CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 7 settembre 2023
162.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
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ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Giovedì 7 settembre 2023. — Presidenza del presidente Alessandro GIGLIO VIGNA.

  La seduta comincia alle 13.45.

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, alla Corte di giustizia dell'Unione europea, alla Banca centrale europea, alla Corte dei conti, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni – Proposta per un organismo etico interistituzionale.
(COM(2023) 311 final).
(Esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Cristina ROSSELLO (FI-PPE), relatrice, ricorda che la Commissione avvia oggi l'esame della proposta, presentata dalla Commissione europea lo scorso 8 giugno, d'istituire un organismo per le questioni etiche concernenti i membri delle istituzioni e degli organi consultivi dell'UE.
  La proposta si articola formalmente in una comunicazione, che descrive il contesto dell'iniziativa, cui è allegato uno schema di accordo per la creazione del nuovo organismo che verrebbe concluso tra Parlamento europeo, Consiglio europeo, Consiglio, Commissione europea, Corte di giustizia, Banca centrale europea, Corte dei conti, Comitato economico e sociale e Comitato delle regioni, nonché di un meccanismo formale per il coordinamento e lo scambio di opinioni in materia.
  A giustificazione della sua iniziativa, la Commissione europea pone l'esigenza – che sarebbe a suo avviso emersa chiaramente nella prassi – di stabilire un insieme comune di norme minime etiche per i membri di tali istituzioni ed organi e di stabilire un meccanismo di cooperazione per discutere o coordinare le rispettive misure interne.

