, Danimarca, Germania, Paesi Bassi e Svezia.
  L'ultima risorsa è quella basata sui rifiuti di imballaggio di plastica non riciclati, introdotta a partire dal 1° gennaio 2021. Le entrate conseguono all'applicazione di un'aliquota uniforme di 0,80 euro per chilogrammo alla differenza tra la quantità di rifiuti di imballaggio di plastica generati e quelli riciclati, con riduzioni forfettarie annue per 17 Stati membri il cui RNL è inferiore alla media dell'Unione. Le entrate provenienti da questa risorsa rappresentano al momento circa il 3-4 per cento del bilancio dell'Unione europea.
  Queste quattro risorse proprie rappresentano quindi più del 90 per cento delle entrate, mentre altre fonti di entrata, che rappresentano di norma tra il 2 e l'8 per cento delle entrate totali, comprendono imposte e altre trattenute sulle retribuzioni del personale dell'Unione, interessi bancari, contributi di Paesi terzi a determinati programmi, interessi di mora e ammende.
  La decisione sulle risorse proprie per il periodo 2021-2027 prevede un massimale delle entrate pari all'1,40 per cento del RNL dell'Unione per i pagamenti e all'1,46 per cento per gli impegni. Questi massimali sono stati aumentati, in via eccezionale e temporanea, di altri 0,6 punti percentuali per coprire tutte le passività dell'Unione europea risultanti dalle assunzioni di prestitiPag. 28 previste per finanziare Next Generation EU, fino a quando saranno stati rimborsati tutti i prestiti contratti.
  Evidenzia che le proposte in esame prospettano modifiche all'assetto testé delineato per attuare l'accordo interistituzionale concluso nel dicembre 2020 in sede di approvazione del bilancio pluriennale dell'Unione per il periodo 2021-2027. In particolare ricorda che l'accordo impegnava la Commissione a presentare, entro il 2026, proposte volte ad introdurre nuove risorse proprie, allo scopo, tra l'altro, di rimborsare le spese per il finanziamento di Next Generation EU e ridurre il peso dei trasferimenti nazionali basati sul RNL.
  Aggiunge che, oltre al nuovo contributo basato sui rifiuti di imballaggio di plastica non riciclati, che è entrato in vigore il 1° gennaio 2021, l'accordo si prefiggeva l'obiettivo, che non è stato conseguito nei tempi previsti, di introdurre, entro il 1o gennaio 2023, nuove risorse proprie connesse a un meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera, a un prelievo sul digitale e a una revisione del sistema di scambio di quote di emissione di gas a effetto serra dell'Unione europea, ETS, e di introdurre, entro il 1o gennaio 2026, nuove risorse proprie che potrebbero comprendere un'imposta sulle transazioni finanziarie e un contributo finanziario collegato al settore societario o una nuova base imponibile comune per l'imposta sulle società.
  Fa presente che, dando seguito all'accordo, il 22 dicembre 2021 la Commissione europea aveva già presentato proposte per un primo paniere comprendente le seguenti tre nuove fonti di entrate: sullo scambio di quote di emissioni di gas a effetto serra ETS, una quota pari al 25 per cento delle entrate provenienti dallo scambio di tali quote sarebbe versata al bilancio dell'Unione; sul meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere dell'Unione europea, cosiddetto CBAM, il 75 per cento delle entrate generate da tale meccanismo sarebbe assegnato al bilancio dell'UE; sulla quota degli utili residui delle più grandi e più redditizie imprese multinazionali che sarà riassegnata agli Stati membri dell'Unione europea in seguito all'accordo OCSE/G20 sulla redistribuzione parziale dei diritti di imposizione, la risorsa propria dovrebbe corrispondere al 15 per cento della quota riassegnata agli Stati membri degli utili residui delle imprese che rientrano nel campo di applicazione.
  Rileva che tuttavia, si sono registrati progressi limitati nei negoziati su queste proposte e sono nelle more intervenuti importanti sviluppi: gli accordi legislativi conseguiti per ETS e CBAM, la nuova situazione del prezzo del carbonio e lo stallo della convenzione multilaterale per il primo pilastro del citato OCSE/G20.
  Pertanto, la Commissione europea reputa necessario nella fase attuale, nell'attesa di avanzare una proposta per una base imponibile comune per l'imposta sulle società, cosiddetta BEFIT, presentare il pacchetto di misure in esame.