  La Commissione europea osserva al riguardo che, mentre il personale dell'UE è già soggetto ad obblighi etici comuni e dettagliati stabiliti dallo Statuto dei funzionari dell'UE, ciascuna istituzione prevede nei suoi regolamenti interni e/o in appositi codici di condotta norme differenziate per i propri membri, dando attuazione alle disposizioni dei trattati sull'UE volte a garantirne il corretto comportamento, l'indipendenza e l'integrità.Pag. 30
  L'iniziativa, che ha apparentemente un impatto limitato al quadro istituzionale europeo, presenta in realtà una fortissima rilevanza politica, incidendo in ultima istanza sul funzionamento stesso della democrazia in Europa e sul rapporto tra l'Unione e i suoi cittadini. La definizione di norme etiche minime ha, infatti, una potenziale ripercussione sulle prerogative, sulla reputazione, sull'ambito di azione e sulla legittimazione dei componenti delle istituzioni e degli organi che esercitano le competenze attribuite dai Trattati all'UE. Per queste ragioni l'esame della proposta di accordo interistituzionale da parte della Camera e di altri Parlamenti nazionali è quanto mai opportuna. Ciò anche alla luce del fatto che questa iniziativa si colloca, per un verso, nel più ampio quadro delle misure promosse dal Parlamento europeo per dare risposta ai fenomeni di corruzione e riciclaggio di denaro che hanno coinvolto deputati, ex deputati e personale del Parlamento europeo (cosiddetto scandalo Qatargate).
  Per altro verso, essa è considerata dalla Commissione europea quale elemento centrale nell'ambito delle iniziative da essa presentate per rafforzare lo Stato di diritto, combattere la corruzione e promuovere la democrazia europea.
  Venendo ai contenuti dell'accordo interistituzionale, l'organismo etico sarebbe composto da un membro titolare e uno supplente per ciascuna istituzione partecipante. Ciascuna istituzione o organo designerebbe quale proprio rappresentante, in linea di principio, un vicepresidente, salvo che tale funzione non esista all'interno della istituzione o organo o la scelta non sia appropriata. La funzione di Presidente dell'organismo ruoterebbe ogni anno, seguendo l'ordine delle istituzioni di cui all'articolo 13 TUE (Parlamento europeo, Consiglio europeo, Consiglio, Commissione europea, Corte di giustizia, Banca centrale europea, Corte dei conti, Comitato economico e sociale e Comitato delle regioni).
  Nel suo operato l'organismo etico si avvarrebbe, inoltre, di cinque esperti indipendenti, in qualità di osservatori, nominati – secondo una procedura stabilita dalla Commissione – in base alla loro competenza, esperienza in funzioni di alto livello, indipendenza e qualità professionali, nonché garantendo l'equilibrio di genere.
  Il nuovo organismo avrebbe tre compiti principali, il primo dei quali consisterebbe nell'elaborazione ed aggiornamento di norme minime comuni nei seguenti ambiti: interessi e beni da dichiarare; attività collaterali/esterne dei membri; accettazione di doni, ospitalità, viaggi offerti da terzi; misure di condizionalità e trasparenza, in particolare per le riunioni dei membri delle Istituzioni dell'UE con i rappresentanti di interessi, integrando le norme già previste dal registro per la trasparenza della Commissione, del Parlamento europeo e del Consiglio operante dal 2021; gestione delle attività post-mandato degli ex membri e la loro trasparenza; attuazione del quadro comune delle norme minime, anche per monitorare la conformità e assicurare il seguito in caso di violazioni, prevedendo meccanismi di monitoraggio, nonché per rafforzare una cultura comune dell'etica e dell'integrità, in particolare attraverso l'informazione e la sensibilizzazione; pubblicità delle informazioni raccolte nel quadro degli ambiti precedenti. Le norme così definite dall'organismo comune fungerebbero da base minima e ciascuna istituzione rimarrà libera di applicare un regolamento interno ancora più rigoroso, ma non di limitare le norme comuni.
  Il secondo compito dell'organismo etico risiederebbe nello scambio di opinioni sul regolamento interno di ciascuna istituzione per consentire loro di apprendere e trarre vantaggio dall'esperienza altrui.
  Il terzo compito, infine, atterrebbe alla promozione di una cultura etica comune a tutti i membri delle istituzioni dell'UE, facilitando la trasparenza e comprensione del quadro sia all'interno che all'esterno delle istituzioni stesse.
  Il nuovo organismo etico non si occuperebbe invece di indagini individuali e non interferirebbe, né limiterebbe in alcun modo le indagini di organismi esistenti. Ai sensi dei trattati, tale responsabilità spetta infatti alla Procura europea (EPPO) e alle autorità di polizia e giudiziarie nazionali, per i casi Pag. 31penali che ledono gli interessi finanziari dell'Unione, e all'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), per irregolarità e violazioni degli obblighi professionali, nonché al Mediatore europeo per i casi di cattiva amministrazione e a ciascuna istituzione in caso di violazione delle rispettive norme.
  Per quanto riguarda lo stato e le prospettive di adozione dell'accordo da parte delle Istituzioni ed organi interessati, ricordo preliminarmente che, ad avviso della Commissione, sarebbe importante approvarlo quanto prima in modo da procedere alla istituzione del nuovo organismo responsabile delle questioni di etica prima delle prossime elezioni europee (previste dal 6 al 9 giugno 2024).