  Evidenzia che, con riferimento all'adeguamento delle proposte di risorse proprie ETS e CBAM, la Commissione ricorda che, nel dicembre 2022, l'Unione europea ha approvato un'ampia gamma di proposte del pacchetto «Pronti per il 55 %» al fine di conseguire l'obiettivo climatico dell'Unione per il 2030 di ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55 per cento rispetto ai livelli del 1990 e di conseguire la neutralità climatica entro il 2050.
  Grazie all'accordo, l'Unione europea ha rafforzato l'ambizione dell'attuale sistema ETS, estendendo l'ambito di applicazione dell'ETS alle emissioni del trasporto marittimo ed eliminando gradualmente le quote gratuite per il settore del trasporto aereo e ha istituito un nuovo sistema per lo scambio di quote di emissioni per gli edifici e il trasporto stradale e altri settori.
  Ricorda che inoltre, a partire da gennaio 2026, sarà istituito un Fondo sociale per il clima per aiutare gli Stati membri ad affrontare l'impatto del nuovo sistema di scambio di quote di emissioni sulle microimprese, sugli utenti dei trasporti e sulle famiglie in situazione di vulnerabilità. Il Fondo sarà inizialmente finanziato con entrate con destinazione specifica esterne e non invece, come indicato nella proposta del dicembre 2021, mediante entrate generali a titolo del bilancio dell'Unione.Pag. 29
  Nell'osservare che dal luglio 2021 si sono poi registrati notevoli aumenti del prezzo del carbonio, rammenta che, quando la Commissione ha presentato le proposte legislative «Pronti per il 55%», il prezzo ipotizzato del carbonio per tonnellata di CO2 era pari a 55 euro per il periodo 2026-2030 a prezzi del 2020; nel 2022 il prezzo del carbonio nell'attuale sistema ETS è invece salito a 80 euro. Le entrate annuali degli Stati membri derivanti dalla vendita all'asta delle quote sono pertanto raddoppiate, passando da circa 15 miliardi di euro nel 2020 a quasi 30 miliardi di euro nel 2022. La Commissione ricorda che la fase transitoria del nuovo meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere inizierà a ottobre 2023. Una volta entrato in vigore nel gennaio 2026, il sistema definitivo rafforzerà le ambizioni climatiche dell'Unione europea e impedirà la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio.
  Nel rilevare che, in ragione di tutto ciò, la Commissione ritiene di adeguare la proposta di risorsa propria ETS, sottolinea che in particolare propone di rinviare dal 2027 al 2028 l'introduzione della risorsa propria proveniente dal nuovo sistema per lo scambio di quote di emissioni per l'edilizia, il trasporto su strada e altri settori; di tenere conto di altri aspetti dell'accordo nella legislazione proposta in materia di risorse proprie, quale la possibilità di cancellare le quote in caso di tassazione nazionale del carbonio; di aumentare l'aliquota di prelievo al 30 per cento di tutte le entrate generate dallo scambio di quote di emissioni dell'Unione europea, rispetto al 25 per cento proposto in un primo tempo. Con tale aliquota, sia le entrate degli Stati membri che quelle del bilancio dell'UE, ad avviso della Commissione, sarebbero superiori a quanto atteso nel 2021 al momento della presentazione della proposta di modifica del sistema ETS.
  Evidenzia che, a partire dal 2024, tale aumento dovrebbe generare, secondo le stime, entrate del bilancio dell'UE per circa 7 miliardi di euro all'anno a prezzi 2018. Tale importo dovrebbe salire a circa 19 miliardi di euro all'anno a partire dal 2028, anno in cui anche le entrate provenienti dal nuovo sistema ETS confluiranno nel bilancio dell'UE.
  Nell'affermare che la Commissione propone anche di adeguare la proposta di risorsa propria CBAM per introdurre piccoli adattamenti dovuti alla recente entrata in vigore del regolamento (UE) 2023/956 che appunto istituisce un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, rileva che la Commissione ritiene invece adeguata l'aliquota di prelievo proposta precedentemente.
  Precisa che si prevede che, a partire dal 2028, questa fonte di entrate genererà circa 1,5 miliardi di euro all'anno per il bilancio dell'Unione europea.
  Per quanto riguarda la nuova risorsa statistica temporanea, basata sugli utili delle imprese, segnala che essa sarà sostituita da un eventuale contributo a titolo di «Imprese in Europa: quadro per l'imposizione dei redditi (BEFIT)», quando la relativa proposta sarà stata presentata e approvata.
  Nell'osservare che la base di calcolo per questa nuova risorsa sarebbe lo 0,5 per cento della base imponibile nazionale delle imprese dell'Unione, un indicatore calcolato da Eurostat sulla base delle statistiche dei conti nazionali nell'ambito del Sistema europeo dei conti, SEC, precisa che non si tratterebbe di un'imposta sulle società e non aumenterebbe i costi di conformità per le imprese ma di un contributo nazionale versato dagli Stati membri basato sul risultato lordo di gestione per i settori delle società finanziarie e non finanziarie.
  Segnala che dal 2024 la nuova risorsa dovrebbe assicurare entrate per circa 16 miliardi di euro all'anno ai prezzi dell'anno 2018.
  Conclude che, una volta entrato in vigore, il paniere di nuove risorse proprie dovrebbe generare, secondo le stime della Commissione, entrate annue fino a 36,5 miliardi di euro in media nel periodo 2028-2030 ai prezzi del 2018, escluse le entrate provenienti da una risorsa propria basata su utili riassegnati relativa al primo pilastro dell'OCSE, di cui circa 8,3 miliardi di euro destinati al finanziamento del Fondo sociale per il clima, garantendo, in tal modo, un adeguato finanziamento a lungo terminePag. 30 del bilancio, che coprirà anche il rimborso di NextGenerationEU.
  Ricorda che, anche nel caso delle nuove risorse proprie il negoziato in Consiglio si presenta particolarmente complesso, tenuto conto della necessità dell'approvazione all'unanimità e della successiva ratifica da parte di tutti gli Stati membri.
  Sostiene che, in linea generale, l'Italia vede con favore l'introduzione di nuove risorse proprie europee, in particolare se queste possono aiutare a ridurre il contributo nazionale a titolo di risorsa basata sul Reddito nazionale lordo.
  Nel riferire che, in seno al Consiglio dell'Unione europea diverse delegazioni si sarebbero espresse criticamente sul pacchetto, chi ritenendo negativo l'impatto nazionale della terza risorsa statistica, in particolare Irlanda e Malta, chi per la volontà di trattenere a livello nazionale i proventi delle aste ETS, ad esempio, Bulgaria, Polonia e Paesi baltici, Slovenia e Ungheria, osserva quanto segue. Tendenzialmente i Paesi frugali non sembrerebbero ritenere così importante una riforma del sistema delle risorse proprie e considererebbero la risorsa RNL sufficiente per garantire il rimborso di NGEU. Altri Paesi, tra cui Portogallo, Francia, Grecia e Italia, i quali avrebbero espresso apprezzamento per una proposta che va in direzione dell'accordo del 2020 e avrebbero ricordato l'impegno che è stato preso per il rimborso di NGEU, sembrerebbero invece più favorevoli al pacchetto e ad una sua accelerazione negoziale e considerano inoltre maturi i tempi per l'introduzione di ETS e CBAM a seguito degli accordi sul pacchetto «Pronti per il 55%» del dicembre scorso.
  In conclusione sottolinea che la rilevanza delle proposte in esame, sia quelle per la revisione del QFP sia quelle finalizzate a introdurre nuove risorse proprie, nonché la loro delicatezza, sono elementi che richiedono un'attenta analisi di tutte le loro implicazioni di carattere giuridico, economico e politico. Ne deduce che sarebbe utile in particolare conoscere l'impatto che esse possono determinare sul saldo netto degli Stati membri, specie per il nostro Paese. Ricorda, infatti, che, sulla base degli ultimi dati della Commissione europea, se non sono calcolati gli importi di Next Generation EU, l'Italia continua ad avere un saldo negativo.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) ritiene opportuno affrontare in modo più approfondito le diverse questioni concernenti le modifiche al Quadro finanziario pluriennale dell'Unione europea per il periodo 2021-2027, soprattutto in riferimento alla conclusione dell'intervento del relatore per la XIV Commissione, che rappresenta una valutazione politica che dichiara di non condividere.