  Le reazioni alla proposta di accordo da parte del Parlamento europeo è stata tutt'altro che positiva. Il 12 luglio 2023 l'Assemblea ha approvato, infatti, una risoluzione nella quale vengono avanzati numerosi e profondi rilievi critici.
  Anzitutto, si contesta il forte ritardo con cui la Commissione ha presentato la proposta, osservando che essa è insoddisfacente e non sufficientemente ambiziosa, poiché non propone la creazione di un vero e proprio organismo indipendente responsabile delle questioni di etica, quale previsto dal Parlamento nelle sue risoluzioni del 16 settembre 2021 e del 16 febbraio 2023.
  In particolare, il Parlamento deplora che la Commissione abbia proposto di integrare cinque esperti indipendenti solo in qualità di osservatori anziché di membri a pieno titolo: i membri dell'organismo – come già chiesto in precedenti risoluzioni – dovrebbero essere tutti indipendenti, scelti in funzione delle loro competenze, esperienze e qualità professionali, nonché della loro integrità personale.
  In secondo luogo, il Parlamento europeo ribadisce la sua posizione in base alla quale l'organismo etico dovrebbe poter indagare di propria iniziativa su presunte violazioni delle norme etiche da parte degli ex deputati e degli ex membri del personale e di quelli attuali nonché condurre indagini documentali e in loco sulla base delle informazioni raccolte o ricevute da terzi, rispettando l'immunità dei deputati e la loro libertà di mandato e salvaguardando le garanzie procedurali applicabili. Inoltre, l'organismo dovrebbe essere in grado di formulare raccomandazioni in merito alle sanzioni alle autorità competenti delle rispettive istituzioni partecipanti.
  In terzo luogo, il Parlamento europeo contesta che la proposta della Commissione si applichi ai membri delle istituzioni e sottolinea la necessità che l'organismo protegga gli informatori, in particolare i funzionari pubblici europei, affinché essi possano esprimere le loro preoccupazioni circa le eventuali violazioni delle norme senza timore di ritorsioni.
  In quarto luogo, la risoluzione chiede maggiore ambizione nella strutturazione del segretariato dell'organismo etico e che gli vengano assegnate risorse sufficienti per consentirgli di svolgere tutte le sue funzioni.
  Infine, si chiede l'elaborazione di norme rigorose in materia di trasparenza e accesso alle istituzioni per i soggetti iscritti nel Registro per la trasparenza, comprese le ONG, ribadendo la necessità di effettuare un esame finanziario preliminare completo di tali soggetti prima che siano iscritti nel registro per la trasparenza.
  Malgrado queste critiche radicali, il Parlamento europeo s'impegna a concludere i negoziati interistituzionali entro la fine del 2023, affinché il nuovo organismo etico possa diventare operativo al più tardi all'inizio della prossima legislatura.
  Per quanto riguarda il Consiglio dell'Unione europea, è stata avviata una prima riflessione sulla base di un parere del rispettivo Servizio giuridico emesso lo scorso 20 luglio.
  Il parere sottolinea alcuni aspetti importanti in punta di diritto: il primo è che i capi di Stato e di Governo in seno al Consiglio europeo, i ministri e gli altri rappresentanti degli Stati membri in seno al Consiglio, anche quando esercitano la Presidenza del Consiglio, non possono essere inclusi nel campo di applicazione dell'accordo, in quanto restano soggetti nella loro attività alle rispettive giurisdizioni nazionali. Non esistono, invece, ostacoli giuridiciPag. 32 all'applicazione dell'accordo interistituzionale e delle norme etiche minime che saranno emanate al Presidente del Consiglio europeo e all'Alto Rappresentante nel campo di applicazione dell'accordo.
  In secondo luogo, il parere del Servizio giuridico chiede che i compiti dell'organismo siano chiariti, al fine di garantire il pieno rispetto dell'autonomia istituzionale e dell'indipendenza di ciascuna istituzione parte dell'accordo, avanzando specifici rilievi al riguardo. Nel parere si rileva, infine, che l'accordo dovrà essere approvato dal Consiglio a maggioranza qualificata rafforzata (il 72 per cento dei voti favorevoli del Consiglio, ossia i voti favorevoli di 20 su 27 Stati membri, che rappresentino almeno il 65 per cento della popolazione dell'UE).
  Anche alla luce della posizione espressa dal Parlamento europeo e del parere del Servizio giuridico del Consiglio, propone di svolgere ai fini della prosecuzione dell'esame un breve ciclo di audizioni di rappresentanti del Governo, di europarlamentari italiani nonché di grandi esperti, particolarmente qualificati nell'ambito della compliance alla normativa nazionale ed europea, operanti nel mondo delle società private e partecipate.

  Isabella DE MONTE (A-IV-RE) si associa alle considerazioni ed alle proposte avanzate dall'onorevole Rossello.

  Alessandro GIGLIO VIGNA, presidente, condivide le proposte formulate dalle deputate Rossello e De Monte riguardanti lo svolgimento di un ciclo di audizioni che consentirà d'integrare efficacemente il dibattito in sede di esame preliminare.

  La seduta termina alle 14.05.