  Chiede pertanto alla presidenza di chiarire come si intenda procedere nella discussione degli atti all'esame delle Commissioni e, in particolare, se ritenga di svolgere un ciclo di audizioni.

  Alessandro GIGLIO VIGNA, presidente, in risposta al deputato Ubaldo Pagano, fa presente che i rappresentanti dei gruppi potranno formulare le proprie richieste di audizione, che saranno oggetto di esame da parte degli Uffici di presidenza delle Commissioni. Quanto alle modalità di prosecuzione dell'esame, rileva che vi sono le condizioni per una discussione ampia e approfondita delle proposte, segnalando tuttavia che sarebbe opportuno concluderne l'esame entro il prossimo mese di ottobre in considerazione dei tempi previsti per il negoziato in sede europea.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) sottolinea come sia opportuno un adeguato dibattito sulle proposte in discussione, anche al fine di chiarire la posizione italiana nel negoziato, osservando che analoga esigenza di chiarezza di pone con riferimento alla definizione della posizione del Governo in relazione alla proposta di legge di ratifica dell'Accordo recante modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità, MES, in relazione alla quale, nello scorso mese di luglio, l'Assemblea della Camera ha approvato una questione sospensiva, volta a sospenderne l'esame per un periodo di quattro mesi.Pag. 31
  Al riguardo, nel far presente che nell'incontro tra i Ministri dell'economia e delle finanze degli Stati membri dell'Unione europea che si terrà nei prossimi giorni a Santiago di Compostela è atteso un aggiornamento sulla citata ratifica da parte del Governo italiano, osserva criticamente che il Parlamento non è stato informato della posizione che il Governo intende assumere e ricorda, a tal proposito, che il Governo italiano, intervenendo nelle sedi dell'Unione europea, rappresenta l'intera comunità nazionale.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S) si associa alla richiesta del collega Ubaldo Pagano in ordine allo svolgimento di un ciclo di audizioni riguardanti gli atti all'esame delle Commissioni riunite, chiedendo di definire quanto prima il calendario di tali audizioni.

  Alessandro GIGLIO VIGNA, presidente, accogliendo la sollecitazione del deputato Dell'Olio, chiede ai rappresentanti dei gruppi di far pervenire alle presidenze eventuali richieste di audizione entro il prossimo lunedì 18 settembre.

  Il sottosegretario Federico FRENI, in riferimento alla richiesta rivolta al Governo dal relatore Pietrella riguardante stime più precise circa l'effettivo ammontare del contributo che sarebbe dovuto dall'Italia in seguito alla revisione del Quadro finanziario pluriennale nei termini delineati, si riserva di fornire la risposta nel prosieguo dell'esame.
  In replica alle osservazioni del deputato Ubaldo Pagano che ha criticato il Governo per non aver aggiornato il Parlamento sulle decisioni riguardanti la ratifica delle modifiche al Meccanismo europeo di stabilità, precisa che il 15 e il 16 settembre prossimi a Santiago di Compostela si terrà una riunione informale dei Ministri dell'economia e delle finanze, nella quale non sarà assunta alcuna deliberazione vincolante e assicura che il Governo, come di consueto, assumerà i necessari indirizzi delle Camere in occasione della convocazione del Consiglio europeo.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), nell'osservare che gli è ben noto che il prossimo incontro tra i Ministri competenti nelle materie economiche non avrà carattere decisorio poiché non si tratta della riunione formale dell'Ecofin, ritiene tuttavia che, da quanto si apprende dalle notizie di stampa, con molta probabilità la prossima riunione di Santiago di Compostela italiano sarà l'occasione per il Governo di chiarire la propria posizione rispetto alla revisione del MES, dal momento che l'Italia è l'unico Paese aderente al Trattato che non l'ha ancora ratificata. Per tale ragione afferma che sarebbe stato doveroso che il Governo informasse preventivamente le Commissioni parlamentari competenti sulla posizione che intenderà assumere al riguardo.

  Il sottosegretario Federico FRENI, in risposta al deputato Ubaldo Pagano, ribadisce che, in base alla prassi consolidata, il Governo non ha mai informato il Parlamento prima dello svolgimento di riunioni informali dei Ministri.

  Alessandro GIGLIO VIGNA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame congiunto ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.20.